Utsuro no Hako to Zero no Maria (Italian):Volume 7 - Capitolo 2

From Baka-Tsuki
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Mi trovo in una città sconosciuta.

Più precisamente, sono in un distretto commerciale nella media che è diventato piuttosto impopolare a causa della tendenza di tutto il paese a preferire i grandi centri commerciali. Qual è il nome di questa città, comunque? ...Non importa, no? Dove vada non ha alcuna rilevanza per la battaglia solitaria che sto combattendo.

La sera ha fatto sì che la strada si svuotasse e nel mezzo della strada si trova un ragazzo con un'uniforme scolastica, Yukito Tejima. E' svenuto e sta tenendo in mano una bambola vestita da donna.

'Stallo tra gli Specchi'. Quella 'scatola' ha concesso a Tejima il desiderio per "un mondo che contiene soltanto lui e la sua ragazza ideale". Ha desiderato per un mondo dedicato a se stesso e ad una ragazza di un anno più anziana di lui, Suzu Amemiya. Tuttavia, le 'scatole' incorporano sempre anche i dubbi. Tejima non credeva che il suo desiderio potesse divenire realtà, e sapeva anche che Suzu Amemiya non avrebbe voluto vivere con lui in un mondo così solitario. Inoltre, anche se aveva desiderato per l'isolamento, non portava realmente quel desiderio nel profondo del suo cuore.

Permettere al suo poco convinto desiderio di creare una 'scatola' è risultato nel labirinto di specchi chiamato "Stallo tra gli Specchi". Tutto ciò che ha ottenuto è stato di bloccare se stesso in una casa degli specchi con una bambola a dimensioni reali di Suzu Amemiya che poteva dire solo ciò che lui voleva che lei dicesse.

Mi sono intrufolata nel mondo che ha creato e ho vagato attraverso il labirinto di specchi, incappando in nient'altro che bambole senza anima. Visto che non c'erano indizi per condurmi ad una soluzione, sono finita bloccata qui dentro più a lungo del previsto. La mia tattica piuttusto disperata che alla fine ha alterato lo status quo, è stata di rompere tutti gli specchi intorno a me. Ignorando le regole del labirinto, ho finalmente raggiunto Tejima, che si stava nascondendo al centro di questo mondo. L'ho convinto a rinunciare alla sua 'scatola' e me la sono presa.

E' trascorso soltanto un giorno nella vita reale, ma il tempo soggettivo che ho trascorso in questa 'scatola' è stato un anno. Sarebbe una bugia dire che non sia stanca.

Come nota a margine, Tejima e Suzu Amemiya non sono una coppia nella realtà. Contrariamente a quello che Tejima potrebbe voler credere, la sua cotta non era altro che quella dell'ennesimo studente con cui lei aveva scambiato solo qualche parola. Anche se la vera Amemiya è piuttosto carina, lei non è nulla della ragazza perfetta in cui mi sono imbattuta nel labirinto degli specchi.

La sua 'scatola' sta emettendo una debole e fioca luce come se avvolta in carta argentata. La getto in terra e la distruggo calpestandola. La 'scatola', nonostante le sue dimensioni, si rompe con pochissimo sforzo da parte mia.

Ora dovrò di nuovo ricominciare da capo.

...Per quanto tempo dovrò continuare a fare questo? Per quanto tempo ne sarò ancora in grado?

"Ancora una volta hai fallito nell'ottenere una 'scatola'."

Fisso l'interlocutore, che è apparso dal nulla.

"'O'!"

Lui[1] ha assunto l'aspetto del padre di Yukito Tejima, ma il suo sorriso affascinante me lo ha fatto riconoscere subito.

"Perché non ti arrendi? Non acquisirai mai più una 'scatola' vuota, né saresti in grado di padroneggiarla."

"Forse. Ma non importa; continuerò a cercare una scatola, e trasformerò la mia 'Beatitudine Imperfetta' in una vera beatitudine. Renderò tutti felici nel mondo."

"E sei disposta a sacrificare te stessa per quell'obiettivo?"

"Si. Perché—"


"Io sono Aya Otonashi."


In risposta alla mia ferma dichiarazione, 'O' fa un sorriso sprezzante e svanisce.

Non ricordo da quanto tempo stiamo giocando questo gioco del gatto e del topo. La mia memoria consiste soltanto di eventi recenti.

Di conseguenza, tutte le mie preziose memorie che magari esistevano un tempo non sono più recuperabili.

Per esempio—

"—Ah."

Un'accogliente sensazione di calore si diffonde dentro il mio cuore mentre un nome raggiunge quasi la superficie, ma il frammento di una memoria del passato svanisce prima che possa ricordare qualsiasi cosa.

Oh beh, non mi importa, comunque. Che senso può mai esserci in una potenzialmente stretta relazione del passato se me ne sono completamente dimenticata? Scommetto che quella persona ormai ha una nuova relazione e si è anche lei dimenticata di me.

"Io sono—"

Sola.

Da quel giorno sono sempre stata da sola.


Completamente esausta, raggiungo un appartamento in affitto in un hotel d'affari e collasso sul mio letto. Tuttavia, non riesco ad addormentarmi.

Ho un mal di testa come se fossi colpita da un martello. Il mio corpo ha sofferto a lungo a causa della mia battaglia contro le 'scatole': sento come se potessi scoppiare dall'interno in qualsiasi momento. Se piangessi in cerca di aiuto, il mostro che è la mia vacuità mi salterebbe alla gola e mi divorerebbe.

Sono al mio limite. Sono stata a lungo al mio limite.

Striscio fino alla mia borsa, ne tiro fuori dell'olio profumato e ne verso un po' su un fazzoletto.

La fragranza di menta piperita. Stranamente, riesco ad addormentarmi mentre sono circondata da quell'essenza. Il mio corpo deve aver imparato da qualche parte a farsi cullare dal profumo di menta piperita.

La mia coscienza comincia a svanire.


Pochi istanti dopo, mi tuffo in un passato che posso ricordare soltanto nei miei sogni.


✵✵✵


Mia sorella, Aya Otonashi, poteva predire il futuro.

Identificava il colpevole in meno di dieci minuti quando guardavamo un film giallo. Poteva predire il contenuto della cena che la nostra cameriera, Yoshida-san, preparava per noi ogni giorno. Riusciva a predire quando le coppiette della sua classe avrebbero iniziato ad uscire assieme. Ha predetto quando il suo insegnante avrebbe lasciato il suo posto di lavoro.

Ogni volta che una delle sue previsioni si avverava, diventavo sempre più affascinata da lei. Le sue "profezie" mi colpivano come una misteriosa magia e, come mago, lei univa al tutto la sua eccezionale intelligenza e bellezza.

Ero orgogliosa di essere la sorellina di una persona così perfetta, soprattutto perché io non ero nulla di speciale.

Tuttavia—Aya-Onee-chan[2] ha anche previsto qualcosa riguardo me. Qualcosa di terribile.

E' successo in una giornata d'Inverno quando avevo 12 anni. Faceva freddo e il vento gelido faceva tintinnare le finestre tutte intorno a noi. Ero appena tornata a casa da scuola e indossavo ancora il mio cappotto. La prima cosa che ho fatto è stata correre in camera di mia sorella per riscaldarmi. La sua stanza si rivelò calda come mi aspettavo, causandomi un bel sorriso di contentezza. Era piena di una fragranza particolare che consisteva in un miscuglio di vari oli profumati e profumi d'ambiente.

Quel miscuglio apparentemente casuale era in qualche modo in perfetta armonia. Era l'odore dalla mia amata sorella.

A differenza della mia camera, che era arredata in modo assolutamente normale, la sua aveva ogni tipo di mobile di lusso che non sembrava per nulla appropriato per la camera di una ragazzina. Il suo lampadario e il suo specchio antico in particolare sembravano provenire da un mondo di fantasia.

Premesso questo, io pensavo comunque che una camera stravagante come quella era perfetta per Aya-Onee-chan.

Mentre mi ha visto togliermi il mio cappotto e sedermi sul suo letto a baldacchino, per qualche motivo mi ha dato uno sguardo serio. Ho inclinato la testa in risposta e lei mi ha detto: "Devo parlare con te". Ancora un po' perplessa, mi sono seduta sulla sedia davanti a lei.

Ha abbandonato il suo sguardo serio e mi ha sorriso. Si è alzata e mi ha abbracciato la testa e poi ha detto con voce alta e chiara:

"Ora predirò il tuo futuro, Maria."

Con quelle parole, ha rilasciato la mia testa.

