Zero no Tsukaima ~Italian Version~:Volume1 Capitolo Cinque – Kirche La Fiamma Ardente

From Baka-Tsuki
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Capitolo Cinque - Kirche la Fiamma Ardente[edit]

Quella notte, dopo che nel pomeriggio Saito aveva profondamente umiliato Louise in classe parlando nel sonno...

Louise senza tante cerimonie gettò il suo mucchio di fieno nel corridoio.

“Cosa stai facendo?”

“Sarebbe fastidioso se mi intrufolassi ancora nel tuo letto, vero?”

Chiaramente era ancora arrabbiata per quell'incidente.

“Ma fa freddo fuori, in corridoio ci sono molti spifferi!”

“Senza dubbio arriverò nei tuoi sogni a scaldarti,”

disse Louise aggrottando le sue armoniose sopracciglia. Sapeva serbare rancore per molto tempo. Sembrava proprio intenzionata a far dormire Saito fuori dalla stanza, senza pensarci due volte.

Prese il suo lenzuolo e uscì fuori nel corridoio. Nel momento in cui mise piede fuori dalla stanza la porta si chiuse con un forte 'click'. Il vento entrò dalla finestra aperta, facendo venire i brividi a Saito.

Lamentandosi per il freddo, Saito si rannicchiò nel suo lenzuolo e si stese sul mucchio di fieno. Il freddo proveniente dal pavimento di pietra si infiltrava fino alle ossa. “Non ci sono neanche termosifoni. Sto congelando!”

Saito iniziò a complottare la sua vendetta. Tagliare l'elastico delle mutandine non è più sufficiente. Continuava a tremare raggomitolato nel suo lenzuolo mentre continuava a pensare come vendicarsi di quella ragazzina...

La porta della stanza di Kirche si socchiuse.

Dall'interno, Flame la salamandra comparve. La fiamma sulla sua coda sembra calda. Saito pensò, con gli occhi spalancati.

La salamandra si avvicinò a Saito, il quale istintivamente arretrò.

“C-cosa vuoi?”

“Kyurukyuru”, la salamandra tubò, con i modi di un cucciolo aggraziato.

Non sembrava avesse intenzione di fargli male.

La salamandra prese tra i denti una manica di Saito e iniziò a tirare, come se volesse dirgli di seguirla.

“Ehi, lasciami andare. Darai fuoco al mio lenzuolo!”

Saito disse ma la salamandra continuava a tirare in maniera insistente, sempre più forte.

La porta della camera da letto di Kirche era ancora aperta. Sta cercando di portarmi dentro? Sembrava proprio. In questo caso la salamandra non vuole solo giocare, chissà di cosa ha bisogno Kirche.

Forse voleva lamentarsi per il fatto che Louise e Saito litigavano sempre in maniera rumorosa. Nonostante non capisse i motivi di Kirche, entrò comunque nella stanza.

L'interno della stanza era completamente immerso dall'oscurità. Solo vicino alla salamandra c'era un po' di luce. Da qualche parte nel buoi sentì la voce di Kirche.

“Per favore, puoi chiudere la porta?”

Saito obbedì.

“Benvenuto. Vieni da questa parte.”

“Non vedo niente, è tutto buio.”

Si udì il suono di Kirche che schioccava le dita.

Improvvisamente, le candele allineate nella stanza iniziarono ad accendersi, una ad una, iniziando da quella più vicina a Saito per terminare con quella più vicina a Kirche. La candele erano organizzate quasi come lampioni che illuminano una strada.

Sul letto, immersa in una luce effimera, si vedeva la sensuale silhouette di Kirche. Indossava un tipo di biancheria molto seducente, chiamata baby-doll. O, meglio, non indossava altro che quello.

Era in grado di confermare che il suo seno era davvero grosso. In pratica la biancheria era sostenuta solamente da quelle 'sfere' dalla grandezza di due cantalupi (una varietà di melone).

“Non rimanere lì in piedi; vieni qui vicino.”

Disse Kirche, con voce provocante.

Con passi insicuri, come quelli di un sonnambulo, Saito si avvicinò a Kirche. Lei sfoggiò un sorriso e parlò.

“Non vuoi sederti?”

Saito si sedette sul letto, di fianco a Kirche. In quel momento non riusciva a pensare ad altro che al corpo seminudo di Kirche.

“A-avevi bisogno di qualcosa?”

