To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume15 Capitolo 3

From Baka-Tsuki
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Capitolo 3: Nella Terra Dei Poteri Sigillati — Reformatory.[edit]

Parte 1[edit]

Era apparso del sudore freddo in tutto il corpo di Baba Yoshio.

Faceva parte di MEMBER, proprio come il Professore, al quale forniva supporto tramite il controllo remoto dei robot a quattro zampe.

«Bastardo... Non andare a morire in quel modo!!»

Maledì il ragazzo, ma i morti non sarebbero andati a salvarlo.

Baba fece schioccare la lingua e cominciò i preparativi per l'evacuazione. Si trovava a poche centinaia di metri sotto il suolo, nella città sotterranea sviluppata nel Ventiduesimo Distretto. Nello specifico, era in un rifugio nucleare per persone importanti conosciuto come "Resort Estivo". Era proprietà privata di un membro del Consiglio di Amministrazione, ma dato che non veniva usata molto spesso, aveva disattivato la sicurezza e la stava usando per sé. L'interno era fatto per essere come una villa lussuosa ed aveva persino delle linee speciali per le conferenze fatte sul web, quindi era un posto meraviglioso per un hacker come Baba. Aveva tenuto gli occhi su quel posto per un po', ma adesso che lo stava provando, l'aveva trovato davvero eccezionale.

Tuttavia, non era una zona di completa sicurezza.

Il ragazzo non sapeva chi potere avesse il suo avversario, ma le robuste mura non sarebbero state d'aiuto contro un esper di tipo teleporter. Il Professore era stato ucciso facilmente da uno dei sette Level 5 della Città Accademia. Qualcuno come quello sarebbe riuscito facilmente ad aprire a forza la porta del rifugio. Per non parlare del fatto che era possibile persino che il nemico potesse arrivare dotato di un equipaggiamento all'ultima moda come un fucile da caccia anti barriera.

(Non gli ci vorrà molto per sospettare che sono qui. Devo uscire!!)

Mise diversi pezzi di macchinari che stavano intorno al suo computer portatile all'interno della borsa, prese il denaro che era stato conservato nel "Resort Estivo" e si diresse verso l'uscita dell'ascensore.

Ma non vi fu risposta quando schiacciò il bottone.

«...?»

Si diresse alla porta alle scale che erano collocate altrove, ma non si aprì.

Fu in quel momento che le luci del rifugio diventarono di un rosso acceso. Sorpreso, Baba controllò il monitor di controllo della manutenzione. C'era scritto "Per ragioni di sicurezza sono state chiuse tutte le serrature."

Gli occhi di Baba uscirono quasi fuori dalle orbite e sentì uno strano rumore.

Sembrava quasi una cascata.

Doveva essere un suono enorme. Doveva esserlo per forza per essere percepibile persino attraverso le robuste mura del rifugio.

«Acqua...?!»

Nella mente di Baba Yoshio migrarono diverse possibilità negative.

Se qualcuno stava versando tonnellate d'acqua su tonnellate giù dalla tromba dell'ascensore o da quella delle scale usando una manichetta...

I meccanismi automatici (per specificare che non era niente di costruito con le braccia umane) non sarebbero riusciti ad aprire le porte a causa dell'eccessiva pressione dell'acqua. E persino se le porte potevano essere aperte, tutto ciò che lo avrebbe aspettato dall'altro lato era una schiacciante valanga d'acqua.

MEMBER aveva un esper di tipo teleporter che si chiamava Saraku (Accelerator l'aveva nominato Kill Point), ma era stato sconfitto nel Ventitreesimo Distretto. Non c'era nessuno che avrebbe potuto salvarlo in questa situazione.

«Tch!!»

Baba si apprestò ad estrarre il computer dalla borsa e ad accenderlo. Poi si connesse ad una linea di comunicazione per le conferenze su internet e contattò qualcun altro di MEMBER. Il Professore e Kill Point non erano più disponibili, quindi era rimasta solo un'altra persona da contattare. Era una ragazza che il Professore definiva una maga.

Tuttavia, la risposta all'email in cui spiegava la sua situazione arrivò velocemente e fu abbastanza un sollievo.

«Se ricordo bene, l'informazione che hai raccolto sulle organizzazioni è conservata in diversi server per ognuna di esse. Se ho quella, non ho bisogno di te. Seguirò il mio avversario. Non ho tempo di ripristinare i tuoi casini.»

«Quella puttana!!» urlò Baba.

Pensò di abbandonare ogni ideale di vergogna e onore e chiedere aiuto sia alle organizzazioni subordinate che alla "persona al telefono", ma poi lo schermo del suo computer si spense. Aveva davvero un brutto presentimento riguardo ciò che significasse e cercò di aggiustarlo. Tuttavia, sembrava che il cavo delle comunicazioni fosse stato reciso manualmente. Adesso non poteva ricevere nuove informazioni.

Baba scollegò il suo computer e si lamentò. Cercò di sforzarsi a pensare positivamente, ma giunse ad una sola conclusione.

Era in trappola.

Quando accettò questo fatto, riuscì a sentire una pressione oscura tale da calcare la sua testa ed alla fine lanciò la borsa a terra, si strappò i capelli con entrambe le mani e fece un urlò bestiale.

Era nel luogo più sicuro al mondo. Aveva abbastanza ossigeno e cibo a circondarlo per vivere in modo confortevole per un anno intero. Eppure, la mente di Baba Yoshio venne divorata dal mostro conosciuto come immaginazione.

Parte 2[edit]

Undicesimo Distretto.

La Città Accademia non confinava con l'oceano, quindi i diversi materiali potevano essere importati ed esportati solo via terra o aerea. L'Undicesimo Distretto condivideva un confine con le mura esterne e fungeva da ingresso per i percorsi via terra.

I membri di BLOCK ed Unabara Mitsuki erano lì.

In quella zona vi erano allineati degli edifici rettangolari. Al contrario delle costruzioni comuni, queste non avevano muri e sembravano dei garage. Le auto elettriche della Città Accademia erano parcheggiate lì nell'attesa di essere spedite al di fuori della città.

Il magazzino dell'Undicesimo Distretto era grande ed ogni giorno venivano importati ed esportati più di 7000 tonnellate di materiali.

La zona intorno al cancello che si occupava direttamente di ciò che entrava ed usciva era controllata severamente, ma il distretto del magazzino non veniva sorvegliato da cima a fondo. Questo sembrava un tipico pontile. Era il tipico posto dove la notte avvenivano gli affari loschi nei vecchi film di mafia.

E...

(Quello è il muro esterno...)

Unabara mosse lo sguardo in quella direzione.

Sebbene fosse lontano più di 500 metri, esso sembrava quasi maestoso, data la stazza. Sulla cima delle mura che sembravano la Grande Muraglia Cinese vi era un sentiero, ed usando i binocoli, si potevano vedere dei robot di sicurezza dalla forma cilindrica che andavano e venivano.

Alcuni maghi erano riusciti ad entrare attraverso quelle mura esterne, ma era perché erano protette da sensori "scientifici" che rendevano sensibili le tattiche "magiche".

(È comunque ciò che spero. Preferirei non pensare alla possibilità che Aleister abbia calcolato tanto e ci abbia lasciato fare.)

Tuttavia, dato che la sorveglianza del satellite non funzionava, la forza della sicurezza era precipitata enormemente. Adesso le persone normali che non potevano usare dei metodi magici avevano la possibilità di farcela.

Dall'altro lato delle mura, ci sarebbero stati ad attenderli i 5000 mercenari che aveva chiamato Saku.

Dovevano aver aspettato che la sicurezza satellitare della Città Accademia smettesse di funzionare mentre si sparpagliavano nascondendosi nelle abitazioni e nei veicoli vicini.

Unabara sapeva tutto ciò, ma non gli era stata data la possibilità di passare quelle informazioni.

Il resto di GROUP non sapeva niente a riguardo. Il ragazzo non sapeva se le classi superiori della Città Accademia ne fossero a conoscenza o no. Era altamente come se stessero tirando un sospiro di sollievo per aver fermato l'attacco al satellite.

(Quindi BLOCK ha chiamato questi mercenari per perseguire il loro scopo... Ma quale potrebbe essere? Cosa stanno per attaccare...?)

«Sei preoccupato, Yamate?» disse all'improvviso Teshio Megumi che era in piedi vicino a lui.

Yamate era il nome dell'uomo di cui Unabara aveva preso le sembianze.

«Non proprio...» fu la breve risposta del ragazzo.

Solitamente, seguiva la persona di cui voleva prendere le sembianze per almeno una settimana in modo da esaminarla. Dato che non era riuscito a comprendere questa per bene, era meglio non parlare incautamente.

Teshio non sembrava preoccupata del comportamento assunto da Unabara.

Probabilmente pensava che fosse nervoso per il loro grosso piano.

«Abbiamo abbattuto il satellite, ma quei dannati robot di sicurezza si stanno aggirando ancora.» disse Saku Tatsuhiko.

Teshio voltò la testa verso l'uomo dalle sembianze di un orso.

«È un problema?»

«No. I robot come quelli non sono equipaggiati con delle armi, quindi non possono danneggiarci. Possono abbattere il muro se si impegnano.»

«Perché non sono armati?» disse Unabara decidendo di unirsi alla discussione.

Saku gli gettò addosso un'occhiata.

«Ci sono diverse ragioni. Quei robot solitamente vengono usati per fare da guardia al perimetro esterno. Se non funzionano adeguatamente e sparano a qualcuno che sta camminando fuori dalle mura, sarebbe un enorme problema. C'è anche un problema di ricarica. Quel genere di robot non può cambiare il caricatore, quindi una volta che vengono abbattuti, rimangono tali.»

«Quindi se ci scoprono, suoneranno l'allarme, esatto?» disse Teshio Megumi con una voce che suonava delusa. «In quel caso, non potremmo semplicemente separarci senza incombere in tutti questi problemi?»

«No. I robot di sicurezza del muro esterno hanno una linea di comunicazione speciale. Quando suonano l'allarme, esso viene inviato direttamente alla zona di controllo nel Ventitreesimo Distretto e vengono mandati degli elicotteri d'assalto automatici. Più che altro, immagino si tratti di "Sei Ali", l'ultimo modello che è stato mostrato allo Show di Armi dell'Aviazione. Le cose non sarebbero semplici se venissimo intercettati.»

Saku guardò l'orologio che aveva allacciato al possente braccio.

«In dieci minuti, i robot di sicurezza cambieranno la rotazione.»

«...»

«Sono messi in moto dall'elettricità, quindi non possono continuare a muoversi per ventiquattro ore. Devono ricaricarsi da qualche parte. È per questo che sono divisi in gruppo attivo e gruppo di ricarica.»

Apparentemente, a causa di questo cambio, nella sicurezza c'era un lasso da venti a trenta minuti.

Solitamente, non sarebbe stato un problema perché il satellite della Città Accademia avrebbe comunque sorvegliato la città e la zona intorno ad essa.

Ma al momento non era così.

Quei venti minuti sarebbero stati uno spazio vuoto vero e proprio.

«Prepara tanti veicoli quanti possibili. Non dimenticare di cambiare le targhette di licenza.» disse Saku Tatsuhiko ad uno delle organizzazioni subordinate di BLOCK. «Usa le macchine elettriche in programma da esportare che sono parcheggiate nei garage. Dobbiamo usarle per trasportare 5000 persone.»

