To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume1 Capitolo3

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Capitolo 3: Il Grimorio Sorride Serenamente. "Forget_me_not."[edit]

Parte 1[edit]

Non capiva. Non riusciva a capire cosa gli stesse dicendo.

Collassato e sanguinante sulla strada, Kamijou guardò Kanzaki e pensò di aver sentito male. Dopotutto, non aveva alcun senso. Index stava cercando di arrivare alla Chiesa Anglicana, in fuga da alcuni maghi. Come potevano i suoi stessi inseguitori appartenere al gruppo che stava cercando di raggiungere per essere protetta?

«Hai mai sentito parlare della memoria perfetta?» chiese Kanzaki Kaori con voce debole e addolorata. In quel momento veniva difficile credere che fosse tra i 10 maghi più forti di Londra. Non sembrava nient'altro che una ragazza sfinita.

«Sì, è la vera natura dei suoi 103.000 grimori, giusto?» Kamijou mosse le labbra screpolate. «Sono tutti nella sua testa. Anche se mi è difficile credere che riesca a memorizzarli dopo averli visti solo una volta. Insomma, è una scema, non riesce a dare l'impressione di un genio.»

«...E cosa sarebbe per te?»

«Solo una ragazza.»

Kanzaki sembrò più stanca che sorpresa, e disse: «Credi che sarebbe stata in grado di sfuggirci per un anno intero se fosse stata "solo una ragazza"?»

«...»

«Stiyl ha le fiamme, ed io ho i miei Nanasen e Yuisen. Si trova contro dei maghi disposti a pronunciare il proprio nome magico, ma non dispone del soprannaturale come te o della magia come me. Tutto quel che può fare è scappare.» Kanzaki fece un sorriso di auto-denigrazione. «E poi noi siamo solo due, neanch'io reggerei un mese contro l'intera Necessarius.»

Aveva ragione.

Kamijou aveva finalmente appreso la verità riguardo Index. Non era riuscito a scappare per nemmeno quattro giorni, ed aveva l'Imagine Breaker in grado di distruggere i sistemi di Dio in un colpo solo. Invece lei...

«Sì, lei è un genio, senza ombra di dubbio.» dichiarò Kanzaki. «A tal punto che se usasse male la propria abilità potrebbe causare un disastro. La ragione per cui i leader della Chiesa non la trattano in modo normale è chiara, ne sono spaventati, come lo sono tutti.»

«Va bene.» Kamijou si morse le labbra insaguinate. «Ma è pur sempre un essere umano. Non è un oggetto. Non posso... permetterti di riferirti a lei in quel modo...!»

«Sì.» Kanzaki annuì. «Però ha dei limiti non tanto diversi da quelli della gente normale.»

«...?»

«Più dell'85% del suo cervello è riempito dai 103.000 grimori. Il rimanente 15% è appena sufficiente per permetterle di vivere come noi.»

Era davvero sorprendente, ma c'era una cosa che Kamijou voleva sapere più di ogni altra.

«...E allora? Si può sapere che state facendo? Fate parte della sua stessa Chiesa, no? Necessarius o come si chiama. Perché la inseguite? Perché mi ha detto che provenite da una setta di maghi?» Kamijou strinse silenziosamente i molari. «O stai cercando di dirmi che mi stava prendendo in giro?»

Non poteva crederci. Se Index stava cercando di usarlo, non capiva che senso avrebbe avuto rischiare la sua vita e venire ferita alla schiena per salvarlo.

Ma anche senza arrivare a pensare a questo, Kamijou si rifiutava di crederci.

«...Non stava mentendo.» rispose Kanzaki con leggera esitazione.

Sembrava stesse trattenendo il respiro, e che il suo cuore fosse stretto in una morsa.

«Non ricorda nulla. Non ricorda che facciamo parte di Necessarius o il motivo per cui la stiamo inseguendo. Proprio per questo è ovvio che arrivi a certe conclusioni. E' normale pensare che i maghi all'inseguimento dell'Index Librorum Prohibitorum siano di un'associazione segreta che vuole mettere le mani sui suoi 103.000 grimori.»

Kamijou si ricordò di una cosa.

Index aveva perso i ricordi che risalivano a prima dell'anno precedente.

«Aspetta. Aspetta un secondo. Non ha alcun senso. Index ha una memoria perfetta, no? Quindi come può dimenticare? Cosa le ha fatto scordare tutto?»

«Non ha dimenticato.» Kanzaki smise persino di respirare. «Tecnicamente, le ho cancellato io i ricordi.»

Kamijou non aveva neppure bisogno di chiederle come avesse fatto.

- Non farmelo dire, ragazzo. -

- Non voglio dirlo mai più. -

«...Perché?» chiese invece. «Perché!? Credevo fossi una sua compagna! Non era qualcosa che pensava solo lei. Posso dirlo guardandoti in faccia! Per te Index era una preziosa compagna, vero? Allora perché!?»

Il ragazzo si ricordò del sorriso che Idex gli aveva mostrato.

Proprio perché non era sola, Kamijou adesso era l'unica persona che conosceva.

«...Dovevamo farlo.»

«Perché!?» gridò, come se stesse ululando alla luna sopra la sua testa.

«Perché altrimenti sarebbe morta.»

Smise di respirare. Per qualche oscura ragione, il calore della notte di mezza estate che sentiva sulla propria pelle scomparve. Tutti i suoi cinque sensi si affievolirono, come se stessero cercando di scappare dalla realtà.

Si sentì... si sentì come se fosse morto.

«Come ti ho detto, l'85% del suo cervello è occupato dai 103.000 grimori.» Le spalle di Kanzaki tremarono leggermente. «Le rimane solo il 15% per il resto. Se continuasse ad accumulare ricordi come una persona normale, in poco tempo il suo cervello esploderebbe.»

«Non è possibile...»

Lo negava. Kamijou non riusciva ad affidarsi alla logica o al ragionamento, lo negava e basta.

«Voglio dire... cioè... com'è possibile? Hai detto che con può vivere come noi con quel 15%...»

«Sì, ma in maniera differente. Lei ha una memoria perfetta.» La voce di Kanzaki perse lentamente ogni sentimento. «Ripensa a cosa significa veramente avere una memoria perfetta.»

«...E' la capacità di non poter dimenticare nulla di ciò che si è visto anche una sola volta, giusto?»

«E dimenticare è un male?»

«...»

«Il cervello umano è sorprendentemente limitato, l'unica ragione per cui può continuare a lavorare per anche 100 anni è perché i ricordi non necessari vengono eliminati. Per esempio, tu non ricordi cosa hai mangiato per cena una settimana fa, vero? Il cervello di tutti viene sottoposto a questa revisione senza che nessuno se ne renda conto. Se così non fosse, le persone non riuscirebbero a vivere. Però...» disse Kanzaki con voce gelida. «...lei non può farlo.»

«...»

«Non può dimenticare nulla. Il numero delle foglie sugli alberi che fiancheggiano le strade, le facce delle persone nelle ore di punta, o la forma di ogni singola goccia di pioggia che cade dal cielo. Questi inutili ricordi riempiono la sua testa in pochissimo tempo.» La voce di Kanzaki si fece meno fredda. «Avere solo il 15% del cervello può risultarle fatale. E dato che non può scordare niente da sola, l'unico modo per far sì che sopravviva è farle cancellare i ricordi da qualcun'altro.»

La mente di Kamijou andò in pezzi.

(Che... che razza di storia è questa? Credevo fosse quella di un ragazzo noioso che salva per caso una ragazza sfortunata da dei maghi cattivi, comincia a conoscerla, ed infine sente una leggera fitta al petto mentre la guarda andarsene nel finale.)