Quella era la prima volta in cui lei avesse mai fatto una previsione che mi coinvolgeva. Sono rimasta un po' sorpresa e ho drizzato le orecchie immediatamente.

Mia sorella mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: "Tu diventerai me—dovrai farlo". Vedendo che ero completamente persa, ha poi continuato: "Con questo intendo che dovrai rendere felici gli altri."

"Diventare te? Ma allora cosa succede a te, Onee-chan?"

Lei ha esitato per un po', ma il suo sguardo non ha vacillato mentre mi rispondeva.

"Maria, quando avrò 14 anni, io lascerò questo luogo."


Aya-Onee-chan finì per morire all'età di 14 anni. Morì nel giorno del suo compleanno a causa di un incidente stradale, insieme a papà e mamma.

Fui lasciata indietro, proprio come lei aveva previsto.


Sin da allora, ho vissuto come Aya Otonashi in conformità alla sua profezia.



Ho conosciuto Aya-Onee-chan nella Primavera del mio quarto anno di vita. Ricordo ancora quel giorno.

"Ehi, perché sono tutti in fila?"

Mia madre sorrise semplicemente in risposta alla mia domanda. Tutti i membri della casa, incluse le cameriere, erano in fila davanti all'ingresso principale. Non li avevo mai visti farlo prima, quindi ero un po' ansiosa e stringevo saldamente la mano di mia madre.

Dopo poco tempo, mio padre ha attraversato il cancello con la sua Mercedes e l'ha parcheggiato proprio davanti a noi. Una giovane ragazza è uscita dal sedile posteriore.

Non appena si è accorta di noi, la ragazza ha sorriso debolmente e ha chinato la sua testa.

"E' un piacere conoscervi."

Anche se non c'era niente di speciale nel suo comportamento, rimasi profondamente colpita. Avevamo all'incirca la stessa età ed altezza, eppure instintivamente sentivo che lei fosse su un piano completamente differente dal mio. Il suo viso aveva una forma perfetta, le sue gambe erano slanciate, e la sua pelle sembrava morbida come seta—ma la sua aura era ancora più rimarcabile del suo aspetto. Nonostante la sua giovane età, era circondata da una fragile e malinconica aria (anche se non avrei usato quelle parole per descriverla allora). Ero completamente sopraffatta dal mio incontro con quella ragazza misteriosa, e mi nascosi dietro la schiena di mia madre.

"A partire da oggi, lei sarà tua sorella maggiore" mi spiegò mia madre.

Mia sorella maggiore? Questa ragazza? Com'è possibile?

Quando mi sono guardata intorno ho visto che tutti, inclusa mia madre, le stavo dando il benvenuto. Sembrava come se fossero piacevolmente sorpresi dal suo atteggiamento cortese precoce. Forse è ovvio solo per ragazzini come me che lei non sia normale? ho pensato tra me e me.

Comunque, quella perfetta prima impressione che Aya-Onee-chan aveva fatto su tutti non durò a lungo.

Dopo che mio padre scese dalla macchina lasciando all'autista il compito di parcheggiare l'auto in garage, lei disse qualcosa che ha lasciato tutti a bocca aperta.

"Potresti per favore inginocchiarti davanti a me?" comandò in un tono che non sembrava proprio quello della voce di un bambino.

All'inizio mio padre pensò che stesse scherzando. La bambina sta facendo uno scherzo, pensarono tutti.

Aya-Onee-chan comunque, continuò enfaticamente: "Le scuse che devi fare sono nell'ordine: una per me, separata da mia madre a causa della tua promiscuità, una per la mia nuova madre, che è ora obbligata a crescermi, e una per mia sorella, che ora deve avere a che fare con una sorellastra. Quindi inginocchiati davanti a noi."

Fissò lo sguardo su mio padre, segnalando che non avrebbe messo piede nella sua nuova casa finché lui non avesse obbedito alla sua richiesta. Lui avrebbe potuto semplicemente ridere della sua richiesta; era solo una ragazzina di quattro anni, dopotutto!

"Inginocchiati, per favore."

Ma era fuori questione.

Non gli era concesso di prendere in giro la serietà sulla sua faccia. Se lui avesse preso la decisione sbagliata, lei non avrebbe mai più creduto nei legami della famiglia. Io—no, tutti i presenti lo percepivano.

La cosa che era davvero strana, col senno di poi, era che tutti concordavano sul fatto che ci fosse un'unica soluzione: mio padre avrebbe dovuto inginocchiarsi davanti a lei.

Alla fine, si è messo sulle ginocchia e ha abbassato la sua testa.

"...Mi dispiace."

Fu una scena incredibile. Un dirigente di alto rango presso una grande ditta di finanza che era solito abbaiare ordini, si stava prostrando davanti alla sua figlioletta di 4 anni di fronte alla sua famiglia e ai suoi servitori, con la faccia contorta nell'umiliazione.

"Grazie. Ora sono in grado di vivere qui."


Quell'incidente, tuttavia, non minò la sua autorità di padre. Aya-Onee-chan era in generale ben educata e ascoltava sempre i suoi genitori. Non fece più alcun tentativo di ferire la dignità del padre.

Comunque, col senno di poi, lei è stata il vero comandante della famiglia sin dal giorno del suo arrivo.

La nostra famiglia deve aver ballato sulle sue note per tutto il tempo.


Le sue circostanze penose fecero sì che i miei genitori furono un po' negligenti con lei.

Eravamo una famiglia di 4 persone: un padre, Michishige, una madre, Yukari, una sorella maggiore, Aya, e una sorella minore, Maria. Aya-Onee-chan ed io eravamo sorellastre e lei era solo di 3 mesi più grande di me.

Cinque anni dopo che Michishige-san (ero solita riferirmi a lui con il suo nome perché sia madre che mia sorella lo facevano) aveva perso la sua prima moglie, Yoriko-san, per malattia, aveva sposato la mamma di Aya-Onee-chan, una ex-celebrità di nome Rinko-san. La sua eccezionale bellezza, che mi è stata detta affascinasse qualsiasi uomo, deve averlo attratto.

La loro relazione non durò a lungo. Rinko-san non era una persona orientata alla famiglia, né amava realmente Michishige-san (almeno secondo quanto mi disse lui). Così lui cercò di confortarsi fuori dalla sua famiglia e ebbe una relazione con Yukari, una neolaureata che aveva appena iniziato a lavorare alla reception della sua ditta di finanza. Poco dopo, finì per mettere incinta Yukari; allo stesso tempo, sua moglie Rinko-san era incinta di tre mesi di Aya-Onee-chan.

Dopo essersi assicurata un sostegno sufficiente per gli alimenti e per vivere comodamente con il bambino, Rinko-san accettò prontamente il divorzio. Ottenne la custodia di Aya-Onee-chan, che era appena nata, e Michishige-san si sposò con mia madre proprio prima che io nascessi.

A quanto pare, Michishige-san e Rinko-san rimasero in contatto dopo il loro divorzio. Lui andava a vedere Aya-Onee-chan di tanto in tanto dopo aver ottenuto il permesso di farlo da mia madre (Yukari). Alla fine, dopo che Aya-Onee-chan aveva compiuto 4 anni, Rinko-san gli chiese di prendersi la piena custodia della loro figlia.

Michishige-san accettò immediatamente. Si diceva che aveva sentito dire da terzi che Aya-Onee-chan venisse trascurata da Rinko-san.


Aya-Onee-chan non ha mai parlato molto di Rinko-san. Ricordo solo che una volta disse cupamente: "Mi ha detto che non sarei mai dovuta nascere!".

Visto che avevo un contatto minimo con Rinko-san, non posso dire con certezza se Aya-Onee-chan stesse dicendo la verità. Comunque, lei sicuramente appariva come una "bambina pietosa" alla maggior parte delle persone.

Suppongo che i miei genitori provassero a non farglielo pesare essendo molto più permissivi con lei che con me, anche se erano comunque piuttosto severi con entrambe. Le diedero una camera lussuosa, le comprarono tutti i giocattoli che voleva, e le davano sempre il permesso di scegliere la sua caramella prima di darne una anche a me. Al fine di proteggerla da indiscrezioni, fu anche inviata ad un'altra scuola diversa da quella che frequentavo io.

Sarebbe una bugia dire che non ero amareggiata da quel tipo di trattamento allora. D'altra parte, sicuramente potevo tollerarlo.

Dopotutto, mia madre mi diceva sempre:

"Sono così felice che tu sia nata."

Me lo diceva per tutto il tempo.

