Utsuro no Hako to Zero no Maria (Italian):Volume 7 - Epilogo

From Baka-Tsuki
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—Hai un desiderio?


+++ Kasumi Mogi (19 anni), 10 Aprile +++[edit]

Il mio primo amore probabilmente è finito nel momento in cui lei è arrivata.

Nemmeno una volta ho pensato di arrendermi, ma... ah, caaaavolo! So che c'era qualcosa di potente tra lei e Hoshino-kun! Sono stata innamorata di lui abbastanza a lungo per poterlo dire.


Il Sole risplende e il rosa vivo dei loro fiori fa spiccare gli alberi di ciliegio. Proprio come qualsiasi altro giorno, sto facendo pratica al campo di tiro con l'arco che è sepolto da qualche parte in questo vasto centro di riabilitazione.

Le mie braccia sono ormai piuttosto allenate rispetto allo stato in cui erano prima del mio incidente, ma ho ancora problemi a calcolare la traiettoria con il mio arco. Visto che so a malapena lanciare una freccia in linea retta, ovviamente manco il bersaglio.

Lascio uscire un debole sospiro. Come qualcuna che non è mai stata brava negli sport, non penso di essere tagliata per il tiro con l'arco. E' improbabile che possa partecipare presto ai Giochi Paralimpici... tuttavia se dicessi questo alla mia fisioterapista, Ryouko-sensei, probabilmente mi metterebbe in croce. "Takanashi-san ha ottenuto una medaglia d'oro e lui era peggio di te all'inizio!" oppure "Gotou-san ha vinto il torneo di tennis su sedia a rotelle dopo aver recuperato dal suo tentativo di suicidio". Sono così stanca delle sue storie... Abbi cuore, ragazza! Un onesto sforzo farà avverare tutti i tuoi sogni! Non arrenderti, dai tutta te stessa! Caaaavolo, è troppo scatenata! E rigorosa. Dovrebbe essere più morbida con una ragazza disabile come me.

Non ho dato nulla di speciale a questo gigantesco ospedale. Ci sono un sacco di altri pazienti sulla sedia a rotelle. In realtà, Ryouko-sensei sembra effettivamente invidiarmi per la mia giovinezza invece di aver pietà di me. Penso che sia un po' strana di testa.

"Kasumi-chaaan!"

Alzo la mia testa e noto Ishizaki-san, un giocatore di tennis, che mi saluta felicemente.

Agito la mano con un sorriso un po' ironico. Di solito sto cercando di evitare di fare questo tipo di espressione, ma i miei tentativi non hanno ancora dato i loro frutti. Mi chiedo come dovrei trattare qualcuno che mi ha confessato il suo amore per me...?


Per smettere di pensare a tutta questa roba casuale, tendo di nuovo il mio arco.

Subito dopo il mio incidente, ero solita pensare che le probabilità erano contro di me nel trovare un compagno che mi accettasse in questo stato. Oserei dire che chiunque in una simile situazione penserebbe la stessa cosa. Ma qui, in questo ospedale? Non voglio vantarmi, ma i ragazzi qui mi amano. Se fossero solo i ragazzi disabili, sarebbe un'altra cosa, ma anche i ragazzi perfettamente in salute ci hanno provato con me—molto più frequentemente di quando ero in salute, a scuola.

Ero solita chiedermi perché le persone avrebbero approcciato una ragazza fisicamente noiosa come me, ma sto iniziando a capire il loro modo di pensare. Un sacco di persone vogliono qualcuno che si affidi a loro, quindi sposare qualcuna come me garantirebbe fondamentalmente una vita degna di essere vissuta per quel genere di ragazzi. Il loro interesse in me principalmente deriva dal fatto che sicuramente dovrei dipendere da loro.

Forse dovrei solo accettare le persone con quei gusti strani? Ad essere completamente onesti, sono ancora incapace di affrontare la loro buona volontà; non posso fare a meno di avere l'impressione che sono solo interessati alla mia disabilità e non a me come persona. Sembrano essere sotto la falsa impressione che la mia disabilità mi dia una sorta di bellezza che non può essere raggiunta da una ragazza normale. O forse vogliono solo uscire con qualcuno che sia debole e debba obbedire loro? Immagino che devo avere proprio una brutta personalità per fare questi pensieri negativi.

Ma c'è solo quel pensiero che non riesco a scrollarmi di dosso.

—Hoshino-kun mi avrebbe trattato allo stesso modo indipendentemente se le mie gambe fossero paralizzate o meno.

Quando quel pensiero mi ha attraversato la mente, la freccia è volata fuori dal campo.


Ci sono stati alcuni incidenti che ci hanno coinvolto—molto più gravi del mio incidente—ma per qualche motivo non riesco a ricordarmi dei dettagli. Sono stati misteriosi e perfino assurdi.

Me li ricordo, anche se solo in modo frammentato: la relegazione all'interno di un altro mondo che si è conclusa con me nettamente respinta da Hoshino-kun; l'incidente causato da Miyazaki-kun; la misteriosa morte di Koudai Kamiuchi; il fenomeno degli 'Uomini-Cane' che ha causato Oomine-kun; e—Hoshino-kun che ha perso se stesso.

Me le cose importanti sono assenti nella mia memoria. La mia memoria si sente come un pezzo di celluloide strappato. Questi incidenti devono essere collegati in qualche modo, ma non riesco a ricordarmi come. E' come se la verità dietro questi incidenti fosse oscurata da qualche forza superiore.

Ci sono altre cose che mi preoccupano; per esempio, c'è qualcosa riguardo Nana Yanagi e Touji Kijima, che entrarono insieme a Hoshino-kun alla scuola superiore ed erano suoi amici. Andavamo d'accordo, ma chissà come mai mi sembrava strano quanto naturalmente si intrecciavano tra loro a scuola. Mi ricordo come siamo diventati amici. Mi ricordo anche come ero infastidita da Nana-san perché ci provava sempre con Hoshino-kun anche se aveva un fidanzato. Ma per qualche motivo, queste memorie le sento irreali e isolate—come se fossero comparse in seguito per colmare delle lacune.

Penso che io—no, noi, abbiamo dimenticato qualcosa di importante.

Qualunque cosa sia, le conseguenze che mi interessano sono chiare come il giorno: Hoshino-kun è sparito dall'aula in cui un giorno sarei voluta tornare.

Il mio dottore mi ha sempre incoraggiato fortemente a trasferirmi in un ospedale più grande e meglio equipaggiato per la mia riabilitazione. Ho semplicemente rifiutato i suoi suggerimenti e sono rimasta nel mio ospedale perché volevo tornare a scuola e vedere Hoshino-kun. Tuttavia, visto che lui non era più lì, anche il mio scopo se è andato.

Di conseguenza, ho lasciato la mia città natale.

Detto questo, c'era ancora una questione che doveva essere risolta.


Il giorno dopo che fu deciso che mi sarei trasferita in un centro di riabilitazione, chiamai Otonashi-san per farla venire all'ospedale. Dopo aver ottenuto il permesso dalla mia infermeriera, la incontrai in privato sul tetto. Non volevo parlare con lei nella mia stanza d'ospedale perché sapevo che non sarei stata in grado di controllarmi.

Mentre la brezza fredda dell'autunno mi raggelava fino all'osso, guardavo Maria Otonashi che, situata di fronte ai colori autunnali mozzafiato delle montagne lontane, sembrava quasi un dipinto ad olio. Beh, sarebbe stata uno splendido soggetto per un dipinto anche senza lo sfondo.

Aveva tagliato i suoi capelli all'altezza delle spalle e aveva perso gran parte della sua vecchia misteriosa atmosfera ed era diventata leggermente più avvicinabile. Ma sono sicura che fosse solo un'impressione causata dal suo taglio di capelli.

Guardando la bellissima ragazza di fronte a me, pensai: Non sarò mai come lei.

Ero abbastanza sicura che Hoshino-kun ed io saremmo stati una coppia se non fosse stato per lei. Lei andava incolpata anche per come era diventato Hoshino-kun. Inoltre, se fossi stata in grado di reintegrarmi correttamente nella sua vita quotidiana, Otonashi-san sarebbe rimasta lontana e Hoshino-kun sarebbe ancora lo stesso[1].

Ero sicura che ci sarebbe stato un futuro in cui io lo avrei chiamato teneramente per nome, "Kazuki-kun".

Era tutta colpa sua.

Maria Otonashi era colei che aveva portato il caos nelle nostre vite.

"Lascerò questa città e andrò in un centro di riabilitazione più grande."

Per colpa sua, dovevo lasciare Hoshino-kun indietro.

Dopo aver ascoltato ciò che avevo detto, Otonashi-san dichiarò senza mezzi termini: "Capisco". Dopo una breve pausa, aggiunse: "Mi assicurerò di riferirlo a Kazuki."

Non appena sentii il suo nome, i miei sentimenti immediatamente esplosero. Puoi almeno immaginare come io mi senta, dovendo dirti questo?! pensai tra me, desiderando di poterle lanciare addosso la mia rabbia, i miei rimpianti e tutte le mie emozioni negative. Volevo maledirla con le parole più sporche che avessi mai usato in vita mia. Volevo costringerla a scusarsi per aver incasinato le vite di Hoshino-kun e dei suoi amici. Volevo colpirla con uno schiaffo clamoroso.

Strinsi i pugni sempre più duramente, come per incanalare la mia rabbia.

Alla fine le dissi le parole che avevo preparato in anticipo.


"Ti prego, abbi cura di Hoshino-kun."


Mi inchinai a fondo davanti a lei mentre mordevo le mie labbra.

Aah, non voglio fare questo. Non voglio davvero. pensai, ma avevo già deciso che avrei affidato Hoshino-kun a questa ragazza anche se la odiavo.

"Voglio sostenere Hoshino-kun... voglio essere al suo fianco e supportarlo! Ma devo ancora fare affidamento sugli altri, e sono consapevole di questo. Non posso fare nulla da sola. Sono debole... diventerei soltanto un peso per lui...!"

Non riuscivo a rialzare la mia testa. Ero così mortificata, così triste, così restia ad ammettere la sconfitta; le lacrime non si fermavano.

"Sono sicura che avrei conquistato il suo amore anche con un corpo come questo!" dissi.

"Mmm."

Quella era una bugia. Sapevo bene che c'era un legame speciale tra loro due che non avrei mai potuto fare a pezzi. Anche se fossi stata in perfetta salute, non avrei avuto nemmeno una possibilità. Anche Otonashi-san era consapevole di questo e ascoltò in silenzio mentre sputavo fuori questo mio sciocco bluff.

"Io amo Hoshino-kun, e certamente continuerei ad amarlo anche se rimasse incapace di parlare!"

"Mmm."

"Questo è un amore che si prova solo una volta nella vita. Vuol dire così tanto per me!"

"...Mmm."

"Anche Hoshino-kun prova dei sentimenti per me. Giusto... non ho perso! Io... non ho perso. Assolutamente no!" dissi e morsi ancora le mie labbra. "...Ma... ma...!"

Hoshino-kun non ha bisogno di me—

"Non me!"

Lui non ha bisogno di me, Kasumi Mogi—lui ha bisogno di Maria Otonashi!

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!" gridai piangendo dal profondo del mio cuore, incapace di trattenere più a lungo il mio dolore.

Otonashi-san non fece nulla di inutile come abbracciarmi o asciugarmi le lacrime; aspettò semplicemente che mi calmassi con pazienza.

"Mogi" disse fermamente dopo che smisi di piangere, "ti assicuro che Kazuki riconquisterà la sua normale vita quotidiana."

Girai i miei occhi in lacrime verso Otonashi-san.

"I tuoi sentimenti per lui faranno senza dubbio una differenza positiva per Kazuki. Lo aiuteranno a tornare. E' un futuro che è destinato ad arrivare. Quindi lascia che ti dica questo in anticipo:"

Maria Otonashi chinò il suo capo profondamente verso di me.

"Grazie per credere in Kazuki."

Il suo atteggiamento spense il vento dalle mie vele. Infatti una risata scappò dalle mie labbra.

"Non posso proprio raggiungerti, eh?"

Vero, non posso tenere il suo passo.

Voglio dire, Otonashi-san credeva con tutto il suo cuore che Kazuki-kun si sarebbe ripreso, nonostante il suo stato. Io, d'altra parte, lo avrei amato anche se fosse rimasto in quello stato. Che era davvero come mi sentivo, e al tempo stesso una prova della mia debolezza.

Dopotutto, significava che mi ero arresa sul suo ritorno alla normalità.