- Così sono venuto per proteggerla prima che qualcuno disposto ad usarli venga a prendersela. -

- Vorrei che venisse con noi senza dover dire il mio nome magico. -

«...Quanto manca?» chiese Kamijou.

Aveva deciso di fare quella domanda anziché continuare a negare, perché nel profondo aveva accettato la situazione.

«Quanto manca perché il suo cervello esploda?»

«I suoi ricordi devono essere cancellati sistematicamente ad intervalli di un anno.» Kanzaki sembrava esausta. «Mancano tre giorni a partire da oggi. Non può essere fatto troppo presto o troppo tardi, se non viene eseguito al momento esatto, i suoi ricordi non verranno cancellati... Spero che non stia già avendo i potenti mal di testa che lo precedono.»

Kamijou rimase scioccato, Index gli aveva proprio detto di aver perso i ricordi di circa un anno prima.

Ed il mal di testa, Kamijou credeva che Index fosse collassata per recuperare mana. Dopotutto la ragazza conosceva la magia meglio di tutti loro, l'aveva detto anche lei.

Ma se Index si fosse sbagliata?

E se lei si fosse trovata in uno stato per cui la sua mente poteva andare distrutta in ogni momento?

«Hai capito adesso?» chiese Kanzaki Kaori. Non seguirono lacrime, come se non volesse permettersi di assumere una così ignobile espressione. «Non vogliamo farle del male. Per l'appunto, non ci sarebbe alcun modo per salvarla senza il nostro intervento. Quindi, ce la consegnerai prima che mi veda costretta a dire il mio nome magico?»

«...»

Il volto di Index apparve nella mente di Kamijou, quindi strinse i denti e chiuse gli occhi.

«Inoltre, se le cancelliamo la memoria lei non si ricoderà di te. Hai visto quel che pensa di noi, no? Non importa cosa prova per te in questo momento, quando riaprirà gli occhi per lei non sarai altro che un normale nemico alla caccia dei suoi 103.000 grimori.»

«...»

In quel momento, Kamijou sentì una leggera sensazione, come se qualcosa non andasse per il verso giusto.

«Salvando la sua volontà non ne ricaverete niente.»

«...Che vuoi dire?» Quella sensazione esplose in un secondo, come se della benzina fosse stata buttata sul fuoco. «Al diavolo! Che cosa c'entra il fatto che non si ricorderà di me con questo? Non sembri di aver capito, quindi lascia che ti dica una cosa. Io sono un compagno di Index, e ho deciso di rimanere al suo fianco qualunque cosa accada! Non m'importa se non è scritto nella vostra preziosa Bibbia, non ho intenzione di cambiare idea!»

«...»

«Mi sembrava ci fosse qualcosa fuori posto. Se lei vi ha solamente dimenticati, perché non le avete semplicemente spiegato tutto a scanso di equivoci? Perché avete lasciato che si facesse un'idea sbagliata di voi? Perché l'avete inseguita come dei nemici? Perché diavolo avete deciso di abbandonarla? Avete idea di come si sentis...»

«Taci! Tu non sai niente!!»

L'impeto di rabbia di Kamijou fu schiacciato dall'urlo aggressivo di Kanzaki. Quelle poche parole sembrarono stringergli il cuore, facendo vacillare i suoi sentimenti.

«Non credere di aver capito qualcosa! Come pensi che ci siamo sentiti cancellando i suoi ricordi per tutto questo tempo? Come potresti capire? Parli come se Stiyl fosse una specie di sadico assassino, ma lo sai cos'ha provato a vederla assieme a te!? Riesci a pensare a quanto abbia sofferto!? Riesci a pensare a come sia stato difficile per lui presentarsi a lei come un nemico!? Cosa credi di aver capito dei sentimenti di Stiyl, che per tutto questo tempo ha continuato a macchiare se stesso per il bene dei suoi preziosi compagni!?»

«Cos...?»

Prima che Kamijou potesse alzare la voce, scioccato da quell'improvviso cambio di comportamento, Kanzaki gli diede un calcio nel fianco, come se fosse un pallone da calcio. Quel fortissimo colpo fece volare per aria il suo corpo. Dopo essere atterrato, rotolò a terra per due o tre metri.

Il sapore del sangue traboccò dal suo stomaco fino alla bocca.

Prima che Kamijou potesse anche solo contorcersi dal dolore, Kanzaki saltò così in alto da avere la luna dietro la schiena.

Saltò 3 metri con la sola forza delle proprie gambe, quasi fosse uno scherzo.

«...?»

Kamijou udì un rumore sordo.

L'estremità del fodero della Shichiten Shichitou gli schiacciò il braccio come se fosse un tacco a spillo.

Il ragazzo non riusciva nemmeno a piangere dal dolore.

L'espressione sul volto di Kanzaki la faceva sembrare sul punto di versare lacrime di sangue.

Kamijou aveva paura.

Non era intimorito dal Nanasen o dallo Yuisen, e nemmeno dal potere di uno dei 10 migliori maghi di Londra, era terrorizzato di quel crudo sentimento umano che lo stava colpendo.

«Abbiamo provato! Abbiamo tentato tutto quello che potevamo!! Abbiamo trascorso la primavera provando, abbiamo trascorso l'estate provando, abbiamo trascorso l'autunno provando, e abbiamo trascorso l'inverno provando! Avevamo promesso di farci dei ricordi insieme in modo che lei non dimenticasse, abbiamo persino fatto degli album fotografici e delle pagine di diario!»

Il fodero della spada si abbattè nuovamente sul corpo di Kamijou, come se fosse una macchina da cucire.

Le gambe, le braccia, la pancia, il petto, il volto. Quei colpi contundenti schiacciarono il suo corpo ancora ed ancora.

«...Ma nulla ha funzionato.»

Kamijou la sentì digrignare i denti.

La mano di Kanzaki si fermò.

«Persino quando le abbiamo fatto vedere le foto e le pagine di diario, non ha fatto altro che scusarsi. Non importa cosa facciamo, non importa quanto proviamo, nemmeno ricostruire dei ricordi dall'inizio funziona. Tutto riparte da zero, anche se tu fossi la sua famiglia, un suo amico o il suo amante.» Kanzaki tremava, sembrava le fosse impossibile muoversi «Noi...non ne potevamo più. Non riuscivamo più a sopportare quel sorriso.»

Con la personalità che si ritrovava Index, darle l'addio doveva essere più doloroso che morire.

Doverlo provare più e più volte significava vivere l'inferno.

Subito dopo aver sperimentato quel terribile addio, Index dimenticava tutto, e cominciava a correre verso la stessa disgrazia ancora una volta.

E' per questa ragione che Kanzaki e Stiyl avevano deciso di alleggerire quella disgrazia come meglio potevano, piuttosto che darle la crudele possibilità di conoscersi. Se Index non avesse avuto preziosi ricordi da perdere, non ci sarebbe stato lo shock del dimenticarli. E' per questo che avevano deciso di abbandonare la loro amica e di giocare la parte del nemico.

Avrebbero cancellato i suoi ricordi per liberarla da quell'inferno.

«...»

In un modo o nell'altro, Kamijou capì.

Erano dei maghi esperti. Rendevano possibile l'impossibile. Mentre Index continuava a perdere la memoria, loro dovevano essere stati impegnati a cercare un modo per evitarlo.

Ma non c'erano mai riusciti.

Ed Index non avrebbe di certo biasimato Stiyl o Kanzaki, sicuramente li avrebbe accolti col suo solito sorriso.

