Utsuro no Hako to Zero no Maria (Italian):Volume 1 - 27753° volta

From Baka-Tsuki
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La nostra classe sta giocando a calcio durante l'ora di educazione fisica.

Siccome mi sanguina il naso, sto riposando sulle ginocchia di Mogi-san.

D'improvviso comincio a pensare ai suoi sentimenti. Potrebbe essere che lasciandomi riposare sulle sue ginocchia stia provando, anche se solo un pochino, ad attirare la mia attenzione?

Non ne ho la minima idea—è inespressiva come al solito quando la guardo.

“...Mogi-san”

“Che c'è?”

“A cosa stai pensando in questo momento?”

“Eh?”

Mogi-san inclina il capo, ma non sembra che abbia una risposta. La sua reazione alla mia domanda è un'espressione confusa.

Questo mi fa pensare—se è così difficile riconoscere i sentimenti della mia amata, può mai progredire la nostra storia d'amore?

Perché mi sono innamorato di una ragazza così difficile?

Provo a ricordare.

“...Huh?”

“...Che c'è che non va?” mi chiede Mogi-san mentre emetto quel suono improvviso.

“N-no… niente!”

Ma la mia faccia probabilmente non sta trasmettendo un 'niente'. Mogi-san ne è consapevole. Ma siccome non ha le abilità sociali per interrogarmi più a fondo, resta in silenzio e rinuncia a chiedermi qualsiasi cosa.

Mi alzo senza nemmeno avvisarla.

“Ah, uhm… sembra che il naso non mi sanguini più.”

“...mmh.”

La nostra conversazione si conclude con queste vuote parole.

Perché ho abbandonato di mia volontà una situazione così meravigliosa? Potrei non avere mai più una possibilità di goduria simile.

Ma—è impossibile.

Perché non importa quanto provi duramente—non riesco a ricordare.

Non riesco a ricordare. Non riesco a ricordare. Non riesco a ricordare!… Non riesco a ricordare, non importa quanto ci provi duramente.

Non è stato amore a prima vista, e non abbiamo nulla in comune oltre al fatto di essere compagni di classe.

E allora, come è successo? Non può essere che questo amore si sia risvegliato all'improvviso, è mai possibile che io—

“—impossibile...”

Sebbene sia difficile da credere, è l'unica cosa che riesco a pensare ora. Un risveglio completamente improvviso e spontaneo d'amore.

“Che c'è che non va? Stai bene?… Vuoi andare in infermeria?”

Mogi-san pronuncia le sue parole con la calma di sempre. Sono davvero felice che è preoccupata per me. Semplicemente felice. Questo sentimento non è fasullo.

“...Sto bene. Stavo solo pensando a una cosa.”

Mi chiedo ripetutamente se è un errore. Ma più ci penso, più mi sembra vero. Io non ero attratto da Mogi-san.

Fino a quando? Giusto—

Non ero attratto da lei fino a ieri.

“—Ah, capisco.”

Guardo Aya Otonashi, la studentessa appena trasferita che sta in piedi in mezzo al cortile.

Quando si è verificato l'evento che mi ha fatto innamorare di Mogi-san? —ah, è semplice. Non è stato ieri. Eppure oggi sono già innamorato. Allora quand'è successo?

L'unica possibilità è—in qualche momento tra ieri ed oggi.

Durante i più di 20000 cicli che si sono verificati nell'Aula del Rifiuto.

Ah, ora ricordo. Solo un frammento, ma probabilmente ho ricordato più del solito. Eppure, è ancora un frammento, quindi la maggior parte delle mie memorie rimangono perdute.

Ho perso il mio ricordo più importante—come mi sono innamorato di Mogi-san. E purtroppo non recuperò mai più quella memoria. Non posso condividere nulla con Mogi-san. Un amore irrequieto per il quale non posso farci nulla, non importa quanto tempo trascorra; sono solo i miei sentimenti a crescere più forti.

No, potrebbe essere più complesso di così. Questo amore potrebbe scomparire non appena l'Aula del Rifiuto cesserà di esistere. Voglio dire, questo amore non dovrebbe nemmeno esistere in assenza dell'Aula del Rifiuto.

