Utsuro no Hako to Zero no Maria (Italian):Volume 1 - Epilogo

From Baka-Tsuki
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Utsuro no Hako vol1 pic3.jpg

Il meteo è fantastico e il cielo è di un profondo blu.

Non appena mi alzo, cerco una conferma sulla data di oggi dal mio cellulare. '7 Aprile'. Oggi è il '7 Aprile'. Controllo anche sul giornale e alla TV per confermare che sia davvero il '7 Aprile'. Ovviamente lo so che sono irrazionale, ma da quando sono stato intrappolato nell'Aula del Rifiuto, divento molto ansioso se non seguo questi rituali ogni mattina.

Ricordo ancora gli eventi dell'Aula del Rifiuto. Tuttavia, la mia abilità di riottenere quelle memorie è imperfetta—sembra come guardare delle immagini di un posto che non ho mai visto o visitato prima. La scatola, Maria, 'O'—so benissimo cosa siano. Ma le corrispondenti emozioni non sono più lì. Nessuna rabbia, nessuna tristezza—niente assoluto. Quindi anche se fossi stato innamorato di qualcuno, probabilmente l'ho dimenticato del tutto ora. Forse dimenticherò anche queste ultime memorie gradualmente, infondo erano deboli sin dall'inizio.

Inclusa Maria.

Voglio dire, non eravamo destinati a incontrarci, tanto per cominciare, quindi di sicuro non la incontrerò mai più.

Comunque, oggi è il '7 Aprile', il giorno della cerimonia d'apertura.

Sono diventato uno studente del secondo anno.

La mia classe ora è al 4° piano invece del 3°. Lo scenario non è migliorato solo perché sono su un altro piano adesso, o spostato più a ovest. Ma comunque l'aria oggi sembra differente quando entro nell'aula della classe 2-3 [1]. Sono così eccitato che devo premermi il petto con la mano.

Dopo aver controllato il posto in cui devo sedermi dal registro sulla cattedra del docente, mi siedo al mio nuovo banco. Mentre saluto gioiosamente i miei nuovi compagni di classe con un 'Sono sicuro che andremo d'accordo', le loro risposte sono vivaci. Si, sento delle buone vibrazioni oggi.

Un'altra persona entra in classe.

“Ehioh, Hoshii! Dunque siamo di nuovo nella stessa aula!”

Sebbene il suo commento sia del tutto generico, le altre quindici persone in aula concentrano la loro attenzione su di noi.

Si, Haruaki è rumoroso come al solito.

“...Haruaki.”

“Mmh, che problema c'è?”

Lo guardo con sospetto.

“Sei il vero Haruaki?”

“...perché, sembro un falso? Pensi forse che sia mio fratello gemello? Ti sei fatto influenzare da quel famosissimo manga[2] e ora pensi che tutti i giocatori di baseball delle superiori abbiano un gemello?!”

“...no.”

Per qualche ragione, comincio a chiedermi se posso fidarmi di ciò che dice…

“Ah, giusto, Hoshii! A proposito di questo—“

“Buongiorno, Haru e Kazu-kun!”

Una nuova voce interrompe Haruaki.

Kokone è alla porta. Daiya al suo fianco.

Ah, quei due si sono accompagnati affettuosamente l'un l'altro a scuola oggi? Se lo chiedessi, Daiya mi punirebbe con molestie psicologiche tutto il giorno, quindi non dico nulla.

“Venir salutato da una ragazza, il mio cuore ha cominciato a battere più veloce per un secondo—ma cavolo, invece sei solo tu, Kiri? Che spreco di eccitazione.”

“Ehi Haru… Che significa quella reazione? Chi pensi di essere?”

“Ehm, beh, volevo solo dirti di smetterla di essere ossessionata da me così tanto da seguirmi per essere nella mia stessa classe.”

“Ahh… quindi stai provando a nascondere con questo giro di parole quanto tu sia imbarazzato perché sei ossessionato da me? Sei proooooprio un bambino, Haru-chan! Ah, giusto. Potresti smetterla di riempire il tuo cellulare della mia voce Moe[3]?”

“Chi farebbe mai una cosa del genere?”

“Padroneeee…. Andiamo! Questa è la tua occasione di aggiungere nuovi dati alla collezione vocale di Haru Moe-Moe! Dovrei darti un'altra possibilità? Se ti piace, posso aggiungere un 'Bentornato a casaaa' questa volta?!”

