Utsuro no Hako to Zero no Maria (Italian):Volume 1 - 27755° volta (3)

From Baka-Tsuki
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Una volta menzionato da Maria, realizzo subito anche io che Mogi-san non è truccata. Da ragazzo, ovviamente non noto quasi niente quando si tratta di trucco—quindi è stato molto più facile per Maria notare quel cambiamento.

Eppure Mogi-san ha un astuccio del trucco.

Perché?

Maria pensa che sia questa la ragione:

—Si è stancata di truccarsi.

Non posso fare affidamento sulle mie memorie ormai andate, ma suppongo che Mogi-san, da ragazza, all'inizio avesse molta cura del suo aspetto fisico.

In ogni caso, ha smesso di preoccuparsi di truccarsi visto che non c'era più alcuna ragione per farlo nell'Aula del Rifiuto. Ha lasciato il suo astuccio nella sua borsa senza toccarlo sin dal 1° di Marzo—prima che l'Aula del Rifiuto cominciasse.

Mogi-san pian piano si è annoiata sempre di più a prendere l'astuccio dalla sua borsa e truccarsi.

Ciò può accadere solo a qualcuno che ricorda gli oltre 20000 cicli vissuti.

E quella persona può essere soltanto—il proprietario.

Dunque, la ragazza che amo, la ragazza che mi ama, Kasumi Mogi, deve essere—il proprietario.


C'è qualcosa di cui vorrei parlarti, Kazu-kun.

E' ciò che mi ha detto Kokone quando mi ha chiamato durante la precedente iterazione, il ciclo 27754. Mi ha detto:

Kasumi ti ama!

Kokone sa dell'amore di Mogi-san per me. Sono sicuro che Mogi-san gliene ha parlato visto che erano buone amiche fino a ieri.

Maria ed io volevamo tendere una trappola a Mogi-san.

Ma se fossimo stati noi ad agire, si sarebbe insospettita sicuramente. Se possibile, volevamo evitare di dare a Mogi-san qualsiasi possibilità di prepararsi, visto che lei ha sconfitto Maria già così tante volte.

Invece, abbiamo deciso di usare Kokone come intermediario. Abbiamo concluso che avrebbe attirato Mogi-san nella nostra trappola. Se avesse fatto credere a Mogi-san che avevo intenzione di dichiararle il mio amore.

Il nostro piano ha finito per—uccidere Kokone.

Ricordo le parole di Mogi-san.

...quindi, uscirai con me?

Quante volte mi si è dichiarata? Per quanto tempo è stata innamorata di me? Se il nostro amore era reciproco, allora perché—

Per favore, aspetta fino a domani.

Perché ho detto quelle parole?

Mogi-san sembra non essere consapevole del sangue che ricopre i suoi vestiti e il suo corpo. E' inespressiva.

—come sempre.

E' sempre stata inespressiva? No, dalle mie frammentate memorie, posso tirare fuori un'immagine di una Mogi-san che sorride brillantemente. Eppure Mogi-san che sorride non mi sembra reale per nulla. La mia immagine mentale di Mogi-san è quella di una ragazza reticente ed inespressiva.

Ma se quella fosse un falso e la Mogi-san sorridente fosse quella originale?

Cosa è accaduto alla ragazza chiamata Kasumi Mogi?

“E' stata sopraffatta.” borbotta Maria, come per rispondere alla mia silenziosa domanda. “E' stata totalmente assorbita da tutte quelle ricorrenze senza fine” dichiara, con occhi pieni di sdegno fissi su Mogi-san.

Quell'idea mi era già balenata in mente. La psiche umana non può sopportare un numero così vasto di ripetizioni.

Ma Mogi-san ha vissuto questo giorno qualcosa come 27755 volte.

E dopo aver vissuto tutto questo, Mogi-san è ora ricoperta di sangue.

“...E' colpa tua, Kazu-kun.” dice, fissandomi. “Tutto questo è accaduto perché mi hai messo in trappola!”

“...Mogi-san, cosa hai fatto?”

“'Mogi-san'”. Mogi-san ripete il suo nome e si morde le labbra. “Te l'ho detto. Senza dubbio te l'ho detto. Te l'ho detto centinaia di volte, no?”