Saito chiese, nervosamente. Accarezzandosi i suoi capelli rosso-fuoco, Kirche lo osservò. La pallida luce delle candele che danzava sulla pelle abbronzata di Kirche amplificava il suo fascino e mandò Saito in uno stato di semi-delirio.

Kirche sospirò profondamente e scosse la testa, come se fosse preoccupata.

“Scommetto che mi ritieni una donna spregevole.”

“Kirche?”

“Credo non ci possa fare niente, se tu lo pensi. Sapevi che il mio nome runico è 'La Fiamma Ardente'?”

“Si, lo sapevo.”

L'attenzione di Saito era stata completamente risucchiata dall'attraente avvallamento visibile appena sotto il fiocco della sottile biancheria.

“Devi sapere che mi accendo facilmente come una torcia. Ecco perchè ti ho fatto venire qui, così, improvvisamente. Ho sbagliato, lo so.”

“Si, sbagliato.”

Saito rispose automaticamente, nonostante non riuscisse a capire. Non aveva mai ricevuto una confessione di una ragazza straniera prima, per questo era allo stesso tempo nervoso e disorientato.

“Ma sono certa che saprai perdonarmi.”

Kirche guardò Saito con occhi che luccicavano. Indubbiamente nessun uomo riuscirebbe a tenere a freno i suoi istinti primordiali se Kirche lo avesse guardato in quel modo.

“P-perdonare che cosa?”

Kirche strinse le mani di Saito, avvolgendole nelle sue calde mani prima di accarezzare, ad una ad una, le sue dita, facendo scendere dei brividi d'eccitazione giù per la spina dorsale di Saito.

“Ti amo. E' stato un colpo di fulmine improvviso.”

“Molto improvviso, davvero.”

Saito era senza parole. Sta scherzando? pensò. Ma il volto di Kirche era l'incarnazione della sincerità.

“Quella volta, quando hai sconfitto Guiche...è stato incredibile. Sembravi il leggendario Eroe di Ivaldi! Ero totalmente impietrita! Ero incendiata dalla passione! Aah, la passione!”

“P-passione, eh?”

“Il mio nome Runico è 'La Fiamma Ardente', sinonimo di passione! Da quel giorno ho iniziato a memorizzare il Madrigale. Il Madrigale è una canzone d'amore. E l'ho fatto per te, Saito. Perchè continui ad apparire nei miei sogni, ogni notte. Ho mandato Flame a vedere come stavi...si, sono una donna senza vergogna. Forse lo pensi anche tu? Ma è tutta colpa tua.”

Saito rimaneva seduto in silenzio, non sapendo cosa dire. Prendendo il suo silenzio come un 'Si', Kirche chiuse gli occhi e avvicinò lentamente le labbra alle sue. Oh, Kirche è così sexy.

Anche Louise è attraente ma in sensualità non è comparabile a Kirche. Dalla sua parte, la graziosità di Louise è incomparabile. Almeno superficialmente.

Prendendo il suo silenzio come un 'Si', Kirche chiuse gli occhi e avvicinò lentamente le labbra alle sue.

Saito allontanò gentilmente Kirche. Aveva un brutto presentimento.

Kirche, perplessa, sembrava volesse dire 'Perchè no?'. Togliendole gli occhi di dosso Saito parlò.

“A-a-allora, per riassumere quello che ho sentito fino ad ora...”

“Si?”

“Ti innamori troppo facilmente. “

Saito affermò. Colpita nel suo punto debole, Kirche arrossì.

“Forse hai ragione...credo che io mi innamori molto più spesso delle altre persone. Ma non ci posso fare niente. L'amore è come un fulmine improvviso che mi fa bruciare il cuore di passione.”

Detto questo, qualcuno bussò alla finestra.

Un bel ragazzo lanciò uno sguardo di rimprovero nella stanza.

“Kirche...per forza sei in ritardo...”

“Berisson! Uhm, facciamo fra due ore.”

“Non è quello che mi avevi promesso!”

Giusto per puntualizzare, quello era il terzo piano. Pareva che il ragazzo di nome Berisson stesse levitando magicamente.

Kirche, infastidita, tirò fuori dal reggiseno un'elegante bacchetta e la puntò in direzione della finestra senza pensarci due volte.

La fiamma della lampada più vicina si allungò e diventò qualcosa di simile a un serpente e fece esplodere ragazzo, finestra e muro.

“Ragazzi, che gufo fastidioso.”

