Suzumiya Haruhi ~ Italian Version:Volume 6 La Malinconia di Asahina Mikuru

From Baka-Tsuki
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Nonostante le innumerevoli vicissitudini accadute durante le vacanze invernali è finito tutto più o meno come mi aspettavo, ovvero un pó come comprare un biglietto della lotteria senza vincere niente.

Mentre, a malincuore, mi trascinavo attraverso il freddo, silenziosamente maledivo lo stupido edificio scolastico, poiché rendeva la temperatura, già di per se raggelante, ancora più fredda.

Cercando di non sospettare il freddo come se fosse una contromisura top-secret per combattere il surriscaldamento globale, provai a fissare la mia attenzione su qualcos'altro, ma mi capitò di posare gli occhi sul termosifone mal funzionante della classe, facendomi domandare se la nostra stessa classe non fosse più fredda del polo nord. Riflettendo sul fatto che avrei dovuto sopportare lo stesso destino fino a quando non mi sarei diplomato mi vergognavo di me stesso per non aver scelto una scuola migliore. Ma, ahimè, cosa ci potevo fare? Ero già bloccato alla North High. Dopo le lezioni, non avendo di meglio da fare, ancora una volta mi incamminai verso la stanza del club.

Originariamente appartenente al club di letteratura, la stanza del club si era, durante l'anno precedente, lentamente trasformata nel quartier generale ufficiale della SOS Dan (anche se non sono sicuro che 'ufficiale' sia la parola giusta). Proprio come una mamma uccello che si dimentica gradualmente dei suoi piccoli e inizia a trattare un cuculo come se fosse il suo cucciolo, l'intera scuola sembrava essersi dimenticata dell'esistenza del club di letteratura. Aggiungendo il fatto che all'unico membro del club di letteratura non importava che noi occupassimo la sua stanza, anche io avevo smesso di preoccuparmi più di tanto, tralasciamo quello che pensava Haruhi.

Non importa come la pensiate, quello era l'unico posto nel quale potessi andare dopo le ore di scuola. Ogni tanto desideravo saltare le attività del club, ma il pensiero di una certa ragazza seduta dietro di me che cerca di perforarmi la schiena con il suo istinto omicida tramite raggi ad alta intensità sparati attraverso gli occhi era abbastanza per eliminare anche quel desiderio. Non era certo un rischio da correre. Comunque non ero sicuro se stessi facendo la scelta giusta o, semplicemente, quella più comoda.

Con questi pensieri in testa bussai istintivamente alla porta, arrivando al club senza neanche rendermene conto. Se fossi entrato senza accorgermene c'era una buona probabilità che avrei assistito ad una scena celestiale. Nonostante tutto, preferivo compiere quel piccolo, spesso insignificante, gesto per far sí che qualcosa del genere non fosse più accaduta.

In circostanze normali, spesso si sarebbe udito un leggero “Sí” mentre la porta veniva lentamente aperta dalla mia sorridente senpai, la quale possedeva una figura angelica, a dir poco. Era così bella che poteva facilmente essere scambiata per una fata, un'elfa o una sirena. Aspettare che aprisse la porta era diventato un rituale del dopo-scuola al quale mi ero piacevolmente abituato.

“...”

Nessuna risposta. Dunque era sicuro concludere che nella stanza non si trovavano fate, elfi, sirene o sorridenti maniaci di giochi da tavola. Se ci fosse stato qualcuno, si poteva trattare solo della silenziosa amante dei libri. Non c'era neanche Haruhi all'interno. Su questo ero pronto a scommettere il mio possedimento più importante, secondo solo alla mia vita.

Raggiunte queste conclusioni, aprii audacemente la porta, come se dovessi aprire la porta del frigo di casa mia.

Ovviamente Haruhi non c'era, neanche Koizumi e, con mia grande sorpresa, neppure Nagato.

Ma-----

Asahina-san era lì.


Il suo corpo sexy era impossibile da nascondere sotto quel vestito da cameriera, mentre sedeva su una di quelle sedie pieghevoli d'acciaio, con una ramazza in mano e con un'espressione che suggeriva che stava sognando ad occhi aperti. Non c'era dubbio: si trattava della nostra amata Asahina-san.


Aspettate, c'era qualcosa di strano. Era talmente presa dai suoi pensieri che non mi aveva notato entrare. Era seduta mentre fissava nel vuoto e, occasionalmente, si lasciava scappare qualche sospiro. Era qualcosa di fantastico. Anche semplici gesti come quelli potevano essere visti e rivisti ed esserne sempre affascinanti allo stesso modo.

Rimasi ad ammirare quella scena da favola per un minuto intero prima di procedere a svegliarla.

“Asahina-san?”

L'effetto desiderato fu istantaneo.

“Eh? Ah? Ah! Si!”

Saltando sulla sedia, Asahina-san mi guardò con gli occhi pieni di sorpresa mentre stringeva la sua scopa in una posizione semi-seduta.

“Ahhh, Kyon-kun...Quando sei arrivato?”

Cosa intendi con 'quando', ricordo chiaramente di aver bussato.

“Ah, d-davvero? Non t-ti ho sentito per niente...s-scusa.”

Il suo volto diventò di un rosa intenso mentre rispondeva nervosamente alla mia domanda. “Uhm...Stavo pensando ad alcune...ehh...cose...”

Mise velocemente la scopa in un armadietto che Haruhi aveva rubato non molto tempo fa, prima di alzare la testa per guardarmi negli occhi.

Anche la sua espressione è fantastica! Tutto quello che fa è fantastico! Asahina-san banzai! Se non fosse stato per me che continuavo a ripetermi di non farlo, l'avrei certamente abbracciata, una cosa che avrei sempre voluto fare.

Ma che cosa stai aspettando, allora? Fallo e basta! Nah, aspetta un attimo, pensa a cosa potrebbe succedere sia a voi due che al mondo... Proprio quando la battaglia fra angeli e demoni nella mia mente stava velocemente volgendo alla sua conclusione---

“Dov'è Suzumiya-san? Non è con te?”

Quelle parole furono sufficienti per farmi tornare alla realtà. Oh cavolo, stavo per causare un altro enorme disastro che poteva coinvolgere il destino del mondo. Di nuovo. Fingendo che nulla fosse accaduto, il che era parzialmente vero dopo tutto, posai con calma il mio zaino sul tavolo.

“Quella ragazza è responsabile delle mansioni di classe oggi. Probabilmente sta dando una pulita all'auditorium in questo momento.”

“Capisco...”

Come se non fosse interessata sul dove si trovava Haruhi, Asahina-san ancora una volta chiuse le sue labbra di color ciliegia.

Anche se non ero perfettamente in grado di indovinare i suoi pensieri, capivo chiaramente che c'era qualcosa di diverso in lei. La viaggiatrice del tempo, solitamente, mi avrebbe dato il benvenuto con un sorriso raggiante come un fiore baciato dal sole (ovviamente, la maggior parte della luminosità era dovuta alla mia immaginazione) insieme ai suoi, chiari, occhi nocciola e i suoi morbidi capelli di seta, irradiandomi di un'aura di assoluta dolcezza. Oggi, al contrario, emanava un senso di malinconia.

Con la parola “preoccupata” chiaramente scritta sulla sua faccia, Asahina-san era in piedi che mi fissava, le sue mani si muovevano nervosamente sui fianchi, come se dovesse riferirmi un messaggio estremamente complesso. Sfortunatamente, quell'ansietà non era dovuta all'imbarazzo di dover confessare il suo amore per me. Avevo visto Asahina-san in quello stato solo una volta e non mi ci volle molto perché quel ricordo mi tornasse alla memoria. Quell'espressione era la stessa che aveva quando, inaspettatamente, mi pregò di seguirla (per la prima volta) nel passato o, più nel dettaglio, a quel 7 Luglio di tre anni fa, il giorno della festa del Tanabata. Erano passati sei mesi da quel momento e, mentre lei era diventata ancora più carina, io, sfortunatamente, ero rimasto quell'idiota che cede di fronte allo charme femminile. Nonostante sapessi che questo aveva più o meno a che fare con Haruhi o con l'odierno stato della SOS Dan, mi consolai ancora dicendomi: “Oh, lascia perdere, non è così male”. Non importa cosa Asahina-san avrebbe detto, non sarei mai rimasto impietrito troppo a lungo, e non avrei mai pensato di rifiutare la sua offerta.