“C-Cosa stai dicendo…?”

“Ti ho detto di chiamarmi 'Kasumi', non l'ho fatto…?”

...Non lo so. Non me lo ricordo per niente…

“Te l'ho detto centinaia di volte, e tu hai sempre acconsentito a farlo centinaia di volte, no? Allora perché? Perché continui a dimenticarlo ogni volta?”

“Non ci posso fare… niente...”

“Non ci puoi fare niente?! Dimmi, perché non puoi farci niente?!” Mogi-san grida istericamente. Nel frattempo il suo viso rimane inespressivo.

Sembra che abbia dimenticato come si fa a cambiare espressione lungo il corso di queste migliaia di ricorrenze poiché non aveva più alcuna ragione per farlo. Non riesce più a ridere propriamente, a piangere, o neppure ad arrabbiarsi.

“Kazuki, non ascoltarla.”

Mogi-san sposta lo sguardo da me e fissa accigliata Maria.

“Non rivolgerti a Kazu-kun con tale familiarità!”

“Posso chiamarlo come voglio.”

“Non puoi! ...Perché Kazu-kun si ricorda di te, e non di me…?”

“Mogi, sei tu che hai progettato le cose a questo modo, perché così era più semplice fare la stessa cosa ancora e ancora.”

“Zitta! Non intendevo fare quello!”

A pensarci, durante il ciclo 27754, Mogi-san sembrava spaventata quando ha visto che mi ricordavo di Maria.

A quel tempo, ero sicuro che Mogi-san fosse spaventata per il mio strano comportamento. Ma ora che so che lei è il proprietario, il mio punto di vista è cambiato: in realtà, lei ha lasciato che il suo malcontento si infiammasse poiché ricordavo Maria ma non ricordavo lei.

“Kazu-kun...”

Non sono abituato ad essere chiamato a quel modo da lei.

Forse una volta mi ha chiesto il permesso per chiamarmi 'Kazu-kun', proprio come mi ha chiesto di chiamarla 'Kasumi'. Posso aver dimenticato tutto a riguardo, ma Mogi-san ricorda ogni cosa che è successa in questi cicli.

“Kazu-kun, hai detto che mi amavi.”

“...Si, probabilmente l'ho fatto.”

“Ne sono stata felice! Ti ho detto che anche io ti amavo!”

“...”

Io ricordo soltanto che mi ha detto 'Per favore, aspetta fino a domani'. Questo è tutto. Non ricordo nient'altro.

“Non ricordi, huh?”

Non riesco a darle una risposta.

“Puoi immaginare quanto ne fossi felice? Ho provato a fare del mio meglio durante tutti questi cicli per far sì che la tua attenzione si concentrasse su di me. Ho provato varie pettinature, ho provato a mettere del mascara, ho provato a interagire con te, ho fatto ricerche sulle tue passioni, ho imparato a parlare di ciò che ti piaceva discutere… e sai cosa è successo? Un miracolo! Il tuo atteggiamento è chiaramente cambiato. Ho realizzato che ti stavi interessando a me. Hai cominciato ad accettare la mia dichiarazione d'amore, nonostante mi avessi scaricato in precedenza. Ti sei anche dichiarato tu stesso. Ogni volta che lo facevi, le mie speranze crescevano. Ogni volta pensavo che una 'continuazione' gioiosa mi stava aspettando. Pensavo che questa ricorrenza sarebbe finalmente finita. Ma sai cosa? ...Kazu-kun—“

Mogi-san mi guarda di nuovo, inespressiva.

“—ogni volta, tu dimenticavi tutto.”

Non posso sopportare il suo sguardo e abbasso il mio.

“Anche quando dimenticavi, avevo comunque alte speranze che avresti ricordato la volta successiva. Ogni volta che accettavi la mia dichiarazione, ogni volta che ti dichiaravi a me, aumentavi le mie aspettative ancora e ancora. Ma alla fine, non ricordavi mai niente. Presto mi sono arresa. Ma sai, se qualcuno ti si dichiara, non puoi non sperare comunque! Un miracolo può sempre accadere, dopotutto. Ed è per questo che ogni volta che accadeva, venivo di nuovo ferita.”