Parte 3[edit]

Iniziò il momento in cui sarebbe mancata la sicurezza di venti minuti.

Mentre era circondato dai garage rettangolari nel magazzino dell'Undicesimo Distretto, Unabara Mitsuki si concentrò sul coltello di ossidiana che aveva in tasca.

Non aveva possibilità di contattare Accelerator e gli altri di GROUP.

Anche se l'avesse fatto, non avrebbe avuto alcuna garanzia che sarebbero riusciti a precipitarsi subito lì.

Da ciò che poteva sentire da Saku Tatsuhiko alla radio, i mercenari stavano apparentemente lanciando delle funi per rendere sicuro il cammino. Tramite un paio di binocoli guardò uno dei suoi presunti "compagni", lo superò, e vide delle diverse figure umane che si arrampicavano nel muro esterno.

(...Non ho scelta.) pensò Unabara.

La lancia di Tlahuizcalpantecuhtli era un incantesimo di tipo esortante che rifletteva la luce di Venere e smembrava qualsiasi cosa venisse colpita dalla luce riflessa. Ciononostante, non poteva attaccare più obiettivi contemporaneamente.

(Il problema principale è su cosa usare il mio attacco.)

C'erano 5000 mercenari.

Volgere la lancia contro di loro sarebbe stato insensato. Non avrebbe fatto altro che lasciargli contro 4999 avversari.

Poteva puntare uno dei membri principali di BLOCK.

Pensò che eliminare Saku che si comportava da comandante avrebbe sortito qualche effetto, ma il piano sembrava troppo lungo per essere del tutto fermato abbattendo il leader.

(Devo puntare a qualcosa che farebbe più effetto...)

Unabara scostò il binocolo dal viso.

(Cosa posso attaccare in modo da interromperli in un sol colpo...?)

Spostò lo sguardo del tutto lontano dai mercenari che scalavano il muro esterno.

Venne assalito da un intensa sensazione di tensione, ma non aveva il tempo di esitare.

(Lì!!)

Estrasse il suo coltello di ossidiana.

Puntò la luce di Venere verso...

Il garage lì vicino.

Saku Tatsuhiko e Teshio Megumi guardarono meramente Unabara quando portò fuori il coltello. Non avevano alcuna conoscenza della magia, quindi non avevano idea di cosa stesse facendo.

Tuttavia, la loro immaginazione ci arrivò quando videro che stava cominciando a correre verso l'edificio ed in seguito il garage che cominciò a crollare all'improvviso.

Ci fu un rumore assordante.

Il garage fatto di cemento armato verso il quale stava correndo Unabara cominciò a crollare come se i pilastri che lo sostenevano fossero stati rimossi uno ad uno. Mentre i materiali dell'edificio colpivano il pavimento, essi distruggevano l'asfalto sollevando la polvere.

«Co...? Yamateeeeeee!!»

Unabara sentì Saku che gli urlava contro da dietro.

Poco dopo, sentì il suono metallico di diversi fucili che venivano puntati.

Il ragazzo li ignorò e corse.

Con uno sferragliamento, degli enormi pezzi di cemento armato caddero come una frana. Quei pezzi protessero la schiena di Unabara in modo da pararlo dalla pioggia di proiettili. Le macchine elettriche si ruppero a mezz'aria e dei pezzi affilati si distrussero contro il pavimento. Era una piccola fortuna che le macchine non usavano benzina e quindi non esplosero.

Unabara puntò il coltello di ossidiana in basso.

Distrusse il pavimento usando la luce di Venere e saltò nella fognatura al fine di proteggersi dal cemento armato in caduta.

Tuttavia, la quantità di materiali dell'edificio che scendevano giù era troppo grande e cominciarono a schiacciare la fogna stessa verso di lui.

«Ooooohhhhhh!!»

Cominciò a correre, inciampò e cadde a terra, poi cominciò a strisciare.

Alla fine, il crollo del parcheggio finì.

Lo shock doveva aver danneggiato tutta la fognatura perché aveva ceduto rendendola impraticabile sia dietro che di fronte a lui.

Il tetto su di lui era stato distrutto lasciando entrare dei luminosi raggi di luce.

Unabara mise le mani sul muro e cominciò a salirci su mentre guardava il cielo blu soprastante.

E lì vide...

Parte 4[edit]

Il Centro di Controllo della Protezione della Supremazia Aerea ricevette un segnale d'emergenza dalla zona intorno alle mura esterne dell'Undicesimo Distretto.

Tuttavia, gli elicotteri automatici non vennero inviati immediatamente. Era possibile che il segnale avesse riscontrato un errore. La decisione finale venne lasciata ad un operatore. Quando un umano connetteva la spina al circuito, il comando veniva inviato e gli elicotteri uscivano a compiere la loro prima missione difensiva.

Solitamente, l'operatore avrebbe usato un manuale complicato che era lungo una dozzina di pagine.

Ma con il controllo del satellite momentaneamente assente, erano state messe in pratica delle condizioni speciali di difesa. L'operatore scartò il manuale ed inserì la spina nel momento in cui inviò l'ordine.

Tre elicotteri d'assalto automatici erano in attesa su una grande zona asfaltata.

Erano degli HsAFH-11 all'avanguardia, anche chiamati "Sei Ali".

Ricevendo gli ordini, i rotori cominciarono a girare ed abbandonarono lentamente il terreno.

Parte 5[edit]

Gli elicotteri d'assalto automatici Sei Ali sorvolavano la zona soprastante: l'Undicesimo Distretto.

Erano simili agli AH-64 Apache ed avevano "un'ala" su entrambi i lati che erano equipaggiati con fucili e missili.

Essi erano degli aeroplani che si sollevavano con il rotore sull'asse verticale e si muovevano usando il suo punto di vista.

Se si faceva leva su quella definizione, i Sei Ali erano ovviamente qualificati come elicotteri.

Ma a causa dei motori del razzo per il potere ausiliare e per la loro velocità massima di Mach 2.5, era un po' un mistero se i Sei Ali potessero essere definiti elicotteri o no.

Per prima cosa, gli elicotteri d'assalto automatici usarono le loro IA per controllare il garage che era crollato e poi, fecero lo stesso con le figure sospette che stavano scavalcando le mura esterne della Città Accademia a qualche metro di lontananza.

Ce n'erano circa 5000.

Dopo aver confermato la presenza dei nemici, le loro IA li portarono in automatico nella modalità d'attacco.


«Maledizione, Yamate...!!»

I Sei Ali avevano cominciato il loro attacco circa nello stesso momento in cui Saku Tatsuhiko aveva urlato per la rabbia.

Con un rumore metallico, le ali su entrambi i lati dei veicoli si aprirono in tre. Adesso avevano davvero "sei ali". Queste erano sottili ed avevano persino delle giunture che si muovevano quasi come delle braccia umane mentre puntavano le loro armi numerose.

«Si comincia!!» urlò Teshio Megumi quando cominciò il ruggito degli elicotteri d'assalto.

Era meno come un mitragliamento a bassa quota e più come un'esplosione.

La donna balzò dietro la station wagon che avevano usato per arrivare lì, ma questa cominciò a distruggersi dopo che si era cominciato a far fuoco. Poi venne divorata da una luce arancione mentre esplose. Teshio venne spazzata un paio di metri più lontano dall'esplosione prima di atterrare, per poi correre alla ricerca di un luogo migliore dove coprirsi.

«?! Stanno usando dei Proiettili Incendiari?!»

I proiettili erano fatti di un metallo estremamente resistente al calore ed avevano delle scanalature speciali incise in loro così che l'attrito dell'aria li avrebbe fatti riscaldare fino a 2500 gradi. Se avessero perforavato un'armatura, avrebbero fatto andare a fuoco i circuiti elettrici ed il serbatoio di carburante interno.

Ebbe inizio l'attacco ai mercenari che stavano scalando le mura esterne.

Il loro gruppo esplose come un pallone gigante. Persino a distanza poteva essere visto uno spruzzo rosso. L'attacco doveva aver avuto una potenza abbastanza forte perché persino alcuni dei mercenari incolumi caddero dal muro. Gli elicotteri cominciarono a travolgere i rimanenti a cominciare da quelli che ricambiavano il fuoco.

A questo punto, sarebbero stati tutti uccisi.

«Dobbiamo lasciar perdere i mercenari!! Viaggiare in tanti mentre veniamo spiati dall'alto non significherebbe altro che essere un obiettivo gigante!!» urlò Teshio Megumi a Saku Tatsuhiko che era un po' distante da lei.

«Sono 5000 persone! Sai quanto ho lavorato duro per questo momento!? Pensi davvero che possa sprecare tutto?!»

«Stanno scambiando la situazione per un nostro tradimento. Coloro che si trovano ancora all'infuori delle mura esterne non verranno più. Dobbiamo prelevare gli uomini che sono riusciti ad entrare e fare affidamento su di loro!!»

«Maledetto Yamate... Lo ucciderò!!» disse Saku dal profondo della sua gola secca.


«Ha ha. Immagino che quelle cose dovessero essere proprio ottime dato che costano 24 miliardi ciascuna...» mormorò Unabara mentre si nascondeva tra i detriti dopo essere strisciato via dalla fognatura.

Era il risultato delle sue azioni, ma quella scena gli faceva percepire ancora la sensazione di un brivido che gli percorreva la schiena.

Riusciva a vedere un paio di gruppi che sparavano dei missili antiaerei mentre li tenevano posizionati sulle spalle.

Tuttavia i Sei Ali spararono qualcosa simile ad una palla da softball contro i missili. Da essa fuoriuscì della sabbia ferrosa seguita da corrente elettrica ad alto voltaggio. Una "superficie" di venti metri che si estendeva in ogni direzione diventò una zona di corrente elettrica, ed i missili esplosero lì.

I Sei Ali ricambiarono il fuoco con un grande numero di attacchi missilistici che circondarono la zona di fiamme cremisi.

(Bene, sembra che abbia trattenuto più mercenari possibili dall'avvanzare...)

Unabara poggiò la schiena su un grande pezzo di cemento armato e si coprì il viso con le mani. Strappò il talismano di pelle fatto da Yamate, l'uomo dal quale stava prendendo in prestito la faccia, e si mise nuovamente quella di Unabara Mitsuki. Nel farlo, il suo fisico e la sua voce diventarono quelli di un'altra persona.

Non aveva più bisogno del viso di qualcuno di BLOCK.

(Adesso il problema è come sopravvivere. Sono sicuro che quei Sei Ali vedranno anche me come nemico.)

L'obiettivo dei Sei Ali era di eliminare i mercenari che stavano scalando le mura.

Se si fosse nascosto fin quando sarebbero precipitati, gli elicotteri se ne sarebbero andati da soli.

Tuttavia, il suono dell'aria che veniva ripetutamente sfrecciata fece pressione sul cuore di Unabara.

Guardando in su, da dietro le macerie, vide uno dei Sei Ali puntare l'obiettivo verso di lui.

«Sembra che non sarà così semplice.»

Mentre urlava, Unabara tirò fuori il suo coltello di ossidiana e lo mosse.

Fece riflettere la luce di Venere attivando la Lancia di Tlahuizcalpantecuhtli e smontò il mezzo con quell'attacco a sorpresa.