Mentre ero occupato a memorizzare il costume rosso da cameriera di Asahina-san come memento, lei sembrava si fosse finalmente decisa ed aprì le sue rotonde labbra per dire:

“K-kyon-kun, Ho-ho un favore da chiederti...”

Creak.

La porta del club si aprì dolcemente, come per fare il minor rumore possibile. Si aprì lentamente, con un fruscio. Istintivamente mi voltai, solo per vedere la ragazza dai capelli corti e con la faccia inespressiva entrare silenziosamente nella stanza.

Come un androide, Nagato chiuse la porta.

“...”

Lanciando una rapida occhiata a me e ad Asahina-san, sembrava che Nagato avesse capito che era di troppo. Nonostante ciò non disse nulla e si diresse alla sua solita sedia.

Con il suo volto carente di espressioni, Nagato si sedette sulla sua sedia prima di tirare fuori un grosso libro dalla copertina rigida. Se avesse avuto un qualunque tipo di interesse in noi due, che ci guardavamo negli occhi nella stanza del club vuota, era stato di gran lunga superato da quel libro, che sarebbe meglio definire come 'enciclopedia', il solo titolo avrebbe potuto provocare un'emicrania a chiunque.

Ignoriamo chi di noi due reagì per primo. Le azioni di Asahina-san erano sempre più eclatanti delle mie e, di conseguenza, più palesi.

“A-ah, giusto. Thè. Preparerò subito del thè.”

Come se volesse far sapere a tutto il mondo cosa stava per fare, Asahina-san alzò intenzionalmente la voce mentre incespicava verso la teiera.

“Acqua, acqua.”

Cullando la teiera tra le sue braccia, aprì in fretta la porta del frigorifero.

“Kyaa~Abbiamo finito l'acqua...Non c'è problema, andrò a procurarmene un pó.”

La fermai proprio mentre si stava affrettando ad uscire dalla stanza.

“Lascia che ti aiuti.”

Allungai il braccio per prendere la teiera dalla mia senpai.

“Fa già abbastanza freddo fuori. Se dovessi uscire con quel costume avveleneresti inevitabilmente gli occhi degli altri studenti. Non è necessario regalare caramelle per gli occhi a tutti. La fontanella dell'acqua si trova proprio qui sotto. Andrò io a prender...”

Udite le mie parole Asahina-san immediatamente disse:

“A-ah, allora vengo con te.”


Asahina-san mi osservò con degli occhi da 'gatto lasciato da solo su un treno'.

E' così graziosa!

Graziosità a parte, comunque, si trattava di una situazione seccante. Non si era ancora abituata a rimanere da sola con Nagato. Qualcuno dovrebbe aiutarle a rompere il ghiaccio tra loro. A pensarci bene, un'aliena e una viaggiatrice del tempo che co-esistono nella stessa piccola stanza del club era già un evento straordinario. Suppongo che la causa di tutto sia chi è coinvolto, no?

Notando che Asahina-san preferiva venire con me a prendere un pó d'acqua piuttosto che rimanere da sola nella stanza del club con Nagato, non trovai una ragione per rifiutare il suo aiuto, neanche se mi fossi messo a cercare fino ad arrivare alla discontinuità di Mohorovičić per trovarne una. [separazione tra crosta terrestre e mantello] Certo, se si fosse trattato di Haruhi ci sarebbe stata una grossa differenza. Cavolo, non ci sarebbe stato neanche bisogno di sforzarmi – tutte le ragioni di questo mondo mi sarebbero zampillate fuori più velocemente del petrolio in un pozzo appena dissotterrato. Fortunatamente Haruhi non era nei paraggi, altrimenti avrei dovuto probabilmente subirmi un'altra serie di diretti inflitti con la matita meccanica.

Con la teiera saldamente posizionata tra le mie braccia, mormorai a me stesso mentre ragionavo su quale strada avremmo dovuto percorrere per raggiungere la fontanella. Finalmente mi decisi di prendere la strada diretta verso l'ala vecchia quando...

“Ah...aspettami...”

Ancora nella sua uniforme da cameriera Asahina-san incespicò per raggiungermi, come un gattino che rimane attaccato testardamente alla madre.

Camminando al suo fianco sentii un senso di orgoglio crescere dentro di me. Anche se non le avevo donato io quel corpo perfetto, quelle fattezze angeliche e la sua personalità ammaliante, per quanto ne so ero l'unico che si sia mai avvicinato così tanto a lei. Ah ah ah, che gioia!

Troppo occupato ad essere orgoglioso di me stesso, mi ero dimenticato totalmente della malinconia di Asahina-san.

Perché--

“Kyon-kun.”

Proprio mentre stavo riempiendo la teiera d'acqua---

“Sei libero questa domenica? C'è un posto che vorrei visitare insieme a te.”

Il suo tono di voce era molto serio. In quello stesso momento, ero talmente scioccato dalla sua frase che nessun calcolatore moderno avrebbe potuto determinare il valore esatto della mia sorpresa. Per un istante mi dimenticati completamente che giorno fosse e quanti giorni mancavano a domenica. Dopo un intenso sforzo, riuscii a gracidare...

“Certo.”

Anche se avessi dovuto fare qualcosa quella domenica, dopo l'invito di Asahina-san, tutti i segni in rosso sul mio calendario erano magicamente svaniti. Anche se mi avesse chiesto di incontrarla il 29 di febbraio, mi sarei presentato. Chi si preoccupa di una cosa così insignificante come il fatto che sia o meno un anno bisestile?

“Si, direi proprio che sono libero.”

Dopo essermi sforzato per riferire queste parole un velo di nebbia si innalzò lentamente nel mio cuore.

--- Non ho già sentito qualcosa di simile prima?

Ma, a quel tempo ritornammo a tre anni fa. I viaggi nel tempo iniziano a diventare noiosi dopo un pò, sapete? Certo, possono sembrare divertenti all'inizio ma, passare di frequente dal passato al futuro e viceversa, ci si può chiedere se la voglia di viaggiare nel tempo aumenti dopo uno di questi suddetti 'viaggi'.

“Non devi preoccuparti.”

Asahina-san prese inconsciamente in mano la teiera e iniziò a giocherellarci. Le sue palpebre si abbassarono e, distrattamente, si mise ad osservare l'acqua che scorreva dalla fontanella.

“Questa volta non andrò né nel passato, né nel futuro. In realtà voglio solo comprare qualche foglia di tè dal supermercato locale. Kyon-kun, ti andrebbe di accompagnarmi?”

Asahina-san, poi, ridusse il tono della sua voce fino a raggiungere livelli appena udibili e portò il suo indice sulle sue deliziose labbra.

“Mantieni il segreto con tutti...ok?”

Il mio petto si gonfiò ancora una volta orgogliosamente, pieno di sicurezza in me stesso che mi avrebbe reso in grado di raccontare una bugia perfetta anche se mi dovessero somministrare una dose del veritaserum. [pozione della verità tratta dalla serie di Harry Potter]

I giorni, le ore, i minuti e anche i secondi che vennero non mi erano mai sembrati tanto lunghi. Per quale motivo più osservi l'orologio, più lentamente le lancette si muovono, come se volessero prenderti in giro? Non è che, per caso, hanno deciso di prendersi una vacanza mentre ero voltato dall'altra parte? Neanche scuotere l'orologio sembrava accelerare i movimenti di quella dannata lancetta dei minuti. Finalmente ero riuscito a comprendere quanto, noi umani, siamo impotenti di fronte al lento scorrere del tempo mentre le nostre vite, insulse e insipide, lentamente, scorrono.

