Zero no Tsukaima ~Italian Version~: Volume1 Testo Completo

From Baka-Tsuki
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Immagini a Colori[edit]




Inserto & Retro di Copertina[edit]

Inserto


Scritto da Yamaguchi Noboru


Nato nel Febbraio del 1972. Il suo primo lavoro fu “Canarino/Il pensiero di una canzone”, pubblicato come serie su Kadokawa Sneaker Bunko. Tra gli altri lavori "Green Green kane no oto Fantastic," "Tsuppare Arisugawa" (entrambi pubblicati su Kadokawa Sneaker Bunko), "Green Green kane no oto Stay with Me" (pubblicati su MF bunko J) e molte altre serie di libri, tra cui "Fujimi Fantagia Battle Royal," "Green Green," "Gonna Be??" "Yukiuta," "Shiritsu Akihabara Gakuen," e "Makai tenshi Gibliel". Ha anche scritto storie per alcuni videogiochi.


Illustrato da Usatsuka Eiji


Nato e cresciuto ad Osaka. Il suo compleanno è il 16 di Agosto.

Correntemente sta lavorando alle illustrazioni mentre è impiegato in un ufficio. Usatsuka ha precedentemente illustrato un altro libro intitolato "Doushi sama to issho" (pubblicato come serie su Dengeki bunko).



Retro di copertina


Zero No Tsukaima di Yamaguchi Noboru


“Chi sei tu?”


Hiraga Saito si svegliò e si accorse che la domanda era stata posta da una ragazza molto carina. Guardandosi intorno notò che si trovava in un posto sconosciuto, con gente vestita da maghi tutt'intorno a lui e alla ragazza.


La ragazza, che si chiamava Louise, gli spiegò che lei lo aveva “evocato” dal suo mondo perchè lui diventasse il suo famiglio. La confusione di Saito aumentò, soprattutto quando lo baciò e affermò che si trattava di un “contratto”. Il mio primo bacio, si lamentò, ma prima che avesse il tempo di arrabbiarsi strani simboli apparvero sulla sua mano sinistra, facendolo diventare un famiglio!


Durante la ricerca di un metodo per tornare a casa Saito è costretto a vivere con Louise come suo famiglio.


E così iniziò la sua vita da commedia come “Famiglio di Zero”.

Il Regno della Magia[edit]

Capitolo Uno - Sono un Famiglio[edit]

“Chi sei tu?” Chiese la ragazza mentre osservava con attenzione il volto di Saito, il cielo blu terso dietro di lei. Sembrava avesse più o meno la stessa età di Saito. Sotto un mantello nero indossava una camicetta bianca e una gonna plissè. Si inginocchiò davanti a lui e guardò la sua faccia, scioccata.

Il suo viso è...grazioso. Aveva degli stupendi occhi rossici-marroni, una perfetta pelle bianca e capelli color biondo fragola. Sembrerebbe una straniera. La ragazza doveva essere una straniera, effettivamente. Una dolce, piccola straniera, sembrava quasi una bambola. Forse è per metà giapponese?

Comunque, quella che indossa è una specie di uniforme, vero? Non riesco a riconoscerla.

Durane questi istanti Saito è rimasto steso a terra, con la faccia rivolta al cielo, nonostante non gli era chiaro come fosse arrivato in quel luogo. Alzò la testa per poter dare un'occhiata intorno. Molta gente con dei mantelli neri lo fissavano con curiosità. Appena poco distante, in mezzo a un immenso prato, c'era un enorme castello con mura in pietra, esattamente come quelli che si vedevano nelle fotografie di alcuni tour europei.

Sembrerebbe un sogno...

Mi fa male la testa...scuotendo il capo, disse: ”Chi sono? Mi chiamo Hiraga Saito.”

“Da dove vieni, plebeo?”

Plebeo? Che cosa intende? Tutti, intorno a lui, avevano in mano qualcosa di simile a una bacchetta e vestivano lo stesso tipo di 'uniforme' della ragazza. Sono entrato in una specie di college americano o roba simile?

“Louise, cosa stai cercando di fare, evocare un cittadino comune con la 'Summon Servant'?” qualcuno chiese e tutti, a parte la ragazza che stava ancora osservando la sua faccia, iniziarono a ridere.

“Io...ho fatto solo un piccolo errore!”

Una ragazza davanti a Saito urlò con un tono alto, come una sirena: “Di cosa stai parlando? Fare errori è normalissimo per te!”

“Certo! D'altro canto lei è Louise la 'Zero'!” qualcun altro disse e tutta la folla iniziò a ridere rumorosamente.

Il nome della ragazza di fronte a Saito era Louise.

Comunque questo non è un college americano. Questo tipo di edifici non si trovano ovunque.

Potrebbe essere il set di un film? Stanno girando qualcosa? Ma subito Saito pensò, Ma è troppo grande per essere semplicemente un set. Ma esiste un posto del genere in Giappone? Che sia un nuovo parco a tema? Non si spiegherebbe, comunque, perchè stessi dormendo in un posto del genere.

“Professor Colbert!” la ragazza di nome Louise urlò. La folla si spostò, facendo spazio a un uomo di mezza età. Saito pensò fosse divertente poichè l'uomo era vestito in modo ridicolo. Aveva in mano un grande bastone di legno ed era vestito con una tunica nera che lo copriva totalmente.

Che razza di travestimento è quello? Sembrerebbe vestito da mago...ma è pazzo? Ho capito, deve essere un incontro tra cosplayer. Però non direi, non c'è l'atmosfera giusta... Di colpo Saito si fece prendere dal panico. E se fosse una setta religiosa? C'è anche questa possibilità. Potrebbero avermi narcotizzato mentre passeggiavo per la città e portato qui! Quello specchio doveva essere una trappola. Non riesco a pensare ad altre spiegazioni al di fuori di questa. Saito realizzò che gli sarebbe convenuto stare in silenzio fino a quando non avrebbe compreso meglio la situazione.

La ragazza di nome Louise era nel panico, continuava a farfugliare cose del tipo “Mi lasci riprovare” o “La scongiuro” mentre agitava freneticamente le braccia. Mi dispiace molto per lei, obbligata a stare in questo strano gruppo religioso, dato che è così graziosa.

Cosa c'è, Signorina Vallière?”

“La prego! Mi lasci provare l'evocazione un'altra volta!”

Evocazione? Che roba è? Ne parlavano anche prima.

Il Signor Colbert, l'uomo che indossava la tunica scura, scosse la testa. “Non posso permetterlo, Signorina Vallière.”

“Perchè no?”

“Sono le regole. Quando si viene promossi al secondo anno, bisogna evocare un famiglio. Ed è quello che ha appena fatto.”

Un famiglio? Ma che...?

“La sua affinità elementale è decisa dal famiglio che riesce ad evocare. Questo le permette di avanzare ai corsi specifici per quell'elemento. Una volta evocato un famiglio non è possibile cambiarlo, poiché l'evocazione dei famigli di primavera è un rito sacro. Che le piaccia o no, deve necessariamente accettare questo ragazzo come suo famiglio.”

“Ma...non si è mai sentito di un cittadino comune come famiglio!” Tutti intorno si misero a ridere appena Louise finì la frase. Lei lanciò uno sguardo minaccioso alla folla, ma le risate continuarono.

'Evocazione di primavera dei famigli'? E che diamine sarebbe?

Non riesco a capire. Di cosa stanno parlando? Come sono finito in un posto come questo...Deve trattarsi una di quelle nuove religioni. La cosa più saggia da fare è cercare di fuggire alla prima occasione. Veramente...dove diavolo mi trovo? Mi hanno portato in una nazione straniera? Un rapimento! Sono stato rapito! Sono davvero nei guai...pensò Saito.

“Questa è una tradizione, Signorina Vallière. Non posso permettere nessuna eccezione, lui...” Il cosplayer di mezza età si girò verso Saito. “...potrà essere un cittadino comune però, dato che è stato evocato da lei, deve diventare il suo famiglio. Mai nella storia un essere umano è stato evocato come famiglio ma l'evocazione dei famigli di primavera ha la precedenza su tutto. Dunque egli deve diventare il suo famiglio.”

“Lei sta scherzando...” Louise abbassò le spalle in segno di disappunto.

“Bene, allora continui con la cerimonia.”

“Cosa? Con lui?”

“Certo, con lui. Si sbrighi, la prossima classe inizierà la cerimonia fra pochi minuti. Quanto pensa di metterci per l'evocazione? Finalmente è riuscita a evocarlo dopo molti errori. Si sbrighi e sigli il contratto.” Tutti mostrarono la loro approvazione e iniziarono a deriderla.

Louise fissò Saito, come preoccupata.

Cosa c'è? Cosa vuole farmi?

“Ehi!” Louise si rivolse a Saito.

“Si?”

“Dovresti essere riconoscente. Normalmente vivresti la tua vita senza che un nobile ti faccia mai qualcosa del genere.”

Nobile? Che cavolata! Quali nobili? Non siete solo un gruppo di pazzi adepti di una nuova, folle, religione?

Louise chiuse gli occhi con un'aria di rassegnazione. Agitò in aria la bacchetta che stringeva in mano.

“Il mio nome è Louise Françoise le Blanc de la Vallière. Pentagono dei Cinque Poteri Elementali, benedici quest'umile creatura e fallo diventare il mio famiglio.” Iniziò a sussurrare queste parole in continuazione, come fosse una magia.

Toccò la fronte di Saito con la bacchetta. Poi, lentamente, iniziò ad avvicinare le labbra.

Che...che cosa stai facendo?

“Stai fermo.” Louise disse, una punta di rabbia nella sua voce. Il suo viso si faceva sempre più vicino.

“Ehi, aspetta. Io...io...non sono pronto per questo!”

Scosse un poco la testa, preso dal panico.

“Smettila, ti ho detto di stare fermo!” Louise afferrò bruscamente la faccia di Saito con la mano sinistra.

“Uh...?”

“Mmm...”

Le labbra di Louise toccarono quelle di Saito.

Cosa?! Cosa succede? Questo è il significato di quel contratto? Il tocco delle sue morbide labbra confuse Saito ancora di più. Il mio primo bacio! Rubato in questo strano posto da questa strana ragazza mossa da motivi incomprensibili. Saito rimase immobile, come paralizzato.

Louise sposto le labbra. “Fatto.”

BACIO!

La sua faccia è diventata rossa. Per caso è imbarazzata a causa della sua sfrontatezza? Che idiota, Saito pensò

“Dovrei essere io quello imbarazzato, non tu! Mi hai baciato senza il minimo preavviso!”

Ma Louise stava totalmente ignorando Saito.

Mi hai appena baciato e ti comporti così? Che maleducata. Ma chi diavolo sono loro? Ho paura! Voglio tornare a casa adesso. Voglio solo tornare a casa e andare su internet, Saito pensò. Si era registrato da poco a un sito di appuntamenti e, per questo, voleva controllare la sua e-mail.

“Ha fallito molte volte nella magia 'Summon Servant' molte volte ma è riuscita nel 'Contract Servant' al primo tentativo.” Colbert disse, soddisfatto.

“Louise è riuscita a siglare il contratto solo perchè il famiglio è un cittadino comune.”

“Se fosse stata una potente creatura magica non ci sarebbe mai riuscita.” Qualche studente stava ridendo mentre facevano questi commenti.

Louise lì guardò storti “Non prendetemi in giro! Anche io ogni tanto riesco a fare qualcosa di giusto!”

“Proprio così, 'ogni tanto', Zero Louise'” sogghignò una ragazza con bellissimi capelli ricci e alcune lentiggini.

“Professor Colbert! Montmorency 'la cascata' si prende gioco di me!”

“Chi hai appena chiamato 'la cascata'? Io sono Montmorency 'il profumo'!”

“Mi hanno detto che eri solita bagnare il letto come una cascata, non è vero? 'La cascata' ti sta meglio, come soprannome!”

“Come ti permetti, Zero Louise! Cosa posso dirti? Sei uno zero!”

“Controllatevi! I nobili devono mostrare il dovuto rispetto rispetto tra loro!” il 'mago' di mezza età si intromise per calmarle.

Di che diavolo stanno parlando? Un contratto? 'Contract Servant'?

In quell'istante il corpo di Saito iniziò ad emettere calore.

“Aaaah!” Saito si alzò in piedi. “Brucia!”

“Finirà presto, attendi qualche secondo. Ti si devono inscrivere addosso le 'Rune del Famiglio'.” Louise disse, irritata.

“Non le far inscrivere! Cosa hai fatto al mio corpo?!”

Non c'è niente che possa fare ma non posso semplicemente starmene steso tranquillo. Brucia terribilmente!

“A proposito.”

“Che cosa?”

“Credi sia perdonabile un plebeo che usa quel tipo di linguaggio di fronte a dei nobili?”

La sensazione di bruciore durò solo qualche secondo. Il suo corpo ritornò subito alla temperatura normale.

“E' stato breve, per fortuna.”

Il mago cosplayer di mezza età di nome Colbert si avvicinò a Saito e controllò il dorso della sua mano sinistra. Erano apparse dei misteriosi segni, illeggibili da Saito.

Sono delle lettere? Sembrerebbe quasi un serpente contorto in una stranissima posizione. Saito le fissò e pensò, se questo non è un trucco allora che cos'è?

“Hmmm...”

A questo punto, Saito, non riusciva a capire più niente.

“Queste Rune sono molto particolari...” disse il 'mago' di mezza età.

“Ma voi chi siete?” urlò Saito, ma nessuno reagì.

“Bene, torniamo in classe, tutti quanti!”

Il 'mago' cosplayer di mezza età si girò e levitò dolcemente a mezz'aria. A Saito cadde la mascella dallo shock.

Ha...ha...appena volato? Sta fluttuando in aria? Non è possibile! Gli altri, che sembravano studenti iniziarono a levitare, tutti insieme.

Non è possibile! Anche loro? Ok, una persona può volare grazie a un trucco, ma gli altri? Saito si guardò attorno cercando cavi o magari una gru ma intorno c'era solo una grande pianura erbosa. Non c'era niente che si potesse utilizzare come trucco o imbroglio.

Tutti quelli che stavano volando si diressero verso il castello di pietra in lontananza.

“Louise, faresti meglio a farti una camminata!” “Non può volare, non può nemmeno levitare!” “Quel plebeo, è perfetto come tuo famiglio!” dissero gli studenti mentre fluttuavano via. Gli unici rimasti indietro erano Saito e la ragazza di nome Louise.

Appena rimasti soli, Louise fece un respiro profondo, si girò verso Saito e urlò “Chi sei tu?”

Questa frase fece arrabbiare Saito. Ehi, quella è la mia battuta! Pensò.

“Chi sei tu? Dove ci troviamo? Chi sono quelle persone? Perchè possono volare?Cosa hai fatto al mio corpo?”

“Ma da che eremo arrivi? Comunque, cercherò di spiegarti tutto.”

“Da una nazione, per caso? L'eremo è questo comunque, Tokyo non assomiglia per niente a questo posto!”

“Tokyo? Che cosa? E in che nazione si troverebbe?”

“Giappone.”

“Cosa? Non ne ho mai sentito parlare.”

“Ma per favore! Ma perchè stavano volando? Li hai visti anche tu! Stavano volando! Stavano tutti volando!”

Louise ignorò le parole di Saito, come se intendesse “E allora? Che problema c'è?”

“Certo che stavano volando. Cosa potremmo fare se i maghi non volassero?”

Saito afferrò le spalle di Louise e gridò. “Maghi? Che razza di posto è questo?”

“Questa è Tristania! E questa è la famosa Accademia di Magia di Tristania!”

“Accademia di Magia?”

“Io sono una studentessa del secondo anno, Louise De La Valliere. Sarò la tua padrona da ora in poi. Vedi di non dimenticartelo!”

Tutta l'energia di Saito scomparì. Una brutta sensazione gli pervase il corpo “Uh...signorina Louise...”

“Cosa vuoi?”

“Mi hai veramente evocato qui?”

“E' quello che ho cercato di dirti fino allo sfinimento! Guarda...lascia perdere. Mi arrendo anche io. Ma perchè il mio famiglio deve essere una creatura senza un briciolo di fascino...Volevo avere qualcosa di fantastico' come un dragone, un grifone o una chimera. Mi sarei accontentata anche di un'aquila o di un gufo!”

“Un dragone o un grifone? Che cosa vuoi dire?”

“Dicevo solo che avrei voluto avere uno di questi come famiglio.”

“Ma...esistono veramente?”

“Certo. Perchè?”

“Stai certamente scherzando” Saito disse, ridendo. Ma Louise non stava ridendo.

“Probabilmente non ne hai mai visto uno prima.” Louise disse, con un tono di pietà nella sua voce. Non sembrava stesse scherzando.

I maghi che volavano e il mondo di fantasia improvvisamente iniziarono ad avere senso nella sua mente.

Saito sentì un brivido lungo la schiena e iniziò a sudare freddo “Stavo pensando...visto che se ne sono andati via volando non è che voi siete veramente maghi e streghe?”

“Si che lo siamo! Se hai capito questo, lascia andare le mie spalle! Non dovresti neanche avere l'ardire di parlarmi!”

Un sogno...questo deve essere per forza un sogno...lentamente le forze lo abbandonarono e finì inginocchiato a terra.

“Louise...” disse con voce debole.

“Non chiamarmi per nome.”

“Colpiscimi.”

“Cosa?”

“Colpiscimi in testa il più forte che puoi.”

“Perchè?”

“Voglio svegliarmi da questo sogno, adesso. Mi sveglierò e andrò su internet. Stasera per cena c'è hamburger, me l'ha detto la mamma stamattina.”

“Andare su internet?”

“No, non importa. Dopo tutto sei solo parte del mio sogno, non devi preoccupartene. Permettimi solo di svegliarmi, per favore.”

“Non so di cosa tu stia parlando ma vuoi solo che ti colpisca, giusto?” Louise strinse le mani in pugni.

“Si, ti prego.”

I suoi pugni iniziarono a tremare. La sua espressione diventò incomprensibile, sembrava che molti pensieri le affollassero la testa. “Non ti interessa per niente essere stato evocato?”

“Come faccio a saperlo?”

“Com'è possibile che io, la terza figlia della famiglia Valliere...Io, una nobildonna orgogliosa dei suoi avi e della storia familiare, finisca con un famiglio come te?”

“Come faccio a saperlo?”

“...Inoltre chi ha deciso che il contratto debba essere siglato da un bacio?”

“Come faccio a saperlo? Ascolta, puoi colpirmi in fretta? Odio gli incubi!”

“Incubi? Questo lo dovrei dire io!” Louise colpì Saito alla testa con tutta la sua forza. “Quello era il mio primo bacio!”

Forse esagerò un poco...Anche il mio pensò Saito.

* * *

Hiraga Saito. Diciassette anni, secondo anno di scuola superiore.

Abilità atletiche: normali. Voti: nella media. Tempo senza una fidanzata: diciassette anni. In sintesi, niente di positivo, niente di negativo.

Valutazione dell'insegnante: “Ah, Hiraga-kun. Non vuole mai arrendersi, è molto curioso ma è un po' lento.”

Valutazione dei genitori: “Dovresti studiare di più. Sei un po' lento”.

Essendo lento era difficilmente turbato dagli imprevisti e, di conseguenza, accetta facilmente qualsiasi cosa, strana o fuori dall'ordinario che sia. Prima, quando ha visto gente volare, ha avuto un attimo di confusione ma, considerato che una persona normale sarebbe talmente scioccata da non poter neanche muoversi, non si impensierì, grazie alla sua particolare natura.

Senza usare giri di parole, non pensa prima di agire.

Inoltre possiede un feroce spirito competitivo. In un certo senso possiede una personalità molto simile a quella di Louise.

Comunque, appena trenta minuti fa Saito stava camminando per una strada di Tokyo, Giappone— sulla terra.

Stava tornando a casa con il suo computer portatile, appena riparato. Era abbastanza felice dato che si sarebbe potuto collegare ad internet di nuovo dato che si era iscritto recentamente a un sito di appuntamenti e aveva la possibilità di trovare una fidanzata.

Gli interessava semplicemente poter movimentare la sua vita altrimenti monotona. Comunque, invece di movimentarla con l'aiuto di internet, trovò qualcosa che avrebbe scosso in maniera sostanziale la sua vita nel bel mezzo della strada.

Stava camminando nelle vicinanze della stazione quando, improvvisamente, un oggetto simile ad uno specchio scintillante apparì davanti ai suoi occhi. Saito si fermo per poterlo osservare attentamente. Ricordate che la sua curiosità è all'incirca il doppio di quella di una persona normale.

Si trattava di una specie di ellisse, alta circa due metri e lunga uno, senza avere spessore. A quel punto notò che fluttuava leggermente sopra il terreno.

Questo fatto gli stimolò l'interesse. Di che tipo di fenomeno naturale si tratta si chiese mentre scrutava lo specchio scintillante.

Non ne ho la più pallida idea. Non ho mai sentito né visto nessun tipo di fenomeno di questo tipo. Prese in considerazione l'idea di ignorare l'oggetto ma la sua curiosità lo trattenne. Voleva provare a camminarci attraverso.

Forse non dovrei disse a se stesso. Ma sono solo un paio di passi pensò. Che ragazzo senza speranza.

Per prima cosa raccolse un ciottolo da terra e lo scagliò nello specchio per vedere cosa sarebbe successo. Il ciottolo scomparve proprio nel centro dell'oggetto.

Oho, pensò. Quando controllò dietro allo specchio il ciottolo non era da nessuna parte. Successivamente estrasse le chiavi di casa dalla tasca. Provò a toccare l'oggetto misterioso con la punta della chiave.

Non successe niente.

Ritraendo la chiave la osservò ma non era cambiata per niente. Saito giunse alla conclusione che non ci sarebbero stati pericoli imminenti se avesse provato a camminare attraverso lo specchio. Questa conclusione aumentò il suo desiderio di attraversarlo.

Alla fine, anche se sapeva che non avrebbe dovuto, iniziò ad attraversarlo. Era un po' come aprire un manga appena dopo aver deciso che non avresti fatto altro che studiare.

Se ne pentì subito dato che subì un intenso shock che gli assalì tutti i sensi. Si iniziò a ricordare di quando era bambino, quando sua madre gli comprò una strana macchina che avrebbe dovuto rendere una persona più intelligente facendo scorrere della corrente elettrica direttamente attraverso il corpo. La sensazione era la stessa. Saito, poi, svenne.

Quando riaprì gli occhi...

Si trovava nel mondo della fantasia.

* * *

“E' la verità?” Louise domandò, mentre osservava Saito con aria incredula. In mano teneva del pane, rimasto dalla cena di quella sera.

Si trovavano nella stanza di Louise. Era grande circa 12 tatami (20 metri quadrati circa NdT). Se si ipotizziamo che la finestra si trovi a sud, allora il letto si trova rivolto verso ovest, la porta a nord e un grande guardaroba sulla parete est. Tutti i mobili sembravano antichi e molto costosi. Louise portò Saito nella sua stanza, appena riprese conoscenza.

Saito, cercando di ignorare il dolore alla testa ancora indolenzita per il colpo ricevuto prima, le rispose “E se anche non lo fosse?”

Saito non si era mai rimproverato di essere troppo curioso, fino ad oggi.

Non avrei mai e poi mai dovuto attraversare quella stupida cosa...

Questo non è il Giappone. Questa non è neanche la terra.

Se esistesse una nazione nella quale ci sono maghi che possono volare, di sicuro non ne ha appreso l'esistenza durante le lezioni di geografia alle medie. Nel caso queste nazioni esistessero, come si potrebbero spiegare quelle due enormi lune in cielo? Avevano probabilmente una dimensione doppia della terra. Il problema, comunque, non era la dimensione, era certamente possibile che in alcuni stati la luna fosse così vicina alla terra da sembrare enorme. Il fatto che ce ne fossero due era veramente incredibile. Possibile che la luna si sia moltiplicata senza che Saito se ne fosse accorto?

No. Non è possibile. In altre parole, quella non era la terra.

La notte era già arrivata, intorno era tutto scuro. La mia famiglia si starà preoccupando per me, pensò, tristemente.

Dalla finestra poteva vedere il prato sul quale era rimasto disteso poco tempo prima. Oltre la pianura, illuminata dal chiarore della luna, era visibile un'alta catena montuosa. Alla sua destra si trovava una vasta foresta molto fitta. Saito sospirò.

Non ci sono foreste del genere nei pressi di Tokyo. Un paesaggio del genere non esiste nell'intero Giappone.

Tutti i locali dell'Accademia che aveva visto sembravano stanze di un castello medievale. Si trattava di uno spettacolo che avrebbe lasciato Saito senza fiato se quella fosse stata una gita.

Un arco all'entrata, una robusta scalinata...entrambi realizzati in pietra. Questa era l'Accademia di Magia di Tristania, Louise gli spiegò. Tutti gli studenti vivevano nei dormitori all'interno del complesso.

Accademia di magia? Fantastico! Dormitori? Splendido! Sembra di essere in un film!

Ma questa non è la terra...

“Non ci posso credere.”

“Nemmeno io.”

“Cosa intendi esattamente con 'un altro mondo'?”

“Non esiste la magia. E c'è solo una luna.”

“Esiste un mondo del genere?”

“Certo che esiste, è da dove provengo!” Saito urlò.

“Non alzare la voce con me, plebeo.”

“A chi hai appena dato del 'plebeo'?”

“Beh, non sei un mago, vero? Allora sei un plebeo!”

“Perchè tutta questa distinzione tra 'maghi' e 'cittadini'?”

“Ma dove vivi? Non sembri proprio di questo mondo!”

“ Come sto cercando di spiegarti dall'inizio, non lo sono.”

Louise appoggiò i gomiti sul tavolo con un'espressione turbata.

Sul tavolo era appoggiata una lampada con un paralume in stile dèco. La luce traballante riempiva la stanza con una luce pallida. Sembrava che l'elettricità non venisse utilizzata.

Uff...la rete elettrica non è troppo difficile da montare, o no? Mi sembra di essere ritornato in quella capanna di un colonizzatore straniero, ci andai con la mia famiglia moltissimo tempo fa.

Ehi, aspetta un attimo...non è che...potrebbe essere...

“Ho capito.”

“Cosa hai capito?” domandò Louise.

“Questa è una di quelle candid camera. Mi state facendo tutti uno scherzo, non è forse vero?”

“Cosa sarebbe una 'candid camera'?”

“Hanno smesso di trasmetterle prima che qualcuno si facesse male ma voi non sapete più che cosa inventarvi e avete deciso di riprovarci, eh? Dai, dov'è la telecamera?”

“Di...cosa stai parlando?”

Saito saltò addosso a Louise.

“Kya--! Che cosa stai facendo?”

Facendo cadere una sedia, Saito si trovò sopra a Louise, distesa a terra.

“Dov'è il microfono? Qui?”

Afferrandola bruscamente iniziò a sbottonarle la camicetta. Però, un veloce calcio all'inguine lo fermò...lasciandolo soffrire dolorante sul pavimento.

“Gaaaaaaaaaarrrgh...”

“C-c-c-ome ti permetti...a una nobile come me...” Louise si alzò, tremando furiosamente per la rabbia.

Nonostante l'intensa agonia Saito pensò Questo non è un sogno. Inoltre questa non è la terra. Sono in un mondo completamente diverso.

“Ti prego...”

“Cosa?”

“Rimandami a casa...”

“Impossibile.”

“Ma...perchè...?”

“Perchè sei il mio famiglio, abbiamo siglato un contratto. Non importa se arrivi dalla campagna o da un altro mondo come dici tu. Una volta che il legame è stabilito non può essere sciolto.”

“Starai scherzando...”

“Ascolta, non è che mi faccia piacere neanche a me! Perchè devo avere un famiglio come te?”

“Bene, allora rimandami indietro!”

“Mi stai dicendo che vieni per davvero da un altro mondo?” chiese Louise, ancora perplessa.

“Si” Saito affermò.

“Allora mostrami delle prove.”

Facendo una smorfia per il colpo appena ricevuto, Saito si alzò e aprì il sua zaino.

“Cos'è quello?”

“Un computer portatile.” rispose Saito.

La superficie del computer riparato da poco brillò per la luce riflessa della lampada.

“Non ho mai visto una cosa del genere. Che tipo di oggetto magico è?”

“Non è magia. E' scienza.”

Saito premette il bottone 'power' e il computer si accese con un ronzio.

“Uwah! Che cos'è?”

Louise emise un guaito di sorpresa quando lo schermo si illuminò.

“Lo schermo del notebook.”

“Bello...che elementi di magia usa? Vento? Acqua?”

“Scienza.”

Louise fissò Saito con un'espressione interrogativa. Ovviamente non riusciva a capire. “Che tipo di elemento è questa 'scienza'? E' diversa dai quattro elementi magici?”

“Argh, ne ho abbastanza! Non si tratta di magia!” Saito agitò le braccia furiosamente.

Louise si sedette sul suo letto facendo dondolare i piedi. Scuotendo le spalle disse, con tono fermo “Hmm. E' una cosa che ancora non riesco a capire...”

“Perchè? C'è qualcosa di simile a questo mondo?”

“No, però...” Louise rispose, leggermente alterata.

“E allora credimi! Non c'è niente da capire!”

Accarezzando i suoi lunghi capelli Louise scosse la testa “E va bene! Ti credo!”

“Veramente?”

Incrociando le braccia e inclinando la testa Louise, irritata, grugnì “Solo perchè se non l'avessi detto avresti continuato con questa storia.”

“Va bene, l'importante che tu abbia capito. Adesso rimandami indietro.”

“Ti ho già detto che è impossibile.”

“Ma perchè?”

Il viso di Louise era pieno di disagio mentre rispondeva a Saito. “Perchè non esiste una magia che collega questo mondo al tuo mondo.”

“Allora come sono finito qui?”

“Non lo so!”

Saito e Louise si guardarono negli occhi.

“Ascoltami, sono stata sincera quando ti ho detto che non esiste una magia del genere. Nessuno ha mai neanche sentito parlare di un altro mondo.”

“Ovviamente ne esiste un altro, dato che io sono qui!”

“'Summon Servant' è una magia utilizzata per evocare esseri viventi dalla nazione di Halkeginia. Normalmente solo animali o bestie magiche vengono evocate. Questa è la prima volta che vedo evocare una persona.”

“Smetti di parlarne come se non fossi coinvolta. Comunque, prova a lanciare quella magia su di me, un'altra volta.”

“Perchè?”

“Potrebbe farmi tornare nel mio mondo.”

Rimanendo perplessa, Louise inclinò la testa da un lato.

“...Non funzionerà. 'Summon Servant' è una magia strettamente 'a senso unico'. Non esiste incantesimo di nessun tipo che possa riportare un famiglio nel suo luogo d'origine.”

“Fa lo stesso, prova comunque.”

“Impossibile. Inoltre, non posso neanche lanciare quell'incantesimo, adesso.”

“Cosa? E per quale motivo?”

“...Utilizzare di nuovo il 'Summon Servant' è...”

“Si...?”

“...completamente inefficace a meno che il famiglio inizialmente evocato non sia morto.”

“Cosa hai detto?”

Il corpo di Saito si irrigidì.

“Vuoi per caso morire?”

“Err...non importa.” Abbassò la testa. I suoi occhi iniziarono a vagare fino a raggiungere le strane rune sulla sua mano sinistra.

“Oh, quelle?”

“Si...”

“Sono come un timbro, dicono che sei il mio famiglio.”

Louise si alzò in piedi e incrociò le braccia. Guardando attentamente si può notare che è davvero molto carina. Gambe snelle e ben proporzionate, caviglie piccole. Non molto alta, circa un metro e 55. Le sue sopracciglia formavano una delicata linea sopra gli occhi, che sembravano quelli di un gattino curioso.

Se Saito l'avesse conosciuta attraverso quel sito di appuntamenti avrebbe sicuramente fatto i salti di gioia. Ma, ahimè, quella non era la Terra! Non importava quanto volesse ritornare a casa, non avrebbe potuto. Saito si sentì soffocare da quel pensiero e abbasso le spalle.

“...ok, d'accordo. Nel frattempo, suppongo che sarò il tuo famiglio.”

“Cosa hai detto?”

“Che c'è, hai qualche problema?”

“Capisco, non sei abituato a sostenere un discorso formale. Dovresti dire 'Vorrebbe dire qualcosa, padrona?'” lo corresse Louise con l'indice alzato, come se stesse tenendo una lezione. Il gesto era adorabile ma il tono abbastanza severo.

“Ma, uhm, che cosa fa essenzialmente un famiglio?” domandò Saito. Certo, aveva visto corvi e gufi come famigli negli anime riguardanti la magia. Ma, per la maggior parte del tempo, si limitavano a rimanere seduti sulla spalla del loro padrone senza far niente di particolarmente rilevante.

“Per prima cosa un famiglio è in grado di portare un miglioramento alla vista e all'udito del suo padrone.”

“In che modo?”

“Significa, quel che può vedere il famiglio, lo può vedere anche il padrone.”

“Oh.”

“Ma sembra che questo non funzioni con te. Non vedo un bel niente.”

“Si, però non è proprio una gran perdita.” Saito disse con nonchalance.

“Inoltre un famiglio può recuperare alcuni oggetti che il padrone desidera, per esempio i reagenti.”

“Reagenti?”

“Catalizzatori utilizzati quando si lanciano alcune magie. Come lo zolfo o il muschio...”

“Uh-huh...”

“Ma tu non troverai mai cose del genere, vero? Considerando che non sai neanche che tipo di reagenti esistono.”

“Esatto.”

Louise aggrottò le sopracciglia, frustrata, ma continuò a parlare. “E questa è la cosa più importante di tutte...Un famiglio esiste per proteggere il suo padrone! Il compito di proteggerlo da ogni tipo di nemici è il dovere più importante! Ma questo sarebbe problematico per te...”

“Dato che sono umano...”

“...Una potente creatura magica potrebbe distruggere praticamente sempre i suoi nemici ma credo che non potresti sconfiggere neanche un corvo.”

“Smettila.”

“Per questo ti affiderò dei compiti che sono abbastanza sicura riuscirai a svolgere: lavanderia, pulizia e altri vari incarichi.”

“Non insultarmi! Vedrò sicuramente di trovare un modo per tornare a casa!”

“Ok, ok. Sarò sollevata se ci riuscirai. Perchè, quando tornerai nel tuo mondo, potrò evocare un altro famiglio.”

“Tu...”

“Bene, tutto questo parlare mi ha fatto venir sonno.” sbadigliando, Louise affermò.

“Dove dormo io?”

Louise indicò il pavimento.

“Non sono né un gatto né un cane, sai?”

“Non c'è nessun altro posto. Inoltre c'è solo un letto.” Louise lanciò un lenzuolo a Saito.