Però...

«Al diavolo!» Kamijou strinse i denti. «Quel ragionamento lo potete applicare solo a voi stessi. Non avete preso in considerazione Index nemmeno per un secondo! Non scaricatele addosso la colpa della vostra stessa codardia!!»

Per tutto l'anno passato, Index aveva continuato a fuggire senza poter contare su nessuno.

Kamijou non riusciva ad accettarla come migliore soluzione. Impediva a se stesso di accettarla. Non voleva accettarla.

«E allora... cos'altro dovremmo fare!?»

Kanzaki prese il fodero della Shichiten Shichitou e lo scagliò con forza verso la faccia di Kamijou.

Il ragazzo afferrò il fodero con la mano malconcia poco prima che gli raggiungesse il volto.

Non si sentiva più intimorito dalla maga che aveva di fronte.

Il suo corpo di mosse...

Si mosse!

«Se solo tu fossi stata un po' più forte...» Kamijou strinse i denti. «Se solo tu avessi usato delle parole tanto potenti da diventare realtà! Se lei aveva paura di perdere i ricordi di quell'anno, bastava crearne di migliori l'anno seguente! Se ad aspettarla ci fosse stata una felicità così forte da cancellare la sua paura di perdere la memoria, non avrebbe dovuto continuare a fuggire! Bastava questo!!»

Si obbligò a muovere il braccio sinistro con la spalla rotta e afferrò il fodero anche con quella mano. Si forzò per rialzarsi. Perdeva sangue da vari punti del corpo.

«Stai davvero pensando di combattere in quello stato?»

«...Stai... zitta.»

«Cosa guadagnerai combattendo?» Kanzaki sembrava giustamente confusa. «Anche se tu riuscissi a sconfiggermi, rimarrebbe Necessarius. Posso anche aver detto di essere una dei 10 maghi più forti di Londra, ma ci sono quelli più forti di me... Per la Chiesa non sono altro che una subordinata da mandare qui, in una nazione di un'isola dell'Oriente.»

Probabilmente era vero.

Se erano compagni di Index, si sarebbero opposti al modo che aveva la Chiesa di trattarla come un oggetto. Il fatto che non l'avessero fatto significava che c'era una differenza di potere abbastanza grande da prevenirlo.

«Ho detto... stai zitta!!»

Ma quello non importava.

Kamijou obbligò il proprio corpo a muoversi sebbene questo stesse tremando come se fosse sul punto di morire, e guardò Kanzaki che gli stava di fronte.

Era una semplice occhiata senza nessun potere, ma era abbastanza da far indietreggiare uno dei 10 maghi più forti di Londra.

«Non ha importanza! Smetti di proteggere le persone perché sei forte!?» Kamijou fece un passo in avanti con le proprie gambe malconce. «No, non lo fai, vero!? Non mentire! Ti sei impegnata ad acquisire quel potere perché c'era qualcosa che volevi proteggere!»

Afferrò il colletto di Kanzaki con la sua malconcia mano sinistra.

«Perché hai ottenuto potere?»

Fece un pugno sanguinante con la sua malconcia mano destra.

«Chi volevi proteggere!?»

Usò quel debole pugno per colpire la faccia di Kanzaki. Non c'era la benché minima forza in quell'attacco, anzi perse diverso sangue dalla mano, come un pomodoro.

Eppure, Kanzaki indietreggiò come se fosse stata realmente colpita.

Lasciò cadere la Shichiten Shichitou, che si rigirò non appena toccò il terreno.

«E allora che cazzo ci fai qui!?» Guardò per terra verso Kanzaki, che nel frattempo era caduta. «Se sei forte come dici... se hai un potere tanto grande, come fai ad essere così impotente?»

Il suolo tremò.

O così sembrò a Kamijou. Subito dopo il ragazzo svenne, come se gli avessero tolto l'elettricità che alimentava il suo corpo.

(Alzati... Sta per... contrattaccare...)

Non vedeva più niente.

Kamijou si obbligò a muoversi, aveva perso sin troppo sangue per poter vedere o per potersi riprendere. Si mosse nel tentativo di difendersi dal contrattacco di Kanzaki, e ciononostante il massimo che riuscì a fare fu muovere come un bruco la punta di un dito.

Tuttavia non ci fu un contrattacco.

Nemmeno uno.

Parte 2[edit]

La gola secca ed il calore febbrile svegliarono Kamijou.

«Touma?»

Non appena capì di trovarsi nell'appartamento di Komoe-sensei, si accorse anche che Index lo stava fissando e che al momento era sdraiato in un futon.

Inaspettatamente vide la forte luce del sole entrare dalla finestra. Quella notte Kamijou aveva sicuramente perso contro Kanzaki, ed era svenuto davanti al nemico. Da quel momento in poi non ricordava più nulla.

Per farla semplice, era così deluso dall'accaduto che non gli importava nemmeno di essere ancora vivo.

Komoe-sensei non si vedeva da nessuna parte. Doveva essere fuori da qualche parte.

L’unico segno della sua presenza era un po' di porridge poggiato sul tavolo da tè accanto a Index. Forse non era carino nei suoi confronti, ma Kamijou dubitava che Index potesse cucinare dato come gli aveva chiesto da mangiare dopo essere caduta sul suo balcone; così pensò che fosse stata Komoe-sensei a prepararlo.

«Seriamente... Mi stai trattando come se stessi male.» Kamijou provò a muoversi. «Ow, ow. Ma che? C'è il sole, devo essere rimasto incosciente per tutta la notte. Che ora è?»

«Non è stata solo una notte.» rispose Index.

Le parole non sembravano voler uscire dalla sua bocca.

«?»

Kamijou alzò un sopracciglio e Index concluse: «Hai dormito per tre giorni.»

«Tre giorni… Cosa, Cosa!? Perché ho dormito così tanto!?»

«Non lo so!!» urlò Index senza preavviso.

Quel grido, che sembrava un'esplosione di rabbia, fece perdere il fiato a Kamijou.

«Non lo so, non lo so, non lo so! Davvero non so nulla! Ero così concentrata nel far perdere le mie tracce al mago delle fiamme che c'era a casa tua da non pensare al fatto che tu potessi vederti costretto a combatterne un altro!»

Quelle parole piene di rabbia non erano rivolte a Kamijou.

Erano una violenta autocritica, ed il ragazzo ne era così sopraffatto da non poterla interrompere.

«Touma, Komoe ha detto che eri collassato in mezzo a una strada. E' stata lei a riportarti in quest'appartamento. Ero così contenta per come erano andate le cose. Non avevo idea che tu stessi rischiando la vita, mentre invece io non facevo nient'altro che rallegrarmi pensando che eravamo riusciti a scappare da quello stupido mago!»

Improvvisamente Index smise di parlare.

Dopodiché ci fu una piccola pausa lunga abbastanza da permetterle di fare un lento respiro e di prepararsi al vero motivo del suo sfogo.

«…Non ti ho potuto salvare, Touma.»

Le sue piccole spalle cominciarono a tremare. Sedeva immobile, mentre si mordeva il labbro inferiore.

Eppure Index non versò lacrime di autocommiserazione.

Il suo cuore non le avrebbe dato tregua. Kamijou si rese conto di non poter confortare qualcuno che aveva giurato di non piangere neanche per sé.

Così pensò ad un'altra cosa.

Tre giorni.

Avrebbero potuto attaccare in ogni momento se lo avessero voluto. In realtà, non ci sarebbe stato da sorprendersi se avessero recuperato Index nei tre giorni in cui Kamijou era incosciente.