Non riesco ad immaginarmi ad uscire con lei. Ma Mogi-san ha reso reale qualcosa che non ero nemmeno in grado di immaginare finora. Mi ha fatto innamorare di lei. Forse è per questo che alcune delle mie memorie vengono vagamente preservate.

Ma alla fine, avermi spinto a tanto è stato comunque senza senso.

Non c'è nulla a cui puntare.

Dopo che ha ottenuto il mio amore, è finita lì.

Ciò che la aspetta è un perfetto amore a senso unico per un giorno.

Un amore assolutamente a senso unico che rimane non corrisposto anche dopo che ha guadagnato il mio affetto.

“Quindi non volevo che ti dichiarassi più. Ma tu continuavi a farlo comunque. Dicevi di nuovo che mi amavi. E sebbene ne fossi felice, il dolore dentro di me cresceva sempre di più… quindi non ho avuto scelta se non dirtelo ogni volta.”

Mogi-san pronuncia quelle parole che ho senza dubbio ascoltato così tante volte prima di allora.

“Per favore, aspetta fino a domani.”

Mi duole il cuore.

Per tutto questo tempo era lei quella più ferita da quelle parole—molto più di quanto lo fossi io.

Ma perché non ha semplicemente posto fine all'Aula del Rifiuto allora? Se non lo fa, il suo amore a senso unico rimarrà per sempre non corrisposto. Anche se ha qualche altra ragione per preservare la sua scatola, così sta sicuramente soffrendo oltremisura.

“Kazu-kun… non lo hai capito? E' tutta colpa tua se sto soffrendo. E' tutta, tutta, tutta colpa tua.”

“Cos'è questa stupidaggine che stai dicendo?” la interrompe Maria con la sua solita faccia di cattivo umore. “Che estrema mancanza di senso di responsabilità. Stai soltanto scaricando la responsabilità del tuo dolore su Kazuki perché non riesci a sopportare più l'agonia della tua stessa Aula del Rifiuto.”

“...No! E' colpa di Kazu-kun se sto soffrendo!”

“Pensa quello che ti pare, ma Kazuki non è responsabile. Non riesce nemmeno a ricordarti. Kazuki ha solo provato a proteggere le sue memorie per il bene del suo obiettivo, non certo per il tuo cuore infranto.”

“Perché… perché sai tutte queste cose?!”

“Perché, mi chiedi?” Maria si erge dritta davanti a lei e la schernisce. “La risposta è semplice.” dice con noncuranza. “Perché sono io quella che ha osservato Kazuki Hoshino più di chiunque altro in questo mondo.”

“Cos—“

Ascoltando quelle parole acide, Mogi-san perde il treno dei suoi pensieri.

Prova a obiettare, ma la sua bocca rimane aperta senza che ne fuoriesca una sola parola.

Io chiudo la bocca per un'altra ragione. Voglio dire, è imbarazzante quando qualcuno dice qualcosa del genere!

Seriamente.

“N-No. Lo ho osservato anche io per lo stesso ammontare di tempo—“

“Il tuo tempo è stato di nessun valore.” Maria respinge la sua tesi con una fluente risposta. “Non capisci quanto sia stato senza valore il tuo tempo, già solo guardando ciò che hai ottenuto? Guardati allo specchio. Guarda le tue mani. Guarda i tuoi piedi.”

La faccia di Mogi-san è coperta da sangue addensato che sta diventando nero.

Le mani di Mogi-san tengono ferme un coltello da cucina.

I piedi di Mogi-san giacciono accanto al cadavere di Kokone.

“Sentiti pure libera di obiettare se vuoi. Insisti pure a dire che hai osservato Kazuki a lungo quanto me—se davvero credi che le tue parole abbiano un peso reale.”

Mogi-san sembra colpita da rimpianto, e abbassa lo sguardo a terra.

Non sono in grado di dirle nulla.

“… heh, fufufu. Hai osservato Kazu-kun più di chiunque altro in questo mondo? Immagino sia così. Forse è proprio come dici. Ufufufu, ma non importa! Perché dovrebbe?”

Ridacchia mentre fissa il pavimento.