"Hai tenuto me e Michishige-san insieme. Sei il mio angelo."

Ero così orgogliosa ogni volta che me lo diceva.

Se mia madre non fosse rimasta incinta di me, Michishige-san non avrebbe divorziato da Rinko-san e la loro relazione sarebbe potuta facilmente svanire. Michishige-san spesso ci diceva che era diventato un nuovo uomo grazie all'amore profondo e duraturo di mia madre. Io pensavo che fossero una coppia veramente felice e speravo che anche io un giorno mi sarei spostata e avrei vissuto felicemente come loro.

Ero il fondamento della nostra famiglia.


Si.

Forse non sarebbe accaduto nulla di male se ciò fosse stato effettivamente vero.



Faceva molto caldo il primo giorno della mia prima vacanza estiva ai tempi della scuola media, così tanto che semplicemente passeggiando in casa sudavo talmente che l'intimo mi si attaccava sulla pelle. Odiavo quella sensazione e decisi di trascorrere la mia intera vacanza in ambienti climatizzati. Neanche dei cavalli selvaggi mi avrebbero mai trascinato[3] fuori casa.

Mi ero finalmente liberata della scuola e, soprattutto, non avevo né lezioni private né lezioni di pianoforte in programma. Per assaporare questo sapore di beatitudine perfetta, mi accomodai sul mio letto e accesi la mia console portatile di videogiochi. Ero determinata a non fare nulla per l'intera giornata.

Per questo motivo, non mi importava affatto quando sentii il campanello. Non era per me, in ogni caso, visto che nessuno sarebbe venuto a farmi visita senza avvertire.

Tuttavia, qualcuno arrivò a bussare alla mia porta poco dopo. Potei dire subito chi fosse.

"Aya-Onee-chan?"

Scesi dal letto e aprì la porta. Come mi aspettavo, era mia sorella. Indossava uno splendido vestito bianco.

Sin da quando aveva compiuto 13 anni, nessuno la definiva più 'carina'. Era diventata una bellezza ammaliante che attirava l'attenzione di tutti. Anche se la sua corporatura e il suo viso erano ancora immaturi, la sua straordinaria aura sopraffaceva completamente queste carenze.

"Era davvero per me?" chiesi. "Ho ricevuto un pacco?"

"No, era un ospite per me."

Vedendo la mia testa spettinata, Aya-Onee-chan accarezzò delicatamente i miei lunghi capelli. Mi ero fatta crescere i capelli lunghi solo per emulare lei, quindi ero sempre molto felice quando lei li toccava.

"Ho intenzione di invitare quell'ospite nella mia stanza. E voglio che tu sia lì con me, Maria."

"Huh? Devo incontrare quella persona?"

Era la prima volta che mi chiedeva una cosa del genere. Visto che andavamo in scuole diverse, non avevamo amici in comune... o per essere più precisi, io non avevo proprio amici.

"Si. Ho bisogno di testimoni per ciò che sta per accadere."

"...Che vuoi dire?"

Senza dire un'altra parola—probabilmente perché una spiegazione avrebbe richiesto troppo tempo—afferrò la mia mano e mi trascinò fuori dalla mia stanza. Ero abituata al suo atteggiamento prepotente, quindi mi arresi subito e la seguii.

"Ah, giusto! Ecco una di quelle 'profezie' che ami così tanto" disse e si girò di nuovo verso di me. "Verranno prese delle caramelle."

Una volta ancora inclinai la mia testa. Aya-Onee-chan era più criptica del solito. I miei tentativi di chiedere chiarimenti furono ignorati in silenzio con un sorriso.

"Fai sempre quello che ti pare con m—EW!"

"Hmm? Qual è il problema?" mi chiese.

Distogliendo lo sguardo, puntai il dito alla creatura ad otto zampe che mi stava spaventando.

Lei sorrise e disse "E' solo un ragno". Lo raccolse a mano nude e lo guardò mentre si muoveva in mano.

"N-Non hai paura?"

"Hmm? Non c'è niente che possa farci, no? In realtà è piuttosto carino. Amo come il suo corpo sembri così perfettamente costruito."

Con quelle parole, Aya-Onee-chan sorrise e—

"—Ah…"

...schiacciò il ragno nel suo pugno.

"...Perché lo hai fatto?" chiesi sorpresa mentre la fissavo negli occhi.

"Perché quel ragno era qui senza il mio permesso."


Ero un po' preoccupata della persona che mi avrebbe presentato, ma alla fine si rivelò essere un ragazzo normalissimo che non si addiceva per nulla con l'atmosfera della sua stanza. Non era brutto, ma rispetto a Aya-Onee-chan era solo un comunissimo ragazzo.

C'era uno sguardo molto serio sulla sua faccia e i cerchi scuri sotto i suoi occhi indicavano che non avesse dormito bene.

"Ciao" disse mentre sorrideva e mi mostrava gran parte del suo stanco contegno. Come la maggior parte degli studenti che frequentavano la scuola privata di Aya-Onee-chan, sicuramente aveva avuto una buona educazione.

Io, d'altra parte, non ero in grado di rispondergli propriamente e guardai semplicemente il pavimento. Non stavo provando ad essere scortese, semplicemente non ero a mio agio ad avere a che fare con i ragazzi della mia stessa età.

Senza apparire minimamente offeso, lui si voltò verso Aya-Onee-chan e disse: "Ecco quello che volevi."

"Grazie", disse lei mentre prese un quaderno degli appunti da lui.

Iniziò a guardare nella mia direzione.

"Ehm, Aya-san? Perché tua sorella è qui?"

"Non preoccuparti. Lei non farà nulla."

"...Quindi va bene se ci ascolta?"

"Ovviamente."

Nonostante i commenti di mia sorella, lui non poteva fare a meno di guardarmi di tanto in tanto. Beh, ero una perfetta estranea, dopotutto.

...Mi sento a disagio. Voglio tornare indietro a giocare a qualche gioco... pensai tra me e me.

"In realtà, ti dispiacerebbe spiegare la situazione anche a lei?" chiese Aya-Onee-chan.

"...Quanto ne sai lei della situazione nella nostra scuola?"

"Niente!"

"Niente...? Quindi devo spiegarle tutto sin dall'inizio?"

Lei annuì.

A quanto pare, lei non aveva alcuna intenzione di presentarmelo. Il ragazzo anche non sembrava curarsi di me oltre al fatto che fossi la sua sorellina. Iniziai a chiedermi disperatamente perché ero stata trascinato in tutto quello.

Il ragazzo ancora non identificato si girò verso di me e con calma disse: "Okay, lascia che ti spieghi cosa sta accadendo nella nostra scuola". In risposta io divenni tesa, visto che venivo guardata da un ragazzo. "Vedi, noi abbiamo un 'nemico'."

"...Un nemico?" ripetetti stupidamente quella parola ostile che avevo appena sentito.

"Esatto. C'è un gruppo di ragazze nella nostra classe guidato da una ragazza chiamata Yamashita. Loro sono i nostri 'nemici'."

Sollevai un sopracciglio. "Nemico" era una parola troppo forte da utilizzare per dei compagni di classe. Normalmente frasi come "non andiamo d'accordo" o "non li sopportiamo" sarebbero state più appropriate, soprattutto quando provenienti da qualcuno così ben educato.

"Il gruppo di Yamashita sta provando a spingere Aya-san a lasciare la nostra scuola e non sto parlando di cose relativamente innocue come la diffamazione o il trattamento del silenzio. Stanno attivamente ricercando l'appoggio di insegnati e genitori, raccogliendo firme, boicottando le classi degli insegnanti che difendono Aya-san e diffondendo false voci su di lei. Siamo arrivati al punto che un membro della loro cricca si è candidato come vice-presidente del Consiglio Scolastico per forzare Aya-san a trasferirsi ad un'altra scuola. Comunque, devi capire che questa non è una semplice disputa di classe, ma piuttosto una di livello scolastico."

Non ne avevo idea. Lei non mi aveva mai detto niente né mi era mai sembrata turbata.

Al contrario piuttosto—

Guardai la faccia di Aya-Onee-chan. Stava ancora sorridendo pacificamente.

"…"

Al contrario lei era sempre stata di buon umore negli ultimi tempi.

"Secondo il nemico, la nostra classe è stata distrutta da Aya-san. Sostengono che Aya-san stia disturbando l'ordine naturale e che tutto tornerebbe normale se lei se ne andasse."

Aya-Onee-chan scuotendo la testa disse che "Hanno ragione visto che ogni classe di cui faccio parte diventa anormale, almeno nella mia esperienza."