Allora perché? Kamijou, confuso, cercò la risposta nel proprio cuore. Non riusciva a capire cosa passasse per la testa del loro nemico.

Pensò anche che il termine "tre giorni" avesse qualche altro significato. Con un formicolio lungo tutta la schiena, ad un tratto si ricordò di una cosa.

Il tempo limite!

«? Touma, che c’è?»

Ma Index non faceva altro che guardarlo perplessa. Se lei si ricordava di lui, i maghi non le dovevano aver ancora cancellato i ricordi. E da come si stava comportando, non mostrava i sintomi di una perdita di memoria.

Kamijou si sentiva sollevato, ma desiderava uccidersi per aver perso quei preziosi ultimi tre giorni. Tuttavia, si tenne tutto dentro. Non voleva farlo sapere a Index. «…Dannazione. Non posso muovermi. Che diavolo? Perché sono completamente avvolto nelle bende?»

«Fa male?»

«Fa male? Se lo facesse starei contorcendomi dal dolore. Cosa sono tutte queste bende? Non pensi di aver esagerato un po'?»

«…»

Index non disse nulla.

E poi i suoi occhi si riempirono di lacrime, come se non fosse più in grado di contenersi.

Questo lo colpì al cuore più di qualsiasi cosa lei potesse gridare. Successivamente si accorse di come non provare alcun dolore fosse in realtà un pessimo segnale.

Komoe-sensei non poteva più usare magie curative. Era abbastanza sicuro che Index avesse detto così. Sarebbe stato più veloce se avesse potuto curare le sue ferite solo con un po' di MP come nei GDR, ma sembrava che il mondo non funzionasse in quel modo.

Kamijou guardò la sua mano destra.

La sua mano destra completamente distrutta era avvolta dalle bende.

«Pensandoci un attimo, un esper che ha partecipato al programma di sviluppo dei poteri non può usare la magia, giusto? Che sfiga.»

«...Giusto. Le reti neurali di una persona normale e di un esper sono diverse.» disse la ragazza con un tono insicuro. «Sembra proprio che le bende ti rimetteranno in sesto... però la vostra scienza è scomoda. La nostra magia sarebbe stata più veloce.»

«Può darsi, ma starò bene anche senza cose come la magia.»

«…Che vuoi dire con “cose come la magia”?» Index si imbronciò al commento di Kamijou. «Touma, ancora non credi nella magia? Sei più ottuso di un innamorato non corrisposto.»

«Non volevo dire questo.» Kamijou scosse la testa ancora premuta contro il cuscino. «Se possibile preferirei non rivedere la faccia che fai quando parli di magia. »

Kamijou si ricordò dell'espressione che Index aveva fatto mentre gli spiegava la magia runica nel corridoio del suo dormitorio.

Quegli occhi freddi come la pallida luna piena e precisi come gli ingranaggi di un orologio.

Le sue parole si erano rivelate più giuste di una guida turistica per bus, ma al contempo più prive d'umanità di un bancomat.

Le aveva pronunciate l’essere chiamato Index Librorum Prohibitorum, la biblioteca dei grimori.

Ancora non poteva credere che fosse la stessa stessa ragazza seduta di fronte a lui.

O meglio, non ci voleva credere.

«Touma, non ti piacciono le spiegazioni?»

«Ah? …Aspetta, non ricordi? Stavi parlando di rune davanti a Stiyl come se fossi una sorta di marionetta. A essere sinceri, non mi è piaciuto molto.»

«…Umh... Oh, capisco. Io… Mi sono risvegliata di nuovo.»

«Risvegliata?»

Da come l'aveva detto sembrava che la versione marionetta fosse la vera lei.

Come se quella ragazza davanti a lui fosse quella falsa.

«Si, ma per favore non parlare di quello a cui assomiglio quando mi risveglio.»

Kamijou era incapace di chiedere perché.

Prima che potesse aprire bocca, Index disse: «Parlare quando non sei cosciente è qualcosa di simile al parlare nel sonno. E’ imbarazzante. E poi..» La ragazza continuò: «Mi sembra di diventare sempre di più come una fredda macchina, e questo mi spaventa.»

Index sorrise.

Sorrise come se fosse sul punto di collassare ma non volesse far preoccupare nessuno.

Era un'espressione che le macchine non potevano fare.

Era un sorriso che solo gli umani potevano fare.

Index v01 211.jpg

«…Mi dispiace.»

Kamijou semplicemente si scusò. Si sentiva male per aver pensato anche solo un secondo che non fosse umana.

«E’ tutto a posto, idiota.» Il commento che Index aveva appena fatto con un sorriso, non faceva capire se fosse davvero tutto a posto. «Sei affamato?? Abbiamo del porridge, frutta e snack. La giusta dieta per il malato.»

«Come faccio a mangiare con la mano…»

Gli venne un colpo quando si accorse che Index stava tenendo le bacchette nella propria mano destra.

«…Umh, Index-san?»

«Hm? Ora è troppo tardi per preoccupartene. Se non ti avessi dato da mangiare in questo modo, saresti morto di fame nel corso degli ultimi tre giorni.»

«…Okay, va bene. Dammi solo il tempo di pensarci, Dio.»

«Perché? Non sei affamato?» Index posò le bacchette. «Serve che ti lavi?»

«…………………………………………………………… Umh?»

Un'indescrivibile sensazione attraversò il corpo di Kamijou.

(Huh? Cos'è quest'incredibile brutto presentimento? Perché sono convinto che vedere un video di questi ultimi tre giorni mi farebbe morire d'imbarazzo?)

«…Okay, dubito tu voglia fare qualcosa di male, soltanto siediti lì, Index.»

«?» Index si ammutolì prima di rispondere. «Ma io sono già seduta.»

«…»

Sicuramente aveva le migliori intenzioni mentre se ne stava seduta lì reggendo un asciugamano, ma Kamijou non riusciva a vedere la situazione come “innocente”.

«Che c'è?»

«Oh…» Kamijou era rimasto in silenzio e ora cercava di cambiare argomento. «Stavo pensando a che aspetto hai vista da questo futon.»

«Sembro strana? Sono una suora, e posso accudire le persone.»

Non pensava sembrasse strana. Il suo abito ecclesiastico bianco puro e il suo comportamento materno la facevano sembrare una suora a tutti gli effetti. (Per quanto potesse essere un insulto per lei, Kamijou ne era sorpreso.)

E cosa più importante…

Per via dei suoi occhi colmi di lacrime e delle sue guance rosate per il pianto, sembrava piuttosto...

Ma per qualche ragione non riusciva proprio a dirlo a voce alta, così rispose: «Oh, non è niente. Ho solo notato che anche i tuoi peli del naso sono argentati, tutto qui.»

«……………………………………………………….»

Il sorriso di Index divenne gelido.

«Touma, Touma. Sai cosa c’è nella mia mano destra?»

«Beh, il porridge… No, aspetta! Non darlo in pasto alla gravità!»

Nell’istante successivo, Kamijou Touma ebbe la sfortuna di ritrovarsi il campo visivo coperto dalla ciotola e dal porridge bianco.


Parte 3[edit]

Kamijou e Index sperimentarono in prima persona quanto fosse difficile eliminare le macchie di porridge dal futon e dal pigiama. Index stava lottando contro dei viscidi chicchi di riso con un accenno di lacrime agli occhi, sinché la sua attenzione non venne attirata dal bussare sulla porta.

«E' Komoe?»

«...Non hai intenzione di scusarti?»

Kamijou non si era bruciato perché quando il porridge gli era caduto addosso era già freddo, ma era comunque svenuto perché aveva pensato fosse bollente.