Ciò nonostante quella era la prima volta che avevo una normale uscita – non attraverso il tempo – con una viaggiatrice del tempo, con il solo scopo di comprare delle foglie di thè. Negli ultimi due giorni mi ero messo a pensare (ovviamente, non avevo di meglio da fare per ammazzare il tempo). Non credevo che Asahina-san avesse dei problemi nel fare spese da sola e, sicuramente, non era così indecisa su quale marca di thè comperare. Anche se avesse dovuto comprare le peggiori foglie disponibili sul mercato e preparare una tazza imbevibile, probabilmente, la gradirei comunque. E neanche il resto della SOS Dan era molto esigente.

Se è così, per quale motivo Asahina-san mi aveva invitato fuori? E perché in questo modo così misterioso?

Un ragazzo e una ragazza, di circa la stessa età, che camminano insieme di domenica.

Si potrebbe definire quello che i normali essere umani considerano un appuntamento? Hmm, non riesco a pensare ad altre spiegazioni. Eh si, è proprio un appuntamento, proprio come immaginavo. Scegliere le foglie di thè era solo una scusa, dopo tutto. Aww, non avresti dovuto essere così misteriosa. Non avresti potuto dirmelo sinceramente? No, aspetta, è proprio così che dovrebbe essere. Altrimenti non si tratterebbe di Asahina-san.

Con questi pensieri in testa, la Domenica finalmente arrivò.


Pedalai furiosamente sulla mia bici per raggiungere in fretta il punto d'incontro prescelto, di fronte alla stazione. La mia fida bicicletta sembrava capire come mi sentivo così che, anche senza motore, i pedali giravano in maniera incredibilmente veloce. Quella era probabilmente la prima volta che aspettavo con ansia un incontro da quando ero diventato membro della SOS Dan, poiché si trattava di un'uscita estremamente normale. La destinazione non era uno Spazio Chiuso con dei giganti blu, non avevo in mano biglietti per un viaggio nel futuro e il mezzo di trasporto non era un disco volante.

A meno che quella che mi stava aspettando davanti alla stazione non si trattasse della versione adulta di Asahina-san, con quel sorriso riservato che rivelava palesemente che nascondeva qualcosa, ma quella sarebbe stata tutta un'altra storia.

Non importa come la pensiate, io ero ancora uno studente delle superiori con una quantità moderata di intelligenza. Grazie a quello e alle mie poche esperienze precedenti, potevo, in qualche modo, predire come sarebbe stato il futuro. Asahina-san (grande) non era un'eccezione. Sarebbe apparsa ogniqualvolta avrei avuto il presentimento che l'avrebbe fatto. Quindi anche se si fosse presentata quel giorno, non ne sarei stato per niente sorpreso...

“Assolutamente no!”

Parcheggiai energicamente la bicicletta all'ombra di un lampione, prima di iniziare a farmi la ramanzina.

Anche i miei pensieri sono diventati prevenuti! Se le cose continueranno in questo modo, anche se dovesse succedere qualcosa, rimmarrei perfettamente calmo. E questo non è un bene. Le persone in grado di rimanere impassibili guardando negli occhi qualcosa di strano non hanno tutte le rotelle a posto. Io voglio essere una persona normale o, almeno, qualcuno sano di mente! Anche se sembra oramai troppo tardi per quello, dovrei quantomeno sorridere quando è il momento di sorridere. E questo è sicuramente uno di quei momenti.

Quindi feci del mio meglio e mi obbligai a sorridere.


L'Asahina-san che si trovava al solito punto di ritrovo della SOS Dan, non si trattava di altri che la mia versione preferita di Asahina-san.

Si trovava in piedi, in mezzo a una folla affaccendata, che agitava rapidamente quella sua piccola, delicata mano verso di me. Quella posa era abbastanza per far sciogliere il cuore di chiunque.

Indossando un vestito semplice ma elegante, con un'acconciatura diversa sembrava una ragazza che cercava impazientemente di sbocciare in tutta la sua femminilità. Vedendo un cambio del genere in lei ero commosso fino quasi alle lacrime.

Con di fronte un'Asahina-san elegantemente vestita, fermai velocemente la mia bici e indossai un sorriso in stile Koizumi, che avevo provato e riprovato di fronte allo specchio.

“Scusami, sono in ritardo.”

Nonostante mancassero ancora 15 minuti all'orario concordato.

“Non importa...”

Asahina-san tirò un sospiro di sollievo mentre abbassava lo sguardo a terra.

“Sono appena arrivata anche io.”

Seguì un sorriso.

“Va bene, andiamo!”

Iniziò a camminare e i suoi capelli delicatamente sobbalzarono su e giù.

Guardandola con i capelli legati all'indietro, un sentimento indescrivibile iniziò lentamente a farsi strada nel mio cuore. Ero come uno di quei cavalieri devoti nei tipici giochi di ruolo, il quale aveva giurato fedeltà di proteggere una principessa che doveva fuggire dal palazzo a causa dei conflitti interni tra la corte reale e vagare per il mondo.

I suoi piccoli passi, assieme ai lineamenti fanciulleschi, mi fecero domandare se era davvero di un anno più grande di me. La sua camminata era facilmente comparabile a quella di mia sorella e, inoltre, sembrava veramente molto giovane. Guardando i suoi piccoli passi, un impulso di proteggerla crebbe nel mio petto, così tanto che avevo paura che se avesse dovuto girarsi per guardarmi con quei suoi occhioni tondi, anche lei si sarebbe sentita a disagio.

Voglio dire, ogni mia azione era diversa in confronto a come mi comporto di solito. Essere rinchiuso in una piccola, scomoda stanza insieme all'eccentrica Haruhi, il sorridente Koizumi e la silenziosa Nagato, le mie azioni erano solitamente più sincere e caotiche. In quel momento eravamo solo Asahina-san ed io. Ancora meglio, nessuno lo sapeva. Il tirannico comandante della Brigata, l'affidabile aliena e nemmeno l'esper erano lì. Era un grosso cambiamento.

Volevo gridarlo al mondo: Decidere di uscire da solo assieme ad Asahina-san è stata la migliore decisione che abbia mai preso in tutta la mia vita!

Ad essere sincero, ero felice. Molto felice. Camminando a fianco di una delle studentesse più belle della North High, anche se qualcuno avesse dovuto gettare il mio Diploma Viola giù per un tombino, non avrei sentito il minimo senso di dispiacere, dato che il diploma era stato rilasciato da una nazione non rinomata per la sua letteratura, comunque. [diploma rilasciato a chi eccelle nelle arti visive e letterarie e ha contribuito in questi campi. Il fiocco su questo diploma è viola, da qui il nome]


Ci dirigemmo nel centro commerciale vicino alla stazione.

Qualche volta, non avendo di meglio da fare, accompagnavo lì la mia famiglia per fare spese. Quel centro commerciale vendeva, per lo più, generi alimentari e abbigliamento, inoltre all'interno si trovava anche una grande libreria. Però quello era il campo di Nagato, non certo il mio. Come avevo immaginato Asahina-san mi portò al piano terra, dove si trovavano gli alimentari.

Oltre una serie di scintillanti postazioni bancomat, si trovava il negozio a cui eravamo diretti. Specializzato nel commercio di foglie di thè, gli scaffali all'interno erano pieni di foglie di vario tipo.

“Buon pomeriggio.”

Udendo il suono dell'adorabile saluto di Asahina-san, il padrone del negozio le fece subito un sorriso che poteva ricordare il bitume che si scioglie durante un caldo giorno estivo.

“Benvenuta, grazie per aver deciso di farci visita ancora una volta.”

Sembrava che Asahina-san fosse già diventata una cliente abituale di questo negozio ed avesse già fatto amicizia con il padrone.

“Ehh...Che tipo potrei comprare?” borbottò fra se mentre ispezionava i diversi tipi di foglie stampati su un grande poster appeso al muro, completo dei nomi e prezzi corrispondenti.