Saito era sorpreso e senza parole.

“Dove eravamo rimasti? Ehi, ci sei?”

“Chi era quello?”

“Oh, solo un amico. Comunque quello che amo più di tutti ora sei tu, Saito.”

Kirche si avvicinò ancora una volta alle labbra di Saito. Lui non riusciva a muoversi, la sua aura sensuale lo immobilizzava.

E poi...qualcuno bussò al davanzale.

I due guardarono fuori, per vedere un ragazzo che osservava la stanza con un'espressione delusa.

“Kirche! Chi è quello? Non dovevi passare la notte con me?”

“Styx! Err...ci vediamo fra quattro ore, allora.”

“Chi è?! Kirche!”

Adirato, il ragazzo di nome Styx cercò di entrare nella stanza. Di nuovo, Kirche, irritata, agitò la bacchetta.

Ancora una volta un serpente di fuoco fuoriuscì dalle candele. Arrostito dal fuoco, il ragazzo piombò a terra.

“Un altro tuo amico?”

“Direi più un conoscente che un amico. Comunque, non voglio perdere altro tempo. Chi è che ha detto che la notte è lunga?! A me sembra solo un battito di ciglia prima che il sole sia pronto a sorgere di nuovo!”

Kirche si avvicinò ancora una volta a Saito.

Dal buco sul muro, che prima era una finestra, si udì un forte ruggito. Saito, infastidito, si girò verso il rumore.

Questa volta c'erano tre persone fuori dal davanzale.

Il trio disse, all'unisono.

“Kirche! Chi è quello? Mi avevi detto che non avevi amanti!”

"Manican! Ajax! Gimli!"

Wow...ben cinque persone diverse! Saito era colpito.

“Fra sei ore, che ne dite?”

Kirche disse, senza pensarci.

“Fra sei ore è mattina!”

Dissero in coro. Avendone abbastanza Kirche chiamò la sua salamandra.

“Flame!”

La salamandra che stava dormendo in un angolo della stanza si svegliò con un 'kyuru kyuru' ed emise un'alitata di fuoco in direzione dei tre ragazzi. Toccarono il suolo nello stesso momento.

“E...quelli...?”

Saito domandò, sentendosi a disagio.

“Chi? Non li conosco neanche. Comunque, come ti stavo dicendo, ti amo!”

Kirche abbracciò Saito e finalmente riuscì a ottenere ciò che voleva.

“M-mrrf...”

Saito era agitato. Il bacio di Kirche era veramente molto appassionato. Saito non riuscì a reagire neanche quando Kirche lo spinse e lo stese sul letto.

Proprio in quel momento...

La porta venne spalancata con un calcio.

Un altro ragazzo, pensò, ma si sbagliava. Louise, in pigiama, era davanti alla porta.

Kirche lanciò un'occhiata con la coda dell'occhio ma non sembrava intenzionata a staccarsi dalle labbra di Saito.

Le candele che emanavano una luce incantevole venivano calciate a terra a una a una da una contrariata Louise mentre si avvicinava alla coppia. Quando Louise era arrabbiata le sue mani si muovevano più veloci della sua lingua. Se era ancora più arrabbiata i suoi piedi si muovevano più velocemente delle mani.

“KIRCHE!”

Louise urlò nella loro direzione. Solo allora Kirche, come se si fosse appena accorta di lei, si allontanò lentamente da Saito per guardarla in faccia, contrariata.

“Che c'è? Non vedi che sono nel bel mezzo di qualcosa, Vallière?”

“Zerbst! Di chi pensi sia il famiglio che stai toccando?”

Saito non sapeva cosa fare. Gli occhi nocciola di Louise erano colmi di rabbia.

“Non posso farci niente se mi sono innamorata di lui.”

Kirche alzò le mani sopra la testa. Trovandosi tra le due ragazze, Saito si fece prendere dal panico. Non aveva potuto in nessun modo controllare ciò che era successo ma, nonostante tutto, Louise era infuriata lo stesso.

“Amore e fuoco sono il destino dei von Zerbst. E' una sorte marchiata nei nostri corpi. Essere consumata dalla fiamma della passione è il desiderio più puro della mia famiglia. Lo dovresti sapere bene, non è vero?” Kirche alzò le spalle. Le mani di Louise tremavano come foglie.

“Vieni qui Saito.”

Louise lanciò un'occhiata a Saito.