Quando ricevettero il resoconto di ciò che era accaduto, gli altri due Sei Ali puntarono le loro ali verso Unabara.

Essi non avevano problemi a mirare direttamente lì. Le ali avevano delle giunture e quindi potevano mirare al ragazzo come avrebbe potuto fare un braccio umano.

La Lancia di Tlahuizcalpantecuhtli poteva smembrare ogni genere di cosa.

Ma non poteva prendere di mira diversi soggetti in una volta sola.

«Kh!!!»

Cercò di muoversi a saltare in un posto coperto, ma gli elicotteri erano troppo, troppo veloci.

Gli elicotteri d'assalto che aveva attirato stavano per farlo a pezzi.

(È la fine...?!)

Unabara tenne in alto il coltello di ossidiana sapendo che fosse inutile, ma accadde qualcosa prima che potesse fare altro.

Sentì un tonfo.

Era il suono di un Level 5 dai capelli bianchi che si trovava su uno degli elicotteri d'assalto automatici. Afferrò a forza il rotore con le mani e lo fece roteare ad alta velocità, fermando i suoi movimenti. Il Sei Ali non ebbe modo di occuparsi di quest'azione ridicola e precipitò al suolo, esplodendo.

"Lui" uscì con naturalezza dalle fiamme.

Unabara Mitsuki riuscì finalmente a rilassarsi.

«Accelerator-san...?»

«Ho sentito che stava accadendo qualcosa vicino alle mura esterne ed ho trovato questo quando sono arrivato qui.» disse Accelerator con tono annoiato mentre faceva tornare l'elettrodo in modalità normale e si poggiava sulla stampella. «Gli altri hanno completato il loro lavoro al Terminale di Connessioni Esterne ed io ho distrutto l'antenna collegata al satellite, quindi pensavo fosse finito tutto. Ma poi l'autorità ha cominciato a lamentarsi degli intrusi nel perimetro di una certa merda.»

«Ah ah. Immagino che tu abbia carpito da te che ti hanno usato.»

«So che non hai chiamato i Sei Ali senza una ragione. Dov'è BLOCK?»

«Sono andati via.» disse Unabara mentre si asciugava il sudore dalla fronte. «Penso che siano riusciti a raccogliere circa cento dei mercenari che erano entrati dall'esterno.»

«Dall'esterno... Tch. Quindi era a quello che serviva il satellite. BLOCK, MEMBER ed adesso mercenari. Che cavolo gli prende a tutte queste merde con cui ho a che vedere oggi?» Accelerator fece schioccare la lingua a causa di tutto il lavoro che stava facendo e continuò a parlare. «Quindi hai lasciato entrare gli intrusi? Sei davvero fottutamente inutile.»

«Beh, all'inizio dovevano essere 5000.»

«Hai fallito comunque.»

Uno dei Sei Ali si librò in aria come ad interrompere le sue parole.

Ma questa volta la sua mira non era rivolta ad Unabara.

Dopo aver attraversato la zona una volta, l'ultimo elicottero automatico ritornò nel Ventitreesimo Distretto.

«Sembra che la "pulizia" sia finita.»

«Probabilmente a loro non piace essere distrutti da qualcuno che sta dalla loro parte.» disse Unabara mentre faceva spallucce. «Dopotutto, costano 25 miliardi.»

Parte 6[edit]

Tsuchimikado Motoharu, Accelerator, Musujime Awaki ed Unabara Mitsuki si riunirono nel deposito distrettuale dell'Undicesimo Distretto. Unabara era stato fuori dal giro per un po', quindi aveva fatto una domanda a Tsuchimikado.

«Cos'è il Terminale di Connessioni Esterne?»

«È solo una piccola struttura. Tutte le formalità sono una rottura di palle, quindi io e Musujime abbiamo fatto saltare in aria il centro di quel complesso. Ma ci sono altri tre terminali, quindi non ci saranno problemi di connessione.»

Questa volta fu Musujime, che aveva agito insieme a Tsuchimikado, a porre una domanda ad Unabara.

«Possiamo affermare davvero che quest'organizzazione, BLOCK, fosse dietro tutto? Non siamo giunti alla conclusione che SCHOOL fosse dietro l'attacco del cecchino di Oyafune Monaka?»

«Non sembra che BLOCK e SCHOOL stessero lavorando insieme in modo diretto. Entrambi avevano i loro piani ed hanno causato incidenti separati. È solo accaduto che avessero un punto di riferimento, quale Management.»

«Tch. E con quei bastardi di MEMBER che si aggirano furtivamente, tutto ciò è diventato davvero una rottura di coglioni.»

Tsuchimikado mosse lo sguardo altrove mentre ascoltava la discussione di Unabara ed Accelerator.

La zona vicina alle mura estere aveva sangue e carne sparsi ovunque, ma c'erano ancora dei sopravvissuti. Quei mercenari non erano stati uccisi, non potevano scappare ed erano stati lasciati lì da BLOCK.

«Okay, è giunto il momento delle domande.» disse schiettamente Tsuchimikado. «Quale posto dovevate attaccare con 5000 mercenari, con esattezza?»

«D-Di cosa stai parlando?»

«5000 sembrano molti, ma non è abbastanza per sconfiggere la Città Accademia. Sto chiedendo per quale motivo siete stati assunti, mercenario. Che piano avevate per usare così tante persone?»

«...»

Il mercenario guardò le facce dei quattro membri di GROUP, una alla volta.

Sembrava combattuto.

Qualsiasi fosse il motivo per il quale stava esitando, la scena disastrosa intorno a lui lo aveva portato a credere che BLOCK avesse fallito o che volessero tradire i mercenari sin dall'inizio. Alla fine, aprì lentamente la bocca.

«...Il Decimo Distretto.»

«Il Decimo Distretto?»

In quel distretto i prezzi delle terre erano i più bassi e non c'erano strutture rilevanti. Era pieno di cose come zone di smaltimento per gli esperimenti sugli animali e laboratori che avevano a che fare con la potenza nucleare.

Il mercenario continuò a parlare.

«Avremmo dovuto attaccare il riformatorio del Decimo Distretto.»

«!!»

Musujime Awaki fu l'unica che reagì a quelle parole.

Afferrò il mercenario per la collottola.

«Perché dovevate attaccare quel posto...? C'è qualche criminale importante che stavate cercando di salvare?!»

Accelerator rifletté mentre guardava Musujime che perdeva la pazienza.

I riformatori della Città Accademia erano usati per ospitare i criminali che usavano poteri psichici. Non conosceva i dettagli, ma aveva sentito che lì avevano dei poteri di contromisura per esper. Se era vero, avere un esercito composto da persone normali avrebbe aumentato le loro possibilità di successo.

Il mercenario che era stato afferrato per la collottola da Musujime, alla fine aggiunse un'altra cosa.

«Il nostro obiettivo era... Move Point.»

Le sopracciglia di Musujime Awaki si contorsero.

L'uomo doveva non sapere chi fosse la donna di fronte a lui.

«Abbiamo ricevuto delle informazioni sul fatto che i suoi compagni fossero tenuti lì. Se li avessimo catturati, avremmo potuto negoziare con lei.»

(Che motivo avevano di scegliere me?) pensò Musujime.

Ma poi realizzò quale fosse la risposta.

«La guida per l'"edificio senza finestre" di Aleister...»

«Giusto. L'identità della guida è riservata perché è ha una linea diretta con Aleister. Ma BLOCK ha messo le mani su delle informazioni che constatano che si tratta di Move Point. Quindi hanno investigato a fondo al fine di trovare del materiale da usare per negoziare.»

«Per quale motivo dovevate negoziare con la guida?» chiese Tsuchimikado.

«Volevamo delle informazioni sul percorso che fanno i materiali vengono portati all'interno dell'edificio senza finestre. Nemmeno una bomba nucleare può distruggerlo dall'esterno, ma dall'interno è una storia del tutto diversa. Si dice che non abbia un'entrata o un'uscita, ma dei materiali vengono portati fuori e dentro. Essi possono essere usati per far esplodere l'edificio senza finestre dall'interno.»

«Far esplodere?»

«BLOCK ha detto che hanno preparato una bomba che possa scoppiare simultaneamente. È un tipo di arma tattica che hanno creato qui nella Città Accademia.»

Una bomba che possa scoppiare simultaneamente era una grande bomba che aveva un alto potere esplosivo programmato in modo regolato. Una normale arma tattica avrebbe diffuso un'enorme esplosione su più di una zona ampia, mentre la bomba sincronica era fatta per focalizzarsi su un'esplosione più distruttiva su un piccolo obiettivo, così che lo distruggesse nella sua totalità. Era stata creata per bombardare una roccaforte nemica in un ambiente urbano senza civili da sacrificare.

«Il caos deve essere fermato. Sono un mercenario, quindi so di cosa sto parlando. Il mondo è arrivato al limite. Non ci sarà molto da aspettare per l'inizio di una lotta interna. La guerra necessita di essere fermata prima che possa cominciare.» disse il mercenario mentre marcava con lo sguardo ogni membro di GROUP, uno alla volta. «Portare Move Point dalla nostra parte sarebbe difficile. Qualcuno di cui non ci si può fidare resterà sempre tale. È per questo che non l'abbiamo cercata troppo. Se la nostra informazione su di lei è esatta, il tutto si potrà realizzare più velocemente con il suo aiuto, ma non si può far niente. Siamo andati avanti con la supposizione che lei non avrebbe...»

«Esatto.» disse Musujime interrompendolo. «Tuttavia, sai con chi stai parlando adesso?»

Il mercenario assunse un'espressione accigliata facendosi prendere dal panico e la sua faccia diventò pallida poco dopo.

«I-Impossibile. Stai scherzan...!!»

Prima che potesse finire di parlare, quasi dieci di quelli che sembravano degli spuntoni in metallo lo colpirono in tutto il corpo.

Svenne per il trauma ed il dolore, ma sembrava essere ancora vivo. Musujime rimosse la mano dal mercenario lacero e lo guardò a terra mentre stringeva i denti.

Ciò che voleva proteggere più di ogni altra cosa, ciò che voleva proteggere noncurante di cosa potesse perdere in cambio, le era stata portata via. Gli altri tre rimasero in silenzio. Nonostante avessero qualcosa che sentivano allo stesso modo, non potevano dire niente.

Più che altro, Aleister stava usando qualche strana tecnologia per vedere tutto dall'alto. Tuttavia, non stava dando loro una mano. Doveva guardare queste persone combattere nel suo giardino, sorridendo.

«Andiamo.»

Alla fine Tsuchimikado sollecitò gli altri.

Da questo momento in poi, la questione riguardava Musujime Awaki al posto di GROUP come totalità. Ma nessuno di loro si era lamentato a riguardo. Proprio come Unabara si era mescolato tra le fila di BLOCK, i membri di GROUP vedevano questa come una situazione diversa del dover redimersi da un momento difficile che era parte di un lavoro che qualcun altro aveva imposto loro.

«Dobbiamo andare al Decimo Distretto. BLOCK ha ancora circa 100 mercenari a sua disposizione. Non sappiamo che tipo di equipaggiamento abbiano, ma chiaramente, non si tratta di una buona situazione.»