Ovviamente la mia conoscenza di foglie di thè era molto più scarsa della sua, così non fui in grado di darle nessun consiglio. Rimasi di fianco a lei in silenzio mentre, nel frattempo, inalavo i diversi aromi e le fragranze delle varie foglie, il mio naso mi prudeva da impazzire ad ogni annusata.

Diventando seria sull'argomento, Asahina-san si mise a discutere con il padrone del negozio sui vari metodi di preparazione, dalla quantità di foglie da usare al tempo necessario. Io rimasi lì ad ascoltare, senza dover fare o dire niente, come uno spaventapasseri dopo il raccolto.

L'unica persona che aveva mai fatto commenti sul thè di Asahina-san ero io. Haruhi solitamente trangugiava l'intera tazza in un solo sorso, probabilmente senza neanche accorgersi se si trattava di thè o meno, mentre non posso neanche confermare se Nagato avesse le papille gustative. Rarissimamente Koizumi esprimeva le sue opinioni su qualcosa, quindi l'unico rimasto ero io.

Avevo già promesso che avrei bevuto qualunque tipo di thè Asahina-san avrebbe preparato, anche se si dovesse trattare di un calice d'argento di cicuta. [bevanda con cui era stato condannato a morte il filosofo greco Socrate] Chiedere aiuto subito dopo averlo bevuto avrebbe dovuto permettermi di sopravvivere per raccontarne la storia. Ma, molto più importante, non avrei ferito i sentimenti di Asahina-san.

Accorgendomi di non aver nessun tipo di consiglio da dare, continuai a rimanere pigramente vicino alla porta, recitando il ruolo di accompagnatore. Finalmente prese la sua decisione e comprò la qualità chiamata 'Dea d'alta classe' o qualcosa di simile, potendo infine smettere di montare la guardia come una sentinella.

“E' veramente un'occasione rara per noi due uscire insieme---”

Asahina-san mi guardò con uno sguardo ancora più gentile del solito.

“Ti va di entrare e bere del thè? I dango che servono qui sono molto gustosi. Potremmo chiedere al padrone del negozio di aiutarci a preparare del thè con le foglie che ho appena comprato...”

Anche nel tempo in cui tutto l'idrogeno nel sole sarà stato consumato e trasformato in elio, non sarei riuscito a trovare una ragione per rifiutare una sua offerta. Era sorprendente che ci fossero tavoli e sedie in un negozio così piccolo, sembrava che il negozio stesso mi stesse invitando ad entrare e sedermi. Senza doverci pensare due volte la seguii all'interno e mi sedetti mentre l'aroma del thè appena preparato mi riempì subito le narici.

C'era una cosa che, però, non capivo.

Asahina-san sembrava molto interessata all'orario, dato che continuava a guardare l'orologio, incapace di calmarsi e gustare il suo thè. Le sue azioni, però, non sembravano intenzionali e sembrava che stesse cercando di nascondermi qualcosa.

Le mie scuse, Asahina-san, ma non importa quanto cerchi di nascondermelo, riesco ancora ad accorgermene. Perché, tralasciando il fatto che guardi continuamente l'ora, sembra che sospiri ogni volta che osservi l'orologio. C'è qualcosa che la deve preoccupare.

“I dango sono veramente squisiti e il thè ha un ottimo odore, proprio quello che mi aspettavo da Asahina-san. Hmm...davvero delizioso!”

Nonostante tutto cercai di far finta di non accorgermi del suo nervosismo. Dovrei cercare di non elogiarmi solo perché possiedo un'anima così gentile e premurosa. Ops, mi dispiace, è già troppo tardi?

“Hmm...”

Asahina-san diede un morso al suo dango prima di guardare nuovamente l'orologio.

Immediatamente fui assalito da un brutto presentimento, un pò come la calma prima della tempesta.

Esatto; tutto quest'esperienza sembrava sospetta fin dall'inizio. Il fatto che ero uscito con una delle migliori tre bellezze della North High, che anche in quell'adorabile vestito invernale non riusciva a celare quel suo corpo sensuale, sarebbe abbastanza per far correre chiunque sul tetto della scuola e gridarlo con tutto il fiato che si ha in corpo.

Sorseggiai la mia tazza e, mentre il liquido caldo fluiva lentamente giù per il mio apparato digerente, i miei sospetti si fecero sempre più grossi.

Ci dev'essere un imbroglio.

La mia analisi delle mie esperienze passate e dei dati fornitemi aveva dimostrato che l'unica senpai nella SOS Dan, Asahina Mikuru-san, era, in realtà, una viaggiatrice del tempo. Era stata mandata dal futuro per qualche ragione, la quale, sfortunatamente, rimaneva un'informazione segreta. E il perché era diventata la mascotte ufficiale della Brigata, beh, quello era dovuto ai tirannici modi di Haruhi. Non aveva sicuramente niente a che fare con i suoi compiti originari.

Proprio così. Sorvegliare Haruhi era il suo compito ufficiale. Era anche suo dovere portarmi nel passato e nel futuro in modo da innescare eventi futuri o per pulire il caos che il me nel passato aveva, inconsciamente, creato. Questi sono i compiti che i suoi superiori le avevano assegnato. Non importa come la vedete, questo, più o meno, riassume la sua vera missione.

Quindi, la domanda è: anche l'appuntamento di quel giorno era un compito? Tutta la storia delle foglie del thè era soltanto una bugia per camuffare il vero scopo degli eventi che sarebbero successi in seguito? Asahina-san ne era consapevole sin dall'inizio? A pensarci bene, quell'espressione sul suo volto sembrava proprio confermare la mia ipotesi...

Finito i nostri dango, insistette per pagare lei.

“Va bene così, dato che sono stata io a chiederti di uscire.”

Anche se è così, non posso lasciarti spendere così facilmente.

“Non preoccuparti, davvero. Tu offri ogni volta, comunque.”

Questo è perché quell'idiota di Haruhi ha auto-proclamato la regola che l'ultimo che arriva sarebbe stato quello che avrebbe pagato il pranzo per tutta la brigata e, per qualche ragione sconosciuta, l'ultima persona ad arrivare sono sempre io. Alla fine pagavo io il conto e questo era qualcosa che non succede al di fuori della SOS Dan. Però oggi è diverso e, forse, è dovuto al fatto che è una rara occasione per noi due di uscire da soli, tutte le banconote nel mio portafoglio sembrano stessero urlando di essere lasciate libere. Forse pensano che essere spese in questo modo avrebbe avuto molto più senso.

“Lascia pagare a me per una volta.”

Asahina-san mi guardò con degli occhi imploranti.

“Per favore?”

La sua espressione era così sincera che feci un cenno di assenso con la testa con naturalezza.

Dopo aver pagato, lasciammo il centro commerciale. Dato che nessuno dei due doveva andare da qualche parte, rimanemmo in piedi immobili, sotto un uggioso cielo invernale, ad osservare la folla che ci passava davanti.

La frase “Ci vediamo domani” viene generalmente utilizzata quando vuoi andare a casa dopo aver adempiuto ai tuoi compiti ma mi sembrava una cosa sgarbata da dire. Non ero certo il tipo di uomo che scappa via una volta finito il suo lavoro e, oltretutto, mancava ancora parecchio tempo prima che il sole tramontasse. Era già passato un mese dall'inverno, il che significava che il sole sarebbe dovuto tramontare molto, molto tardi...

“Accompagnami a fare una passeggiata, ok? Kyon-kun...”

Ancora una volta quegli occhioni imploranti! Costretto da quell'espressione facciale e una voce che trasformerebbe le ginocchia di chiunque in gelatina, mi trovai in una posizione di non poter non accettare.

Asahina-san rivelò un sorriso divino, bello quanto l'alba.

“Forza, andiamo da questa parte.”