“Ehi Louise, anche se è un famiglio ha anche lui i suoi sentimenti. Dovresti rispettarli.” Kirche affermò.

“V-vero. Con chi mi vedo non dovrebbe essere affar tuo.”

Louise alzò la voce.

“Domani mattina sarai perseguitato dalla magia di almeno dieci nobili. A te va bene questo?”

“Nessun problema, hai visto quanto è forte quando ha combattuto nel giardino dei Vestri?”

Louise agitò la mano come per dire 'e allora?'.

“Hmph. Può essere bravo nel combattimento con la spada ma se dovesse venire attaccato da dietro con una palla di fuoco o spazzato via da un tornado, le sue abilità di spadaccino sarebbero inutili.”

“Allora ciò vuol dire che lo proteggerò io!”

Kirche posò la guancia sulla sua mano e guardò Saito in maniera provocante.

Nonostante tutto, le parole di Louise riportarono Saito alla realtà.

Era preoccupato per quei ragazzi alla finestra. Se dovessero scoprire solamente che si è seduto vicino a Kirche succederebbe esattamente ciò che Louise ha detto e lo trasformerebbero in una versione magica del kebab. Anche se Kirche lo dovesse proteggere non potrebbe mai stare con lui ventiquattro ore al giorno e, visto che cambia idea molto facilmente, potrebbe stancarsi presto di difenderlo.

Avendoci pensato con calma, Saito si alzò, dispiaciuto.

“Oh, vai già via?”

Kirche guardo Saito con aria triste. Dai suoi luminosi occhi iniziarono ad uscire delle lacrime.

Saito fu assalito dall'esitazione. Kirche è dannatamente bella ed essere arrostiti dalle magie sarebbe solo un piccolo sacrificio se la ricompensa è essere coccolati da lei. Saito non potè fare a meno di pensare.

“E' il suo solito trucco! Non cascarci!”

Louise prese Saito per mano e uscì.

Ritornati nella sua stanza Louise bloccò la porta e si girò verso Saito.

Mordendosi le labbra i suoi occhi si illuminarono per la rabbia.

“Sei come un cane randagio in calore~~!”

La sua voce, tremolante. Quando Louise era arrabbiata le sue mani si muovevano più veloci della lingua. Se era ancora più arrabbiata i suoi piedi si muovevano più velocemente delle mani. Al picco della rabbia, la sua voce tremolava.

Louise digrignò i denti.

“Co-cosa?”

“Inginocchiati qui. Ho fatto un grosso errore a trattarti come una persona dall'inizio.”

“Si, certo!”

Trattarmi come una persona? Una bugia, senza dubbio!

“Come ti permetti di scodinzolare davanti a quella Zerbst--!! Cane!!”

Aprendo un cassetto della scrivania estrasse un oggetto. Una frusta.

“P-padroncina?”

Saito urlò, terrorizzato.

Louise fece schioccare la frusta sul pavimento.

“Un r-r-r-randagio deve essere trattato come tale. Sono stata troppo d-d-d-dolce con te.”

“Perchè hai una frusta?”

Domandò Saito, il quale non riusciva a distogliere lo sguardo dalla frusta che Louise teneva in mano. Si trattava di una frusta di squisita fattura.

“E' un frustino, quindi è perfetto per te. Perchè sei solo un cane randagio, vero?”

“Un cane randagio?”

Louise iniziò a colpire Saito col frustino.

Crack! Crack! Fece la frusta mentre fendeva l'aria. Saito cercava di evitare i colpi.

“Ahia! Smettila! Idiota!”

“Cosa? Cosa ti attira in quella ragazza?”

Urlò Louise.

Saito capì qualcosa e riuscì a fermare Louise afferrandole i polsi. Cercò di sfuggire alla presa ma non era abbastanza forte. Saito continuava a immobilizzarla e alla fine si calmò.

“Lasciami andare! Stupido!”

Err...non dirmi che...

Saito guardò Louise nei suoi occhi nocciola e ricevette uno sguardo intenso. Guardandola da così vicino è davvero affascinante. Graziosa. Anche Kirche è fantastica. Ah, è così sexy. Louise al confronto è una tela bianca. Innocente e pura, senza difetti. A parte, forse, la sua personalità.

Dovendo fare una scelta Saito dovette ammettere che, personalmente, preferiva le ragazze come Louise.

Il cuore di Saito iniziò a battere all'impazzata. E' gelosa? Gli piaccio? Pensando a una cosa del genere Louise gli sembrava ancora più carina.