Parte 7[edit]

Accelerator e gli altri tre di GROUP andarono via dall'Undicesimo Distretto all'interno di un'ambulanza che stavano usando con il solo scopo di spostarsi. Erano diretti al riformatorio del Decimo Distretto.

«Questo è l'unico riformatorio della Città Accademia. A quanto pare, è diviso a metà tra la parte dei ragazzi e quella delle ragazze.» disse Tsuchimikado mentre utilizzava un portatile. «La Città Accademia al momento non ha criminali accusati di tradimento. Per questo, i compagni di Musujime sono in una situazione dove non possono essere accusati legalmente. Di norma, non potevano essere rinchiusi in quella struttura.»

«Quindi c'è una stanza segreta?»

Unabara guardò verso Musujime, ma sembrava che lei non ne sapesse niente.

«Che rottura di coglioni. Non abbiamo una mappa della struttura? Se non riesci ad hackerare e ad avere informazioni su un passaggio segreto, non puoi semplicemente prenderle dal computer della compagnia edilizia?»

«Questo non è un edificio normale. Dubito che la compagnia sarebbe ancora in possesso d questo genere d'informazioni.»

Tsuchimikado guardò lo schermo.

Esso mostrava una moltitudine di dati sul riformatorio ma la composizione della struttura restava un segreto, quindi non c'era niente che potessero fare con essi.

Accelerator realizzò qualcosa mentre guardava lo schermo a sua volta.

«Questo complesso non ha un servizio antincendio.»

Esaminò nuovamente i dati che venivano mostrati.

«Lì gli incendi non si manifestano spesso, quindi ne hanno fatto a meno per risparmiare sul budget. Ma ciò significa che se dovesse svilupparsene uno, dovrebbero essere i vigili del fuoco a dirigersi in quel luogo. A loro deve essere stata data una mappa dell'organizzazione della struttura, in modo da farli muovere in modo adeguato all'interno di quella specie di labirinto.»

Nel sentirlo, Tsuchimikado cambiò l'obiettivo dell'hacking.

Riuscì ad avere velocemente una risposta.

«Ecco. Le zone riservate sono protette, ma se ci fosse una scalinata segreta, dovrebbe essere lì. La zona del seminterrato per i traditori deve essere oltre quel posto.»

Dato che c'era una sola zona in cui poteva trovarsi la scalinata nascosta, quel luogo non doveva essere separato per sesso. Erano tutti in isolamento, quindi non ci sarebbero state delle zone condivise.

«Era qualcosa di nascosto, quindi pensi che BLOCK abbia anche quest'informazione?»

«Ha. GROUP e BLOCK hanno lo stesso livello di autorità. Qualsiasi cosa possa essere trovata da noi, possono trovarla anche loro. E l'informazione su Musujime è allo stesso livello di classificazione nella banca dati.»

Musujime lanciò un'occhiataccia ad Accelerator, ma lui non batté ciglio e continuò a parlare.

«Tsuchimikado. Che tipo di protezioni ha quella struttura?»

«I carcerieri usano le vecchie tute potenziate MPS-79. Hanno l'equipaggiamento anti-esper, ma non mi aspetterei molto da loro. Hanno solo degli attrezzi per difendersi contro gli esper impazziti e BLOCK sta usando delle vere armi. I mercenari che hanno lasciato l'Undicesimo Distretto hanno lame, pistole, fucili, bombe ed altri tipi di armi dell'"esterno", ma sono sicuro che BLOCK li abbia ri-equipaggiati con gli ultimi modelli in vista. A quanto dice Unabara, più di cento di quei mercenari sono ancora attivi. Non sappiamo quante persone abbia BLOCK o quali siano i loro poteri. Ciò che è importante è che possano uccidere o no. Le tute potenziate sono grandi, solidi obiettivi.»

«Non quello.» interruppe Accelerator. «Il riformatorio è pieno di esper pericolosi. Che tipo di equipaggio anti-esper hanno?»

«Ne hanno circa 25 tipi diversi, a cominciare da un emittente AIM.»

«Quindi all'interno non possiamo usare i nostri poteri?»

«Si può. Fondamentalmente, dissolve la tua concentrazione e ti lascia intenzionalmente con dei pensieri che ti fanno rintracciare più velocemente da uno Psychometer. Ti indebolirà un po', ma non abbastanza da eliminare tutto il tuo potere. Lavorare come guardia, a quanto pare, è la terza tra le occupazioni peggiori dal punto di vista di una compagnia assicurativa. In una struttura grande come quella, è impossibile eliminare del tutto i poteri psichici.»

«Ma.» continuò Tsuchimikado. «In quelle condizioni è possibile che i tuoi poteri vadano fuori controllo. Poteri che usano dei calcoli complessi sono maggiormente propensi a cose del genere. Un esper normale finirebbe con l'essere ferito, ma sarebbe molto più pericoloso per te o per Musujime. Devi guardarti le spalle se non vuoi finire con l'uccidere te stesso in un modo incredibilmente stupido.»

Parte 8[edit]

Quando l'ambulanza si fermò al riformatorio del Decimo Distretto, Accelerator, Tsuchimikado Motoharu, Unabara Mitsuki e Musujime Awaki uscirono dal portellone posteriore.

Da lì non riuscivano a vedere l'interno della struttura perché era circondata da un muro alto almeno quindici metri. Tuttavia, da dove si trovavano, potevano sentire un odore di fumo poco salubre.

«...!!»

Musujime strinse i denti e cominciò a dirigersi verso il cancello che era già stato distrutto, ma Accelerator aggrottò le sopracciglia mentre si poggiava sulla sua stampella moderna.

«C'è qualcosa che non va.»

«Quindi te ne sei accorto anche tu.» disse lentamente Tsuchimikado estraendo una pistola militare dalla tasca. «Non si sente niente. Se BLOCK e le guardie stessero combattendo, dovremmo sentire degli spari.»

Tutti e quattro attraversarono il cancello che proseguiva come un posto di ispezione, arrivando ad una rotatoria per i veicoli che trasportavano i prigionieri. Quando arrivò a venti metri dall'area asfaltata, Accelerator sentì un leggero dolore alle tempie.

«...Quindi questa è l'emittente AIM.»

Alzò lo sguardo e vide un numero di fili sottili che si estendeva dalle mura di quasi quindici metri, coprendo l'intera struttura. Dovevano essere loro ad emettere un'onda elettromagnetica speciale.

Era più che altro fatta così in modo che avrebbe riflesso ampiamente il campo di diffusione AIM dell'esper, facendo sì che questo interferisse con il suo stesso potere. Accelerator non aveva mai sentito dire che l'Anti-Skill si fosse equipaggiata con qualcosa del genere, quindi necessitava di una grande quantità di elettricità e di potenza, e dunque poteva essere usata solo in zone limitate.

(Non sembra intralciare le mia capacità di movimento, ma dovrei evitare di passare in modalità esper.)

Ciononostante, il ragazzo pensò che sarebbe riuscito ancora ad usare il suo potere all'interno della struttura. Semplicemente, non voleva usufruirne se non era necessario, tanto da evitare di farlo andare fuori controllo. Era possibile che avrebbe finito con l'essere messo alle spalle dal suo stesso potere.

(Stanno usando anche un sacco di altri dispositivi. Stanno cercando di rendere tutto più difficile di proposito?)

Se avesse saputo che tipo di equipaggiamento stessero usando, probabilmente sarebbe riuscito a trovare un modo per sovrastarlo, ma interruppe lì i suoi pensieri. Aveva realizzato da dove venisse quella sensazione sgradevole riguardo al riformatorio.

I corpi.

Più che altro, appartenevano ai mercenari che BLOCK aveva invitato dall'esterno. Circa cinquanta omoni erano a terra con il sangue che sgorgava dai loro corpi. Ad alcuni avevano sparato in testa con una pistola, altri avevano perso le teste perché avevano sparato loro a bruciapelo, ed alcuni erano stati sgozzati con un coltello. Erano stati uccisi in diversi modi, ma avevano un fattore in comune.

«Tutti hanno perso la vita tramite le loro stesse armi...» commentò Tsuchimikado.

«Si tratta di suicidio...? No, questo era...» mormorò Unabara.

E poi...

«Ti ho trovato.» disse una voce alle loro spalle.

Accelerator si voltò e vide una ragazza che bloccava il passaggio attraverso il cancello distrutto. Era una ragazza bassa di statura che indossava un'uniforme rossa alla marinara, probabilmente doveva essere la sua uniforme scolastica. Ma c'era una strana luce nei suoi occhi. Non si trattava solo dello sguardo di un killer.

«Suppongo tu sia uno di quei coglioni di BLOCK.»

«No, faccio parte di MEMBER. Li ho solo usati; non provavo interesse ad unirmi a loro.» rispose la ragazza con noncuranza.

Praticamente aveva attaccato i mercenari che erano a terra in quella zona. Il che significava che aveva sconfitto quasi cinquanta mercenari senza ricevere un solo graffio, ma non aveva provato ad affermare che l'aveva fatto da sé. Sembrava davvero non avere interesse nei mercenari o in BLOCK.

(Di nuovo MEMBER...?!)

Accelerator aveva incontrato qualcuno di MEMBER nel Ventitreesimo Distretto, ma non sembrava voler diventare un alleato di BLOCK. Infatti, non aveva idea di ciò che stavano cercando o quale organizzazione vedessero come nemica. Ma aveva poca importanza perché si sarebbe occupato di chiunque altro fosse diventato suo nemico.

Tuttavia, c'era una persona che reagì nel vederla.

«...Non può essere. Tu sei...?»

Era Unabara Mitsuki, una spia, il quale vero nome e viso erano sconosciuti.

«Quindi finalmente ti decidi a chiedere chi sono, vero, Etzali?»

Guardò Unabara Mitsuki e si indirizzò a lui con un nome del tutto diverso.

O forse era quello il suo vero nome.

Unabara era così sconvolto che non riusciva a muoversi mentre la ragazza si pulì il viso con una mano. La sua faccia scomparve. Le sue fattezze asiatiche erano andate ed adesso aveva la pelle scura e dei tratti scolpiti elegantemente.

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«Devo ringraziare BLOCK. Qui i poteri degli esper sono dimezzati, quindi non devo preoccuparmi molto che i tuoi compagni si mettano in mezzo.»

Dopo aver visto quella faccia e sentito quella voce, l'espressione di Unabara si distorse.

«Xochitl, perché sei qui? Pensavo non avessi una magia in grado di fare una cosa del genere. E dovevi essere in una posizione dell'"organizzazione" che ti tenesse lontana da qualsiasi genere di lavoro sporco!!»

«C'è solo una ragione.» disse la ragazza con la pelle scura chiamata Xochitl mentre la sua espressione restava invariata. «Ho abbandonato tutto per venire a prenderti, perché sei passato dalla parte della Città Accademia, maledetto traditore!»

«Quindi è così.» mormorò Tsuchimikado mentre spostava lo sguardo verso Unabara.

Quest'ultimo parlò con tranquillità.

«...La trattengo qui. Voi tre andate avanti.»

Sembrava come si stesse sforzando di far uscire le parole dalla sua gola.

«Si chiama Xochitl. È una maga azteca che apparteneva alla mia stessa "organizzazione" prima di venire qui.»

L'espressione della ragazza chiamata Xochitl restò immutata dopo aver sentito le parole di Unabara.