Stava dicendo la verità; le classi in cui era stata avevano sempre preso delle svolte bizzarre. Una volta, un fanatico ammiratore l'aveva stalkerata e si era introdotto nella nostra casa, armato di coltello. Questo era un buon esempio dei tipi di problemi che poteva causare il suo incredibile fascino.

Avere un grande impatto sull'ambiente circostante è una conseguenza naturale del suo essere 'speciale'.

"Ma Aya-san non ha fatto nulla di sbagliato! Sono loro quelle che hanno cominciato, e non appena stavano per finire nei guai hanno dato tutta la colpa a Aya-san! E' tutta una farsa! Sono folli!"

Lentamente afferrai la situazione.

Le cose probabilmente erano iniziate piccole; Yamashita e le sue amiche probabilmente si erano risentite di Aya-Onee-chan perché i ragazzi della loro classe erano ossessionati da lei oppure a causa dei favoritismi di qualche insegnante. Le ragazze devono aver coalizzato contro di lei in risposta a ciò. Normalmente, la storia sarebbe finita lì perché una sola persona non ha alcuna possibilità contro un largo gruppo.

Tuttavia, si stavano opponendo ad Aya-Onee-chan. Lei non cede mai contro nessuno.

Inoltre, Aya-Onee-chan di natura ha un sacco di alleati. Come risultato, il numero di alleati e nemici hanno continuano ad intensificare il problema.

Una volta che la palla ha cominciato a rotolare, quel gruppo di ragazze non poteva più tornare indietro, anche se lo avessero voluto, perché la situazione era diventata troppo intrecciata con la loro vita. Non si possono fermare i conflitti se ci sono persone dietro che spingono al conflitto.

Come risultato, la disputa è peggiorata sempre di più.

Aya-Onee-chan ha sempre avuto un sacco di amici e di nemici, e i guai la seguivano ovunque lei andasse. Quella volta, comunque, il problema era cresciuto troppo grande per poterselo scrollare di dosso come di norma. Dopotutto, era coinvolta l'intera scuola.

"Pensare che stanno provando a minacciare Aya-san per farla trasferire quando lei non ha fatto nulla di male... sono malvagie!" sibilò il ragazzo.

E a peggiorare le cose—

C'era vera follia nei suoi occhi.

"Insegnerò loro una lezione... le ucciderò!"

Le parole che disse sono spesso utilizzate in senso figurato e come iperbole[4], ma in quel caso avevano un peso completamente diverso. Era palese che lui le intendesse davvero letteralmente. Stava davvero considerando di usare la violenza.

"Non ti ho già detto che non approvo la violenza?"

"Ma Aya-san...! Lo capiranno solo con la forza!"

"Sii onesto con me: sei venuto qui oggi per ottenere la mia approvazione per usare la violenza?" chiese Aya-Onee-chan.

Il ragazzo rimase in silenzio.

"Una volta che si utilizza la forza, si passa automaticamente dalla parte del torto, non importa ciò che possa aver fatto il proprio nemico. E' sempre così. La violenza non è una soluzione."

"Cazzo...! Ma allora cosa dovremmo fare...?!" sputò fuori lui mentre guardava in terra e stringeva i pugni. "...Voglio ucciderle... ucciderle... ucciderle, ucciderle, e ucciderle!"

Ero terrorizzata; stava sinceramente desiderando per la morte dei suoi nemici. Il suo stato mentale era facilmente "omicida".

"...Ugh..." esclamai mentre immaginavo una aula piena di intenti omicidi.

Una singola goccia di quella sorta di sensazione era più che abbastanza per causarmi nausea; se ci riempissimo un'intera aula è normale che non c'era modo di mantenere una normale vita scolastica. La semplice presenza di sentimenti così aggressivi precludeva una sana vita quotidiana.

In tal caso, pensai, la situazione è senza speranza.

Un terribile incidente stava per accadere che anche Aya-Onee-chan non avrebbe potuto fermare.

Il mio corpo iniziò a tremare.

Perché... perché Aya-Onee-chan ha voluto che vedessi questo...?


Continuarono a parlare, ma più sentivo e più diventavo spaventata dal suo comportamento innaturale.

Dopo che la loro anormale conversazione arrivò finalmente a conclusione, lo guardammo mentre usciva dal cancello d'ingresso di casa nostra.

Fui trattata con educazione dall'inizio alla fine. Lui sembrava comportarsi normalmente verso tutti eccetto per i suoi "nemici" e "Aya Otonashi".

"Ah, giusto. Per favore, prendi questo" disse Aya-Onee-chan prima che lui se ne andasse, porgendogli un sacchetto di carta.

"Cos'è questo?"

"Hai detto che non riesci a dormire, giusto? Ho scelto un po' di oli profumati e alcuni altri oggetti che ti aiuteranno a riposare un po'. Usa quello che ti serve. Ho incluso anche una nota su come usarli."

"Gr... Grazie mille!"

Ero sbalordita; quel ragazzo era arrivato alle lacrime per un così piccolo gesto e stava ora piangendo.

I suoi sentimenti verso mia sorella erano tutt'altro che normali. Essi trascendevano interamente il semplice amore.

Se non altro... erano sentimenti di culto[5].

Fuggii nella mia stanza, mi misi sotto le coperte perché non volevo più pensare a nulla, e mi concentrai sui videogiochi.

Ma lo percepii chiaramente: non potevo scappare.



Una settimana dopo la sua visita, fui svegliata a scossoni nel cuore della notte. "Qual è il problema?" chiesi, ma Aya-Onee-chan non mi diede alcuna spiegazione adeguata e procedette con lo sbottonare il mio pigiama.

Dopo aver finito di cambiarmi i vestiti in quelli normali, mi portò fuori e prendemmo un taxi. L'indirizzo che diede era quello di una stazione ferroviaria distante.

"Che cosa stiamo andando a fare lì?"

Aya-Onee-chan non rispose.

Dopo essere scese dal taxi, Aya-Onee-chan guardò intorno con attenzione e mi tirò dentro un parcheggio di biciclette di un complesso di appartamenti. Quindi ci accucciammo come se stessimo provando a nasconderci.

"Onee-chan... mi spieghi cosa sta succedendo?!"

"Capirai tra qualche istante."

"Onee-chan! Dim—". Ma lei interruppe il mio sbraitare premendo l'indice della sua mano contro le mie labbra. Mi arresi e decisi di aspettare in silenzio.

Dopo circa cinque minuti, un gruppo di quattro persone si assemblarono davanti ad una delle case di fronte a noi. Il loro comportamento sospettoso era subito palese; indossavano tutti delle maglie nere per evitare di attirare l'attenzione.

"...Ah", sussurrai silenziosamente. Avevo riconosciuto una delle figure che indossava un berretto. Era il ragazzo che era venuto a casa nostra l'altro giorno.

Avevo un pessimo presentimento dell'intera situazione.

"Facciamolo" disse uno di loro.

"Si!"

Due di loro continuavano a guardarsi intorno, mentre il ragazzo che avevo riconosciuto ed un'altra persona si avvicinavano alla casa. Portavano con loro dei contenitori di plastica e iniziarono a gettare il loro contenuto tutto sopra i muri.

Notai un particolare e penetrante odore di olio.

Questo è... olio per lampade?

—Impossibile, hanno intenzione di...?!

Una volta resa conto di ciò che volessero fare, mi sporsi in avanti a leggere la targhetta col nome dei proprietari della casa che stavano ricoprendo d'olio.

"Yamashita"

"Onee-cha—mghn…!"

Coprì di nuovo la mia bocca.

—Perché? Stavano per commettere un incendio doloso nel cuore della notte! Probabilmente c'erano delle persone all'interno e i vigili del fuoco avrebbero impiegato parecchio tempo per arrivare. Nel peggiore dei casi gli abitanti della casa sarebbero potuti morire. Perché Aya-Onee-chan non si faceva avanti?

Mentre stavo lottando con la mia confusione, i preparativi continuavano. Le due persone che avevano sparso l'olio di lampada annuirono a vicenda e strapparono alcuni fogli di giornale. Dopo averli messi sulle mura della casa, intrisero la carta con ancora più olio.

Accesero i loro accendini. Se le fiamme toccassero la carta—sarebbe tutto finito.

"...Mmm! Mmm!"

Lei deve avere un piano, ne ero sicura, ma non potevo più starmene lì in attesa.

Mi scrollai di dosso le sue mani restrittive e urlai:

"FEEEEEEEEEEEEEEEERMI!"