E' strano. E' davvero strano. Questo amore non è una bugia.

Eppure, è una menzogna che non può esistere in assenza della scatola?

Un improvviso colpo di vento. Solleva la gonna di Mogi-san. Vorrei proprio sapere perché ho questa vaga impressione di aver già visto queste mutandine blu chiaro?

No, sono effettivamente familiare con questa scena.

So che Mogi-san sta indossando mutandine blu chiaro oggi.

Proprio come so che Aya Otonashi ha sacrificato Kasumi Mogi più di chiunque altro per mantenere le sue memorie.


Pertanto, decido—

Di difendere questa Aula del Rifiuto.



Questa volta Aya Otonashi non mi approccia lei per prima.

A dire il vero, la stessa cosa potrebbe essere già accaduta durante l'ultimo ciclo. Le mie memorie sono vaghe, ma penso che questa situazione persista da un po'.

Aya Otonashi sta mangiando da sola durante la pausa pranzo, masticando il suo panino con visibile stanchezza.

Questa volta sono io quello che la approccia.

Già solo per questo il mio corpo trema e il mio cuore accelera. Il respingere gli altri di Otonashi-san è diventato una barriera impenetrabile, con abbastanza potenza da mettere sotto pressione da sé.

“...Otonashi-san.”

Mi preparo psicologicamente, e la chiamo. Ma Otonashi-san non si gira nemmeno. A questa distanza è impossibile che non mi abbia sentito, quindi continuo comunque.

“Ho qualcosa da discutere con te.”

“Io no.”

Mi azzittisce senza battere ciglio.

“Otonashi-san.”

Nessuna reazione. Continua a masticare a malincuore il suo panino.

Sembra volermi ignorare, non importa cosa le dica. In tal caso, non mi resta che fare in modo che le sia impossibile ignorarmi.

L'innesco giusto mi viene in mente dopo una breve riflessione.

“...Maria.”

Il suo masticare si ferma.

“Ho qualcosa da discutere con te.”

Ancora non mi guarda. E non dice nulla.

La classe è nel silenzio più assoluto. I nostri compagni ci stanno fissando tutti, trattenendo il fiato.

Otonashi-san alla fine sembra perdere la calma e sospira.

“Non avrei mai pensato pronunciassi quel nome. Sembra che tu abbia ricordato un bel po' di cose stavolta."

“Si, quindi—“

“Anche così, non c'è comunque nulla che debba discutere con te.”

Una volta ancora comincia a masticare svogliatamente il suo panino.

“Perché?ǃ”

I miei compagni di classe si concentrano tutti su di me quando inizio ad alzare la voce.

“Perché?! Non sono io la persona con cui devi avere a che fare?! Quindi perché non vuoi nemmeno provare ad ascoltarmi?!”

“Perché, dici?” sogghigna. “Davvero non lo sai? Ah! Guarda quanto stupidamente stai agendo ancora una volta. Non pensi mai con la tua testa. Perché dovrei associarmi ad una persona come te?”

“...Non so come ho agito precedentemente.”

“Precedentemente? Che sciocco. Qual è la differenza con quello che stai facendo ora? E' sempre uguale!”

“Come puoi esserne sicura? Magari questa volta sto per offrirti il mio aiuto. In quel caso—“

“Fondamentalmente non importa.”

Otonashi-san pronuncia queste parole senza nemmeno farmi finire.

Sto per obiettare istintivamente. Ma questa obiezione è cancellata della frase successiva di Otonashi-san.

“Perché non è la prima volta che mi fai questa proposta.”

“Eh—?”

Sono così sorpreso che la mascella quasi mi cade del tutto. Pulendo dolcemente la sua bocca, Otonashi-san riavvolge nella carta il suo panino mezzo mangiato e parla.

“Va bene. In ogni caso sono stata costretta a sprecare il mio tempo con una miriade di cose inutili. Questa non è soltanto la seconda o terza volta che ti sto dando questa spiegazione, ma te la darò comunque.”

Otonashi-san si alza e se ne va.

Non ho altra scelta che seguirla silenziosamente.