«Sono qui solo per Etzali. Non m'importa se voi ve ne andate, ma mi chiedo se ve lo lasceranno fare.»

Risuonarono degli spari.

Accelerator e Tsuchimikado si nascosero dietro una navetta per i detenuti che era parcheggiata nella rotatoria. Mentre lo fecero, sentirono un grande numero di passi provenire da uno degli edifici.

«Quindi i mercenari di BLOCK stavano aspettando per vedere cosa sarebbe accaduto... Dobbiamo davvero occuparci di loro?»

Fu Tsuchimikado a chiederlo a Xochitl, ma lei lo ignorò. La ragazza voleva solo sbarazzarsi di qualcuno che le era d'intralcio, quindi non aveva interesse in BLOCK o nei mercenari.

Tuttavia, dato che erano bloccati dai mercenari, BLOCK sarebbe andata sempre più a fondo nella struttura. E loro erano lì per prendere i compagni di Musujime Awaki che erano tenuti come ostaggi.

«Tch.» Accelerator fece schioccare la lingua.

«Dannazione. Andate avanti.»

«Ma tu...»

«Non posso camminare con la stampella. Non posso usare i miei poteri con noncuranza e non possiamo contare sul tuo Move Point. Ha senso che il più lento rimanga indietro per trattenerli.» disse velocemente Accelerator. «Tsuchimikado, fornisci il sostegno necessario a Musujime. Non abbiamo idea di quanti membri di BLOCK ci siano. Dobbiamo pensare che lì ci sia un grande gruppo che dovete combattere.»

Dare delle istruzioni ad Unabara non lo seccava.

Accelerator avrebbe intercettato i mercenari che uscivano dal palazzo, Unabara si sarebbe occupato di Xochitl di MEMBER e Tsuchimikado e Musujime avrebbero salvato le persone che erano in quelle celle speciali.

I quattro membri di GROUP tennero a mente i loro obiettivi, incontrarono i loro sguardi ed annuirono.

«Andiamo!!»

Tutti e quattro cominciarono a fare il loro dovere.

Parte 9[edit]

Tsuchimikado e Musujime si diressero verso la scalinata nascosta che avevano trovato esattamente nel luogo previsto, ed andarono verso le celle speciali per i traditori non registrati.

Incontrarono due o tre mercenari lungo la strada, ma Tsuchimikado li mise a tacere con la sua pistola. Dato che la ragazza chiamata Xochitl ne aveva fatto fuori la maggior parte ed Accelerator si stava occupando degli altri, non ne erano rimasti molti tra i piedi.

Poi Musujime sentì un leggero dolore alla testa.

«...L'emittente AIM è persino più forte.»

«Ci sono dispositivi per l'esterno, per l'edificio e per le singole stanze. Tutte queste parti sommano i loro effetti sugli altri. Questo è l'unico riformatorio della Città Accademia e quindi l'unica struttura al mondo equipaggiata contro gli esper. Delle difese normali non sarebbero abbastanza.»

Tsuchimikado doveva aver sentito una sensazione simile.

Sembrava come se la sua mira si stesse incasinando piuttosto che riuscire a tenere il potere sotto controllo o trattenerlo. Sembrava come se la ragazza sarebbe stata coinvolta dal suo stesso potere se avesse cercato di usarlo spropositatamente.

«Musujime. Il tuo potere è forte, ma significa anche che un rilascio accidentale potrebbe ucciderti. Sarebbe meglio se non lo usassi qui.»

«Lo fai sembrare come se non valessi niente senza il mio potere.»

«Shh.»

Tsuchimikado sollevò il dito indice per zittire Musujime.

La scalinata ed il corridoio si connettevano a L e lui aveva sentito un frastuono provenire da dietro l'angolo. Era il suono di qualcuno che cercava di scassinare un pannello meccanico imbullonato con un palo di ferro tramite la fessura. Tsuchimikado alzò silenziosamente la pistola. Musujime solitamente faceva affidamento sul suo potere e quindi non aveva alcun tipo di arma da fuoco, dunque prese la sua torcia elettrica che poteva anche essere usata come bastone.

Tsuchimikado e Musujime uscirono alla scoperta nel corridoio.

Era un passaggio stretto. Le porte delle celle della prigione erano in metallo ed allineate da entrambi i lati; un uomo dalle sembianze di un orso stava ficcando qualcosa che sembrava della creta in una di esse. Una donna muscolosa stava guardando i progressi dall'altro lato.

Entrambi guardarono i due che erano entrati.

«Dovete essere di GROUP per ritrovarvi qui.» disse l'uomo dalle sembianze un un orso.

Musujime non reagì immediatamente per i diversi congegni anti-esper della struttura, incluso l'inibitore AIM. Tsuchimikado puntò la pistola in mezzo agli occhi dell'uomo. Ma prima che potesse far fuoco, l'uomo inserì un filo nell'argilla conficcata sulla porta.

«Questa è plastica esplosiva e questo è un fusibile.»

Un'espressione severa apparve sul viso muscoloso della donna.

«Saku!!»

«È inutile, Teshio. In questo caso dobbiamo usare degli ostaggi.»

Il grande uomo chiamato Saku tolse lentamente la mano da una bomba con il fusibile conficcato in essa.

Stava tenendo in mano un aggeggio. Era il bottone che serviva a detonare la bomba.

«...Se la userai qui, sarai il primo che verrà fatto a pezzi.»

«La quantità di esplosivo è stata fissata ed ho equilibrato un po' l'indicatore. L'esplosione si dirigerà del tutto verso la porta.» Saku puntò un dito verso la bomba conficcata nel muro. «Ma l'onda d'urto distruggerà ciò che c'è all'interno di quella cella. Ed i pezzi della porta distrutta non risolveranno i problemi. Distruggerla è facile, ma assicurare la salvezza della persona che c'è all'interno è abbastanza difficile. E dato che voi due vi siete fatti vedere per mettervi di mezzo, non posso concludere il mio piano.»

«...!!»

Riecheggiò un'esplosione.

Era a causa del potere di Musujime che esplose mentre digrignava i denti. Delle luci molto vivaci sul soffitto sparirono e trapassarono il muro ed il pavimento.

Eppure, Saku e Teshio non mostrarono alcuna preoccupazione sui loro volti.

«...Musujime Awaki, Move Point.» Saku sorrise mentre strinse il pulsante per detonare la bomba. «Ottimo, ci fa risparmiare un po' di tempo. Abbiamo entrambi un ostaggio e la persona con cui negoziare. Cominciamo, ex guida dell'edificio senza finestre.»

«E se rifiutassi?»

«Non lo farai. Vuoi davvero che i tuoi poteri vadano fuori controllo?»

Nel sentirlo, Musujime si zittì. Se non fosse stato per i dispositivi anti-esper, avrebbe potuto trafiggere Saku.

«GROUP, eh? Hai imparato qualcosa dall'incidente del 30 settembre?»

«Cosa?»

«Noi sì. abbiamo pensato che questo mondo di merda fosse controllato d Aleister da cima a fondo, ma non è così. ci sono diversi modi per sfuggire al suo controllo e posti dove nascondersi da lui. Meraviglioso, vero? È così meraviglioso che rende così assolutamente ridicolo il fatto che siamo stati legati alla Città Accademia da così tanto. Con l'Incidente del 30 settembre e le rivolte odierne ad Avignone, abbiamo una possibilità. Non c'è modo in cui possiamo lasciarci sfuggire quest'opportunità.»

«Quindi vi siete diretti verso un nuovo mondo calpestando gli altri. Non è qualcosa di cui andare tanto fieri. Mi ricorda del massacro durante l'Età delle Esplorazioni.»

«Capisco. Desiderare un firmamento o un paradiso che al momento non si ha, è qualcosa che fanno tutti gli umani.»

Ascoltando la conversazione, Tsuchimikado guardò il pulsante che stava tenendo Saku.

Con le sue capacità, poteva sparare ad esso nonostante si trovasse in mano all'uomo. Tuttavia, non ne poteva garantire la riuscita ed era possibile che sarebbe atterrato in basso, facendo così saltare in aria porta. Se ciò fosse accaduto, il compagno di Musujime sarebbe stato ucciso indipendentemente da dove si nascondesse nella cella.

La ragazza mise così tanta forza nella mascella che sembrava stesse per rompersi tutti i denti.

Nel vederlo, la donna muscolosa Teshio, parlò a Saku.

«...Usare un ostaggio non ci aiuterà.»

«Di cosa stai parlando, Teshio? Comincia tutto qui. Il valore dell'ostaggio è salito molto di più.»

«Gli ostaggi che avremmo dovuto usare per negoziare con Move Point erano stati usati come escamotage perché non sapevamo dove si trovasse. Musujime è proprio di fronte a noi. Il ruolo degli ostaggi è finito. Usando le bombe qui, non faremo altro che renderla sempre meno ragionevole.»

Teshio guardò la bomba sulla porta.

«Ripensandoci, ero contro questo sin dall'inizio. Ero solo d'accordo con la parte del piano sugli ostaggi perché era assolutamente necessario. Adesso che non lo è più, possiamo lasciarli in pace.»

«Non possiamo, Teshio. Proprio adesso abbiamo 38 ostaggi! Capisci cosa significa?! È una vasta fortuna. Ne abbiamo così tanti, sprecarne un po' non importa!! ...Hai cominciato a sentire compassione per quei ragazzi per aver lavorato molto tempo all'Anti-Skill?!»

«...Saku.»

«Non m'intralciare!! Ucciderò quel bastardo di Aleister!! Questo è il primo passo. Non può finire tutto qui!! Non posso sprecare qui il mio tempo. Se ti metti di mezzo, ucciderò anche te, Teshio!! Preferirei di no, ma...»

Saku non finì la frase.

Ciò fu a causa del fatto che la donna gli aveva dato un pugno, più forte che poteva.

Solo dal suono, il pugno sembrava chiaramente contenere una grande forza in esso. Più che altro, l'uomo di BLOCK non aveva idea di cosa gli fosse accaduto. Venne scaraventato sul muro e scivolò a terra. Era la prima volta che Musujime Awaki aveva effettivamente visto della bava provenire dalla bocca di una persona. Questo era per quanto fosse stato colpito senza pietà.

«...Non sprecare tempo su cazzate senza senso.»

La donna chiamata Teshio tese la mano verso la porta metallica. Tolse il fusibile dalla plastica esplosiva incastrata nella porta, rimosse la bomba e la gettò a terra.

«È abbastanza?» chiese lentamente.

«...Cosa stai facendo?» chiese Musujime con uno guardo serio in viso.

«Mi scuso per la nostra maleducazione. Potete picchiarmi quanto volete.»

Gli occhi di Teshio non vacillarono nemmeno quando Tsuchimikado le puntò contro la pistola.

«Ma non mi arrenderò finché non avremo vinti. Anche io ho una ragione per uccidere Aleister. Non userò alcun ostaggio, ma vi causerò direttamente dolore finché non mi darete quell'informazione.»

Parte 10[edit]

Unabara Mitsuki e Xochitl si trovavano nel campo di allenamento del riformatorio.

La ragazza dalla pelle scura tirò fuori dalla tasca una decorazione piumata e la mise vicino al suo orecchio.

«Sei tanto scortese da affrontarmi con un viso fittizio, Etzali?»