“Hmpf, mi fai pietà. Alla fine sei impazzita completamente.”

“Alla fine…? Ufufu… che stai dicendo?”

Senza nemmeno rialzare lo sguardo, punta il coltello da cucina verso Maria.

“Pensi davvero che fossi sana di mente sin dall'inizio?”

Alza la testa.

“Lascia che ti insegni una bella lezione, Otonashi-san! Ogni persona che uccido sparisce da questo mondo!”

Come sempre, la sua faccia rimane inespressiva.

“Quindi non importa! Non importa quanto a lungo tu abbia osservato Kazu-kun se finirai per scomparire comunque!!!”

Mogi-san si lancia su Maria con il coltello da cucina. Istintivamente grido il nome di Maria. Ma Maria fissa Mogi-san con noia, non sembrando minimamente preoccupata. Afferra semplicemente il braccio di Mogi-san e fa perno su di esso.

“Ugh...”

La differenza nella loro forza è evidente, così tanto che mi sento quasi imbarazzato di aver gridato il suo nome.

“Mi dispiace, ma ho imparato le principali arti marziali. Prevedere i tuoi movimenti per me è semplice come torcere il braccio di un bambino.”

Il coltello da cucina cade dalla mano di Mogi-san e risuona colpendo il suolo.

Disarmata, Mogi-san fissa scioccata il coltello da cucina.

“...così facile come torcere il braccio di un bambino…?” Mogi-san mormora dolorante, il suo sguardo sempre diretto al coltello da cucina.

“...ufufufu”

Eppure, sebbene dolorante, Mogi-san sorride.

“Che c'è di così divertente?”

Cosa c'è di divertente, chiedi? Ufufu… ahah, AHAHAHAHAHAHAH!”

Ride con la bocca mezza aperta. Ma comunque non c'è alcun sorriso sulla sua faccia ricoperta di sangue. Nonostante la sua risata, gli angoli della sua bocca non si sollevano. I suoi occhi sono spalancati piuttosto che socchiusi.

Maria solleva un sopracciglio ascoltando quella rumorosa risata.

“Ovvio che sia divertente! Dopotutto, hai paragonato l'afferrare il mio braccio al torcere un braccio di un bambino! Tu, di tutte le persone possibili! Tu, Aya Otonashi, hai detto questo! Meraviglioso! Assolutamente MERAVIGLIOSO!”

“Continuo a non capire cosa ci trovi di così divertente.”

“Davvero? Allora dimmi, saresti davvero in grado di torcere il braccio ad un bambino?”

Continuo a non capire perché stia ridendo, ma Maria sembra priva di parole.

“Oh beh, mi hai catturato. Buon per te. Congratulazioni. Dunque? Era di nuovo quello il tuo obiettivo?”

“...”

“Lo so. L'ho ascoltato innumerevoli volte, dopotutto. E' di porre fine a questo mondo ripetuto, giusto? E' ottenere la scatola, vero? Dunque cosa hai intenzione di fare? Devi solo uccidermi per porre fine a tutto questo, giusto?”

“...giusto.”

“So che hai imparato tutte quelle arti marziali. Aya Otonashi! Me lo hai già detto tu stessa! Perché reciti… perché ti comporti come se mi avessi sconfitto? Non è ridicolo? Pensi che non l'abbia ancora realizzato? Che imbarazzo! E' imbarazzante, no? Ascolta… Sono tornata al passato tante volte quanto te, lo sai? Ti conosco molto bene! Mi hai disarmato. Stai afferrando il mio braccio. E quindi—?”

Mogi-san diventa di nuovo seria e comincia a parlare con una voce ovattata.

Cosa hai intenzione di farmi adesso?

“...”

Maria non risponde.

“Oh tu dolce, gentile Otonashi-san. Tu, non puoi uccidermi. Tu, non puoi torturarmi. Tu, non puoi nemmeno spezzare un singolo osso del mio corpo. Sei in grado di torcere il braccio di un così debole bambino mentre resti così elegante nel rifiutare la violenza? No. Ovviamente non puoi.”

Capisco. Ecco perché Maria continua a perdere contro di lei.

Finché la violenza è l'unica soluzione, Maria non può fare nulla. E Mogi-san ne è consapevole.