Che diavolo è successo a questa conversazione… Per favore smettetela, è imbarazzante.

“Ahh… ehi, Kazu, hai qualche petardo con te? Mi piacerebbe metterne un po' in bocca a Kiri e farli esplodere in questo momento.”

“E tu che vuoi, Daiya? Sei geloso che faccio la mia voce Moe Moe solamente a Haru? Non preoccuparti! Se ti inginocchi e mi baci i piedi, ti dirò 'Fratellooooneee', pervertito di sorelline che non sei altro. Non sono la migliore?!”

“Che ne dici di un 'Scusatemi per essere nata'?”

...non è cambiato nulla in questa nuova classe.

Ma questo è ciò che ho desiderato.

Mi sento un po' solitario senza Maria e Mogi-san, ma riguadagnare la mia vita quotidiana è la ragione per cui ho combattuto l'Aula del Rifiuto.

“...perché sghignazzi da solo? E' ripugnante, Kazu!”

Daiya chiama il mio nome.

“Ah, davvero, Kazu-kun sta sghignazzando. Deve essersi eccitato. Scommetto che sta immaginando qualche affascinante ragazza che siederà dietro di lui, che va inciampando in giro maldestramente—“

“Non è vero.”

Lo nego così immediatamente che Kokone quasi si morde le labbra.

“A proposito, chi si siederà dietro di te comunque? Lo sai già? E' qualche ragazza carina?” chiede Haruaki sedendosi senza ritegno al posto in questione. Visto che ho controllato i nomi delle persone che siedono vicino a me quando ho guardato sul registro, so perfettamente di chi sia quel posto.

“Si. E' una ragazza carina!”

“Davvero? Chi è?!”

Sono contento che abbia un posto. Perché se ha un posto, vuole dire che per lei esiste anche la possibilità di sedersi lì.

Probabilmente il suo posto non sarà più vicino al mio quando effettivamente tornerà a scuola [4], ma non mi importa.

Con un sorriso, pronuncio il nome della ragazza a cui appartiene quel posto.

E' di Mogi-san!



Pensavo che la pioggia non si sarebbe mai fermata quel giorno.

Mi diressi all'ospedale subito dopo che Daiya mi aveva raccontato dell'incidente di Mogi-san, prendendomi un giorno libero da scuola.

Dovetti prendere un taxi perché il suo ospedale era fuori città. Era un comportamento veramente insolito per me, visto la priorità che le stavo dando rispetto alla mia vita tranquilla di sempre.

Ma dovevo farlo. Visto che avevo combattuto l'Aula del Rifiuto, dovevo conoscerne il risultato.

Nessuno era riuscito a precedermi all'ospedale, nemmeno la sua famiglia. Dopo essere stato scambiato per il suo fidanzato, aspettai insieme alla sua famiglia mentre veniva operata.

L'operazione riuscì con successo… o almeno sembrava. Ma Mogi-san non riprese conoscenza quel giorno.

Dal momento che mi avevano impedito di entrare nel reparto di terapia intensiva, alla fine fui in grado di vederla soltanto due giorni dopo. A quel tempo era stata spostata in un reparto più generale.

Mogi-san giaceva sul suo letto, in uno stato piuttosto pietoso. Il suono di un elettrocardiogramma e del respiratore artificiale mi facevano vibrare i timpani. I piedi e le braccia le erano stati rimessi a posto, la sua faccia era ricoperta di lividi e la flebo le aveva reso un braccio viola.

Il vedere il corpo solitario e ferito di qualcuno che conoscevo in ospedale mi fece quasi scoppiare in lacrime. Ma sapevo che non ero l'unico che voleva piangere. Quindi non mi era permesso di piangere davanti a lei. Trattenni le lacrime e la guardai in faccia, fissandola per un po'.

Mogi-san sembrò leggermente sorpresa di vedermi. Non ne sono troppo sicuro, tuttavia, visto che non riusciva a muovere i muscoli facciali.

La sua famiglia mi disse che aveva ripreso conoscenza, ma a causa dello shock, non aveva ancora pronunciato una singola parola.

Eppure Mogi-san aprì la bocca e provò a dirmi qualcosa con tutte le sue forze. Le dissi di non sforzarsi, ma mi ignorò e provò a parlare comunque.

Mogi-san appannò la maschera dell'ossigeno con il suo respiro, e diresse le sue prime parole proprio a me.