In parole semplici, Saito, come Kirche, non aveva il senso del romanticismo.

“Sei per caso gelosa? Ti sei innamorata di me?” Saito disse. “Sei arrabbiata perchè mi sono seduto sul letto di Kirche invece di intrufolarmi nel tuo? Se ho ragione, mi dispiace.”

Saito guardò Louise, con una mano sulla guancia.

“Sai, anche io ti ho pensata. Sai, quando mi hai cambiato le bende...”

Le spalle di Louise iniziarono a tremare.

“...Visto che sono un uomo avrei dovuto agire di conseguenza. Stanotte dormirò con te nel tuo letto così tu non dovrai intrufolarti nel mio.”

Louise alzò, come un fulmine, il piede che si colpì Saito all'inguine.

“...Urk...AAAAAAAAAARGH!”

Cadendo sulle ginocchia Saito iniziò a sudare freddo. “Che male! Fa talmente male che mi sembra di morire!”

“Chi si sarebbe innamorata di te? Io? Di te? Per quale motivo?”

Louise spinse la faccia di Saito a terra con un piede.

“...non lo sei?”

Iniziò a spingere più forte.

“Non è ovvio~~?”

“Si hai ragione, hai ragione. Devo aver capito male.”

Louise si sedette su una sedia e incrociò le gambe. Stava ancora respirando affannosamente ma dopo essersi sfogata con Saito sembrava un po' più calma.

“Chiaramente con chi passi il tempo sono affari tuoi. Ma Kirche è un eccezione.”

“P-perchè?” Domandò Saito mentre saltellava per la stanza, in modo da far tornare i suoi gioielli di famiglia alla posizione originaria.

“In primo luogo Kirche non è originaria della Tristania. E' una nobile di una nazione vicina, Germania. Solo questo è inaccettabile. Odio Germania con tutto il mio cuore.”

“Come se me ne dovesse importare qualcosa.”

“I possedimenti terrieri della famiglia Vallière sono proprio vicino al confine con Germania. Quindi, ogniqualvolta che scoppia una guerra, noi siamo i primi a combattere contro gli abitanti di Germania. Inoltre, proprio oltre il confine, si trovano i possedimenti dei von Zerbst! Il luogo dove è nata Kirche!” urlò Louise, digrignando i denti.

“In altre parole, la famiglia di Kirche...i von Zerbst sono...nemici giurati della famiglia Vallière! A casa siamo praticamente vicini! E qui siamo finite con stanze adiacenti! Inaccettabile!”

“Aha. E inoltre si considerano amanti molto appassionati.”

“Sono soltanto degli stupidi, tutti loro! Il bis-bis-bis nonno di Kirche portò via al mio bis-bis-bis nonno la sua fidanzata! Circa 200 anni fa!”

“E' successo un bel po' di tempo fa.”

“E, da quel tempo, la famiglia von Zerbst ha infangato il nome di noi Vallière in numerose occasioni! La fidanzata del mio bis-bis nonno è stata anche lei portata via dal bis-bis nonno di Kirche!”

“Capisco.”

“E' successo anche al mio bis-nonno, Safran de la Vallière! La sua fidanzata fu portata via da Maxilli von Zerbst, il bis nonno di Kirche! Aspetta un attimo, forse è stato suo fratello, il Barone Dudiche...”

“In ogni caso, mi stai dicendo che la famiglia di Kirche ha sempre portato via le fidanzate dei membri della famiglia Vallière?”

“E non è tutto! Ci siamo sempre scontrati anche in guerra. Il numero di caduti in battaglia della mia famiglia è, sfortunatamente, incalcolabile.”

“Ma, dato che io sono solo un umile famiglio, non importa cosa mi succede, vero?”

“Non è vero! Non lascerei rubare a Kirche neanche l'oggetto più insignificante! Sarebbe un disonore per i miei antenati!”

Detto questo, Louise si versò un bicchiere d'acqua e lo bevve in un sorso.

“Questo è quanto! Kirche è assolutamente proibita.”

“I tuoi antenati non c'entrano niente con me.”

“E invece si! Tu sei il mio famiglio! E visto che chi ti da da mangiare è il Ducato della famiglia Vallière, farai come ti dico.”

“Famiglio, famiglio...”

Saito lanciò a Louise uno sguardo di biasimo.

“Hai qualcosa in contrario?”