Ma fu troppo tardi. Le pagine del giornale si erano già accese e il fuoco iniziò a diffondersi. L'edificio in legno, ricoperto d'olio, fu inghiottito dalle fiamme in un attimo.

Avendo sentito il mio grido, i colpevoli si girarono tutti verso di me. All'inizio le due persone che stavano guardando i dintorni apparvero confuse dalla presenza di un testimone, ma poi decisero di darsela a gambe. L'altra persona accanto al ragazzo con il berretto rimase anch'essa ferma per qualche istante per poi precipitarsi via a tutta velocità.

Rimase solo il ragazzo a me familiare.

Lui sapeva chi fossi e mi guardava con occhi spalancati.

"...Cosa ci fa la sorella di Aya-san qui...?" balbettò. Aya-Onee-chan allora si alzò e si mostrò anche lei. "…A-Aya-san…!"

Tirò fuori il suo cellulare senza dire una parola e compose il numero delle emergenze. Nel frattempo, io stavo suonando al campanello di Yamashita come una matta mentre gridavo: "La casa è in fiamme! Uscite da lì! Uscite!" e continuavo a martellare il mio pugno contro la porta. Poiché non vi era alcuna reazione, tornai a suonare il campanello. Alla fine riuscii a svegliare la madre e li esortai ad evacuare casa al più presto.

Dopo che Aya-Onee-chan ebbe finito di fare la sua telefonata, il ragazzo con il berretto si avvicinò a lei e disse: "A-Aya-san, devi andartene da qui, veloce! Verrai scambiata per una complice se resti qui!"

Guardando le fiamme danzanti, lei si lasciò sfuggire un sospiro.

"Non devi preoccuparti di questo. Mia sorella qui testimonierà la mia innocenza. Ma cosa più importante, non ti avevo detto di non ricorrere alla violenza?"

"Ma! Non c'era altro modo...!"

Sembrava ancora più esausto di quanto non fosse la settimana precedente. La sua faccia indicava chiaramente che era completamente esausto.

"Hai fatto tutto questo per il mio bene. Dunque, non posso distogliere lo sguardo da questo incidente e me ne assumerò piena responsabilità."

"No! La colpa è solo nostra! Tu non hai niente a che fare con questo incidente!"

"Ho paura che nessuno la penserà così. Devo spiegartelo per bene? Mi hai causato dei gravi problemi. Irrevocabilmente."

I suoi occhi si spalancano per lo shock.

"...I-Io ti ho causato... dei problemi...? No, non può essere...!" balbettava come se fosse la fine del mondo. "Uh, ew…!"

Cadde sulle ginocchia e scoppiò in lacrime.

"EWAAAAAAAAAAAAAA!" urlò gemendo.

"…"

La scena davanti ai miei occhi mi lasciò di sasso.

—Ma che diavolo?

Mi sentii nauseata. Quello era così sbagliato. Mi sentivo come se stessi guardando un melodramma a buon mercato.

Prima di tutto, sapevo che Aya-Onee-chan avrebbe potuto fermarlo in qualsiasi momento. Lei ha deliberatamente scelto di non intervenire. Se io non avessi gridato, lei avrebbe aspettato fino a quando l'intera casa non fossa stata bruciata.

In altre parole, Aya-Onee-chan stava aspettando che lui commettesse un crimine.

Qual è il significato di tutto questo?

La guardai... e trattenni il fiato.

Aya-Onee-chan stava sorridendo nonostante questa terribile situazione. Ma non era quello il problema. Ciò che era molto, ma molto, più inquietante era che—

Ero affascinata dal suo sorriso.

Avevo perso il mio equilibrio. La casa in fiamme davanti a me era chiaramente bizzarra. Fuori posto. Non rientrava minimamente in alcun tipo di normale vita quotidiana.

Ed era colpa di Aya-Onee-chan.


Le dispute nella classe di Aya-Onee-chan si fermarono dopo quell'incidente... il che non fu molto sorprendente, visto che le due persone chiave coinvolte nella disputa lasciarono la scuola.

La casa di Yamashita-san era andata quasi completamente bruciata. Prima di trasferirsi, lei venne da Aya-Onee-chan e pregò per il suo perdono. Il ragazzo col berretto, d'altra parte, provò ad uccidersi prendendo una dose eccessiva di sonniferi prima che la polizia lo catturasse. Le pillole erano nel sacchetto che mia sorella gli aveva dato.

Comunque, lui non morì di overdose. Venne arrestato con successo come il principale colpevole dell'incendio doloso, anche se lui non faceva che chiedersi soltanto perché fosse ancora vivo.

Era solo naturale che non sarebbe morto con le pillole di sonnifero che Aya-Onee-chan gli aveva dato. Le "pillole" che aveva preso non contenevano sedativi o niente del genere; piuttosto erano soltanto delle caramelle economiche da 70 yen comprate al negozio di alimentari dietro l'angolo.

Comunque, finché lei non glielo disse chiaramente, lui credeva che quelle caramelle erano delle pillole di sonnifero perché lei le aveva etichettate a quel modo. L'etichetta da sola era stata sufficiente a convincerlo.

Nonostante il suo inganno, lui lo interpretò come un tentativo di impedirgli di suicidarsi. Alla fine, fece perfino dei ringraziamenti alla stessa persona che lo aveva spinto a commettere quel crimine sin dall'inizio.

...Ah, giusto. La profezia di Aya-Onee-chan.

"Verranno prese delle caramelle."

Lei aveva predetto il futuro ancora una volta.



Nei miei sogni, un ragno stava filando delle ragnatele appiccicose che non rilascerebbero mai qualcuno abbastanza sfortunato da finirci intrappolato. Il ragno non avrebbe avuto fretta. Avrebbe divorato lentamente qualsiasi preda avesse catturato nella sua ragnatela, emettendo per tutto il tempo un veleno paralizzante dalle sue zanne mentre si gusta la vittima. Stordita da una dolce illusione, la preda sarebbe stata gradualmente consumata. Oh... il ragno stava banchettando con una persona? La vittima indossava un berretto? O era Yamashita-san? …No.

Ero io.

Mi dimenavo disperatamente mentre il ragno mi divorava, rosicchiando le mie dita, le mie gambe, la mia testa—anche quando ha cominciato a mangiarmi le viscere.

"…H … ah … hah … hah!"

Mi svegliai.

Sin da quell'incidente, sono stata perseguitata da incubi ogni notte.

"Devo avere una risposta..."

Perché Aya-Onee-chan mi aveva mostrato una così terribile scena? Quale senso c'era nel farlo?

Sapevo bene che finché non avessi ottenuto una risposta, non sarei stata in grado di sbarazzarmi dei miei incubi, ma mi mancava il coraggio per chiederle quella domanda.

"Ew..." pronunciai mentre mi tenevo la testa con le mani. La mia testa si sentiva terribilmente male a causa della mancanza di sonno. Mi coprii gli occhi con le mani e ricordai il volto di Aya-Onee-chan.

Mi ricordai di quel—incredibilmente affascinante sorriso.

Anche se non potevo prevedere esattamente cosa sarebbe successo, sapevo che non saremmo più state semplici sorelle una volta che avessi posto quella domanda.


Era una afosa notte d'Estate. Ho subito iniziato a sudare una volta che ho lasciato la mia stanza con aria condizionata. Il brusco cambiamento di temperatura mi diede un breve attacco di vertigini e mancanza di respiro.

Avevo preso una decisione.

Facendo appello a tutto il mio coraggio, bussai alla porta di Aya-Onee-chan. Non avevo mai bussato prima a quella porta mentre ero in uno stato d'animo così cupo. Normalmente sarei stata eccitata a causa del mio profondo amore e affetto verso mia sorella.

Non ci fu alcuna risposta, ma entrai comunque in stanza.

Fui accolta da un mix di vari oli profumati—l'odore che non ha mai fallito nel calmarmi.

Quando guardai il letto nella stanza oscura, vidi Aya-Onee-chan sdraiata su un fianco con la schiena rivolta verso di me.

"Onee-chan" dissi.

Si voltò e mi guardò. I suoi occhi chiari come gioielli mi guardavano. Solo quello era più che sufficiente per fare dei miei pensieri un libro aperto.

"Vieni qui" disse mentre mi faceva cenno di andare sul letto.

Sono sicura che in circostanze normali avrei accettato felicemente il suo invito.

"Che c'è che non va, Maria?" chiese quando notò che non mi muovevo.

"Uhm, sai... ti volevo chiedere..." dissi, stringendo i pugni. "C-Che senso aveva tutto quello?"