“—Sono così contenta. Sono sopravvissuta.”

Non potei capirla per bene, ma quello che mi disse suonava più o meno così.

Mogi-san scoppiò in lacrime dopo quelle parole. Non avevo idea di cosa fare, quindi lasciai vagare il mio sguardo per la camera. Accanto al letto c'era la sua borsa, tutta sporca, e vidi qualcosa color argento in essa. Sapevo cosa fosse, e istintivamente tirai fuori quell'oggetto avvolto nella carta argentata.

Era un Umaibo al gusto di Teriyaki Burger, sbriciolato e non più commestibile. Non appena lo toccai, senza pensarci, improvvisamente non riuscii più a trattenermi e scoppiai in lacrime.

Non so perché cominciai a piangere a quel punto. Ricordo che mi aveva dato quell'Umaibo nell'altro mondo, ma non ricordo di preciso perché lo aveva fatto.

Ma le mie lacrime erano reali.


Visitai la sua camera d'ospedale molte volte da allora. Mogi-san provò a comportarsi il più allegramente possibile quando parlavamo.

“Mentre non ero cosciente, ho fatto un lungo sogno” mi disse una volta Mogi-san. Sembra che credesse davvero fosse soltanto un sogno.

Un pensiero all'improvviso attraversò la mia mente. Mogi-san non poteva scappare dal suo destino di essere investita dal camion in quel mondo. E nemmeno il suo ripetuto salvarsi ogni volta cambiava. Potrebbe essere stato per quello che l'Aula del Rifiuto rimaneva intatta, non importa quante volte venisse investita.

Sebbene sopravvissuta, era paralizzata dalla vita in giù. Il colpo alla schiena le aveva danneggiato la spina dorsale, quindi la possibilità di un completo recupero non era soltanto piccola, ma proprio del tutto impossibile.

Non avevo idea di come risponderle, quindi restai soltanto in silenzio. Per superare quell'impacciato silenzio, Mogi-san disse:

“Ho sempre creduto che in una situazione come questa, sarebbe stato meglio morire. Capisci perché, vero Hoshino-kun? Non sarò in grado di camminare sulle mie gambe mai più, e anche qualcosa di così banale come comprare un piccolo dessert al supermercato della porta accanto non sarà mai più una decisione spensierata da prendere per me. Potrò soltanto farlo dipendendo su qualcun altro o prendendo la mia sedia a rotelle. Tutto questo lavoro solo per comprare un dessert! Non è crudele? Eppure è strano. Non penso proprio al suicidio. Vuoi sapere perché? Credo che, realmente, dal profondo del mio cuore—“

—sono contenta di essere viva.

Mogi-san disse queste parole senza il minimo segno che stesse mentendo o bluffando.

“Quindi va bene così. Non abbandonerò nemmeno la scuola. Non importa quanto tempo ci vorrà, mi rimetterò in salute. Forse non frequenterò più la stessa scuola di voi altri, ma non mi arrenderò.”

Sorrise e debolmente indurì i suoi bicipiti.

E' imbarazzante da ammettere, ma a quel punto scoppiai in lacrime, di fronte a lei. Ero contento. Contento che il suo più importante desiderio fosse stato esaudito.

—posso fare qualcosa per te?

Le chiesi con la più totale sincerità, perché volevo realmente aiutarla quanto più mi fosse possibile.

Mogi-san iniziò con un “Sono davvero felice che tu ti sia offerto” e timidamente continuò.

“Vorrei che mantenessi per me un posto a cui ritornare. Vorrei che tu costruisca, ancora una volta, un posto per me dove esistere.”

—Ancora una volta? Ho già costruito un posto per te?

“...lo hai fatto nel mio lungo sogno.”

Dopo quella risposta, Mogi-san distolse lo sguardo per qualche ragione.



Sono vicino l'entrata della palestra dove si sta tenendo la cerimonia d'apertura.

Qualcosa mi torna in mente mentre Haruaki sospira e sbadiglia durante l'intervento cerimoniale del preside.

“Ah, Haruaki, non stavi per dirmi qualcosa questa mattina?”

“Mmh? ...aah, giusto! Giusto! Ho sentito alcune dicerie di una ragazza super carina tra le matricole!”

Haruaki mi dà un colpetto sulla spalla e mi fa l'occhiolino.