“No. Altrimenti non mi lasceresti in pace, quindi dovrò cercare di sopportare.”

Saito si lasciò cadere a terra.

“Sai, dovresti ringraziarmi.”

“Per cosa?”

“Se si sapesse in giro che un plebeo è diventato l'amante di Kirche, quanto pensi riusciresti a sopravvivere?”

Saito ripensò a quei ragazzi fuori dalla finestra. Sono stati bruciacchiati per bene dalla magia di Kirche e caduti rovinosamente a terra però...

Cosa mi accadrebbe se scoprissero che mi trovavo lì?

Ripensando al duello con Guiche a Saito vennero i brividi.

“...Louise.”

“Cosa?”

“Una spada. Voglio una spada.”

Ne voleva una per potersi proteggere.

“Non ne hai una?”

“Certo che no. Quella che ho usato l'altra volta era di Guiche.”

Louise incrociò le braccia.

“Sei uno spadaccino, vero?”

“No, non avevo mai imbracciato una spada prima.”

“Ma l'ultima volta la brandivi perfettamente!”

“Si ma...”

“Hmmm...”

Louise sembrava pensierosa.

“Cosa c'è?”

“Mi hanno detto che un famiglio può guadagnare delle abilità speciali con il contratto, forse è per quello.”

“Abilità speciali?”

“Esatto. Per esempio, i gatti neri sono spesso dei famigli, hai presente?”

Louise alzò un dito, mentre spiegava a Saito.

“Si.”

“I gatti neri imparano a parlare.”

“Io non sono un gatto.”

“Lo so. Storicamente non si è mai sentito di un umano diventare famiglio...quindi non è da escludere il fatto che tu sia diventato un maestro di spada grazie al contratto.”

“Hmm...”

Non sono ero diventato semplicemente uno spadaccino, il mio corpo sembrava leggero come una piuma e velocissimo. Inoltre le statue di Guiche erano di bronzo e, per quanto forte uno possa essere, non si può tagliare il metallo come fosse burro.

“Se pensi ancora sia incredibile andremo a chiedere all'Accademia di Tristania.”

“Accademia di Tristania?”

“Si. L'istituto di ricerca magica di Corte.”

“Cosa mi potrebbero fare per questa 'ricerca'?”

“Ah...molti tipi di esperimenti...tipo autopsie.”

“Stai scherzando!” Saito si alzò di scatto. “Sperimentazione umana...no grazie.”

“Se pensi sia disgustoso evita di vantarti in giro dicendo 'sono diventato un esperto di spada in un istante' senza una buona ragione.”

“Ho capito. Terrò la bocca cucita.” Saito annuì, terrorizzato.

“Ah, ci sono!” Louise annuì.

“A cosa ti riferisci?”

“Ti comprerò una spada.”

“Eh?”

Saito rimase di stucco. Pensava che Louise fosse una spilorcia.

“Ora che Kirche si è invaghita di te dovrai stare sempre all'erta. Dovrai cercare di difenderti da solo.” Louise affermò.

“Che strano...”

“Perchè?”

Louise lo fissò.

“Pensavo fossi avara, visto il cibo che mi dai e tutto il resto...”

“Non posso permettere che il mio famiglio si abitui al lusso. Non ci sono problemi se devo comprarti qualcosa di assolutamente necessario. Non sono veramente avara.” rispose Louise.

“Giusto.”

“Adesso, se hai capito, vai a dormire. Domani è il Giorno del Vuoto, quindi andremo in città.”

Oh, allora anche questo mondo ha le domeniche, pensò Saito mentre stava uscendo dalla stanza.

“Dove stai andando?”

“In corridoio, no?”

“Fa lo stesso, dormi pure dentro. Sarebbe un fastidio se Kirche dovesse tornare a cercarti.”

Saito si voltò verso Louise.

“Cosa?”

“Non è che tu...”

Louise stava per prendere il frustino ma Saito si tappò la bocca e andò a prendere il suo letto di fieno. Si stese sul pagliericcio, avvolgendosi nel lenzuolo.

E iniziò a guardare le rune sulla sua mano.

Grazie a queste cose luminose sono riuscito a sconfiggere Guiche, ammaliare Kirche e convincere Louise a comprarmi una spada. Chissà questi segni cosa mi riserveranno per il futuro...

Mentre stava riflettendo si accorse di essere molto stanco. Anche oggi è stata una lunga giornata. Pensò mentre iniziava ad addormentarsi.


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