Maria Otonashi, tuttavia, non aveva dubbi. Lei credeva in lui e attendeva il suo ritorno.

Ecco perché lei è l'unica che dovrebbe stare al fianco di Hoshino-kun.

Un peso era appena stato tirato via dalla mia mente, lasciandomi con un senso di libertà difficile da poter descrivere. All'inizio ero sorpresa di come mi sentissi, ma poi ho capito e mi sono demoralizzata; non lo avevo realizzato fino ad allora, ma l'amore che una volta mi aveva salvato, adesso era diventato invece un peso per me.

"Aah—"

Il mio primo amore era finito.


—Mi innamorerò di nuovo?

—Potrò di nuovo affidarmi a qualcuno?

—Sarò capace di trovare un posto speciale per me stessa?


Mentre sono impantanata nella mia malinconia, qualcuno sparge una manciata di fiori di ciliego sulla mia testa. Mi giro sorpresa.

"Ehi, la nostra idol sta bene?"

Sospiro profondamente sentendo quello sciocco titolo e metto giù il mio arco.

Questa donna abbronzata che non indossa trucco e sembra orribile nel suo abito bianco, è la mia fisioterapista.

"...Non chiamarmi così, Ryouko-sensei."

Vedendo la mia faccia scontenta, sorride e mi dice: "Scusa, ma non possiamo più chiamarti in nessun altro modo ormai!"

"Perché...?"

"Perché hai appena ricevuto un'altra richiesta di intervista! E questa volta è da un canale TV super famoso che trasmette 24 ore su 24, 7 giorni su 7! Ovviamente accetterai, giusto?"

La sua voce è forte come sempre.

"...Non voglio! Per favore, rifiuti l'offerta."

"Cosa, di nuovo? Ehi... vuoi sentire il mio parere personale su questo?"

"Vada avanti..."

"Penso che dovresti afferrare questa possibilità!" dice indicandomi. "Se compari in TV le persone in tutto il Giappone verranno colpite dal tuo sorriso! Hai il dono meraviglioso di non apparire affatto pietosa nonostante la tua situazione. Potresti davvero cambiare il modo in cui le persone vedono i disabili! Se continui ad apparire in TV la loro accettazione dei disabili crescerà rapidamente! I mass-media hanno fiuto per questo genere di cose e infatti vogliono te. Dovresti assolutamente iniziare a cantare, danzare, organizzare eventi di strette di mani ed essere votata come il membro più popolare del tuo gruppo di ragazze! Sarebbe una rivoluzione! I pazienti qui e noi del personale ameremmo di essere accettati di più da tutti e tu sei l'unica che può farlo! E' il tuo momento!"

"...Ne ho sentite abbastanza" dico mentre la rifiuto.

"Hmm? L'hai già sentito?"

"Si, ho già sentito la stessa cosa ancora e ancora. Il suo parere privato? Ormai lo sanno tutti questo parere".

Ma Ryouko-sensei crede davvero in me.

"...Ma..."

Grazie.

Non riesco ad esprimere la mia gratitudine a voce alta.

Sta chiaramente esagerando; dubito che le cose andrebbero così lisce, ma con mia grande sorpresa è vero che nel mio stato attuale avrei la possibilità di rendere il mondo un posto migliore. Questo mi dà speranza.

Ci sono un sacco di cose che non posso più fare. Ormai è così. Ma allo stesso tempo ci potrebbero essere anche cose che solo io potrei fare. Non qualcosa di appariscente come diventare una idol, ma qualcosa di piccolo—qualcosa di modesto.

"...Ci farò un pensierino quando non avrò più delle riserve interiori."

Ma per adesso devo ancora mettere le mie mani a pieno sulla mia situazione.

"Hmm? Sei un po' interessata? Aspetterò la tua risposta, allora."

"Ugh... no, davvero, in questo momento non sono interessata..."

Conosco Ryouko-sensei: se non chiarisco assolutamente che sto rifiutando, mi troverò trascinata sul palco prima che me ne renda conto.

"Davvero, non sono pronta per questo adesso!"

"Hmm? Non pronta per cosa, esattamente?"

"Beh, voglio dire... se divento famosa in TV, sarò infastidita da ancora più ammiratori e roba simile..."

Nel momento in cui dico questo, realizzo che ho appena commesso un errore madornale. Dò un'occhiata a Ryouko-sensei e noto che la sua faccia sta avendo degli spasmi muscolari per l'irritazione.

"Mi fa incazzare in modo assurdo che tu la pensi davvero così. Solo un avvertimento per te, ragazzina, una volta che sei fuori dalla tua adolescenza non sarai più così speciale! Gli uomini giapponesi sono tutti lolicon[2]!"

"Uhm... sono sicura che ci siano anche uomini a cui piace il tuo tipo."

"Dovresti scendere dal tuo piedistallo quando dici cose del genere per sembrare più sincera!"

Beh... in effetti dubito che donne come lei siano molto popolari...

"Guarda quegli occhi! Stai sicuramente pensando a qualcosa di scortese! Che insolenza! Si, si, capisco! Vuoi proprio una giornata di pieno lavoro oggi!"

"La smetta! Non sia infantile, Ryouho-sensei!"

"Le idol non si lamentano."

"Ma lo fanno! I loro account Twitter segreti sono pieni di lamentele sui loro fan!"

"Cavolo, questo è un esempio molto specifico... a proposito, hai appena ammesso che sei una idol."

"Non l'ho fatto!"


Bene allora. Questa è, più o meno, come si presenta la mia vita adesso, Hoshino-kun. Come puoi vedere, sto facendo del mio meglio.

Sono sicura che Otonashi-san stia anche lei facendo del suo meglio con te in questo momento. Ho sentito che ha fatto un annuncio piuttosto mozzafiato durante il suo discorso, quando è diventata la Presidentessa del Consiglio Studentesco, vero?

Da un lato, non vedo l'ora che arrivi, ma dall'altro, sono per lo più gelosa.

Un anno al giorno della promessa di Otonashi-san.

Fino ad allora, voglio crescere un po'—diventare indipendente e forte abbastanza per supportare gli altri. Spero che non sarai deluso dai miei progressi.

Questo è il mio modesto desiderio.


+++ Yuuri Yanagi (19 anni), 6 Luglio +++[edit]

Ho bisogno di un hobby

Questa è la prima cosa che ho pensato quando sono stata accettata dall'Università di Tokyo. Uniamoci ad un club, Yuuri! ho detto a me stessa e sono andata a controllarne alcuni. Quello che mi interessava di più era il club di fotografia. C'era una foto adorabile nella stanza del club che mostrava un bambino sorridente sotto un cielo azzurro. Mi fece pensare che ci dovessero essere molte cose bellissime nel mondo, e che volevo scoprirle. Volevo registrare e conservare la bellezza delle cose che ritenevo bellissime.

Mi sono fatta comprare dai miei genitori una leggermente costosa fotocamera SLR [3] per festeggiare la mia ammissione al college e mi sono iscritta al club di fotografia. Alla fine ho scoperto che il club era formato da quasi tutti maschi, ma tutti erano gentili con me. Dovevo solo dire che genere di fotografia volessi prendere e loro mi spiegavano tutti i dettagli tecnici approfonditamente. Mi prestavano perfino le loro lenti costose quando ne avevo bisogno. Per qualche motivo mi volevano sempre mostrare la camera oscura nonostante avessi una fotocamera digitale, ma comunque ero sempre accolta a braccia aperte pur essendo una principiante.

Ho fatto anche una scoperta leggermente imbarazzante quando sono entrata all'Università. Sembra che l'abbigliamento con ornamenti da ragazzina—lo stile a cui sono affezionata—non sia comune tra le studentesse femmine e quindi mi fa un po' risaltare. Ma penso che sia noioso quando tutti indossano lo stesso tipo di vestiti e non riesco a vedermi con quelle pettinature marroni ovattate. Voglio mantenere i miei lunghi capelli neri con frangia dritta e non smetterò di indossare le gonne. Mi piacciono anche i miei nastri e ultimamente ho un debole per le calze fino al ginocchio.

Adesso sono conosciuta con questo soprannome:

"La Principessa dei Geek[4]"


"Ho voglia di piangere."

Sono seduta in uno Starbucks[5] vicino all'Università, lamentandomi con una delle mie amiche.

"Beh... Principessa dei Geek non è poi così male, no? Voglio dire, una principessa resta pur sempre una principessa."

La vecchia amica con cui sto parlando è Iroha Shindou. Fallisce nel tentare di confortarmi ed è occupata a masticare un cubetto di ghiaccio del suo caffè freddo. Frequenta anche lei la mia Università.

Una debole ombra può essere vista nei suoi occhi—non ha più quello sguardo tagliente e predatorio di un tempo. Le sue cicatrici mentali non sono ancora completamente guarite. Anche adesso, un anno dopo quell'incidente, è ancora in cura da uno psichiatra. Le piace fare riferimento alla cosa dicendo che "si stava prendendo una pausa dalla vita". Detto questo, sono abbastanza sicura che avrebbe comunque avuto bisogno di prendersi una pausa prima o poi; era giunto il momento che rallentasse un po'.

Comunque, non sono davvero preoccupata per lei. Dopotutto, lei è un prodigio che è riuscito a superare l'esame di scienze più difficile direttamente ai tempi del liceo—mentre era in quella "pausa"—ed è entrata nella facoltà di medicina. Ha letteralmente fatto piazza pulita degli altri studenti.

"A proposito, Yuuri... non eri con un gruppo di ragazzi quando ci siamo incontrate prima?"

"Gli altri membri del club mi fanno da scorta perché è troppo pericoloso per me stare da sola."

"Di notte, certo, ma in pieno giorno...? Sigh, non hai alcun diritto di lamentarti del tuo soprannome allora."

Ma non glielo ho chiesto io... inoltre, ho imparato che rifiutare rende solo le cose peggiori...

"Non è vero. Non mi sto lamentando di essere chiamata Principessa dei Geek~ Ero contro questo titolo all'inizio, ma ormai mi ci sono abituata."

"Quindi hai altri problemi?"

"Si. A dire la verità, uno studente più grande ha confessato il suo amore per me. E' davvero popolare tra le altre ragazze a scuola, sai? Ma non l'ho mai visto in quel modo..."

"Oh cavolo! Quindi hai dovuto rifiutarlo, giusto?" dice Iroha. "Beh, posso capire che deve essere duro dire 'no' a qualcuno. Ecco perché hai voglia di piangere?"

"No, ho accettato."

"Hai fatto cosa?!" esclama Iroha mentre sbatte le mani sul tavolo e si alza.

Uhm, Iroha? Stai attirando l'attenzione. Non stai reagendo un po' troppo esageratamente? E' imbarazzante.

"Aspetta, Iroha, devi ascoltarmi. Guarda, io... non ho ancora dimenticato, beh, lui, anche se voglio... così ho pensato che potrei essere in grado di andare avanti se provassi ad uscire con qualcun altro..."

"...Okay, capisco" annuisce Iroha con una faccia acida. Ancora non è venuta a patti con Kazuki-san, che l'ha messa con le spalle al muro ma l'ha anche rimessa sulla giusta strada.

"Ma non ero in grado di dimenticarmi di lui e non mi sono innamorata nemmeno di questo ragazzo. Alla fine, ci siamo lasciati dopo appena due settimane, quindi... mi dispiace..."

"Hmm... so cosa hai passato, ma comunque quel ragazzo merita la mia compassione. Beh, è comunque colpa tua, quindi posso capire che ti senta colpevole. Anche io vorrei piangere al tuo posto."

"Ah, ma io sto benissimo con quella rottura."

"Stai bene?!" e sbatte di nuovo sul tavolo.

Mi stai mettendo in imbarazzo... i baristi ci stanno guardando.

"La storia non finisce qui. Una delle pochissime ragazze nel mio club aveva una cotta per quel ragazzo e ha cominciato ad evitarmi... non posso proprio sopportarlo. Non penso che lei fosse felice quando le ho strappato via la sua cotta solo per poi scaricarlo un paio di giorni dopo."

"Beeeeeh... immagino di si."

"E poi lei è una delle poche ragazze nel mio club, sai? Così ho cercato di farmi perdonare in qualche modo."

"Come mai?"

"Pensavo che mi avrebbe potuto perdonare se avesse ottenuto anche lei un fidanzato, e conoscevo un altro ragazzo a cui lei era interessata. Pensavo che tutto sarebbe andato per il meglio se li avessi messi insieme, quindi ho provato a metterli in contatto tra loro."