“Beh, allora non mi interessa. Come studente più anziano non avrò probabilmente alcuna occasione di parlare con lei.”

“Sei un idiota?! Anche solo guardare una ragazza carina è felicità allo stato puro!”

Non voglio credere che questo sia il pensiero comune degli uomini.

“Ma quando hai sentito questa notizia? Oggi è la prima volta che vediamo gli studenti del primo anno, no?”

“Non indovineresti mai! E' un'informazione di Daiya!”

“Di Daiya?”

Non riesco davvero a crederci. Non ho mai sentito Daiya parlare di ragazze.

“Non mi credi, vero? Ma c'è una ragione se Daiya lo sapeva! Lo sai che lui ha fatto soltanto 2 errori in tutto il test di ammissione, no?”

“Si. Si è sempre vantato di aver segnato un nuovo record nella scuola.”

“Quel record è durato soltanto un anno!” dice Haruaki con grande gioia. E' senza speranze… ma infondo posso capire il suo divertimento.

“Ehm? E cosa ha a che fare questo con il fatto che Daiya sapesse di questa ragazza carina?”

“Sei davvero lento, Hoshii. Ti sto dicendo che la ragazza carina in questione ha battuto il record di Daiya segnando un punteggio perfetto all'esame di ammissione. Qualche insegnante lo ha detto a Daiya, visto che era lui a detenere tale record prima. L'insegnante gli ha detto anche che quella ragazza è talmente carina che perfino lui, un adulto, si sentiva agitato in sua presenza.”

Sicuramente è solo un'esagerazione. Perché avrebbe dovuto agitarsi quando ha molta più esperienza di vita di uno studente liceale?

L'intervento del preside alla cerimonia è finito mentre stavamo parlando.

Il Presidente Scolastico prende la parola.

“Mille grazie, signor preside… e ora procediamo con il discorso della rappresentante delle matricole—“

“Finalmente—un'opportunità di vedere quella pollastrella di cui tutti stanno parlando!”

Capisco. Visto che è al top come studentessa, le matricole la hanno scelta come rappresentante per fare il discorso.

Anche io sto cominciando ad avere un piccolo interesse, quindi inizio a guardarmi intorno.

“La rappresentante delle matricole—Maria Otonashi.”

Maria—Otonashi?

Un nome che mi sembra estremamente familiare… no, no. Non può essere. Maria si chiamava Aya Otonashi, dopotutto.

“Si.”

Ma questa voce è senza dubbio la sua. E' la voce di Maria.

Aah, capisco. Alla fine comprendo.

'Se l'hai dimenticato, vedi di ricordartelo ora. Il mio nome è Maria.'

Hah. Quindi stava dicendo la verità a quel tempo.

...oh? Quindi per tutto il tempo stavo chiamando Maria col suo nome vero…? UWAAAA! UWAAAAAA!

“...perché sei diventato tutto rosso, Hoshii?”

Sale sul palco più elegantemente di chiunque altro. Avendo vissuto più a lungo di tutti qui, possiede già una straordinaria presenza scenica.

La sola vista della sua bellezza causa l'inizio di un fitto chiacchiericcio.

Una faccia che conosco molto bene. La faccia che mi è stata accanto per più tempo in assoluto.

Sta indossando un'uniforme tutta nuova.

Già, che errore—non avrei mai pensato che fosse più giovane di me.

Mentre è sul palco, Maria muove lo sguardo tra la folla. I suoi occhi alla fine incontrano i miei. E il suo sguardo si ferma su di me per qualche motivo.

E poi sorride.

Il mio corpo è istantaneamente e completamente paralizzato.

Maria comincia il suo discorso senza mai distogliermi lo sguardo da dosso. Perfino gli studenti più rumorosi si azzittiscono ad ascoltare la sua voce imponente.

“Ma non sta fissando da questa parte? Oh cavolo, forse si è innamorata a prima vista di me?”

Haruaki scherza come al solito, ma sono troppo assorbito dallo sguardo di Maria per rispondergli.

Sto guardando solo Maria.

Maria sta guardando solo me.

“—e così, si conclude il discorso delle matricole. Questa era la rappresentante delle matricole, Maria Otonashi.”

Maria scende dal palco.

E non appena lo fa, gli studenti tornano a chiacchierare di nuovo su di lei. No, non solo gli studenti—anche gli insegnanti sono in eccitazione.

Ma sono io, senza dubbio, la più confusa delle persone in palestra.