Come sempre, mi porta sul retro dell'edificio scolastico. E come sempre, Otonashi-san si appoggia contro il muro.

“Te lo dico sin dall'inizio. Non voglio avere una vera conversazione con te. Ascolterai le mie parole in silenzio e basta.”

“...Lascialo decidere a me.”

Dico così per fare un po' il ribelle, ma Otonashi-san mi fulmina con uno sguardo glaciale.

“Hoshino, sai che iterazione è questa? No, non lo sai. Questa è la 27753° iterazione.”

Quel numero è oltremodo oltraggioso.

“...hai davvero tenuto il conto di tutte le volte?”

“Si, visto che non c'è alcun modo di saperne il numero se non le contassi io. Se mi dimenticassi di farlo, perderei me stessa. Per questo motivo sto tenendo il conto.”

Sicuramente è un po' rilassante sapere quanti passi hai fatto verso una destinazione ignota.

“Ho ripetuto tutto così tante volte. Ho già provato tutte le possibili modalità di approccio con te. Non riesco neppure ad immaginare cosa non abbia ancora provato a fare.”

“E' per questo che dici che parlarmi è inutile?”

“Si.”

“Non stai nemmeno più provando a persuadermi a consegnarti la scatola?”

“Mi sono arresa su quel punto parecchio tempo fa.”

“Perché? In tutte queste ripetizioni devo pur aver collaborato con te almeno una volta.”

“Si, ovviamente. Ci sono state iterazioni dove mi hai trattato con ostilità, e ci sono state volte dove invece hai cooperato con me. Ma sai cosa? Non importa. In qualsiasi modo ti rapportassi a me non mi hai mai consegnato la scatola.”

Non le ho consegnato la scatola nemmeno quando sono stato cooperativo?… beh, è palese. Non sarei qui 'ora' se Otonashi-san avesse ottenuto la scatola.

“Giusto per confermarlo: tu sei sicura che sia io il proprietario della scatola, vero?”

“Questa è stata una questione di costante dibattito interno per me. Ma la mia conclusione è sempre la stessa. Kazuki Hoshino è, senza dubbio, il proprietario.”

“Perché pensi questo?”

“Non ci sono poi così tanti sospetti come immagini tu. La spiegazione completa richiederebbe troppo tempo, quindi la farò corta: è impossibile per i pochi plausibili sospetti riuscire a sconfiggermi per 27753 volte. Dunque sei tu l'unico possibile proprietario. In aggiunta, c'è una prova indiscutibile che è estranea all'Aula del Rifiuto, giusto?”

Ha ragione—ho incontrato in precedenza il distributore di scatole—'*'.

“Indipendentemente da tutto questo, non hai mai rinunciato alla scatola. O piuttosto, non puoi farlo. Ti ho riconosciuto come il proprietario più di 20000 iterazioni fa.”

“Quindi ci hai rinunciato?”

Questa Otonashi-san non sta facendo alcuno sforzo per ottenere la scatola?

“Non è che ci abbia rinunciato. Semplicemente non posso ottenere la scatola. Assumiamo che stai cercando una moneta da 100 yen che dovrebbe essere nel tuo portafogli, ma non riesci a trovarla non importa quante volte lo rivolti sotto sopra. Cercare in ogni angolo del tuo portafogli è facile. Eppure non riesci a trovare la moneta. In quel caso devi renderti conto che la moneta non è più nel portafogli. Allo stesso modo, a seguito di queste 27753 ricorrenze sono arrivata alla conclusione che non posso ottenere la scatola da Kazuki Hoshino.”

Otonashi-san mi guarda accigliata per un momento e poi si gira.

“Bene allora, lo spettacolo di contorno è appena finito. Hai ancora qualcosa da dire?”

“...Si! E' per quello che volevo parlarti sin dall'inizio.”

Devo dirglielo.

Ho deciso. Ho deciso di difendere questa Aula del Rifiuto.

Otonashi-san, che è arrivata a uccidere Mogi-san innumerevoli volte. Farò di lei—

“Io farò di te, Otonashi-san, no, Aya Otonashi—“

“—un nemico?”

“—huh?!”