Successivamente portò una mano sul primo bottone della sua camicetta.

Uno alla volta iniziò a sbottonare i bottoni.

Velocemente rimase solo in biancheria. Saito arrossì “Co-co-co-cosa stai facendo?!”

Louise rispose, come se fosse una cosa normale. “Vado a letto, per questo mi sto cambiando.”

“Fallo da qualche altra parte, dove non posso vederti!”

“Perchè?”

“Come perchè? E' imbarazzante! Veramente!”

“Non è per niente imbarazzante!”

“Perchè sei una maga? Per questo ti va bene spogliarti di fronte a un ragazzo?”

“Un ragazzo? Chi? Non c'è problema spogliarsi davanti al mio famiglio.”

E che cavolo! Il tipo di comportamento che si terrebbe con un gatto o con un cane. Saito prese il lenzuolo, se lo lanciò sulla testa e si girò dall'altra parte.

Per prima cosa decise di negare i suoi precedenti pensieri sul fatto che lei era carina. Iniziava a starle sui nervi. Una ragazza come lei, una maga? Si, certo!

“Oh, questi. Lavameli domani.” Alcuni oggetti arrivarono volando per atterrare dolcemente vicino a lui. Saito li raccolse da terra, chiedendosi cosa fossero.

Un corpetto e delle mutandine di pizzo. Oltretutto bianche. Che biancheria delicata, Saito pensò mentre la sua faccia arrossiva. Strinse in mano i due oggetti mentre una insieme di indignazione e gioia riempivano i suoi pensieri.

“Perchè dovrei—la tua biancheria? Lavarla? Francamente mi sento sia offeso che lusingato!”

Si alzò di scatto senza neanche accorgersene. Louise si stava infilando una larga camicia da notte da sopra la testa. Nella fioca luce della lampada Saito poteva vedere la sua silhouette. Nonostante non potesse vedere altri particolari lei non sembrava per niente imbarazzata. Questo fatto lo aveva deluso, si sentiva come se la sua mascolinità fosse stata negata.

“Chi credi che ti manterrà? Chi pensi ti darà da mangiare? E di chi pensi sia la stanza in cui sei ora?”

“Uhh...”

“Sei il mio famiglio, giusto? Lavanderia, pulizia e altri lavori umili sono, ovviamente, di tua competenza.”

Saito si posizionò di nuovo il lenzuolo sulla testa.

Questa ragazza è senza speranza, pensò .Non mi vede proprio come un uomo.

Voglio andare a casa. Mi manca la mia camera. Mi mancano i miei genitori.

Il senso di nostalgia lo stava schiacciando.

...Quando riuscirò a tornare indietro?

Esiste almeno un modo per tornare indietro?

Mi domando se la mia famiglia sia preoccupata per me adesso...

Devo trovare un modo per ritornare a casa...

Cosa dovrei fare? Potrei provare a scappare da qui? Ma poi che farei?

Potrei provare a chiedere a qualcuno. Ma da quello che Louise mi ha detto prima nessuno sa neanche che esiste un altro mondo quindi nessuno mi crederà mai.

No, devo provare a pensare a una soluzione. In ogni caso, continuare a pensare adesso non mi porterà da nessuna parte. Non ho nessun indizio e, anche se scappassi, non c'è garanzia che riesca a tornare indietro.

Non ho neanche un parente in questo mondo. Non posso contare su nessuno a parte una ragazza presuntuosa di nome Louise.

Credo non ci sia altra scelta. Per adesso, sarò il suo famiglio. Almeno ha detto che mi darà da mangiare. Sarà dura dato che per lei sono un semplice famiglio.

Certo, è arrogante ma almeno è parecchio graziosa. Cercherò di immaginarmi di essermi trovato una ragazza. Qualcuna che ho incontrato attraverso il sito di appuntamenti. Fingerò di essere andato all'estero per incontrarla. Oppure che sono venuto qui per studiare all'estero. Questo forse è meglio. Si, farò così allora! E' davvero una fortuna essere un ragazzo così semplice! Grandioso!

Okay, pensò Saito. Non è come se fossi finito su un'isola deserta. Deprimermi non mi porterà a niente.

Vivrò come il suo famiglio e, nel frattempo, cercherò un modo di ritornare a casa.

Ora che il suo piano era pronto si sentiva molto stanco.

Nonostante la situazione, l'enorme adattabilità di Saito lo aveva sempre salvato. Dove chiunque altro si sarebbe fatto prendere dal panico e crollato, Saito riusciva a riprendersi grazie alla sua personalità 'elastica'.

Louise schioccò le dita e il bagliore della lampada si spense.

Anche la lampada è magica? Suppongo non ci sia bisogno dell'elettricità, dopotutto ragionò Saito.

Un velo di oscurità discese sulla stanza.

Fuori dalla finestra le due lune splendevano, misteriosamente.

Signora Hiraga, suo figlio Saito è arrivato in un mondo dove ci sono i maghi. Non potrà studiare né andare a scuola per qualche tempo. Per favore, lo perdoni.

Da quel giorno iniziò la vita di Saito come famiglio.




Capitolo Due - Zero Louise[edit]

Appena Saito aprì gli occhi la prima cosa che riuscì a vedere fu la biancheria che Louise si era tolta la sera prima.

Era finita in qualche modo proprio davanti alla sua faccia, dopo essere stata gettata a terra senza cura.

Louise stava ancora dormendo nel suo letto e respirava delicatamente. Il suo viso addormentato sembrava quello di un angelo. Vedendola così, sembrava quasi una piccola bambina, veramente adorabile. Rumorosa e fastidiosa quando parla -'nobili' qui, 'maghi' là- ma quando dormiva era veramente incantevole. Saito era pronto a desiderare che rimanesse per sempre addormentata.

La realtà lo colpì. Allora quello che è successo ieri sera non era un sogno. Pensava si sarebbe svegliato nella sua camera ma, ovviamente, ciò non accadde. Si sentiva abbattuto.

Nonostante tutto era una mattinata splendida. Una luce abbagliante entrava dalla finestra.

La tipica curiosità di Saito si risvegliò. Pensandoci meglio questa è quasi come una gita turistica. Mi domando che tipo di mondo possa essere questo. Anche se non adoro l'idea di essere il famiglio di una ragazza con la puzza sotto il naso, dovrei cercare di vivere al massimo da questa esperienza.

Iniziò a scuotere le lenzuola di Louise per svegliarla.

“Co-cosa? Cosa succede?”

“E' mattina, milady.”

“Huh? O-Oh...Aspetta un attimo, chi sei tu?”

Louise schiamazzò, balbettando. La sua espressione assente mentre si mise a mugugnare qualcosa di incomprensibile.

Ma è normale?

“Hiraga Saito.”

“Oh, il famiglio. E' vero, ti ho evocato ieri, giusto?”

Louise si alzò e sbadigliò. Poi ordinò a Saito:

“Vestiti.”

Le lanciò l'uniforme che era stata appoggiata su una sedia. Louise iniziò pigramente a svestirsi.

Saito si voltò velocemente per nascondere il suo imbarazzo.

“Biancheria.”

“P-prenditela da sola!”

“Si trova nel cassetto più basso...di quell'armadio...laggiù.”

Sembrava volesse utilizzare Saito al meglio.

Fermandosi prima di rispondere andò ad aprire il cassetto indicato. Sorpresa, era strapieno di biancheria intima! Era la prima volta che vedeva della biancheria femminile in questo modo, a parte quella di sua madre. Prendendone un paio a caso le lanciò dietro le sue spalle, senza girarsi.

Dopo essersele messe Louise mugugnò ancora.

“Vestiti.”

“Te li ho appena dati!”

“Vestimi.”

Ora, non esagerare. Saito si girò per obiettare rabbiosamente ma trovò Louise seduta pigramente sul letto con solo la biancheria indosso. Imbarazzato, non sapeva dove posare lo sguardo.

Louise fece il broncio per il disappunto.

“Probabilmente non lo sai perchè sei un comune cittadino ma i nobili non si vestono mai da soli se un servo lo può fare per loro.”

Questa affermazione lo irritò.

“Potresti almeno vestirti da sola!”

“Molto bene. Come punizione per essere stato un famiglio irrispettoso niente colazione.” Louise dichiarò, alzando un dito, trionfante.

A malincuore Saito raccolse la camicetta.

***

Quando uscì dalla stanza con Louise, Saito notò tre porte di legno identiche fra loro allineate sul muro di fronte. Una di loro si aprì e dalla stanza apparve una ragazza con capelli rosso fuoco. Era più alta di Louise, doveva avere circa la stessa età di Saito. Emanava un'aura molto provocante. Il suo viso era molto attraente e sfoggiava un busto affascinante. Aveva seni grandi come meloni.

I due bottoni più in alto erano sbottonati a sottolineare un décolleté mozzafiato che attirava subito l'attenzione. La sua pelle era abbronzata, il che le dava aspetto sano e di naturale bellezza.

La statura, il colore della pelle, la presenza e la grandezza dei seni...creava un forte contrasto con Louise la quale non aveva nessuno di questi attributi.

Quando vide Louise la salutò con un ampio sorriso.

“Buon giorno Louise.”

Louise rispose, aggrottando le sopracciglia.

“Buon giorno...Kirche.”

“Questo è...il tuo famiglio?” Kirche domandò, con un tono di derisione, indicando Saito.

“Proprio così.”

“Ahaha! Allora è veramente umano! Fantastico!”

Saito ne fu risentito. Scusami se sono umano. Tu cosa saresti allora? Si mise a fissare il petto di Kirche. Tu sei solo un'aliena dalle tette grosse. Si, un aliena dalle t-t-t-tette grosse. Non riusciva a staccare lo sguardo.

“E' proprio da te evocare un plebeo con la 'Summon Servant'. D'altronde cosa ci si può aspettare da Zero Louise?”

Le bianche guance di Louise arrossirono.

“Smettila.”

“Anche io ho evocato un famiglio ieri. Al contrario di qualcun'altra ci sono riuscita al primo tentativo.”

“Ma non mi dire.”

“E se devi avere un famiglio dovrebbe essere potente come questo. Flame!”

Kirche chiamò trionfalmente il suo famiglio. Dalla sua stanza uscì un'enorme lucertola rosso scura. Una vampata di calore colpì Saito.

“Uwah! Che diavolo è quella cosa rossa?”

Kirche sorrise.

“Ohoho! Non dirmi che è la prima volta che vedi una lucertola di fuoco?”

“Mettile un guinzaglio o una catena! E' pericolosa! Ma che cos'è?”

“Non preoccuparti. Se non glielo ordino non attaccherà. Non fare il pusillanime!”

Kirche si mise una mano sulla guancia e inclinò la testa scherzosamente.

La creatura era quantomeno grossa come una tigre. Sulla punta della coda c'era una fiamma e dalla bocca emetteva delle braci mentre respirava.

"Non preoccuparti. Se non glielo ordino non attaccherà. Non fare il pusillanime!"

“Non hai caldo a starci vicino?” Saito domandò. Si calmò e riguardò la creatura “Wow, è un mostro...fantastico!”

“Con me è abbastanza freddo, a dir la verità.”

“E' una salamandra?” chiese Louise, gelosa.

“Esatto! Una lucertola di fuoco! Guarda la coda. Una fiamma così viva e grande significa che è senza dubbio una salamandra delle Montagne del Drago di Fuoco! E' come un marchio di fabbrica. I collezionisti pagherebbero oro per averla.”

“Non male” Louise disse, con voce amara.

“Vero? Inoltre è perfetta per la mia affinità!”

“La tua affinità è il Fuoco, non è vero?”

“Certo. Dopo tutto, io sono Kirche la Fiamma Ardente. La fiamma di una delicata e focosa passione. Ovunque vada ci sono uomini che si innamorano di me. Esattamente il contrario di quello che accade a te, vero?”

Nonostante questo, Louise guardò storto Kirche. Sembrava detestasse perdere.

“Io non ho tempo per andare in giro e flirtare con ogni cosa che respira, al contrario di te.”

Kirche si limitò a sorridere. Poi si girò verso Saito.

“E tu come ti chiami?”

“Hiraga Saito.”

“Hiragasaito? Che nome strano!”

“Ehi!”

“Ora devo andare.”

Si scostò i suoi capelli rosso fuoco all'indietro e se ne andò di fretta. La salamandra la seguì con un grazioso passo lento che sembrava innaturale in una creatura così grossa.

Appena fu fuori dalla vista, Louise strinse la mano in un pugno, tremante di rabbia.

“Ooh, quella ragazza mi sta sui nervi! Lei è riuscita ad evocare una salamandra dalle Montagne del Drago di Fuoco! Argh!”

“Calmati, si tratta solo di un'evocazione!”

“No, non è vero! Si può capire la potenza di un mago guardando semplicemente il suo famiglio! Perchè quella cretina ha una salamandra mentre io ho te?”

“Scusami se sono umano! Però anche tu sei umana, sai?”

“Fare un paragone tra maghi e plebei è come paragonare lupi e cani!” Louise esclamò con orgoglio.

“D'accordo, d'accordo. A proposito, lei ti ha appena chiamato 'Zero Louise', ma cosa significa 'Zero'? E' il tuo cognome?”

“Assolutamente no! Il mio nome è Louise de la Vallière! 'Zero' è solo un soprannome!”

“Un soprannome, eh? Posso capire perchè lei viene chiamata 'La Fiamma Ardente' ma per quale motivo il tuo soprannome è 'Zero'?”

“Non c'è bisogno che tu lo sappia.” Louise disse, presa dallo sconforto.

“E' a causa del tuo seno?” Saito domandò, lanciando un'occhiata a Louise. Si, piatta come una tavola.

Louise alzò il braccio per dare uno schiaffo a Saito. Lui la evitò.

“Torna qui!”

“Ehi, non colpirmi!”

Uno schiaffo?

Mi ricorda qualcosa...questa ragazza...

Ieri, quando tutti se ne sono andati volando, lei ha fatto la strada a piedi.

E l'altra sera, quando le sono saltato addosso, mi ha tirato un calcio all'inguine.

Se davvero volesse punirmi non farebbe meglio ad usare la magia, invece di scalciare o schiaffeggiare?

Sarebbe sicuramente più efficace ed è qualcosa che un mago farebbe.

Perchè fa così? Saito si domandò.

***

La sala da pranzo dell'Accademia di Magia di Tristania era la stanza più interna e più grande del complesso. All'interno tre tavoli estremamente lunghi erano posizionati parallelamente tra di loro. Ogni tavolo sembrava che potesse dar da sedere facilmente a un centinaio di persone. Il tavolo a cui Louise e tutti gli studenti del secondo anno sedettero era quello centrale.

Gli studenti potevano essere riconosciuti grazie al colore del loro mantello. Guardando dall'entrata tutti quelli che sedevano al tavolo di sinistra parevano essere più grandi e avevano mantelli viola – terzo anno.

Gli studenti del tavolo di destra avevano mantelli marroni – primo anno. Sono come delle uniformi di colore diverso per ogni anno pensò Saito.

Ogni singolo mago presente nella scuola, sia studenti che professori, si ritrovavano in quella sala per colazione, pranzo e cena.

In un piano sopraelevato poteva vedere alcuni professori che chiacchieravano tra loro.

Tutti i tavoli erano decorati in maniera fastosa.

C'erano molte candele, mazzi di fiori, ceste piene di frutta...

Saito aveva la bocca spalancata per lo stupore dato lo sfarzo della sala da pranzo. Louise alzò la testa imperiosamente e iniziò a spiegare. I suoi occhi nocciola scintillarono come quelli di una bambina.

“L'Accademia di Magia di Tristania non insegna solo magia...”

“Giusto...”

“Quasi tutti i nobili sono maghi. Il detto 'i nobili guadagnano la loro nobiltà tramite l'uso della magia' è un fondamento dell'educazione che riceviamo, come nobili. Per questo anche la sala da pranzo deve essere consona al nostro status sociale.”

“Ok...”

“Capito? Normalmente un cittadino come te non potrebbe mai mettere piede nel Salone degli Alvìss. Devi esserne riconoscente.”

“Certo...ehi, cos'è un Alvìss?”

“E' uno dei tanti nomi dei nani. Vedi tutte quelle statue laggiù?”

Indicò alcune statue raffiguranti dei nani, allineate davanti a una parete.

“Sono fatte bene. Err...queste cose non...tipo...si animano durante la notte o cose simili, vero?”

“Oh, lo sapevi già?”

“Mi stai dicendo che lo fanno?”

“Beh, a dir la verità ballano. Lasciamo perdere, preparami la sedia, dai. Non sei un famiglio molto competente.” Louise commentò, incrociando le braccia e inclinando la testa, facendo ondulare i suoi capelli color biondo-fragola. Oh beh, prima le donne. Saito estrasse una sedia per lei.

Louise non lo ringraziò neanche. Anche Saito si mise a sedere su una sedia.

“Straordinario!” Saito disse, commosso. C'era moltissimo cibo, per essere una colazione: c'era un enorme pollo arrosto, del vino e una grossa torta a forma di trota.

“Non posso mangiare tutto quanto! Morirei se lo facessi! Ehi, signorina!”

Toccò la spalla di Louise e si accorse che lo stava fissando.

“Cosa c'è?” Saito domandò, dubbioso. Louise continuava a fissarlo.

“Ah, hai ragione, mi sto lasciando trasportare. Dovrei comportarmi più da nobile, nonostante io non lo sia!”

Louise indicò il pavimento, dove era stata poggiata una ciotola.

“E' una ciotola.”

“Proprio così.”

“C'è qualcosa di sospetto dentro.”

Louise appoggiò la guancia sulla sua mano e disse.

“Sai, i famigli dovrebbero rimanere fuori. Tu sei qui solo perchè ho fatto una richiesta speciale.”

Saito, seduto sul pavimento, fissava silenziosamente la ciotola posta davanti a lui. Dentro c'erano dei miseri pezzi di carne che galleggiavano in una specie di zuppa. Sul bordo della ciotola c'era mezza forma di un pane che sembrava durissimo.

Allungando il collo, sbirciò oltre l'orlo del tavolo.

Potè solamente guardare sbavando lo spettacolare banchetto che era stato preparato. Non era neppure comparabile con la sua magra zuppa di scarti.

“Oh Grande fondatore Brimir e sua maestà la Regina, vi rendiamo grazie per questa umile pietanza che ci avete generosamente offerto questa mattina.”

Si levò un armonioso canto di preghiera. Anche Louise partecipò, chiudendo gli occhi.

Ma come si fa a definire quella 'umile pietanza'? Saito si lamentò, guardando ancora il cibo. C'è più roba che a un banchetto! Se qualcuno dovrebbe parlare di 'umile pietanza', quello sarei io! Voglio dire, cosa diavolo c'è in questa ciotola? E' peggio di quello che si darebbe ad un animale! Saito avrebbe voluto protestare. Gli animali in Giappone mangiano meglio di così!

Irritato per il suo trattamento, Saito mise una mano sul tavolo ma Louise la colpì subito.

Saito la osservò con risentimento.

“Cosa stai facendo?”

“Dammi un po' di pollo. Solo un pochino.”

“Uffa...”

Mugugnando, Louise staccò un po' di pelle e la gettò nella ciotola di Saito.

“E la carne?”

“No, non voglio che diventi un'abitudine.”

Louise iniziò gioiosamente a prendere del cibo dal glorioso banchetto.

“Ah è delizioso! Delizioso! Penso mi metterò a piangere!” Saito borbottò, mentre masticava la durissima forma di pane.

***

Le aule dell'Accademia di Magia erano molto simili alle sale conferenze universitarie. E, come tutto il resto, erano di pietra. Il podio del professore si trovava al livello più inferiore mentre le sedie per gli studenti erano posizionate a salire, come delle scale. Appena Saito e Louise entrarono tutti gli altri studenti si voltarono per guardarli.

Tutti iniziarono a ridere. Anche Kirche era presente, circondata da un gruppo di ragazzi.

Capisco, allora li ha veramente tutti ai suoi piedi. Viene trattata come una Regina da quei ragazzi. Beh, non c'è niente di sorprendente considerata la sua 'capacità polmonare'. Si potrebbe proprio dire che un paio di tette grandi rimangono pur sempre un paio di tette grandi, non importa dove ti trovi.

I famigli che gli studenti avevano portato in classe erano molto differenti tra loro.

La salamandra di Kirche stava dormendo rannicchiata sotto la sedia della padrona. C'erano dei ragazzi con dei gufi che si stavano riposando sulle loro spalle. Da una finestra un enorme serpente scrutava l'interno della classe. Oltre a questi c'erano anche corvi e gatti.

Ma la creatura che attirò maggiormente l'attenzione di Saito era qualcosa che sarebbe stata considerata un mostro fantastico, nel suo mondo. Si sentì improvvisamente emozionato. Tutte le altre creature non erano niente in confronto a lui.

Guardandosi intorno, vide una lucertola a sei zampe. Quello dev'essere...Saito cercò di richiamare a se la sua limitata conoscenza della mitologia che aveva. Un basilisco! Ne ho visto uno in un gioco. Inoltre c'era anche un'enorme bulbo oculare che fluttuava delicatamente a mezz'aria. Cosa potrebbe essere? Decise di chiedere a Louise.

“Che cos'è quel bulbo oculare troppo cresciuto?”

“Un Babau”

“E quella specie di piovra?”

“Una Sukyua.”

Louise rispose con voce crucciata, e si sedette. Anche Saito si sedette proprio di fianco a lei e lei lo fissò.

“Che c'è?”

“Quella sedia è riservata ai maghi. Ai famigli non è permesso sedersi.”

Con riluttanza si sedette sul pavimento. Non mi è stato neanche permesso di mangiare la colazione prima. E questa scrivania è in mezzo, non vedo niente. Non rimarrò seduto qui, si alzò in piedi e si rimise sulla sedia, con decisione.

Louise gli lanciò uno sguardo storto ma non disse nulla, questa volta.

La porta si aprì e la professoressa entrò nell'aula.

Era una donna di mezza età vestita con un voluminoso mantello viola e un cappello. Il suo viso era rotondo, paffuto, sembrava una persona amichevole.

“Anche quella signora è una maga?” Saito bisbigliò a Louise.

“Non è ovvio?” Louise gli sibilò in risposta.

La donna si diede un'occhiata intorno e disse con aria soddisfatta.

“Bene ragazzi, sembra che l'evocazione primaverile dei famigli sia stata un successo. Io, Chevreuse, adoro vedere i nuovi famigli evocati ogni primavera.”

Louise abbassò lo sguardo.

“Su su. Vedo che ha evocato un famiglio...davvero particolare, signorina Vallière.” commentò mentre osservava Saito. Il commento era di per se senza malizia ma nell'aula esplosero fragorose risate.

“Zero Louise! Non andartene in giro a rapire dei cittadini a caso solo perchè non riesci ad evocare niente di niente!”

I lunghi capelli di Louse si agitarono poiché si alzò di scatto. Alzò il tono della sua graziosa voce per la rabbia.

“No! Ho fatto tutto correttamente ed è apparso solo lui!”

“Non mentire! Non sei nemmeno riuscita a lanciare la 'Summon Servant', vero?”

Tutti gli studenti ridacchiarono tra loro.

“Professoressa Chevreuse! Sono stata insultata! Malicorne 'il raffreddore' mi ha appena insultata!”

Louise sbattè il pugno sul banco in segno di protesta.

“Raffreddore? Io sono Malicorne, il guardiano del vento! Non ho mai preso un raffreddore!”

“La tua voce roca sembrerebbe testimoniare il contrario.”

Il ragazzo di nome Malicorne si alzò e guardò Louise torvamente. Chevreuse puntò la bacchetta magica verso di loro. Improvvisamente iniziarono a muoversi come pupazzi mossi da dei fili e si sedettero, rigidamente.

“Signorina Vallière, Signor Malicorne. Smettete subito con questo litigio.”

Louise era visibilmente abbattuta. Tutta la vivacità mostrata solo qualche secondo prima sembrava essere evaporata.

“Riferirsi agli amici con soprannomi come 'Zero' o 'Raffreddore' non è accettabile? Tutto chiaro?”

“Professoressa Chevreuse, il mio soprannome mi è stato affibbiato solo per scherzo, mentre quello di Louise corrisponde alla verità.”

Si sentirono ancora qualche risatina nella classe.

Chevreuse si guardò intorno con un'espressione severa sul volto. Agitò la sua bacchetta e, magicamente, le bocche degli studenti che avevano riso precedentemente si riempirono di argilla rossa.

“Voi ragazzi continuerete la lezione in questo stato.”

Questo mise fine a ogni possibile sfogo.

“Bene, allora iniziamo la lezione.”

Chevreuse si chiarì la voce e agitò la bacchetta. Qualche sassolino si materializzò sulla cattedra.

“Il mio nome runico è 'Argilla Rossa'. Chevreuse l'Argilla Rossa. Quest'anno sarà mio dovere insegnarvi le magie di terra. Conosce i quattro grandi elementi magici, Signor Malicorne?”

“C-certo professoressa Chevreuse. Terra, Fuoco, Acqua e Vento.”

Chevreuse annuì.

“Che, insieme all'ora perduto elemento 'Vuoto' fanno cinque elementi in totale – come tutti dovreste già sapere. Di questi cinque elementi credo che la Terra abbia una posizione estremamente importante. E non lo dico perchè la mia affinità è Terra e neanche per una preferenza personale.”

Ancora una volta, Chevreuse si schiarì la voce.

“La magia di Terra è una magia molto importante che governa la creazione di tutta la materia. Se non fosse per le magie di Terra non saremmo in grado di produrre o lavorare nessun tipo di metallo. Costruire edifici dalle pietre o far crescere ortaggi richiederebbe molto più lavoro. In questo senso, la magia di Terra è intimamente legata alla vita di tutti.”

Aha penò Saito. Allora in questo mondo la magia è l'equivalente di scienza e tecnologia nel mio. Penso di capire adesso perchè Louise è così fiera di farsi chiamare 'maga'.

“Ora, per favore, cercate di ricordare che la magia di base dell'elemento Terra è la 'trasmutazione'. Nonostante ci siano degli studenti che sono già in grado di farlo dal primo anno, dato che le basi sono le fondamenta la ripasseremo ancora una volta.”

Chevreuse si concentrò sui sassolini e agitò la bacchetta sopra di loro.

Poi sussurrò un incantesimo e questi iniziarono a brillare.

Quando la luce si affievolì i ciottoli erano diventati un mucchietto di metallo lucente.

“E' o-o-o-oro quello, Professoressa?”

Kirche si sporse in avanti dal suo banco.

“No, è solamente ottone. Solo maghi Quadrato sono in grado di trasmutare il metallo in oro. Io sono solo...”

Chevreuse, dandosi un tono, tossì nuovamente.

“Un mago Triangolo.”

“Louise.”

Saito richiamò l'attenzione di Louise.

“Cosa c'è? Siamo nel bel mezzo della lezione!”

“Cosa significava quel discorso su triangoli e quadrati?”

“E' il numero di elementi che un mago può aggiungere a una magia, il che determina suo il livello.”

“Eh?”

Louise iniziò a spiegare a Saito, mantenendo la voce bassa.

“Diciamo, per esempio, che tu puoi usare un incantesimo di Terra da solo. Ma, se per caso, ci aggiungi la magia del Fuoco, il potere totale dell'incantesimo aumenta di parecchio.”

“Oh, ho capito.”

“Chi può utilizzare contemporaneamente due elementi, come Fuoco e Terra, sono chiamati maghi 'Linea'. La Professoressa Chevrause, visto che può combinare tre elementi, Terra-Terra-Fuoco, è un mago 'Triangolo'.”

“Cosa succede quando utilizzi due volte lo stesso elemento?”

“L'elemento viene rinforzato e l'incantesimo diventa più potente.”

“Capito. Quindi, in altre parole, diresti che la professoressa è una maga abbastanza potente, perchè è una 'Triangolo'?”

“Esattamente.”

“Tu che tipo di maga sei, Louise?”

Lei non rispose.

Mentre parlavano la professoressa li notò.

“Signorina Vallière!”

“S-si?”

“Per favore, si tenga le sue chiacchiere private per dopo la lezione.”

“Mi scusi...”

“Visto che ha tempo di chiacchierare perchè non ci da una dimostrazione?”

“Eh? Io?”

“Si. Provi a tramutare questi sassi in un metallo a sua scelta.”

Louise non si alzò. Si limitò a rimanere seduta, agitata e preoccupata.

“Forza, dai! Ti sta chiamando!” Saito disse a Louise.

“Signorina Vallière! Qualche problema?”

La professoressa la chiamò ancora e Kirche si intromise, sembrando ansiosa.

“Uhmm...”

“Si?”

“Penso sia meglio se non la lascia...”

“Per quale motivo?”

“E' pericoloso.”

Kirche rispose chiaramente. La maggioranza della classe annuì in segno di approvazione.

“Pericoloso? Cosa vuol dire?”

“E' la prima volta che vede Louise, vero?”

“Si ma ho sentito dire che lavora sodo. Ora, Signorina Vallière, non si preoccupi. Non riuscirà mai a fare niente se ha paura di commettere degli errori.”

“Louise, non farlo!”

Kirche era disperata, pallida in volto.

Ma Louise si alzò.

“Lo farò.”

Con un'espressione tesa, camminò vivacemente fino ala cattedra.

Chevreuse, di fianco a Louise, le sorrise.

“Signorina Vallière, deve visualizzare fortemente nella sua mente il metallo nel quale volete trasmutare questi sassi.”

Con un adorabile piccolo cenno d'assenso Louise agitò la sua bacchetta. Non era mai sembrata tanto adorabile come in quell'istante quando le sue labbra iniziarono a mormorare l'incantesimo – sembrava quasi un angelo.

Nonostante conoscesse la sua vera personalità, Saito si era momentaneamente innamorato.

Nella luce del mattino che filtrava dalla finestra i capelli di Louise brillavano in maniera incantevole. I suoi occhi nocciola sembravano gioielli e la sua pelle era di un bianco perfetto. Il suo nasino scolpito si addiceva alla nobiltà.

Se solo avesse le tette più grandi sarebbe perfetta – perfino troppo. Ma non importa quant'è carina, la sua personalità è davvero pericolosa, Saito si lamentò.

Mentre lui stava pensando, Gli studenti intorno a lui si erano rifugiati sotto le loro sedie per qualche ragione. Ma non vedono quanto è graziosa? Però non sembre essere molto popolare.La chiamano 'Zero' e la prendono in giro. Qui intorno non ci sono ragazze belle come lei. Solamente Kirche può rivaleggiare.

Chiudendo gli occhi, Louise finì di recitare le ultime parole magiche e agitò la bacchetta.

I ciottoli sul tavolo esplosero.

Louise e Chevreuse furono colpite in pieno dall'esplosione e vennero scaraventate contro la lavagna mentre gli altri urlavano.

Famigli spaventati si aggiunsero al caos. La salamandra di Kirche si svegliò d'improvviso, si alzò sulle zampe posteriori e iniziò a sputare fuoco. Una chimera si alzò in volo e sfondò una finestra per scappare. Attraverso la finestra l'enorme serpente, che prima stava guardando dentro la classe, strisciò dentro e ingoiò il corvo di qualcuno.

L'aula era diventata un pandemonio.

Kirche si alzò e puntò un dito contro Louise.

“Ecco perchè le ho detto di non farla provare!”

“Dio Mio, Vallière! Risparmiaci questa pena e lascia la scuola!”

“Il mio Lucky è stato mangiato da un serpente! Lucky!”

Saito era scioccato.

Chevreuse era stesa a terra immobile. Dai suoi occasionali movimenti, però, si intuiva che non era morta.

Una Louise coperta di fuliggine si levò lentamente. Era una visione deprimente da sopportare. La camicetta stracciata faceva intravedere una sottile spalla e le sue mutandine erano visibili sotto la gonna strappata.

Nonostante tutto, che ragazza fantastica.

Non sembrava assolutamente preoccupata per il casino nell'aula.

Dalla tasca estrasse un fazzoletto per pulirsi il viso dalla fuliggine.

“Sembra che io abbia fatto un piccolo errore...”

Chiaramente quella frase suscitò un impeto di rabbia negli altri studenti.

“Non era 'piccolo'! Zero Louise!”

“La tua percentuale di successo è ZERO!”

Saito finalmente capì perchè la chiamavano 'Zero Louise'.




Capitolo Tre - Leggenda[edit]

Il signor Colbert era un professore che aveva dedicato vent'anni della sua vita all'Accademia di Magia di Tristania ed era diventato una colonna portante della scuola.

Il suo nome runico era “Colbert il Serpente di Fuoco” e, naturalmente, era un mago specializzato nelle magie di fuoco.

Sin dall'Evocazione dei Famigli di Primavera di qualche giorno prima, Colbert si era preoccupato per quel cittadino comune che Louise aveva invocato. O, più precisamente, era preoccupato per le rune che sono apparse sulla mano sinistra del ragazzo. Si trattava certamente di rune rare quindi, per le notti precedenti, si era rinchiuso nella biblioteca e aveva condotto ricerche su alcuni testi.

La biblioteca dell'Accademia di Magia di Tristania era localizzata nella stessa torre in cui si trovava anche la sala da pranzo. Le librerie erano incredibilmente alte, circa 30 metri di altezza, e il modo in cui erano allineate ai muri era uno spettacolo per la vista. E, inoltre, quel posto era stipato dalla storia universale, a partire dalla creazione del nuovo mondo nel continente di Halkeginia da parte del Fondatore Brimir.

Colbert si trovava in una sezione denominata 'Biblioteca di Fenir' alla quale solo i professori avevano il permesso di accedere.

Le normali scansie alle quali gli studenti avevano libero accesso non contenevano risposte che lo potessero soddisfare.

Usando un Incantesimo di Levitazione, galleggiò nell'aria fino a raggiungere uno scaffale in alto e cercò intensamente per trovare un particolare tomo.

I suoi sforzi furono premiati quando il suo sguardo si posò sul titolo di un libro.

Si trattava di un manoscritto molto antico, il quale conteneva le descrizioni dei famigli che vennero utilizzati dal Fondatore Brimir.

La sua attenzione era focalizzata su un paragrafo in particolare e, mentre leggeva affascinato, spalancò gli occhi per la sorpresa.

Paragonò un immagine nel capitolo del libro con il disegno che aveva fatto delle rune sulla mano del ragazzo.

“Ah!” singhiozzò per la sorpresa. In quel momento perse la concentrazione necessaria per mantenere la Levitazione e cadde quasi a terra.

Tenendo il libri in mano, ritornò velocemente a terra e corse fuori dalla biblioteca.

La sua destinazione era l'ufficio del Preside.