«Mi spiace, però questa faccia mi piace. E non ho il diritto di utilizzare l'altra, dato che ho lasciato "l'organizzazione".»

«Ti sbagli.» disse silenziosamente Xochitl come ad interromperlo. «In questo momento non hai nemmeno il diritto di vivere.»

«!!»

Unabara sentì una strana aura mortale e prese il coltello di ossidiana dalla tasca senza pensare. Non aveva intenzione di usare subito la Lancia di Tlahuizcalpantecuhtli sulla sua ex compagna.

«Cosa stavi cercando quando sei venuto qui?» disse Xochitl con tono sconvolto.

Così, il braccio destro di Unabara si immobilizzò dal polso al gomito. Prima che potesse reagire per la sorpresa, il coltello di ossidiana che stava tenendo si voltò verso il suo viso contro il suo volere.

«Cosa?!»

Si afferrò velocemente il polso destro con la mano sinistra.

La punta del coltello si mosse lentamente verso il suo occhio. Poteva essere stato perché era destroso, ma non riusciva a fermarlo del tutto.

L'espressione di Xochitl rimase immutata.

Non mostrava nemmeno alcuna felicità sul fatto che la situazione fosse a suo favore. Sembrava più come se stesse guardando un gioco noioso.

(Kh...! Se non... faccio qualcosa...!!)

«Oooohhhhh!!» urlò Unabara cercando di muovere forzatamente la mano sinistra al fine di spostare il polso destro.

Sentì il dolore intenso delle ossa che strisciavano l'uno contro l'altro e poi la sensazione alla mano destra scomparve. La mano perse la presa e il coltello di ossidiana cadde a terra.

Tenendosi il polso, il ragazzo indietreggiò.

«Ti è caduto qualcosa. Non lo prendi?» disse Xochitl puntando il terreno e senza alcun cambiamento di espressione.

Il suo incantesimo doveva essere di quelli che interferiscono con le armi delle persone. Si impossessava dell'arma, ne prendeva in prestito il potere distruttivo e faceva in modo che l'avversario si suicidasse, così che non dovesse sporcarsi le mani. Per sfuggire all'attacco, il ragazzo doveva abbandonare qualsiasi arma ed oggetto spirituale e combattere usando solo incantesimi che potevano essere attivati a mani nude o con il suo corpo. Nel frattempo, Xochitl poteva usare tutte le sue armi speciali ed abilità per attaccarlo.

Ciò gli dava uno svantaggio schiacciante che essenzialmente lo privava di tutte le facoltà umane.

(Tuttavia...)

La Xochitl che conosceva non usava questo genere di magia. Era conosciuta come "Lavoratrice di Corpi". Poteva sembrare macabro, ma il lavoro della ragazza era di ottenere delle informazioni residue dai corpi e confermare che la volontà di quella persona fosse corretta. Lo faceva solo dopo essersi presa cura del morto facendo sì che tutto fosse risolto al funerale.

Avendo a che fare con i morti aveva studiato ogni tipo di magia, ma questa veniva usata solo per la pace. La ragazza dalla pelle scura conosciuta come Xochitl era stata qualcuno che non veniva usato per fare del male alle persone.

«...Cos'è successo? No, cosa sta accadendo in questo momento all'organizzazione?!»

Xochitl non rispose alla domanda di Unabara.

Fece oscillare una mano ed apparve un'enorme spada che di sicuro non avrebbe potuto nascondere. Al contrario del coltello di Unabara, la lama della spada era fatta di calcedonio. Era una spada a doppia lama, ma entrambe avevano degli intagli affilati come quelli del retro di un coltello di sopravvivenza.

(Un macuahuitl...?!)

Era un tipo di arma che usavano i guerrieri aztechi. La cultura azteca non usava il metallo per forgiare le armi, quindi, al contrario di sfoderare fendenti come facevano le katana giapponesi, la spada di legno aveva delle piccole pietre posizionate in entrambi i lati, così che potesse essere più come una sega.

«Ascolterò ciò che hai da dire più tardi. Ovviamente, vale solo se sarai abbastanza fortunato che il tuo cervello non incassi troppi danni.»

Tenendo in alto il suo macuahuitl, Xochitl si diresse verso di lui.

Unabara doveva combattere a mani nude, quindi era abbastanza in svantaggio.

«Merda!!»

Non poteva lasciare che perdesse.

Il ragazzo indietreggiò per prendere un po' di distanza tra loro. Xochitl perse lo slancio e dovette arrivare ancora più lontano, Unabara ne approfittò e scavò della terra con la scarpa per poi calciarla in avanti. Quando la ragazza si fermò a causa della terra arrivatale negli occhi, Unabara cercò di darle un calcio sul fianco.

Tuttavia, lei mosse in orizzontale il suo macuahuitl.

Mentre il ragazzo ritirò velocemente il piede, gli apparve un graffio sulla scarpa di pelle, come se fosse stato fatto da un rasoio.

«Quel tipo di attacco improvvisato ti s'addice, traditore.» disse Xochitl con un tono calmo.

Ad Unabara non sembrava normale il modo in cui stava parlando. In passato avrebbe esitato ad usare armi letali. Dato che il suo lavoro era di leggere le informazioni residue dei morti, capiva il terrore che incutevano le armi più di una persona nella media.

Eppure...

«Non importa quanto combatti, non hai altra scelta che combattere disarmato. Ti darò almeno il diritto di difenderti, ma il tuo corpo sarà sempre più vicino all'essere fatto a pezzi ogni volta che ci provi.»

«...Quel tipo di arma non ti s'addice.»

«Stai dicendo che quelle sembianze ti donano? Hai abbandonato "l'organizzazione", nascosto il tuo volto e ti sei dimostrato indulgente nei confronti della pace della Città Accademia.»

«Xochitl...»

«Se è così, allora sei davvero un traditore. Se non lo è, allora stai ingannando te stesso ed in questo caso non hai il diritto di dire niente. In ogni modo, morirai qui!!»

Tenendo la spada azteca con entrambe le mani, Xochitl andò dritta verso di lui. I suoi occhi, il suo viso, le sue mani ed i suoi movimenti non mostravano alcun segno di compassione.

Stava cercando davvero di ucciderlo.

Il ragazzo poteva riuscire ad evitare un attacco o due, ma non ce l'avrebbe fatta per sempre. E se lei fosse riuscita a prenderlo con almeno un colpo netto, la grande perdita di sangue lo avrebbe ucciso. Al momento era anche difficile retrocedere. Il ragazzo aveva bisogno di un'opportunità per scappare. Se girare i tacchi e correre via gli avrebbe permesso di evitare di venire colpito, lo avrebbe fatto.

D'altra parte, la magia di Xochitl era ancora effettiva, quindi lui non poteva usare alcun tipo di attrezzo per bloccare l'attacco. Se l'avesse fatto, la sua stessa arma si sarebbe rivoltata contro di lui.

Era una situazione senza speranza.

«Merda!!»

Unabara fece schioccare la lingua e cercò di indietreggiare. La punta del macuahuitl strappò la giacca di Unabara e tagliò qualche capello dalla sua testa.

«È finita.»

Xochitl fece un passo in avanti energicamente e portò il macuahuitl ad una distanza dalla quale era sicura di colpire. E lo fece con un tempismo che impedì ad Unabara di evitarlo.

Non c'era alcun sentimentalismo in lei a causa del suo essere un'ex compagna o per l'esser appartenuta alla stessa organizzazione.

Fece oscillare la spada con una potenza grandiosa.

(...?!)

Unabara sollevò il braccio con il polso slogato in modo che arrivasse oltre la sua testa. Xochitl lo vide e sorrise. Doveva aver pensato di come sarebbe stato inutile come scudo. Ripose il suo intero peso nel macuahuitl con le sue lame simili ad una sega e colpì con un'immensa velocità.

La lama strappò la giacca di Unabara e poi la carne del suo braccio. Si riusciva a sentire il suono di qualcosa che veniva scorticata quando raggiunse l'osso. Il viso del ragazzo si contorse per il dolore.

Ma...

Fu tutto.

Il braccio di Unabara non venne tagliato.

Al contrario, lui raccolse la forza in esso mentre il macuahuitl era ancora messo lì e lo respinse.

«Co...?!»

Xochitl restò sconvolta per ciò che era accaduto ed Unabara le diede un calcio nello stomaco. Il suo piccolo corpo perse l'equilibrio e cadde a terra.

«...Gli aztechi non hanno la capacità di produrre armi di metallo, quindi le loro spade non sono poi così affilate. Al contrario di una lama fatta con una lastra di metallo, questa è fatta da piccole pietre affilate allineate su un lato di legno. Persino un esperto non può tagliare le ossa con esso, quindi si accontenterà di un fendente che possa colpire di netto un'arteria con tutta la lama. Essenzialmente, la tua spada può essere fermata con le ossa.»

Unabara aveva ancora la spada azteca seppellita nel braccio destro e stava respirando a fatica.

«Perché pensavi che avrei rinunciato ad evitarlo ed a portare il braccio in alto per bloccarlo? Pensavi che l'avrebbe tagliato e si sarebbe diretto verso il mio corpo, quindi non hai mai potuto pensare che fosse un mezzo di difesa efficace. Se avessi continuato ad evitarlo, probabilmente avrei perso a causa della perdita di sangue.»

Era perché Xochitl era una ragazza bassa e non se ne intendeva di combattimenti con la spada che la sua strategia aveva funzionato. Un vero guerriero avrebbe potuto abbatterlo senza dover prima passare dall'osso.

«È per questo che ti ho detto che quel tipo di arma non ti s'addice.»

Unabara guardò Xochitl che stava avendo problemi a respirare e non poteva muoversi.

Il ragazzo non poteva ancora usare un'arma, ma aveva portato via il macuahuitl a Xochitl. Adesso poteva vincere strangolandola o rompendole l'osso del collo. Dalla differenza delle loro stazze, lui avrebbe potuto facilmente saltarle addosso ed impedire che si muovesse prima che potesse prendere un'altra arma.

(Xochitl...)

Ma Unabara non lo fece.

Semplicemente, non poteva.

«Non mi prenderò la tua vita. Vattene da qualche parte e basta.» disse amaramente il ragazzo mentre si aggiustò il polso slogato ed agitò la mano affinché la spada si togliesse da sola e cadde a terra.

Nel sentirlo, apparve un piccolo sorriso sulle labbra di Xochitl.

Quello fu il momento in cui il corpo della ragazza dalla pelle scura cominciò a crollare.

Parte 11[edit]

Il passaggio sotterraneo era stretto e rettilineo.

E con le diverse misure anti esper della struttura, incluso l'AIM inibitore, il potere di Musujime non poteva essere preso in considerazione. Se l'avesse usato sconsideratamente, c'era il pericolo che andasse fuori controllo ed uccidesse tutti loro subitaneamente.

Quello era il motivo per il quale Tsuchimikado non faceva affidamento su Musujime e non cercava di avvicinarsi a Teshio, dato che non sapeva come l'avrebbe attaccato. Tenne semplicemente in alto la pistola e sparò dei proiettili a diffusione per impedire che la donna fuggisse.

In risposta, Teshio calciò qualcosa che si trovava vicino ai suoi piedi e la prese in mano.