"Uh-huh... non sono una fan di questo genere di cose, ma immagino che possa essere una soluzione ragionevole." commenta Iroha.

"Si. Così ho provato a metterli in situazioni dove potessero parlare in privato, dando loro degli appuntamenti e così via. La ragazza ha notato cosa stavo facendo e lentamente ha cominciato a perdonarmi ma poi..."

"Guai?"

"Si. Uhm... il ragazzo si è arrabbiato con me. 'E' qualche genere di scherzo? Perché stai cercando di mettermi assieme con lei?' mi ha urlato in faccia. Ero davvero spaventata..."

"Perché si è arrabbiato con te?"

"A quanto pare, era innamorato di me..."

"Sei un mostro! Beh... immagino tu non lo sapessi, quindi non è colpa tua dopotutto."

"Oh, ma io sapevo dei suoi sentimenti per me."

"Lo sapevi, cazzo?!" e sbatte nuovamente sul tavolo.

Anche i clienti della terrazza hanno cominciato a guardarci...!

"No, voglio dire... mi dispiace. Ma ehi, ero appena uscita da una relazione io stessa, sai? Avevo altre cose di cui preoccuparmi. Ah, ma lui non poteva sapere della mia situazione, giusto? ...Sono orribile..."

"Hmm... il tuo comportamento non è stato totalmente inadeguato se non hai mai pensato di corrispondere il suo amore, suppongo. No... ma hai sicuramente un po' anche tu la colpa, Yuuri."

"Si... lo so. Comunque, quella persona poi mi ha immeditamente chiesto di uscire con lui. Ho provato a calmarlo e spiegargli che non volevo ma... è quel genere di persona così ostinata che ottiene sempre quello che vuole... quindi ha gradualmente perso la pazienza quando continuavo a rifiutare, finché, un giorno—"

"U-Un giorno...?"

"Mi ha aggredito."

Gli occhi di Iroha si spalancano per lo shock. "Ti ha aggredito...? Voglio dire, letteralmente?"

"Si... Ah! Non preoccuparti! Ho gridato in cerca di aiuto e sono riuscita a scappare illesa! La tua Yuuri è ancora pura!"

"Beh, mettendo da parte la questione se sei o no pura, Yuuri...", che scortese! Io sono ancora una vergine al 100%!, "... hai raccolto ciò che hai seminato, ovviamente. Si, hai tutta la mia comprensione. Puoi piangere."

"No, non è quello..."

"Non è nemmeno questo?! Andiamo, piangi e basta! Te lo meriti!"

Perché?!

"Ti prego, ascoltami! Così, il professore che mi ha aggred—"

"PROFESSORE!" urla Iroha con un altro colpo sul tavolo e si alza. "Professore! Ehi, hai saltato quella parte! Un professore! Un fottuto professore...!" grida mentre continua a sbattere sul tavolo.

"I-Iroha! Smettila di fare tanto chiasso...!"

Tutte le persone intorno ci stanno guardando... sono così imbarazzata...

"Uhm... senti, sono sicura che ti è capitato di leggere nelle bacheche a scuola, giusto?" spiego. "C'era un avviso su un'azione disciplinaria contro un professore. C'erano anche molti servizi di news sull'incidente!"

"Quello era colpa tua?!"

"N-Non è colpa mia! Io sono la vittima!"

"Beh, è vero, ma..." con un profondo sospiro Iroha si siede nuovamente e comincia a sorseggiare il suo caffè ghiacciato ormai annacquato. "E...?"

Oh, sembra molto stanca.

"Così l'incidente è divenuto piuttosto famoso visto che c'era un professore coinvolto, no? Ovviamente hanno iniziato a circolare voci sul fatto che fossi una troia che aveva sedotto un professore, oppure che fossi una puttana che stava approfittando dei ragazzi del suo club. E' orribile, Iroha! Queste sono accuse prive di qualsiasi fondamento!"

"Non le chiamerei 'infondate' tuttavia."

"S-Si, lo sono. Comunque... l'atmosfera nel club è ancora tesa e quella ragazza che ho citato prima ha lasciato il club perché mi odia... ma anche quando ho provato a prendermi la mia responsabilità e uscire dal club, gli altri membri mi hanno spinto a rimanere. Sono al limite del mio ingegno..."

"Tu non sei la Principessa dei Geek—tu sei solo una distruttrice di club" dice con freddezza, "Ma ora ho capito. Chiunque avrebbe voglia di piangere nei tuoi panni."

"…"

"Yuuri…?"

"...Non pensare male di me, okay?"

"Scusa, ma penso di aver sentito abbastanza oggi per pensare molto male di te."

"Impossibile!"

"E' tutto giustificato! Cavolo... quindi? Alla fine, cos'è che ti fa venire voglia di piangere?"

"Beh... come puoi capire, ho acquisito una grande influenza. Ci sono diversi studenti che potrei non solo spingere fuori dai loro club, ma proprio dall'intera scuola."

"E con questo...?"

Raccolgo il mio coraggio e lo dico:

"Ci si sente alla grande."

"Huh?"

"Questa sensazione di avere il controllo totale sulle vite delle altre persone è grandiosa. Qualche bugia qui, qualche parolina dolce di là, e posso facilmente schiacciare l'elite che ha reso questa Università così rinomata. Il solo pensare a cosa accadrebbe se lo facessi davvero mi eccita."

Sorreggo la mia testa.

"La mia personalità mi fa venire voglia di piangere!"

Iroha mi lancia contro la sua tazza. Me lo meritavo, no? Tee-hee!


Dopo aver salutato Iroha, prendo la mia fotocamera SLR e visito un ampio parco per scattare alcune foto al tramonto. Un forte profumo estivo d'erba riempie l'aria e i canti delle cicale sembrano scuotere l'aria.

I miei orizzonti si sono ampliati notevolmente dai tempi del liceo; ho iniziato ad andare all'Università, a vivere da sola e mi sono anche presa un motorino.

Sto lentamente cominciando a comprendere meglio me stessa.

Ai tempi del liceo puntavo al top senza alcun obiettivo specifico in mente, ma c'erano sempre studenti che mi superavano. Percepivo un'insormontabile barriera tra noi che mi lasciava in preda alla disperazione. Ero terribilmente gelosa e mi sentivo inferiore ad Iroha, il primo esempio di studente che non riuscivo a raggiungere.

Iroha è una rivoluzionaria nata; non è mai soddisfatta dello status quo. Cerca sempre di spingere più avanti se stessa e il mondo. La ragione insolita della sua entrata nella Facoltà di Medicina dell'Università di Tokyo è che lei vuole cominciare a cambiare il mondo attraverso la medicina. Possiede l'intelligenza e l'abilità necessarie a perseguire ardentemente i suoi obiettivi.

Oggi capisco che non c'era alcun modo che potessi battere qualcuno come Iroha attraverso lo studio senza obiettivi. Iroha ha un po' rallentato a causa della battuta d'arresto che ha subito, ma una volta che si riprenderà del tutto dalla sua pausa, sicuramente continuerà ad adoperarsi per rivoluzionare il mondo.

C'è una differenza fondamentale tra me e Iroha. Non posso diventare come lei, né voglio più farlo. Non mi interessa così tanto del mondo. Sono felice se io e la mia famiglia possiamo avere una buona vita. Per questo motivo, non raggiungerò mai Iroha.

Detto questo, me ne sono fatta una ragione.

Iroha ed io abbiamo desideri diversi. Ora che mi ha promosso (degradato?) a "distruttrice di club", ho scoperto il mio vero desiderio.

Voglio manipolare gli altri. Voglio controllarli come marionette.

Perché, si, è un desiderio contorto. O almeno non posso dire che sia bellissimo. Ma sembra che sia piuttosto abile nel controllare gli altri e posso usare questa abilità per essere utile alla società.

C'è una certa compagnia PR[6] che una volta adottò una strategia radicale con 10 principi cardini:


  1. Manipolare le persone per consumare di più
  2. Manipolare le persone per scartare più prontamente
  3. Manipolare le persone per sprecare denaro
  4. Manipolare le persone per ignorare la stagionalità
  5. Manipolare le persone per comprare più regali
  6. Manipolare le persone per comprare prodotti in serie
  7. Manipolare le persone per cogliere ogni opportunità di acquistare
  8. Manipolare le persone per inseguire le tendenze
  9. Manipolare le persone per acquistare prontamente nuovi prodotti
  10. Manipolare le persone per essere in costante fermento


Quando ho letto quella lista ho pensato è così.

Significa che posso rilanciare l'economia e aiutare la società se faccio pieno uso delle mie abilità e dò piena portata ai miei desideri. C'è un posto per gente come me.

Sono un'agitatrice fin dal nucleo. Voglio vedere le masse senza cervello che ballano la mia musica.

La mia vita è diventata molto più facile dopo aver scoperto la mia strada. So dove devo andare e non devo sprecare tempo ed energia. Ho anche cominciato a cercare un lavoro in una compagnia PR o nei mass-media.

Se ho successo come agitatrice, potrei anche riuscire ad aggregarmi alla rivoluzione di Iroha. Se questo dovesse mai accadere, saremo finalmente su un piano paritario e potrò prendere parte nel cambiare il mondo. Non avrò certamente più alcun complesso di inferiorità nei suoi confronti.

Tuttavia—

"Non ho bisogno di essere così di successo."

Sarei contenta se fossi in grado di guidare solo una persona ad amarmi e poi costruire con essa una famiglia felice. Questo è tutto quello che voglio.

"Kazuki-san…"

Quella persona, chiunque essa sarà, non sarà comunque il mio primo amore, tuttavia.

"Hah…"

Un sorriso sfugge alle mie labbra mentre sospiro.

Kazuki-san appartiene a Maria Otonashi e solo a lei, ma per qualche motivo, sento che sia anche meglio così. Ho la sensazione che i miei sentimenti per lui non fossero destinati ad essere corrisposti.

Non ho potuto fare a meno di ridere quando ho sentito l'annuncio che Otonashi-san ha fatto dopo che io ed Iroha ci siamo diplomate. Kazuki-san, hai pescato un pesce piuttosto grosso! Le mie congratulazioni!

Ma sono sicura che hai bisogno del suo potere in questo momento.

"Ah."

Il Sole sta iniziando a tingere il cielo di un bel colore. Quei riflessi sull'acqua sono esattamente quello che stavo cercando. Decido di mettere a fuoco su una coppia che è in una barca a remi e scatto una foto. Dopo un paio di scatti da diverse angolazioni e con diversi tempi di esposizione, riesco finalmente a prenderne uno buono.

"Mmm!"

Anche io posso fare delle bellissime fotografie, e sarò in grado di farne sempre di più.


Ci sono ancora poco più di due anni fino al giorno della promessa di Otonashi-san.

Voglio avvicinarmi un po' di più al mio sogno prima di allora. Voglio diventare fiduciosa in me stessa.

...Se possibile, mi piacerebbe trovarmi qualcuno che sia ancora più bello di te, Kazuki-san!

Si, quello sarebbe il mio desiderio.


+++ Haruaki Usui (19 anni), 14 Agosto +++[edit]

Fino a quel punto di svolta, il mio cuore era velato in completa oscurità.

La mia decisione di rinunciare al mio sogno di diventare un giocatore professionista di baseball per andare nello stesso liceo di Daiya Oomine e Kokone Kirino ha provocato l'esito peggiore possibile. Daiyan è andato oltre i suoi limiti ed è stato pugnalato, Kiri ha sofferto un orribile shock che probabilmente non supererà mai, e Hoshii non può più nemmeno parlare normalmente. Ho perso tutti i miei migliori amici.

La mia vita quotidiana è stata completamente devastata.

Durante quei giorni mi sono completamente eclissato. Vedevo tutto attraverso un'orribile nebbia e nulla sembrava più avere alcun significato. Sono riuscito in qualche modo a frequentare afforza le lezioni, ma non c'era comunque alcun senso nel farlo; tutto ciò che facevo era continuare a muovermi come un insetto senza cervello. C'erano delle volte in cui tornavo a casa senza aver detto nemmeno una singola parola per tutto il giorno.

Il tempo è trascorso a questo modo e Iroha Shindou si è diplomata, Kiri ha lasciato la scuola, i genitori di Hoshii lo hanno registrato come assente per un periodo di tempo indeterminato e Kasumi si è trasferita. Nel momento in cui sono diventato uno studente del terzo anno[7] ero completamente solo. La mia memoria di quel tempo è piuttosto vaga.