***

L'ufficio del Direttore si trovava al piano più alto della torre. Sir Osmond, l'attuale Preside dell'Accademia di Magia di Tristania, era seduto con i gomiti appoggiati alla sua elegante scrivania in sequoia, sembrando molto annoiato mentre si accarezzava la barba e i capelli bianchi.

Si stava pigramente togliendo i peli del naso quando mormorò “hrm” e aprì un cassetto della scrivania.

Da dentro il cassetto estrasse una pipa.

Appena estratta la pipa, la Signorina Longueville, la segretaria che stava scrivendo qualcosa alla sua scrivania posizionata in un lato della stanza, agitò il suo calamaio con cui stava scrivendo.

La pipa fluttuò in aria e atterrò sul palmo della mano della Signorina Longueville. Sir Osmond mormorò, abbattuto. “E' divertente portare via a un vecchio i suoi piccoli piaceri? Signorina...”

“Prendermi cura della sua salute fa parte del mio lavoro, Preside Osmond.”

Sir Osmond si alzò dalla sua sedia e raggiunse la fredda e calma Signorina Longueville. Fermandosi dietro alla seduta Longueville chiuse gli occhi con un'espressione seria sul volto.

“Se i giorni continuassero a passare così pacificamente, trovare un modo per passare il tempo diventerà un grosso problema.”

Le profonde rughe impresse sul volto di Osmond davano solo dei piccoli indizi sulla storia della sua vita. La gente credeva avesse un centinaio d'anni, o anche trecento. Ma della sua vera età, nessuno sapeva davvero qualcosa. Era possibile che neanche lui lo sapesse più.

“Preside Osmond.” La Signorina Longueville attirò la sua attenzione, senza distogliere lo sguardo dal calamaio, col quale stava scrivendo sulla pergamena.

“Cosa c'è? Signorina...”

“Per favore, la smetta utilizzare la scusa che non ha niente da fare solamente per potermi toccare il sedere.”

Sir Osmond aprì leggermente la bocca e iniziò a camminare barcollando per la stanza.

“Per favore, la smetta di fingersi rimbambito ogniqualvolta che la situazione peggiora.” Longueville aggiunse, calma. Sir Osmond sospirò profondamente. Si trattava di un sospiro dovuto a molti problemi.

“Dove pensa si trovi la verità assoluta? Non ci ha mai pensato? Signorina...”

“Dovunque si trovi, le assicuro che non è sotto la mia gonna quindi la prego di smettere di mandare il suo topo sotto la scrivania.”

Lo sguardo di Osmond cadde a terra e mormorò tristemente.

“Montsognir."

Da sotto la scrivania della Signorina Longueville corse fuori un topolino. Scalò la gamba di Osmond e si appollaiò sulla sua spalla, muovendo la sua piccola testolina. Osmond estrasse alcune noccioline da una tasca e ne passò una al topo.

“Chuchu.” il topo squittì, apparentemente felice.

“Tu sei il mio unico, leale, amico Montsognir."

Il topolino iniziò a mordicchiare la nocciolina. Venne rosicchiata in poco tempo e il topolino squittì “chuchu” ancora una volta.

“Ah, certo certo. Ne vuoi ancora? Molto bene, ne avrai ancora. Ma prima ti devo chiedere di fare rapporto, Montsognir."

“Chuchu.”

“Capisco. Bianco candido, hrm. Ma alla Signorina Longueville donerebbe di più il nero. Non sei d'accordo, mio piccolo Montsognir?”

Le sopracciglia della Signorina Longueville si aggrottarono.

“Preside Osmond.”

“Cosa c'è?”

“La prossima volta che fa una cosa del genere farò rapporto a Palazzo.”

“Kah! Credi che sarei il Preside di quest'Accademia se fossi così spaventato della Corte Reale?”

Sir Osmond sbarrò gli occhi, li fece luccicare e urlò rabbiosamente. Si trattava di una scena di grande effetto, completamente inaspettata da un vecchietto apparentemente fragile come lui.

“Non si incavoli soltanto perché ho dato un'occhiatina alla sua biancheria! Se continua così non si sposerà mai! Haa~~essere ancora giovani~~Signorina...”

Il Preside Osmond iniziò ad accarezzare il fondoschiena della Signorina Longueville senza alcun tipo di esitazione.

La Signorina Longueville, senza proferir parola, iniziò a tirare dei gran calci al suo capo.

“Mi scusi. La smetta. Ow. Non lo farò mai più. Davvero.”

Il Preside Osmond si protesse la sua testa e si rannicchiò. La Signorina Longueville continuò a scalciare respirando affannosamente.

“Ack! Come si permette! Deve trattare bene un anziano! Non in questo modo! Hey! Ahia!”

Questo 'pacifico' momento fu interrotto da una repentina intrusione.

La porta si spalancò facendo un forte rumore e Colbert si precipitò all'interno.

“Preside Osmond!”

“Cosa succede?”

La Signorina Longueville era tornata alla sua scrivania, seduta, come se nulla fosse accaduto. Sir Osmond aveva le sue mani dietro la schiena e si girò per osservare il visitatore con un'espressione seria. Si trattava, di certo, un recupero veloce.

“G-g-g-grandi notizie!”

“Le grandi notizie non esistono. Di qualunque cosa si tratti, può essere scomposto in un elevato numero di piccoli eventi.”

“La p-p-prego, guardi qui!”

Colbert passò ad Osmond il libro che stava leggendo fino a qualche momento prima.

“Questo è 'I Famigli del Fondatore Brimir', non è vero? Sta ancora andando in giro a cercare della letteratura antica come questa? Se ha tempo per farlo, perché non pensa a dei migliori sistemi per far pagare la retta della scuola a quei pigri nobili? Signor, err...com'era pure?”

Sir Osmond inclinò la testa.

“Mi chiamo Colbert! Se ne è dimenticato?”

“Giusto, giusto. Ora ricordo. E' solo che lei si era messo a parlare così velocemente che non ero riuscito a capirlo. Allora, Colby, cosa mi deve dire su questo libro?”

“Dia un'occhiata anche a questo!”

Colbert gli consegnò anche il disegno delle rune sulla mano sinistra di Saito.

Nel momento in cui i suoi occhi si posarono sul disegno, l'espressione di Osmond mutò. I suoi occhi brillavano di una luce solenne.

“Signorina Longueville, ci può scusare un attimo?”

La Signorina Longueville si alzò e lasciò la stanza. Osmond iniziò a parlare solo dopo essersi assicurato che fosse uscita veramente.

“Mi spieghi tutti i dettagli di questo fatto, Signor Colbert...”

***

Era appena prima dell'ora di pranzo quando ebbero finito di ripulire la classe in cui Louise aveva provocato l'esplosione. Come punizione, l'utilizzo di magie per la pulizia era proibito quindi ci è voluto un bel po' di tempo per terminare di pulire. Ma, per puntualizzare, Louise non era in grado di utilizzare la maggior parte degli incantesimi quindi la situazione non sarebbe comunque cambiata di molto. La Signora Chevreuse aveva ripreso conoscenza solo due ore dopo essere stata coinvolta nell'esplosione e, nonostante fosse tornata in classe, non diede lezioni sulla Trasmutazione per l'intera giornata. Sembrava che fosse stata parecchio traumatizzata.

Una volta finite le pulizie Saito e Louise si diressero verso la sala da pranzo, dato che era già ora di pranzo. Durante il tragitto, Saito prese in giro Louise pesantemente. Dopo tutto era colpa di Louise se lui era stato costretto a fare tutto quel lavoro manuale. E' stato Saito a trasportare il nuovo vetro per la finestra. E' stato Saito a muovere tutti quei pesanti banchi. E, chiaramente, è stato sempre Saito a lucidare tutta la fuligginosa classe con uno straccio. Tutto quello che Louise ha fatto è stato spolverare qualche banco e l'ha fatto malvolentieri.

Devo dormire per terra. Il cibo fa schifo. E, soprattutto, devo lavare della biancheria (non che l'abbia ancora fatto).

Con tutti i maltrattamenti di Louise era impossibile per Saito tacere sulla debolezza appena scoperta della ragazza. Prese in giro Louise come se non ci fosse un domani.

“'Zero Louise'. Ora capisco~ E' proprio perfetto~ Percentuale di successo – zero. Ma una nobile nonostante questo...fantastico!”

Louise non disse una parola, il che incitò Saito ancora di più.

“Trasmutazione! Ah! Kaboom! Trasmutazione! Ah! Kaboom! Oh, ho sbagliato! Solo 'la Zero' può sbagliare questo!”

Saito ballava intorno a Louise cantando questi versi, agitando le braccia ogni volta che diceva 'kaboom' per mimare l'esplosione. Si trattava di una performance veramente dettagliata.

“Padroncina Louise. Questo umile famiglio ha composto una canzone per voi.”

Saito dichiarò, abbassando la testa per mostrare rispetto. Ovviamente si trattava di un gesto fasullo, una completa presa in giro.

Il sopracciglio di Louise tremolava per la rabbia. Era sull'orlo di esplodere ma Saito era troppo assorbito dalla sua eccitazione per potersene accorgere.

“Perché non me la canti, allora?”

“Lou-Lou-Louise è proprio un caso senza speranza~ Una maga che non sa neanche usare la magia! Ma va tutto bene! Perché lei è una ragazza...”

Saito si trattenne lo stomaco mentre scoppiò in una fragorosa risata.

“Bwahahaha!!"

Stava ridendo per le sue stesse battute. Forse era proprio senza speranza.

***

Quando arrivarono nella sala da pranzo, Saito estrasse una sedia per Louise.

“Si ricordi, mia signorina. Non getti nessuna magia sul cibo. Pensi che casino succederebbe se dovesse esplodere.”

Louise prese la sedia, senza proferir parola. Saito si sentiva estremamente soddisfatto per essere riuscito a farla pagare alla rude e arrogante Louise con le sue critiche. Neanche la pallida imitazione di un pasto che aveva davanti agli occhi gli dava più di tanto fastidio.

La magra zuppa e il pane che gli servirono era un male sopportabile, un sacrificio giusto per aver potuto ridere così di gusto prima.

“Oh, giusto Fondatore non-mi-ricordo-come-ti-chiami. Sua Altezza la Regina. Qualche grazie per lo schifoso cibo. Itadakimasu.”

Mentre stava per iniziare a mangiare il piatto gli fu portato via.

“Cosa stai facendo?”

“Qu-qu-qu...”

“'Qu-qu-qu'?”

Le spalle di Louise tremarono per l'ira, così come la sua voce. In qualche modo era riuscita a contenere la sua rabbia smisurata fino a quando non avevano raggiunto il tavolo da pranzo. Probabilmente perché, in quel modo, era in grado di elargirgli una punizione appropriata.

“Qu-qu-qu-questo famiglio, come ti permetti di di-di-dire cose del genere alla tua pa-pa-pa-padrona?”

Saito si accorse di avere esagerato.

“Mi dispiace! Non dirò più niente, quindi restituiscimi il cibo!”

“No! Assoluta~~mente no!”

Louise gridò, agitando il suo adorabile viso per la rabbia.

“Un pasto saltato per ogni volta che hai detto 'Zero'! E questo è tutto! Nessuna eccezione!”

***

Alla fine, Saito lasciò la sala da pranzo senza aver mangiato niente.

Non avrei dovuto essere così sarcastico con lei...Ma oramai era troppo tardi per i sensi di colpa.

“Haa, sto morendo di fame...dannazione...”

Accarezzandosi lo stomaco, appoggiò una mano al muro.

“C'è qualche problema?”

Si girò per vedere una ragazza normale con un vestito da cameriera con in mano una grande bacinella d'argento che lo stava guardando, interessata. I suoi capelli neri erano graziosamente adornati con una fascia e le sue lentiggini erano adorabili.

“Non è niente...” Saito agitò la sua mano sinistra.

“Sei per caso quello che è diventato il famiglio della Signorina Vallière...?”

Sembrava avere notato le rune iscritte sulla mano sinistra di Saito.

“Mi conosci?”

“Un pochino. E' diventata una voce abbastanza conosciuta, sai, che un cittadino comune sia stato richiamato dalla magia dell'Evocazione.”

La ragazza sorrise dolcemente. Era il primo sorriso spensierato che Saito avesse visto da quando è arrivato in questo mondo.

“Sei una maga anche tu?” Saito le domandò.

“Oh no, io no. Sono solo una cittadina comune, proprio come te. Servo la nobiltà svolgendo mansioni domestiche.”

Veramente io vengo dalla terra e non sono un cittadino comune ma probabilmente è inutile provare a spiegare. Saito decise di presentarsi.

“Capisco...Beh, io sono Hiraga Saito. Piacere di conoscerti.”

“Un nome davvero strano...io mi chiamo Siesta.”

A quel punto lo stomaco di Saito brontolò.

“Devi essere affamato.”

“Si...”

“Prego, seguimi da questa parte.”

Siesta si mise a camminare.

***

Saito fu accompagnato in cucina, la quale si trovava sul retro della sala da pranzo. Molte grosse pentole e forni erano presenti all'interno. Cuochi e altre cameriere come Siesta erano impegnati a preparare i piatti.

“Per favore, aspetta qui un attimo, ok?”

Siesta fece sedere Saito su una sedia posizionata in un angolo della cucina e scomparì in fretta sul retro.

Ritornò presto con un piatto pieno di spezzatino caldo nelle sue mani.

“Questo è un po' di spezzatino avanzato dal pranzo dei nobili. Se non ti offendi, mangialo pure.”

“Posso?”

“Si. Si tratta solo del pranzo del personale, però...”

La sua gentilezza era commovente. Quello era un qualcosa di completamente diverso dalla zuppa che Louise gli faceva avere. Se ne portò una cucchiaiata alla bocca. Delizioso. Sto per piangere.

"Delizioso. Sto per piangere."

“Veramente buono~!”

“Buono a sapersi. Ne è rimasto ancora molto se vuoi il bis, quindi non farti problemi.”

Saito mangiò lo spezzatino come se fosse un sogno. Siesta rimase ad osservarlo, sorridendo dolcemente per tutto il tempo.

“Non ti hanno dato niente da mangiare?”

“Quella ragazza mi ha fregato il piatto quando l'ho chiamata 'Zero Louise'.”

“Oh no! Non dovresti dire queste cose ai nobili!”

“Tsk. Nobili. Si pavoneggiano solamente perché sanno usare la magia.”

“Devi avere un gran coraggio...”

Siesta guardò Saito con un'espressione di meraviglia.

Saito le riconsegnò il piatto vuoto.

“Era davvero gustoso. Grazie mille.”

“Sono contenta che ti sia piaciuto. Sentiti libero di passare da queste parti ogni volta che hai fame. Se per te non è un problema mangiare le stesse cose che mangiamo noi della servitù, sarò felice di servirti un pasto.”

Un'offerta così gentile. Saito era ancora più commosso.

“Grazie...”

Saito di colpo scoppiò a piangere, sorprendendo Siesta.

“Ch-che ti succede?”

“No...E' solo che è la prima volta che qualcuno è stato così gentile con me da quando sono arrivato in questo mondo...mi sono lasciato trasportare dalle emozioni...”

“S-stai esagerando.”

“Assolutamente no. Se c'è qualche cosa che posso fare per te, non esitare a farmelo sapere. Ti darò una mano.”

Non era particolarmente interessato nel lavaggio della biancheria di Louise e avrebbe preferito di gran lunga aiutare questa ragazza.

“In questo caso, per favore, mi aiuteresti a servire i dolci?”

Siesta gli chiese con un sorriso.

“Certamente,” Saito annuì entusiasticamente.

***

Moltissimi pasticcini erano posizionati su un grande vassoio d'argento. Saito spingeva il carrello mentre Siesta serviva i pasticcini a uno a uno, afferrandoli con delle pinze, ai nobili.

Un mago in particolare risaltava sugli altri. Aveva capelli biondi ricci, indossava una camicia elegante e aveva un'aria abbastanza importante. C'era addirittura una rosa nel suo taschino. I suoi amici gli stavano tutti intorno e si prendevano gioco di lui.

“Allora, Guiche! Con chi stai uscendo adesso?”

“Chi è la tua ragazza, Guiche?”

Sembrava che l'orgoglioso mago si chiamasse Guiche. Si portò delicatamente l'indice alle labbra.

“'Uscire?' Non tratto nessuna donna con questo tipo di riguardo. Dopo tutto, una rosa sboccia per il piacere di molti.”

Questo tizio si sta paragonando a una rosa. Un egoista del genere è irrecuperabile. Si trattava di quel tipo di narcisista che faceva sentire gli spettatori più imbarazzati di se stesso. Saito gli lanciò un'occhiata, sperando potesse morire.

In quel momento, qualcosa cadde da una tasca di Guiche. Si trattava di una piccola bottiglietta di vetro con del liquido viola all'interno.

Questo tizio non mi piace per niente ma dovrei comunque dirgli che gli è caduto qualcosa.

Saito attirò l'attenzione di Guiche.

“Ohi, ti è caduta questa bottiglietta dalla tasca.”

Ma Guiche non si girò nemmeno. Questo tizio mi sta ignorando!

Saito passò il vassoio a Siesta e si chinò per raccogliere la bottiglietta.

“Ho detto che ti è caduto qualcosa, dongiovanni.”

La poggiò sul tavolo. Guiche gli scoccò uno sguardo arrabbiato e spinse via la bottiglietta.

“Non è mia. Di cosa stai parlando?”

Gli amici di Guiche realizzarono da dove arrivava la bottiglietta e iniziarono a fare rumore.

“Ooh? Quel profumo...non è di Montmorency?”

“E' vero! Quel vivo colore viola è il profumo che Montmorency miscela solo per lei!”

“Quindi, visto che qualcosa del genere ti è caduto dalla tasca, Guiche, significa che adesso stai uscendo con Montmorency, giusto?”

“No, aspettate, ascoltatemi. Parlo per il bene della sua reputazione ma...”

Appena prima che Guiche potesse dire qualcos'altro, una ragazza, la quale indossava un mantello marrone e sedeva al tavolo dietro di loro, si alzò e si avvicinò alla sedia di Guiche.

Si trattava di una ragazza carina con dei capelli castano scuro. Visto il colore del mantello che portava, si trattava di una studentessa del primo anno.

“Signor Guiche...”

Detto questo, scoppiò a piangere disperatamente.

“Lo sapevo, tu e la Signorina Montmorency siete...”

“Stai equivocando. Katie, ascoltami. L'unica persona nel mio cuore sei tu...”

Ma la ragazza di nome Katie tirò uno schiaffo a Guiche più forte che poteva.

“Il profumo che ti è caduto dalla tasca è una prova più che sufficiente! Arrivederci!”

Guiche si massaggiò la guancia.

A quel punto, una ragazza con capelli ricci si alzò dalla sua sedia della stessa tavolata di Guiche. Saito la riconobbe, si trattava della ragazza che si era messa a discutere animatamente con Louise quando lui era appena stato evocato in questo mondo.

Con un'espressione severa si avvicinò a Guiche con passi veloci.

“Montmorency. E' solo un equivoco. Tutto quello che ho fatto con lei è stato accompagnarla nel lungo viaggio fino alle foreste di La Rochelle...” Guiche disse, scuotendo la testa. Anche se cercava di rimanere calmo, una goccia di sudore freddo gli colò dalla fronte.

“Proprio come pensavo! Hai fatto qualcosa con quella studentessa del primo anno, non è vero?!”

“Per favore, Montmorency il Profumo! Non rovinare il tuo stupendo volto, simile a una rosa, per la rabbia. Mi rende triste vederlo così!”

Montmorency prese una bottiglia di vino dal tavolo e ne versò platealmente il contenuto sulla testa di Guiche.

E poi...

“Bugiardo!”

Lei urlò e scappò via.

Sulla sala scese il silenzio.

Guiche estrasse dalla tasca un fazzoletto e si pulì lentamente la faccia. Scuotendo la testa, parlò con un tono solenne.

“Sembra che queste signorine non capiscano il significato dell'esistenza di una rosa.”

Si e tu continui a provarci, Saito pensò mentre riprese il vassoio da Siesta e fece per andarsene.

Guiche gli intimò di fermarsi.

“Altolà.”

“E adesso che c'è?”

Guiche fece un piroetta sulla sedia per voltarsi e incrociò le gambe. A Saito venne il mal di testa vedendo la sua arroganza trasudare da ogni suo minimo movimento.

“Grazie a te che hai preso in mano senza pensare una bottiglietta di profumo la reputazione di due signorine è stata infangata. In che modo te ne assumerai la responsabilità?”

Saito replicò, con un tono esasperato.

“Ehi, è colpa tua se le tradisci.”

Gli amici di Guiche scoppiarono a ridere.

“Esatto Guiche! E' colpa tua!”

Il viso di Guiche diventò di un rosso cremisi.

“Ascoltami servo. Quando hai appoggiato la bottiglietta di profumo sul tavolo io ho fatto finta di niente, vero? Che male avrebbe fatto se tu avessi dimostrato un po' più di tatto e non avessi insistito?”

“Come dici tu. In ogni caso, il tuo tradimento sarebbe stato scoperto. Inoltre, non sono un servo.”

“Hmph...Ah, tu sei...”

Guiche sbuffò mentre osservava Saito.

“Devi essere quel cittadino invocato da quella 'Zero Louise'. Aspettarsi di essere trattato da nobile da un plebeo come te è stato un mio errore. Puoi andare.”

Saito si infuriò. Bel ragazzo o meno, non era possibile per Saito rimanere in piedi e farsi dire tutto questo da un narcisista pieno di sé del genere. Non riuscì a resistere e fece un commento bruciante.

“Chiudi la bocca presuntuoso bastardo! Perché non vai a infilarti le rose dove ti dico io per il resto della tua vita?”

Guiche spalancò gli occhi.

“Sembra che tu non conosca l'etichetta giusta per parlare con un nobile.”

“Sfortunatamente arrivo da un mondo dove gente come i nobili non esiste.”

Saito alzò la sua mano destra e parlò solennemente, mimando i gesti di Guiche.

“Molto bene. Allora ti insegnerò una lezione sul rispetto. Un modo perfetto per rilasciare lo stress.”

Guiche si alzò in piedi.

“Divertente.”

Saito digrignò i denti e ruggì. Per prima cosa, questo tizio non mi è piaciuto dall'inizio. In secondo luogo esce con due ragazze veramente carine – anche se non sono carine quanto Louise. E, per concludere, si è preso gioco di me. Ci sono abbastanza ragioni per combattere. E, già che ci sono, lo colpirò un paio di volte in più per conto di Louise. Dopo tutto, è ancora una ragazza!

“Vuoi combattere qui?”

Saito disse. Nonostante fosse più alto di Saito, Guiche era smilzo e sembrava parecchio debole. Si dice che ai dongiovanni manchino sia i soldi, sia il potere. Neanche Saito era particolarmente forte ma pensava che non avrebbe potuto perdere.

Guiche si girò dall'altra parte.

“Stai scappando?”

“Non essere stupido. Non posso tingere il tavolo da pranzo dei nobili con il sangue di un plebeo, giusto? Ti aspetterò al Giardino dei Vestri. Vieni appena hai finito di servire quei pasticcini.”

Sembrando eccitati, gli amici di Guiche si alzarono e lo seguirono.

Una persona rimase, come per controllare che Saito stesso non scappasse.

Siesta lanciò uno sguardo a Saito mentre il suo corpo tremava. Saito parlò con un sorriso.

“Va tutto bene. Non è possibile che io perda contro quello smidollato. Nobile, tsk!”

“Ti...ti farai uccidere.”

“Cosa?”

“Se fai arrabbiare per davvero un nobile...”

Siesta scappò via in fretta.

Perché quella reazione? Saito mormorò. Quel tizio è davvero così forte?

Louise arrivò di corsa da dietro Saito.

“Ehi! Cosa diavolo pensi di fare?! Ho visto tutto!”

“Yo, Louise.”

“Non è il momento di fare 'yo' a me! Come puoi andare in giro a promettere duellare come se fosse una bazzecola?!”

“Quel tizio mi stava davvero facendo arrabbiare...”

Saito disse sdegnosamente.

Louise sospirò e alzò le spalle per il disappunto.

“Scusati con lui.”

“Perché?”

“Se non vuoi farti male, sbrigati e vai a scusarti. Se lo fai ora, potrebbe perdonarti.”

“Starai scherzando! Per quale motivo io dovrei scusarmi?! Lui mi ha insultato per primo! E inoltre, stavo solo cercando di rendermi utile...”

“Fallo e basta.”

Louise fissò Saito con uno sguardo deciso.

“Assolutamente no.”

“Così testardo...Ma sai una cosa? Tu non puoi vincere. Sarai ferito gravemente. In realtà sarai fortunato se dovessi riuscire a tornare indietro solo con qualche ferita.”

“Non lo posso sapere finché non ci proverò, giusto?”

“Ascoltami, un cittadino non potrà mai battere un mago!”

“Allora, dove si trova questo Giardino dei Vestri?”

Saito iniziò a camminare. L'amico di Guiche, il quale aveva osservato lo scambio di battute tra Saito e Louise, fece un cenno con la testa.

“Da questa parte, cittadino.”

“Aaah, che fastidio! Davvero! Perché diavolo questo famiglio se ne deve andare in giro e fare quello che gli pare?!”

Detto questo, Louise corse dietro a Saito.

***

Il Giardino dei Vestri era il giardino centrale situato tra le torri elementali del Vento e del Fuoco. Trovandosi nel lato ovest, il Giardino non riceveva molta luce del sole neanche nelle ore centrali della giornata, ma si trattava di un ottimo posto per i duelli.

Proprio in quel momento...era pieno di persone che avevano sentito le della faccenda.

“Gentiluomini! Si tratta di un duello!”

Guiche sollevò la sua rosa finta in aria per incitare la folla.

“Guiche sta per prendere parte a un duello! Il suo sfidante è il plebeo di Louise!”

Ho anche un nome, sai..Saito pensò, acidamente.

Agitando le braccia, Guiche incitò la folla maggiormente.

Poi, come se avesse notato Saito solo in quel momento, si voltò per fronteggiarlo.

Saito e Guiche erano in piedi nel bel mezzo del Giardino, squadrandosi attentamente.

“Prima di tutto, mi voglio complimentare con te per essere venuto qui e per non essere scappato!” Guiche commentò con un tono di cantilena, mentre faceva roteare la sua rosa.

“Come se qualcuno decidesse di scappare!”

“Bene allora, iniziamo,” disse Guiche.

Meno parole, più azione. Saito scattò in avanti. I combattimenti vengono vinti da chi riesce ad assestare il primo colpo!

Ci sono circa dieci passi tra me e Guiche. Non mi importa né dei nobili né dei maghi; voglio solo romperti quel tuo naso arrogante!

Guiche osservò Saito con un sorriso tranquillo e agitò la sua rosa.

Un petalo fluttuò verso terra con un movimento leggiadro...

E si tramutò nella forma di una guerriera rivestita da un'armatura.

L'altezza era all'incirca quella di una persona ma sembrava fatta di un qualche tipo di metallo duro. Sotto la pallida luce solare la sua pelle...la sua armatura scintillava.

Sbarrava stoicamente la strada a Saito.

“C-che diavolo è questo?”

“Io sono un mago, quindi combatto usando la magia. Sono sicuro che non hai niente da ridire.”

“P-perché tu...”

“Credo di essermi dimenticato di menzionarlo prima. Il mio nome runico è “il Bronzo.” Guiche il Bronzo. Per questo motivo, il mio golem di bronzo “Valchiria” sarà il tuo vero avversario.”

“Eh?”

Il golem a forma di guerriera si scagliò contro Saito.

Il suo pugno destro lo colpì con violenza allo stomaco.

“Harg!”

Saito emise un gemito e crollò a terra. Nulla di sorprendente dato che era stato colpito in pancia da un pugno di bronzo.

Il golem osservò Saito senza esprimere nessun tipo di emozione.

Non riusciva ad alzarsi a causa del dolore. Penso che questo sia come farsi colpire da un pugile professionista, pensò.

“Cosa succede, sei già a terra?”

Guiche sembrò insoddisfatto. Louise sbucò fuori dalla massa di persone.

“Guiche!”

“Oh Louise! Colpa mia. Ho solo preso in prestito il tuo famiglio per un po'.”

Louise scosse i suoi lunghi capelli e gridò a Guiche, rabbiosamente.

“Hai fatto abbastanza! Inoltre, combattere è severamente proibito!”

“Solo i duelli tra nobili sono proibiti. Nessuno ha mai proibito duelli fra plebei e nobili.”

Louise non sapeva cosa rispondere.

“Qu-questo perché una cosa del genere non è mai accaduta prima...”

“Louise, ti piace questo plebeo?”

Il volto di Louise diventò rosso peperone per la rabbia.

“No! Non essere ridicolo! E' solo che non posso sopportare di vedere il mio famiglio picchiato a sangue proprio di fronte ai miei occhi!”

“...Chi è che si sta facendo picchiare? Sto bene.”

“Saito!”

Vedendo Saito di nuovo in piedi, Louise praticamente urlò il suo nome.

“...Hehehe, mi hai finalmente chiamato per nome.”

Louise stava tremando.

“Hai capito adesso? Un cittadino non potrà mai sconfiggere un mago!”

“...Sono stato solo un po' incauto, ecco tutto. Sto bene quindi fatti indietro.”

Saito spinse Louise indietro.

“Cosa? Non pensavo saresti stato in grado di rialzarti...Forse sono stato troppo delicato?” Disse Guiche, provocando ulteriormente Saito.

Saito avanzò lentamente verso Guiche. Louise lo seguì e gli mise una mano sulla spalla.

“Fermati! Idiota! Perché sei ancora in piedi?”

Saito spinse via la mano dalla sua spalla.

“Perché mi sta facendo incavolare.”

“Ti sta facendo incavolare? Ascolta, non c'è vergogna nell'essere sconfitti da un mago!”

“Taci,” Saito mormorò, mentre continuava ad avanzare in maniera vacillante.

“Eh?”

“Davvero, stai iniziando a darmi sui nervi anche tu...Non so praticamente niente di maghi o nobili ma ai miei occhi non siete altro che un mucchio di pesti piene di voi stessi. Cosa c'è di così fantastico nella magia? Idioti.”

Guiche osservò Saito con un fievole sorriso stampato sulla sua faccia.

“Più ci provi, più inutile questo duello diventa.”

Il tipico spirito combattivo di Saito si infiammò, e lui emise un corto ruggito.

“Non era nulla. La tua statuina è troppo debole.”

Il sorriso scomparve. La mano destra del golem si mosse per colpire il volto di Saito. Il pugno lo colpì proprio sulla guancia e lui cadde a terra.

Del sangue gocciolò dal suo naso rotto.

Cercò di fermare il flusso del sangue.

Saito era stato preso alla sprovvista.

Cavolo...Allora questa è la vera potenza di un mago. Sono stato coinvolto in qualche rissa ma quel pugno non era niente di simile a quelli che avevo ricevuto in precedenza.

Nonostante tutto, riuscì ad alzarsi con molta difficoltà. Il golem di Guiche lo fece volare ancora una volta in aria con un calcio.

Si alzò ancora. E venne cacciato a terra nuovamente.

Ancora e ancora, il processo veniva ripetuto.

L'ottavo pugnò incontrò il braccio destro di Saito. Si udì un fastidioso rumore di qualcosa che si rompe.

Impossibilitato dal vedere dal suo gonfio occhio sinistro, controllò il suo braccio destro toccandolo con il sinistro. Era piegato al contrario.

Mentre Saito osservava in maniera assente il suo braccio, il golem gli si avvicinò e gli piantò un piede nella sua faccia.

Saito colpì il terreno con la testa e perse conoscenza per qualche istante.

Quando riprese i sensi, potè vedere il viso di Louise incorniciato da un lembo di cielo azzurro.

“Per favore. Smettila adesso.”

Gli occhi nocciola di Louise erano umidi per le lacrime.

Saito provò a parlare, ma il dolore al petto provocato dai colpi ripetuti era difficile da sopportare.

Ignorando il dolore, concentrò la sua forza di volontà e riuscì a sussurrare con un filo di voce.

“...Stai piangendo?”

“No che non sto piangendo! Perché dovrei? Comunque, questo è troppo. Hai combattuto bene. Non ho mai visto un cittadino come te prima.”

Il suo braccio rotto pulsava per l'agonia. La bocca di Saito si trasformò in una smorfia.

“Fa...male.”

“Certo che fa male! E' ovvio! Ma a cosa pensavi?”

Lacrime scesero dal volto di Louise e caddero sulla guancia di Saito.

“Tu sei il mio famiglio, capito? Non ti perdonerò per altre azioni stupide che compierai.”

La voce di Guiche richiamò l'attenzione dei due.

“Abbiamo finito?”

“...Aspetta un attimo. Sto solo riprendendo fiato.”

“Saito!”

Guiche sorrise e agitò la rosa. Questa volta il petalo si trasformò in una spada. Guiche la prese e la lanciò nella direzione di Saito. La punta della lama si conficcò nel terreno non troppo lontano da dove si trovava la coppia.

“Se hai ancora intenzione di continuare, prendi quella spada. Se non vuoi, tutto quello che devi dire è semplicemente 'Mi dispiace.' Poi posso perdonarti e farla finita.”

“Non insultarlo!”

Louise gridò, alzandosi. Ma Guiche non sembrava averla neanche sentita e continuò a parlare.

“Capito? La spada. In altre parole, un'arma. E' il minimo necessario per voi plebei per potervi vendicare contro noi nobili. Allora, come ho detto, se sei ancora pronto a continuare, prendi quella spada.”

Saito si allungò verso la spada con la sua mano destra. Ma con il braccio rotto non poteva mettere molta forza nelle dita.

La sua mano venne fermata da Louise.

“No! Non c'è assolutamente possibilità che io ti lasci fare questo! Se prendi quella spada Guiche non mostrerà nessuna pietà!”

“Non posso ritornare nel mio mondo...il che significa che sono bloccato in questo, giusto?” Saito borbottò, praticamente a se stesso. Non guardò Louise.

“E' vero. E allora?! In questo momento non importa!!”

Louise strinse forte la sua mano destra. Saito, poi, affermò con voce ferma.

“Non mi importa essere un famiglio...posso sopportare di dormire sul pavimento...fa lo stesso se il cibo fa schifo...Lavare la biancheria? Farò anche quello. Non è che abbia molta scelta.”

Saito si fermò e strinse la sua mano sinistra in un pugno.

“Ma...”

“'Ma...' Cosa?”

“Non mi piegherò mai davanti a nessuno contro la mia volontà!”

Utilizzando le sue ultime risorse di energia Saito si obbligò a rimettersi in piedi. Spingendo via Louise, prese la spada conficcata nel terreno con la sua mano sinistra.

In quell'istante...