Senza altra esitazione, iniziò a camminare. Che peccato. Avevo segretamente sperato che mi prendesse per mano mentre camminavamo. Sembrava proprio che avessi sperato troppo.

Mentre la brezza invernale mi colpiva dolcemente le spalle, seguii la sua piccola figura.

E in quel modo, iniziammo a passeggiare insieme per un pò di tempo.

Asahina-san sembrava aver deciso la destinazione fin dall'inizio, dato che mi lanciava occasionalmente delle occhiate con la coda dell'occhio, cercando di accertarsi se fossi o meno dietro di lei, visto che non facevo rumore mentre la seguivo.

Mantenni le mie labbra serrate mentre seguivo i suoi passi. Molte domande mi frullavano in testa. Più ci pensavo, più strana mi sembrava l'Asahina-san di quel giorno.

Err, come potrei spiegarlo? La solita Asahina-san era una debole, compassionevole piccola ragazza che farebbe crescere inconsapevolmente il desiderio di proteggerla nel cuore di ogni uomo e i suoi adorabili, piccoli movimenti erano abbastanza per far sorridere chiunque. Quella volta, al contrario, i suoi movimenti erano simili ai miei quando vengo interrogato a sorpresa in fisica.

Senza contare che si guardava intorno nervosamente mentre camminava.

Sembrava avesse paura che qualcuno la stesse osservando...Aspettate, non è esattamente così. Asahina-san non si girava né indietro né davanti ma, piuttosto, di lato, come una bambina delle elementari che cercava un checkpoint durante una gara di orienteering. [è uno sport di corsa in cui si utilizzano una mappa ed una bussola. La gara è a tempo e lo scopo è di trovare la strada lungo una serie di checkpoint per arrivare al traguardo.] Se non fosse stata la bellezza dolce e con il viso da bambola che era, ma piuttosto un uomo di mezza età, sarebbe stata arrestata dai poliziotti per comportamento sospetto proprio alla luce del sole. Anche se fosse stata arrestata, con il suo fascino naturale, tutti i capi d'imputazione contro di lei sarebbero stati facilmente perdonati. Ma non era quello il punto.

Le sue azioni erano senza dubbio sospette.

Avvertii improvvisamente un senso di nostalgia e rallentai.

No, nostalgia non è la parola adatta, dato che ero solito giocare da queste parti sin da quando sono nato. Avrei dovuto essere stufo del solito panorama ma allora, perché--

“Ahh...”

Ora ho capito.

Fin da quando avevo iniziato a camminare dalla stazione fino a quel momento, avevo avvertito un senso di familiarità e, contemporaneamente, uno di nostalgia. Finalmente riuscii a capire il perché.

Voglio dire, la prima ricerca di eventi misteriosi in tutta la città condotta da Haruhi era un avvenimento che mi era rimasto impresso profondamente nella memoria, anche oggi. Specialmente il ricordo di me e Asahina-san in coppia assieme, era davvero una dolce memoria. Anche se dovessi fratturarmi il cranio e avere l'amnesia, non sarei in grado di dimenticare quel memorabile incidente.

Proprio così. Si trattava della stessa strada che sto percorrendo in questo momento, certo che mi sento nostalgico! Anche le circostanze erano simili! Anche se non è passato ancora un anno da quell'incidente, sembra che ne siano passato almeno 800.

La vera identità di Asahina-san, la viaggiatrice del tempo, è già incisa nella mia memoria adesso ma, a quel tempo, non ne avevo la minima idea. Finché non me lo rivelò mentre eravamo seduti sulla panchina vicino agli alberi di ciliegio in fiore, quando realizzai che non era la semplice, innocente, ben dotata e con un visino da bambola, mascotte della SOS Dan che sembrava essere.

Tutto quello, ora, è qualcosa che appartiene al passato. Non c'è da stupirsi se mi sentivo nostalgico.

Proprio come mi aspettavo, Asahina-san si stava davvero dirigendo in un posto ben preciso. L'unica differenza da prima è che, oltre a guardarsi intorno come un erbivoro che voleva stare alla larga dai predatori, ora stava assiduamente guardando l'orologio.

Anche se avessi cercato di attirare la sua attenzione, avevo paura che non avrebbe avuto nessun tipo di effetto su di lei e avrebbe continuato la sua camminata da zombie.

Espirando un gran numero di nuvolette bianche dalle nostre bocche, entrambi continuammo a proseguire silenziosamente fino a che non raggiungemmo la nostra destinazione.

Il percorso dei fiori di ciliegio vicino al fiume.

Anche se c'era una piccola possibilità che gli alberi di ciliegio riuscissero a mantenere i fiori fino all'estate, ci sarebbe voluto un miracolo perché fiorissero durante l'inverno.

Anche se i nostri corpi si toccarono, ad Asahina-san sembrava non importare. Anche dopo aver oltrepassato quella panchina dove lanciò quella bomba “Sono una viaggiatrice del tempo” l'anno scorso, sembrava impassibile. Era ovvio che aveva un sacco di pensieri per la testa in quel momento. Ma cos'è che la preoccupava?

Sentendomi solo tutto d'un tratto, udii un leggero mormorio: “Non è ancora l'ora....”

Guardò nuovamente l'orologio.

“Dovrebbe accadere a breve ma...”

Non realizzando che stava parlando da sola, Asahina-san sospirò e, ancora una volta, si guardò a destra e a sinistra.

Feci finta di nulla e mi concentrai sulla strada di fronte a me.


Sigh. Tutto d'un tratto, l'entusiasmo che avevo per quell'appuntamento è completamente svanito, anche se una passeggiata romantica dovrebbe essere un incontro tra amanti. Ah, lasciamo perdere. Potrei semplicemente dire “c'est la vie”.

Dimenticatevi dei fiori di ciliegio, non c'era neppure una singola foglia sui ciliegi. In poco tempo, avevamo lasciato parecchio indietro anche quegli alberi.

Asahina-san continuò ad avanzare, in direzione delle montagne. Se avessimo continuato da quella parte, ci saremmo sicuramente imbattuti nell'appartamento di Nagato. Se avessimo ancora proseguito, avremmo raggiunto la North High.

Grazie alla nostra 'passeggiata', iniziavo a sentire caldo. Era un peccato che il calore non fosse stato indotto dall'avere Asahina-san al mio fianco.

Infine, lasciammo le vicinanze del fiume e ci dirigemmo in direzione dei binari della ferrovia.

Oh si, mi ricordo di aver camminato per questa strada anche con Haruhi.

Con i ricordi che continuavano ad emergere nella mia mente, anche io iniziai a sentirmi leggermente a disagio.

“Kyon-kun, resta qui!”

“Huh?”

Se Asahina-san non mi avesse tirato per la manica non me ne sarei nemmeno accorto e avrei continuato a camminare.

“Dobbiamo aspettare per attraversare la strada.”

Senza accorgermene, eravamo già arrivati all'incrocio vicino alle rotaie. Asahina-san indicò l'altra parte della strada. Il semaforo pedonale sopra le strisce mostrava una figura rossa.

“Oh...mi dispiace.”

Mi scusai immediatamente mentre tornavo al suo fianco. Anche se la strada era silenziosa e senza alcuna macchina in vista, insistette per aspettare fino a quando la luce non fosse diventata verde. Ah, ora sembra di più l'Asahina-san che conosco.

Neanche 10 secondi dopo il semaforo per le autovetture diventò da verde a rosso mentre il semaforo per i pedoni diventò di un verde intenso.

Asahina-san e io attraversammo la strada insieme.

Proprio allora---

Un'ombra nera apparì di colpo dietro di me.

“Ahh...”

Quel piccolo urlo era stato emesso da Asahina-san.

L'ombra ci ignorò e corse sulle strisce pedonali. Sembrava probabilmente un bambino delle elementari, doveva avere all'incirca l'età di mia sorella – Un'occhialuta peste di quarta o quinta elementare.

“Ahh!!”

Anche quel forte grido era di Asahina-san e fu accompagnato da una serie di rumori forti e confusionari, che mi fecero sgranare gli occhi.