Comunque, l'oscurità che mi attanagliava fu ripulita dalle parole di Maria Otonashi.


In un 15 Luglio Maria Otonashi fu eletta Presidentessa del Consiglio Studentesco. Ero ormai diventato uno studente del terzo anno ed erano trascorsi 9 mesi da quando tutti se ne erano andati.

C'era un'assemblea per tutti gli studenti in palestra—il Consiglio Studentesco doveva passare il testimone alla generazione successiva. In netto contrasto con qualsiasi altra assemblea, gli studenti stavano aspettando l'inizio della cerimonia con il fiato sospeso, con lo sguardo fisso sul palco.

Ovviamente non guardavano l'irrilevante Presidentessa uscente. La loro piena attenzione era diretta alla nuova Presidentessa, Maria Otonashi.

Mi aveva fatto visita in aula di tanto in tanto per vedere come stavo, ma l'avevo sempre ignorata. Sapevo che non era lei la colpevole, ma non riuscivo comunque a tornare in rapporti amichevoli con lei.

Inconsciamente sentivo che lei, l'estranea, era colei che aveva portato il caos nelle nostre vite.

La Maria Otonashi che vedevo in piedi sul palco aveva perso gran parte della sua precedente forma mistica. Il suo carisma, d'altra parte, era chiaramente intatto: aveva vinto le elezioni con maggioranza assoluta, il che era parte del motivo del perché fosse sotto i riflettori. Inoltre nessuno aveva dimenticato come le masse si fossero divise nello stesso modo di come Mosé divise il Mar Rosso quando aveva marciato verso Hoshii durante la cerimonia di ingresso.

La situazione era simile, quindi tutti si stavano segretamente aspettando che qualcosa di insolito accadesse.

Maria Otonashi ha iniziato il suo discorso inaugurale parlando in modo chiaro e distinto. E' riuscita a raggiungere il cuore del suo pubblico.

Per molto tempo una strana aria di ansia aveva preso sotto la sua morsa l'intera scuola; un'aria di ansia di cui tutti sembravano esserne a conoscenza. Vari incidenti bizzarri hanno sicuramente giocato un ruolo in questo (come l'incidente dell'omicidio o l'emergenza degli "Uomini-Cane"), ma noi non potevamo scrollarci di dosso la sensazione che qualcosa di molto più grave ci aveva afflitto direttamente—perché c'era qualcosa di sbagliato con le nostre memorie.

Siamo stati messi sottomessi al controllo di qualcuno e poi rilasciati.

E' difficile da spiegare perché non c'era alcun motivo concreto per questa sensazione, ma continuava comunque a seguirci come una maledizione. Tutti potevano percepire l'aria opprimente e tesa che riempiva la scuola. C'era un silenzioso accordo di non parlare mai di questa sensazione; la semplice menzione di tale soggetto era un tabù perché nessuno voleva parlarne.

Tuttavia Maria Otonashi frantumò quel silenzio nel suo discorso. Ha descritto la sensazione chiaramente e direttamente mentre ce la spiegava e ha anche proposto diversi metodi per sbarazzarcene. Il suo discorso è riuscito ad essere al tempo stesso sia pratico che teorico.

Era esattamente ciò che gli studenti stavano aspettando da tempo. Hanno ascoltato tutti attentamente il suo discorso con il fiato sospeso assicurandosi di non perdere nemmeno una singola parola.

Wow, è una ragazza impressionante, dissi a me stesso. Ma questo non riporterà indietro i miei amici, pensai poi. Pertanto il suo brillante intervento non mi lasciava la minima impressione duratura su di me.

"—Farò del mio meglio per assicurarmi che gli studenti di questa scuola possano ancora una volta godersi una fruttuosa vita scolastica. Io sono Maria Otonashi, la nuova Presidentessa del Consiglio Studentesco."

Gli studenti hanno cominciato ad applaudire, pensando che il discorso fosse finito, ma lei ha sollevato la sua mano per segnalare di voler continuare.

"Infine, vorrei fare un annuncio."

Con un brusco cambiamento di tono e di espressione, ha continuato:


"Kazuki Hoshino ed io ci sposeremo quando lui avrà raggiunto i 20 anni."


"...Cosa?" ho pronunciato, confuso dalla sua affermazione apparentemente causale ed improvvisa.

Tutti i presenti, inclusi gli insegnanti, erano completamente sconcertati.

"Ci sposeremo e saremo felici. Più felici di chiunque altro."

Comunque, in contrasto con le sue parole, lei stava piangendo.

Quasi tutti conoscevano lo stato attuale di Hoshii. Era anche ben noto che Maria Otonashi fosse la sua ragazza e si prendeva cura di lui ogni giorno.

"E tutto questo è per il bene della mia felicità!"

Si stava commuovendo? No. Il suo annuncio non era in alcun modo egoista, come uno poteva facilmente comprendere osservando la sua espressione addolorata.

In tal caso—

Il mio istinto mi diceva chiaramente cos'era.

Erano—le sue scuse a tutti noi.

Per qualche ragione, Maria Otonashi si sentiva responsabile per la strana atmosfera che permeava la scuola. Si stava disperatamente scusando. Stava disperatamente provando ad espiare i suoi peccati.

Hoshii deve essere stato quello che ha sofferto più di tutti a causa di quella strana atmosfera, e quindi la sua vita quotidiana era la più difficile da restaurare. Per sposarsi e diventare felici, era un requisito naturale per lui tornare prima normale.

In altre parole, Maria Otonashi aveva appena annunciato che avrebbe combattuto per restaurare anche la vita quotidiana più danneggiata di tutte.

Se ci fosse riuscita, avrebbe anche liberato noi tutti da questa sensazione inquietante.

Lei deve aver ritenuto che quello fosse il modo migliore per lei di espiare i suoi peccati. Ecco perché avrebbe avuto successo non importa cosa.

Sono sicuro che la maggior parte del pubblico presente non fosse in grado di cogliere gli elementi più sfumati del suo annuncio, ma guardare il suo viso ed ascoltare la sua voce era sufficiente a trasmettere il vero messaggio—che non era affatto egoista.


Le nostre vite quotidiane ritorneranno.


Con i pugni strettamente serrati e le lacrime agli occhi, Maria Otonashi si è inchinata a fondo davanti a tutti, e il pubblico presente è scoppiato in un fragoroso applauso.

Quello è stato il punto di svolta per me.

Mentre l'applauso continuava, il velo che mi aveva coperto si è sollevato in un istante. Il mio petto si è riscaldato e quel calore ha rimesso in moto il mio cuore ormai congelato.

Thump! Thump!, non sentivo il mio battito cardiaco così chiaramente da un'infinità di tempo.

Ah, capisco...

Anche io volevo essere perdonato. Per tutto questo tempo ero stato incapace di perdonare me stesso per aver fallito nell'aiutare i miei amici nel momento del bisogno. Quello era il motivo principale del velo scuro che c'era sopra il mio cuore.

In quel momento ho capito che dovevo trovare un modo per espiare—che non sarei stato in grado di andare avanti fino a quando non avessi perdonato me stesso.

Ero determinato più che mai a scoprire come espiare correttamente i miei peccati.


Maria Otonashi sarebbe stata in grado di affrontare l'atmosfera opprimente a scuola, ma nessuno dei miei amici sarebbe tornato indietro mentre ero al liceo. Ma pur essendo ancora da solo, ho smesso di passare tutto il mio tempo come uno zombie.

Sforzandomi di espiare i miei peccati, ho messo il massimo impegno in tutto quello che facevo. Ho voluto rendere al meglio nel tempo residuo, anche se non ne sarebbe conseguito nulla. A seguito della mia rinnovata determinazione e come asso della nostra squadra, ho guidato la nostra squadra di baseball di secondo livello fino al torneo delle finali quell'Estate.

Dopo essermi displomato al liceo, sono entrato all'Università. Ho scelto la Waseda University; i miei voti non erano nemmeno minimamente vicini agli standard per entrare, ma miracolosamente ho ricevuto una raccomandazione dalla loro squadra di baseball, probabilmente proprio a causa della mia prestazione nel torneo estivo.

Ma anche se alla fine sono stato accettato, sono chiaramente uno dei membri inferiori della squadra di baseball. Gli altri membri che si sono allenati e hanno rafforzato i loro fisici nei migliori licei, mi superano facilmente in fatto di pura potenza. Di conseguenza non possono nemmeno star loro appresso durante gli allentamenti. In realtà sono così pessimo a loro confronto che il nostro supervisore mi ha suggerito sottilmente di diventare il manager della nostra squadra. A giudicare dalla sola abilità, potrei finire i miei quattro anni qui senza nemmeno giocare una volta in una partita ufficiale.

Ma mi sta bene comunque. Ho intenzione di dedicare tutti i miei quattro anni dell'Università al baseball, anche se non avrò grande successo.

"Usui! Usa quel tuo dannato fisico quando lanci!" mi urla all'improvviso il nostro allenatore, Miyashiro, mentre mi sto allenando. E' il tipo di signore che ti aspetteresti di trovare alle corse dei cavalli, non in un campo baseball, quindi difficilmente lo si riconoscerebbe come l'allenatore se non fosse per la sua uniforme. E' l'unico che ha qualche buona aspettativa verso di me.

"...Posso chiederle una cosa?"

"Si? Che cos'è?"

"Perché mi ha nominato per una raccomandazione? Voglio dire, c'erano un sacco di giocatori migliori per lei tra cui scegliere."

"Chi ti ha detto che ho nominato te? Beh, non importa. Perché ti ho scelto, mi chiedi? Non ho intenzione di dirtelo se stai cercando soltanto qualche conforto per il tuo gioco di merda!" mi risponde.

"No, voglio solo sapere quali lei pensa siano i miei punti di forza. Se possibile, mi piacerebbe lavorare su di essi per migliorarli."

"Mmm... Bene, immagino che sia okay allora" dice mentre si gratta la testa. "Beh, i tuoi lanci sono piuttosto buoni per un ragazzo con il tuo fisico mingherlino. Sto dicendo che infondo hai del potenziale lì."

"Ma a causa del mio fisico ho difficoltà a tenere il passo durante gli allenamenti."

"Piuttosto severo in autocritica, eh? Ma non sembri affatto depresso. Hmph... ecco l'altro motivo. I tuoi occhi."

"I miei occhi? Perché traboccano di entusiasmo?"

"Sbagliato. Anche se fosse così, si potrebbero trovare un'infinità di giocatori con entusiasmo da vendere. In realtà, non riesco a vedere una minima traccia di ambizione nei tuoi occhi, anche se quello è qualcosa che ogni professionista dovrebbe avere. Diamine, sembra che tu sia fermamente deciso sul baseball. Ma sei una merda."

"Merda...?"

"Ma," aggiunge mentre si gratta la barba, "hai gli occhi di qualcuno che conosce la disperazione."

Rimango in silenzio.

"Ciò ti impedisce di perderti d'animo ad ogni battuta d'arresto, e non diventi nemmeno ansioso durante i tornei. In realtà lo hai dimostrato anche durante le selezioni, ricordi? C'erano giocatori migliori di te ovunque intorno a te, ma non te ne è fregato un cazzo."

E' vero che non presto più attenzione alle abilità delle altre persone. Non importa degli altri; alla fine tu puoi solo fare il tuo meglio.

"Conosco un tizio con occhi simili. Era un lanciatore ma ha dovuto smettere perché si è infortunato ad una spalla durante una partita al Koushien Stadium[8]. La prese così male che avevo paura si sarebbe potuto suicidare in qualsiasi momento, quindi l'ho convinto ad unirsi alla nostra squadra di baseball qui. Quel ragazzo si allenava ogni giorno fino al punto di svenire, ma una volta che era alla battuta in un incontro giuro che avrebbe potuto colpire quelle palle come un pazzo. Le sue oscillazioni erano così possenti che una volta gli ho chiesto quale fosse il suo segreto. Vuoi sapere cosa mi ha detto?"

L'allenatore Miyashiro sorride.

"Perché non morirò se la manco."

Sospira profondamente.

"Che ne pensi? Io onestamente non l'ho capita, ma il mio istinto mi dice che tu hai un'idea, no?"

"...Come se la passa quella persona ora?"

"Lasciami pensare, quante centinaia di milioni di yen all'anno guadagnava?"

Capisco. Ha un'alta opinione di me perché riconosce quel giocatore in me, non a causa della mia abilità. Ma non voglio perdermi d'animo per colpa di ciò.

Mi abbasso e raccolgo la mia palla.

"Quel giocatore aveva semplicemente talento", osservo.