“Pensaci per una volta. Non capisci che ho avuto l'opportunità di ucciderti e 'rifiutarti' per tutto questo tempo? Sai perché ho desistito, anche se sei palesemente una seccatura per me? Per una ragione, sei così gentile da continuare a salvarmi dall'incidente! Ma non è tutto qui. L'ho capito la prima volta che hai scoperto che ero il proprietario e hai comunque perso contro di me.”

Maria digrigna i denti.

“E' che non sei nemmeno degna di—essere un mio avversario.”

Tanto tempo fa, Daiya mi ha detto che il protagonista è inferiore allo studente trasferito a causa della superiorità di informazioni di quest'ultimo.

Ma la sua tesi era sbagliata.

Il protagonista, Kasumi Mogi, ha più informazioni dello studente trasferito, Aya Otonashi.

“Ne ho avuto abbastanza di questo scenario.” dice Mogi-san in un tono esageratamente annoiato. “...Ma al contrario delle volte precedenti, Kazuki è qui ora.”

“Beh si. Dunque non dovremmo provare qualcosa di nuovo?”

Mogi-san da un calcio al coltello da cucina. Il coltello rotola sul pavimento insanguinato e striscia fino a fermarsi contro il mio piede.

“Prendilo, Kazu-kun.”

Prendere cosa? Il coltello da cucina?

Guardo in terra di nuovo al coltello da cucina.

C'è anche più sangue su di esso ora. Emette un bagliore profondo, rosso rubino.

“Ehi, Kazu-kun? Mi ami? Se è così—“

Alzo la faccia e guardo le sue labbra.

“—Dammi quel coltello e lascia che ti uccida.

—Che cosa?

Non capisco. So cosa quelle parole vogliano dire, eppure non comprendo il senso di ciò che mi ha appena detto.

“Non mi hai sentito? Ti ho detto di darmi quel coltello cosicché possa ucciderti.”

Lo ripete di nuovo. Credo di aver sentito chiaramente.

“Mogi, sei impazzita?! Non ami Kazuki? Perché dovresti voler fare una cosa del genere?!”

“Hai ragione. Lo amo! Ma è esattamente per quello che voglio che muoia. Non ho già detto che è per colpa di Kazu-kun che sto soffrendo? Pertanto, voglio che sparisca dalla mia vista. Non è una conclusione più che logica?” dice Mogi-san come se la sua linea di pensiero fosse completamente normale. “Tanto per cominciare, perché pensi che abbia abboccato alla tua esca, anche se sapevo che Kazu-kun sarebbe venuto? Beh, avevo un obiettivo! Ho preso una decisione—la decisione di ucciderlo.” dice mentre mi guarda. “Posso 'rifiutare' Kazu-kun uccidendolo. Sparirà dalla mia vista. Se ciò accadesse, sono sicura che non soffrirei più. Sarei in grado di restare qui per sempre.”

“Mogi, ma che sciocchezze sono queste—ugh! Ah—“

Maria emette un gemito all'improvviso e cade in ginocchio. Con le mani si tiene il fianco sinistro.

“…? Maria?”

Qualcosa spunta dal suo fianco sinistro.

...Eh? E' stata accoltellata?

“Ah—Ma-Maria!”

Maria guarda l'oggetto che fuoriesce dal suo fianco sinistro. Stringendo i denti, tira fuori quell'oggetto estraneo dal suo corpo senza esitazione. Geme di dolore ancora una volta. Guardando a malo modo Mogi-san, lancia via l'oggetto che ha appena rimosso dal suo corpo.

Guardo quell'oggetto che sta rotolando sul pavimento. E' un coltello pieghevole.

“Hai abbassato la guardia. Puoi aver imparato tutte le arti marziali che vuoi, ma ciò non ti rende immune dagli attacchi a sorpresa. Questo coltello economico non è efficace contro i ragazzi, ma dovrebbe essere più che sufficiente per un corpo snello come il tuo, no? Mi dispiace, ma la tua costituzione resta sempre la stessa in questo mondo, non importa quanto tu possa allenarti!”