«Eh? Cosa state facendo di fronte casa mia?» disse una voce dall'altra parte della porta.

Sembrava che Komoe-sensei avesse visto chi aveva bussato mentre ritornava dal posto in cui era andata.

(Allora chi è?)

Kamijou aveva un'aria perplessa.

«Kamijou-chan, non so cosa stia succedendo, ma pare che abbiamo delle visite.»

La porta si aprì con uno scatto.

Kamijou sussultò per la sorpresa.

Dietro Komoe-sensei vi erano due maghi che conosceva.

Entrambi sembravano in qualche modo sollevati nel vedere Index seduta normalmente.

Kamijou aggrottò le sopracciglia sospettoso. Naturalmente si trovavano lì per prelevare la ragazza, però l'avrebbero potuto fare tre giorni prima, quando lui era svenuto. Non avevano motivo di lasciarla in libertà sino al giorno del "trattamento". Sarebbe stato più semplice rinchiudere da qualche parte sino al momento opportuno.

(...Quindi perché hanno aspettato sino ad adesso per venire?)

Kamijou si irrigidì ricordando il potere delle fiamme e della spada dei maghi.

Ciononostante, non aveva più alcuna ragione di combattere Stiyl e Kanzaki. Loro non erano "Il malvagio esercito dell'associazione magica A", bensì erano stati mandati dalla stessa Chiesa di Index per prenderla in custodia. Kamijou era preoccupato per la ragazza. Alla fine, non c'era niente che potesse fare se non collaborare con loro.

Ma quello era solo il suo punto di vista.

I maghi non avevano ragione di collaborare con lui. In parole povere, niente vietava loro di decapitarlo e di portare via Index in quell'esatto momento.

Stiyl sembrava apprezzare il fatto che Kamijou si fosse irrigidito nel vederli, e disse: «Heh. Con quelle ferite, sembra che non dovremmo preoccuparci di una tua eventuale fuga.»

A quel punto il ragazzo finalmente capì ciò che il "nemico" stava cercando di fare.

Index era in grado di scappare per conto proprio. Dopotutto aveva eluso la Chiesa per quasi un anno senza alcun aiuto. Anche se l'avessero catturata e rinchiusa da qualche parte, magari sarebbe riuscita a scappare, sempre che fosse stata da sola.

Se avesse realmente rincominciato la propria fuga, con soli pochi giorni prima del tempo limite, c'era la possibilità che non sarebbero riusciti a riprenderla. Se l'avessero imprigionata da qualche parte magari sarebbe fuggita, e forse proprio nel bel mezzo della cerimonia.

Tuttavia, non sarebbe stato lo stesso se avesse avuto sulle spalle una persona ferita come Kamijou.

Era per questo motivo che non l'avevano ucciso ed avevano permesso che Index tornasse da lui. Volevano sfruttarlo in modo che la ragazza si rifiutasse di abbandonarlo.

L'avevano lasciato stare solo per potersi riprendere Index più facilmente.

«Andatevene.»

In quel momento Index si trovava in mezzo ai maghi e a Kamijou.

Si alzò ed aprì le braccia. Assomigliava vagamente ad una croce che si faceva carico dei peccati.

Stava andando tutto come programmato dai maghi.

Index aveva rinunciato a scappare a causa di Kamijou.

«...»

Stiyl e Kanzaki sussultarono leggermente.

Come se non potessero sopportare quella visione, nonostante le cose stessero andando esattamente come si aspettavano.

Kamijou si chiese quale espressione ci fosse sul viso di Index. Le dava le spalle, quindi non poteva vederla.

Ma quei potenti maghi erano paralizzati. Komoe-sensei non era il bersaglio dei suoi sentimenti, eppure non riusciva a guardarla in faccia.

Kamijou si chiese cosa provassero.

Si chiese cosa si dovesse provare nell'essere guardati in quel modo da qualcuno per il quale si sarebbe arrivati ad uccidere.

«...Smettila, Index. Loro non sono nostri nem-...»

«Andatevene!!»

Non lo stava ascoltando.

«Per favore... andrò ovunque voi vogliate e farò qualsiasi cosa mi chiediate, ma per favore, vi prego...» All'interno del tono ostile che era riuscita a mostrare c'era anche il pianto di una ragazza. «Non fate più del male a Touma.»

Quanto poteva essere dolorosa questa frase per coloro che una volta erano stati i suoi più grandi compagni?

Per un istante (solo un istante) nei visi dei due maghi apparvero dei sorrisi estremamente addolorati, come se avessero rinunciato a qualcosa.

Ma i loro occhi gelarono come se fosse stato premuto un interruttore.

Il loro sguardo non era quello che una persona rivolgeva a un proprio compagno, ma era l'agghiacciante occhiata di un mago.

Quegli sguardi avevano impressa la decisione di attenuare il più possibile il dolore di quando si sarebbero separati, piuttosto che la volontà di darle la crudele gioia di conoscersi.

Quegli sguardi avevano impressi i sentimenti che i maghi provavano per lei, abbastanza forti da scegliere di abbandonare la loro amicizia e diventare suoi nemici.

Erano cose che non sarebbero state distrutte.

Non avevano il coraggio di dirle la verità e perciò potevano solo stare lì a guardare finché non sarebbe stata portata a termine la peggiore delle situazioni.

«Il tempo limite scadrà tra 12 ore e 28 minuti.» annunciò Stiyl con un tono da mago.

Index non aveva capito cosa significasse "tempo limite".

«Volevamo solo vedere se la sua ragione per restare c'era ancora, così da non doverci aspettare un'eventuale fuga quando sarà il momento. Si è rivelata più efficace di quanto non c'aspettassimo. A meno che tu non voglia vederti quel giocattolino portato via, scordati l'idea di poter scappare. Capito?»

Doveva essere un bluff. Sicuramente erano felicissimi che stesse bene. Di sicuro avrebbero voluto accarezzarle la testa e poggiare le loro fronti sulla sua per controllarle la temperatura. Index era veramente importante per loro.

Tutte le cose terribili che Stiyl le aveva detto erano servite a renderlo più credibile. Sicuramente avrebbe voluto aprire le braccia e farle da scudo. Kamijou non riusciva ad immaginare quanta forza mentale fosse necessaria per fare ciò che stava facendo.

Index non rispose.

I due maghi non aggiunsero altro e lasciarono la stanza.

(Perché è andata a finire così...?)

Kamijou strinse i denti.

«Stai bene?»

Alla fine, Index abbassò le braccia e si voltò lentamente verso il ragazzo.

Kamijou chiuse istintivamente gli occhi. Non poteva guardare.

Non sopportava di guardare quella sua faccia coperta di lacrime e carica di sollievo.

«Se troverò un accordo con loro...» Kamijou sentì una voce nell'oscurità. «Potrò far sì che la tua vita non venga più rovinata, Touma. Non lascerò che vi si intromettano più, non preoccuparti.»

«...»

Kamijou non poté rispondere. Si limitò a pensare nell'oscurità dei suoi occhi chiusi.

(...Posso dimenticare i nostri ricordi insieme a te?)

Parte 4[edit]

Arrivò la notte.

Index dormiva vicino al futon. Le luci della stanza non erano accese perché si erano addormentati prima del tramonto.

Sembrava che Komoe-sensei fosse andata ai bagni pubblici lasciandoli in camera da soli.

Kamijou non ne era sicuro, si era addormentato a causa della sua scarsa condizione fisica e quando si era svegliato era già notte. La stanza di Komoe-sensei non aveva orologi, quindi non sapeva che ore fossero. L'aria raggelò non appena il termine "tempo limite" tornò nei suoi pensieri.