Le rune su quella mano iniziarono e brillare.

***

Cambiamo luogo per il momento e torniamo all'ufficio del Preside.

Il Signor Colbert stava spiegando animatamente a Sir Osmond tutto quello che sapeva sul cittadino che era stato evocato da Louise durante l'Evocazione di Primavera dei Famigli...Sul fatto che era preoccupato per le rune che erano apparse sulla mano del ragazzo come prova del contratto tra lui e Louise...E di quanto ha scoperto durante le sue ricerche...

“Ha scoperto che si tratta del Famiglio del Fondatore Brimir, Gandalfr?”

Osmond esaminò attentamente il disegno delle rune presenti sulla mano sinistra di Saito.

“Esatto! Le rune che sono apparse sulla mano del ragazzo sono esattamente le stesse che erano presenti sul famiglio leggendario, il Gandalfr!”

“Quindi, la tua conclusione?”

“Quel ragazzo è Gandalfr! Se questa non è una grande notizia, allora mi dica lei cos'è, Preside Osmond!”

Colbert si alzò e si strofinò la sua testa calva con un fazzoletto.

“Hrm...di certo le rune sono le stesse. Ma per un comune ragazzo diventare un Gandalfr solo perché ha le stesse rune...Mi chiedo come possa essere accaduto.”

“Cosa dovremmo fare?”

“In ogni caso, è ancora troppo presto per avere la certezza assoluta di questo fatto.”

“Ha ragione.”

Sir Osmond si mise a tambureggiare con le dita sulla scrivania.

Qualcuno bussò alla porta.

“Chi è?”

Da dietro la porta si udì la voce della Signorina Longueville.

“Sono io, Preside Osmond.”

“Cosa succede?”

“Sembrerebbe che alcuni studenti stiano duellando nel Giardino dei Vestri. Le cose si stanno parecchio agitando. Qualche professore ha già provato a fermarli ma i loro sforzi sono stati vanificati a causa del grosso numero di studenti presenti.”

“Per l'amor del cielo, questi piccoli nobili hanno troppo tempo libero per combinare guai. Mi dica, chi è coinvolto?”

“Uno di loro è Guiche de Gramont.”

“Ah, quell'imbecille figlio di Gramont. Inseguire le sottane deve essere una 'dote' di famiglia considerando che il padre è un donnaiolo ancor più convinto. Non sarei sorpreso se il ragazzo conoscesse tutte le ragazze della scuola. E il suo avversario sarebbe...?”

“...Beh, non è un mago. Mi hanno detto che si tratta del famiglio della Signorina Vallière.”

Osmond e Colbert si scambiarono un'occhiata.

“Gli insegnanti chiedono di poter utilizzare la 'Campana del Sonno' per fermare il duello.”

Gli occhi di Osmond luccicarono come quelli di un falco..

“Ridicolo. Non c'è bisogno di utilizzare un importante artefatto del genere solo per fermare una lite tra bambini. Lasciateli perdere.”

“Ricevuto.”

Il rumore dei passi della Signorina Longueville scomparve man mano che si allontanava per il corridoio.

Colbert deglutì rumorosamente e si rivolse a Osmond.

“Preside Osmond.”

“Hrm.”

Sir Osmond agitò il suo bastone e un grosso specchio posto sul muro mostrò la situazione nel Giardino dei Vestri.

***

Saito era esterrefatto. Nel momento in cui aveva preso la spada, tutto il dolore nel suo corpo era scomparso.

Si accorse che le rune sulla mano sinistra si erano illuminate.

E poi...

Il mio corpo è leggero come una piuma. Potrei quasi volare via.

Inoltre la spada che stringeva nella mano sinistra emanava una sensazione talmente familiare che sembrava quasi un'estensione del suo corpo.

Che strano. Non ho mai neanche toccato una spada prima...

Vedendo Saito con l'arma in mano, Guiche sorrise freddamente.

“Per prima cosa, lascia che mi congratuli. Sono veramente colpito per il fatto che un plebeo come te sia arrivato a tanto per combattere un mago.”

Detto questo, agitò la rosa nella sua mano.

Quella rosa finta dev'essere la sua bacchetta. Ma quanto sei vanitoso?

Saito era meravigliato per aver avuto anche solo il tempo per pensare a una cosa del genere.

Sono appena stato picchiato selvaggiamente. Cosa cavolo mi è successo?

Il golem di Guiche attaccò nuovamente.

Stupida lattina.

La statua, modellata nella forma di una mitologica Valchiria, si avvicinò a Saito in quella che sembrava una scena al rallentatore.

Ma che diavolo, pensò Saito.

Sono stato calciato in giro come un marionetta da questo mucchio di spazzatura?

Saito iniziò a muoversi per agire.

***
"Stupide lattine..."

Alla vista del suo golem tagliato in due come se fosse fatto d'argilla, Guiche non poté trattenere un lamento di preoccupazione.

Le due metà del golem caddero a terra con un rumoroso “clang”.

In quell'istante, Saito scattò verso Guiche.

Nel panico, Guiche agitò selvaggiamente la sua bacchetta-rosa. I petali danzarono nell'aria e sei nuovi golem comparvero.

In tutto, sette golem erano l'arsenale completo di Guiche. Non aveva mai pensato che un semplice cittadino poteva essere in grado di sconfiggerne anche solo uno.

I golem circondarono Saito e gli saltarono addosso tutti assieme.

Proprio quando sembrava che l'avessero messo alle strette, cinque di loro vennero fatti a pezzi. Si trattò di una mossa talmente fulminea che nessuno vide muoversi la lama, al che tutti si chiesero di che tipo di abilità sovrumana si trattasse.

Il golem rimanente corse prontamente a difendere Guiche.

Ma venne anche lui abbattuto da un fendente troppo veloce per essere visto.

“Hiii!!”

Un calcio in faccia mandò Guiche a gambe all'aria.

Vide Saito balzare su di lui.

Sto per morire! Pensò, mentre si difendeva la testa.

Qualcosa fece un rumoroso “thunk”...

Quando riaprì timidamente gli occhi...

Saito aveva conficcato la spada a terra proprio qualche centimetro alla destra della testa di Guiche.

“Vuoi continuare?”

Saito domandò.

Guiche scosse la testa violentemente. Aveva completamente perso la sua volontà di combattere.

Con un filo di voce disse,

“Mi...mi arrendo.”

***

Saito lasciò la spada e fece per andarsene.

Poteva sentire urla chiassose dagli spettatori, come “Whoa, quel famiglio è fantastico!” oppure “Oh ragazzi, Guiche ha perso!”

Ho...vinto?

Come?

La mente di Saito era annebbiata.

...Che cosa mi è successo?

Mi stava picchiando senza pietà.

E poi, nell'istante in cui la mia mano ha toccato quella spada, il mio corpo era diventato come una piuma. Poi mi ricordo solo che tutti i Golem di Guiche erano a pezzi.

Non sapevo neanche che sono in grado di utilizzare una spada.

Non riesco a capire, ma fa lo stesso. Sono riuscito a vincere in qualche modo, e questo è tutto. Ci penserò più tardi. Perché adesso, mi sento veramente molto stanco. Voglio dormire.

Riuscì a vedere Louise correre verso di lui.

'Ehi, ho vinto!' voleva gridare, ma le sue gambe cedettero.

Il senso di fatica lo sovrastò e poteva sentire che iniziava a perdere coscienza. Saito svenne.

***

Appena vide Saito insicuro sulle sue gambe, Louise corse il più velocemente possibile per provare a sostenerlo ma non fu abbastanza rapida. Saito cadde sul duro terreno con un forte tonfo.

“Saito!”

Louise lo scosse. No, non sembrava fosse morto.

“Guu...”

Lo poteva sentire russare. Stava dormendo.

“Sta dormendo...”

Louise sembrava molto sollevata e tirò un sospiro di sollievo.

Guiche si alzò in piedi e scosse la testa per la meraviglia.

“Louise, che diavolo è quel tizio? Tutte le mie Valchirie sono state sconfitte senza sforzo...”

“E' un semplice cittadino.”

“Non è possibile che i miei golem siano stati sconfitti da un 'semplice cittadino'.”

“Hmph. Non è successo perché sei più debole di lui?”

Louise provò a sollevare Saito, ma non riuscendo a sostenerlo per bene, finì per cascare a terra con lui sopra di lei.

“Ah, cavolo! Sei così pesante! Idiota!”

Uno degli studenti tra la folla lanciò un incantesimo di Levitazione su Saito.

Louise spinse via dolcemente il corpo fluttuante di Saito. Doveva riportarlo nella sua stanza per curarlo.

Con una manica, Louise si asciugò gli occhi. Saito sembrava talmente dolorante, talmente misero, che lei non riuscì a trattenere le lacrime. Era diventato così forte di colpo dopo aver preso la spada, ma se non fosse stato per quello, avrebbe davvero rischiato di morire.

In quel momento, la sua vita era più importante della vittoria. Scommetto che a quell'idiota non importava se fosse morto. Te ne vai in giro e fai il testardo, quando sei solamente un cittadino...

“Tu sei solo un famiglio, allora perché continui a fare le cose da solo?!”

Louise urlò a un Saito dormente. Il suo sollievo era stato velocemente rimpiazzato dal fastidio.

***

Sir Osmond e Colbert finirono di guardare l'intero scontro attraverso lo Specchio della Lungoveggenza. Si scambiarono un'altra occhiata.

“Preside Osmond.”

“Hrm.”

“Quel cittadino alla fine ha vinto...”

“Hrm.”

“Guiche è solo un mago Punto, di primo livello, ma, nonostante tutto, non avrebbe dovuto essere sconfitto da un normale cittadino. Che velocità incredibile! Non ho mai visto un cittadino come lui prima! Non c'è dubbio, è Gandalfr!”

“Hrmm...”

Il Signor Colbert incitò Osmond.

“Preside Osmond. Dovremmo fare immediatamente rapporto a palazzo e chiedere istruzioni...”

“Non ce n'è bisogno.”

Sir Osmond disse in modo austero, arruffando la sua barba bianca.

“Ma Signore! Questa è la più grande scoperta del secolo! Un Gandalfr rinato nel mondo moderno!”

“Signor Colbert. Gandalfr non era un normale famiglio.”

“Esatto! Il famiglio utilizzato dal Fondatore Brimir, Gandalfr! Non esiste nessuna descrizione del suo aspetto, ma si dice che sia stato creato specificamente per proteggere il Fondatore Brimir mentre recitava le sue formule magiche.”

“Corretto. Le formule magiche del Fondatore Brimir erano abbastanza lunghe...ed è questo che rendeva le sue magie estremamente potenti. E, come ben sa, i maghi sono particolarmente vulnerabili mentre recitano le formule magiche. Gandalfr era il famiglio che il Fondatore utilizzava per proteggersi in questi momenti di vulnerabilità. La sua forza...”

Colbert, impaziente, interruppe Osmond, sembrando veramente molto eccitato.

“Poteva annientare un esercito di mille persone tutto da solo! Si dice che normali maghi non erano in grado di competere con lui!”

“Allora, Signor Colbert.”

“Si?”

“Quel ragazzo è davvero un semplice cittadino, ho ragione?”

“Si. Da qualunque parte lo si guardi, è solamente un normale cittadino. L'ho anche confermato con una magia di Smascheramento appena la Signorina Vallière l'aveva evocato, ma si trattava sempre di un normalissimo cittadino comune.”

“E chi è che lo ha fatto diventare un Gandalfr moderno?”

“Ritengo sia stata la Signorina Vallière, ma...”

“Deve essere una maga molto capace, assumo bene?”

“Per niente. Al contrario, si potrebbe dire che è in-capace...”

“Una strana coppia, di sicuro.”

“Si.”

“Allora, come può un ragazzo normale che ha fatto il contratto con una maga incapace del genere diventare Gandalfr? Che paradosso inspiegabile. Non riesco a capire...”

“E' così...”

“In ogni caso, non è necessario consegnare Gandalfr e la sua padrona a quegli sciocchi a Palazzo. Se gli diamo un giocattolo come questo causeranno sicuramente un'altra inutile guerra. I consiglieri di corte hanno sempre troppo tempo libero a disposizione e sono troppo propensi al combattimento.”

“O-oh, capisco. Mi scuso per aver ficcato il naso in affari così importanti.”

“Mi assumerò la responsabilità di questo fatto io stesso. Non parlerà di questo a nessun altro, Signor Colbert.”

“C-certo! Capisco benissimo!”

Sir Osmond strinse il suo bastone in mano e si girò per guardare fuori dalla finestra. Immerse i suoi pensieri nei meandri più remoti della storia.

“Il leggendario famiglio Gandalfr...Non posso fare a meno di chiedermi che tipo di forma aveva assunto in passato.”

Colbert mormorò come se stesse dormendo.

“Si dice che Gandalfr fosse in grado di utilizzare ogni tipo di arma per sconfiggere i suoi nemici...”

“Hrm.”

“Quindi doveva avere almeno un braccio e una mano, penso.”

***

La luce del mattino svegliò Saito. Il suo corpo era completamente bendato.

E' vero.

Sono finito in un duello con Guiche e sono stato picchiato per bene...

Poi sono riuscito miracolosamente a vincere grazie a quella spada...

E poi sono svenuto.

Si trovava nella stanza di Louise. Per qualche ragione aveva anche dormito nel suo letto.

Louise era seduta con la testa appoggiata sul tavolo e stava dormendo profondamente.

I suoi occhi caddero sulle rune sulla sua mano sinistra. Quando le rune si sono illuminate, il suo corpo era diventato leggero come una piuma, una spada che non aveva mai visto prima era diventata come un'estensione naturale del suo braccio ed era riuscito a fare a pezzi i golem di Guiche come se nulla fosse.

In quel momento le rune non luccicavano.

Che cosa è successo veramente, mi domando...

Mentre osservava la sua mano con curiosità, qualcuno bussò alla porta prima di aprirla.

Era Siesta. La cittadina che gli aveva offerto da mangiare dello spezzatino in cucina. Era vestita con il suo normale completo da cameriera, completo con le fasce per capelli che le adornavano la testa.

Osservò Saito e sorrise. Sul vassoio d'argento che stava trasportando c'era del pane e un po' d'acqua.

“Siesta...?”

“Allora sei sveglio adesso, Saito-san?”

“Si...io...”

“Dopo quello che è successo, la Signorina Vallière ti ha portato qui per farti riposare. Ha anche chiesto a un professore di usare un incantesimo di guarigione su di te. Eri ferito gravemente.”

“Incantesimo di guarigione?”

“Esatto. E' una magia che serve per trattare le ferite e le malattie. Non lo sapevi?”

“No...”

Saito scosse la testa. Siesta era confusa per il fatto che Saito non conoscesse la terminologia base, ma se non avesse detto niente il discorso non sarebbe avanzato.

“La Signorina Vallière ha pagato per il reagente necessario per l'incantesimo di guarigione quindi non devi preoccuparti.”

Il suo silenzio era un chiaro indice del fatto che era preoccupato per i soldi.

“Il reagente è costato molto?”

“Di sicuro non è qualcosa che un cittadino comune può permettersi.”

Saito cercò di alzarsi ma si lamentò per il dolore.

“Ouch!”

“Ah, non dovresti muoverti! Le tue ferite erano talmente gravi che neanche gli incantesimi di guarigione sono riusciti a curarli completamente! Devi andarci piano!”

Saito annuì e tornò a distendersi sul letto.

“Ti ho portato qualcosa da mangiare. Devi rimetterti in forze.”

Siesta posò il vassoio vicino al letto.

“Grazie...quanto tempo sono rimasto addormentato?”

“Tre giorni e tre notti di fila. Tutti erano preoccupati per te, pensavano non ti saresti risvegliato.”

“Tutti?”

“Tutto il personale della cucina...”

Siesta abbassò gli occhi timidamente.

“Cosa ti succede?”

“Uhm...Perdonami. Per essere scappata quella volta.”

Stava parlando di quando era scappata per la paura quando Saito aveva fatto arrabbiare Guiche nella sala da pranzo.

“Non preoccuparti. Non c'è niente di cui scusarsi.”

“I nobili sono sempre così spaventosi con noi cittadini dato che non possiamo usare la magia...”

Siesta improvvisamente alzò la testa. I suoi occhi brillarono vivacemente.

“Ma adesso non ho più paura! Mi hai ispirato, Saito-san! Hai vinto contro un nobile, nonostante tu sia un cittadino!”

“Davvero...Haha.”

Anche se non ho la più pallida idea di come io abbia fatto a vincere.

In qualche modo imbarazzato, Saito si limitò a grattarsi la testa. Poi si rese conto che stava usando il suo braccio destro, che era stato rotto. Sembrava completamente a posto. Gli faceva ancora un po' male quando lo muoveva, ma sembrava che le ossa erano ritornate integre.

Wow, allora questa è la magia. Saito pensò con una leggera ammirazione.

...Penso sia qualcosa da andarne fieri.

“A proposito, hai badato a me per tutto questo tempo?”

“Oh no, non sono stata io. E' stata la Signorina Vallière che...”

“Louise?”

“Si. Ti ha cambiato le bende e ti ha asciugato il sudore dalla faccia...Non ha dormito per un minuto quindi adesso deve essere veramente esausta.”

Mentre dormiva, il suo respiro era lieve e regolare. Sotto i suoi occhi, però, aveva della grosse borse nere.

Il suo viso mentre dorme è sempre adorabile. Sembra proprio una bambola.

Allora può essere gentile ogni tanto, pensò. Il suo profilo sembrava improvvisamente ancora più grazioso.

Gli occhi di Louise si aprirono.

Fuaaaaaaaaa~~

Si stiracchiò vistosamente mentre sbadigliava, poi il suo sguardo si fissò su Saito, il quale era seduto sul letto mentre sbatteva gli occhi per la sorpresa.

“Ara. Sei sveglio.”

“S-si...”

Saito abbassò gli occhi. Riteneva che avrebbe dovuto ringraziarla.

“Uhm, Louise.”

“Cosa?”

“Grazie. E mi dispiace di averti fatto preoccupare.”

Louise si alzò in piedi.

E si avvicinò a Saito.

Il cuore di Saito iniziò a battere all'impazzata.

Sta per dire qualcosa del tipo “bel lavoro, sei stato davvero fantastico là fuori” e, magari, baciarmi?

Ma non fu così.

Louise strappò via il lenzuolo di Saito e lo prese per i capelli.

“Se stai meglio adesso, fuori dal mio letto!”

Mantenendolo ancora per i capelli, Louise tirò Saito giù dal letto.

“Wah! Ow!”

Saito cadde sul pavimento.

“Ehi, sono ancora ferito!”

“Se stai abbastanza bene da poterti lamentare, allora stai abbastanza bene per fare qualsiasi altra cosa.”

Saito si alzò in piedi. Il suo corpo non era ancora d'accordo, ma non era niente di insopportabile. Però lei avrebbe potuto farlo dormire un po' più a lungo.

“Uh, in questo caso mi congederei adesso...”

Siesta lasciò la stanza con un sorriso storto. O, per essere più precisi, fuggì dalla stanza.

Louise lanciò una montagna di vestiti e biancheria a Saito.

“Ack!”

“Questa è la roba sporca che si è ammassata mentre tu dormivi. Quando hai finito con quella, pulisci la stanza. Forza, forza!”

“Uhm, sai...”

Louise lanciò un'occhiata feroce a Saito.

“Cosa? Pensavi che ti avrei trattato in maniera diversa solo perché hai sconfitto Guiche? Pensavi che mi sarei congratulata? Ma sei idiota?”

Saito lanciò uno sguardo pieno di risentimento a Louise.

Decise di cancellare la sua precedente affermazione sulla graziosità di Louise.

Però...il modo in cui Louise si sedette sul letto facendo dondolare le sue gambe era di un indiscutibile livello di graziosità al di fuori di questo mondo.

I suoi lunghi capelli biondo fragola ondulati. I suoi occhi nocciola brillavano di una luce birichina. Era scortese, arrogante e egoista ma non si poteva certo negare che il suo aspetto era quantomeno incantevole.

Alzando un dito in maniera trionfante, Louise dichiarò.

“Vedi di non dimenticartelo! Tu sei il mio famiglio!”




Gandalfr[edit]

Capitolo Quattro - Un Giorno da Famiglio[edit]

E' già passata una settimana da quando Saito ha iniziato a vivere la sua vita come famiglio di Louise all'Accademia di Magia di Tristania. Se qualcuno dovesse raccontare una giornata tipo di Saito scriverebbe ciò che segue:

***

In primo luogo, come la maggioranza degli umani e animali a Tristania, si svegliava ogni mattina. Il suo letto era, come al solito, il pavimento ma, in confronto al primo giorno la sua condizione era notevolmente migliorata. Constatando che sentiva dolore in ogni parte del corpo dormendo sul duro pavimento Saito chiese a Siesta, la cameriera, del fieno con cui venivano nutriti i cavalli per crearsi un giaciglio in un angolo della stanza. Saito dormiva sul mucchio di fieno, avvolto nel lenzuolo che Louise gli aveva 'gentilmente' concesso.

Louise chiamava il pagliericcio di Saito 'il nido del pollo', un nome decisamente azzeccato dato che i polli dormivano sul fieno e, inoltre, la prima cosa che Saito faceva la mattina era svegliare Louise, come farebbe gallo.

Era costretto a farlo perchè avrebbe passato dei guai se lei si fosse svegliata per prima.

“Uno stupido famiglio che si fa svegliare dal proprio padrone deve essere punito.” Louise non si dimenticava mai di ricordarglielo.

Se Saito dovesse dormire troppo, gli verrebbe negata la colazione.

Una volta sveglia, Louise si doveva cambiare. Si metteva da sola la biancheria ma costringeva Saito a metterle l'uniforme. Questo fatto era già stato citato in precedenza.

Saito rimaneva senza fiato ogni volta che la vedeva in biancheria a causa del suo incantevole corpo. Si dice che ci si può abituare alla bellezza di un'amante in tre giorni ma non sembrava proprio che Saito si sarebbe abituato a Louise in poco tempo.

Forse perchè era il suo famiglio, non il suo amante. Anche se, in pratica, dovendo sempre stare al fianco di Louise, era come se lo fosse. L'unica differenza risiedeva nel modo in cui veniva trattato.

Poter godere della vista di Louise in quel modo ogni giorno non era affatto male. Però era una profonda ferita al suo orgoglio. Per esempio, quando la aiutava a mettersi le scarpe non riusciva a nascondere l'irritazione sul suo volto.

Almeno quello veniva tollerato. Ma se Saito avesse dovuto dire qualsiasi cosa che l'avrebbe fatta arrabbiare sarebbero iniziati i problemi.

“Un famiglio maleducato che critica il suo padrone così presto la mattina necessita una punizione.” Era un altro dei motti di Louise.

Se Saito avesse provato a prenderla in giro per la misura del seno, o se dovesse imbronciarsi e dire 'Abbottonati la camicetta da sola' gli sarebbe stata negata la colazione.

Vestita nella sua uniforme, la quale consisteva di un mantello nero, una camicetta bianca e una gonna plissè, Louise si lavava la faccia e i denti. La stanza non aveva neanche un impianto per l'acqua corrente così Saito doveva andare a prenderla al pozzo, con un secchio, e riportarla al piano di sopra per l'uso personale di Louise. E, ovviamente, Louise non si lavava la faccia da sola. Lo faceva fare a Saito.

Una mattina, mentre stava asciugandole la faccia con un asciugamano, le tracciò delicatamente qualcosa sulla faccia con un pezzetto di carbone che aveva trovato.

Vedendo la sua opera sul viso di Louise, Saito riuscì a malapena a trattenersi in un ghigno. Poi, fingendo obbedienza, fece un garbato inchino.

“Padroncina. Siete l'incarnazione della radiosità questa mattina.”

A causa della pressione bassa, Louise riuscì solo a dare una risposta assonata.

“...Stai complottando qualcosa?”

“Si riferisce a me? Io sono un semplice famiglio pronto a servire la mia padroncina, non mi permetterei mai di complottare!”

Louise si insospettì per l'eccessiva e improvvisa gentilezza ma, dato che era già in ritardo per la lezione, non fece altre domande.

Con guance rosee, ammalianti occhi nocciola e labbra che sembravano ricavate dal corallo migliore, Louise sapeva che non necessitava di trucco, per questo non utilizzava mai il make-up. Questo significava anche che non si guardava molto spesso allo specchio. E quel giorno non era un'eccezione. Risultato: non aveva la più pallida idea di come era stata 'truccata' da Saito.

Louise aprì la porta, ansimando. Come una sola persona, tutti i suoi compagni si voltarono verso di lei ed esplosero in fragorose risate.

“Ehi, sei fantastica Louise!”

“Oh mio Dio! Ora ti riconosco!”

Poco dopo, quando il Professor Colbert si complimentò per i baffi e gli occhiali alla moda abbozzati sulla sua faccia, Louise si infuriò. Uscì nel corridoio dove Saito si stava rotolando sul pavimento trattenendosi lo stomaco per le risate, lo schiaffeggiò una dozzina di volte e gli tagliò i pasti per l'intera giornata.

Secondo Louise, un famiglio che utilizza la faccia del padrone come una tela era simile ai demoni del passato che si opposero al Fondatore Brimir e ai suoi Dei alleati e, questi demoni, non erano degni del pane e della zuppa concessa dalla Regina.

***

Dopo colazione, Saito puliva la stanza di Louise. Doveva spazzare il pavimento con una ramazza e pulire tavolo e finestre con un panno.

Successivamente si passava alla così-divertente-lavanderia. Portava gli abiti sporchi alla fontana e li strofinava su un'asse per lavare. Non c'era acqua calda ma solo acqua gelata talmente fredda che gli consumava le dita. Tutti i pezzi della biancheria di Louise erano molto costosi con molti pizzi e merletti. Se ne avesse danneggiato uno avrebbe dovuto saltare un pasto, quindi doveva lavarli con delicatezza. Un lavoro doloroso. Stanco di tutto questo, un giorno lasciò nel mucchio della biancheria un paio di mutandine con l'elastico leggermente lacero. Appena qualche giorno dopo Louise uscì dalla stanza con quel paio indosso, quando l'elastico si ruppe completamente. Le mutandine le finirono all'altezza delle caviglie legando le sue gambe come succederebbe con una trappola di un cacciatore.

Tutto questo accadde quando si trovava in cima ad una rampa di scale. Louise capitombolò giù rumorosamente.

Fortunatamente non c'era nessuno in giro che potesse vederla cadere rovinosamente con la sua 'parte di sotto' vergognosamente esposta, almeno la sua reputazione era stata risparmiata. Rendendosi conto che aveva esagerato, Saito fece attenzione a non sbirciare sotto la gonna mentre si scusava eccessivamente con una Louise svenuta ai piedi della scala. Non voleva che lo scherzo finisse così male. Idealmente aveva immaginato che sarebbe successo in corridoio, per il massimo imbarazzo.

Quando Louise riprese conoscenza e capì cosa era successo, scagliò il paio di mutandine rotte contro Saito, il quale era seduto servilmente sul letto di Louise.

“Era un paio rotto.”

“Invero lo era, padroncina.”

La voce di Louise trillò con furore.

“Voglio sentire la tua spiegazione!”

“Deve essere stata l'acqua della fontana, padroncina. E' talmente fredda che può congelare le dita in un istante. Ritengo che l'elastico non avrebbe potuto resistere.”

Saito rispose brevemente.

“Mi stai dicendo che è colpa dell'elastico?”

“Sto dicendo che la colpa è dell'acqua. Si tratta di pessima acqua. Sono convinto che ci debba essere una specie di maledizione per farla diventare così fredda e che abbia infettato anche l'elastico in qualche modo.”

“In questo caso, non dovrei alimentare un famiglio così devoto con una zuppa fatta con quell'acqua malvagia.”

“Molto cortese da parte sua.”

“Ritengo che tre giorni dovrebbero bastare perchè l'acqua torni normale.”

A Saito furono tagliate le razioni di cibo per tre giorni.

***

Nonostante tutto, Saito non ebbe alcun tipo di problema per quei tre giorni. Si limitava a fingere di aver fame per poi visitare la cucina oltre il Salone degli Alvìss dove l'energica e amabile Siesta gli avrebbe servito cibo, come per esempio spezzatino e fiorentine. Si recava lì anche quando non gli erano negati i pasti. La zuppa che Louise dichiarava fosse 'La benedizione di sua Maestà la Regina' non era una benedizione sufficiente a sfamarlo.

Naturalmente Louise era all'ignaro delle sue visite alla cucina. Lei era decisa nel non fargli avere niente di più del necessario fino a quando non avrebbe corretto il suo comportamento, per questo avrebbe passato dei guai se avesse scoperto del cibo che Siesta gli faceva così gentilmente avere. Louise sicuramente gli avrebbe proibito le sue 'visite' per il bene dell'educazione del suo famiglio.

Fortunatamente, però, Louise era totalmente all'oscuro. In ogni caso Saito preferiva decisamente Siesta e la cucina in confronto a una certa Regina o al Fondatore Brimir che non aveva nemmeno mai incontrato.

***

Una mattina, dopo aver finito voracemente la sua zuppa davanti a Louise, si recò in cucina. Saito, dato che aveva sconfitto il nobile Guiche al Giardino dei Vestri, era molto popolare tra la servitù.

“La 'Nostra Spada' è qui!”

La persona che parlò era Marteau, il capo cuoco, un uomo in forma, sulla quarantina. Naturalmente anche lui era un cittadino comune ma, grazie al suo lavoro come capo cuoco dell'Accademia, guadagnava quanto un nobile di casta bassa, un fatto di cui poteva andare fiero.

Indossava vestiti semplici ma fini e controllava l'intera cucina con dei semplici gesti della mano.

Nonostante la sua posizione di capo cuoco di un'accademia di magia per nobili, Marteau non era per niente arrogante e, sorprendentemente, non gli piacevano né la magia né i nobili.

Diede a Saito, il quale aveva sconfitto Guiche con una spada, il soprannome di 'Nostra Spada' e trattava il ragazzo come un Re. Grazie a lui, la cucina era un oasi per Saito.

Saito sedette su una sedia e Siesta, con un sorriso, gli portò prontamente un piatto di spezzatino e del morbido pane bianco.

“Grazie.”

“Lo spezzatino di oggi è molto speciale.”

Siesta affermò, sembrando particolarmente felice. Saito curiosamente portò una cucchiaiata alla bocca e sulla sua faccia comparì istantaneamente un sorriso.

“Uao, è delizioso! E' un altro mondo in confronto a quello specie di pappone che mi devo sorbire!”

Sentito questo, Marteau si avvicinò al tavolo con ancora in mano un coltello.

“Certamente! Quello spezzatino è le stesso che serviamo a quei ragazzini nobili!”

“Non posso credere che mangino queste delicatezze ogni giorno...”

Marteau sbuffò rumorosamente al commento di Saito.

“Hmpf! Certo, possono usare la magia. Creare barattoli, padelle e castelli dal fango, far apparire gemme incredibili, addirittura controllare dei draghi – e allora? Vedi, creare piatti squisiti come questi è pur sempre un tipo di magia. Non sei d'accordo, Saito?”

Saito annui.

“Assolutamente.”

“Sei proprio un bravo ragazzo! Diventerai un grande uomo!”

Poggiò un braccio sulle spalle di Saito.

“Ecco, 'Nostra Spada'. Lasciati baciare sulla fronte. Forza dai! Insisto.”

“Preferirei di no. E la smetta di chiamarmi così!” Saito disse.

“Perchè no?”

“E' solo che è...bizzarro.”

L'uomo lasciò andare Saito e incrociò le braccia in segno di protesta.

“Ma hai fatto a pezzi il golem di un mago! Non lo capisci?”

“Suppongo.”

“Dimmi, dove hai imparato a usare la spada? Rivelami dove posso imparare ad agitare la spada in quel modo.”

Marteau fissò in maniera desiderosa Saito. Gli faceva la stessa domanda ogni volta che Saito veniva a mangiare e la sua risposta era sempre la stessa.

“Non lo so. Non ho mai impugnato una spada prima. Il mio corpo si muoveva da solo.”

“Ragazzi! L'avete sentito?”

Gridò, la sua voce faceva eco nella cucina.

I cuochi più giovani e gli apprendisti gridarono in risposta.

“Lo abbiamo sentito, boss!”

“Tu sei quello che si definisce 'un vero maestro'! Non si vantano mai delle loro abilità! Guardare e imparate! Un vero maestro non si vanta mai!”

I cuochi ripeterono, allegramente.

“Un vero maestro non si vanta mai!”

Poi Marteau si voltò per parlare con Saito.

“Sai, 'Nostra Spada', mi stai piacendo sempre di più. Allora che ne dici?”

“Uhm, che ne dico di cosa?”

Stava semplicemente dicendo la verità ma Marteau pensava che facesse solo il modesto. Era in qualche modo scoraggiante. Sembrava quasi che stesse deludendo l'allegro cuoco. Lo sguardo di Saito cadde sulle rune incise sulla mano sinistra.

Dopo quel giorno non si sono più illuminate. Mi chiedo che cosa sia successo... Anche quando Saito voleva semplicemente osservare le sue rune Marteau interpretò il gesto come un segno di riservatezza.

Il cuoco si voltò verso Siesta.

“Siesta!”

“Si?”

Siesta, che aveva osservato i due andare d'accordo, rispose prontamente.

“Porta al nostro eroe, qui, il meglio di Albion.”

Con un grande sorriso prese una bottiglia del vino richiesto dallo scaffale e né versò un po' nel bicchiere di Saito. Siesta osservava assortamente il viso di Saito diventare sempre più rosso a causa del vino. Questi eventi divennero rapidamente una routine quotidiana.

Saito andava in cucina, Marteau si affezionava sempre di più a lui e il rispetto di Siesta per Saito diventò ancora più profondo.

***

Proprio quel giorno però...c'era un'ombra cremisi che spiava Saito dalla finestra della cucina. Uno dei cuochi più giovani la notò.

“Ehi, c'è qualcosa fuori dalla finestra!”

L'ombra emise uno sgangherato 'kyuru kyuru' e sgattaiolò via.

***

Poi, dopo colazione, pulizia e lavanderia, accompagnava Louise in classe. All'inizio Saito doveva rimanere seduto per terra ma, quando Louise si rese conto che passava il tempo a spiare sotto le gonne delle altre ragazze, lo fece sedere, malvolentieri, su una sedia. E gli spiegò che se il suo campo visivo si fosse distolto di troppo dalla lavagna, gli sarebbero stati tagliati i pasti.