Maria prova a rimettersi in piedi ma fallisce—sembra che la sua ferita sia piuttosto seria. Del sangue continua a fuoriuscire dal suo fianco sinistro.

“Ne ho passate un sacco anche io, sai? Quindi ho pensato che forse era meglio tenerlo a portata di mano. Quel coltello è sempre nascosto sulla mia persona.”

Mogi-san cammina verso di me. Si abbassa e prende il coltello da cucina che giaceva ai miei piedi.

“Ah—“

Sebbene fosse completamente senza difese mentre si è piegata a raccoglierlo, non sono stato in grado di fare nulla se non emettere quel piccolo suono; mi sento pietrificato. Non posso fare niente oltre a restare lì immobile come un chiodo nel muro.

Il mio corpo mi ha abbandonato. La mia mente è congelata perché non accetta la realtà che sta prendendo vita davanti ai miei occhi.

“Non l'ho già detto, Aya Otonashi? Le persone che stanno per sparire non mi interessano.”

Mogi-san si siede sul corpo accasciato di Maria e solleva il coltello da cucina.

Lo spinge verso il basso senza alcuna esitazione. Ancora e ancora. Ancora e ancora. Finché il respiro di Maria non cessa definitivamente.

Durante l'intero processo, Maria non ha emesso nemmeno un singolo gemito di lamento.

“Se fossi rimasta soltanto un mero obbrobrio come un pugno di mosche che pullulano intorno a delle feci, ti avrei risparmiato. Ma no, dovevi fare una mossa sul mio Kazu-kun!” si lamenta Mogi-san mentre si alza.

Maria non si muove più.

Mogi-san guarda il coltello da cucina con il quale ha ripetutamente colpito Maria. Poi lo lancia di nuovo ai miei piedi.

Di riflesso guardo quel coltello che è ora intriso del sangue di Kokone e Maria.

“Bene allora, tu sei il prossimo, Kazu-kun.”

Mi accovaccio e raggiungo a malincuore il coltello da cucina. Ritiro per un attimo la mia mano quando sento il tocco viscido del sangue su di esso. Deglutisco e lo afferro ancora una volta. La mia mano trema. Non riesco a tenere il coltello propriamente. Chiudo gli occhi e mi sforzo di tenerlo saldo. Apro gli occhi di nuovo. Poiché sto tenendo l'arma che ha ucciso Kokone e Maria, la mia mano trema ancora di più. Per poco non lo lascio cadere di nuovo. Lo afferro dunque con entrambe le mani nel tentativo di fermare il tremore.

Aah, non ci riesco.

Di certo non posso fare nulla con questo coltello.

“Che stai facendo, Kazu-kun? Andiamo… dammi il coltello!”

No, non sono solo io. Nessuno potrebbe fare una cosa del genere con questo coltello.

E ciò significa che—

“...Chi ti ha fatto fare tutto questo, Mogi-san?

Anche Mogi-san non avrebbe mai potuto commettere queste atrocità di suo. Non è possibile che fosse in grado di farle di sua iniziativa.

A meno che non sia stata manipolata da qualcuno.

Mi fissa con confusione.

“...Di che stai parlando? Stai suggerendo che qualcuno mi ha fatto fare tutto questo? C'è qualcosa di sbagliato nella tua testa, Kazu-kun? E' impossibile!”

“Ma io mi sono innamorato di te.”

“...dove vuoi arrivare?”

“Anche dopo aver vissuto più di 20000 ricorrenze, anche dopo che ti abbiamo messo in trappola, non avresti mai fatto una simile cosa, Mogi-san. La ragazza di cui mi sono innamorato non avrebbe mai fatto una cosa simile!”

Per un momento Mogi-san sembra profondamente colpita dalle mie parole, ma poi mi guarda a malo modo e risponde. “...Ho capito. Vuoi che ti risparmi appellandoti alle mie emozioni, huh? Sono delusa. Non avrei mai pensato che fossi un tale codardo. Dunque non vuoi proprio morire per il mio bene, huh?”

Non c'è modo che possa voler morire. Non voglio morire, e non voglio credere che la mia morte possa portarle salvezza.

“...Kazu-kun, pensi che l'omicidio sia un assoluto tabù?”

“...Si.”