Index doveva essere stata incredibilmente nervosa nei tre giorni precedenti, perché si era addormentata presa da un colpo di sonno. Dormiva con la bocca aperta e aveva l'aspetto una bambina che si era stancata facendo da infermierina alla madre malata.

Sembrava non aver più intenzione di recarsi in una chiesa anglicana. Probabilmente se Kamijou si fosse alzato nonostante le sue pessime condizioni ed avesse cercato di portarcela si sarebbe rifiutata.

Il ragazzo provava un po' d'imbarazzo a sentirla mormorare il suo nome nel sonno.

Il viso indifeso di Index, somigliante a quello di un gattino, diede a Kamijou una sensazione complessa.

Per quanta determinazione lei avesse mostrato, stava andando tutto secondo i piani degli Anglicani. Sia che Index avesse raggiunto una chiesa sana e salva, sia che fosse stata catturata dai maghi, alla fine sarebbe comunque stata presa da Necessarius e le avrebbero cancellato i ricordi.

Il telefono squillò improvvisamente.

Quello che c'era nella stanza di Komoe-sensei era nero, con la ruota e poteva essere considerato antico. Kamijou lo guardò lentamente, mentre questo emetteva un suono vecchio stile simile ad una sveglia.

Sentì di dover rispondere, ma non era sicuro che fosse giusto farlo senza permesso. Tuttavia prese la cornetta. Non gli importava molto di sapere chi fosse, ma gli sarebbe spiaciuto se il suono avesse svegliato Index.

«Sono io... Hai capito chi, no?»

La voce proveniente dalla cornetta era femminile ed educata. Anche attraverso il telefono, Kamijou poteva scommettere che quella persona stesse cercando di mantenere un tono basso, come se stesse parlando in segreto.

«Kanzaki...?»

«No, sarebbe meglio se non imparassimo i nostri rispettivi nomi. Lei... Index è lì?»

«Si è addormentata, ma... Aspetta, come fai a conoscere questo numero?»

«Conoscevamo l'indirizzo, quindi non è stato difficile cercarlo.» La voce di Kanzaki non era calma. «Meglio se si è addormentata. Ascolta ciò che ho da dirti.»

«?» Kamijou aggrottò le sopracciglia con aria sospettosa.

«Come ho detto prima, il tempo limite è questa mezzanotte. Abbiamo messo su un programma da seguire in modo da finire tutto per allora.»

Il cuore di Kamijou si fermò.

Sapeva che non c'era un altro sistema per salvare Index. Lo sapeva, ma quando la parola "finire" gli venne spiattellata in faccia si sentì con le spalle al muro.

«Ma...» Il respiro di Kamijou cominciò a farsi debole. «Perché lo stai dicendo a me? Smettila. Se tu continuassi, potrei persino decidere di resistervi anche a costo di morire.»

«...»

La voce proveniente dalla cornetta si ammutolì.

Non del tutto però. Kamijou poteva sentire un respiro celato. Era un silenzio molto umano.

«...Allora hai bisogno di tempo per dirle addio?»

«Cos...?»

«Sarò onesta. Quando le abbiamo cancellato la memoria per la prima volta, abbiamo speso i tre giorni precedenti solo a creare dei ricordi. L'ultima notte non abbiamo fatto altro che aggrapparci a lei singhiozzando. Credo tu abbia il diritto di avere la stessa opportunità.»

«Non dirmi queste cazzate.» Kamijou pensò di stare per spaccare la cornetta con la propria stretta. «Sarebbe come arrendersi! Mi stai dicendo di rinunciare al diritto di provare!! Mi stai dicendo di rinunciare al diritto di provarci per quanto sia una situazione disperata!!»

«...»

«Se non capisci, lascia che ti dica una cosa: non mi sono ancora arreso. Di fatto non riuscirò mai ad arrendermi! Se fallirò cento volte, mi rialzerò cento volte. Se fallirò mille volte, striscerò per mille volte! Questo è tutto! Farò ciò che non hai potuto fare tu!»

«Questa non è né una conversazione, né una trattativa, solo un messaggio ed un ordine. Qualsiasi cosa tu intenda fare, recupereremo Index all'ora stabilita. Se cercherai di fermarci, ti distruggeremo.» La voce della maga era calma come quella di un impiegato di banca. «Puoi cercare di negoziare con me facendo forza sulla gentilezza che mi è rimasta, ma è proprio per quello che ti sto dando quest'ordine assoluto.» La voce di Kanzaki era tanto fredda quanto una spada giapponese estratta nella notte. «Le dirai addio e te ne andrai prima del nostro arrivo. Non sei nient'altro che un peso per lei. Le catene vengono tagliate quando non servono più a nulla.»

Le parole della maga non erano solo di ostilità e disdegno.

Parlava come se stesse cercando di far smettere di combattere una persona ferita così da non farla stare anche peggio.

«F... Fanculo.» Il suo tono irritò in modo strano Kamijou, che ribatté velocemente. «Tutti stanno dando a me la colpa della loro incompetenza. Voi due siete maghi, no? Non rendete possibile l'impossibile!? Ma guardati! Davvero non puoi fare niente con la magia!? Puoi davvero andare da Index e dirle con orgoglio che hai cercato di fare tutto il possibile!?»

«...La magia non può fare niente. Non ne sarei orgogliosa, ma trovo sia impossibile mentire a quella ragazza.» disse Kanzaki mentre stringeva i denti. «Se avessimo potuto fare qualcosa, lo avremmo fatto molto tempo fa. Nessuno avrebbe usato un ultimatum così crudele se non ce ne fosse stato il bisogno.»

«...Cosa?»

«Pare che tu non possa nemmeno arrenderti se non capisci la situazione. Non credo che questo sia un buon uso dei tuoi ultimi momenti con lei, ma vista la situazione disperata ti darò una mano.» La maga parlò tranquillamente come se stesse leggendo la Bibbia. «La sua memoria perfetta non è né un tipo di potere psichico, né un tipo di magia. E' una sua parte naturale. E' la stessa cosa di una vista non buona o delle allergie. Non è una maledizione che può essere distrutta

«...»

«Noi siamo maghi. Per ogni circostanza creata dalla magia, esiste il pericolo che questa ti distrugga.»

«Non era un sistema di difesa anti-occulto creato da uno specialista di magia? Non puoi fare qualcosa con i 103.000 grimori di Index!? Ha detto che controllarli darebbe il potere di Dio, ma se non può nemmeno guarire la testa di una ragazza non mi sembra poi così grandioso!»

«Oh, ti stai riferendo ad un Majin. La Chiesa è estremamente turbata da una possibile ribellione di Index. E' per questo che le hanno messo un "collare", così che la manutenzione possa essere eseguita solo da loro una volta all'anno, cancellandole i ricordi. Pensi davvero che le avrebbero lasciato qualche possibilità di rimuoverlo da sola?» Kanzaki stava parlando tranquillamente. «Quasi sicuramente c'è una prevenzione contro i 103.000 grimori. Per esempio, probabilmente non le era permesso di memorizzare un testo qualsiasi che avesse a che fare con la manipolazione dei ricordi. Sono certa che la Chiesa abbia sviluppato un sistema di sicurezza simile.»

«Che si fottano.» li maledì Kamijou. «...Hai detto che l'80% del cervello di Index è occupato dalla conoscenza dei 103.000 grimori, no?»

«Sì. Di fatto l'85%, ma per noi maghi è impossibile distruggere quei grimori. Dopotutto, un grimorio originale resisterebbe persino ad un inquisitore. Ciò significa che per aumentare lo spazio nella sua testa possiamo soltanto svuotare il rimanente 15%, ovvero i suoi ricordi.»