"Immagino sia così. Pensavo che anche tu potresti rivelarti capace, ecco tutto. Non so se hai effettivamente del talento. Sei deluso?"

Pongo le mie dita guantate sulle cuciture della palla.

"Allenatore... c'è un tizio che non ho potuto raggiungere in tutta la mia vita."

"Hmm? Deve essere piuttosto una bestia se dici così. Voglio dire, non ti reputi inferiore nemmeno a Yoshino tu, no?"

Yoshino è un lanciatore che ha rifiutato di diventare un professionista per entrare nel nostro club e giocare a baseball all'Università.

"Un professionista? Qual è il suo nome?"

Rispondo:

"Daiya Oomine."

"...Mai sentito parlare di quel tizio."

"Ciò non mi sorprende. Ma è sempre stato il mio modello."

Dopo aver calmato il mio respiro, sollevo il braccio e faccio pressione sulla mia gamba sinistra. Un forte impulso attraversa il mio corpo, dritto fino alle punta delle dita della mia mano destra. I miei muscoli vibrano mentre il mio corpo si prende cura del resto; il mio braccio fa un potente tiro verso il basso.

Un rapido fischio echeggia attraverso il campo mentre il mio tiro tagliante attraversa l'aria.

"Oh, a proposito di dare forza al tuo lancio! Ora si che ragioniamo!"


Sin dall'annuncio di Maria Otonashi, ho dato sempre tutto me stesso. Ho continuato a correre dritto davanti a me senza nemmeno sapere dove fossi diretto.

Ho iniziato a vedere dei risultati. Sto finalmente iniziando a capire ciò che mi mancava.

Perché non ero in grado di dare alcun aiuto?

—Perché mi mancava la "determinazione".

Ho sempre guardato dall'esterno ed evitato di essere coinvolto direttamente. Ho anche evitato di immischiarmi troppo a fondo negli affari di Daiyan e Kiri. Ho creduto che quella era la giusta distanza da mantenere per evitare di fare del male a qualcuno. Ero sotto l'impressione che avrei potuto distruggere tutto se non mi fossi mantenuto ad una certa distanza.

Beh, è interamente possibile che le mie preoccupazioni fossere ben fondate, ma non importa! Potrei anche aver ormai distrutto tutto!

Avrei potuto anche aver portato via Kokone Kirino da Daiya Oomine.

Non si può provocare un cambiamento senza coraggio e determinazione. Non riuscire a rendermi conto di questo quando era importante è stato il mio fallimento.

Daiya Oomine—lui ha sempre avuto quella determinazione. Non posso dire che avesse ragione a trascurare la sua stessa felicità, ma lui aveva la determinazione di seguire le sue decisioni. C'è un sacco che posso imparare da lui.

Sin da quando ci siamo incontrati per la prima volta, non sono mai stato in grado di superarlo.

"Perché non morirò se la manco."

Riesco totalmente a capire le parole di quel tizio. Noi non moriremo solo perché i nostri sogni e i nostri sforzi si dimostrano futili, né abbiamo bisogno di disperazione. Entrambi abbiamo affrontato una così grande disperazione che ormai non abbiamo più paura degli ostacoli che si trovano davanti a noi. Possiamo facilmente scommettere anche quando gli altri sono troppo spaventati per decidere un testa o croce.

Daiyan. Ho finalmente scoperto come posso eguagliarti. Ma a differenza di te, non sacrificherò me stesso. Troverò il mio proprio genere di determinazione.

Solo quando avrò trovato la risposta a questa domanda sarò in grado di perdonarmi per il mio non agire.

C'è più di un anno fino al giorno promesso da Maria Otonashi.

Fino ad allora troverò sicuramente il mio proprio genere di determinazione. Quel momento sarà l'attimo in cui il mio desiderio si avvererà.


+++ Kokone Kirino (16 anni), 23 Settembre +++[edit]

Quando Daiya è finalmente arrivato all'ospedale dove mi stavo riprendendo dalla mia ferita auto-inflitta, aveva ormai già lasciato la scuola. Aveva rimosso i suoi piercing e tinto di nuovo i capelli al loro colore nero naturale. Quando mi ha trovato nel mio letto d'ospedale, mi ha fatto un tenero sorriso e mi ha accarezzato la guancia.

Tuttavia, non ho potuto vedere il ragazzo spensierato ed amorevole che era una volta. Daiya non era più innocente.

Ho avvolto con cura le mie mani intorno alla sua. Mmm... non voglio dimenticare questo tocco.

Quando ho lasciato la sua mano, l'ha tirata indietro. Quello è stato sufficiente per me per comprendere cosa aveva in mente di fare.

"Hai intenzione di lasciarmi di nuovo sola."

Con occhi spalancati, Daiya mi ha dato un sorriso sbilenco. "Non ti posso nascondere nulla, eh Kokone?"

"Dove pensi di andare questa volta?"

Daiya mi ha sorriso vagamente. "Non lo so."

"Non lo sai...?"

"So cosa è importante per me ora: essere al tuo fianco. Kazu me lo ha insegnato con le cattive."

"Allora resta qui con me, stupido..."

Delicamente ha scosso la testa.

"...Sono sicuro che capisci, Kokone. Ho commesso troppi peccati. Ho giocato con, e rovinato, il futuro di un sacco di gente. Finché non espierò tutti questi peccati, non posso stare al tuo fianco. Ma non so come espiarli. Ecco perché devo andare alla ricerca di un modo per assumermi la mia responsabilità", mi ha spiegato Daiya abbassando lentamente lo sguardo. "Continuerò a cercare. Forse ci vorrà un anno, forse ce ne vorranno dieci, e forse non ci riuscirò mai. In ogni caso, dovrò portare questo fardello per tutto il resto della mia vita."

"Daiya…"

"Ma posso prometterti una cosa."

Mi ha baciata.


"Tornerò da te, Kokone."


Quando le nostre labbra si sono separate, non ho potuto fare a meno di piangere.

"Promettimelo!" ho detto.

"Si."

"Devi tornare da me!"

"Si."

Daiya ha asciugato le mie lacrime con le sue dita.

"Non fallirò di nuovo con te."



Ha detto che non avrebbe rifatto lo stesso errore ancora una volta.

Mi ha promesso che sarebbe tornato da me.

Ma la volta successiva che ho visto Daiya giaceva su un letto d'ospedale e aveva innumerevoli macchinari medici attaccati al suo corpo.

Era stato pugnalato alla schiena da una fanatica ragazza della scuola media (che è stata immediatamente arrestata) ed era finito in terapia intensiva. Anche se era sfuggito alla morte, la grave perdita di sangue gli aveva causato dei danni cerebrali e spento totalmente la sua coscienza.

Daiya non era cosciente. Un ventilatore pompava aria nei suoi polmoni attraverso la trachea e due tubi erano collegati al suo naso. Potevo sentire il suono del ventilatore che si gonfiava e sgonfiava al segnale acustico dell'elettrocardiogramma.

Nell'attimo in cui l'ho visto in quelle condizioni sono scoppiata in lacrime. Anche se il suo petto andava su e giù e i suoi occhi occasionalmente sbattevano le palpebre, non mi sembrava nemmeno più umano. Era un essere vivente travestito da Daiya.

Era trascorso un mese ma era ancora in coma.

I genitori di Daiya lo visitavano quasi ogni giorno, anche se non erano più in buoni rapporti con lui a causa dell'incidente che aveva coinvolto me e Miyuki Karino. Un sacco di persone gli sono venute a fare visita: Haru, Kasumi, i nostri compagni di classe, Maria Otonashi, Yuuri Yanagi, Iroha Shindou, Miyuki Karino e anche Riko Asami, che aveva trovato lavoro in una fattoria in Hokkaidou. Anche alcuni dei suoi ex credenti sono venuti a fargli visita, ma a differenza della ragazza che lo ha pugnalato, loro erano tornati alla normalità. Comunque, non importa chi gli venisse a fare vista, le condizioni di Daiya non cambiavano. Non mostrava alcuna reazione.

Contro il volere delle nostre famiglie, ho lasciato la scuola per trascorrere più tempo al fianco di Daiya. Credevo che fargli ascoltare la mia voce era il modo migliore per riportarlo indietro.

Tuttavia Daiya non mostrava il minimo segno di recupero, non importa quanto tempo passassi a parlargli. Guardandolo tutto il giorno ho notato che c'erano dei momenti in cui mostrava dei segni di vita, ma erano solo deboli segni e nulla di tangibile. Il fatto cruciale non cambiava; era ancora solo un guscio inumano.

Col passare del tempo le sue possibilità di recupero sono affondate gradualmente e la mia paura che non si risvegliasse più cresceva di giorno in giorno. L'ansia rosicchiava la mia speranza come una bestia affamata.

Ho iniziato lentamente a perdere vitalità... finché non sono diventata completamente inespressiva.


Da allora è trascorso un altro mese e si è fatto Novembre. Ero così depressa che perfino io me ne rendevo conto. Infatti il medico di Daiya mi suggerì anche di parlare con uno psichiatra.

Asciugavo le lacrime di Daiya con una garza. Ovviamente quelle lacrime erano corse giù dalla sua guancia solo a causa di riflessi e non hanno nulla a che fare con emozioni reali. Improvvisamente, mentre stavo pulendo la sua faccia, un pensiero mi ha attraversato la mente.

Potrebbe essere che è questo il modo con cui ha intenzione di espiare i suoi peccati? Si è imposto questa punizione su se stesso per farsi perdonare per i suoi peccati?

Se questo è vero, è proprio un egoista, pensai. Mi sta trascurando.

Misi una mano sul basso ventre e toccai la cicatrice che probabilmente mi accompagnerà per il resto della mia vita. E' il posto dove mi ero pugnalata con un coltello perché credevo di poter salvare Daiya.

"Non mi importa se muoio purché Daiya sia felice."

Allora lo pensavo dal profondo del mio cuore. E lo penso ancora. Sono disposta a sacrificare me stessa per Daiya in qualsiasi momento.

Forse era un peccatore. Forse doveva affrontare i suoi peccati. Ma c'era un motivo valido perché lui dovesse portare questo fardello per conto suo? Non poteva passare parte di esso ad altre persone come me? Non c'era nient'altro che potesse fare per essere perdonato?

E' così quindi? E' per questo che è finito in questo stato?

Si..., pensai tra me. Il mondo è sempre stato crudele, e io lo so bene. Quella crudeltà è scolpita sulla mia schiena.

In tal caso—

"Basta."

Abbiamo visto abbastanza di questo mondo.

Tirando via i macchinari medici attaccati a Daiya, avrei potuto far cessare le sue funzioni corporee facilmente. Facciamolo, pensai. Andiamo alla fase successiva. Forse la sua anima mi sta già aspettando in Cielo.

In tal caso, basta farlo!

Afferrai i tubi collegati al suo naso.

Basta tirarli via ed è finita. Nessuno mi incolperà. No, anche se lo facessero, tanto seguirò Daiya.

...Ti senti solo, Daiya, non è vero? Mi dispiace, ma sarò da te fra poco!

"Uh … gh…"

Tuttavia, non riuscii a tirare via quei tubi e li lasciai.

Non importa quanto potesse sembrarmi inumano quel guscio davanti a me, aveva ancora l'aspetto di Daiya. Non c'era modo che potessi mettere fine alla sua vita quando c'era ancora una minima possibilità che lui si risvegliasse, non importa quante poche fossero tali possibilità.

Sapevo che stavo semplicemente prolungando lo stato delle cose perché avevo paura di porre fine a tutto, ma non riuscivo ad evitarlo.

Sono così debole.

Non c'è niente che possa fare.

Caddi sul corpo denutrito di Daiya e piansi fino all'esaurimento.


Due mesi passarono e arrivò il nuovo anno, ma Daiya ancora non mostrava alcun segno di recupero. Riprendeva a respirare da solo di tanto in tanto, ma mi era stato detto che aveva poco a che fare con il riacquistare coscienza. Il dottore di Daiya era stato molto pessimista riguardo il recupero di Daiya sin dall'inizio, ma ormai era diventato molto franco recentemente. I genitori di Daiya credevano ancora che sarebbe tornato, ma avevano anche loro cominciato ad avere dei dubbi. Mi avevano anche chiesto se avessimo dovuto concedergli una morte indolore.

Non è strano?, pensai. Lo hanno fatto suonare come se il corpo di Daiya fosse tenuto in vita soltanto a causa del mio egoismo. Anche se ero io quella che voleva più di tutti liberarlo!