Era la borsa di stoffa piena di esplosivi che aveva usato Saku. Se Tsuchimikado l'avesse colpita, innumerevoli pallottole avrebbero rimbalzato nello stretto corridoio come se fosse un flipper. Quando il ragazzo smise di muovere il dito con il quale premeva il grilletto, Teshio corse via nel corridoio. Aveva i pugni stretti in modo serrato.

«!!»

Tsuchimikado riuscì a stento a premere il grilletto prima che lei uscisse dal raggio d'azione.

Tuttavia, Teshio assunse una posa da pugilato e si curvò così tanto da baciare Tsuchimikado sul ginocchio, facendo sì che il proiettile la superasse.

Prima che il ragazzo poté sistemare la mira, la donna si ricompose e lo colpì dritto nello stomaco. Ricevendo un colpo che dava la sensazione di poter distruggere una porta o persino un muro poco spesso, il corpo di Tsuchimikado volò per un paio di metri.

Si sentiva echeggiare un suono tremendo ed il ragazzo aveva problemi a respirare.

«Quei movimenti... Quella è la tecnica di arresto dell'Anti-Skill...?»

«Questa è la mia versione. Se l'Anti-Skill la usasse così, i ragazzi morirebbero.»

Mentre parlavano, Tsuchimikado sparò con la pistola ma Teshio evitò facilmente i colpi con il solo movimento della parte superiore del corpo. Gli sferrò un calcio puntando al momento in cui la cartuccia si sarebbe scaricata e la pistola sarebbe stata combattuta nella sua presa.

Seguì un altro contrasto.

Con un lieve suono di distruzione, Tsuchimikado venne bloccato tra le spalle di Teshio ed il muro. La donna si spostò tranquillamente ed il corpo del ragazzo scivolò a terra.

«!!»

Quello fu il momento in cui Musujime Awaki mosse la sua torcia elettrica verso Teshio.

La donna alzò una mano oltre la testa per ricevere il colpo dall'arma non tagliente.

«Una figura professionale non necessita di strani poteri o di facezie.» rispose Teshio sferrando un colpo di rovescio sulla faccia di Musujime con l'altra mano. Con un leggero impatto, il corpo della ragazza volò in un angolo e colpì una delle porte che rivestivano il muro.

«Una figura professionale necessita solo di usare la conoscenza che ha accumulato o una strategia di base per sconfiggere razionalmente l'avversario.»

Poi Teshio sfoderò un calcio.

Con un grande tonfo, la porta spessa ed il corpo di Musujime vennero scaraventati dentro la cella. La ragazza pensò che le sue interiora fossero state messe sotto sopra dal grande choc. Sentì uno strano bisogno di vomitare, ma non le usciva niente dalla gola anche se si sforzava.

Uno dei suoi compagni doveva essere stato in quella cella, perché sentì che qualcuno lì vicino chiamava il suo nome. Grazie a quello, le tornarono un po' le forze nonostante si ritrovasse con il corpo zoppicante.

Teshio si mise di mezzo, bloccando l'entrata nella cella.

Musujime teneva in su la torcia elettrica ed era in piedi barcollante, tenendo una mano sul muro per restare in equilibrio. Il suo compagno la stava esortando a mettersi dietro di lui.

«...Vuoi che ti dica il percorso da fare per trasportare i materiali all'edificio senza finestre che non può essere distrutto nemmeno dalle armi nucleari, così che possiate provare a distruggerlo dall'interno con un bombardamento sincronico, giusto?»

«Adesso ti va di parlare?»

«Non puoi sconfiggere Aleister in quel modo. Se quello fosse abbastanza, chiunque con un potere di tipo teleporter l'avrebbe potuto far fuori. Pensi davvero che tra tutti, proprio Aleister non abbia qualche tipo di contromisura per un'eventualità del genere?»

«È vero che potremmo non riuscire ad ucciderlo. È davvero un mostro. Ma...» disse Teshio. «Il sistema di sopravvivenza su cui fa affidamento è diverso.»

«...»

«È solo una macchina. La ragione per cui un mostro come Aleister è rinchiuso in una fortezza persino più resistente di un rifugio atomico è chiara. Sto dicendo che non ha un rimpiazzo per quel sistema. Per lui sarebbe un problema se venisse distrutto.»

«No.»

Musujime fece del suo meglio per regolare la respirazione anche se solo un po' di più.

«Per prima cosa, quello non è un "edificio senza finestre". Se non conosci nemmeno così poco a riguardo, allora non hai delle vere informazioni. Un piano al quale sei giunta sapendo solo quel poco, non ha la minima possibilità di riuscita.»

«Cosa?»

«Non l'hai capito? Un edificio senza porte o finestre sarebbe umanamente impossibile. Ci sono molti suggerimenti che portano alla verità. Per esempio, tutto ciò di cui si ha bisogno per vivere, ossigeno incluso, è prodotto all'interno. E può resistere ad un attacco nucleare perché può bloccare le radiazioni. Può anche bloccare i diversi tipi di raggi cosmici emessi dalle stelle.»

«Raggi cosmici? ...Non vorrai dire...?»

«No.» la interruppe Musujime. «Non è quello

Venendo a conoscenza della propria impotenza, sorrise leggermente.

Sembrava che quella risposta avesse colto di sorpresa Teshio.

«Con quei suggerimenti, puoi arrivare a supporre fino ad un certo punto. Mi sono fatta alcune idee io stessa, ma nessuna di loro è la risposta che sta dietro ad Aleister. Ciò che ho in mente è meramente composto dalle informazioni che mi sono state presentate. E ho altamente dubitato che avesse presentato proprio a me tutte quelle informazioni.»

«...»

«L'unica cosa che posso dirti è che il piano che sta portando avanti va ben oltre la nostra più ampia immaginazione. Più che altro, questo pianeta stesso non è nient'altro che un mezzo usa e getta per lui. Pensi davvero che questo grande piano possa essere dominato dei metodi stereotipati che stai usando?»

Musujime stava cercando di temporeggiare per restare in piedi.

Stava cercando di riprendersi dal danno che aveva subito.

«Può essere, ma non cambia ciò che intendo fare.»

«...Perché ti stai spingendo a così tanto per far fuori Aleister?»

«Ho vissuto una tragedia in questa città. Non so se lui ne fosse coinvolto o no. Voglio chiedergli la verità. Tutto qui.»

Le parole di Teshio erano schiette. Non aveva un traboccante desiderio di vendetta, ma era quello il motivo per cui la verità risiedeva nelle sue parole. Nel suo racconto non c'erano giri di parole superflui basati su emozioni passionali.

«È una ragione banale.»

«Forse.»

«Una volta ero ossessionata dalla "verità". Ma inseguendola non ho ottenuto la pace interiore.» La voce di Musujime era calma. «Se Aleister ammettesse di essere coinvolto nella tragedia, lo accetteresti? Se negasse il suo coinvolgimento, lo accetteresti? Qualsiasi risposta avrai, penserai che si tratta di una bugia. Sospetterai che ti stia nascondendo ancora qualcosa. Se la risposta ad una domanda non porta alcun significato, porla è inutile.»

«...Vero.»

Teshio non aggiunse altro.

Si era già decisa, quindi non avrebbe esitato.

«Dunque, cosa farai?»

Musujime non rispose alla domanda.

Si trovavano in una zona ad uso top secret all'interno del riformatorio per esper criminali. Era sotto controllo grazie alle contromisure esper, incluso l'AIM inibitore. A causa di ciò, la ragazza non poteva usare il suo Move Point per attaccare.

Privata di esso, Musujime Awaki non era altro che una ragazza normale. Non aveva le capacità di mira eccellenti di Accelerator e non eccelleva nel combattimento corpo a corpo come Tsuchimikado.

A pensarci, apparve un sorrisetto sulle sue labbra.

Parlò e sorrise.

«...È perché la penso così che non riuscirò mai a proteggere nessuno.»

Mentre muoveva le labbra, Musujime portò una mano dietro di sé. Afferrò il gruppo di corde che c'era lì e le tirò con forza. Esse appartenevano al congegno del trattamento di vibrazioni a bassa frequenza. L'elettrodo del congegno misurava le irregolarità nelle sue onde cerebrali ed emetteva uno stimolo adatto che le abbassasse la percentuale di stress. Strappò via tutto quanto. Poi, gettò la sua torcia elettrica.

Adesso Musujime non aveva niente, ma il suo sorriso non tramontò.

Nel constatarlo, Teshio di BLOCK parlò con uno sguardo curioso.

«Stai per usarlo?»

«Sì.» rispose con fermezza Musujime. «Mi spiace, ma farò di tutto.»

All'improvviso le apparve un paletto di metallo nella mano che precedentemente non teneva nulla. Era una delle parti usate nella serratura spessa della porta della cella. Ma la precisione di Move Point non era del tutto esatta. Musujime poteva sentire che parte della pelle del suo palmo si era scrostata.

Il trauma che aveva mangiato il suo cuore si era mostrato tutto in una volta sul suo viso.

Si sforzò ed usò nuovamente il suo potere.

Questa volta, sparì lei.

Usando la teoretica dei vettori delle undici dimensioni, superò i legami con le tre dimensioni ed apparve dritta di fronte alla donna muscolosa. Quando si teletrasportò sentì una violenta pressione nello stomaco, ma la ignorò e cercò di pugnalare le budella di Teshio con il paletto.

In risposta, la donna indietreggiò.

Musujime sapeva istintivamente che non poteva vincere se si fosse fatta scappare la possibilità.

Ma quando cercò di farsi avanti, realizzò di non poter muovere la gamba destra. Era come se fosse trattenuta al suolo da una potente colla istantanea, e la ragazza ricordava bene quella sensazione.

Il sentimento repulsivo era causato dal fatto che avesse una gamba bloccata nel pavimento all'altezza di circa metà del polpaccio. Si era teletrasportata nel posto sbagliato.

Dolore.

Paura.

Choc.

Quelle emozioni che aveva già patito una volta, esplosero in fondo al suo stomaco.

(Posso superarlo...)

Musujime strinse il paletto metallico, si morse il labbro inferiore e lo soppresse del tutto. Dietro di lei c'era un compagno che doveva proteggere. E per proteggere quella vita, Musujime Awaki avrebbe distrutto il passato che le stava dando i brividi!!

(Lo supererò!! Supererò tutto ciò che ha a che vedere con questa fastidiosa cicatrice!!)

Si impegnò e mosse la gamba come se la stesse facendo uscire dal fango.

Mentre lo faceva, sentì il suono di qualcosa che si spezzava.

Musujime Awaki non distolse lo sguardo.

Andò avanti.

Come un proiettile, la ragazza si mosse verso l'assassina di BLOCK che stava minacciando la vita del suo compagno, tenendo il paletto di metallo ed ignorando la sua gamba a pezzi.

Si sparsero per la cella degli evidenti suoni.

Tutte le forze abbandonarono il corpo di Teshio. Sembrò appoggiarsi a Musujime e mosse appena le labbra, parlandole all'orecchio.

«...Ci sei andata leggera.»

Il paletto di metallo era nella mano di Musujime. Tuttavia, poco prima dell'impatto, l'aveva mosso in modo che fosse la parte piana a colpire Teshio e non la punta.

«Sfortunatamente.» rispose la ragazza con fare indifferente. «Questo è il genere di leadership che volevo.»

Parte 12[edit]

Unabara Mitsuki non poteva credere ai suoi occhi.