Un grosso veicolo stava arrivando al centro della strada a gran velocità, con i pneumatici perfettamente aderenti al manto stradale. Anche se il semaforo era di un rosso acceso, il veicolo (un furgoncino di colore verde smeraldo) si contrapponeva bruscamente al colore del semaforo che il guidatore aveva convenientemente evitato di vedere, mentre continuava ad accelerare verso le strisce, senza mostrare intenzione di frenare.

In quel momento ---

Il ragazzino delle elementari che si era precipitato nel bel mezzo della strada si accorse di essere in pericolo e si bloccò proprio in mezzo all'incrocio.

Il veicolo si stava avvicinando velocemente. Il guidatore, il quale aveva deciso di ignorare i semafori, sembrava non aver rispetto nemmeno per le regole della strada. L'immagine di un ragazzino investito da un furgoncino si proiettò nella mia mente ma, allo stesso momento, il mio corpo si stava già muovendo.

“Bastardo!”

Non avevo idea se l'insulto era rivolto al bambino o al guidatore. Tutto quello che so è che mentre stavo scattando il mondo intorno a me iniziò andare al rallentatore come se avessi attivato il bullet time. Per un osservatore esterno, comunque, probabilmente tutto è accaduto in un istante.

“Uwaaaaa!”

Era stata una fortuna che fossi riuscito a raggiungerlo in tempo. Afferrando l'immobile ragazzino per il colletto lo spinsi in avanti con tutta la mia forza. Carente di momento [quantità di moto], caddi a terra.

Il camioncino mi oltrepassò in un istante.

Me l'ero vista brutta, davvero brutta. Il camioncino ribelle mi aveva mancato solo per pochi centimetri. Se fossi stato più vicino solo di un capello il mio piede sarebbe probabilmente piatto come la suola della mia scarpa, adesso.


Per tutto l'inverno, il mio corpo non aveva praticamente mai sudato. Adesso, grazie all'autista mi ritrovai a sudare furiosamente. Faceva troppo caldo per poterlo sopportare.

“Pezzo di m#@%a!”

Anche se non conoscevo l'identità dell'autista, sentii la rabbia dentro di me crescere fino alle tempie, mentre lanciai un'occhiata assassina al camioncino e imprecai rumorosamente.

“Ma chi ti ha dato la patente?! E' già grave passare col rosso, ma accelerare in un incrocio con un passaggio pedonale? Ma sei deficiente? Stai per caso cercando di uccidere qualcuno? Asahina-san, sei per caso riuscita a leggere il numero di targa?”

Dato che ero troppo occupato a cadere con il ragazzino, era solo naturale per me non esser riuscito a vedere la targa. Guardai Asahina-san, sperando che l'avesse vista---

“Adesso capisco...”

Huh? Che cosa hai capito?

Un'esterrefatta Asahina-san rimase immobile, con gli occhi sbarrati, senza muoversi di un millimetro. Oh beh, c'era da aspettarselo. E' naturale essere talmente scioccati per aver visto accadere un incidente davanti ai propri occhi. Ma non era quella la cosa che mi sorprese.

A farlo fu invece il fatto che non solo aveva un'espressione scioccata ma anche...

“Ora capisco...ecco perché...ecco perché mi hanno mandata qui...”

Mormorando tra se Asahina-san osservò il giovane che aveva quasi perso la vita.

I suoi tratti angelici erano pieni di conforto, come se avesse finalmente capito tutto.

Senza sapere cosa stava accadendo, rimasi a terra in mezzo alla strada, mentre Asahina-san si avvicinò a noi come uno zombie, il suo viso pallido come un foglio di carta. Era un peccato che non stesse venendo verso di me. Il suo sguardo era fisso sul ragazzino di fianco a me, il quale aveva anche lui il fondoschiena incollato al terreno.

Forse a causa del nostro incontro, il ragazzino con gli occhiali aveva un'espressione totalmente sconvolta, il suo volto pallido come quello di Asahina-san. Quando Asahina-san si avvicinò a lui, finalmente si riprese e sbatté gli occhi per la sorpresa.

“Sei ferito?”

Si inginocchiò di fianco a noi e appoggiò le mani sulle spalle del ragazzino. Il bambino, lentamente, agitò la testa come se fosse un androide. La domanda successiva di Asahina-san mi lasciò totalmente sorpreso.

“Se è così, mi puoi dire come ti chiami?”

Non avevo idea del perché fosse interessata a saperlo. Dopo tutto, che bisogno c'era? Il ragazzino, però, rispose onestamente.

Sono abbastanza sicuro di non aver mai sentito il suo nome prima, dato che non avevo il minimo ricordo né di lui né del suo nome. Asahina-san, comunque, sembrava avere un'idea diversa.

Ancora prima che il bambino avesse finito di pronunciare il suo nome, lei aveva smesso di respirare; fece una fedele imitazione di Nagato, rimanendo in ginocchio immobile con gli occhi fissi sul suo volto. Solo dopo che ebbe finito, fece un profondo sospiro e disse:

“Ho capito, quindi tu sei...”

La bocca del ragazzino rimase spalancata. Dopo aver fortuitamente evitato di essere investito da un camioncino ribelle era stato avvicinato da una bellissima ragazza, la quale gli aveva chiesto il suo nome. Non importa chi fosse, l'esperienza era abbastanza per far impazzire chiunque.

Capisco il tuo stato d'animo, occhialuto.

Tuttavia Asahina-san sembrava molto seria.

“Allora, mi devi promettere---”

Lo sguardo ansioso che aveva sul suo volto era qualcosa che non avevo mai visto prima.

“Non importa cosa accadrà, devi stare attento alle automobili. Che tu sia in strada, su un veicolo pubblico, un aereo, un treno o anche una barca...Stai attento a non inciampare o cadere...E non annegare. Per favore, non importa dove o quando, ma cerca di fare attenzione, ok? Puoi promettermelo?”

Il ragazzino doveva essere in stato di shock, perché io certamente lo ero.

Non devi essere così diretta, Asahina-san, e se proprio dovevi, non avresti potuto essere un po' meno brusca?

“Per favore...?”

Sentendo una Asahina-san sull'orlo delle lacrime, cercando di apparire più sincera possibile, mi decisi ad urlare “SISSIGNORA!” al posto del giovane ragazzo. Proprio quando stavo per farlo...

“Ok.” il ragazzino annuì e promise.

Continuò a fissarla, sembrando confuso quanto me.

“Starò attento.”

Disse ogni parola seriamente, mentre agitava la testa su e giù continuamente, il che mi ricordava Humpthy-Dumpthy seduto sul suo muro. [personaggio della filastrocca di Mamma Oca, un grosso uovo antropomorfo che siede su un muretto]

Asahina-san non era ancora apparentemente soddisfatta dato che allungò il suo mignolo.

“Facciamo yubikiri, allora.” [equivalente del nostro giurin giuretto, è una promessa fatta incrociando i mignoli]

Osservando il ragazzino che balbettava, mentre prometteva insieme ad Asahina-san, sentii un dolore acuto al petto, credo sia qualcosa chiamata gelosia. Avevo segretamente sperato di essere io l'unica persona che poteva che poteva farlo. Ma, dopo tutto, dato che lo stava facendo con un bambino, decisi di non fingere di cadere per disturbarli. Tirai un sospiro di sollievo quando Asahina-san, infine, si alzò in piedi. Sembra che io fossi ancora lontano dalla maturità, dopo tutto. E' un bene o un male? Non chiedetelo a me, neanche io ho la risposta.

Proprio allora pensai ad un altro modo per disturbarli. Indicando il semaforo dissi:

“Asahina-san, il semaforo diventerà verde presto. E' pericoloso rimanere in mezzo alla strada.”

La luce verde per i pedoni iniziò a lampeggiare velocemente.

“Ok.”

Anche mentre si stava alzando, continuò a fissare il ragazzino occhialuto. Avendola forse notata, il bambino abbassò la testa e evitò il suo sguardo.