Ha facilmente predetto la mia pomposa mossa per oppormi a lei. Ed è ancora disinteressata come se volesse ignorarmi del tutto.

Quando si accorge che sono rimasto senza parole e scioccato dal profondo del cuore, Otonashi-san lascia uscire un sospiro. Con riluttanza si volta verso di me.

“Hoshino, ancora non capisci? Quanto tempo pensi che abbia trascorso con te, idiota? Questo è soltanto un altro scenario che ho già ripetuto così tante volte da esserne stanca ormai. Non c'è modo che non possa prevederlo, capisci?”

“C-Cosa—“

Ho fatto questa pomposa mossa già chissà quante volte?

Perché si è rivelata inefficace ogni volta?

“Tra l'altro, lascia che ti dica un'altra cosa. Anche se le tue convinzioni prendono forma nell'opporsi a me, e provi a mantenere queste memorie attraverso ogni iterazione, alla fine abbandonerai la tua opposizione. Ne sono strasicura.”

“N-Non c'è modo che io—“

Dopotutto, significherebbe che sono arrivato a patti con il suo uccidere Mogi-san; avrei cancellato per sempre i miei sentimenti per Mogi-san.

“Non riesci a credermi? Vuoi che ti dica anche la ragione che ho ascoltato dalla tua bocca così tante volte prima?”

Mi mordo le labbra.

Otonashi-san considera la conversazione conclusa e si gira.

“I tuoi valori riescono a sopravvivere a più di 20000 ripetizioni senza problema. Ti devo dare credito per questo.”

Spontaneamente alzo la testa.

Mi ha appena mostrato 'apprezzamento'? Otonashi-san?

“Aspetta un momento.”

C'è un'altra cosa che devo chiederle, non importa come.

Otonashi-san gira la testa verso di me.

“Hai smesso di provare a recuperare la mia scatola, giusto?”

“Si. Non te l'ho appena detto?”

“Allora… cosa hai intenzione di fare d'ora in poi?”

Non c'è alcun cambio nell'espressione di Otonashi-san. Mi fissa senza abbassare lo sguardo.

In risposta, quel suo sguardo estremamente diretto mi spinge ad abbassare il mio.

“Ah—“

In quell'istante… Otonashi-san se ne va senza dire nient'altro.

Senza dare una risposta alla mia domanda.



Otonashi-san non è tornata in classe dopo—probabilmente è andata a casa.

La quinta ora oggi è di Matematica. Non riesco a capire le formule, nonostante forse le abbia ormai viste milioni di volte. Preferisco dunque concentrarmi a guardare Mogi-san per tutto il tempo.

Abbandonerò davvero Mogi-san? Distruggerò realmente i miei sentimenti per lei di mia volontà?

No. E' impossibile. Non importa cosa i me stessi passati pensano.

Il me stesso attuale non si arrenderà su Mogi-san. E' questo ciò che importa.

La quinta ora finisce.

Mi dirigo immediatamente da Mogi-san. Mi nota e comincia a fissarmi con quei suoi occhi a mandorla. Il mio corpo si irrigidisce come pietra. Il mio cuore perde il suo solito ritmo.

Solo per un suo sguardo. Tutto questo dimostra che ciò che sto per dirle è davvero speciale.

E' un'azione che non avrei mai intrapreso nella mia normale vita quotidiana.

Ma non importa, non riesco a pensare ad un altro metodo che mi crei uno shock a tal punto da farmi mantenere le mie memorie.

Non riesco a pensare ad un altro metodo oltre al confessare il mio amore a Mogi-san.

“...Mogi-san”

Immagino che io stia facendo proprio una faccia stranissima al momento. Mogi-san mi guarda incuriosita e inclina il capo.

“Ehm, c'è qualcosa che mi piacerebbe dirti—“


'Per favore, aspetta fino a domani.'


“—ah”

Un'immagine passa attraverso la mia mente. Una voce comincia arbitrariamente a riprodursi nella mia testa. Provo una sensazione così chiara e intensa, mi fa male come se del vetro mi fosse entrato negli occhi, nelle orecchie e nel cervello.

Il petto mi batte aggressivamente come se fossi colpito da un martello.