E questo perché Maria non ritorna al suo posto, ma si dirige dritta verso di me.

Gli studenti automaticamente si scansano dalla sua strada, respinti dalla sua aura di autorità. Maria sfrutta quel vantaggio e si muove in linea retta verso di me.

Sta creando un percorso diretto tra noi.

Aah, cavolo. Non è riuscita a perdere ancora le sue abitudini dell'altro mondo? Poteva essere okay agire senza riservatezza lì, ma il mondo reale non funziona a quel modo, lo sai?

Ho già realizzato che la mia vita quotidiana sta per assere distrutta.

“Ahah—“

Ma rido, nonostante tutto.

E' davvero fastidioso.

E' davvero fastidioso, ma no… in qualche modo non è così fastidioso.

Alla fine, gli studenti davanti a me si scansano. Anche Haruaki si allontana da me. Maria ed io siamo ora circondati da uno spazio vuoto, come se fossimo nell'occhio di un ciclone.

Nel mezzo di quel vasto spazio aperto, si ferma direttamente di fronte a me.

Pensavo che non ci saremmo mai incontrati di nuovo.

Ma ripensandoci, era impossibile che non si sarebbe riavvicinata a me prima o poi.

Dopotutto, il suo obiettivo è ottenere una scatola. Non ha altra scelta che approcciare me, colui che è finito nelle mire di 'O'.

Maria sorride e comincia a parlare.

“Sarò sempre al tuo fianco, non importa quanto tempo trascorra—è così che ti ho dichiarato guerra, una volta, e sembra che la nostra guerra non sia ancora finita.”

Dopo aver detto quella frase, si introduce ancora una volta.


Mi chiamo 'Maria Otonashi', piacere di conoscerti.”

La matricola di fronte a me china il capo esageratamente, in segno di saluto, proprio come aveva fatto tanto tempo fa.

In risposta, io applaudo, proprio come avevo fatto tanto tempo fa.

Per qualche istante, il mio applauso è l'unico suono che si sente in palestra.

Poi Haruaki comincia ad applaudire anche lui, nonostante non abbia capito nulla della situazione. Spinto dal suo applauso, qualcun altro comincia ad applaudire. Sebbene Maria ed io siamo gli unici a comprendere cosa stia accadendo, l'applauso cresce sempre più rumoroso e numeroso.

Nel mezzo di quell'applauso maestoso, Maria risolleva il capo.

Ma non sta più sorridendo.

Con le mani strette a pugno, guarda dritto davanti a lei con una forza di volontà che brucia incandescente nei suoi occhi.




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  1. In Giappone le sezioni non vengono conteggiate con lettere come avviene qui in Italia, ma sempre con numeri. Dunque la classe 2-3 è semplicemente la 3° sezione del 2° anno, quella che da noi si chiamerebbe invece 2°C. Allo stesso modo la classe 1-6 a cui si fa riferimento nell'Aula del Rifiuto semplicemente coinciderebbe con la 1°F nella convenzione nostrana. Da specificare inoltre che l'assegnazione degli alunni alle classi ogni anno è del tutto casuale in Giappone, come dimostrato dal fatto che Kazuki passi dalla sesta sezione nel primo anno alla terza sezione nel secondo anno e anche dalla sorpresa, successivamente, nel ritrovarsi di nuovo per caso nella stessa classe con i suoi amici.
  2. Si riferisce al manga Touch di Mitsuru Adachi (noto in Italia col titolo di Prendi il mondo e vai) https://it.wikipedia.org/wiki/Touch_(manga)
  3. Se siete interessati alla cultura Giapponese a tal punto da leggere questo romanzo, probabilmente non avrete nemmeno bisogno di questa nota. Ma in caso ancora non lo sappiate, "Moe" è un termine utilizzato nella comunità degli otaku (appassionati in modo ossessivo di anime e manga) che si riferisce ad un personaggio che l'interlocutore considera un "moekko", ossia una ragazza considerata carina e dall'aspetto dolce e innocente, ingenua, timida e ancora inesperta nei rapporti con l'altro sesso, spesso imbranata, ma inconsapevolmente attraente. Potete trovare maggiori dettagli sul Moe su Wikipediaː https://it.wikipedia.org/wiki/Moe_(slang)
  4. In Giappone anche i posti degli alunni in aula vengono cambiati a caso periodicamente durante l'anno.