“Grazie per avermi salvato la vita. Starò più attento in futuro.”

Poi, con un'aria educata aggiunse: “Bene, io ora dovrei proprio andare.”

Dopo essersi inchinato di fronte a noi, trottò dall'altra parte della strada e svanì senza lasciare traccia.

Asahina-san rimase lì, immobile. I suoi occhi rimasero incollati alla sua piccola, preziosa gemma, continuando a fissare nella sua direzione anche dopo che era uscito dal nostro campo visivo.

Non potevo più resistere.

“Asahina-san, il semaforo è già diventato rosso. Dovremmo sbrigarci.”

Tirai energicamente la bellezza vestita con un abito invernale via dalla strada. Mentre la scuotevo tenendole le spalle mi accorsi che il suo morbido corpo era simile a quello di Shamisen, che, per qualche ragione, aveva deciso di dividere il letto con me. Stringere forte le mie braccia intorno a lei avrebbe dovuto essere veramente piacevole, soprattutto in un momento come quello. Ma, ovviamente, non avrei mai fatto una cosa del genere.

Mentre la luce del semaforo diventava completamente rossa---

“Sob...”

Il suono giungeva da qualche parte, appena sotto e alla sinistra della mia faccia. L'origine era Asahina-san e, la ragione per cui il suono era ovattato era probabilmente da attribuirsi al fatto che il suo volto era affondato sulla mia spalla.

Ma che? --- Questo fu il mio primo pensiero.

Le sue spalle tremavano nervosamente e il suo viso era affondato sulla mia spalla. Non sembrava stesse ridendo.

“Sob, sob...”

Un rigagnolo di lacrime di cristallo sgorgò dai suoi occhi saldamente chiusi, inumidendo la mia maglietta. Poi Asahina-san mi abbracciò come farebbe una bambina piccola, le sue lacrime continuavano a scendere per le sue guance di porcellana.

“Co...cosa succede, Asahina-san?! Dimmi qualcosa! Asahina-san?!”

In passato, avevo vissuto alcune situazioni 'scomode', ma questa era senza dubbio la situazione più scomoda che avessi mai vissuto. Perché Asahina-san stava piangendo? Il ragazzino era salvo, non era un fatto positivo?

Non è che è morto qualcuno...dovresti essere felice adesso, non dovresti piangere disperata. O forse è stato l'impatto dell'intero incidente troppo forte da sopportare per Asahina-san? Sono sintomi dello shock?

“Non è così.”

Asahina-san disse tra un singhiozzo e l'altro.

“.....mi sento inutile. Non so n-nulla...Non posso fare n-niente...”

Sono ancora più confuso.

Tutto quello che fece fu piangere disperatamente, sembrava aver perso ogni volontà di parlare. Proprio come Shamisen mi artigliava quando lo prendevo e lui aveva paura di cadere, Asahina-san si attaccò alla mia camicia con le unghie, aggrappandosi fortemente, mentre continuava a nascondere il suo viso contro la mia spalla.

Cosa sta succedendo?

Il mio cervello sembrava un vortice in miniatura. C'era solo una cosa di cui ero certo.

Le attività della giornata erano infine terminate. Questo simil-appuntamento iniziato da Asahina-san aveva percorso un grande cerchio ed era terminato dove era iniziato, con un gran finale.

Questa era la conclusione a cui tutti potevano giungere, anche senza la mente deduttiva di Koizumi Itsuki.


Sapevo che non avrei potuto rimanere lì immobile per sempre, mentre una senpai piangente era aggrappata a me sotto il cielo invernale.

Questo perché molti passanti casuali rallentavano il passo e dirigevano i loro sguardi alla strana coppia in piedi in mezzo alla strada.

Cosa state facendo qui fuori con questo freddo, comunque?

“Asahina-san, dovremmo trovare un posto in cui sederci, un posto dove ti puoi calmare...Err, riesci a camminare da sola?”

Anche se continuava a mantenere il suo viso sulla mia spalla mi diede un lieve cenno d'assenso.

Camminai con molta attenzione, facendo del mio meglio per eguagliare i suoi passi depressi. A fianco di una piagnucolante Asahina-san, rallentai la mia andatura, mentre mi lamentavo silenziosamente per il mio destino.

E' quello che ho sempre desiderato e, allo stesso tempo, non lo è. Sigh. Ora, l'unica cosa che mi importa è di non essere notato da nessun ragazzo della North High. Se si sapesse in giro che ho fatto piangere Asahina-san, l'intera confraternita del culto di Asahina Mikuru reclamerebbe la mia testa.

“Dove dovremmo andare allora...”

Un posto dove non dovremmo attirare molto l'attenzione, poterci riposare e toglierci da questo freddo, un posto del genere esiste davvero? L'unico posto che riuscii a pensare è un bar. Però, sedere in un bar di fronte a una ragazza in lacrime era più o meno l'equivalente di un suicidio.

Notai che l'edificio vicino alla strada dove l'intero incidente aveva avuto luogo era l'appartamento di Nagato. Se glielo avessi dovuto chiedere, ci avrebbe probabilmente aperto la porta, ma il mio istinto mi suggerì che era meglio non farlo.

Allora era rimasto solo un altro posto. Il terreno sacro situato vicino all'appartamento di Nagato, il parco che era pieno di tanti favolosi ricordi. Notando che avevamo già oltrepassato la panchina vicino al fiume e, data l'urgenza della situazione, sarebbe stato necessario utilizzare quell'ALTRA panchina, che conteneva ancora più ricordi.

Almeno saremmo stati in grado di riposare le nostre esauste gambe lì. Chi lo sa, qualcuno avrebbe pure potuto saltar fuori dai cespugli dietro di noi.

Non c'era da stupirsi per il fatto che al parco non ci fosse una sola persona, visto che faceva talmente freddo che ci si poteva assiderare all'istante. Come previsto, la panchina era vuota, mentre si godeva il vento gelido da sola.

Feci sedere Asahina-san, prima di sedermi di fianco a lei, assicurandomi che ci fosse un piccolo spazio tra di noi. Lanciando una sguardo furtivo al suo volto notai che c'erano ancora due rivoli di lacrime che le scendevano per le sue guance di porcellana.

Frugai nelle mie tasche, cercando dei fazzoletti, ma purtroppo tutto ciò che le mie mani sentirono era il tessuto utilizzato per fare i vestiti.

Dannazione, come ho fatto a dimenticare di portarli, oggi? Cosa potrei utilizzare al posto di un fazzoletto per asciugare le sue lacrime di perla?

Proprio mentre ero nel panico e quando stavo per strapparmi una manica---

Thunk.

Qualcosa di morbido cadde leggermente sopra la mia spalla. Quel qualcosa era nient'altro che il collo di Asahina-san. Dopo il primo round di singhiozzi per la strada stava iniziando con il secondo round? Il modo in cui si riposava sulla mia spalla mi toccò profondamente il cuore. Comunque evitai di fare dei movimenti improvvisi per paura di causare un malinteso. Questo perché quella situazione mi ricordava moltissimo quella volta. Ero già caduto sulla testa una volta, non volevo che una cosa del genere mi capitasse di nuovo.

“Vado a prenderti un pò di caffè, va bene?”

Pensavo di aver avuto un'idea brillante ma, con mio grande stupore, Asahina-san scosse leggermente la testa.

“Preferisci forse un pò di thè oolong?”

Ancora una volta, scosse i suoi capelli castani.

Feci del mio meglio per cercare di immaginarmi il menù del distributore automatico, mentre continuavo a proporre.

“Allora che ne dici di---”

“.......Mi dispiace.”

Una debole voce infine raggiunse le mie orecchie. Asahina-san aveva ancora la testa appoggiata sulla mia spalla e, come risultato, non riuscivo a vedere il suo volto. Ma, anche senza vederlo, riuscivo più o meno ad immaginarmi l'espressione che aveva in quel momento. Quando si scusava, voleva dire che era davvero dispiaciuta.