All'inizio Saito era affascinato dalle meraviglie delle lezioni: tramutare l'acqua in vino, combinare diversi reagenti per miscelare le pozioni, materializzare palle di fuoco dal nulla, far levitare scatole, bastoni e palle fuori dalla finestra per farli riportare ai famigli eccetera...ma dopo qualche tempo l'emozione per le novità era svanita.

Per questo motivo iniziò a dormire in classe. Ogni tanto sia il professore che Louise gli lanciavano delle occhiate minacciose ma non c'erano regole che vietavano ad un famiglio di dormire durante le lezioni. Inoltre in classe, tutti i famigli notturni stavano schiacciando un pisolino, perfino il gufo di qualcuno. Di fatto, se avessero svegliato Saito sarebbe stato come considerarlo un essere umano. Louise si morse le labbra per trattenersi dall'irresistibile desiderio di fornire a Saito la sua opinione, ma non poteva perchè facendolo avrebbe contraddetto il fatto che lui era solo un semplice famiglio e nulla più.

***

Quello stesso giorno, immerso nella luce che filtrava dalla finestra, Saito si addormentò durante un'altra lezione.

Il vino che aveva bevuto quella mattina stava facendo effetto, e così Saito iniziò a sognare.

Era un sogno incredibile.

Un sogno nel quale Louise si stava intrufolando nel suo mucchio di fieno mentre lui stava dormendo.

“Che c'è Louise...?”

Sentendo chiamare il suo nome Louise scoccò un'occhiata a Saito.

Non riesci a dormire? Oh beh...non possiamo farci niente. Munya~”

Oh, sta solo parlando nel sonno,

Louise pensò e riprese ad ascoltare la lezione.

Munya. Ehi, non abbracciarmi così all'improvviso.”

Ancora una volta lo sguardo di Louise si posò su Saito. Gli altri studenti si iniziarono a rendere conto della situazione e aguzzarono le orecchie per origliare.

“...Urca, sarai anche una schiavista durante il giorno ma sei un vero diavoletto a letto!”

Una goccia di bava scese dall'angolo della bocca di Saito mentre continuava a godersi il suo sogno.

Louise gli afferrò le spalle e lo scosse vigorosamente.

“Ehi! Che razza di sogno stai facendo?”

I compagni scoppiarono in risate. Malicorne il Guardiano del Vento fece un commento.

“Oi, oi Louise! E' questo ciò che fai con il tuo famiglio di notte? Sono sorpreso!”

Le studentesse bisbigliavano tra loro.

“Aspettate! Sta soltanto parlando nel sonno! Porca miseria, svegliati!”

“Louise, Louise, sei proprio un gattino, smettila di leccarmi in quel modo...”

Dopo questo le risate rischiavano di far crollare il tetto.

Louise calciò la sedia di Saito e lui finì sbattuto violentemente dal suo dolce sogno all'amara, dura realtà.

“C-cosa ho fatto stavolta?”

“Quand'è che mi sarei intrufolata nel tuo mucchio di fieno?”

"Louise, Louise, sei proprio un gattino, smettila di leccarmi in quel modo..."

Louise incrociò le braccia e guardò Saito in modo intimidatorio.

Saito scosse fortemente la testa, con l'unico risultato di far divertire maggiormente la classe.

“Saito, spiega a questi ragazzi maleducati che non ho mai messo piede fuori dal mio letto durante la notte.”

“E' vero gente. Stavo semplicemente parlando nel sonno. Louise non farebbe mai una cosa del genere.”

Gli studenti si voltarono per il disappunto.

“Non è ovvio? Non farei mai una cosa del genere! Con questo coso, oltretutto! Questo coso! Il solo pensiero che io possa dormire nello stesso letto di questa forma di vita inferiore mi fa stare male!”

Louise sospirò orgogliosamente e volse lo sguardo verso l'alto.

“Ma i miei sogni spesso si avverano.”

Saito alzò la voce.

“Invero! I sogni hanno il potere di predire il futuro, dopo tutto.” Qualcuno affermò, in segno di approvazione.

“La mia padrona, qui, con il suo caratterino probabilmente non troverà mai un amante.”

La grande maggioranza degli studenti annuì. Louise scoccò a Saito un altro sguardo malvagio ma era troppo tardi. Oramai era lanciato.

“La mia padrona si sente 'frustrata' per questo e, come conseguenza, si diverte a intrufolarsi nell'umile mucchio di fieno di questo povero famiglio.”

Louise poggiò le mani sui fianchi e rimproverò fortemente Saito.

“Adesso basta! Pulisciti quella tua sporca bocca adesso!”

Quella frase non riuscì a trattenere Saito.

“Quando lo fa devo cercare di calmarla un po'...”

A questo punto era andato troppo oltre. Le spalle di Louise iniziarono a tremare per la rabbia.

“...E dirle 'non è questo il tuo letto'”

La classe lo applaudì, lui fece un inchino e tornò a sedersi.

Louise lo scalciò subito, facendolo rotolare sul pavimento.

“Non calciarmi!”

Ma Louise non riusciva più a ragionare. Il suo sguardo era fisso davanti a lei e le sue spalle, come al solito, tremavano per la rabbia vagamente controllata.

Ancora una volta c'era un'ombra cremisi che osservava Saito.

Si trattava della salamandra di Kirche. Con la pancia appoggiata al pavimento stava fissando Saito attraverso il buco nella fila di sedie.

“Hm?”

Notandola, Saito agitò la mano verso di essa.

“Sei la salamandra di Kirche, non è vero? So che hai un nome. Com'era pure...Oh si. E' Flame. Flame-”

Saito fece cenno di avvicinarsi ma la salamandra schioccò la coda e emise qualche brace prima di ritornare dalla padrona.

“Perchè una lucertola dovrebbe essere così interessata a me?”

Saito inclinò la testa, perplesso.

***

E, mentre Saito stava giocando a chi-distoglie-per-primo-lo-sguardo con la salamandra in classe...

Nell'ufficio del preside, la signorina Longueville, la segretaria, era indaffarata a ricopiare qualcosa.

Smise di scrivere per un momento e diede un'occhiata alla scrivania in sequoia sulla quale il Preside Osmond era impegnato a schiacciare un pisolino.

Le sue labbra formarono un sorriso compiaciuto, quell'espressione non l'aveva mai vista nessuno.

Si alzò e si allontanò dalla sua scrivania.

A bassa voce recitò la formula magica per un Incantesimo della Quiete. Camminando in punta di piedi per non svegliare Osmond, uscì in silenzio dall'ufficio.

La sua destinazione era la sala del tesoro, la quale si trovava esattamente sotto l'ufficio del Preside.

Scese le scale, si trovò davanti un enorme portone di ferro. Era chiuso da un chiavistello molto robusto, il quale era sigillato da un lucchetto, altrettanto robusto.

In questa sala venivano conservati anche degli artefatti precedenti alla fondazione dell'Accademia stessa. Dopo essersi guardata intorno con attenzione, la signorina Longueville estrasse la sua bacchetta da una tasca. Era lunga più o meno come una matita ma, con un movimento del polso, si allungò fino alla lunghezza di una bacchetta da direttore d'orchestra, maneggiata in maniera esperta.

La signorina Longueville recitò un altro incantesimo.

Una volta terminata la formula magica puntò la bacchetta verso il lucchetto.

Ma non successe nulla.

“Di certo non potevo aspettarmi che una Magia di Sblocco potesse funzionare.”

Sorridendo in maniera sinistra, iniziò a recitare le parole di una delle sue magie migliori.

Si trattava di un Incantesimo di Trasmutazione. Recitandolo forte e chiaro, mosse la sua bacchetta verso il lucchetto. La magia si riversò contro di esso...ma, anche dopo un'attesa particolarmente lunga, nulla accadde.

“Sembra che sia stato rinforzato da un mago di classe Quadrato.” mormorò.

Una Magia di Rinforzo preveniva l'ossidazione e la decomposizione della materia. Ogni sostanza protetta da questa magia era immune a ogni reazione chimica e poteva resistere per l'eternità senza mai cambiare. Neanche le magie di Trasmutazione avevano effetti contro qualcosa di protetto in questo modo. Il sigillo poteva essere rotto solo se le sue abilità fossero state maggiori del mago che aveva protetto il lucchetto.

Da come stavano le cose sembrava che chi aveva protetto questa porta era un mago estremamente potente considerando che nemmeno la signorina Longueville, un'esperta in magie di Terra e trasmutazione, era in grado di scalfirla.

Togliendosi gli occhiali, fissò di nuovo il portone. In quel momento si udirono dei passi provenire da sopra la scalinata.

Accorciò la sua bacchetta e se la infilò in tasca.

La persona che stava scendendo le scale era Colbert.

“Saluti signorina Longueville. Cosa sta facendo qui sotto?”

“Signor Colbert, ero venuta per catalogare il contenuto della sala del tesoro ma...”

“Oh, si tratta veramente di parecchio lavoro! Ci metterà probabilmente almeno una giornata intera per controllarli tutti. C'è un sacco di spazzatura insieme agli altri oggetti e la stanza è veramente strettissima!”

“Ha ragione.”

“Non ha chiesto la chiave al Preside Osmond?”

La donna sorrise.

“Beh...non volevo disturbare il suo sonno. In ogni caso non è necessario compilare la lista in tempi brevi...”

“Capisco. Dormiva dice. Quel vecchietto, volevo dire, il Preside Osmond, adora proprio dormire. Sembra che dovrò ripassare più tardi.”

Il Signor Colbert si incamminò per la scala ma si fermò sui suoi passi e si voltò.

“Ehm...Signorina Longueville?”

“C'è qualche problema?”

Colbert sembrava parecchio imbarazzato quando aprì bocca per dire...

“Se per lei va bene che ne direbbe di...farmi compagnia per pranzo?”

Ci pensò su per un momento poi sfoggiò un ampio sorriso accettando l'offerta.

“Certo, sarebbe un vero piacere.”

I due iniziarono a scendere le scale.

“Mi scusi signor Colbert...”

In un tono abbastanza informale la signorina Longueville riprese la conversazione.

“S-si? Mi dica!”

Incoraggiato dal fatto che il suo invito era stato accettato così semplicemente Colbert rispose in maniera impaziente.

“C'è qualcosa di importante all'interno della stanza del tesoro?”

“Si.”

“Allora, conosce il 'Bastone della Distruzione'?”

“Invero, è un oggetto dalla forma molto particolare.”

Alla donna luccicarono gli occhi.

“Che...tipo di forma?”

“E' veramente difficile da descrivere se non semplicemente come 'strana'. Ma lasciamo perdere, piuttosto, cosa le piacerebbe mangiare? Il menù di oggi prevede sogliola arrosto con erbe aromatiche...ma visto che sono in confidenza con il cuoco Marteau posso chiedergli di preparare qualunque delicate-”

“Ahem.”

La signorina Longueville interruppe il chiacchiericcio di Colbert.

“S-si?”

“Stavo notando che la sala del tesoro è protetta molto bene. Non importa che tipo di magia si usa, è impossibile da aprire, suppongo bene?”

“Praticamente si. E' impossibile per un mago da solo. Dopo tutto, il portone è stato protetto da un gruppo di maghi Quadrato per resistere ad ogni magia.”

“Sono molto colpita dal fatto che sappiate tutte queste cose, Signor Colbert.”

Si complimentò con un'espressione confortevole.

“Eh? Beh...Ahah! Mi è solo capitato di trovare qualche documento riguardante questo piano, è tutto...mi piace considerarlo parte delle mie ricerche, ahah! Forse è per questo che sono ancora single alla mia età...”

“Sono sicura che la donna che troverà sarà molto contenta al suo fianco. Dopo tutto, le può insegnare molte cose che nessun altro conosce...”

La signorina Longueville lo fissò con uno sguardo affascinato.

“Oh no! Non mi prenda in giro, per favore!”

Colbert si stava agitando e si asciugò il sudore dalla sua fronte. Poi, ricompostosi, le domandò seriamente.

“Signorina Longueville. Ha mai sentito parlare del ballo di Frigg, che si tiene nel giorno di Yule (solstizio d'inverno)?”

“No, mai.”

“Ahah, forse è perchè è arrivata a Tristania solo da due mesi. Comunque non è niente di spettacolare, solo una festa. Si narra che se una coppia dovesse ballare in questa festa i due saranno destinati a stare insieme per sempre, o qualcosa di simile. E' solo una leggenda, ovviamente.”

“Quindi?”

“Quindi...mi chiedevo se volesse concedermi l'onore di ballare con me alla festa.”

“Ne sarei onorata. Comunque, anche se le feste da ballo sono favolose vorrei sapere qualcos'altro sulla sala del tesoro. Sa, sono molto interessata agli oggetti magici.”

Volendo impressionare maggiormente la signorina Longueville, Colbert si spremette le meningi. Stanza del tesoro, stanza del tesoro...

Ricordandosi qualcosa che avrebbe potuto interessarla, si diede un tono e iniziò a parlare.

“Ah, c'è un'altra cosa che potrei dirle. Anche se non è particolarmente importante...”

“Mi dica, senza problemi.”

“La stanza del tesoro è inattaccabile da ogni tipo di magia. Ma credo che abbia un fatale punto debole.”

“Oh, interessante.”

“Il punto debole è...la forza fisica.”

“Forza fisica?”

“Si! Per esempio, beh, non è certo una cosa che capita ogni giorno, ma un golem gigante potrebbe-”

“Un golem gigante?”

Colbert espresse la sua opinione molto orgogliosamente alla signorina. E, una volta smesso di parlare lei non potè fare a meno che sorridere per la soddisfazione.

“E' stato veramente molto interessante, signor Colbert.”




Capitolo Cinque - Kirche la Fiamma Ardente[edit]

Quella notte, dopo che nel pomeriggio Saito aveva profondamente umiliato Louise in classe parlando nel sonno...

Louise senza tante cerimonie gettò il suo mucchio di fieno nel corridoio.

“Cosa stai facendo?”

“Sarebbe fastidioso se mi intrufolassi ancora nel tuo letto, vero?”

Chiaramente era ancora arrabbiata per quell'incidente.

“Ma fa freddo fuori, in corridoio ci sono molti spifferi!”

“Senza dubbio arriverò nei tuoi sogni a scaldarti,”

disse Louise aggrottando le sue armoniose sopracciglia. Sapeva serbare rancore per molto tempo. Sembrava proprio intenzionata a far dormire Saito fuori dalla stanza, senza pensarci due volte.

Prese il suo lenzuolo e uscì fuori nel corridoio. Nel momento in cui mise piede fuori dalla stanza la porta si chiuse con un forte 'click'. Il vento entrò dalla finestra aperta, facendo venire i brividi a Saito.

Lamentandosi per il freddo, Saito si rannicchiò nel suo lenzuolo e si stese sul mucchio di fieno. Il freddo proveniente dal pavimento di pietra si infiltrava fino alle ossa. “Non ci sono neanche termosifoni. Sto congelando!”

Saito iniziò a complottare la sua vendetta. Tagliare l'elastico delle mutandine non è più sufficiente. Continuava a tremare raggomitolato nel suo lenzuolo mentre continuava a pensare come vendicarsi di quella ragazzina...

La porta della stanza di Kirche si socchiuse.

Dall'interno, Flame la salamandra comparve. La fiamma sulla sua coda sembra calda. Saito pensò, con gli occhi spalancati.

La salamandra si avvicinò a Saito, il quale istintivamente arretrò.

“C-cosa vuoi?”

“Kyurukyuru”, la salamandra tubò, con i modi di un cucciolo aggraziato.

Non sembrava avesse intenzione di fargli male.

La salamandra prese tra i denti una manica di Saito e iniziò a tirare, come se volesse dirgli di seguirla.

“Ehi, lasciami andare. Darai fuoco al mio lenzuolo!”

Saito disse ma la salamandra continuava a tirare in maniera insistente, sempre più forte.

La porta della camera da letto di Kirche era ancora aperta. Sta cercando di portarmi dentro? Sembrava proprio. In questo caso la salamandra non vuole solo giocare, chissà di cosa ha bisogno Kirche.

Forse voleva lamentarsi per il fatto che Louise e Saito litigavano sempre in maniera rumorosa. Nonostante non capisse i motivi di Kirche, entrò comunque nella stanza.

L'interno della stanza era completamente immerso dall'oscurità. Solo vicino alla salamandra c'era un po' di luce. Da qualche parte nel buoi sentì la voce di Kirche.

“Per favore, puoi chiudere la porta?”

Saito obbedì.

“Benvenuto. Vieni da questa parte.”

“Non vedo niente, è tutto buio.”

Si udì il suono di Kirche che schioccava le dita.

Improvvisamente, le candele allineate nella stanza iniziarono ad accendersi, una ad una, iniziando da quella più vicina a Saito per terminare con quella più vicina a Kirche. La candele erano organizzate quasi come lampioni che illuminano una strada.

Sul letto, immersa in una luce effimera, si vedeva la sensuale silhouette di Kirche. Indossava un tipo di biancheria molto seducente, chiamata baby-doll. O, meglio, non indossava altro che quello.

Era in grado di confermare che il suo seno era davvero grosso. In pratica la biancheria era sostenuta solamente da quelle 'sfere' dalla grandezza di due cantalupi (una varietà di melone).

“Non rimanere lì in piedi; vieni qui vicino.”

Disse Kirche, con voce provocante.

Con passi insicuri, come quelli di un sonnambulo, Saito si avvicinò a Kirche. Lei sfoggiò un sorriso e parlò.

“Non vuoi sederti?”

Saito si sedette sul letto, di fianco a Kirche. In quel momento non riusciva a pensare ad altro che al corpo seminudo di Kirche.

“A-avevi bisogno di qualcosa?”

Saito chiese, nervosamente. Accarezzandosi i suoi capelli rosso-fuoco, Kirche lo osservò. La pallida luce delle candele che danzava sulla pelle abbronzata di Kirche amplificava il suo fascino e mandò Saito in uno stato di semi-delirio.

Kirche sospirò profondamente e scosse la testa, come se fosse preoccupata.

“Scommetto che mi ritieni una donna spregevole.”

“Kirche?”

“Credo non ci possa fare niente, se tu lo pensi. Sapevi che il mio nome runico è 'La Fiamma Ardente'?”

“Si, lo sapevo.”

L'attenzione di Saito era stata completamente risucchiata dall'attraente avvallamento visibile appena sotto il fiocco della sottile biancheria.

“Devi sapere che mi accendo facilmente come una torcia. Ecco perchè ti ho fatto venire qui, così, improvvisamente. Ho sbagliato, lo so.”

“Si, sbagliato.”

Saito rispose automaticamente, nonostante non riuscisse a capire. Non aveva mai ricevuto una confessione di una ragazza straniera prima, per questo era allo stesso tempo nervoso e disorientato.

“Ma sono certa che saprai perdonarmi.”

Kirche guardò Saito con occhi che luccicavano. Indubbiamente nessun uomo riuscirebbe a tenere a freno i suoi istinti primordiali se Kirche lo avesse guardato in quel modo.

“P-perdonare che cosa?”

Kirche strinse le mani di Saito, avvolgendole nelle sue calde mani prima di accarezzare, ad una ad una, le sue dita, facendo scendere dei brividi d'eccitazione giù per la spina dorsale di Saito.

“Ti amo. E' stato un colpo di fulmine improvviso.”

“Molto improvviso, davvero.”

Saito era senza parole. Sta scherzando? pensò. Ma il volto di Kirche era l'incarnazione della sincerità.

“Quella volta, quando hai sconfitto Guiche...è stato incredibile. Sembravi il leggendario Eroe di Ivaldi! Ero totalmente impietrita! Ero incendiata dalla passione! Aah, la passione!”

“P-passione, eh?”

“Il mio nome Runico è 'La Fiamma Ardente', sinonimo di passione! Da quel giorno ho iniziato a memorizzare il Madrigale. Il Madrigale è una canzone d'amore. E l'ho fatto per te, Saito. Perchè continui ad apparire nei miei sogni, ogni notte. Ho mandato Flame a vedere come stavi...si, sono una donna senza vergogna. Forse lo pensi anche tu? Ma è tutta colpa tua.”

Saito rimaneva seduto in silenzio, non sapendo cosa dire. Prendendo il suo silenzio come un 'Si', Kirche chiuse gli occhi e avvicinò lentamente le labbra alle sue. Oh, Kirche è così sexy.

Anche Louise è attraente ma in sensualità non è comparabile a Kirche. Dalla sua parte, la graziosità di Louise è incomparabile. Almeno superficialmente.

Prendendo il suo silenzio come un 'Si', Kirche chiuse gli occhi e avvicinò lentamente le labbra alle sue.

Saito allontanò gentilmente Kirche. Aveva un brutto presentimento.

Kirche, perplessa, sembrava volesse dire 'Perchè no?'. Togliendole gli occhi di dosso Saito parlò.

“A-a-allora, per riassumere quello che ho sentito fino ad ora...”

“Si?”

“Ti innamori troppo facilmente. “

Saito affermò. Colpita nel suo punto debole, Kirche arrossì.

“Forse hai ragione...credo che io mi innamori molto più spesso delle altre persone. Ma non ci posso fare niente. L'amore è come un fulmine improvviso che mi fa bruciare il cuore di passione.”

Detto questo, qualcuno bussò alla finestra.

Un bel ragazzo lanciò uno sguardo di rimprovero nella stanza.

“Kirche...per forza sei in ritardo...”

“Berisson! Uhm, facciamo fra due ore.”

“Non è quello che mi avevi promesso!”

Giusto per puntualizzare, quello era il terzo piano. Pareva che il ragazzo di nome Berisson stesse levitando magicamente.

Kirche, infastidita, tirò fuori dal reggiseno un'elegante bacchetta e la puntò in direzione della finestra senza pensarci due volte.

La fiamma della lampada più vicina si allungò e diventò qualcosa di simile a un serpente e fece esplodere ragazzo, finestra e muro.

“Ragazzi, che gufo fastidioso.”

Saito era sorpreso e senza parole.

“Dove eravamo rimasti? Ehi, ci sei?”

“Chi era quello?”

“Oh, solo un amico. Comunque quello che amo più di tutti ora sei tu, Saito.”

Kirche si avvicinò ancora una volta alle labbra di Saito. Lui non riusciva a muoversi, la sua aura sensuale lo immobilizzava.

E poi...qualcuno bussò al davanzale.

I due guardarono fuori, per vedere un ragazzo che osservava la stanza con un'espressione delusa.

“Kirche! Chi è quello? Non dovevi passare la notte con me?”

“Styx! Err...ci vediamo fra quattro ore, allora.”

“Chi è?! Kirche!”

Adirato, il ragazzo di nome Styx cercò di entrare nella stanza. Di nuovo, Kirche, irritata, agitò la bacchetta.

Ancora una volta un serpente di fuoco fuoriuscì dalle candele. Arrostito dal fuoco, il ragazzo piombò a terra.

“Un altro tuo amico?”

“Direi più un conoscente che un amico. Comunque, non voglio perdere altro tempo. Chi è che ha detto che la notte è lunga?! A me sembra solo un battito di ciglia prima che il sole sia pronto a sorgere di nuovo!”

Kirche si avvicinò ancora una volta a Saito.

Dal buco sul muro, che prima era una finestra, si udì un forte ruggito. Saito, infastidito, si girò verso il rumore.

Questa volta c'erano tre persone fuori dal davanzale.

Il trio disse, all'unisono.

“Kirche! Chi è quello? Mi avevi detto che non avevi amanti!”

"Manican! Ajax! Gimli!"

Wow...ben cinque persone diverse! Saito era colpito.

“Fra sei ore, che ne dite?”

Kirche disse, senza pensarci.

“Fra sei ore è mattina!”

Dissero in coro. Avendone abbastanza Kirche chiamò la sua salamandra.

“Flame!”

La salamandra che stava dormendo in un angolo della stanza si svegliò con un 'kyuru kyuru' ed emise un'alitata di fuoco in direzione dei tre ragazzi. Toccarono il suolo nello stesso momento.

“E...quelli...?”

Saito domandò, sentendosi a disagio.

“Chi? Non li conosco neanche. Comunque, come ti stavo dicendo, ti amo!”

Kirche abbracciò Saito e finalmente riuscì a ottenere ciò che voleva.

“M-mrrf...”

Saito era agitato. Il bacio di Kirche era veramente molto appassionato. Saito non riuscì a reagire neanche quando Kirche lo spinse e lo stese sul letto.

Proprio in quel momento...

La porta venne spalancata con un calcio.

Un altro ragazzo, pensò, ma si sbagliava. Louise, in pigiama, era davanti alla porta.

Kirche lanciò un'occhiata con la coda dell'occhio ma non sembrava intenzionata a staccarsi dalle labbra di Saito.

Le candele che emanavano una luce incantevole venivano calciate a terra a una a una da una contrariata Louise mentre si avvicinava alla coppia. Quando Louise era arrabbiata le sue mani si muovevano più veloci della sua lingua. Se era ancora più arrabbiata i suoi piedi si muovevano più velocemente delle mani.

“KIRCHE!”

Louise urlò nella loro direzione. Solo allora Kirche, come se si fosse appena accorta di lei, si allontanò lentamente da Saito per guardarla in faccia, contrariata.

“Che c'è? Non vedi che sono nel bel mezzo di qualcosa, Vallière?”

“Zerbst! Di chi pensi sia il famiglio che stai toccando?”

Saito non sapeva cosa fare. Gli occhi nocciola di Louise erano colmi di rabbia.

“Non posso farci niente se mi sono innamorata di lui.”

Kirche alzò le mani sopra la testa. Trovandosi tra le due ragazze, Saito si fece prendere dal panico. Non aveva potuto in nessun modo controllare ciò che era successo ma, nonostante tutto, Louise era infuriata lo stesso.

“Amore e fuoco sono il destino dei von Zerbst. E' una sorte marchiata nei nostri corpi. Essere consumata dalla fiamma della passione è il desiderio più puro della mia famiglia. Lo dovresti sapere bene, non è vero?” Kirche alzò le spalle. Le mani di Louise tremavano come foglie.

“Vieni qui Saito.”

Louise lanciò un'occhiata a Saito.

“Ehi Louise, anche se è un famiglio ha anche lui i suoi sentimenti. Dovresti rispettarli.” Kirche affermò.

“V-vero. Con chi mi vedo non dovrebbe essere affar tuo.”

Louise alzò la voce.

“Domani mattina sarai perseguitato dalla magia di almeno dieci nobili. A te va bene questo?”

“Nessun problema, hai visto quanto è forte quando ha combattuto nel giardino dei Vestri?”

Louise agitò la mano come per dire 'e allora?'.

“Hmph. Può essere bravo nel combattimento con la spada ma se dovesse venire attaccato da dietro con una palla di fuoco o spazzato via da un tornado, le sue abilità di spadaccino sarebbero inutili.”

“Allora ciò vuol dire che lo proteggerò io!”

Kirche posò la guancia sulla sua mano e guardò Saito in maniera provocante.

Nonostante tutto, le parole di Louise riportarono Saito alla realtà.

Era preoccupato per quei ragazzi alla finestra. Se dovessero scoprire solamente che si è seduto vicino a Kirche succederebbe esattamente ciò che Louise ha detto e lo trasformerebbero in una versione magica del kebab. Anche se Kirche lo dovesse proteggere non potrebbe mai stare con lui ventiquattro ore al giorno e, visto che cambia idea molto facilmente, potrebbe stancarsi presto di difenderlo.

Avendoci pensato con calma, Saito si alzò, dispiaciuto.

“Oh, vai già via?”

Kirche guardo Saito con aria triste. Dai suoi luminosi occhi iniziarono ad uscire delle lacrime.

Saito fu assalito dall'esitazione. Kirche è dannatamente bella ed essere arrostiti dalle magie sarebbe solo un piccolo sacrificio se la ricompensa è essere coccolati da lei. Saito non potè fare a meno di pensare.

“E' il suo solito trucco! Non cascarci!”

Louise prese Saito per mano e uscì.

Ritornati nella sua stanza Louise bloccò la porta e si girò verso Saito.

Mordendosi le labbra i suoi occhi si illuminarono per la rabbia.

“Sei come un cane randagio in calore~~!”

La sua voce, tremolante. Quando Louise era arrabbiata le sue mani si muovevano più veloci della lingua. Se era ancora più arrabbiata i suoi piedi si muovevano più velocemente delle mani. Al picco della rabbia, la sua voce tremolava.

Louise digrignò i denti.

“Co-cosa?”

“Inginocchiati qui. Ho fatto un grosso errore a trattarti come una persona dall'inizio.”

“Si, certo!”

Trattarmi come una persona? Una bugia, senza dubbio!

“Come ti permetti di scodinzolare davanti a quella Zerbst--!! Cane!!”

Aprendo un cassetto della scrivania estrasse un oggetto. Una frusta.

“P-padroncina?”

Saito urlò, terrorizzato.

Louise fece schioccare la frusta sul pavimento.

“Un r-r-r-randagio deve essere trattato come tale. Sono stata troppo d-d-d-dolce con te.”

“Perchè hai una frusta?”

Domandò Saito, il quale non riusciva a distogliere lo sguardo dalla frusta che Louise teneva in mano. Si trattava di una frusta di squisita fattura.

“E' un frustino, quindi è perfetto per te. Perchè sei solo un cane randagio, vero?”

“Un cane randagio?”

Louise iniziò a colpire Saito col frustino.

Crack! Crack! Fece la frusta mentre fendeva l'aria. Saito cercava di evitare i colpi.

“Ahia! Smettila! Idiota!”

“Cosa? Cosa ti attira in quella ragazza?”

Urlò Louise.

Saito capì qualcosa e riuscì a fermare Louise afferrandole i polsi. Cercò di sfuggire alla presa ma non era abbastanza forte. Saito continuava a immobilizzarla e alla fine si calmò.

“Lasciami andare! Stupido!”

Err...non dirmi che...

Saito guardò Louise nei suoi occhi nocciola e ricevette uno sguardo intenso. Guardandola da così vicino è davvero affascinante. Graziosa. Anche Kirche è fantastica. Ah, è così sexy. Louise al confronto è una tela bianca. Innocente e pura, senza difetti. A parte, forse, la sua personalità.

Dovendo fare una scelta Saito dovette ammettere che, personalmente, preferiva le ragazze come Louise.

Il cuore di Saito iniziò a battere all'impazzata. E' gelosa? Gli piaccio? Pensando a una cosa del genere Louise gli sembrava ancora più carina.

In parole semplici, Saito, come Kirche, non aveva il senso del romanticismo.

“Sei per caso gelosa? Ti sei innamorata di me?” Saito disse. “Sei arrabbiata perchè mi sono seduto sul letto di Kirche invece di intrufolarmi nel tuo? Se ho ragione, mi dispiace.”

Saito guardò Louise, con una mano sulla guancia.

“Sai, anche io ti ho pensata. Sai, quando mi hai cambiato le bende...”

Le spalle di Louise iniziarono a tremare.

“...Visto che sono un uomo avrei dovuto agire di conseguenza. Stanotte dormirò con te nel tuo letto così tu non dovrai intrufolarti nel mio.”

Louise alzò, come un fulmine, il piede che si colpì Saito all'inguine.

“...Urk...AAAAAAAAAARGH!”

Cadendo sulle ginocchia Saito iniziò a sudare freddo. “Che male! Fa talmente male che mi sembra di morire!”

“Chi si sarebbe innamorata di te? Io? Di te? Per quale motivo?”

Louise spinse la faccia di Saito a terra con un piede.

“...non lo sei?”

Iniziò a spingere più forte.

“Non è ovvio~~?”

“Si hai ragione, hai ragione. Devo aver capito male.”

Louise si sedette su una sedia e incrociò le gambe. Stava ancora respirando affannosamente ma dopo essersi sfogata con Saito sembrava un po' più calma.

“Chiaramente con chi passi il tempo sono affari tuoi. Ma Kirche è un eccezione.”

“P-perchè?” Domandò Saito mentre saltellava per la stanza, in modo da far tornare i suoi gioielli di famiglia alla posizione originaria.

“In primo luogo Kirche non è originaria della Tristania. E' una nobile di una nazione vicina, Germania. Solo questo è inaccettabile. Odio Germania con tutto il mio cuore.”

“Come se me ne dovesse importare qualcosa.”

“I possedimenti terrieri della famiglia Vallière sono proprio vicino al confine con Germania. Quindi, ogniqualvolta che scoppia una guerra, noi siamo i primi a combattere contro gli abitanti di Germania. Inoltre, proprio oltre il confine, si trovano i possedimenti dei von Zerbst! Il luogo dove è nata Kirche!” urlò Louise, digrignando i denti.

“In altre parole, la famiglia di Kirche...i von Zerbst sono...nemici giurati della famiglia Vallière! A casa siamo praticamente vicini! E qui siamo finite con stanze adiacenti! Inaccettabile!”

“Aha. E inoltre si considerano amanti molto appassionati.”

“Sono soltanto degli stupidi, tutti loro! Il bis-bis-bis nonno di Kirche portò via al mio bis-bis-bis nonno la sua fidanzata! Circa 200 anni fa!”

“E' successo un bel po' di tempo fa.”

“E, da quel tempo, la famiglia von Zerbst ha infangato il nome di noi Vallière in numerose occasioni! La fidanzata del mio bis-bis nonno è stata anche lei portata via dal bis-bis nonno di Kirche!”

“Capisco.”

“E' successo anche al mio bis-nonno, Safran de la Vallière! La sua fidanzata fu portata via da Maxilli von Zerbst, il bis nonno di Kirche! Aspetta un attimo, forse è stato suo fratello, il Barone Dudiche...”

“In ogni caso, mi stai dicendo che la famiglia di Kirche ha sempre portato via le fidanzate dei membri della famiglia Vallière?”

“E non è tutto! Ci siamo sempre scontrati anche in guerra. Il numero di caduti in battaglia della mia famiglia è, sfortunatamente, incalcolabile.”

“Ma, dato che io sono solo un umile famiglio, non importa cosa mi succede, vero?”

“Non è vero! Non lascerei rubare a Kirche neanche l'oggetto più insignificante! Sarebbe un disonore per i miei antenati!”

Detto questo, Louise si versò un bicchiere d'acqua e lo bevve in un sorso.

“Questo è quanto! Kirche è assolutamente proibita.”

“I tuoi antenati non c'entrano niente con me.”

“E invece si! Tu sei il mio famiglio! E visto che chi ti da da mangiare è il Ducato della famiglia Vallière, farai come ti dico.”

“Famiglio, famiglio...”

Saito lanciò a Louise uno sguardo di biasimo.

“Hai qualcosa in contrario?”

“No. Altrimenti non mi lasceresti in pace, quindi dovrò cercare di sopportare.”

Saito si lasciò cadere a terra.

“Sai, dovresti ringraziarmi.”

“Per cosa?”

“Se si sapesse in giro che un plebeo è diventato l'amante di Kirche, quanto pensi riusciresti a sopravvivere?”