"Farei qualsiasi cosa per te."

Quella non era una bugia, ma il mio tentativo di suicidio insieme era fallito. Non sapevo se fosse giusto mettere fine alla sua vita con le mie mani. No, anche se fosse stato giusto, non sarei mai stata in grado di farlo.

Ma c'era qualcosa che avevo notato.

Mentre non riuscivo a porre fine alla vita di Daiya, avrei potuto facilmente porre fine alla mia.

Sono sicura che Daiya mi sta aspettando in Cielo e se anche non sarà lì significherà semplicemente che è sopravvissuto, quindi ancora meglio.

Che brillante idea! Mi chiedo perché non ci ho pensato prima?


Il giorno successivo, ho portato un coltello con me a fargli visita.

Stavolta non mi sarei pugnalata allo stomaco; mi sarei tagliata la gola e sarei andata ad incontrare Daiya.

I miei piani di suicidio mi avevano fatto completamente passare di mente una cosa però. Maria Otonashi aveva detto che sarebbe venuta a far visita a Daiya quel giorno.

Lei è colei che ha mantenuto il corpo di Daiya in vita fornendo un primo soccorso e chiamando l'ambulanza quando è stato pugnalato. Lei sembra averlo dimenticato, ma i verbali non mentono.

Le ero grata per questo. Ma per qualche motivo, non riuscivo più a socializzare con lei come facevo prima.

Maria Otonashi aveva portato un carillon e lo teneva vicino alle orecchie di Daiya. A quanto pare c'era stato un caso in cui un carillon era riuscito a far risvegliare un paziente dal coma. Beh, è inutile comunque, ho pensato, visto che dubitavo che avrebbe reagito a qualcosa del genere non avendo mai reagito alla mia voce.

Vattene e basta, così posso morire.

"…Kirino."

Tutto ad un tratto Maria Otonashi mi dà un forte abbraccio.

"Huh?"

Sembro così depressa?

...No, lei non mi ha dato un abbraccio—lei stava esaminando le mie tasche.

"Ah…"

Ha tirato fuori il mio coltello dalla sua fodera in pelle e ha sospirato profondamente mentre lo guardava.

"Mi stavo chiedendo perché fossi così ansiosa, ma certo non mi aspettavo questo... Cosa avevi intenzione di—No, non dirmelo. Posso immaginarlo."

Il suo atteggiamento onniscente mi ha fatto traboccare all'istante.

—Come se tu potessi capire come mi sento!

"Ridammelo!" le ho gridato istericamente. "Ridammelo, ridammelo, ridammelo!"

Sapevo che tutto quel rumore avrebbe attirato le infermiere da un momento all'altro, ma non ero in grado di ritrovare la mia compostezza e mi sono scagliata contro Maria.

Il mio attacco ovviamente è stato inutile. Lei rapidamente mi ha aggirato e mi ha immobilizzato con una presa.

"Piantala! Lasciami! Ridammi il mio coltello!" le ho gridato e, incapace di sopprimere le emozioni, ho continuato in lacrime: "E' l'unico modo! L'unico modo per rivedere Daiya è la morte!"

"Gesù! Perché siete così voi due?!"

"Cosa?!" ho gridato in risposta.

"Rispetto la determinazione tua e di Oomine, ma sacrificare voi stessi per l'altro è semplicemente sbagliato. Non ha senso. Ciò vi renderà entrambi infelici, perché Daiya è solo preoccupato della tua felicità e tu della sua. Hai dimenticato quanto hai sofferto quando le vostre posizioni erano invertite?! Perché non riesci a mettertelo nella testa, santo Cielo!"

Il suo tono convincente mi ha fatto sussultare, ma continuai comunque:

"Parli proprio tu! Chi sta sacrificando se stessa per Kazu-kun in questo momento, hmm?!"

"Io ero solita essere la manifestazione stessa del sacrificio di sé, ma ciò che è passato è passato. Sto con Kazuki per il mio bene. Anche Kazuki ha bisogno di me e non può essere felice senza di me. Io non sto più sacrificando me stessa, né potrei" mi ha ribattuto.

Ho continuato a guardarla accigliata.

"Sai perché stai facendo l'errore di sacrificare te stessa?" mi ha chiesto. "Io ero come te una volta, ecco perché posso dirlo". E poi freddamente ha dichiarato:

"E' perché sei una debole. E' perché non riesci ad affrontare la realtà."

"O-Ovviamente non riesco ad affrontare la realtà! Come potrei vivere con il fatto che Daiya—la persona che amo, è un dannato vegetale?! Lui è tutto per me! Il mondo ha preso tutto da me! Cos'altro mi resta da fare?!" le ho gridato: "Cosa diavolo potrei mai fare?!"

Pensavo che non sarebbe stata in grado di rispondere alla mia domanda. Pensavo che non esistessero delle risposte a quella domanda.

Maria Otonashi, tuttavia, mi ha risposto senza esitazione.

"Credere nel recupero di Oomine."

Mi sono morsa le labbra.

Lo fai sembrare facile!

"Cosa c'è da credere?!" le ho gridato. "So quanto terribile sia questo mondo, oh si che lo so. Quanto pensi che abbia già perso? Come diavolo posso credere in un miracolo?!"

"Non ti ho mai detto di credere nel mondo. So bene quanto te che il mondo non ascolterà le nostre preghiere."

"Ecco! E allora risparmiami le tue inuti—"


"Ma io credo in Kazuki."


"Cosa? Che stai—"

"So che Kazuki non mi lascerebbe mai da sola, credo dal profondo del mio cuore che lui tornerà nella mia vita."

"...P-Perché... come puoi esserne così fiduciosa...?"

Giusto. Maria Otonashi era nella mia stessa situazione. Lei doveva essere disperata almeno quanto me, eppure sembrava piena di speranza.

Perché? Qual era la differenza tra me e lei?

"Tu non credi?"

—Aah, la nostra differenza era perfettamente ovvia.

"Tu non credi che Oomine non ti lascerebbe mai così?"

Lei aveva fede nel suo amato.


"Tornerò da te, Kokone."


Daiya mi ha fatto una promessa.

Comunque, io non credevo nelle sue parole nemmeno un po'. Anche peggio, ho provato ad uccidermi, io che sono il tesoro più grande che ha.

Quanto male avrei fatto a Daiya?

"Io... Io—"

Ma ad essere onesti, non riuscivo ad essere così ottimista. Non credevo che i suoi sentimenti per me fossero sufficienti a riportarlo indietro.

"...Daiya... cosa dovrei—huh?"

Daiya stava piangendo. Stava piangendo in silenzio.

Solo un altro riflesso?, mi sono chiesta. ...Impossibile. Non si sarebbe verificato con un tempismo così perfetto.

"Ah…"

La mia voce doveva averlo raggiunto. Ma poteva soltanto guardare ed incolpare se stesso per come stessi diventando sempre più depressa, fino ad arrivare a suicidarmi. Quanto orribile e mortificante era quello?

Non avevo notato nulla di tutto questo e ho quasi portato via da lui la cosa che lui amava di più, ignara di quanto crudele fossi.

Senza di me, il filo che stava a malapena collegandolo al mondo dei viventi sarebbe venuto meno. Non si sarebbe mai più risvegliato.

Alla fine l'ho realizzato.


"Daiya ha bisogno di me."

Proprio come io avevo bisogno di lui.


"Mi dispiace", per essere stata cieca verso qualcosa di così semplice, "Mi dispiace...!"

Mi sono aggrappata al corpo di Daiya e ho pianto dal profondo del cuore.

Maria Otonashi ha aspettato in silenzio che mi calmassi. Si è assicurata di ricaricare il carillon che aveva portato per avvolgermi nella sua dolce melodia.


Un anno e mezzo è passato da allora. E' Luglio adesso.

Ho sentito che Maria Otonashi è stata eletta Presidentessa del Consiglio Studentesco e ha annunciato il suo fidanzamento con Kazu-kun.

Nessun altro potrebbe rendersi conto di questo, ma io posso dire che lei deve essere diventata incredibilmente forte per non perdere la sua fede in Kazu-kun. Infondo guardarlo ogni giorno e non ottenere la minima risposta è uno sforzo straziante.

Quindi, ho trovato il suo annuncio particolarmente stimolante.

"Daiya", dico mentre gli dò un colpo alla schiena. Non c'è alcuna risposta, naturalmente.

Il suicidio non è più un'opzione—perché io credo in lui. Ci sono ancora giorni in cui perdo la speranza, ma è naturale, dato che anche Maria Otonashi viene usurata da questo.

Ricarico il carillon che una volta lei ha portato qui e lo lascio suonare.

Ultimamente sono diventata io quella che cerca conforto in questa sinfonia.

"Sigh...", sospiro.

Anche ora che Maria Otonashi mi ha aiutato a vedere la luce, sono ancora incapace di allontanare la mia ansia sul destino. Sento ancora il mondo come un posto crudele.

Comunque, sto cambiando—lentamente ma inesorabilmente.

Sto cambiando perché inizio a credere nelle persone.


Mancano poco più di due anni fino al giorno della promessa di Maria Otonashi.

Prima di allora voglio diventare la ragazza allegra che ero una volta.

Ecco il mio desiderio.


"Il tuo desiderio è lo stesso, no, Daiya?" dico con un sorriso che, se posso dire così da sola, è privo di qualsiasi emozione negativa.

All'improvviso noto che gli occhi di Daiya stanno guardando il mio sorriso. C'è un'intelligenza dietro quello sguardo per la prima volta da tanto tempo.

"Eh...?"


+++ Kazuki Hoshino (19 anni), 3 Ottobre +++[edit]

─────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────Capacità di pensiero ripristinata. All'improvviso. Informazioni esterne non processabili fino ad ora. Caos nella mia testa. Ero qui ma la mia coscienza era molto lontana. Ho provato a controllare il corpo, ma il corpo non reagiva. Il corpo operava per conto suo ed era indipendente dalla mente.

Ma ora posso controllare il corpo. Ma non liberamente. Come utilizzando un telecomando. Di tanto in tanto mi capita anche di premere il pulsante sbagliato.

Anche se nel caos, ero in grado di riacquistare la conoscenza del linguaggio. Perché qualcuno mi parlava. Anche la conoscenza generale è stata recuperata. Tuttavia, la mia memoria è frammentata e non sembra essere mia. E' sparsa qui e là come un puzzle e non riesco a rimettere assieme i pezzi. Non so nemmeno se potrò mai farlo.

Provo a camminare per la casa. Non c'è nessuno qui. Nemmeno mia sorella Luu-chan è qui. A pensarci bene, lei piange spesso dicendo che non sono più io. Di conseguenza, ho sempre pensato che questo corpo non aveva nulla a che fare con me. Pensavo di star guardando uno strano video. Ma questo è sbagliato. Io sono io. Alla fine l'ho realizzato.

Vado in cucina. Apro la dispensa e mangio dei biscotti in scatola. Ero in grado di mangiare anche quando non ero io. Penso che mia madre mi chiedeva sempre se aveva un buon sapore, ma non lo sapevo. Sapevo solo che le cose piccanti mi fanno ahi. Odiavo il riso che mangiavo tutti i giorni. Era sciatto e non aveva alcun sapore. Ho mangiato solo dolci. Perché "dolce" era l'unico gusto che capivo. Un giorno, mia madre ha spruzzato del "Furikake[9]" sul mio riso. All'improvviso aveva gusto e mi è piaciuto il riso. Il condimento è come magia.

Mentre aspetto all'entrata, la porta si apre. La persona in piedi lì mi guarda con sorpresa—probabilmente perché non lascio quasi mai la mia stanza—ma poi sorride.

E' la donna che vive nella mia stessa stanza. Ha un buon odore e mi sento felice quando la vedo. "Sono tornata, Kazuki. Sono andata a vedere Usui oggi. Non crederesti mai a quanto muscoloso è diventato!". Non so cosa si intenda con 'Usui', ma annuisco un paio di volte. Improvvisamente la donna spalanca gli occhi. "...Riconosco qualcosa nei tuoi occhi. Capisci cosa sto dicendo?". Annuisco ancora. Con una faccia tutta rossa all'improvviso, la donna grida alla mia famiglia. Ma loro non sono qui. Dovrei dirglielo? Ci provo ma fallisco perché i miei pensieri non possono essere tradotti in parole. Riesco solo a fare dei rumori senza senso.

La mia testa si sente confusa come se il contenuto fosse stato gettato in un frullatore. Riportare tutto a posto è molto difficile.