“Ufufufu, che onestà. Si, hai ragione. Hai perfettamente ragione!” dice e mi fissa negli occhi. “—Bene, divertiti a restare qui per tutta la tua vita… no, per tutta l'eternità.” dice con freddezza—probabilmente perché sa che è l'esatto opposto di ciò che desidero. “Dopotutto—consegnare la mia scatola mi ucciderebbe.

In altre parole, morirà se l'Aula del Rifiuto finisce? Maria non me lo aveva mai menzionato.

“Capisci? Se scappi da questa scatola mi ucciderai. Pensi che stia mentendo? Pensi che stia soltanto inventando scuse a caso per proteggere la scatola? Beh ti sbagli! Lo capirai anche tu se ci pensi bene! Voglio dire, perché pensi che il mio desiderio sia di tornare al passato?”

Perché qualcuno desidererebbe riavvolgere il corso del tempo? Forse perché è accaduta una tragedia…?

“Non ti sei mai chiesto perché sono sempre io che finisco investita da quel camion? Ammetto che ci sono state volte che Aya Otonashi si è sacrificata per me… ah, comunque, ci sono state anche volte che ti sei sacrificato tu per me. Ma la maggior parte delle volte ero io quella che moriva, giusto?”

“Ah—“

Non dirmi che—

Finalmente sono giunto ad una possibile spiegazione.

Perché Mogi-san non ha messo fine all'Aula del Rifiuto?

Quell'incidente è un fenomeno inevitabile dentro l'Aula del Rifiuto. Qualcuno, di solito Mogi-san, finisce per essere vittima di quell'incidente. Non so perché, ma si verifica sempre.

'Penso che—una volta che una cosa accade, non può essere annullata.'

Una volta ho detto queste parole. La risposta di Maria fu che 'Il tuo sentimento è normale. E sembra proprio che anche il creatore di questa Aula del Rifiuto la pensi esattamente come te.'

Quindi, diciamo che abbia la possibilità di distruggere la scatola. Fare ciò significherebbe anche—

Sei preparato a rendermi la vittima definitiva di quell'incidente?

—uccidere la ragazza che amo?

Sento un rumore metallico. Non riesco a riconoscerlo all'inizio, ma poi realizzo che il coltello mi è caduto delle mani in terra.

“Non sei nemmeno in grado di passarmi il coltello? Che miserabile...”

Mogi-san cammina verso di me. Raccoglie il coltello da cucina.

Probabilmente sta per uccidermi.

Poiché ha commesso così tanti peccati, solo continuare a farli può giustificare le sue azioni. Se non lo facesse, verrebbe sopraffatta dai rimorsi di coscienza. Non tornerà più. Ha perso il controllo, mi ucciderà.

Molto probabilmente—'Kasumi Mogi' ha smesso di essere 'Kasumi Mogi' dopo che ha ucciso la sua prima vittima.

La sua faccia inespressiva è ricoperta del sangue di due ragazze.

Si abbassa verso di me, visto che non riesco più a stare in piedi.

Mette un braccio intorno a me mentre tiene il coltello da cucina in mano. Incrocia le braccia dietro la mia schiena e appoggia la lama sul mio collo, proprio sopra la carotide.

La faccia di Mogi-san è a pochi centimetri dalla mia, e apre la bocca.

“Per favore, chiudi gli occhi.”

Faccio come mi dice.


Qualcosa di soffice mi sfiora le labbra.


Realizzo all'istante cosa sia.

Alla fine, una certa emozione mi risale dal profondo. E' l'emozione che non era emersa nemmeno quando ho visto il cadavere di Kokone o quando Maria è stata accoltellata.

E' rabbia.

Io—non posso perdonare questo.

“Non è la prima volta che ti ho baciato, sai? Ma mi dispiace che sia sempre così strano.”

Non posso perdonare questo. Voglio dire, non riesco nemmeno a ricordare di cosa stia parlando. E sono sicuro che non ricorderò nemmeno questo istante.

“Addio, Kazu-kun. Ti ho amato tanto!”

Mogi-san è davvero soddisfatta di memorie che non può condividere con nessuno? Beh, deve esserlo, considerando quanto si sia abituata ormai alla solitudine.