Saito ripensò a quei ragazzi fuori dalla finestra. Sono stati bruciacchiati per bene dalla magia di Kirche e caduti rovinosamente a terra però...

Cosa mi accadrebbe se scoprissero che mi trovavo lì?

Ripensando al duello con Guiche a Saito vennero i brividi.

“...Louise.”

“Cosa?”

“Una spada. Voglio una spada.”

Ne voleva una per potersi proteggere.

“Non ne hai una?”

“Certo che no. Quella che ho usato l'altra volta era di Guiche.”

Louise incrociò le braccia.

“Sei uno spadaccino, vero?”

“No, non avevo mai imbracciato una spada prima.”

“Ma l'ultima volta la brandivi perfettamente!”

“Si ma...”

“Hmmm...”

Louise sembrava pensierosa.

“Cosa c'è?”

“Mi hanno detto che un famiglio può guadagnare delle abilità speciali con il contratto, forse è per quello.”

“Abilità speciali?”

“Esatto. Per esempio, i gatti neri sono spesso dei famigli, hai presente?”

Louise alzò un dito, mentre spiegava a Saito.

“Si.”

“I gatti neri imparano a parlare.”

“Io non sono un gatto.”

“Lo so. Storicamente non si è mai sentito di un umano diventare famiglio...quindi non è da escludere il fatto che tu sia diventato un maestro di spada grazie al contratto.”

“Hmm...”

Non sono ero diventato semplicemente uno spadaccino, il mio corpo sembrava leggero come una piuma e velocissimo. Inoltre le statue di Guiche erano di bronzo e, per quanto forte uno possa essere, non si può tagliare il metallo come fosse burro.

“Se pensi ancora sia incredibile andremo a chiedere all'Accademia di Tristania.”

“Accademia di Tristania?”

“Si. L'istituto di ricerca magica di Corte.”

“Cosa mi potrebbero fare per questa 'ricerca'?”

“Ah...molti tipi di esperimenti...tipo autopsie.”

“Stai scherzando!” Saito si alzò di scatto. “Sperimentazione umana...no grazie.”

“Se pensi sia disgustoso evita di vantarti in giro dicendo 'sono diventato un esperto di spada in un istante' senza una buona ragione.”

“Ho capito. Terrò la bocca cucita.” Saito annuì, terrorizzato.

“Ah, ci sono!” Louise annuì.

“A cosa ti riferisci?”

“Ti comprerò una spada.”

“Eh?”

Saito rimase di stucco. Pensava che Louise fosse una spilorcia.

“Ora che Kirche si è invaghita di te dovrai stare sempre all'erta. Dovrai cercare di difenderti da solo.” Louise affermò.

“Che strano...”

“Perchè?”

Louise lo fissò.

“Pensavo fossi avara, visto il cibo che mi dai e tutto il resto...”

“Non posso permettere che il mio famiglio si abitui al lusso. Non ci sono problemi se devo comprarti qualcosa di assolutamente necessario. Non sono veramente avara.” rispose Louise.

“Giusto.”

“Adesso, se hai capito, vai a dormire. Domani è il Giorno del Vuoto, quindi andremo in città.”

Oh, allora anche questo mondo ha le domeniche, pensò Saito mentre stava uscendo dalla stanza.

“Dove stai andando?”

“In corridoio, no?”

“Fa lo stesso, dormi pure dentro. Sarebbe un fastidio se Kirche dovesse tornare a cercarti.”

Saito si voltò verso Louise.

“Cosa?”

“Non è che tu...”

Louise stava per prendere il frustino ma Saito si tappò la bocca e andò a prendere il suo letto di fieno. Si stese sul pagliericcio, avvolgendosi nel lenzuolo.

E iniziò a guardare le rune sulla sua mano.

Grazie a queste cose luminose sono riuscito a sconfiggere Guiche, ammaliare Kirche e convincere Louise a comprarmi una spada. Chissà questi segni cosa mi riserveranno per il futuro...

Mentre stava riflettendo si accorse di essere molto stanco. Anche oggi è stata una lunga giornata. Pensò mentre iniziava ad addormentarsi.




Capitolo Sei - Il Mercante d'armi di Tristania.[edit]

Kirche si svegliò prima di mezzogiorno. Oggi è il Giorno del Vuoto. Osservò la finestra e notò che il vetro era scomparso e c'erano dei segni di bruciature sul muro intorno. Ancora addormentata fissò la finestra per qualche momento prima di ricordarsi ciò che era successo la sera prima.

“Giusto...sono arrivate un sacco di persone e io le ho fatte saltare in aria.”

Dopo aver detto ciò, smise di preoccuparsi per la finestra. Si alzò ed iniziò a truccarsi, pensando a come avrebbe potuto sedurre Saito quel giorno. Kirche era una cacciatrice nata.

Una volta pronta, andò a bussare alla porta di Louise. Appoggerò la mano sulla guancia così da nascondere il mio sorriso, Saito aprirà la porta e subito lo abbraccerò e lo bacerò. Oh...chissà cosa farà Louise quando ci vedrà! Kirche pensò.

E poi...potrei farlo uscire dalla stanza, forse non dovrò neanche chiederglielo. La possibilità di essere rifiutata non le passò per la testa neanche per un attimo.

Ma, dato che nessuno veniva ad aprire, girò la maniglia, solo per trovarla bloccata. Senza pensarci troppo utilizzò un incantesimo di sblocco sulla porta e venne ricompensata da un 'click'. Gli incantesimi di sblocco erano proibiti nell'Accademia, ma a Kirche non importava. 'La passione prima di tutto' era la regola della sua famiglia.

Ma la stanza era vuota. I due non erano lì.

Kirche si guardò intorno “Sempre lo stesso...una stanza senza un briciolo di gusto.”

La borsa di Louise non si trovava lì. Considerando anche il fatto che era il Giorno del Vuoto, significava che i due erano andati da qualche parte. Kirche guardò fuori dalla finestra e vide due persone su un cavallo, pronte a partire. Si trattava di Saito e Louise.

“Cosa? Escono?” Kirche mugugnò, infastidita.

Dopo aver riflettuto per un momento, uscì dalla stanza di Louise.

Tabitha si trovava nella sua stanza, attorniata da un mare di libri. Sotto i suoi capelli azzurri e gli occhiali i suoi occhi blu brillavano come l'oceano. Tabitha era di quattro o cinque anni più giovane di quanto potesse sembrare. Era leggermente più bassa della già piccola Louise ed era anche molto magra. Comunque queste cose non la interessavano. Era il tipo di ragazza a cui non importava cosa gli altri pensassero di lei.

Tabitha amava i Giorni del Vuoto. In quei giorni poteva immergersi nei suoi mondi preferiti. Ai suoi occhi, le altre persone erano solo degli intrusi nel suo piccolo mondo e questo le dava un'aria malinconica.

Poco dopo qualcuno bussò fortemente alla porta. Senza alzarsi, prese in mano il suo bastone magico, il quale sembrava essere più alto di lei, e lo agitò. Lanciò 'Incantesimo della Quiete', una magia di tipo vento. Tabitha era una maga con affinità vento. 'Incantesimo della Quiete' silenziò in maniera efficace quel fastidioso bussare. Soddisfatta, riprese a leggere, senza cambiare minimamente l'espressione.

Poi qualcuno aprì la porta con un calcio. Notando l'intruso Tabitha scostò lo sguardo dal libro. Era Kirche. Iniziò a farfugliare qualcosa ma, a causa della magia del silenzio, nessuna delle parole raggiunse Tabitha.

Kirche prese il libro di Tabitha e la afferrò alle spalle per costringerla a guardarla. Tabitha, con uno sguardo assente, fissò Kirche. Comunque si poteva notare che era infastidita.

Ma Kirche era amica di Tabitha. Chiunque altro sarebbe stato spazzato via da un ciclone, ma non lei. Non trovando altra soluzione Tabitha eliminò la magia. Come se fosse stato aperto un lucchetto, la voce di Kirche ritornò istantaneamente. “Tabitha! Preparati, usciamo!”

Tabitha spiegò brevemente alla sua amica “Giorno del Vuoto.” Quella spiegazione era abbastanza per Tabitha, la quale cercava di recuperare il libro dalla presa di Kirche. Kirche si alzò in piedi e tenne il libro in alto, la loro differenza di altezza impediva a Tabitha di riprenderlo.

“Si, lo so quanto sono importanti per te i Giorni del Vuoto, davvero. Ma non è il momento per questi discorsi. Sono innamorata! E' amore! Hai capito adesso?” Non capiva e scosse la testa. Kirche era spesso mossa dalle sue emozioni mentre Tabitha ragionava sempre con calma e a mente fredda. Ci si potrebbe quasi chiedere come mai queste due persone così opposte erano ottime amiche.

“Giusto...non ti muoverai finchè non ti spiegherò tutto...che fastidio...SONO INNAMORATA! Ma quel ragazzo sta uscendo con quella fastidiosa Louise, oggi! Voglio seguirli e vedere dove vanno! Hai capito, adesso?” Tabitha ancora non capiva, dato che non sapeva perchè la cosa dovrebbe preoccuparla.

“Se ne sono appena andati! A cavallo! Non posso raggiungerli senza il tuo famiglio, sai? Aiutami, ti prego!” Kirche iniziò a piangere. Tabitha annuì. Ecco perchè...hai bisogno del mio famiglio per raggiungerli.

“Oh...grazie mille...allora sbrighiamoci!” Tabitha annuì nuovamente. Kirche era sua amica e lei non poteva farci niente se gli amici dovevano chiedere il suo aiuto per problemi che non riuscivano a risolvere da soli. Era un qualcosa di fastidioso, ma non aveva altra scelta. Aprì la finestra e si mise a fischiare. Il fischio echeggiò nel cielo azzurro per qualche momento. Poi, Tabitha, saltò fuori dalla finestra.

Chi non la conosceva la poteva trovare strana, se non inquietante. Kirche, comunque, la seguì e saltò dalla finestra senza pensarci un attimo. Solo un appunto – la stanza di Tabitha si trovava al quinto piano. Era solito rinunciare alle porte ogniqualvolta dovesse uscire, poiché saltare giù dalla finestra era molto più rapido per lei.

Forti ali si spiegarono nell'aria. Poi un drago del vento, volando, ricevette i suoi due passeggeri.

“Ogni volta che lo vedo rimango sempre incantata dal tuo Sylphid!” Kirche, accarezzando un aculeo sporgente, sospirò per l'ammirazione. Giusto – il famiglio di Tabitha è un cucciolo di drago del vento.

“Ogni volta che lo vedo rimango sempre incantata dal tuo Sylphid!”

Il drago, il quale ha ricevuto il suo nome dalla Fata del Vento Tabitha, girò attorno alla torre e volò in verticale fino a raggiungere i 200 metri di altezza, in un batter d'occhio.

“Dove?” Tabitha chiese in maniera sbrigativa.

Kirche rispose, sconsolata. “Non lo so...ero nel panico...”

Tabitha non si scompose e ordinò al suo drago del Vento. “Due persone a cavallo. Non mangiarle.” Il drago emise un breve grugnito, mostrando che aveva capito. Le sue scaglie blu brillarono e agitò le ali. Volò alto nel cielo e scrutò il territorio per cercare un cavallo; un compito semplice per un drago del Vento.

Soddisfatta per il fatto che il suo famiglio stava compiendo il suo lavoro Tabitha strappò di mano a Kirche il libro, si appoggiò al drago e ricominciò a leggere.

Nel mentre Louise e Saito passeggiavano allegramente per le strade della città dopo aver lasciato il cavallo preso in prestito dall'Accademia in una stalla ai confini della città.

A Saito doleva il fianco. Era la sua prima volta su un cavallo, dopo tutto. “Mi fa male il fianco...” Saito mugugnò, camminando lentamente.

Louise si accigliò guardando Saito. “Sei inutile. Non sei mai stato su un cavallo prima? I plebei sono solo...”

“E tu sei fastidiosa. Siamo stati su quella cosa per tre ore intere!”

“Beh, non potevamo mica camminare fino qui, o no?”

Nonostante il dolore Saito si guardò intorno, incuriosito. Strade di ciottoli bianchi...sembrerebbe un parco a tema. In confronto all'Accademia lì si trovavano molte più persone in abiti comuni. Ai lati della strada c'erano venditori ambulanti di verdura e di carne.

L'amore di Saito per posti esotici si risvegliò. Ma quello era un mondo davvero strano. C'erano persone che camminavano tranquillamente e altre che correvano freneticamente. Uomini e donne di tutte le età camminavano per la strada. Non c'era molta differenza con il mondo di Saito, a parte il fatto che le strade erano leggermente più anguste.

“E' una strada un po' stretta...”

“Stretta? Ma se questa è una delle strade più larghe!”

“Cosa?” Non è larga neanche 5 metri. Con tutta quella gente in giro ogni passo era molto difficile.

“Corso Brudan, il viale più ampio di Tristania. Il Palazzo è più avanti.”

“A Palazzo, allora.”

“Che bisogno abbiamo di visitare Sua Maestà la Regina?”

“Voglio chiederle di aumentare la mia porzione di zuppa.”

Louise sorrise.

Le strade erano piene di negozi. Saito, incuriosito, non riusciva a staccare gli occhi dalle insegne. Quando si mise ad osservare uno zerbino con una strana rana dentro un vaso Louise lo tirò per un orecchio. “Ehi, non perderti. Ci sono molti ladri e borseggiatori qui. Ti stai prendendo cura del mio portafoglio nella tua giacca, vero?”

Louise aveva detto che portare il portafoglio del padrone è un compito della servitù e questa incombenza finì, inevitabilmente, su Saito. Il portafoglio era pesante poiché pieno di monete d'oro.

“Si, si, molto attentamente. Come si può rubare qualcosa di così pesante?”

“Con la magia ci si metterebbe un attimo.”

Ma intorno non sembrava esserci nessun mago. Saito aveva imparato a distinguere fra maghi e cittadini comuni all'Accademia. I maghi portavano sempre un mantello e avevano un modo di camminare arrogante. Secondo Louise quello era la camminata di un nobile.

“Non sono tutti cittadini comuni?”

“Certo. I nobili sono solo il 10% della popolazione e non visiterebbero mai i bassifondi come questo.”

“Perchè un nobile dovrebbe rubare?”

“Tutti i nobili sono maghi ma non tutti i maghi sono nobili. Se, per qualunque ragione, un nobile viene abbandonato dalla propria famiglia, lascia il nome della casata di sua iniziativa o lascia la sua posizione per diventare un mercenario o un criminale....ehi, mi stai ascoltando?”

Saito era totalmente affascinato dalle insegne sulle strada che non aveva ascoltato una parola.

“Cosa c'è scritto su quella insegna a forma di bottiglia?”

“Birreria.”

“E su quell'insegna a forma di croce?”

“Centro di reclutamento per le guardie.”

Saito si fermava ad ogni insegna insignificante e Louise doveva tirarlo per il polso ogni volta.

“Ok, ok, ho capito. Non devi avere così tanta fretta. Dove si trova la bottega del fabbro?”

“Da questa parte. Non vendono solo spade, però.”

Louise entrò in una viottola ancora più stretta. Un odore rivoltante, proveniente da un mucchio di spazzatura, penetrò nelle loro narici.

“E' veramente sporco!.”

“Te l'avevo detto che i nobili non ci vengono molto spesso qui.”

Al quarto incrocio Louise si fermò e si guardò intorno.

“Dovrebbe essere dalle parti del negozio di Pozioni di Peyman...mi sembra sia qui vicino....”

“Ah, è qui!” affermò felicemente, dopo aver visto un'insegna di bronzo. “Trovato!”

Un'insegna a forma di spada penzolava davanti alla porta. Sembrava fosse il negozio del commerciante di armi. Saito e Louise salirono i gradini, aprirono la porta ed entrarono nel negozio.

Nonostante la luce del sole all'esterno, il negozio era piuttosto buio. Una lampada a gas illuminava debolmente l'interno. Gli scaffali e i muri erano ricoperti di armi in disordine. C'era anche un'armatura completa. Un uomo sulla cinquantina osservò Louise con sospetto mentre fumava la sua pipa. Non cambiò espressione fino a quando notò il pentacolo sul suo bottone d'oro e a quel punto disse, scioccato. “Signorina...nobile signorina...tutta la mia merce è di qualità e a ottimi prezzi! Non c'è niente di illegale qui!”

“Sarò sua cliente per oggi.”

“Oh...veramente strano. Una nobile che compra una spada. Bizzarro.”

“E per quale motivo?”

“Beh...i sacerdoti si appoggiano al pastorale, i soldati maneggiano spade e i nobili agitano le bacchette magiche. Non è così, solitamente?”

“Oh, non è per me. E' per il mio famiglio.”

“Ahh...un famiglio che può usare la spada?” disse vivacemente il padrone del negozio guardando Saito. “E' quel gentiluomo laggiù, vero?”

Louise annuì. Durante quei minuti Saito era stato totalmente assorbito dalla collezione di spade, dicendo di tanto in tanto “Fantastico!” e “Whoa!”

Louise ignorò Saito e continuò. “Non so molto di spade, quindi, per favore, mi mostri qualcosa di conveniente.”

Il commerciante entrò, felice, nel magazzino, camminando silenziosamente. “Grandioso...posso alzare di molto il prezzo con lei...” poco dopo, ritornò con una spada di circa un metro di lunghezza. Si trattava di una spada molto ben decorata. Sembrava si potesse maneggiare con una sola mano. C'era anche una controguardia sull'elsa.

Il negoziante disse, come se si fosse ricordato di qualcosa. “A proposito, sembra che i nobili lascino utilizzare spade ai servi, ultimamente. L'ultima volta che un nobile è venuto qui ha comprato questo tipo di spada.”

Capisco...una spada elegante e luccicante. E' proprio adatta a un nobile. Pensò Louise.

“Così la tendenza è questa?” chiese Louise. Il negoziante annuì.

“Sembra che ci sia stato un aumento di furti per le strade di Tristania, ultimamente...”

“Furti?”

“Si. Sembra che un mago, che si fa chiamare 'Fouquet la Valanga di Terra', abbia rubato moltissimi tesori dai nobili. Per questo motivo i nobili hanno deciso di armare i propri servi con spade.”

A Louise non interessavano i ladri e focalizzò l'attenzione sulla spada. Sembrava veramente fragile. Saito l'ultima volta aveva maneggiato una spada molto più grossa.

“Preferirei qualcosa di più lungo e largo.”

“Signorina, perdoni la mia impertinenza, ma persone e spade hanno le loro affinità, proprio come uomini e donne. Secondo la mia modesta opinione questa è la spada più adatta al vostro famiglio.”

“Non ho detto che voglio qualcosa di più lungo e ampio?” Louise disse, impaziente, abbassando la testa. Il negoziante ritornò in magazzino, ricordandosi di lamentarsi in silenzio. “Oh, i profani...”. Dopo qualche minuto ritornò, lustrando con uno straccio oleoso la nuova spada.

“Che ne dite di questa?” Si trattava di una splendida spada scozzese lunga circa un metro e mezzo. Il manico era creato per brandirla a due mani ed era squisitamente decorata con dei gioielli. La lama rifletteva la luce come uno specchio. Chiunque l'avesse vista avrebbe dovuto ammettere che si trattava di una spada molto tagliente e dalla lama ampia. “Questa è la migliore che ho. Più che una spada per nobili sarebbe meglio dire che è una spada che i nobili vorrebbero poter portare al fianco, ma si tratta di un qualcosa riservato solo agli uomini forti. Anche portarla legata alla schiena non è male, comunque.”

Saito si avvicinò fissando la spada. “Fantastica. Questa spada sembra veramente potente.” Subito dopo averla vista, Saito voleva quella spada. Era una spada magnifica, sotto tutti gli aspetti. Direi che questa va bene... pensò Louise vedendo Saito soddisfatto.

“Quanto costa?” domandò.

“Dunque...è stata forgiata dal famoso alchimista di Germania, Lord Shupei. Può tagliare il metallo come il burro per la magia infusa al suo interno! Vedete questa iscrizione?” Il negoziante mostrò orgogliosamente le parole incise sull'elsa. “Non potrete trovare una spada di questo genere a un prezzo così basso da nessun'altra parte.”

“Beh, io sono nobile.” Louise alzò la testa.

A quel punto il negoziante, bruscamente, rivelò il prezzo. “Solamente tremila pezzi d'oro di nuovo conio.”

“Che cosa? Ci si può comprare una casa con giardino con quei soldi!” scioccata, Louise rispose. Saito, il quale non aveva idea del valore del denaro in quel mondo, rimase immobile.

“Una buona spada vale quanto un castello, signorina. Una casa per le vacanze è addirittura economica in confronto a questa.”

“...ho portato solo 100 pezzi d'oro...” Louise, essendo una nobile, non aveva esperienze nel contrattare e fece l'errore di rivelare il contenuto del suo portafoglio. Il negoziante agitò semplicemente la mano. “Anche le spade scozzesi standard costano almeno 200 pezzi d'oro.” la faccia di Louise arrossì. Non avevo idea che una spada costasse così tanto.

“Non...non possiamo comprarla?” Saito chiese, dispiaciuto.

“Si...dobbiamo ripiegare su qualcosa di più economico.”

“I nobili sono sempre così arroganti e adesso...” Saito sussurrò. Sentita quella frase, Louise lo fissò.

“Hai idea di quanto costino le pozioni, quella che ho comprato perchè qualcuno si è seriamente ferito?”

“...Mi spiace...” Saito abbassò la testa, imbarazzato. Stava ancora accarezzando la spada quando disse. “Ma mi piace veramente tanto questa spada...”

In quel momento, una profonda voce maschile si levò dal mucchio di spade. “Non essere altezzoso, ragazzo.”

Louise e Saito si voltarono verso il suono. Il negoziante si mise la testa fra le mani.

“Ma ti sei visto? Tu? Maneggiare quella spada? Non farmi ridere. Non riusciresti a tenere in mano uno stuzzicadenti!”

“Cosa hai detto?” Saito non prese bene l'insulto ma non c'era nessuno con cui arrabbiarsi da dove proveniva la voce. C'era solo un mucchio di spade.

“Se hai capito vattene a casa. Si tu! Sto parlando con te, ragazza nobile!”

“Sei davvero maleducato!”

Saito, lentamente, si avvicinò verso l'origine del suono. “Cosa...qui non c'è nessuno!”

“I tuoi occhi sono lì solo per decorazione o li usi anche per farci qualcosa di utile, tipo vederci?”

Saito si guardò alle spalle. Cosa? E' una spada che sta parlando? Il suono proveniva da una spada rugginosa e danneggiata. “Una spada parlante!” Saito esclamò.

Il negoziante subito disse, innervosito. “Derf! Non fare il maleducato con i miei clienti!”

“Derf?” Saito scrutò attentamente la spada. Era circa la stessa lunghezza di quella spada scozzese, ma la lama era molto meno ampia. Si trattava di una spada lunga e sottile, ma la superficie della lama era ricoperta dalla ruggine e non si poteva dire se era ben fatta o meno.

“Cliente? Un cliente che non sa maneggiare una spada? Ma non farmi ridere!”

“Potrebbe essere...una spada senziente?” Louise domandò.

“Esatto signorina. Si tratta di una spada senziente, magica e intelligente. Mi chiedo che tipo di mago abbia deciso di far parlare una spada...ma ha una lingua troppo lunga, sta sempre a discutere con i clienti. Ehi Derf, continua a fare l'insolente e chiederò a questa nobile di fonderti.”

“Mi sta bene! Provaci pure! Sono stanco di questo mondo, mi piacerebbe essere fuso.”

“Va bene! Allora ti fonderò!” Il negoziante fece per avvicinarsi ma Saito lo fermò.

“Sarebbe uno spreco...una spada parlante non è importante?” Saito fissò la spada. “Ti chiami Derf, giusto?”

“Sbagliato! Sono Lord Derflinger! Vedi di ricordartelo!”

“Ha un nome, proprio come una persona.” Saito mormorò.

“Io mi chiamo Hiraga Saito. Piacere di conoscerti.”

La spada rimase in silenzio e sembrava osservare Saito con attenzione. Dopo qualche istante, disse, a bassa voce. “Allora sei arrivato...sei un 'utente'?”

“Utente?”

“Hmm...non conosci neanche i tuoi poteri eh? Cosa...oh, va bene! Comprami, amico mio!”

“D'accordo, ti comprerò.” La spada rimase nuovamente in silenzio.

“Louise, voglio questa.”

Louise, a malincuore, disse. “Oh...vuoi questa? Non c'è niente di meglio che non parli?”

“Non ti piace? Io penso che una spada parlante sia una cosa fichissima!”

“Vedi...ecco perchè non mi piace.” Louise si lamentò. Ma, dato che non ne poteva più, chiese al negoziante. “Quanto per questa?”

“Eh...100 bastano.”

“Non è troppo poco?”

“Per quella? Ve la lascio volentieri per poco. Oggi sconti.” agitò la mano in segno di resa.

Saito tirò fuori il portafoglio dalla sua tasca e svuotò il contenuto sul bancone. Una a una le monete d'oro si riversarono sul bancone. Dopo averle contate con attenzione il negoziante annuì. “Grazie per il vostro acquisto!” disse, infoderando la spada e consegnandola a Saito. “Se dovesse fare troppo rumore ricacciala nella fodera e rimarrà zitta.”

Saito annuì e ricevette Derflinger.

Due figure osservarono Saito e Louise uscire dal negozio – Kirche e Tabitha. Kirche li guardava dall'oscurità dei viottoli, mordendosi le labbra. “Zero Louise...stai cercando di migliorare la tua relazione con Saito con una spada, eh? Fargli dei doni subito dopo aver saputo che è la mia preda? Che diavolo stai pensando?” Kirche sbattè i piedi a terra per la rabbia. Tabitha, avendo compiuto il suo dovere, leggeva come al solito. Sylphid sorvolava il cielo sopra di loro. Avevano seguito i due appena li avevano trovati.

Kirche attese che i due si allontanassero e subito entrò di corsa nell'armeria. Il negoziante la fissò come se fosse una visione. “Uao...un'altra nobile? Cosa diamine succede oggi?”

“Ehi capo...” Kirche giocava con i suoi capelli e indossava un sorriso provocante. La faccia del negoziante diventò rossa per la sua aura seduttiva.

“Mi sai dire cosa ha comprato la nobile che era qui poco fa?”

“Una s-spada...ha comprato una spada.”

“Capisco...allora gli ha veramente comprato una spada...di che tipo?”

“Una sporca e r-rugginosa.”

“Rugginosa? E perchè?”

“Perchè non aveva con se abbastanza denaro.”

Kirche si mise a ridere, appoggiando una mano sulla guancia. “E' al verde! Vallière! La sua famiglia sarà triste per questo!”

“Uh...anche la signorina è qui per comprare una spada?” Il negoziante si fece avanti, non intendeva farsi scappare l'occasione. Questa nobile sembra ricchissima in confronto a quella piccola di prima.

“Hmm...mostrami il meglio.”

L'uomo entrò nel magazzino, sfregandosi le mani per l'eccitazione. Ritorno, chiaramente, con la spada scozzese che aveva mostrato a Saito.

“Ah...una gran bella spada.”

“Ha davvero un ottimo occhio signorina. Il servo di quella nobile che era qui prima voleva davvero questa spada ma era troppo costosa per loro.”

“Ah si?” Il servo della nobile? Allora Saito vuole questa spada!

“Certo...questa spada è stata forgiata dal famoso alchimista di Germania, Lord Shupei. Può tagliare il metallo come il burro per la magia infusa al suo interno! Vedete questa iscrizione?” Il negoziante ripetè quello che aveva detto prima.

Kirche annuì. “Quanto?”

Il negoziante alzò il prezzo, dato che Kirche sembrava molto ricca. “Hmmm...diciamo 4500 monete d'oro di nuovo conio.”

“Hmm...mi sembra parecchio...” Kirche aggrottò le sopracciglia.

“Grandi spade vanno pagate per il loro vero valore, non pensa?”

Kirche ci pensò un attimo, muovendo lentamente il suo corpo verso il bancone. “Capo...non pensa sia un po' troppo?” Accarezzato alla gola il venditore rimase senza fiato. Subito iniziò a fare dei pensieri 'impuri'.

“Uh ma...grandi spade...”

Kirche si sedette sul bancone, sollevando la gamba destra. “Non creda che il prezzo sia troppo alto?” Lentamente alzò il piede sinistro sul bancone. Gli occhi del negoziante erano irresistibilmente attratti dalle sue cosce.

“G-giusto...allora facciamo 4000...”

Kirche alzò ancora la gamba, così che lui poteva quasi vedere in mezzo.

“Ah, nonono...3000 va ben...”

“Che caldo!” Kirche fece per sbottonarsi i bottoni della camicetta, ignorandolo. “Fa davvero caldo qui dentro...mi aiuti a togliermi la camicetta, per favore.” Indossò la sua espressione più provocante.

“Ah, ho sbagliato, ho sbagliato, il prezzo è di 2500.”

Kirche si slacciò il primo bottone e osservò il negoziante.

“1800! 1800 va bene!”

Un altro bottone, mostrando la sua fenditura. Lo guardò nuovamente.

“Ehi, 1600 e siamo ok!”

Kirche smise di slacciarsi i bottoni e passò alla minigonna, sollevandola un pochino. L'uomo sembrava non riuscire più a resistere.

“Che ne dice di 1000?” Suggerì sollevando la minigonna ancora un poco. Sembrava stesse per iperventilare.

E poi lei si fermò. I suoi veloci respiri si trasformarono in un lamento.

“Oh...ohhhh.”

Kirche alzò il busto e chiese nuovamente “1000.”

“Oh! 1000 vanno bene.”

Kirche scese dal bancone, scrisse velocemente un assegno e lo poggiò sul bancone. “Comprata!” Prese in mano la spada e uscì dal negozio lasciando il venditore ad osservare l'assegno.

Dopo un attimo di confusione riprese conoscenza e si mise le mani in mezzo ai capelli. “DANNAZIONE! HO VENDUTO QUELLA BELLEZZA PER SOLI 1000?” Prese una bottiglia di liquore dall'armadietto. “Ohh...per oggi ho finito...”



Capitolo Sette - Fouquet la Valanga di Terra[edit]

A Tristania c'era un volta un ladro conosciuto come 'La Valanga di Terra' che conosceva la magia, il quale terrorizzava tutti i nobili della regione. Il suo nome completo era Fouquet la Valanga di Terra.

Quando Fouquet venne a conoscenza del fatto che un nobile nel nord possedeva una corona incastonata di gioielli la andò a rubare. Quando seppe che un nobile nel sud possedeva un bastone regale come tesoro di famiglia, Fouquet sfondò i muri del castello per entrarne in possesso. Nell'est nessun anello di perla fabbricato dagli artigiani delle Isole Bianche rimase in un castello. Inoltre, Fouquet, prese possesso di una bottiglia di vino di ottima annata da una cantina dell'ovest. Fouquet era ovunque.

Le tattiche di Fouquet andavano dall'infiltrazione silenziosa allo sfondamento totale di muri e pareti. La banca nazionale fu attaccata alla luce del giorno mentre ville isolate nel cuore della notte. In ogni caso Fouquet riusciva sempre a lasciare le guardie reali con un palmo di naso.

Fouquet era riconosciuto dall'alchimia che utilizzava per penetrare nelle stanze dei tesori, poichè trasformava i muri in sabbia o fango e attraversava facilmente i buchi appena creati. I nobili non erano stupidi, chiaramente, ed avevano cercato di 'solidificare' tutto quello che si trovava intorno al loro tesoro per bloccare gli incantesimi, ma la magia di Fouquet era troppo forte, in grado di annullare gli incantesimi e, fortificato o meno, tramutare il tutto in fango.

Se Fouquet decideva di 'sfondare' utilizzava un golem di fango alto 30 metri. Travolgendo le guardie e sbriciolando le mura riusciva a reclamare i suoi premi alla luce del sole.

Nessuno aveva mai visto Fouquet da vicino. Nessuno sapeva neanche se Fouquet fosse uomo o donna. Si sapeva solo che si trattava di un mago di Terra, come minimo di classe Triangolo, che lasciava dei biglietti provocatori del tipo 'Ho preso il tuo tesoro – Fouquet la Valanga di Terra.' su ogni scena del crimine e che preferiva di gran lunga tesori e artefatti dal grande potere magico.

Due enormi lune illuminavano l'esterno del quinto piano, il quale ospitava la sala del tesoro, dell'Accademia di Magia. La luce proiettava un'ombra in piedi di fronte al muro. Fouquet la Valanga di Terra.

I suoi lunghi capelli verdi danzavano al vento e Fouquet era in piedi, mostrando apertamente la sua figura, la quale spaventava tutti i nobili del paese.

Appoggiando un piede sul muro Fouquet percepì lo spessore della costruzione.

Appoggiando un piede sul muro Fouquet percepì lo spessore della costruzione e non potè fare a meno di rimanere di stucco. La torre centrale dell'Accademia è davvero resistente come sembra...veramente la forza fisica è l'unico punto debole? Non posso sfondare qualcosa di così spesso senza attirare l'attenzione. Non era difficile per un esperto di magie di Terra come Fouquet percepire lo spessore di un muro con i piedi ma rompere una parete era un qualcosa di completamente diverso. Sembra che abbiano usato solo incantesimi di solidificazione ma non riuscirò a sfondarlo nemmeno con un golem. E' un incantesimo di solidificazione molto forte...con la mia magia non riuscirò a fare molto.

“Dannazione...non posso arrendermi adesso.” Fouquet digrignò i denti per la frustrazione. “Ruberò il Bastone della Distruzione, costi quel che costi!” Fouquet incrociò le braccia e iniziò a meditare.

Nel frattempo, mentre Fouquet pensava al muro, la stanza di Louise si trovava nel caos. Louise e Kirche si scrutavano, arrabbiate, mentre Saito, steso sul suo pagliericcio, eccitato, esaminava la spada che Kirche gli aveva portato. Tabitha, disinteressata, stava leggendo un libro sul letto di Louise.

Louise aveva le mani sui fianchi. “Cosa significa questo, Zerbst?” osservò la sua rivale.

Kirche osservò l'oggetto di ammirazione di Saito. “Te l'ho detto, ho comprato a Saito quello che voleva, così sono passata a portargli la spada.”

“Ah, che peccato. Ho già comprato un'arma per il mio famiglio. Vero Saito?”

Saito, però, non riusciva a distogliere lo sguardo dal regalo di Kirche. Sfoderò la spada e iniziò ad osservarla. Quando teneva in mano un'arma le iscrizioni sulla sua mano luccicavano mentre il suo corpo diventava leggero come una piuma. Voleva provare a maneggiarla ma non poteva, dato che si trovava all'interno. Non riusciva ancora a capire cos'era successo alla sua mano. Tutto quello che sapeva era che se teneva in mano una spada le rune si illuminavano.