«...Allora noi della parte scientifica?»

«...»

Si zittì.

Kamijou si chiedeva se fosse possibile. I maghi conoscevano il loro campo, la magia, da cima a fondo e non potevano farlo. Non si erano ancora arresi, perciò non c'era niente di strano nel provare con un altro sistema.

Per esempio, c'era la scienza.

E se avessero deciso di farne uso, serviva qualcuno che agisse da tramite. Era come trovarsi in un paese sconosciuto ed avere qualcuno del posto come aiuto per andare in giro e per negoziare con la gente.

«...C'è stato un periodo in cui ho pensato la stessa cosa.»

Kamijou non si era aspettato di sentirglielo dire.

«Ad essere sincera, non sapevo cosa fare. Il mondo magico in cui credevo più di qualsiasi altra cosa non era in grado di salvare una sola ragazza. So che vuol dire provare ad arrampicarsi sugli specchi.»

«...»

Kamijou pensava di sapere cos'altro stesse per dire.

«Non me la sento di lasciarla nelle mani della scienza.»

Se l'era aspettato, ma l'appurarlo fu come una pugnalata alla testa.

«Non potete fare niente che non possiamo fare anche noi. I vostri metodi rozzi, come riempirla di droghe sconosciute o tagliuzzarla con un bisturi, non cambierebbero nulla se non abbreviare inutilmente la sua vita. Non voglio vederla profanata dalle macchine.»

«Okay, ora basta. Come diavolo puoi dirlo se non ci hai nemmeno mai provato? Ho una domanda per te. Continui a parlare di distruzione dei ricordi, ma sai esattamente cos'è la perdita della memoria?»

Non vi fu alcuna risposta.

(Non deve saperne molto di scienza.)

Kamijou si avvicinò col piede alcuni testi del programma di studio che stavano sul pavimento. Insieme ad un po' di neuroscienza, di psicologia rara e di droghe, era ciò che serviva per lo sviluppo dei poteri.

«Come puoi parlare di memoria perfetta e di perdita della memoria se non sai nemmeno cosa siano? Ci sono diversi tipi di perdita della memoria.» Cominciò a sfogliare le pagine. «C'è l'invecchiamento... come la senilità, penso. Ed apparentemente puoi perdere i ricordi se ti ubriachi con l'alcol. Ci sono delle malattie che si chiamano Alzheimer ed ischemia transitoria, dove il sangue smette di circolare nel cervello obbligandoti a dimenticare. La perdita della memoria è anche un effetto collaterale di anestetici generali come l'alotano, l'isoflurano ed il fentanial, o di derivati di acidi barbiturici e di droghe come le benzodiazepine.»

«??? Benzo... cosa?»

La voce di Kanzaki era diventata sorprendentemente debole per una come lei, ma Kamijou non aveva il compito di spiegarle tutto, quindi la ignorò.

«In parole povere, ci sono molti modi per eliminare i ricordi di qualcuno per via farmacologica. Significa che ci sono metodi che voi non riuscite ad usare che potrebbero farla disfare dei 103.000 grimori, idiota.»

Il respiro di Kanzaki si congelò.

Tuttavia, quei metodi non avrebbero rimosso i suoi ricordi. Avrebbero invece danneggiato le sue cellule cerebrali. Di certo non era perché si era dimenticato un paio di cose che un anziano affetto da demenza non riusciva più a ricordare nulla.

Ma Kamijou sorvolò quella parte. Anche se era solo un bluff, doveva impedire che i maghi le cancellassero a forza la memoria.

«E questa è la Città Accademia. E' piena di esper che possono manipolare la mente delle persone con poteri come la Psicometria o il Controllo Mentale. Per non parlare del fatto che ci sono strutture di ricerca ovunque. E' davvero troppo presto per perdere la speranza. A quanto pare alla Tokiwadai c'è anche una Level 5 che può rimuovere i ricordi delle persone solo toccandole.»

Era lì che si trovava davvero l'ultimo frammento di speranza.

Dalla cornetta non si sentì alcuna voce.

Kamijou andò avanti per chiudere la partita con Kanzaki, che stava cominciando a mostrare dei segni di esitazione.

«Beh? Cosa farai, maga? Continuerai a stare contro di me? Hai intenzione di smettere di provare quando la vita di qualcuno è appesa ad un filo?»

«...Quelle parole sono troppo scadenti per convincere un nemico.» disse Kanzaki con un leggero tono di auto-derisione. «Abbiamo un modo vero e testato per salvare la sua vita. Non posso fidarmi di questa tua scommessa azzardata. Pensi davvero di potermi far cambiare idea con qualche frase sconsiderata?»

Kamijou restò in silenzio per un po'.

Cercò di ribattere, ma non riuscì a pensare a niente.

Non poteva far altro che che accettarlo.

«...E' vero. Alla fine, non possiamo capirci.»

Non poteva far altro che accettare che fosse sua nemica, seppure esistesse la possibilità che capisse visto come in passato si era trovata nella sua stessa situazione.

«Esatto. Se le persone che sperano la stessa cosa diventassero sempre alleate, il mondo sarebbe pieno di pace.» disse Kanzaki.

La stretta alla cornetta di Kamijou si fece leggermente più salda.

Quella malconcia mano destra era la sua sola arma e poteva distruggere persino i sistemi creati da Dio.

«...Allora sei il mio arci-nemico e ti sconfiggerò.» disse il ragazzo.

«Considerando la differenza che c'è tra noi due il risultato è più che chiaro. Sei proprio sicuro di volere lo scontro?»

«Perfetto. Rilancio. Mi basta solo metterti in una situazione in cui tu non possa che perdere.»

Kamijou scoprì i canini verso la cornetta.

Di sicuro Stiyl non era più debole di lui. Kamijou aveva vinto solo grazie al sistema antincendio. In poche parole, la differenza di forza poteva essere rimediata con la strategia.

«Sai, la prossima volta che quella ragazza perderà i sensi sarà troppo tardi.» Le parole di Kanzaki erano taglienti come la punta di una spada. «Saremo lì a mezzanotte. Non ti rimane molto tempo, ma fai sì che la tua ultima inutile battaglia sia una di quelle buone.»

«Non mi vedrai piangere, maga. La salverò io al posto vostro.»

«Rimani lì ed aspettaci.» rispose Kanzaki prima di riagganciare.

Kamijou mise giù la cornetta silenziosamente e guardò il soffitto come se stesse osservando la luna di un cielo notturno.

«Dannazione!»

Abbatté la mano destra sul tatami come se stesse dando un pugno ad un nemico che aveva inchiodato al suolo. Nonostante le ferite non provò alcun dolore. C'era così tanto caos nella sua testa da impedirgli di sentirne.

Al telefono era stato pieno di sé, ma non era un neurochirurgo o un professore di neuroscienza. Qualcosa si sarebbe potuto fare con la scienza, ma quel normale studente delle superiori non sapeva bene cosa.

Nonostante tutto, non poteva fermarsi.

Sentì un'intensa impazienza e preoccupazione, come se gli fosse stato detto di tornare a piedi al suo paese dopo essere stato lasciato nel mezzo di un deserto dove non si riusciva a vedere altro che l'orizzonte.

Una volta raggiunto il tempo limite, i maghi le avrebbero cancellato la memoria senza pietà. Probabilmente si stavano già aggirando nei pressi dell'appartamento mentre si organizzavano per catturarla in caso avessero tentato la fuga.