"Hmm...? Vuoi sapere perché ti ho mostrato quell'incidente? E' questa la tua domanda?"

Annuii.

"Maria. Ho risposto alla tua domanda per tutto il tempo. Sin da quando sono venuta in questa casa, ti ho raccontato che sto solo cercando di ottenere una cosa."

"Vuoi dire quella—"

C'era una cosa di cui Aya-Onee-chan parlava sempre da quando l'ho incontrata la prima volta. Era il suo sogno utopistico.

"Voglio rendere tutti felici nel mondo".

Ciò che disse corrispondeva esattamente alle mie aspettative, parola per parola.

Scossi la testa.

"Non capisco, Onee-chan... ciò che hai fatto ha causato l'esatto opposto della felicità... no?"

"In superficie, si. Ma Maria... non hai mai sentito parlare di come la mia classe si sta comportando dopo quell'incidente, vero?"

"Huh?"

"La mia classe era in uno stato anormale. Io ero la fonte di quel grande conflitto che ha causato un'atmosfera soffocante. I miei compagni di classe dovevano sentirsi in modo orribile. Alla fine, questi difficili sentimenti si sono diffusi su tutta la nostra scuola e il problema non poteva più essere ignorato, poiché erano tutti coinvolti. Tutti stavano pensando a un modo per risolvere la disputa. Ed ecco la domanda, Maria: perché stava accadendo tutto questo?"

Ciò che aveva detto era più che sufficiente per me per capire la risposta.

"A causa della mia guida".

Si, quella era la verità di fondo. Lei aveva deliberatamente aggravato il problema.

"Ma quel grosso problema è crollato del tutto dopo che è avvenuto quell'incidente. Gli studenti si stanno godendo la loro vita scolastica nella sua pienezza ora che finalmente si sono liberati dalle loro preoccupazioni" spiegò con un sorriso gentile. "Facendo confrontare loro con un simile problema, hanno anche guadagnato un sacco di esperienza di vita. Sono sicura che non faranno mai più un simile errore. In effetti, ho aumentato la loro felicità provocando quell'incidente e ho fatto in modo che le loro vite procederanno più agevolmente in futuro."

Mi immaginai tutti gli studenti della sua classe, inclusi gli insegnanti, che sorridevano goffamente intorno ad Aya-Onee-chan.

...Non sapevo se si potesse chiamare o meno "felicità" davvero, ma c'era una questione più cruciale da sollevare comunque.

"Ma per arrivare a questo hai rovinato quel ragazzo col berretto e Yamashita-san... no, devi aver portato disgrazia anche a molte altre persone, no?"

"Il numero di persone che sono diventate felici è più grande del numero di coloro che sono diventati infelici. Ma la tua obiezione è assolutamente valida. Visto che il mio obiettivo è di rendere tutti felici nel mondo, non ci dovrebbero essere sacrifici. Ho dovuto ricorrere a tali misure a causa della mia incompetenza" mi spiegò.

"Quindi ti vanno bene dei sacrifici come rendere qualcuno un criminale o far bruciare la casa di qualcuno?!"

"Anche se potrei non essere in grado di approvare un tale sacrificio, se conducesse a più persone felici, allora sceglierò sempre quella via. Inoltre, l'esperienza che ho maturato mi aprirà nuove possibilità in futuro."

"Questo è sbagliato... questo è solo sbagliato...!"

Una persona normale non avrebbe mai preso una simile decisione; quello era semplicemente sbagliato. Aya-Onee-chan sembrava mancare di qualcosa a livello emotivo.

"Come sarebbe che è sbagliato? Ti dispiacerebbe elaborarlo meglio? Quello che sto dicendo che è sacrificherei 10 persone se servisse a salvarne 100, anche se non sono contenta di una tale soluzione."

"M-Ma... è comunque sbagliato!"

Ero sicura che fosse sbagliato. Avevo fiducia nella mia morale, ma non riuscivo a produrre un'argomentazione convincente. Tutto quello che potevo fare era scuotere la mia testa come una mocciosa.

"Uhm... uhm...! Ci sarebbero dovuti essere altri modi...! Non riesco a pensare a nient'altro ma qualcuno intelligente come te non dovrebbe avere alcun problema a trovare un altro modo, Onee-chan! Per esempio... potresti usare sentimenti positivi come la fiducia e l'affetto per rendere felici tutti in qualche modo, no?"

"Ci ho provato alla scuola elementare."

"Huh?"

"Le lezioni che ho imparato sono state che dare alle persone ciò che vogliono risulta solo in una gioia temporanea e che si può dare solo a poche persone la felicità in quel modo."

"...Non so cosa vuoi dire!"

"Suppongo che le parole da sole non siano sufficienti. Bene. Apriresti il cassetto della mia scrivania? Quello in alto."

L'ansia mi fece rimanere ferma; qualunque cosa avessi trovato avrebbe distrutto tutte le mie credenze.

Visto che non mi muovevo, Aya-Onee-chan si alzò. Accese il lampadario e aprì il cassetto della sua scrivania.

Dal cassetto tirò fuori un quaderno degli appunti e me lo consegnò. Era il quaderno che il ragazzo con il berretto le aveva dato quando è venuto a casa nostra. "Gliel'ho fatto rubare per me, ma non dirlo a nessuno" mi disse lei con un sorriso. Anche un commento come quello ormai non era più di alcuna sorpresa per me.

Il quaderno era intitolato "Diario".

"Vai avanti, leggilo".

Avevo un brutto presentimento a riguardo, ma feci come lei mi aveva detto ed iniziai a leggere il diario.


"E' un amore proibito".

Il diario iniziava con quella frase e, pur non menzionando il nome dell'amata, era palese fosse Aya-Onee-chan. Il quaderno era completamente concentrato su di lei.

C'era scritto che era stato amore a prima vista ma che aveva deciso che non aveva il permesso di confessare i suoi sentimenti. Comunque, visto che lei aveva notato i suoi sguardi e gli aveva risposto con interesse, era divenuto incapace di sopprimere i suoi sentimenti. Il diario poi descriveva quanto felice fosse quando l'aveva invitata ad un appuntamento e lei aveva risposto OK. L'appuntamento andò "splendidamente". Era pronto a dedicare il resto della sua vita per lei. Gli aveva confessato il suo amore e avevano cominciato ad uscire. Il diario conteneva anche una serie di pessime poesie e osservazioni sull'amore.


Impallidii a leggere il diario. L'amore cieco che vi era descritto mi colpì come incredibilmente ripugnante. Anche se l'autore stava guardando Aya-Onee-chan per tutto il tempo, gli mancava completamente la benché minima comprensione di lei. Era come se avesse creato la descrizione di un personaggio per qualche bella bambola di nome Aya.

Ma la cosa peggiore di tutte fu quando seppi del risultato finale.

"Maria" mi sussurrò mia sorella. "Potevo rendere un singolo uomo felice se avessi voluto, ma mi sono resa conto che nulla poteva essere più lontano dal mio vero obiettivo."


Il diario cominciava a prendere una piega allarmante.

C'era scritto come Aya-Onee-chan lo trattava freddamente anche se erano una coppia. Il suo amore per lei in qualche modo era stato notato dall'intera classe, divenne un enorme problema alle riunioni degli insegnanti, tutti nella sua classe cominciarono ad ignorarlo e Aya-Onee-chan era colei che diffondeva le voci sul loro amore.


La scrittura a quel punto non era più meticolosa; si era trasformata in uno scarabocchio furioso.


Il diario continuava dicendo che fu respinto quando un giorno le ha chiesto di sposarlo. A quanto pare, la sua proposta di matrimonio ad una ragazza della scuola elementare si era diffusa in classe. Tutti quanti—gli studenti, i colleghi, i superiori—cominciarono a dargli delle occhiate di disprezzo. Fu spinto a dare le dimissioni e i suoi genitori lo diseredarono.

E poi fece irruzione nella nostra casa.


Quello era il diario d'amore dell'insegnante della classe di Aya-Onee-chan al sesto anno[6] della scuola elementare. Si concludeva con il seguente scarabocchio:

"Ucciderò Aya Otonashi".

I sentimenti feroci che dimoravano all'interno del diario mi lasciarono nauseata; mi era tornata in mente quell'orribile effrazione di tanto tempo fa.

Comunque, non potei biasimarlo.

Dopotutto, mia sorella aveva predetto che "il suo insegnante di classe avrebbe lasciato il suo lavoro".