Ma tutto quello che gli importava in quel momento era quella lama, squisitamente decorata.

“Fantastica...preferisco di gran lunga questa...luccica pure!”

Louise calciò via Saito.

“Cosa stai facendo?” Saito gridò.

“Restituiscigliela. Non hai già quella spada parlante?”

“Uh...giusto...una spada che parla è interessante ma comunque...” E' così ricoperta di ruggine e vecchia che sembra potersi spezzare. Se uno spadaccino dovesse usare qualcosa, userebbe qualcosa di splendente e fico, vero? Inoltre Kirche mi ha appena dato questa spada gratis...

“Sei molto maleducata con la tua gelosia, Vallière!” Kirche affermò, trionfalmente.

“Gelosa? Chi sarebbe gelosa?”

“Non lo sei? Io, Kirche, ho portato a Saito la spada che più desiderava come regalo. Non puoi dire di non essere gelosa, vero?”

“In un'altra vita, forse! Tralasciando questo fatto non accetterei mai l'elemosina da una Zerbst! E questo è quanto!”

Kirche guardò Saito, il quale fissava tristemente la spada decorata in mano a Louise.

“Ma non vedi? Saito ama quella spada, capito? Quella spada è stata forgiata dal miglior alchimista di Germania, Lord Shupei!” Kirche guardò Saito con aria ammiccante. “Ascoltami bene...tutto quello che c'è di buono a questo mondo, che si tratti di spade o di donne, può provenire solo da Germania! Le donne di Tristania, come Louise, sono estremamente gelose, impazienti, taccagne e snob. Nulla le può cambiare!”

Louise lanciò un'occhiata a Kirche.

“Oh...che...divertente. Le donne come te sono solo delle romantiche idiote! Sei uscita con troppi ragazzi a Germania, facendo si che nessuno potesse fidarti di te, e hai finito col dover scappare fino qui a Tristania?” rispose Louise con un freddo ghigno che dava i brividi.

“Hai del coraggio, Vallière...” Kirche si oscurò in viso.

“Cosa? Sto solo dicendo la verità.” Aggiunse Louise.

Simultaneamente presero in mano le loro bacchette.

Tabitha agitò il suo bastone più velocemente di loro, facendo volar via le loro bacchette.

“Interno”, annunciò semplicemente.

Probabilmente vuol dire che è pericoloso combattere qui.

Louise, arrabbiata, domandò. “E chi è questa? E' sul mio letto da-”

“E' una mia amica” rispose Kirche.

“E perchè la tua amica è in camera mia?”

Kirche la osservò. “E' un problema?”

“Hmmmph.”

Saito provò a parlare a Tabitha ma non rispondeva e si limitava a leggere silenziosamente il suo libro, come se le parole fossero inopportune.

Nel frattempo Kirche e Louise continuavano ad osservarsi.

Kirche distolse lo sguardo. “Bene...facciamo decidere a Saito.”

“Io? Decidere?” Saito si sentì a disagio per essere stato chiamato in causa.

“Giusto. E' una decisione sulla spada che desideri.” anche Louise lo osservò.

Saito iniziò a non sentirsi troppo bene. Preferiva di gran lunga la spada scintillante di Kirche. Ma Louise non mi permetterà mai di sceglierla, altrimenti mi farà saltare i pasti per una settimana, potrei mangiare comunque grazie a Siesta però, comunque...

Guardò Louise, la quale lo stava osservando. Louise può essere una ragazza egoista, egocentrica e irriconoscente ma si è presa cura di me quando sono rimasto svenuto per giorni...inoltre è il tipo di ragazza che trovo attraente.

Però...Kirche mi ha comprato questa spada davvero costosa. Inoltre una bellezza come lei ha confessato il suo amore per me. Prima non c'era assolutamente possibilità che una ragazza così si innamorasse di me...

Ok, questo ha reso tutto più difficile. Adesso sembra che debba scegliere tra le due e non tra le spade.

“Allora? Quale scegli?” sia Kirche che Louise lo fissavano.

“Uh...beh...non posso averle entrambe?” Saito inclinò la testa cercando di sembrare carino.

Non funzionò. Scaraventato in aria da un calcio combinato, precipitò sul suo pagliericcio.

“Ehi.” Kirche si voltò verso Louise.

“Che c'è?”

“Credo sia ora di finirla.”

“Hmm...hai ragione.”

“Ti odio davvero, sai?”

“Lo stesso vale per me.”

“La pensiamo allo stesso modo.” Kirche sorrise e aggrottò le sopracciglia.

Anche Louise sorrise in maniera provocatoria.

“Ti sfido a duello!” Urlarono, all'unisono.

“Porca...non dovete farlo...” Saito era scioccato. Le due continuavano a guardarsi negli occhi, facendo finta di non sentirlo.

“Ma, ovviamente, sarà un duello di magia.!” Kirche dichiarò, trionfalmente.

Louise si morse il labbro inferiore e annuì. “Bene. Luogo?”

“Davvero? Sei sicura Zero Louise? Vuoi davvero sfidarmi in un duello di magia?” Kirche la incitò.

Louise inclinò il capo. Sono sicura? Certo che...no. Ma si trattava di una sfida con una Zerbst, quindi doveva accettare. “Certo! Non mi farò sconfiggere da te!”

In quel momento Fouquet, che si trovava in piedi sul muro della torre centrale dell'Accademia, udì rumore di passi. Saltò giù verso il terreno e, appena prima di toccar terra, sussurrò 'Incantesimo di Levitazione' atterrando lievemente come una piuma. Successivamente sparì fra i cespugli del giardino.

I proprietari dei passi uditi in precedenza erano Louise, Kirche, Tabitha e Saito.

“Va bene, iniziamo.” Kirche annunciò.

“Volete veramente sfidarvi a duello?” Saito domandò, ansioso.

“Certamente.” Louise rispose, sicura di se.

“Non è un po'...pericoloso? Finiamola qui e lasciate perdere, ok?”

“Giusto, chiunque si farà male è un idiota.” disse Kirche.

“Uh-huh.” Louise annuì.

Tabitha si avvicinò a Kirche e le sussurrò qualcosa all'orecchio. Poi indicò Saito.

“Hmm...buona idea!” Kirche sorrise.

Poi Kirche sussurrò qualcosa a Louise.

“Ah...non male.” Louise annuì.

Tutte si misero a guardare Saito. Fu assalito da un brutto presentimento.

---

“Ehi...state dicendo sul serio?” implorò Saito, ma a nessuna importava.

Venne appeso a mezz'aria con una corda attaccata alla torre centrale. Avrei fatto meglio a scegliere una ragazza e finirla lì. Sul terreno, che sembrava lontano moltissimi chilometri, poteva scorgere le figure di Kirche e Louise. Nonostante si trovassero nel bel mezzo della notte le due lune rischiaravano tutto il cortile. Riusciva anche a vedere Tabitha sul suo drago del Vento. In bocca aveva due spade.

Le due lune illuminavano Saito.

Kirche e Louise lo guardavano penzolare a mezz'aria.

Kirche fece roteare il pugno. “Ecco cosa faremo...chi per prima riesce a tagliare la corda e far scendere Saito vince. La spada della vincitrice andrà a Saito. Va bene?”

“Capito.” Louise annuì, la sua faccia senza espressione.

“Nessun limite al tipo di magia utilizzabile. Puoi andare tu per prima...”

“Va bene.”

“Ok...buona fortuna.”

Louise brandì la sua bacchetta. In aria, Tabitha iniziò a far muovere la corda, facendo penzolare Saito a destra e a sinistra. Incantesimi come 'sfera di fuoco' hanno una precisione alta e se il bersaglio fosse immobile non avrebbe problemi a colpirlo. Louise si doveva preoccuparsi anche di un altro particolare – doveva in primo luogo riuscire a far funzionare l'incantesimo.

Louise si spremette le meningi. Cosa può funzionare? Vento? Fuoco? Acqua e Terra sono esclusi...non ci sono molte magie che possono tagliare le corde. Magie del Fuoco sono le migliori in queste occasioni...Louise si ricordò che il fuoco è esattamente la specialità di Kirche.

Le palle di fuoco di Kirche taglieranno facilmente la corda. Non posso permettermi di sbagliare.

Decise comunque di utilizzare le palle di fuoco. Mirando al bersaglio con una piccola sfera, recitò una corta formula magica. Se dovesse fallire, Saito prenderebbe la spada di Kirche e per qualcuno orgoglioso come Louise una sconfitta è totalmente inaccettabile. Finì di recitare la magia e, con la massima concentrazione, agitò la bacchetta. Se funzionasse una sfera di fuoco uscirebbe dalla punta.

Ma nulla uscì. Un istante dopo il muro dietro Saito esplose. L'onda d'urto fece oscillare Saito ancora di più. “Ma che cavolo? Stai cercando di uccidermi?” Le grida di rabbia di Saito raggiunsero le due ragazze a terra.

La corda era intatta. Se pensava che l'onda d'urto potesse tagliarla, si sbagliava di grosso. Una grande crepa apparve sul muro.

Kirche cadde a terra per le risate. “ZERO! ZERO LOUISE! Hai rotto il muro invece della corda! Questo è talento!”

Louise abbassò lo sguardo.

“Te lo devo chiedere...come diavolo hai fatto a creare quell'esplosione? Oh Dio...mi fa male il fianco...”

Louise frustrata strinse le mani a pugni e si inginocchiò a terra.

“Ora è il mio turno.” Kirche mirò alla corda come farebbe un cacciatore con la sua preda. Tabitha agitava la corda così prendere la mira non era facile. Nonostante tutto, Kirche mostrava un sorriso vivace. Recitando un corto incantesimo Kirche agitò la bacchetta come d'abitudine, gli incantesimi di fuoco erano la sua specialità dopo tutto.

Dalla bacchetta apparve una sfera di fuoco della grandezza di un melone, la quale volò verso Saito colpendo la corda e bruciandola in un istante. Saito iniziò a precipitare a terra ma Tabitha, da sopra il tetto, agitò il suo bastone lanciando un Incantesimo di Levitazione su di lui, facendolo atterrare dolcemente.

“Ho vinto, Vallière!” Kirche annunciò, trionfante.

Louise si sedette, tirando con le sue mani l'erba, disperata.

In quel momento Fouquet li osservava dai cespugli. Notò la crepa creata dall'esplosione di Louise. Che tipo di magia è quella? Ha recitato la formula magica della sfera di fuoco ma non è uscito nulla dalla bacchetta e il muro è esploso. Non ho mai sentito parlare di una magia che può causare esplosioni in quel modo. Fouquet scosse la testa. Non importa, non posso assolutamente lasciarmi scappare questa occasione. Fouquet iniziò a recitare un lungo incantesimo e agitò la sua bacchetta verso il terreno. Una volta finito, un lieve sorriso si formò sul suo volto. Seguendo gli ordini di Fouquet, si formò un rigonfiamento sul terreno. Fouquet la Valanga di Terra stava dimostrando il suo talento.

“Che peccato Vallière!” Kirche stava ridendo.

Sconfitta, Louise cupamente abbassò le spalle. Saito la guardava, un'emozione difficile da comprendere gli dipingeva il volto. “...perchè non mi uh...slegate adesso?” Riuscì solo a parlare a voce bassa. Non potè muoversi dato che la corda era legata molto stretta.

Kirche sorrise “Oh, ma certo, sarà un piacere!”

Subito dopo, Kirche avvertì qualcosa alle spalle. Si girò. Non potè credere ai suoi occhi. “Che...che diavolo è questo?” Le cadde la mascella. Vide un enorme golem di Terra muoversi verso di loro.

“Kyaaaaaaaaaa!!!” Kirche scappò via urlando.

Saito cercò di fermarla, gridando. “Ehi! Ehi! Non andare via! Non lasciarmi qui!” Era nel panico. Dopo tutto non aveva mai visto un golem talmente grosso e quella creatura si stava dirigendo verso di lui. “C...che cavolo è quella cosa? E' enorme!” Saito voleva correre via ma le corde non gli permettevano di muoversi e rimase immobile a terra.

Louise si riprese e corse verso di lui.

“Perchè...perchè sei legato in questo modo?”

“Non era una tua idea?!”

Sopra di loro il golem alzò il piede.

Saito perse la speranza. “Louise scappa, mettiti in salvo!” Urlò.

“Dannazione...questa corda...” Louise cercò invano di sciogliere i nodi.

Il piede del golem iniziò a scendere. Saito chiuse gli occhi.

In quell'istante il drago del Vento di Tabitha scese in picchiata verso di loro, prendendoli con i suoi artigli e tirandoli via dalla traiettoria del piede solo con qualche centesimo di secondo di anticipo, prima che il piede si schiantasse a terra.

Appesi sotto il drago del Vento, Saito e Louise osservarono il golem. Saito, ancora scosso, chiese, “C-c-che...diavolo è quello?”

“Non ne sono certa ma...è un gigantesco golem di Terra! Qualcuno deve averlo evocato!”

“Qualcosa di così grosso?”

“...chiunque sia stato deve essere quantomeno un mago di classe Triangolo.”

Saito si morse il labbro e pensò a Louise, la quale aveva provato a slegarlo nonostante il pericolo. “Tralasciando il golem...perchè non sei fuggita?”

“Nessun padrone che si rispetti abbandonerebbe il suo famiglio in quel modo.” Rispose sinceramente.

Saito la osservò, silenziosamente. Per qualche ragione la trovava attraente...solo in quel momento.

Foquet, che si trovava sulla spalla del golem, sorrise. A Fouquet non interessava il drago del Vento o la fuga di Kirche. Un mantello scuro ricopriva Fouquet dalla testa ai piedi. Era impossibile vedere la sua faccia. Fouquet trasformò il pugno del golem in un qualcosa di metallico e gli ordinò di colpire il muro. Un rumore sordo echeggiò quando il pugno metallico colpì il bersaglio, facendo crollare la parete. Sotto il mantello scuro, Fouquet fece un sorriso compiaciuto.

Il golem trasportò Fouquet all'interno con la sua mano e il malvivente entrò attraverso il buco nella sala del tesoro. C'erano valori di ogni tipo ma Fouquet aveva un solo bersaglio.

Il Bastone della Distruzione.

Una fila di bastoni di vario tipo erano appesi al muro ma uno di questi attirò subito la sua attenzione, essendo totalmente diverso dagli altri. Era lungo circa un metro e fatto di un tipo di metallo che Fouquet non aveva mai visto prima. Sotto di esso c'era una targa, 'Bastone della Distruzione, non toccare.' Il sorriso di Fouquet si trasformò in un ghigno.

Fouquet prese in mano il Bastone della Distruzione e si stupì per la sua leggerezza. Di che cosa è fatta questa cosa? Dato che non aveva tempo di pensarci, ritornò di corsa sulla spalla del golem.

Prima di andarsene, incise a fuoco un messaggio sul muro: “Ho preso il Bastone della Distruzione. -Fouquet la Valanga di Terra.”

Con il suo evocatore incappucciato sulla spalla il golem si diresse verso le mura dell'Accademia, ci camminò attraverso facendole crollare e si continuò a camminare verso la foresta.

Il drago del Vento sorvolava il golem. Tabitha, seduta sul suo drago, agitò il bastone per un Incantesimo di Levitazione spostando Saito e Louise vicini a lei. La agitò ancora una volta e intorno a Saito si formarono lame d'aria che tagliarono la corda in mille pezzi.

“Grazie.” disse a Tabitha in segno di gratitudine.

Si limitò ad annuire senza cambiare espressione.

Saito guardò il gigantesco golem di Terra e chiese a Louise. “Quel mago...ha distrutto il muro. Ma per quale motivo?”

“Stanza del tesoro.” Tabitha rispose.

“Aveva qualcosa in mano quando è uscito da quel buco.”

“Era un ladro. Ma...abbastanza sfacciato.”

Videro il golem disfarsi in un tumulo di fango mentre stava correndo.

Scesero a terra,

Illuminati dal chiarore delle due lune, non c'era niente da vedere a parte la montagna di fango. Sembrava che il mago evocatore fosse scomparso nella notte.




Capitolo Otto - Il Bastone della Distruzione[edit]

Il mattino seguente...

A causa degli eventi della notte precedente, nell'Accademia di Magia di Tristania c'era un gran trambusto, come se un alveare di vespe fosse stato infastidito.

Perché? Perché il Bastone della Distruzione era stato rubato.

Ed era stato rubato sfacciatamente utilizzando un Golem di Terra, il quale aveva sfondato il muro della stanza del tesoro.

I professori dell'Accademia riunitisi all'interno della stanza del tesoro rimasero senza parole quando videro l'enorme breccia nel muro.

L'iscrizione incisa nel muro da Fouquet la Valanga di Terra raccontava tutto: [Ho preso possesso del Bastone della Distruzione. Fouquet la Valanga di Terra]

A questo punto, tutto quello che i professori dell'Accademia poterono fare fu disperarsi e lagnarsi. “Si tratta di quel ladro che ha ripulito molti nobili, Fouquet la Valanga di Terra! Come si è permesso di assaltare l'Accademia!” “Cosa stavano facendo le guardie?” “Anche se ci fossero state delle guardie, sarebbero state inutili! Sono solo dei bifolchi! A proposito, chi avrebbe dovuto essere di guardia ieri notte?”

La Signorina Chevreuse era preoccupata. Avrebbe dovuto essere di guardia la notte precedente. Ma chi ruberebbe mai qualcosa all'Accademia? Pensò mentre dormiva tranquillamente nella sua stanza invece di sorvegliare la porta della stanza del tesoro come tutti i nobili dovrebbero fare durante il loro turno di guardia.

Uno dei professori immediatamente la indicò e disse, “Signorina Chevreuse! Era lei che avrebbe dovuto essere di guardia ieri notte! Ho ragione?”

La Signorina Chevreuse scoppiò in lacrime, “Mi dispiace...mi dispiace tanto...”

“Anche se dovesse piangere fino a terminare le lacrime, questo riporterebbe il Bastone indietro? O pensa di risarcire la scuola per la perdita?”

“Ma...ma io ho appena finito di pagare la casa.” La Signorina Chevreuse si inginocchiò sul pavimento e versò altre lacrime.

Proprio in quel momento, il preside Osmond si fece avanti. “Erm...Questo non è il momento migliore per essere duri con le donne, giusto?”

Il professore che aveva rimproverato la Signorina Chevreuse replicò, “Ma Preside Osmond, la Signorina Chevreuse non ha adempiuto ai suoi doveri! Stava tranquillamente dormendo nel suo letto mentre avrebbe dovuto essere di guardia!”

Il Preside Osmond si accarezzò la barba mentre osservava l'agitatissimo professore.

“Erm...Qual'è il suo nome?”

“Mi chiamo Gimli! Se lo è dimenticato?”

“Ah, certo! Gimli! Bene, Signor Gimli, non si arrabbi. Parlando onestamente, quanti di voi possono dire di essere sempre stati allerta durante tutti i vostri turni di guardia?” Osmond rispose.

I professori si guardarono tra loro e abbassarono la testa per la vergogna. Ci fu un attimo di silenzio.

“Allora, questa è la situazione in cui ci troviamo ora. Parlando di colpe, ritengo che tutti noi, incluso me stesso, siamo da ritenerci interamente responsabili per l'incidente. Per quale motivo pensavamo che un ladro non si sarebbe mai potuto infiltrare nell'Accademia? E' forse il numero di maghi qui presenti che ci da la sicurezza che non saremo mai attaccati? Questo modo di pensare è sbagliato sin dal principio.”

Il Preside Osmond osservò lo squarcio nel muro e continuò, “E' stata la nostra eccessiva sicurezza a dare a Fouquet il coraggio di giungere fin qui e rubare il Bastone della Distruzione. Siamo tutti colpevoli.”

La Signorina Chevreuse guardò il Preside Osmond con gratitudine e disse, “Oh! Osmond, Signor Osmond! La ringrazio per la sua benevolenza. Da ora in poi la considererò come un padre.”

“Beh, quello...Hehe...Signorina...” Il Preside Osmond iniziò ad accarezzare il sedere della Signorina Chevreuse.

“Se a lei va bene così...Lo deve decidere il Preside, dopotutto.”

Il Preside Osmond, non volendo incolpare nessuno, decise che quello era il modo migliore per allentare la tensione. Il Preside procedette a schiarirsi la gola, mentre tutti rimasero in un silenzio solenne mentre aspettavano che riprendesse a parlare.

“Bene, allora chi è che ha assistito al furto?” Osmond domandò.

“Questi tre.” Disse il Signor Colbert indicando tre persone dietro di lui.

Si trattava di Louise, Kirche e Tabitha. Anche Saito era presente ma, dato che è un famiglio, non poteva essere considerato come una 'persona'.

“Oh...Siete voi ragazze...” Osmond disse mentre osservò Saito con grande interesse.

Saito non aveva idea del perché venisse fissato, ma rimase in silenzio nonostante tutto.

“Per favore, raccontatemi quello che è successo.”

Louise fece un passo in avanti e descrisse quello che aveva visto. “Mmh...Un enorme golem d'argilla è comparso e ha frantumato il muro. Il mago incappucciato che stava sulla sua spalla è entrato e ha preso qualcosa...Credo che si trattasse del Bastone della Distruzione...Dopo aver fatto ciò, il mago incappucciato ritornò sul golem e se ne andò oltre le mura dell'Accademia...Il golem alla fine si disfò in un mucchio di terra.”

“E dopo quello, cosa è successo?”

“Poi, tutto quello che abbiamo visto è stata la montagnetta di terra, non c'era traccia del mago incappucciato.”

“Allora...questo è ciò che è successo...” Osmond disse, accarezzandosi la barba.

“Anche se noi avremmo voluto continuare l'inseguimento, senza indizi non potevamo fare nulla. Quindi...”

A quel punto, Osmond si ricordò improvvisamente di una domanda che doveva porre al Signor Colbert, “Ah, dove si trova la Signorina Longueville?”

“Non ne sono sicuro, non l'ho vista da questa mattina.”

“Dove può essere finita in un momento così poco opportuno?”

“Giusto, dove potrebbe essere?”

Nel bel mezzo di questi borbottii, la Signorina Longueville infine apparve.

“Signorina Longueville! Dove è stata? E' successo qualcosa di terribile!” disse il Signor Colbert, in maniera preoccupata.

La Signorina Longueville parlò al Preside Osmond in una maniera molto calma e distaccata. “Sono veramente spiacente di essere in ritardo! Stavo conducendo delle indagini. Quindi...”

“Indagini?”

“Si. Quando mi sono svegliata questa mattina, c'era già parecchia confusione quindi mi sono recata alla stanza del tesoro e ho notato la scritta sul muro lasciata da Fouquet. Avevo scoperto che il ladro famoso in tutta la regione aveva colpito ancora. Per questo motivo, ho subito iniziato le indagini.”

“E' davvero molto efficiente, Signorina Longueville.” Il Signor Colbert poi chiese in maniera sbrigativa. “Ma, alla fine, ha trovato qualcosa?”

“Si, sono riuscita a scoprire la posizione di Fouquet.”

“Che cosa?!” Il Signor Colbert era scioccato. “Dove è riuscita a trovare queste informazioni, Signorina Longueville?”

“I cittadini che abitano qui intorno hanno visto qualcosa che poteva essere una persona che indossava un mantello nero e un cappuccio entrare in una casa abbandonata all'interno della foresta qui vicino. Ritengo che si tratti molto probabilmente di Fouquet, e quella casa abbandonata sono portata a pensare che si tratti del suo nascondiglio.”

Udite quelle parole, Louise esclamò, “Un mantello nero e un cappuccio? Non c'è ombra di dubbio, si tratta di Fouquet!”

Anche il Preside Osmond si era lasciato troppo andare e domandò alla Signorina Longueville, “Quanto è distante il posto da qui?”

“A piedi ci si mette una mezza giornata, a cavallo ci si dovrebbero mettere solo quattro ore.”

“Dobbiamo fare immediatamente fare rapporto alla Corte Imperiale! Dobbiamo chiedere rinforzi all'esercito di Palazzo!” Il Signor Colbert gridò.

Il Preside Osmond scosse la testa e fissò Colbert con un vigore non normale per un vecchietto e urlò, “Sciocco! Prima di riuscire a fare rapporto a Palazzo Fouquet sarà già riuscito a prendere il volo come un uccello! Inoltre, se non riusciamo neanche a risolvere un problema del genere da soli non meriteremmo di essere chiamati nobili! Dato che il Bastone è stato rubato all'Accademia, allora è responsabilità dell'Accademia riportarlo indietro!”

La Signorina Longueville sorrise, come se quella fosse la risposta che stava aspettando dall'inizio.

Il preside Osmond tossì per qualche secondo, poi incominciò a reclutare volontari. “Adesso organizzeremo una squadra per cercare Fouquet. Chi ha intenzione di partecipare, alzi la propria bacchetta.”

Tutti i nobili si guardarono tra loro in maniera imbarazzata, nessuno bacchetta si alzò.

“Nessuno? Strano. Nessuno vuole essere conosciuto come l'eroe che ha catturato Fouquet la Valanga di Terra?”

Louise era tra quelli che avevano abbassato la testa, ma decise di alzare la sua bacchetta.

“Signorina Françoise!” La Signorina Chevreuse esclamò per la sorpresa. “Non lo deve fare! E' ancora una studentessa! Per favore, lasci fare ai professori!”

“Ma nessuno di voi vuole aiutare...” Louise mormorò.

Saito osservò Louise con la bocca spalancata. Lo sguardo abbastanza serio di Louise insieme al suo dolce modo di mordersi le labbra appariva talmente splendido che aveva affascinato Saito.

Vedendo che Louise aveva alzato la bacchetta, anche Kirche la sollevò, anche se un con un po' di riluttanza.

Il Signor Colbert, ancora più sorpreso, esclamò; “Signorina Zerbst! Non è una studentessa anche lei?”

Kirche rispose, senza pensarci troppo, “Beh, non posso assolutamente perdere contro la Famiglia Vallière.”

Vedendo Kirche alzare la bacchetta, Tabitha fece lo stesso.

“Tabitha! Non devi farlo! Questo non ti riguarda affatto!” Kirche disse.

Tabitha rispose semplicemente, “Sono preoccupata.”

Sentendosi toccata, Kirche osservò Tabitha con gratitudine.

Louise, nello stesso momento, mormorò “Grazie...Tabitha.”

Guardando le tre ragazze, il Preside Osmond fece un sorrise e disse, “Molto bene, è tutto nelle vostre mani allora.”

“Sir! Preside Osmond! Mi oppongo! Non possiamo far rischiare la vita agli studenti!”

“Bene, vuole prendere il loro posto, allora, Signorina Chevreuse?”

“Ah...Erm...Beh...Non mi sento molto bene ultimamente, quindi...”

“Loro hanno già visto Fouquet inoltre, anche se la Signorina Tabitha qui è ancora molto giovane, ho sentito che le è già stato conferito il titolo di Cavaliere, giusto?”

Tabitha non rispose e si limitò a rimanere immobile in silenzio.

Tutti i professori osservarono Tabitha, sorpresi.

“E' vero, Tabitha?” domandò Kirche, anch'essa sorpresa.

Anche se Cavaliere è il titolo più basso che la Famiglia Imperiale possa conferire a una persona, Kirche era comunque meravigliata che Tabitha lo avesse ottenuto a un'età così giovane. Se si parla del titolo di 'Barone' o anche 'Marchese', questi possono essere ottenuti semplicemente acquistando grandi appezzamenti di terreno. Invece, per essere ordinati Cavaliere, l'unico modo era rendere grandi servigi alla nazione. E' un titolo che può essere conferito solo per merito.

Ancora una volta c'era un gran trambusto nella stanza del tesoro.

Il Preside Osmond continuò e, guardando Kirche, disse, “La Signorina Zerbst di Germania proviene da una famiglia famosa per i suoi eroi di guerra, e lei stessa ha una grande conoscenza nelle magie di fuoco.”

Kirche si scostò i capelli, orgogliosa di se stessa.

Louise, pensando fosse il suo turno di essere elogiata, si mise sull'attenti in maniera adorabile.

Il Preside Osmond si trovò in difficoltà. Non c'era praticamente niente da elogiare in Louise...

“Ahem!” Schiarendosi la gola, scostò lo sguardo da Louise e disse; “Dunque....La Signorina Vallière è la discendente della prestigiosa Famiglia Vallière, una famiglia famosa per i suoi maghi. E...Sarà di certo una promessa per il futuro...e riguardo al suo famiglio...”

Fissando il suo sguardo su Saito, Osmond continuò dicendo; “Anche se è un semplice cittadino, è riuscito a sconfiggere il figlio del Generale Gramont, Guiche de Gramont, in battaglia.” Osmond pensò fra se: e se è davvero il leggendario Gandalfr... “Fouquet la Valanga di Terra non dovrebbe avere speranze contro di lui.”

Il Signor Colbert aggiunse entusiasticamente; “Si! E' così! Perché lui è il leggendario Gand...”

Il Preside Osmond coprì velocemente la bocca del Signor Colbert prima che riuscisse a finire la frase. “A...Hahaha...Sta delirando! Haha!...”

Calò nuovamente il silenzio.

Poi il Preside Osmond parò con un tono solenne, “Se qualcuno di voi ritiene di essere più capace delle tre ragazze menzionate prima, faccia un passo avanti.”

Nessuno avanzò.

Quindi Osmond si voltò verso il quartetto e disse, “L'Accademia attenderà con impazienza la cattura di Fouquet, allora!”

Louise, Kirche e Tabitha si misero sull'attenti e dissero, “Promettiamo sulle nostre bacchette di catturare Fouquet!”

Dopo aver pronunciato quelle parole, tirarono un lembo delle loro gonne e fecero un inchino. Anche Saito velocemente le imitò. Dato che non indossava una gonna, tirò un lembo della sua giacca.

“Bene, allora, fate preparare una carrozza e partire appena possibile. Dovete conservare le vostre energie prima di raggiungere la vostra destinazione.”

“Signorina Longueville, potrebbe andare anche lei con loro?”

“Certamente, Preside Osmond. Avevo già intenzione di accompagnarli,” affermò la Signorina Longueville.

Sotto la guida della Signorina Longueville, il quartetto si mise velocemente in viaggio.

***

Anche se era considerata una carrozza, in realtà si trattava semplicemente di un carro con delle assi di legno come sedili. L'unico fatto positivo era che, nel caso in cui fossero stati attaccati, sarebbero stati in grado di saltare a terra senza problemi.

La Signorina Longueville aveva l'incarico di condurre la carrozza.

Kirche domandò alla silenziosa Longueville, la quale era concentrata a mantenere le redini, “Signorina Longueville, un lavoro del genere può essere svolto da un cittadino. Perché lo deve fare lei?”

La Signorina Longueville sorrise e rispose; “Va tutto bene. Non sono una nobile, comunque.”

Kirche rimase per un attimo in silenzio, poi domandò nuovamente, “Ma non è la segretaria del Preside Osmond?”

“Si, lo sono. Ma al Preside Osmond non interessa lo status sociale di una persone quando cerca aiuto. Che si tratti di un nobile o di un cittadino comune.”

“Se possibile, mi racconti come ha fatto a perdere il vostro rango, per favore.”

Ma la Signorina Longueville si limitò a sorridere a Kirche. Sembrava non avesse più intenzione di parlare.

“Per favore, mi racconti, anche solo un pochino.” Kirche la importunò mentre le si avvicinava sempre di più. Proprio allora sentì qualcuno prenderla per le spalle. Era Louise. Kirche si voltò e disse, “Che cosa vuoi, Vallière?”

“Finiscila. Smetti di curiosare nel passato delle persone.”

“Hmpf, mi sto annoiando, per questo ho bisogno di parlare con qualcuno.” Kirche rispose mentre poneva le sue mani dietro la nuca e si appoggiava alla carrozza.

“Non so come funzioni nella tua nazione, ma a Tristania è considerato un atto disonorevole forzare qualcuno nel rivelare qualcosa di cui non vuole proferir parola.”

Kirche non le rispose. Raddrizzò la schiena e si sedette con le gambe incrociate e iniziò a dire, “E' solo per colpa della tua impulsività che mi hai cacciato in questo pasticcio. Catturare Fouquet...”

Louise scoccò un'occhiata di rabbia a Kirche, “Che cosa vuoi dire? Non ti sei, per caso, offerta volontaria?”

“Se fossi venuta da sola, anche Saito sarebbe stato in pericolo, no? Non ho ragione, Zero Louise?”

“Cosa vuoi dire?”

“Se quell'enorme golem dovesse apparire nuovamente, ti metteresti sicuramente a correre dietro Saito e lo lasceresti combattere da solo, giusto?”

“Perché dovrei scappare? Userei la mia magia, vedrai!”

“Tu? Utilizzare la magia? Ma non farmi ridere!”

Le due ricominciarono a litigare. Tabitha continuò a leggere il suo libro.

“Ne ho abbastanza! Potreste smetterla una volta per tutte?” Saito le interruppe.

Kirche fece un gesto con la mano e disse, “Hmph, la smetterò. Anche se non sono quella dalla parte del torto.”

Louise si morse le labbra.

“Bene allora darling, questo è per te.” Kirche lanciò uno sguardo provocante a Saito, poi procedette a consegnargli la spada che aveva comprato per lui.

“Wow! Grazie!” Saito esclamò, mentre riceveva la spada.

“Ho vinto io la scommessa, o hai qualcosa da ridire? Eh, Zero Louise?”

Louise li fissò intensamente, ma rimase in silenzio. Improvvisamente, si fece buio. La carrozza era entrata nella foresta. L'oscurità e lo strano odore presenti provocarono i brividi a tutti i presenti.

“Da qui in poi dovremo camminare.” La Signorina Longueville affermò. Il gruppo, poi, scese dalla carrozza e procedette per lo stretto sentiero che si inoltrava nella foresta.

“Ho paura del buio e non mi piace per niente l'atmosfera qui intorno...” Kirche disse mentre stringeva il braccio di Saito.

“Potresti non starmi così attaccata?”

“Ma ho paura!” Kirche esclamò con una reazione esagerata. Tutti si potevano accorgere che stava fingendo...

Saito, preoccupato per Louise, le lanciò un'occhiata.

Louise voltò la testa dall'altra parte. “Hmpf.”

Il gruppo raggiunse uno spiazzo nella foresta. Era circa della stessa dimensione del Giardino dei Vestri e nel centro c'era una casa abbandonata. La casa era costruita in legno e, sulla cima, c'era un camino corroso dalla ruggine. Di fianco, c'era un capanno cadente.