Ma ricordo la parola più importante.

Maria.

Ecco il nome di quella donna.


La mia famiglia è felice circa il ritorno del mio pensiero cosciente. Maria anche è felice. Ma io ancora non posso parlare.

Hanno cominciato a parlarmi ancora di più. In precedenza, tutti tranne Maria sembravano addolorati quando parlavano con me, ma recentemente sembrano un po' più felici. Anche io sono felice.

Trascorro la maggior parte del tempo nella stessa stanza. Finché nessuno mi chiama, non lascio la mia stanza. Maria vive con me nella stessa stanza, ma non mi ricordo quando è cominciato. Non penso che sia normale per qualcuno che non è parte della mia famiglia di vivere con me, ma la mia famiglia non dice nulla, quindi suppongo che sia okay. Ma ogni volta che sento il suo respiro sul letto sopra il mio, il mio cuore comincia a battere e penso che non dovremmo dormire nella stessa stanza, dopotutto.

Maria e la mia famiglia stanno provando spesso a farmi uscire di casa, soprattutto ora che ho riacquistato la mia capacità di pensiero.

Ma io odio andare fuori. C'è troppa luce. Ci sono troppi colori. Informazioni di ogni genere entrano nei miei occhi e riempiono la mia testa. Prima o dopo vengo sopraffatto e la mia testa comincia a farmi male. Quando Maria mi costringe ad andare fuori e comincio a lamentarmi a voce alta, mi lascia tornare in camera mia. Ma ogni volta che lo faccio, Maria sembra molto triste. Lei non dovrebbe provare a portarmi fuori se ciò la rende triste.

C'è una cosa che Maria mi dice ogni giorno.

"Ti sposerò."

Sposarsi. So ciò che quelle parole significano. Vogliono dire diventare una famiglia. Le persone che si amano l'un l'altra lo fanno. Ma non capisco; se viviamo comunque insieme, perché sposarci?

"Ma non ti obbligherò. Non ci sposeremo finché tu non lo desidererai onestamente."

Dice anche questo ogni giorno.

"Né ci sposeremo finché non avrai recuperato la tua vita quotidiana."

Anche quello. Sono stufo di sentirlo.

Non capisco realmente di cosa sta parlando, ma mi fa arrabbiare. Mi dà degli ordini senza alcun motivo, dicendomi di fare qualcosa di molto difficile.

Quando le do un segno di risposta freddo, Maria all'improvviso sembra estremamente triste. Più triste che mai.

Per tutto il resto di quel giorno il mio petto mi duole per chissà quale motivo. Mi fa male così tanto che non riesco a dormire e delle lacrime cominciano a scendere dai miei occhi. Maria si accorge che sto piangendo e scende dal letto superiore per abbracciarmi. "Che c'è che non va?". E mi calmo. E' calda. Voglio restare così.

Alla fine, noto che sono così triste a causa dell'espressione estremamente triste di Maria che ho visto oggi. Non voglio assolutamente vederla a quel modo. Quando Maria è triste, anche io sono triste.

Cosa dovrei fare per impedirle di divenire triste?

Probabilmente dovrei ascoltare tutto ciò che mi dice. Se le do ascolto, alla fine ci sposeremo come lei desidera. Se ci sposiamo, Maria potrebbe sorridermi per sempre.

Quando immagino questo, improvvisamente mi sento felice.

In tal caso, sono disposto a fare cose che mi faranno un po' male.


Ho dunque iniziato ad uscire di casa attivamente. Perché Maria voleva che io uscissi all'esterno.

Quando io e Maria camminiamo insieme all'aperto, molti nostri vicini si avvicinano a noi. Penso di conoscerli, ma mi ricordo a malapena di aver parlato con loro. Dicono che sono preoccupati per me e che mi augurano il meglio, ma le loro parole non sono come quelle di Maria e della mia famiglia. Non sono oneste. E mi guardano con occhi cattivi. Sono sicuro che mi guarderebbero allo stesso modo se ballassi nudo di fronte a loro. Questo mi fa sempre arrabbiare e il più delle volte quando non riesco più a controllare la mia rabbia, Maria mi guarda negli occhi e dice: "E' abbastanza per oggi, rientriamo?"

Non ho solo paura delle persone che conosco; anche gli estranei mi spaventano. La maggior parte di loro mi ignorano o distolgono lo sguardo, ma alcune persone ci danno degli sguardi strani. Mi sento molto a disagio quando succede. A differenza di quando Maria e la mia famiglia mi guardano, non capisco quello che stanno pensando. Potrebbero tentare di uccidere me o Maria in qualsiasi momento. Ogni volta che quel pensiero mi attraversa la mente, non riesco più a muovermi. Maria allora dice gentilmente "va tutto bene".

Le persone non sono gli unici ostacoli fuori. Ho paura delle cose grandi che corrono a velocità incredibili perché sicuramente morirei se venissi colpito da una di esse. Non riesco a capire perché sono l'unico che sembra preoccuparsene. In realtà la mia memoria mi dice che una certa "Mogi-san" ha passato dei grossi guai quando una di quelle cose grandi l'ha colpita. So anche come dato di fatto che molte migliaia di persone muoiono ogni giorno a causa loro. Perché nessuno sembra preoccuparsene? Ogni volta che un'auto o una moto mi passano vicine, stringo la mano di Maria. Lei di solito me la stringe a sua volta e mi sorride.

Ma i treni sono ancora più spaventosi delle strade. Sono scatole gigantesche con un sacco di persone all'interno. Così tante che i loro corpi si toccano. Sono schiacciato da un fiume di informazioni. I miei pensieri non riescono più a tenere il passo. Non riesco a pensare circa dozzine di persone allo stesso tempo. Conosco quella persona laggiù e mi sono dimenticato di essa? Quello smartphone è davvero così interessante? Tutti loro devono pensare diverse cose come faccio io. Tutti loro devono avere le proprie vite. Ogni volta che inizio a pensare a questo modo, la mia testa si sente come se stesse per scoppiare. "Non preoccuparti delle altre persone" mi dice Maria, ma non è possibile. Non so come distinguere le informazioni importanti da quelle superflue. Provo sempre a sopprimere la voglia di urlare, ma ho un limite. Ogni volta che si avvicina il mio limite, Maria mi permette di scendere alla stazione successiva e mi strofina la schiena finché non mi calmo.

Maria sa sempre quello che voglio anche se non riesco a parlare. Lei è incredibile. Sto iniziando a pensare che lei possa leggere la mia mente.


Giorno dopo giorno ci alleniamo ad andare fuori. Maria mi ha detto che funge da ottimo stimolo per me. E' vero che sono diventato più abile a controllare me stesso. I miei pensieri sono diventati un po' più organizzati. Anche la mia memoria si sta riconnettendo e torna alla normalità più spesso.

Comunque, andare a fare passeggiate regolari con me non è l'unico obiettivo di Maria. Lei prova a portarmi da qualche parte, ma siamo sempre dovuti tornare indietro a causa dei miei limiti.

Infine, un giorno Maria mi dice:

"Ci siamo!"

E' un ospedale. Vado regolarmente all'ospedale, ma questo è molto più grande di quello. Maria tira fuori il suo smartphone e chiama qualcuno. Dopo un po' una donna con i capelli lunghi appare.

"Kazu-kun!" dice raggiante verso di me.

A quanto pare, dovremmo conoscerci... Hmm? Penso di conoscerla bene. Sembra molto più magra di quanto mi ricordassi, ma le sue palpebre truccate lo rendono evidente.

E' Kokone Kirino.

Nel momento in cui mi ricordo il suo nome, un forte dolore mi trafigge. Devo averle fatto qualcosa di orribile.

"Sembra che ti abbia riconosciuto. Sembra essere molto dispiaciuto." dice Maria.

"Davvero? Sono sorpresa che tu possa dirlo nonostante la sua espressione sia cambiata così poco."

"Posso leggere la maggior parte dei suoi pensieri" dice Maria mentre mi dà una pacca sulla spalla. "Non c'è bisogno di essere spaventati, Kazuki. L'hai già vista un paio di volte a casa quando è venuta a farti visita. A proposito, è da un po' che non vieni a farci visita, eh, Kirino?"

Ora che Maria lo menziona—una persona che sembrava Kokone venne a farmi visita quando non avevo riguadagnato piena coscienza ancora. Potrei averla vista una o due volte anche dopo che ho riacquistato la mia coscienza. Okay, vedo che la mia memoria non è ancora tornata normale.

Kokone piega un po' le ginocchia e mi guarda.

"Ehi lì. Non c'è bisogno di sentirsi dispiaciuti, Kazu-kun. In realtà ti sono molto grata."

Grata? Anche se ho fatto qualcosa di terribile?

Sono totalmente confuso. Kokone mi afferra per il polso e comincia a camminare. Gira la testa verso di me un paio di volte, ma c'è sempre un sorriso luminoso sul suo viso.

"Lei è felice che tu ce l'abbia fatta a venire fin qui. Lei fa il tifo per te, Kazuki. Inoltre—" dice Maria mentre guarda alla finestra di una certa stanza d'ospedale. "C'è qualcuno che puoi incontrare soltanto qui."

Kokone allora dice:

"Kazu-kun, andiamo a vedere Daiya!"


Non conosco la persona che è seduta sul letto, ma Kokone la introduce come "Daiya Oomine".

Ricordo una persona con questo nome, è intelligente, coi capelli d'argento e ha dei piercing. Ma questa persona è differente. Ha capelli neri e non ha piercing. Ma la differenza è molto più profonda.

Per un attimo, ho perfino dubitato fosse realmente una "persona". Non conosco "persone" che siano così silenziose. Ma anche se è muto come una pianta, l'immenso potere di vivere sembra più forte in lui che in chiunque altro conosca. Non riesco proprio a pensare di essere mai stato amico di qualcuno come lui.

Lentamente muove la sua testa.

"…"

La sua voce è così debole che non riesco a capire nulla. Ho ancora paura di questo sconosciuto. Maria mi da una leggera spinta sulla schiena e mi avvicina l'orecchio alla sua bocca.

"...E' da parecchio che non ci si vede, Kazu" dice con una voce così debole che sembra quella di un anziano.

Sento una leggera agitazione nelle mie emozioni, ma ancora non riesco a far corrispondere "Daiya Oomine" e questa persona nella mia mente.

"Mi dispiace, ma non ti riconosce, Oomine."

"Capisco. Non è finita bene, per me e Kazu, eh? Ad essere onesti, sono molto sorpreso di vedere quello che è diventato, nonostante il tuo avvertimento. E' come se fosse rinato come una persona completamente diversa."

"Questo confronto non è accurato" controbatte Maria. "Kazuki tornerà alla normalità. Riguadagnerà la sua vita quotidiana."

"Capisco... Hai ragione..."

L'espressione dello sconosciuto cambia solo un po'. Forse ha ancora difficoltà a muovere i suoi muscoli.

"In tal caso, non ho intenzione di perdere contro di lui. Mi assicurerò di camminare per il corridoio sui miei piedi per la vostra cerimonia di nozze."

Con quelle parole, mi porge la sua mano magra, traballante e dall'aspetto malsano. Istintivamente gli porgo anche io la mia.

All'improvviso la cicatrice sulla mia mano destra cattura la mia attenzione.

"—Ah."

All'improvviso mi trovo sopraffatto dalle emozioni. Un'immagine irrompe nella mia testa; vedo me stesso che osserva Daiya, mentre con ostinazione lo calpesta fino al punto che lui non possa più alzarsi. Non ho bisogno di ricordare a pieno ciò che è accaduto per sapere quello che ho fatto.


Io sono colui che lo ha reso così.


"Ah … AAAAAAAAAAH…!" comincio a gemere ad alta voce. Non riesco a fermarmi anche se so che non c'è alcun senso nel fare questo. Mentre continuo a piangere, cado sulle mie ginocchia e comincio a strofinare la mia testa sul pavimento.

"…Otonashi. Questo accade regolarmente?" chiede lui mentre mi guarda confuso.

"No... è la prima volta che mostra una simile reazione."

Non posso essere perdonato. Ho rovinato la vita di questa persona per i miei desideri egoistici. No, non solo la sua vita. Ho sacrificato un sacco di persone. A prova di ciò, mi ricordo di aver maciullato innumerevoli persone. Ricordo di essere diventato un guscio vuoto solo di conseguenza.

Ho fatto tutto questo solo per il desiderio di stare insieme alla persona che amo.

Aah... sono il peggior peccatore esistente.

"Sembra che Kazuki si comporti a questo modo perché si sente in colpa."