Un dolore straziante mi corre lungo il collo.

Tradisco la richiesta di Mogi-san e riapro i miei occhi.

Mogi-san è stupita, ma non riesce a distoglierlo lo sguardo in tempo. Aah, i nostri occhi alla fine si sono incontrati propriamente.

Afferro la sua mano.

Dall'angolo dei miei occhi, posso vedere del liquido rosso che fuoriesce sul mio collo e passando per le sue mani gocciola a terra.

“...Che stai facendo?”

“Non… posso perdonare...”

“Non puoi perdonarmi? Fufu… Non mi interessa. Ne sono consapevole. Ma non importa! E' già finita comunque.”

“Non è quello.”

“...E cosa allora?”

“Non sei tu—Non posso perdonare l'Aula del Rifiuto che ha rimosso la mia vita quotidiana!”

Stringo la mia presa sul suo polso. La sua mano delicata è immobilizzata dalla mia. La mia vista diventa nera per un momento. La ferita sul mio collo potrebbe essere fatale.

“La-Lasciami andare—!”

“Non lo farò!”

Non so ancora cosa fare. Sono sicuro che non posso ucciderla. Ma realizzo chiaramente una cosa: questa Aula del Rifiuto è imperdonabile. Pertanto, non devo assolutamente scomparire.

“Lascia che ti uccida! Per favore, lascia che ti uccida!” mi urla contro. Sebbene queste siano parole di rifiuto, mi suonano come se stesse piangendo di dolore, quasi come un lamento.

...ah, ho capito. Alla fine l'ho notato.

Sta piangendo.

In superficie, è inespressiva come sempre. Non ha l'ombra di una lacrima. Guardo dritto verso di lei. Subito distoglie lo sguardo. Le sue fragili e sottili gambe stanno tremando sin dall'inizio. Non riesce ad esprimere i suoi sentimenti, visto che ha perso le sue espressioni facciali molto tempo fa. Non riesce nemmeno a rendersi conto che sta piangendo. Le sue lacrime non scorrono più, probabilmente perché inaridite tanto tempo fa.

Mi dispiace che non l'abbia notato prima.

“Non ti lascerò uccidermi. Non ti lascerò rifiutarmi.”

“Non prenderti gioco di me! Non tormentarmi più!”

Mi dispiace, ma non posso ascoltare la sua preghiera.

Dunque—

“Mi rifiuto assolutamente di abbandonarti alla tua solitudine!” le grido.

Forse è solo la mia immaginazione, ma ho avuto la sensazione che Mogi-san si sia rilassata per un secondo.

Ma comunque…!

“Ah—“

La mia vista diventa del tutto nera. Un colpo sulla mia guancia ripristina momentaneamente la mia vista. Lo scenario è cambiato. Le scarpe ricoperte di sangue di Mogi-san sono proprio davanti ai miei occhi. Le mie mani non stanno più afferrando il suo polso; giacciono inermi sul pavimento.

Non è che mi abbia fatto nient'altro lei. Semplicemente sono collassato a terra di mio.

Sebbene fossi convinto di aver trovato finalmente un modo per persuaderla, non posso più muovermi. Ho problemi perfino ad aprire la bocca.

“Sono una stupida.”

Sento la sua voce.

“Solo per questo, solo per questa frase, io—“

Impossibilitato dall'alzare la testa, non so che faccia stia facendo mentre parla.

“...Devo… uccidere. Devo uccidere. Devo uccidere. Devo uccidere. Devo uccidere. Devo uccidere. Devo uccidere. Devo uccidere. Devo uccidere. Devo uccidere.”

Come se si stesse impartendo degli ordini da sola, ripete la stessa frase ancora e ancora.

Le sue scarpe si spostano. Il sangue di qualcuno mi schizza sul viso. Un riflesso di luce lampeggia dal coltello da cucina nei miei occhi. —ah, ha intenzione di usarlo.

“Ora è davvero un addio, Kazu-kun.”

Si accovaccia su di me e con gentilezza mi accarezza la schiena.

“—Devo uccidere...”

E a quel punto immerge la lama—

“—Devo uccidere me stessa.

—nel suo corpo.




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