N-No—

Non voglio ricordare. Ma anche se non voglio ricordare, anche se ripetutamente voglio eliminare quella memoria, non scompare. Anche se posso dimenticare qualsiasi altra memoria, non importa quanto significante sia, questa è l'unica che proprio non riesco a dimenticare.

Si, vero—

Tanto tempo fa—mi sono già dichiarato a Mogi-san.

“...che c'è che non va?”

“...scusa, non è niente.”

Metto un po' di distanza tra me e lei. Mogi-san alza le sue sopracciglia sospettosa ma non mi chiede nulla di più.

Ritorno mesto al mio posto e lascio che la testa mi cada sul banco.

“...Capisco.”

Ora che ci penso, è ovvio. Dopotutto, ho ripetuto questo giorno oltre 20000 volte.

Mi sono dichiarato a Mogi-san. Ma l'ho dimenticato. Quindi mi sono dichiarato di nuovo. E l'ho dimenticato ancora. Per resistere all'Aula del Rifiuto, ho fatto la mia dichiarazione d'amore, che nemmeno avrei mai voluto fare, chissà per quante volte e l'ho dimenticata altrettante volte.

Quella risposta—

“Per favore, aspetta fino a domani.”

E' terribile. Quel domani di cui parla non verrà mai.

Mi sono armato di risoluzione impareggiabile, ho tirato fuori tutto il coraggio che normalmente non sarei stato capace di avere, ho portato i miei nervi al limite—eppure alla fine, le mie parole più sincere sono sparite completamente nel dimenticatoio. E poi sono stato costretto ad interagire con Mogi-san, che ha dimenticato le mie dichiarazioni d'amore innumerevoli volte.

...Capisco. Non sono soltanto state dichiarate nulle.

Non c'era nulla da cui partire.

Questo mondo era vuoto sin dall'inizio. Non c'è nulla di valore da poter essere trovato in un mondo dove ogni cosa che accade diventa nulla. C'è poco valore nelle cose belle, nelle cose brutte, nelle cose preziose, nelle cose squallide, nelle cose amate, nelle cose odiate.

Per questo motivo niente esiste. C'è solo il vuoto.

Un vuoto sfuggente chiamato Aula del Rifiuto.

Mi sento nauseato. Sono costretto a respirare in un ambiente terribile. Mentre sento il bisogno urgente di svuotare i miei polmoni da quest'aria, non ci riesco, come se non fossi più in grado di vivere qui. Non posso vivere senza respirare. Ma se continuassi a respirare in questo vuoto, il mio corpo diventerebbe vuoto anche lui. Diventerei vuoto come una spugna.

Oppure—era già troppo tardi per me tanto tempo fa, e sono dunque già diventato vuoto?

“Che hai che non va, Kazu-kun? Ti senti male?”

Quando sento questa voce familiare, sollevo la testa lentamente mentre rimango accasciato sul banco. Kokone è in piedi davanti a me, accigliata.

“Ti ha sanguinato il naso durante l'ora di educazione fisica, no? Forse è per quello? Se non ti senti bene, non dovremmo andare in infermeria?”

“Non c'è alcun sanguinamento di naso di cui preoccuparsi, Kiri. Scommetto che la fonte del suo malore siano le ginocchia su cui si è riposato allora, piuttosto che il sanguinamento del suo naso.” dice Daiya. Non l'avevo notato, ma immagino che fosse da qualche parte lì vicino.

“Ginocchia…? ...ah! Capisco! Quindi è così! Solo mal d'amore...”

A quel punto mette su un ghigno e mi da dei colpetti alla schiena come segno di incoraggiamento.

“Tuuu! Non è un po' troppo impertinente per te? Non farti coinvolgere in qualcosa di così maturo come l'amooooore.”

“Influenzato da una comune cotta—ridicolo.”

“N-No! Sono sempre stato innamorato di—“

Mi fermo prima di concludere la frase. C'erano degli scivoloni verbali su multipli livelli. Per prima cosa, stavo per ammettere i miei sentimenti per Mogi-san, ma soprattutto oltre a quello—

“Ah? Ma se non avevi questo sentimento speciale per Mogi fino a ieri, no?”