"Capisco..." mormora lo sconosciuto e afferra il corrimano del suo letto. Digrigna i denti mentre canalizza la forza nelle sue braccia. "Hai avuto convinzioni incrollabili. Convinzioni egoistiche, senza dubbio, quindi posso comprendere che vuoi incolpare te stesso per aver aderito ad esse. Ma col senno di poi, le tue convinzioni hanno avuto dei benefici su tutti noi. Non penso che sia una coincidenza. Nel loro nucleo, le tue convinzioni erano di natura positiva."

Con quelle parole, si alza. Anche se molto instabile, rimane in piedi da solo.

"D-Daiya... ti sei alzato...?" rimarca Kokone con le lacrime agli occhi.

Daiya le dà un breve sorriso e poi appoggia la sua mano sulla mia testa.

"Come puoi vedere, posso alzarmi. Mi alzerò ancora e ancora. E questo è tutto grazie a te, Kazu. Ti ho perdonato già da molto tempo."

"Lo stesso qui" aggiunge Kokone mentre si asciuga le lacrime.

Perdonato?

Mi hanno perdonato?

Davvero mi è permesso di crederlo? E' davvero okay per me accettare questo?

Quando rialzo la mia testa lui continua a porgermi la sua mano ancora una volta.

La sua mano è ancora terribilmente traballante e magra come prima, ma posso vedere chiaramente la forza di volontà scintillare nei suoi occhi.

Timidamente gli stringo la mano. E' la mano del Daiya Oomine che conosco.

Alla fine sono stato in grado di collegare questa persona a Daiya Oomine.

Aah—

E' Daiya.

Daiya mi ha perdonato.


Dopo quel giorno i miei pensieri sono diventati molto più organizzati—la maggior parte della nebbia che mi aveva confuso la mente si era dissipata. Ho cominciato anche a imparare come filtrare le informazioni esterne e mi sono abituato alla stragrande maggioranza della vesta gamma di colori nel mondo. Posso anche lasciare casa da solo se riesco a raccogliere un po' di coraggio.

Ho ancora incontrato un sacco di altre persone. Per esempio, ho fatto visita a Kasumi Mogi presso una grande struttura, chiamata centro di riabilitazione, dove ci sono un sacco di persone sulla sedia a rotelle. Lei era felice di raccontarmi tutto sulla sua vita attuale, anche se l'unica cosa che mi ricordavo di lei era che era stata una mia compagna di classe. Comunque, quando mi sono un po' agitato a causa del suo sorriso carino, Maria mi ha schiaffeggiato sulla testa anche se di solito è così gentile con me. Siamo anche andati da una rinomata Università a vedere Haruaki Usui. Lui sembrava molto più determinato di quanto ricordassi, il che mi ha un po' confuso. Era eccitato circa la sua imminente prima partita ufficiale di baseball. Ho incontrato Yuuri Yanagi in un bar vicino l'Università di Tokyo. Lei emetteva feromoni più che mai e aveva alcuni uomini a me sconosciuti a rimorchio. Con molto disappunto di Maria, Yuuri-san ha insistito per prendere ogni genere di foto di Maria, dicendo che lei era uno splendido soggetto per le foto. In un parco vicino casa mia ho incontrato Nana Yanagi e Touji Kijima, che conoscevo sin dalla scuola media. Yanagi-san era felice circa i miei progressi e mi ha dato un bacio sulla guancia. Maria mi ha di nuovo schiaffeggiato sulla testa anche se non avevo fatto nulla di male.

Sono stato calorosamente accettato da tutti loro. Perché? Non ho fatto loro delle cose orribili? Come possono essere così gentili con me? Con qualcuno che non può nemmeno parlare?

Ma c'è qualcosa che ho realizzato dal mio incontro con loro: sono essenziali per il mio ritorno alla normalità. Sono le chiavi per i frammenti della mia memoria incasinata. Parlando con loro posso lentamente ma inesorabilmente rimettere assieme i pezzi frammentati e ricordare il tipo di vita quotidiana che ero solito vivere.

Ogni volta che la mia memoria si rinforza, riconquisto una parte del mio vecchio me.

Tuttavia, anche se sono molto meno confuso adesso, non ha ancora riacquistato la capacità di parlare. Ci deve essere qualcos'altro che mi impedisce di parlare.

Ho probabilmente soltanto paura. Ho paura di prendere parte attivamente nelle comunicazioni con gli altri. Una volta ho recluso me stesso da tutti perché pensavo fosse l'unica cosa che potessi fare. Ancora non riesco a scrollarmi di dosso l'idea che meriti la mia solitudine.

Daiya può avermi perdonato, ma i miei peccati sono gravi. Non posso fare a meno di pensare che dovrei chiudermi a chiave nella mia piccola gabbia.

Ah, ma l'unica cosa che non riesco a sopportare è essere separato da Maria. Sono sicuro che lei si senta allo stesso modo verso di me.


La cerimonia di diploma di Maria è oggi.

Sto preparando un pasto per lei. Ci ho messo un po' di pollo fritto, che è uno dei suoi preferiti, e un'insalata di avocado. Ovviamente, mi sono anche assicurato di comprare una crostata di fragole, visto che lei non sembra mai averne abbastanza. Quando ho inizialmente riacquistato la mia coscienza, avevo estremamente paura dei coltelli e del fuoco, ma quelle paure ormai sono svanite. Il mio senso del gusto ancora preferisce le cose dolci, ma visto che gli altri membri della mia famiglia non sembrano amare quando tutto è dolce, ho iniziato a inserire correttamente i condimenti nei miei piatti. Ultimamente sto ottenendo buoni risultati.

Maria aveva originariamente previsto di trovarsi un lavoro dopo il diploma, ma i miei genitori la hanno incoraggiata con insistenza a frequentare l'Università, quindi lei ha cambiato idea alla fine. Maria di solito non modifica le sue decisioni una volta che le ha incise nella sua mente, quindi doveva avere qualche dubbio anche lei riguardo la sua decisione iniziale, o semplicemente non voleva ignorare il parere delle persone che le stanno dando vitto e alloggio. O forse entrambe le cose? Alla fine comunque, ha superato l'esame d'ingresso e frequenterà la facoltà di Iroha-san a partire da questa Primavera.

Si son sistemate un bel po' di cose. Forse, la mia vita proseguirà a questo modo.

Tuttavia—

Accade mentre sto immergendo le cosce di pollo nell'olio.


"—Ah."

All'improvviso, il mondo viene ricorperto da nebbia.

Improvvisamente perdo la mia connessione con il resto del mondo e mi ritrovo in completo isolamento. Tutto diventa irrilevante. Niente ha più senso. Niente ha importanza. La mia memoria si disperde in tutte le direzioni e i miei pensieri perdono concentrazione. Sto scomparendo, scomparendo scomparendo scomparendo───

(Ah, sono tornato al mio stato d'incoscienza.)

Non ci sono colori, nessuna parola, nessuno sfondo. E' un mondo più vago di un sogno. Mi sento come se fossi incatenato e stessi affondando in una palude senza fondo. Non riesco a respirare. Aah... non sarei mai dovuto scappare da questa palude; avrei dovuto annegare qui. Lotto per tornare in superficie, ma il mio corpo non si muove. Non so nemmeno più dov'è il sopra e dove il sotto. Continuo soltanto ad affondare sempre più a fondo nel nulla dove anche la parola "disperazione" non esiste.

Ma anche allora, lei non si sarebbe mai arresa e continuava a parlarmi. Continuava a chiamare il mio nome. "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", con tutti i generi di espressioni sul suo viso. "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", in tutti i generi di voci. "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", "Kazuki", ma sempre con amore e speranza.

Ecco perché sono in grado di tornare.


"Kazuki!"


Improvvisamente, la nebbia si dissipa e immediatamente ritorno in cucina. La faccia preoccupata di Maria è proprio accanto a me. Ha gettato il suo bouquet di fiori rosa sul tavolo e ha ancora in mano il tubo contenente il suo diploma.

Non appena riacquisto la mia coscienza, rapidamente spengo il fornello dove ho messo la padella con l'olio.

"S-Stai bene, Kazuki?"

Guardo nei suoi occhi e faccio un cenno del capo per intendere "sto bene".

Sembra che ci sia ancora "vacuità" nidificata nel profondo dentro di me. Potrei essere assalito in qualsiasi momento quando quel tempo praticamente infinito si rimaterializza e prova a schiacciarmi sotto il suo peso—un peso a cui non posso resistere. La follia chiamata "vacuità" giace sempre in agguato per riportarmi nel vuoto.

Ma non ho paura.

So che ogni volta che accadrà, Maria mi riporterà indietro.


Maria, il mio unico desiderio è di essere con te per tutta l'eternità.

Cosa posso fare per raggiungere questo obiettivo? Come posso comunicarti i miei sentimenti sconfinati?

Ah, ma credo di sapere come posso trasmetterli usando una singola parola; devo solo fare la stessa cosa che hai fatto tu per riportarmi indietro.


Apro la mia bocca e dico la parola per me più cara.

"Maria"

E' da così tanto tempo che non parlo che non so se l'ho pronunciata correttamente, ma so che lei ha capito.

Dopotutto, Maria sta piangendo così felicemente.


+++ Maria Hoshino (18 anni), 8 Settembre +++[edit]

Ho fatto ricrescere i miei capelli fino alla loro precedente lunghezza per questo giorno. Sono legati e nascosti sotto il velo.

Prima quando avevo i capelli lunghi assomigliavo un po' a lei, ma ora che sono diciottenne, non è più così. La somiglianza è scomparsa completamente.

Se devo essere onesta, è un po' inquietante. Ma ogni volta che mi sento ansiosa, lui dice la parola che mi prende al cuore.


"Andiamo, Maria."


Le porte della cappella sul tetto si aprono sui sorrisi dei nostri più cari amici circondati da luci abbaglianti su uno sfondo blu.

Mentre sono accanto a lui nel mio abito di bianco puro, lui mi prende la mano e guarda dritto davanti a sé.


Noi desideriamo nient'altro che l'eternità, e questo voto sacro [10] è solo un altro passo verso il nostro futuro.



FINE





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  1. Qui si riferisce alla fine del volume 6, quando Maria se ne era andata sparendo dalla vita di Kazuki
  2. Immagino che se siete così appassionati alla cultura giapponese da leggere questo romanzo non avrete bisogno di questa nota. Ma in caso serva, 'lolicon' è un termine che sta ad indicare una attrazione verso le ragazzine giovani (dell'età della pubertà, 8-13 anni) e piccoline di statura. E' in effetti una tendenza abbastanza controversa (in quanto porta subito il pensiero alla pedofilia) ma in teoria invece è un'attrazione dovuta più allo stile infantile che alla bambina in sé. Maggiori informazioni comunque le trovate come sempre su Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Lolicon
  3. E' un'abbreviazione del modello semplicemente noto come "reflex" https://it.wikipedia.org/wiki/Single-lens_reflex
  4. Qui il soprannome originale Giapponese suonava come "Principessa del circolo Otaku", ovviamente è un soprannome derivante dal fatto che Yuuri sia in un club con praticamente solo membri maschi. Però francamente mentre "Otaku" viene utilizzato per individui che sono ossessionati da anime e manga, il club a cui appartiene Yuuri è più consono alla parola "Geek" appunto, in quanto i ragazzi lì si dedicano ad una attività eccentrica e molto legata alla tecnologia com'è appunto la fotografia e che quindi meglio si addice al significato del termine "geek" per l'appunto.
  5. Per chi non lo sapesse Starbucks è una famosissima catena americana di caffetterie.
  6. "Public Relations", ossia pubbliche relazioni. Sono quelle compagnie che si occupano di studiare e mettere in pratica teorie e tecniche per sviluppare relazioni, mettere in comunicazione istituzioni, aziende, persone, strutture, con la loro utenza o clientela di riferimento.
  7. Vi ricordo che in Giappone il Liceo ha soli 3 anni, quindi qui intende che è arrivato all'ultimo anno del Liceo.
  8. Il Koushien Stadium è un campo da baseball situato vicino Kobe in Nishinomiya, nella Prefettura di Hyogo in Giappone. Lo stadio fu costruito per ospitare i tornei di baseball nazionali tra i licei del Giappone e può essere considerato la mecca dei giocatori di baseball Giapponesi.
  9. Come si può intuire dal contesto, è un tipico condimento della cucina giapponese https://it.wikipedia.org/wiki/Furikake
  10. Ovviamente si riferisce al matrimonio