In altre parole—lei aveva sedotto il suo insegnante quando era alla scuola elementare e lo avevo messo con le spalle al muro senza pietà.

"...P-Perché lo hai fatto?!"

"Ho provato a renderlo felice. Non ti sembra anche a te felice all'inizio del diario? Purtroppo era intenzionato ad avermi tutta per lui. Non approvava i miei tentativi di rendere felici anche gli altri. Rispettavo il suo desiderio di monopolizzarmi, ma non sarei stata in grado di perseguire il mio obiettivo, il che era fuori questione. Si era illuso che non avrei amato nessun altro apparte lui. E' stato problematico sbarazzarsi di lui; alla fine ho dovuto ricorrere a misure drastiche."

Aya-Onee-chan scosse debolmente la testa.

"Come puoi vedere, l'esperimento è stato un fallimento. Ma allo stesso tempo ho avuto modo di conoscere la stretta connessione tra amore ed odio e ho imparato a perfezionare il mio controllo sugli altri facendo uso di entrambi i sentimenti. Ho smesso di preoccuparmi degli individui singoli e invece ho provato a raggiungere il mio obiettivo in modo indiretto facendo uso dell'odio. In realtà, questo approccio ha prodotto i migliori risultati finora! Detto questo... la soluzione è lungi dall'essere sufficiente. Ho ancora una lunga strada da percorrere per raggiungere il mio ideale, ma non mi fermerò qui."

Si morse le labbra con forte determinazione.

"Continuerò a cercare un modo per rendere ogni singola persona felice in questo mondo."

Dopo aver fatto una tale dichiarazione, Aya-Onee-chan mi sorrise.

—Ah.

Finalmente capisco perché il suo sorriso affascinante mi aveva colpito così tanto allora.

Era perché—

—Aya-Onee-chan era una vera santa.

Potrebbe non essere evidente a prima vista. Dopotutto, lei non ha esitato a sacrificare gli altri e la virtuosità dei suoi successi era discutibile. Inoltre, soprattutto, si comportava in modo non etico.

Tuttavia, le sue azioni non erano guidate da un singolo granello di desiderio proprio.

Lei aveva accantonato i suoi desideri personali ed era solo interessata al benessere degli altri.

Devo ammettere che vedevo veramente la sua mentalità come bellissima.

Aah... sono anch'io strana nel pensarla a questo modo?

"Ho capito quello che stai provando a fare... penso. Ma non hai risposto alla mia domanda, Onee-chan!"

"Si, hai ragione. Devo ancora spiegarti esattamente perché ti ho mostrato quello che ho fatto. Ma se ci pensi, una volta non ho previsto qualcosa di rilevante?"

Una previsione.

"Tu diventerai me—dovrai farlo."

Il pensiero del significato di quella profezia mi aveva fatto tremare.

Aya-Onee-chan toccò gentilmente le mie labbra. "Anche tu vivrai per la felicità degli altri, proprio come me. Volevo che imparassi da me."

Io? Farò le cose come lei? Abbandonando i miei desideri personali e i miei sentimenti per il bene del mondo?

"M-Ma è impossibile per me!"

Io non ero sovrumana come mia sorella. Ero solo una debole bambina che non riusciva nemmeno a frequentare la scuola correttamente perché non ero in grado di mimetizzarmi.

"Non si tratta di 'impossibile o no'. Tu non puoi sfidare il tuo destino."

"P-Perché?! Non è abbastanza se solo una di noi fa queste cose?! Non coinvolgermi!" le urlai in segno di diniego.

Aya-Onee-chan sospirò in risposta, "...Non ero sicura se dovessi dirlo o meno, ma sembra che non ci sia altro modo."

"C-Che vuoi dire...?"

"Hai tenuto Michishige-san e me insieme. Tu sei il mio angelo" disse, citando mia madre.

Quelle erano le parole che erano sempre state la mia più grande rassicurazione.

"C-Che c'entra...? Perché usi queste parole ora...?"

"Sembra esserci amore in quelle parole. Sembrano essere l'esatto opposto di ciò che mi diceva mia madre. Ma è davvero il caso? Voglio dire, se la mettiamo in altro modo, otteniamo:"


"Sei servita al tuo scopo quando sei nata[7].


Le parole di mia madre erano il fondamento della mia sicurezza. La mia intera identità era costruita su quelle parole.

Non c'era modo che la mia roccia si potesse rompere con una singola frase.

"——Ah…"

—Eppure.

"Ew … AAAAAH…"

Non potei resistere a quell'assalto.

Una singola frase fu abbastanza per frantumare l'unica cosa che mi aveva sostenuto fino ad allora.

Come un castello di carte, tutto crollò per non poter più essere ripristinato.

Aah... accadde così in fretta, si vede che avevo dei sospetti dentro di me per tutto il tempo. Devo aver intuito che ai miei genitori non importava di me. Devo aver intuito il vero messaggio dietro quelle parole di "amore".

"—U … gh…"

Non è che fossi mai stata maltrattata o sottoposta ad eccessive restrizioni. Non c'era assolutamente nulla di tangibile di cui potermi lamentare dei miei genitori.

Ma non potevo negare che noi eravamo soltanto dei fastidi non necessari per Michishige-san e mia madre.


Giusto—

Non servivamo più.


Aya-Onee-chan mi coccolò la testa nelle sue braccia e mi confortò.

"Tu sei speciale, Maria" disse mentre mi abbracciava in maniera più delicata del solito. "Sei ancora un guscio vuoto, intatto. Hai infinite possibilità. Sei così eccezionalmente pura che se ci fosse un Dio che concedesse i desideri, apparirebbe davanti a te, non a me."

"Comunque", aggiunse, "ciò significa anche che sei vuota."

"C-Cosa dovrei..."

"Siamo vuote, tutte e due. Ma se continuiamo a cercare il nostro scopo, alla fine saremo in grado di riempire quel vuoto nei nostri cuori. Rendiamo il nostro scopo uno enorme, Maria. Facciamo tutti felici nel mondo. Se avremo successo, tutti avranno bisogno di noi" disse e sussurrò nelle mie orecchie: "Ci sarà un significato nelle nostre nascite."

Comunque, borbottai: "...Forse... Ho intenzione di trovare un altro obiettivo..."

Non ero ancora disposta a dedicare me stessa a qualcosa come aveva fatto Aya-Onee-chan.

"...Ehi, Maria. Ho la capacità di controllare le persone in certa misura, anche se ho appena incontrato loro, giusto?"

"Si, ce l'hai..."

"Quanti anni sono passati da quando ci siamo incontrate, Maria? Quanti anni abbiamo trascorso sotto lo stesso tetto? Come puoi essere così sicura che non sei stata influenzata da me?"

"…Ah…"

"...Giusto, Maria. Tu sei già sotto il mio controllo. Ti ho manipolato per desiderare la felicità universale. Puoi resistere quanto vuoi, ma alla fine arriverai alla stessa decisione."

Continuò:


"Maria Otonashi diventerà Aya Otonashi".


Nell'istante in cui disse quelle parole, vidi le ragnatele semi trasparenti. Ho visto la ragnatela dei miei incubi che non mi avrebbe mai lasciato andare.

Ero intrappolata nella ragnatela, incapace di sfuggirne. Stavo per essere divorata come l'insegnante che aveva scritto il diario, come il ragazzo col berretto, e come tutte le altre persone che si associavano con Aya-Onee-chan.

Mi sorrise.

"Cominciamo, Maria! Non possiamo portare rancore verso nessuno, ma abbiamo un nemico senza forza che tormenta le nostre menti. Il suo nome è il vuoto. Facciamogli vedere—"

Con un sorriso mai così affascinante, continuò:

"Come sarà la nostra vendetta!"



Il loro funerale fu tenuto in una giornata piovosa.

Mi trovavo nella mia uniforme scolastica lì ferma, senza parlare a nessuno, abbracciando la fotografia funebre di Aya-Onee-chan.

Quando mi guardai nello specchio, tutto ciò che vidi fu un guscio vuoto che si sarebbe potuto facilmente schiacciare sotto la più leggera pressione.

"Maria, quando avrò 14 anni, io lascerò questo posto!

Perché ha scelto di morire insieme ai nostri genitori? mi chiesi. Le non poteva più raggiungere il suo obiettivo ora, dopotutto.

Ma chiaramente aveva pianificato tutto questo in anticipo, altrimenti non lo avrebbe predetto.

In altre parole, Aya-Onee-chan aveva pianificato per tutto il tempo di affidarmi il suo obiettivo finale di rendere tutti felici nel mondo. Ecco perché mi aveva fatto vedere l'incidente con l'incendio doloso e mi aveva mostrato il diario.