Il gruppo si nascose dietro ad alcuni cespugli e osservò la casa.

La Signorina Longueville indicò la casa e disse, “Dalle informazioni che ho acquisito, quello dovrebbe essere il nascondiglio.”

“Sembra che non ci sia nessuno dentro. Fouquet è davvero nascosto lì dentro?”

Il gruppo si mise a discutere, utilizzando alcuni bastoncini per disegnare il loro piano di battaglia sul terreno. Si accordarono tutti sul fatto che sarebbe stato meglio cogliere di sorpresa il malvivente. Ancora meglio se stesse dormendo.

Per prima cosa, avrebbero dovuto esplorare i dintorni della casa e scoprire cosa c'era dentro. Successivamente, se Fouquet dovesse rivelarsi nella casa, l'avanscoperta avrebbe dovuto attirarlo fuori, poiché nella casa non c'era abbastanza terra per creare un golem. Una volta all'esterno, il resto del gruppo avrebbe lanciato le loro magie sul ladro, senza lasciargli la possibilità di evocare il suo golem.

“Allora, chi fa da esca?” Domandò Saito.

Tabitha rispose, “Quello con i riflessi migliori.”

Tutti fissarono Saito.

“Io?” Saito sospirò. Sfoderò la spada che Kirche gli aveva regalato.

Le rune sulla sua mano iniziarono a risplendere. Nello stesso momento Saito sentì il suo corpo leggero come una piuma.

Saito si avvicinò alla baracca e sbirciò attraverso la finestra. C'era solamente una stanza in tutta la casa, con un tavolo e una sedia reclinabile entrambi ricoperti di polvere. C'era inoltre una bottiglia di vino sul tavolo e, in un angolo, un camino.

Non c'era nessuno nella casa e non sembrava ci fossero posti per nascondersi all'interno.

Se n'è già andato?

Ma il nostro avversario è Fouquet, un mago Triangolo. Quindi potrebbe ancora nascondersi all'interno anche se non sembra ci siano nascondigli di sorta.

Saito allora decise di fare avvicinare gli altri.

Saito utilizzò le sue braccia per fare un segno a forma di croce sopra la sua testa, un segnale che significava che la casa era vuota.

Il resto del gruppo, il quale era abilmente nascosto, si avvicinò cautamente alla casa.

“Non c'è nessuno dentro,” Saito disse, indicando la finestra.

Tabitha agitò il suo bastone vicino alla porta e mormorò “Non ci sono trappole.” Poi aprì la porta ed entrò.

Kirche e Saito la seguirono ed entrarono nella casa.

Louise disse al resto del gruppo che sarebbe rimasta a fare la guardia all'esterno.

La Signorina Longueville disse che aveva intenzione di ispezionare l'area attorno alla foresta e scomparve.

Il gruppo di Saito, una volta entrato, iniziò a cercare indizi sulla possibile posizione di Fouquet.

Poi Tabitha trovò all'interno di una scatola...Il Bastone della Distruzione.

“Il Bastone della Distruzione.” Tabitha disse mentre lo prendeva in mano.

“Così non è troppo facile?” chiese Kirche.

Saito guardò il Bastone della Distruzione e domandò con meraviglia, “Kirche, quello è davvero il Bastone della Distruzione?”

Kirche annuì e disse, “Senza dubbio, l'ho visto una volta durante una visita alla stanza del tesoro.”

Saito si avvicinò al bastone e lo esaminò da vicino. “Se non erro, questo è...”

Proprio allora, Louise, la quale stava montando la guardia all'esterno, lanciò un grido acuto. “Ahhhh!!!”

“Cosa succede, Louise?!”

Proprio nel momento in cui tutti guardarono fuori dalla casa, si udì un fortissimo rumore. Crack! Improvvisamente la casa non aveva più il tetto e tutti guardarono in alto.

Al posto del tetto si trovava un enorme golem di terra.

“E' un golem di terra!” Kirche esclamò.

Tabitha fu la prima a reagire. Agitando il suo bastone, iniziò a recitare la sua formula magica. Un turbine d'aria apparve sulla punta del bastone e colpì il golem.

Dissipato il turbine, il golem rimase senza un graffio.

Seguendo l'esempio di Tabitha, Kirche tirò fuori la bacchetta nascosta nel reggiseno e iniziò a recitare un incantesimo.

Una sfera di fuoco venne sparata fuori dalla sua bacchetta e circondò il golem. Anche se il golem aveva preso fuoco, sembrava non esserne per niente infastidito.

“E' troppo forte e noi siamo troppo pochi!” Kirche gridò.

“Ritirata” Tabitha disse a bassa voce.

Kirche e Tabitha corsero fuori dalla casa e si divisero.

Nel frattempo, Saito stava cercando Louise.

“Laggiù!”

Louise si trovava alle spalle del golem, recitò qualcosa e puntò la sua bacchetta verso il golem stesso.

Qualcosa esplose sulla superficie del golem. Si trattava della magia di Louise! Il golem se ne accorse e si girò per affrontare Louise.

Saito, il quale si trovava ancora vicino alla casa, a una ventina di metri da lei urlò, “Corri! Louise!”

Louise si rifiutò, “No! Se dovessi riuscire a sconfiggerlo, nessuno mi potrà mai più chiamare Zero Louise.” Louise sembrava essere molto seria. Il golem inclinò il capo, riflettendo se era meglio affrontare Louise o Kirche e Tabitha, le quali stavano scappando.

“Guarda la differenza di dimensioni fra te e il golem! Non hai speranze di vincere!”

“Non lo posso sapere finché non ci proverò.”

“E' troppo difficile! E' impossibile!”

Louise osservò Saito e disse, “Non sei stato tu a dire quella frase?”

“Cosa?”

“Quando sei stato malmenato dalle Valchirie di Guiche, quando continuavi ad alzarti hai detto che non avevi intenzione di abbassare la testa, e non lo avresti mai fatto.”

“Si...è vero, l'ho detto...ma...”

“Io penso la stessa cosa. Anche se non riuscirò a combinare niente, questa è una questione di orgoglio. Se dovessi scappare adesso, tutti direbbero 'lei è Zero Louise, per questo è scappata'.”

“Ha importanza? Lascia che dicano quello che vogliono!”

“Ma io sono una nobile. Nobile è chi sa utilizzare la magia.” Louise strinse fortemente la bacchetta magica. “E i nobili non scappano mai di fronte al nemico.”

Il golem decise che si sarebbe occupato di Louise per prima, alzò la gamba, preparandosi a schiacciarla.

Louise alzò la bacchetta e iniziò a recitare nuovamente un incantesimo...

Ma fallì, anche se Louise aveva usato 'sfera di fuoco'.

Poi una piccola esplosione deflagrò sul petto del golem e piccoli frammenti di terra si staccarono dal corpo. Il golem non aveva risentito minimamente dell'attacco.

Saito strinse la spada nella sua mano e scattò verso Louise.

Louise vide il piede del golem avvicinarsi sempre di più. Chiuse gli occhi e si preparò per il peggio.

In quell'istante, Saito si avvicinò alla velocità del vento, la prese in braccio e scivolò via dal punto di impatto del piede del golem.

Saito le diede uno schiaffo. Pak!

“Vuoi davvero morire?”

Louise lo osservò, intontita.

“Al diavolo il tuo orgoglio da nobile! Se muori, il tuo stupido orgoglio non ha più senso! Stupida!”

Una cascata di lacrime iniziò a sgorgare dagli occhi di Louise-

“Ti prego, non piangere!”

“Ma...ma io non posso sopportare questo senza reagire...Sono sempre stata trattata come una scema da tutti...”

Vedendo Louise piangere, Saito si sentì triste.

Essere continuamente chiamata 'Zero', essere trattata da idiota, nessuno poteva sopportare tutto quello. Si ricordò il suo combattimento con Guiche. Louise pianse anche quella volta. Anche se Louise è testarda e superba, in realtà detesta combattere e non è neanche brava a farlo.

E' solo una ragazza...Lo stupendo viso di Louise era, in quel momento, ricoperto di lacrime, sembrava proprio quello di un bambino che piange.

Ma quello non era il momento di consolarla. Saito voltò la testa e vide il golem alzare il pugno, pronto a farli a pezzi.

“Non puoi almeno consolarmi un pochino?” Louise protestò mentre Saito l'aveva presa in braccio e stava fuggendo.

Il golem li inseguì e, nonostante non fosse per niente agile, la sua velocità era sufficiente per tener testa a Saito.

Il Drago del Vento di Tabitha atterrò davanti a Saito per aiutarli a scappare.

“Salite.” disse Tabitha.

Saito posizionò Louise sulla groppa del drago.

“Anche tu, veloce!” Tabitha disse a Saito con un'urgenza atipica.

Ma Saito non salì e, invece, corse verso il golem.

“Saito!” Louise urlò.

“Volate via, presto!” Saito gridò.

Tabitha osservò Saito con un'espressione assente per un attimo, poi fu obbligata a far volare Sylphid a causa del golem che si stava avvicinando.

Bang!

Il pugno del golem colpì proprio dove si trovava Saito qualche secondo prima. In pochi attimi, Saito era riuscito a saltare ed evitare il colpo. Il golem rimosse il pugno dal terreno e si era formato un cratere dal diametro di un metro.

Saito mugugnò a se stesso, “Non piangere se non riesci a sopportare senza reagire! Stupida! Mi fai sentire come se stessi facendo qualcosa per te!” Saito fissò il golem e disse, “Faresti meglio a non guardarmi dall'alto in basso. Sei solo una montagna di spazzatura!”

Strinse la spada nella sua mano e disse, “Sono il famiglio di Louise!”

“Saito!” Louise cercò di saltare giù da Sylphid che volava a molti metri da terra, ma fu fermata da Tabitha.

“Per favore, salva Saito!” Louise esclamò.

Tabitha scosse la testa.

“Impossibile avvicinarsi.”

Ogniqualvolta Sylphid cercava di avvicinarsi, il golem tentava di attaccarlo. Per questo motivo Tabitha non poteva avvicinarsi a Saito in nessun modo.

“Saito!” Louise urlò nuovamente.

Louise vide Saito maneggiare la spada in uno scontro contro il golem.

Il golem si mosse e fece partire un pugno. A mezz'aria il pugno si trasformò in un blocco d'acciaio.

Saito se ne accorse e parò il colpo con la spada.

Pang! La spada si ruppe lasciando solo l'elsa in mano a Saito a causa dell'impatto.

Saito era sorpresa. Quella spada è stata davvero forgiata dal famoso Alchimista di Germania Lord Shupei? E' un pezzo di ferraglia!

Senza un'arma, tutto quello che Saito poteva fare era schivare gli attacchi.

Vedendo Saito in pericolo, Louise era disperata. Non c'è nessun modo per aiutarlo? Proprio in quel momento, Louise notò il 'Bastone della Distruzione' in mano a Tabitha.

“Tabitha! Passamelo!”

Lei annuì e passò il Bastone della Distruzione a Louise.

Il Bastone della Distruzione aveva una forma strana che Louise non aveva mai visto prima.

Ma dato che la magia di Louise non funzionava, tutto quello su cui poteva contare in quel momento era il Bastone della Distruzione.

Louise chiuse gli occhi e respirò profondamente. Aprendo gli occhi disse, “Tabitha! Usa la levitazione su di me.” E saltò giù da Sylphid. Tabitha lanciò velocemente 'Levitazione' su Louise.

Sotto l'effetto dell'incantesimo, Louise scese lentamente e, guardando Saito e il golem, agitò il Bastone della Distruzione.

Non accade proprio nulla. Non c'era nessun segno di risposta dal Bastone della Distruzione.

“E' davvero un oggetto magico?” Louise urlò, impazientemente.

Servono dei requisiti particolari per poterla attivare?

Saito notò Louise che stava scendendo e rimase scioccato. Perché sta tornando? Sarebbe stata più al sicuro se fosse rimasta sul drago!

Nello stesso momento Saito notò il Bastone della Distruzione che Louise aveva in mano.

Sembrava che Louise non sapesse come utilizzare il bastone e lo stava semplicemente agitando...

Saito scattò verso Louise.

Se riuscissimo ad usarlo, forse saremmo in grado di sconfiggere il golem!

“Saito!” Louise urlò a Saito il quale stava correndo verso di lei.

Saito prese il Bastone della Distruzione da Louise.

“Non so come si usa!”

“Si fa così!”

Saito prese saldamente il Bastone della Distruzione, preparò il pulsante di sparo, aprì il coperchio sul retro e tirò fuori e allungò il tubo interno.

...Per quale motivo sono in grado di fare una cosa del genere?

Ma non è questo il momento di pensarci.

Sollevò il mirino sul tubo e prese la mira.

Vedendo la sua efficienza nel maneggiare il Bastone della Distruzione, Louise era troppo scioccata per dire qualcosa.

Saito si posizionò il Bastone della Distruzione sulla sua spalla e puntò la bocca del Bastone verso il golem.

“Saito si posizionò il Bastone della Distruzione sulla sua spalla e puntò la bocca del Bastone verso il golem.


A causa della distanza non troppo elevata tra lui e il nemico, Saito decise di mirare direttamente al golem.

Dato che la distanza non è molta, il proiettile potrebbe non fare in tempo ad armarsi anche se colpisse direttamente e potrebbe non esplodere.

Lasciamo perdere, ci devo provare lo stesso! Saito pensò mentre urlava a Louise, “Non stare dietro al Bastone, ci sarà un colpo anche all'indietro!”

Louise si spostò velocemente.

Il golem si avvicinò sempre di più a Saito.

Saito tolse la sicura e sparò.

Immediatamente, un tuono assordante uscì dal Bastone e un proiettile con delle ali volò verso il golem.

Il missile si scontrò con il golem provocando un'eccezionale esplosione.

Saito chiuse istintivamente gli occhi.

Si udì un rumore assordante e la parte alta del corpo del golem venne polverizzata e causò una pioggia di terra tutto intorno.

Saito aprì lentamente gli occhi.

Dopo che il fumo dell'esplosione si era diradato, erano rimasta in piedi solo le gambe del golem.

La parte rimasta fece un ultimo passo in avanti prima di fermarsi definitivamente e inginocchiarsi.

Poi lentamente, iniziando dalla vita, iniziò a sgretolarsi...e ritornò quello che era in origine – fango.

Proprio come l'ultima volta, il golem si era tramutato in un mucchio di terra.

Louise, la quale aveva assistito alla scena, si sentì le gambe deboli e si sedette per terra.

Kirche, la quale era nascosta dietro ad alcuni cespugli, li raggiunse correndo.

Saito, infine, tirò un sospiro di sollievo.

Kirche abbracciò Saito e disse, “Saito, darling! Ce l'hai fatta!”

Sylphid, il quale stava trasportando Tabitha, atterrò. Tabitha osservò il mucchio di terra e domandò “Dov'è la Signorina Longueville?”

Solo in quel momento si accorsero che la Signorina Longueville era scomparsa.

Proprio allora la Signorina Longueville uscì dalla foresta.

“Signorina Longueville! Ha scoperto da dove Fouquet stava controllando il golem?” domandò Kirche.

La Signorina Longueville scosse la testa.

Il quartetto iniziò a ispezionare il mucchio di terra nella speranza di trovare qualche indizio. Saito osservò il Bastone della Distruzione, pensando tra se. Per quale motivo una cosa del genere è apparsa in questo mondo?

Proprio mentre stava pensando, la Signorina Longueville strappò il Bastone della Distruzione dalle mani di Saito.

“Signorina Longueville?” domandò Saito, confuso.

La Signorina Longueville si allontanò dal gruppo e disse, “Bel lavoro, gente!”

“Signorina Longueville!” Kirche gridò. “Cosa significa tutto questo?”

Louise fissò la signorina Longueville, troppo scossa per dire qualsiasi cosa.

“Chi controllava il golem ero io.”

“Cosa? Questo vuol dire che...lei è...”

La Signorina Longueville si tolse gli occhiali, la sua espressione una volta gentile si tramutò in una piena di intenti omicidi.

“Si, sono Fouquet la Valanga di Terra. Il Bastone della Distruzione è veramente potente; può addirittura sconfiggere i miei golem in un colpo solo!”

Fouquet teneva il Bastone della Distruzione sulla spalla come aveva fatto Saito poco prima.

Tabitha agitò il suo bastone e iniziò a recitare una formula.

“Tutti voi, non provate a muovervi! Ho il Bastone della Distruzione puntato contro di voi. Buttate le bacchette, adesso!”

Non avevano altra scelta che obbedirle. Senza le bacchette non potevano lanciare nessun incantesimo.

“Signor Agile Famiglio, le chiedo di gettare anche la sua spada rotta. E' una minaccia per me se lei impugna un'arma.”

Saito obbedì agli ordini e gettò la spada.

“Perché?” Louise domandò, arrabbiata.

“Hmm...Farei meglio a spiegarvi tutto in modo che possiate riposare in pace.” Fouquet esclamò, un sorriso civettuolo sul suo volto.

“Sono riuscita ad entrare in possesso del Bastone della Distruzione ma non sapevo come utilizzarlo.”

“Il modo di usarlo?”

“Si. Non importa come agitassi il Bastone o usassi la magia, non ottenevo nessun effetto. Ero frustrata. Dopo tutto, se non avessi saputo come usarlo, sarebbe stato utile come un soprammobile. Non è vero?”

Louise voleva scattare verso Fouquet, ma fu fermata da Saito.

“Saito!”

“Lasciala finire.”

“Molto saggio da parte sua, Signor Famiglio. Allora continuerò. Dato che non avevo idea di come utilizzarlo, l'unica possibilità che avevo era che qualcuno mi mostrasse come si usa.”

“Per questo motivo ci hai portati qui.”

“Tra gli studenti dell'Accademia c'era la possibilità che qualcuno sapesse come usare il Bastone.”

“Se nessuno di noi avesse saputo utilizzarlo, che avresti fatto?”

“Se così si fosse dimostrato, tutti voi sareste stati schiacciati dal mio golem. Successivamente avrei condotto qui un altro gruppo di studenti. Ma grazie a te, sono finalmente in grado di utilizzare il Bastone della Distruzione.”

Fouquet sorrise e disse, “Anche se il tempo passato con voi è stato breve, mi sono davvero divertita. Addio.”

Kirche, sentendosi senza speranze, chiuse gli occhi.

Anche Tabitha e Louise li chiusero.

Ma Saito no.

“Sei davvero coraggioso.”

“In realtà non si tratta di coraggio.” Saito ribattè.

Fouquet premette il pulsante come aveva fatto Saito qualche istante prima.

Ma la magia che era accaduta prima non accadde di nuovo.

“Uh? Perché?” Fouquet premette nuovamente il pulsante.

“Ha un solo colpo; non sarà in grado di sparare nuovamente.”

“Cosa vuoi dire con 'un colpo solo'?” Fouquet urlò rabbiosamente.

“Anche se te lo spiegassi non saresti in grado di capire. Quello non è un bastone magico del tuo mondo.”

“Cosa hai detto?” Fouquet lasciò cadere a terra il Bastone della Distruzione e estrasse la sua bacchetta.

Saito si mosse veloce come un fulmine e colpì Fouquet nello stomaco con l'elsa della spada.

“Questa è un'arma del mio mondo. Hmm...ad essere precisi è un lanciarazzi M72.”

Fouquet cadde a terra.

Poi Saito raccolse il Bastone della Distruzione.

“Saito?” Louise e le altre due lo fissarono.

Saito rispose, “Abbiamo catturato Fouquet e recuperato il Bastone della Distruzione.”

Louise, Kirche e Tabitha si guardarono negli occhi e poi corsero verso Saito.

Saito, con sentimenti contrastanti, le abbracciò tutte e tre contemporaneamente.

***

All'interno dell'ufficio del preside, il Preside Osmond stava ascoltando il rapporto di ciò che era successo al gruppo.

“Hmm...allora la Signorina Longueville è Fouquet la Valanga di Terra...dato che è una bellezza del genere non ci ho pensato due volte ad assumerla come segretaria.”

“Come l'ha assunta?” il Signor Colbert, il quale era anche lui presente, domandò.

“In un taverna. Io ero un cliente e lei era una cameriera in quel posto. Le ho accarezzato le mani e i fianchi...”

“Poi cos'è successo?”

Il Preside Osmond confessò, imbarazzato, “Dato che non si era per niente arrabbiata per quello che avevo fatto, le chiesi se voleva diventare la mia segretaria.”

“Perché?” Il signor Colbert, perplesso, continuò a domandare.

“Comunque!” Il Preside Osmond esclamò con una vivacità non consona a un anziano.

Osmond iniziò a tossire. Poi disse tranquillamente, “E sapeva usare anche la magia.”

“Si, una magia che può uccidere.” Il Signor Colbert mormorò fra se.

Il Preside Osmond tossì nuovamente e poi disse al Signor Colbert, a bassa voce, “Pensandoci bene, il motivo per cui Fouquet mi permetteva di toccarla, mi serviva allegramente il vino e mi elogiava dicendomi che sono un uomo attraente mentre ero alla taverna, era tutto un trucco per infiltrarsi all'Accademia. Tutti i suoi elogi erano, probabilmente, bugie...”

Il Signor Colbert, dopo aver udito questo discorso, si ricordò immediatamente che anche lui era stato ingannato da Fouquet una volta, e che gli aveva rivelato la debolezza delle mura della stanza del tesoro.

Il Signor Colbert decise che si sarebbe portato quel segreto con se nella tomba.

“Vero. Le donne belle sono maghe mortali.”

“Non potrei essere più d'accordo, Colbert.”

Saito, Louise, Kirche e Tabitha li osservarono con aria assente.

Rendendosi conto che gli studenti lo stavano osservando freddamente, Osmond, imbarazzato, si schiarì la gola e riprese la sua compostezza solenne.

“Un ottimo lavoro, siete riusciti a riportare il Bastone della Distruzione e a catturare Fouquet.”

Le tre, a parte Saito, annuirono orgogliose.

“Fouquet sarà consegnata alle guardie della città e il Bastone della Distruzione sarà riposto nella sala del tesoro. Infine il caso è chiuso.”

Accarezzando dolcemente le teste delle tre, Osmond disse, “Ho richiesto alla Corte Imperiale di conferirvi il titolo di Cavaliere, ritengo che avremo una risposta a breve. E dato che Tabitha possiede già il titolo di Cavaliere, ho richiesto che le sia consegnato il Medaglione Elfico.”

I volti del trio si illuminarono sentendo la notizia.

“Davvero?” Kirche domandò, sbalordita.

“Certo. Avete fatto più che a sufficienza per guadagnarvi il titolo. Non siete d'accordo?”

Louise guardò Saito, il quale era rimasto apatico sin da quando erano entrati nell'ufficio.

“Preside Osmond, Saito...non riceverà nulla?”

“Ho paura di no.. Perché non è un nobile...”

Saito rispose, “Non voglio niente.”

Il Preside Osmond batté delicatamente le mani e disse, “Mi stavo quasi per dimenticare. Il Ballo di Frigg di questa sera si terrà come previsto, dato che siamo riusciti a recuperare il Bastone della Distruzione.”

Il volto di Kirche si illuminò. “Giusto. Dimentichiamoci di Fouquet e balliamo per tutta la notte!”

“Gli ospiti d'onore del ballo sarete voi tre. Preparatevi e andate a vestirvi!”

Le tre si inchinarono e uscirono dall'ufficio.

Louise si fermò e guardò Saito.

“Precedimi pure.” Saito disse a Louise.

Anche se Louise era ancora preoccupata, annuì e lasciò la stanza.

Osmond si voltò verso Saito e disse, “Hai qualcosa che vorresti chiedermi?”

Saito annuì.

“Ti prego, dimmi. Cercherò di risponderti al meglio. Anche se non posso conferirti un titolo, questo è il minimo che posso fare per mostrarti la mia gratitudine.”

Immediatamente dopo, chiese al Signor Colbert di lasciare la stanza. Il Signor Colbert, il quale stava attendendo che Saito parlasse, espresse il suo dispiacere mentre usciva dalla stanza.

Appena il Signor Colbert era uscito, Saito disse, “Quello, il Bastone della Distruzione arriva dal mio mondo.”

Gli occhi di Osmond luccicarono. “Dal tuo mondo?”

“Non è di questo mondo.”

“E' la verità?”

“E' la verità. Io sono stato trasportato in questo mondo a causa dell'evocazione di Louise.”

“Capisco. Se questi sono i fatti...” Osmond strizzò gli occhi.

“Il Bastone della Distruzione è un'arma del mio mondo. Chi è stata la persona che l'ha portato in questo mondo?”

Osmond sospirò e disse, “Chi mi ha consegnato il Bastone della Distruzione è stato il mio salvatore.”

“Dove si trova quella persona adesso? Si tratta sicuramente di qualcuno che arriva dal mio stesso mondo.”

“E' morto. E' successo oltre trent'anni fa...”

“Cosa ha detto?”

“Trent'anni fa, mentre stavo viaggiando per una foresta, fui attaccato da un drago a due teste. Chi mi ha salvato era il possessore del Bastone della Distruzione. Ha utilizzato un altro Bastone della Distruzione per uccidere il drago e poi è svenuto. Era già ferito. Lo trasportai all'Accademia per curare le sue ferite. Ma fu inutile...”

“Ed è morto?”

Il Preside Osmond annuì.

“Ho sotterrato il Bastone della Distruzione che aveva usato per salvarmi insieme a lui nella sua tomba, e l'altro lo conservai all'interno della stanza del tesoro per poter commemorare il mio salvatore...”

Osmond si mise a guardare in lontananza fuori dalla finestra e disse, “Mentre era a letto, fino al giorno in cui morì, continuò a ripetere 'Dove mi trovo? Voglio ritornare al mio mondo.' Credo che fosse giunto qui dal tuo stesso mondo.”

“Chi è stato a portarlo in questo mondo, allora?”

“Non lo so. Non ho ancora la più pallida idea di come sia arrivato qui.”

“Dannazione! Proprio quando credevo di aver trovato un indizio.” Saito si lamentò. L'indizio l'aveva condotto in un vicolo cieco. Il salvatore di Osmond era probabilmente una soldato del suo stesso paese. Ma come era finito in questo mondo? Anche se Saito lo voleva sapere così fortemente, non c'era modo di scoprirlo.

Osmond sollevò la mano sinistra di Saito, “Le rune sulla tua mano...”

“Oh, giusto. Volevo chiederle anche di queste. Quando le rune si illuminano, sono in grado di usare abilmente ogni arma. Non solo le spade, ma anche le armi del mio mondo...”

Osmond rifletté per un momento poi disse, “...So il perché. Quelle sono le rune del 'Gandalfr', il leggendario famiglio.”

“Le rune del leggendario famiglio?”

“Si. Gandalfr era un famiglio leggendario che poteva utilizzare ogni tipo di arma. Questa è probabilmente la ragione per la quale sei stato in grado di utilizzare il Bastone della Distruzione.”

Saito era confuso. “...Allora per quale motivo sono il leggendario famiglio?”

“Non lo so.” Osmond rispose velocemente.

“Mi dispiace. C'è la possibilità che le rune del Gandalfr si siano legate a te perché sei stato trasportato in questo mondo.”

“Sigh...”

Saito pensava di poter trovare le risposte che cercava chiedendo al Preside, ma sembrava che neanche lui sapesse quello che gli interessava...

“Mi spiace di non essere stato di grande aiuto. Sarò sempre dalla tua parte Gandalfr!” Osmond abbracciò Saito. “Ti devo ringraziare nuovamente per aver riportato indietro il ricordo del mio benefattore.”

“Non c'è problema...” Saito disse, esausto.

“Ho cercato di scoprire come hai fatto ad arrivare in questo mondo ma...”

“Ma cosa?”

“Ma non sono stato in grado di scoprire niente, ma non ti disperare. Ti abituerai a questo mondo con il passare del tempo. Forse riuscirai anche a trovare una moglie qui..:”

Saito sospirò nuovamente. L'indizio per poter tornare nel suo mondo gli scivolò dalle dita.

***

Proprio sopra alla sala da pranzo degli Alvìss si trovava un'enorme salone. Era dove si teneva il ballo. Saito si appoggiò alla ringhiera del balcone ed osservò il fastoso ricevimento.

Gli studenti e i professori, vestiti elegantemente, erano seduti alle tavole piene di cibi squisiti e chiacchieravano fra loro. Saito raggiunse il salone tramite una rampa di scale che conduceva al balcone. Vedendoli, Saito pensò che sarebbe stato fuori luogo tra loro e decise di non entrare.

Vicino a Saito c'era del cibo e una bottiglia di vino che Siesta gli aveva portato in precedenza. Saito si versò un bicchiere e bevette.

“Ehi, non stai bevendo un po' troppo?” disse Derflinger, preoccupato, che era appoggiato sul balcone. Dato che la spada che Kirche aveva regalato a Saito si era rotta durante lo scontro, Saito si era portato dietro Derflinger per protezione. Come al solito aveva una lingua lunga ma, dato che aveva una personalità vivace, godere della sua compagnia aveva i suoi meriti.

“Sei rumoroso. Pensare che ero riuscito a trovare il modo di tornare a casa e alla fine ho scoperto che si trattava solo di un sogno...non posso almeno affogare i miei dispiaceri nel vino?”

Proprio prima dell'inizio del ballo Kirche, la quale era vestita con uno splendido abito da sera, stava accompagnando Saito. Ma dall'inizio del ballo era scomparsa nel nulla.

Saito non aveva altra scelta che parlare con Derflinger per scacciare la noia.

Nel mezzo della pista da ballo, Kirche era circondata da un gruppo di giovani uomini, che parlavano e ridevano. Anche se Kirche gli aveva promesso di ballare con lui, sarebbe passato un po' di tempo prima che arrivasse il suo turno.

Tabitha, che indossava un abito da sera nero, stava banchettando con lo squisito cibo sulla tavola.

Sembra che tutti si stiano divertendo al massimo...

Le porte del salone si aprirono e Louise apparve.

Le guardie alla porta annunciarono l'arrivo di Louise. “La figlia del Duca Vallière, Louise Françoise Le Blanc de la Vallière!”

Saito era senza fiato. Louise era vestita con un lungo abito da sera bianco con i suoi, lunghi capelli biondo fragola legati in una coda di cavallo. Indossava dei guanti bianco latte che le coprivano le braccia fino al gomito e che le davano prestigio alla sua bellezza. Il suo piccolo viso insieme al suo abito da sera la facevano risplendere come una gemma.

Una volta confermato che gli ospiti erano arrivati, i musicisti iniziarono a suonare una musica molto piacevole per le orecchie. Tutt'intorno a Louise c'erano dei ragazzi che, incantati dalla sua bellezza, le chiedevano un ballo. Prima di quel momento, nessuno aveva mai notato la bellezza di Louise e si riferivano a lei solo come 'Zero Louise'. Ora, lo stesso gruppo di ragazzi, cercava di far breccia nel suo cuore.

I nobili iniziarono a ballare in maniera aggraziata sulla pista da ballo. Louise rifiutò tutti gli inviti che riceveva, vide Saito sul balcone e si diresse verso di lui. Louise si posizionò di fronte a Saito, il quale era leggermente ubriaco, e si mise le mani ai fianchi, “Sembra che ti stia divertendo.” Disse.

“Non proprio...” Saito spostò lo sguardo dalla splendente Louise, pensando tra se che è stato un bene che avesse bevuto del vino, in questo modo Louise non si sarebbe accorta che stava arrossendo.

Derflinger osservò Louise e disse, “Haha. L'abito fa davvero il monaco!”

“Non sono affari tuoi.” Louise fissò la spada e incrociò le braccia.

“Non balli?” Saito domandò, evitando lo sguardo di Louise.

“Non ho un compagno.” Louise rispose.

“Non ti hanno appena chiesto di ballare un sacco di persone?” chiese Saito.

Louise non gli rispose e allungò la mano.

“Uh?”

“Anche se sei solamente un famiglio, potrei fare un'eccezione.” Louise, arrossendo, disse, evitando il suo sguardo.

“Non dovresti dire 'Mi concede questo ballo?'?” Saito disse, cercando anche lui di evitare lo sguardo di Louise.

Dopo un attimo di silenzio, Louise sospirò.

“Solo per oggi!” disse.

Louise afferrò i lembi del suo vestito e fece un inchino.

“Mi concede questo ballo?”

Questi gesti fecero apparire la timida Louise ancora più dolce e attraente che mai.

Saito, tremolando, strinse la mano di Louise e insieme camminarono verso la pista da ballo.

“Non ho mai ballato prima.”

“Cerca solo di seguire me.” Louise disse e strinse dolcemente la mano di Saito. Saito imitò i movimenti di Louise e seguì i suoi passi. A Louise non sembrava interessare minimamente il fatto che i movimenti di Saito erano impacciati e si concentrò sul ballo. “Saito, ti credo adesso.” Disse.

“Saito, ti credo adesso”

“Cosa?”

“...Hai detto che provieni da un altro mondo.” Louise rispose mentre danzava in maniera leggiadra.

“Uh? Non avevi già detto che mi credevi?”

“Inizialmente ho creduto davvero poco a quello che mi avevi detto...ma il Bastone della Distruzione...è un'arma del tuo mondo, non è vero? Quando ho visto cosa hai fatto, non potevo fare altro che crederti.” Louise abbassò la testa e domandò, “Vorresti tornare indietro?”

“Si. Vorrei tornare, ma dato che non esiste ancora un modo, dovrò abituarmi alla vita in questo mondo per un po'.”

“Hai ragione...” Louise mormorò a se stessa mentre ballava.

Dopo, Louise, la quale stava ancora arrossendo e non aveva il coraggio di guardare Saito “Grazie.” disse improvvisamente.

Sentito il ringraziamento, Saito era confuso. Per quale motivo sia comporta in maniera così strana, oggi?

“Beh...Non mi hai salvata quando il golem di Fouquet stava per schiacciarmi?” Louise rispose.

I musicisti suonarono un brano ancora più allegro. Lentamente, poco a poco, Saito si stava rallegrando. Un giorno...riuscirò a tornare a casa...ma anche stare qui non è affatto male.

Louise è veramente radiosa oggi, dovrei esserne contento.

“Prego. E' proprio quello che dovrei fare.”

“Perché?”

“Perché sono il tuo famiglio.”

Louise sorrise.

Derflinger, il quale era ancora appoggiato sul balcone li stava osservando e disse a se stesso “Incredibile!”

Le lune gemelle risplendevano sulla pista da ballo e, insieme alla luce delle candele, creavano un'atmosfera molto romantica.

“Compagno! Mi hai sorpreso!”

Guardando il suo compagno ballare con il suo padrone, “Un famiglio che balla con il suo Padrone? E' la prima volta che vedo una cosa del genere!”