—non sarebbe stato vero.

Come dato di fatto, mi sono innamorato di lei soltanto oggi. Per me è un risveglio d'amore improvviso, almeno dal punto di vista di Daiya o chiunque altro. Ed è per quello che nessuno sapeva della mia passione per lei, anche se il mio comportamento lo rende chiaramente visibile.

“Ehi, ehi, Daiya. Sembra che questo ragazzo abbia appena ammesso il suo irrequieto amore per Kasumi. Ihihihih”

Kokone sogghigna e da dei colpetti col gomito a Daiya.

“Si. Nel migliore scenario possibile questo potrebbe darmi qualche intrattenimento extra.”

“Eheheheh… l'amore tra due persone estranee è divertente dopotutto! Mmh, mmh. Non preoccuparti. La sorellona ti supporterà! Ti darò dei consigli e ti aiuterò! E se vieni scaricato, ti consolerò pure! Ma se dovessi avere successo, ti ucciderò, visto che mi irriterebbe a morte.”

“Non preoccuparti. Quando questi due cominceranno ad uscire assieme, gliela ruberò da sotto il naso.”

“Uwaaaa, suona divertente! La sfortuna degli altri e i confusi triangoli amorosi! Superbo!”

Questi due sono davvero crudeli, ignorando a questo modo le mie pessime condizioni attuali.

Beh, fortunatamente ******* non è qui. Se ci fosse anche lui allora questa sarebbe la sua occasione d'oro per prendere il pallino della conversazione e portarla su altri livel—

“—huh?”

“Mmh? Che c'è, Kazu-kun?”

“No, è solo che… mi chiedevo dove sia. Si è preso un giorno di vacanza?”

“Di chi stai parlando?” chiede Daiya con uno sguardo sospetto.

Che strano. Pensavo che Daiya avrebbe capito subito di chi stavo parlando.

“Non lo sai? Naturalmente sto parlando di—“

—ehm, di chi?

Huh? Aspetta un secondo! Stavo… stavo per dire il nome di una certa persona. Allora perché l'ho dimenticato? Non solo il suo nome, ma anche la sua faccia?

“...Kazu-kun? Che c'è che non va? Di chi stavi parlando?”

Mi sento male, come se avessi ingoiato qualcosa a metà tra liquido e viscido, che mi fa venir voglia di strapparmi la gola. Ma sono fortunato ad essere in grado di sentire quel disgusto. Se deglutissi e ingoiassi completamente, allora ******* scomparirebbe del tutto.

“E-Ehi… Kazu-kun!”

Nessun problema. Non riesco a ricordarlo del tutto. Ma posso ancora ricordarlo grazie a questa sensazione di disgusto.

“—Haruaki!”

Il nome del mio caro amico. Il compagno che ha giurato di essere un mio alleato per sempre.

...mi sto solo arrampicando sugli specchi, ma lo spero comunque. Spero che sia io la sola persona che ha dimenticato Haruaki per qualche motivo. Ma sono un idiota. Quella speranza—

“Ehi, Kazu. Chi è questo 'Haruaki'?”

—non può che morire.

Stringo i denti per sopportare questa fastidiosa sensazione. Daiya e Kokone si accigliano al mio strano comportamento.

Questi due lo hanno dimenticato—anche se sono amici di infanzia e lo conoscono da molto più tempo di me.

Il fatto che 'Haruaki' non esista qui è un colpo impietoso e—

“Vado a casa.”

—mi causa una ferita mortale.

Mi alzo, prendo lo zaino, do loro le spalle e mi incammino fuori dall'aula.

Non riesco più a sopportare di stare qui.

Perché Haruaki non è qui?

Lo so bene perché. So che Haruaki è stato 'rifiutato'.

Da chi? Ma è ovvio. E' stato 'rifiutato' dal protagonista che ha creato questa Aula del Rifiuto.

Ciò che avevo capito era tutto sbagliato. Pensavo che l'Aula del Rifiuto avrebbe preservato il flusso della mia vita quotidiana per sempre. Che sciocco. Impossibile che le cose sarebbero potute andare così. La vita quotidiana è chiamata così perché è in continuo movimento. Se fermi il flusso di un fiume, allora i sedimenti si fermano e lo colorano tutto di nero. Ed è proprio così adesso. I sedimenti si sono raccolti qui.