Nel campo di allenamento del riformatorio, il braccio destro di Xochitl si frantumò. Non lo stava facendo biologicamente.

Era simile alla visione di un uomo invisibile a cui venivano rimosse le bende che gli coprivano il corpo.

La pelle esterna sembrava estremamente simile a quella umana, ma la rimozione della garza non lasciò altro che un vuoto. Il cambiamento era cominciato dalle punte delle dita ed era già arrivato a corrodersi fino al gomito.

«Xochitl...? Cosa significa?!»

«Il mio corpo ha raggiunto il limite.»

La fine delle braccia e delle gambe della ragazza dalla pelle scura si stavano "dissolvendo", ma lei parlò con un piccolo sorriso sulle labbra.

«Per te è una lezione. Se si cerca di rimediare alla mancanza di potere con un grimorio, questo è il destino che ti attende.»

«Non vorrai dire che... ne hai letto uno!»

«No, ho fatto di più. Sei un mago azteco, quindi dovresti capire. Nei nostri rituali, la carne umana viene mangiata al fine di portarla in cielo. In altre parole, c'è una connessione magica che mi collega alla carne che è stata separata.»

Quelle parole shoccarono Unabara. Aveva realizzato che il "significato" che c'era dietro l'incantesimo che le lasciava controllare le armi degli altri, avrebbe causato il loro suicidio. La ragazza aveva seccato la propria carne facendola diventare polvere e l'aveva diffusa. Quella polvere era magicamente qualificata come "parte del suo corpo", quindi poteva controllarla come le sue stesse braccia e gambe con il solo pensiero. Lo stesso valeva per gli oggetti che le si trovavano vicino.

Xochitl aveva reso le armi delle altre persone una parte del suo corpo. Quella era la vera forma dell'incantesimo.

Ma...

«Un incantesimo che rimuove una parte del tuo corpo come quella, fallirà sempre dopo qualche tempo! Va ben oltre il livello dove puoi usare un oggetto spirituale che ti aiuti! Avresti dovuto saperlo, Xochitl!!»

«Non m'importa. Speravo di punire colui che ha tradito l'organizzazione e quella era la mia risposta. Finché fossi riuscita ad ucciderti prima che mi avesse consumata del tutto, avrei potuto compiere il fine dell'organizzazione.»

«Dannazione!! L'organizzazione che conoscevo faceva delle cose orribili, ma non arrivava a così tanto! Cosa diavolo è successo mentre ero via?!»

Unabara urlò la sua domanda, ma abbastanza stranamente, l'unica risposta di Xochitl fu un sorrisetto.

Il corpo della ragazza dalla pelle scura non sarebbe durato ancora per molto tempo. Per Unabara, sembrava come se restasse un terzo del suo corpo. Anche se si fosse fermato adesso, non c'era ovviamente alcun modo di salvarle la vita. Poteva solo lasciare che quella massa di carne e fegato sparissero nel vuoto.

(..Non penso che solo un incantesimo o un oggetto spirituale potessero causare qualcosa di così tanto fuori dal comune.)

Mentre la distruzione andava avanti dalle braccia e dalle gambe all'addome, Unabara osservava con grande preoccupazione la situazione.

(L'unico segreto che possa essere nascosto dietro tutto ciò va oltre quelle cose che io possa pensare come un "originale"!!)

L'originale di un grimorio si attivava del tutto autonomamente e non poteva essere distrutto da nessuno. Xochitl aveva acquisito il suo potere unendo i quei segnali, o più precisamente, diventandone parte. Se era così, aveva senso. Il far suicidare tutti con un'arma che sembrava avere esattamente una caratteristica difensiva, avrebbe potuto avere un grimorio originale. E gli aztechi avevano libri conosciuti come "codici" che venivano scritti sulle pelli degli animali.

(La pelle degli animali... Non può essere!!)

Unabara guardò sconvolto la pelle della ragazza scura che si era quasi sgretolata del tutto.

Ed al suo interno c'era scritto...

«Ghhaaaaaaaaaaahhhhhh!!»

Unabara Mitsuki guardò distrattamente ed urlò.

Vi erano solo pochi caratteri. Non li aveva visti direttamente; erano solo entrati scarsamente nel suo campo visivo. Eppure sentiva come se il suo cervello si stesse per dividersi in due. Ciò non era una copia annacquata alterata ed intesa per uso generale. Era un vero originale.

Unabara si teneva le tempie e continuava a pensare mentre barcollava.

(Kh... Inciso vi era un derivato del calendario di pietra.)

Il calendario di pietra era un calendario azteco dalla forma circolare. Tuttavia, questo popolo usava due diverse forme di calendario nello stesso momento e credevano nella morte e nella resurrezione del sole, quindi quella che facevano era una cosa incredibilmente complessa. Ciò che era descritto all'interno della pelle di Xochitl impiegò solo il tempo che aveva a che fare con la vita e la morte di quel calendario e poi si espanse con una dissertazione religiosa.

Non poteva farci niente. Era sbagliato persino pensare di opporsi. Si diceva che nemmeno l'Indice dei Libri Proibiti potesse distruggere quel libro malvagio, quindi non c'era modo che un mero mago potesse fare qualcosa.

Ma...

Ciononostante...

(Non lascerò che muoia...)

Perché una persona non abilitata al combattimento come Xochitl si era spinta a tanto? Cosa stava accadendo nell'organizzazione? C'erano un sacco di cose che avrebbe voluto chiedere. Quindi non poteva lasciarla morire.

Non poteva distruggere il grimorio originario.

E persino se avesse potuto, Xochitl non sarebbe durata perché dipendeva da esso.

Era impossibile che Unabara Mitsuki riuscisse a vincere in questa situazione solo con il suo potere.

Quindi...

(Se è impossibile riuscirci con il potere umano, prenderò in prestito il potere di questo originale!!)

L'originale poteva difendere contro ogni tipo di attacco e nessuno avrebbe potuto fargli un graffio, ma c'era un'eccezione. Un originale avrebbe rivelato le sue informazioni ad una persona che le desiderava. Se preveniva davvero "ogni tipo di interferenza", nessuno sarebbe riuscito ad aprire le sue pagine ed il grimorio avrebbe perso la ragione di esistere. Non sapeva come funzionasse, ma gli originali potevano essere identificati che qualcuno fosse un "lettore" o un "non lettore" e avevano la tendenza a cooperare con coloro che avrebbero propagato le loro informazioni.

Era per quello che Unabara aveva deciso di...

(Prenderò per me questo grimorio.)

Se avesse potuto ottenere la proprietà dell'originale, il suo incantesimo di intercettazione automatica si sarebbe fermato. Una volta che "l'avrebbe preso per sé", sarebbe naturalmente riuscito ad estrarre l'originale dal corpo di Xochitl. La ragione per cui l'originale stava cooperando con lei non era per la sua identità. Doveva essere qualcuno che aveva agito come predicatore della sua conoscenza.

Inoltre...

(Ingannerò la sua abilità di prendere decisioni. Farò in modo di farti pensare che io non possa trasmetterlo se Xochitl muore! Quindi lo stesso originale le salverà la vita!!)

Unabara Mitsuki non poteva salvare Xochitl. Il che significava che doveva farlo fare all'originale con tutto ciò che poteva. Ovviamente, una cosa del genere non aveva precedenti. Se avesse fallito nell'ingannare quell'originale così tanto potente, il suo premio sarebbe stato la morte.

Ma Unabara Mitsuki non esitò.

Aveva accettato tutto al fine di salvare quella ragazza dalla pelle scura.

Parte 13[edit]

Trascinando la gamba insanguinata, Musujime Awaki lasciò lentamente la cella d'isolamento.

Le altre celle erano chiuse. La ragazza non era riuscita a tirar fuori di lì i suoi compagni. E seppur li avesse cercato di farli evadere con la forza, i piani alti della Città Accademia li avrebbero fatti sparire.

Anche se aveva pareggiato i conti con BLOCK, il problema di fondo restava. Non era riuscita a cambiare il fatto che qualcuno teneva in pugno le vite dei suoi compagni.

Ma Musujime sentì una voce provenire da dietro di lei che diceva: «Mi sono sempre fidato di te.» Proveniva dalla piccola finestra posta nella porta della cella, usata per passare il cibo all'interno. Aveva sentito uno dei suoi compagni parlare da quella fessura tanto piccola da sembrare una buca delle lettere. Aveva detto che si fidava di lei. Aveva detto che farlo era giusto. La sua voce aveva un tono sollevato. Sollevato perché la ragazza aveva salvato la sua vita e perché si era data da fare per il suo bene.

Musujime Awaki restò immobile per un po'.

Alla fine, aprì leggermente la bocca, ma non proferì parola. Le sue labbra stavano tremando ancora di più di quanto pensasse. Ciononostante, mise insieme delle parole, anche se lentamente.

Ci stese un po', ma alla fine ce la fece.

Ed era tutto ciò di cui avevano bisogno.

«Hai finito?» chiese Tsuchimikado.

Musujime lo spinse da parte con una mano e si diresse verso la scalinata che portava all'esterno.

Uscirono dall'edificio, trovando Accelerator ed Unabara Mitsuki. Dato che tutti avevano combattuto in diversi campi da battaglia, nessuno di loro ne era uscito indenne. Ciononostante, i quattro membri di GROUP si unirono ancora una volta.

«Bene, torniamo nell'oscurità.» disse Tsuchimikado con tono annoiato mentre guardava Musujime.

Fra le Righe[edit]

Camminava lentamente lungo la strada.

Data la sua posizione, era un posto in cui non ci si sarebbe mai aspettati di trovarla. Chiunque poteva percorrere quella strada, non aveva guardie e si mischiava tranquillamente nella folla generale. Aveva cinque palloncini ad elio in una mano ed i bambini che passavano li guardavano con occhi bramosi.

Con l'altra mano teneva un cellulare.

«Sai, dovrei occuparmi di ITEM. Con te è sempre la stessa storia... Perché mi chiami di continuo per queste cose dove non retribuiscono nemmeno gli straordinari?»

«Di cosa stai parlando? Ammetto di aver agito prima del tempo per tutta la faccenda di BLOCK. Ma il mio potere può tornare sempre, quindi smettila di non comunicarmi la posizione e le informazioni su di loro! Se potessi prenderli, non verrebbe fatto alcun danno alla Città Accademia.»

«Non ci sono problemi riguardo i danni. A quanto pare, GROUP ha fatto fuori BLOCK un po' di tempo fa nei pressi del riformatorio. Non possono più causare alcun pericolo.»

«C-Capisco.» la persona al telefono sembrava sollevata. «Allora io...»

«Sì.» disse con un tono tranquillo. «Il problema presentato da BLOCK non c'è più, quindi non sei più necessaria per controllarli.»

Si poteva sentire deglutire dall'altro lato del telefono.

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L'uomo si dilungò velocemente su qualcosa, ma la ragazza non stava più ascoltando. La loro discussione era finita. Mise giù il telefono e cominciò a camminare nuovamente in mezzo alla folla.

Lasciò volare in cielo uno dei cinque palloncini che stava tenendo.

«Bene.»

Non si preoccupò nemmeno di guardare il palloncino sparire e giocò con le corde dei rimanenti.

«Mi chiedo cosa dirà chi li controllava per SCHOOL.»