Non aveva idea del perché i maghi non attaccassero e basta. Forse per compassione verso di lui, o forse perché non volevano spostare Index proprio prima del tempo limite. Non sapeva se fosse per uno di questi due motivi o per altro.

Guardò il viso della suora rannicchiata sul tatami.

Allora si alzò, completamente motivato.

La Città Accademia aveva più di 1000 strutture di ricerca sia grandi che piccole, ma uno studente del primo anno come Kamijou non aveva connessioni con nessuna di loro. Doveva contattare Komoe-sensei.

Non c'era niente di strano nel chiedersi se sarebbe stato possibile fare qualcosa in meno di un giorno. Il limite si stava avvicinando, ma il ragazzo aveva un piano segreto. Se il cervello di Index era a rischio per i troppi ricordi, non avrebbe guadagnato un po' di tempo facendola a dormire?

Una droga come quella di Romeo e Giulietta che metteva in uno stato di morte apparente sembrava davvero surreale, ma non aveva bisogno di spingersi a tanto. In pratica doveva solo farla dormire con del gas esilarante, un anestetico generale usato per le operazioni chirurgiche.

Non si doveva preoccupare della creazione dei ricordi attraverso i sogni. Kamijou aveva imparato qualcosa sul sistema del sonno durante le lezioni di sviluppo dei poteri. Era abbastanza sicuro che le persone sognassero solo in uno stato di sonno leggero. Una volta che si entrava in una fase profonda, il cervello si riposava a tal punto da dimenticare persino di aver sognato.

Quindi, Kamijou aveva bisogno di due cose.

La prima era contattare Komoe-sensei e ricevere qualche aiuto dalla struttura di ricerca che operava nella neuroscienza o nei poteri esper correlati alla mente.

La seconda era sfuggire ai maghi e portare Index fuori di lì, o creare una situazione in cui avrebbe potuto sconfiggerli.

Kamijou decise di cominciare col chiamare Komoe-sensei.

Ma poi pensò che in realtà non conosceva il suo numero di cellulare.

«Wow, sono un idiota...» disse quasi a volersi uccidere mentre guardava intorno alla stanza.

Non vide niente fuori dall'ordinario, ma quell'angusta stanza dal pavimento in tatami sembrava un labirinto. Senza luci accese, la camera era tanto buia quanto il mare di notte, e sembrava che i libri e le lattine di birra sparpagliate sul pavimento potessero nascondere qualcosa. Quando poi pensò a tutti i cassetti del comò e dell'armadietto, si sentì sul punto di svenire.

Provare a trovare un numero di cellulare che poteva anche non esserci sembrava un gesto folle, come cercare in una grande discarica una batteria buttata per caso il giorno prima. Ciononostante, non poteva fermarsi. Kamijou cominciò a mettere tutto a soqquadro, cercando un appunto o qualcosa che avesse quel numero di cellulare scritto sopra. Ogni minuto ed ogni secondo era importante. Per ogni battito del cuore gli saltavano i nervi e per ogni respiro l'impazienza aumentava. Ad un primo sguardo poteva sembrare che stesse solo lanciando le cose per rabbia.

Controllò a fondo nell'armadietto e portò fuori tutti i libri dallo scaffale. Mentre Kamijou stava andando su tutte le furie, Index continuava a dormire rannicchiata sul pavimento, quasi come se per lei il tempo si fosse fermato.

Vedendola in completa modalità "gatto nel kotatsu"[1], il ragazzo ebbe stranamente voglia di colpirla, ma proprio in quel momento, arrivò vicino ai suoi piedi un pezzo di carta uscito da un taccuino che sembrava essere usato per tenere i conti della casa.

Era la bolletta del cellulare di Komoe-sensei.

Kamijou afferrò immediatamente il pezzetto di carta e trovò un numero di undici cifre. Sembrava avesse speso 142,500 yen nel mese precedente. Doveva essersi impantanata con un telefono terribile. Solitamente il ragazzo avrebbe rotolato dal ridere per circa tre giorni dopo quella scoperta, ma non era il momento. Doveva fare quella chiamata, così si diresse verso il telefono nero.

Aveva la sensazione di averci messo un bel po' trovare il numero.

Non sapeva se fosse passata solo qualche ora o solo qualche minuto. Aveva una stretta al cuore talmente forte da avergli fatto perdere la cognizione del tempo.

Chiamò e Komoe-sensei rispose dopo il terzo squillo, come se lo avesse contato.

Quasi con la schiuma alla bocca, Kamijou gridò una "spiegazione" difficile da capire persino per lui, perché la sua testa non riusciva a formulare quel che voleva dire.

«...Hm? Ho la specializzazione in Pirocinesi, quindi non ho molte connessioni nel campo della Manipolazione dei Ricordi. Potresti contattare l'Istituto Takizawa o l'ospedale universitario Todai, ma la loro attrezzatura non è il massimo. La cosa più sicura sarebbe avere un esper di quel tipo a disposizione. Conosco Yotsuba-san dei Judgement, è una telepate di livello 4 e probabilmente sarebbe felice di aiutarti.»

Non le aveva dato molte spiegazioni, eppure Komoe-sensei era riuscita a dargli una risposta.

Kamijou capì che avrebbe dovuto consultarla sin dall'inizio.

«Ma Kamijou-chan, anche se gli insegnanti che si occupano di ricerca sono persone orribili che hanno scambiato il giorno con la notte, probabilmente non sarebbero felici di essere chiamati da uno studente a quest'ora. Perché per adesso non ci limitiamo a far preparare un letto in qualche struttura?»

«Cosa? ...No, sensei. Mi spiace, ma è urgente. Non possiamo farlo subito?»

«Ma...» disse Komoe-sensei un po' seccata. «E' già mezzanotte.»

Kamijou gelò.

La stanza non aveva orologi. Ma anche se ne avesse avuto uno, non avrebbe avuto il coraggio di controllarlo.

Il suo sguardo si spostò su Index.

La ragazza era rannicchiata sul tatami con le braccia e le gambe distese, immobile. Non c'era il benché minimo movimento.

«...In...dex?» chiamò timidamente Kamijou.

La ragazza non si mosse.

Proprio come qualcuno con la febbre, si era addormentata così profondamente da non poter rispondere.

Si sentì una voce provenire dalla cornetta.

Ma Kamijou la lasciò cadere prima che potesse capire cosa gli era stato detto. Un terribile sudore cominciò a scendere dai palmi delle sue mani. Una sensazione molto brutta gli pesava sullo stomaco, come se fosse stato colpito da una palla da bowling.

Sentì dei passi provenire dal corridoio che portava all'appartamento.

- Saremo lì a mezzanotte. Non ti rimane molto tempo, ma fai sì che la tua ultima inutile battaglia sia una di quelle buone. -

Non appena Kamijou ricordò quelle parole, la porta venne calciata dall'esterno.

La pallida luce lunare entrò nella stanza nello stesso modo in cui i raggi del sole illuminavano la piccola parte di una foresta attraverso le foglie.

I due maghi stavano sulla soglia con il perfetto cerchio della luna alle spalle.

In quel momento le lancette degli orologi di tutto il Giappone indicavano precisamente la mezzanotte.

Ciò voleva dire che il tempo limite di una certa ragazza era scaduto.

Voleva dire proprio questo.

Note[edit]

  1. Il kotatsu è il telaio in legno di un basso tavolino tipicamente giapponese, sopra il quale viene posto un futon od una pesante coperta. Sopra la coperta è presente un piano di appoggio per consentirne l'uso come un normale tavolo, mentre sul lato inferiore della struttura viene montata una fonte di calore.