Deve essere giunta alla conclusione che sarebbe finita con il trasferire il suo mandato a me.

Nel suo 14° compleanno, Aya-Onee-chan manipolò l'odio del suo ex insegnante così che avrebbe causato un incidente uccidendo entrambe le parti coinvolte.

Vendetta.

Aveva detto di volersi vendicare.

Aya-Onee-chan doveva detestare profondamente la sua famiglia per aver creato quel vuoto interiore che la tormentava. Vendicarsi su di loro era un altro obiettivo dei suoi di cui non mi aveva mai parlato. Aveva pianificato le loro morti sin dall'inizio.

Facevo parte anche io della famiglia di cui voleva vendicarsi, ma nel mio caso lei non si è vendicata attraverso l'omicidio, piuttosto facendo prigioniero il mio cuore.  

A prova di ciò, non sapevo dove andare.

I miei parenti erano impegnati a fare un polverone su chi dovesse prendersi cura della figlia maledetta di una relazione, su chi dovesse ereditare il denaro, su chi dovesse prendere la casa, su cui dovesse ereditare le altre proprietà e via dicendo. La disputa d'eredità che si verificò al di fuori della mia consapevolezza risultò nel fatto che si presero tutte le nostre proprietà, incluse le terre e la casa, lasciando me ai miei capricci.

Mi furono dati soltanto i soldi dell'assicurazione sulla morte dei miei genitori, il che era abbastanza per sopravvivere fino a quando non avrei raggiunto una età per vivere per conto mio. A quanto pare, i miei parenti pensarono che il loro dovere fosse già concluso.

Non c'era modo che potessero fornirmi un posto a cui appartenere. Compresi che fui lasciata ad appassire in mezzo a quelle ragnatele abbandonate.

Prima che me ne rendessi conto, ero stata lasciata da sola. Sorprendentemente, l'impressione era l'opposto di essere bloccata in una stanza stretta—mi sentivo che se fossi stata gettata in una vasta area senza pareti. In quel mondo incolore, potevo camminare e camminare, ma il paesaggio non sarebbe cambiato e non sarei mai arrivata da nessuna parte.

Comunque, c'era una cosa che poteva fungermi da guida.

Era l'ombra fragile e trasparente di Aya-Onee-chan. Non avendo nessun altro posto dove andare, fui felice di seguirla.

—Aya-Onee-chan.

Improvvisamente notai un grosso ragno fangoso che correva sotto la pioggia. Senza pensarci molto, lo raccolsi e come mia sorella mi aveva mostrato un tempo, lo lasciai strisciare sul mio palmo. Strinsi il mio pugno.

Quando lo riapri di nuovo, il grosso ragno era ancora nel palmo della mia mano. Non ero riuscita a schiacciarlo. Il ragno, ancora vivo, strisciò via dalla mia mano e scomparve da qualche parte, lasciandomi solo la mano sporca di fango.

Fu in quel momento che sentii fortemente che—

—stavo per diventare Aya Otonashi.


Quando alla fine sono rinvenuta, mi trovavo in piedi sotto la pioggia battente. Non mi ricordo come fossi arrivata lì, né mi ricordavo quanto tempo fosse passato dal funerale.

Ero in un luogo sconosciuto. La mia uniforme e la mia gonna erano fradice.

L'acquazzone aveva lavato via i miei sentimenti, lasciandomi priva di calore, raschiato via la mia forma, diluito il mio sangue e sciolto me stessa nel terreno.

Per quanto a lungo sono stata a camminare? Probabilmente non molto tempo, ma il viaggio senza meta mi aveva strappato via l'anima.

Continuai a camminare—

E quando la mia anima fu completamente erosa—


—ero circondata da luce.


Non riuscivo a trovare un'altro modo per descriverlo. Non c'era alcun cielo né alcuna terra lì ed ero nuda come il giorno che sono nata. Sentivo il mio spirito iniziare a disperdersi nella luce. Quel posto non permetteva alla mia individualità di "esistere". Ogni essere era equamente importante e altrettanto privo di valore.

All'improvviso, sentii un morbido flusso d'aria che corrispondeva ai miei movimenti. Comunque, non riuscivo a vedere alcun senso nel controllare quella brezza e mi preparai a scomparire da questo mondo.

Ah, ma aspetta.

C'è qualcosa che devo fare.

Devo "rendere tutti felici nel mondo".

Sebbene avessi dovuto essere vuota, c'era ancora una direzione in cui andare per me. Tutto in una volta, il flusso d'aria acquisì una direzione e cominciò a raccogliersi intorno a me.

Luce!

Luce!

C'era luce tutta intorno a me!


Prima che me ne rendessi conto, avevo lasciato il mondo della luce e mi ritrovavo in una foresta sconosciuta. Mentre ascoltavo il grido di gufi e insetti, mi alzai.

Tuttavia, non sapevo cosa fare dopo. Rimasi lì, incapace di muovermi. Il mio cuore mancava di forza trainante.

Dopo essere rimasti lì finché il colore del cielo non cambiò, feci scorrere la mia mano nella mia tasca e ne tirai fuori qualcosa.

Era un piccolo sacchetto regalo. Conteneva una bottiglia di olio profumato che avevo in programma di regalare a mia sorella per il suo compleanno.

Aprii il coperchio.

Un sottile profumo di menta piperita cominciò a diffondersi intorno a me e riacquistai sufficienti sensi per sentirmi a disagio nella mia uniforme spalmata di fango.

All'improvviso notai che ero in possesso di una scatola.

Era una bellissima e traslucente 'scatola' a forma di cubo. Comunque, la 'scatola' sembrava terribilmente fragile, come se fosse fatta di vetro.

Istintivamente sapevo che quella 'scatola' avrebbe esaudito un desiderio. Avevo la possibilità di far realizzare un qualsiasi 'desiderio'.

Inutile dire che c'era solo un 'desiderio' che potevo desiderare.


Chiamai la mia scatola "Beatitudine".

Tuttavia, finì per essere "Imperfetta".


✵✵✵

—Bang, bang!

Mi sveglio al suono di qualcuno che sbatte sul muro.

"...Hmm..."

Mi strofino gli occhi. Penso di aver fatto un sogno molto nostalgico, ma me ne sono dimenticata nell'attimo in cui mi sono svegliata.

Il profumo di menta piperita riempie la mia stanza; è l'aroma che spinge il mio cuore e il mio corpo anche se da tempo ho raggiunto il mio limite.

"Okay allora, ora di andare."

Mi alzo così da continuare la mia ricerca per una nuova 'scatola'. Indipendentemente dal fatto se la troverò o meno, devo compiere il mio compito di rendere tutti felici nel mondo, anche se ho dimenticato del mio passato.

Questo è l'unico significato della mia vita.

Barcollo dopo aver fatto qualche passo. Le mie gambe snelle mi hanno portato in giro per un lungo, lungo tempo—praticamente più di un'intera vita—ma non mi è concesso di fermarmi. Non c'è nessun motivo, neanche.

Ho dedicato la mia vita agli altri. Nessuno ha il permesso di fermarmi.

—Bang, bang!

Ah... quel bussare mi sta dando sui nervi.





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  1. Non è un errore, tornando a rivolgersi ad 'O' con il maschile si vuole mettere in evidenza che Maria non ricorda della vera identità di 'O' e quindi torna a calcolarlo come un essere sconosciuto esattamente come accadava nei primi volumi dell'opera
  2. Onee-chan letteramente significa "sorellona", è uno dei soliti nomignoli che usano i Giapponesi per rapportarsi con gli altri
  3. Non so se è un modo di dire Giapponese o Inglese, fatto sta che ovviamente qui vuole intendere che nulla sarebbe riuscito a farla uscire di casa
  4. La figura retorica, non quella geometrica :P
  5. Nel senso che erano sentimenti pari a quelli che i fanatici religiosi provano verso i loro dei.
  6. In Giappone la divisione degli anni scolastici è diversa da noi: mentre qui da noi si fanno 5 anni di scuola elementare, 3 di media e 5 di superiore, in Giappone invece si fanno 6 anni di scuola elementare, 3 di media e 3 di superiore https://it.wikipedia.org/wiki/Istruzione_in_Giappone
  7. Non so se il significato è chiaro per tutti, ma qui si vuole far intendere che Maria è servita alla mamma per lo scopo di farsi sposare dall'allora amante, in pratica è stata un mero strumento e adesso non è più utile.