Aah, capisco. Penso di aver compreso questo fenomeno già chissà quante volte. Non importa quanti cicli possa subire. Finisco per riscoprire questa verità ogni volta. E in seguito smetto di oppormi a Aya Otonashi.

Aya Otonashi distruggerà l'Aula del Rifiuto.

E sapendo quello che ora so, perché dovrei fermarla?

La campanella suona. La maggior parte dei miei compagni di classe ritorna ai propri banchi adesso.

Quindi prima di andarmene do un'ultima occhiata alla classe.

Un posto vuoto. Un altro posto vuoto. Ancora un altro. E un altro laggiù. Aah… ho già realizzato tutto questo, ma nessun altro sembra accorgersi dell'anormalità di un così grande numero di banchi vuoti.



Probabilmente avrei potuto accorgermene da solo, ma non l'ho fatto perché non volevo ammetterlo.

Aya Otonashi è arrivata alla conclusione che è impossibile recuperare la scatola da me.

Dovrebbe essere facile porre fine all'Aula del Rifiuto non appena identifichi il colpevole. Eppure lei ha già passato oltre 20000 iterazioni nel tentativo di ottenere quella scatola.

Quindi… cosa dovrebbe fare?

Non è ovvio?


Le mie membra si spalmano tutt'intorno mentre vengo travolto dal camion. E' piuttosto comico vedere la propria gamba destra giacere così lontano da sé.

“Dunque finisce tutto qui...”

Sono stato 'ucciso'. Ho lasciato che venissi ucciso.

“27753 ripetizioni senza senso. Quindi tutto questo tempo trascorso è stato uno sforzo totalmente inutile? Devo… devo ammettere che anche io sono piuttosto stanco.”

Per essere precisi, non sono ancora morto. Ma giacendo in una pozza di sangue, lo so per certo: morirò. Non verrò salvato. E si, sono stato ucciso da lei.

“Ugh…! Ho speso quest'ammontare oltraggioso di tempo e questo è tutto ciò che ho ottenuto. Non ho mai odiato la mia impotenza più di quanto la stia odiando proprio adesso…!” mormora con amaro rammarico.

“...andiamo avanti. Visto che non ho potuto ottenere la scatola qui, dovrò solo cercare la prossima.”

Gli occhi di Aya Otonashi non mi percepiscono più. No, sicuramente quegli occhi non mi hanno mai percepito per davvero, sin dall'inizio.

Dall'inizio alla fine Aya Otonashi ha solo guardato alla scatola dentro di me.

Anche questo giorno sarà reso 'nullo'? No, non lo sarà. Se la scatola chiamata Aula del Rifiuto è dentro al mio corpo, allora sarà distrutta quando morirò. E come le mie membra sono state spappolate dal camion, così la scatola sarà già stata spappolata anche lei.

Questo giorno non si ripeterà mai più.

Aah, che ironia. Se questo era l'unico modo per mettere fine all'Aula del Rifiuto, allora la morte era l'unica via possibile sin dall'inizio. Beh, ovviamente era un mondo vuoto. Questo mondo era sicuramente—il mondo dopo la mia morte.

Ma con questo, la nostra battaglia giunge al termine.

E' stata una battaglia a senso unico e senza sorprese, ma è giunta finalmente ad una fine.


Si… è quello di cui eri convinta, vero? Otonashi-san?


Ti compatisco. Davvero, Otonashi-san!

Immagino sia accaduto perché continuavi ad ignorarmi. Non avresti fatto un simile errore altrimenti.

E' per quello che hai sprecato tutto questo tempo.

Ascolta, Otonashi-san. E' molto semplice se ci pensi bene. Non era possibile che una persona normale come me potesse essere il protagonista.

Vorrei dirle queste cose, ma ormai non sono più in grado di farlo. Non riesco neppure più a muovere la mia bocca.

La mia coscienza svanisce. Muoio.

Il che—non conclude proprio niente.




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