Decisi di rimanere in silenzio e lasciarle la parola.

“La ragione per cui ti ho invitato ad uscire oggi era di salvare quel bambino. Non riuscivo a capire all'inizio, ma adesso finalmente ho compreso. Era tutto per questo, e solo per questo...”

Va bene, continua.

“P-per ordine dei miei superiori, ti ho chiesto di uscire. L'ora, il luogo e anche i posti che avremmo dovuto visitare, stavo semplicemente seguendo degli ordini. E' stato tutto per proteggere quel bambino, per far sì che quell'incidente non accadesse... era la mia missione.”

Superiori?

Il sorriso enigmatico di Asahina-san (grande) apparve nella mia mente.

“Aspetta un attimo. Se è davvero così, avresti potuto chieder loro di rendere le cose un pò più chiare. Come, per esempio, monta la guardia a quell'incrocio a quell'ora precisa, la tua missione è di proteggere questo bambino di nome blablabla da un incidente. Non sarebbe stato meglio?”

“Beh...Anche io speravo di ricevere ordini più chiari. Il problema è che si sono rifiutati. Si rifiutano di farmi sapere qualunque cosa. Dev'essere perché non sono abbastanza adatta...Proprio come oggi, l'unica cosa che sono riuscita a fare è stata eseguire degli ordini...”

Ancora una volta, Asahina-san (grande) apparve nella mia mente.

“Non dovresti pensare una cosa del genere...”

Dopo avermi sentito pronunciare quella frase, la testa con quei lunghi capelli castani si agitò violentemente, molto più violentemente in confronto al resto della giornata.

“No, deve essere così! Per quale motivo dovrebbero affidare una missione così importante senza neanche dirmelo prima? Deve essere perché sono così incapace...”

Dopodiché rimase in silenzio, mentre le nuvolette di aria bianca dalla sua bocca, che mentre stava parlando qualche secondo fa erano scomparse , ricominciarono nuovamente a uscire. Sembrava che il suo stato d'animo coincidesse con l'argomento.

“Asahina-san, chi era quel bambino?”

Lei, che stava ancora singhiozzando, rimase per un pò in silenzio prima di dire:

“....Quel ragazzino è una persona molto importante nel futuro. E' solo grazie a lui che io posso venire qui. Se dovesse morire sarebbe tutto finito...”

La sua voce si abbassò sempre di più, fino a quasi sparire completamente.

“Mi dispiace....Non posso dirti di più...”

In alte parole, quel bambino non poteva assolutamente morire in quel momento. Per prevenire che questo accadesse, Asahina-san aveva dovuto portarmi in quel posto --- Questo era il vero piano di salvataggio.

Se solo fossi stato un secondo in ritardo a spingere via il ragazzino, sarebbe stato preso in pieno da quel furgoncino. Ho paura di non sapere cosa sarebbe successo dopo, ma posso azzardarmi a dire che non sarebbe stata una cosa positiva. Senza quel piccolo miracolo, la probabilità che quel il avrebbe dovuto dare l'addio al mondo sarebbe stata davvero alta.

“Eh?”

Aspetta un attimo, qual'è il vero corso degli eventi? Ok, ho salvato il ragazzino, questo è quello che è appena accaduto. E allora, il futuro? Nel futuro da dove Asahina-san arriva, questo ragazzino non dovrebbe essere già morto? Ma dato che questo era impossibile, i viaggiatori del tempo hanno deciso di mandare Asahina-san a proteggerlo.

No, qualcosa non quadra. C'è qualcosa di strano.

Ho salvato quel ragazzino, il che significa che ha evitato di essere investito, questo dovrebbe essere quello che è realmente successo. Quindi si può dire che nel vero corso degli eventi il bambino non è mai stato protagonista di un incidente. Altrimenti Asahina-san non potrebbe arrivare qui da un remoto futuro. Ma se non ha mai avuto incidenti non avrebbe senso mandare Asahina-san nel passato per salvarlo. Ma se Asahina-san non fosse venuta qui il bambino sarebbe stato investito e, se fosse stato investito, i viaggi nel tempo non sarebbero possibili. Quindi...

“Ouch, ho mal di testa...”

Il cervello iniziò a dolermi.

Non importa quanto ci pensassi, c'era qualcosa di sbagliato. Ogni volta che mi mettevo a pensare a qualcosa oltre il mio livello, probabilmente sareste stati in grado di sentire un odore di qualcosa che brucia uscire dalle mie orecchie.

“Non ci capisco niente.”

Potrei provare semplicemente a chiedere.

“Quel bambino è stato veramente vittima di un incidente? Qual'è il vero corso degli eventi? Sono davvero confuso, adesso.”

Asahina-san scosse la testa e disse con un tono misterioso:

“Non siamo gli unici a provenire dal futuro.”

“Ci sono altre persone che non desiderano che i viaggiatori del tempo o la possibilità di viaggiare attraverso il tempo esista.”

Un furgoncino verde smeraldo. Guidato da un autista totalmente intenzionato ad uccidere.

“Non vorrai dirmi che...”

Non avevo bisogno di aspettare che mi rispondesse. Anche le esperienze passate puntavano alla stessa risposta.

Una persona simile era Asakura Ryouko. Anche se era un'interfaccia organica vivente creata dall'Entità Senziente di Dati Integrati come Nagato, le due sembravano avere opinioni differenti su Haruhi. Non sarebbe stato sorprendente se avessero fatto parte di due fazioni opposte.

Inoltre c'era l'altro gruppo al di fuori della 'Organizzazione' che Koizumi aveva menzionato precedentemente. Koizumi aveva accennato che queste due fazioni erano correntemente in lotta tra di loro.

Infine c'era anche qualcuno che era la causa dei ricordi più recenti nella mia memoria, la fazione che aveva preparato l'intero incidente della Montagna Innevata. Avevano addirittura creato una barriera impenetrabile così potente che nemmeno Nagato era riuscita a distruggere. Il 'Nostro' (riferito alla SOS Dan) Nemico – è così che Koizumi li aveva definiti.

Dopo così poco tempo gli prudevano di già le mani? Il Nemico. Che nominativo fastidioso.

Questa gente che aveva architettato di assassinare un felice, giovane ragazzino che un giorno avrebbe contribuito enormemente a favore dell'umanità, a che diavolo stavano pensando? Questa gente che insisteva nel rendere miserabile la vita del bambino, dove si stavano nascondendo?

Ci sono delle altre persone che non desiderano l'esistenza dei viaggiatori del tempo, e la possibilità di viaggiare nel tempo.

A chi ti riferisci con 'altre persone'?

“Questo...”

Le dolci labbra di Asahina-san tremarono leggermente. Per un attimo sembrava che stesse per dire qualcosa, ma decise di non dire nulla, e tenne le sue labbra ben chiuse.

“...non posso dirtelo ancora.”

Detto questo, ritornò nuovamente nel suo stato piagnucolante.

“Ecco perché mi sento incapace. E' la verità. Sono davvero incapace. Non posso fare niente per aiutarti. Non posso neanche aiutarti a capire. Sono veramente inutile.”

Questo non è vero. Asahina-san, tu non sei per niente inutile. Sono tutte le limitazione che ti sono state poste che ti hanno reso impossibile splendere. E chi ti ha imposto queste limitazioni su di te, altri non è che la versione futura di te stessa.

Ma, ovviamente, non potevo dirglielo.

Avevo fatto questa promessa ad Asahina-san (Grande) nel primo 7 di Luglio. Avevamo anche fatto yubikiri.

“Per favore, non rivelarle della mia esistenza.”

Per quanto avrei dovuto mantenere questa promessa, non avevo idea. E dato che non ne avevo idea, avrei probabilmente dovuto continuare a mantenere il segreto con la stessa Asahina-san. Anche io, non riuscivo a capire perché facevo così il testardo. Ma avevo come il presentimento che sarebbe stato meglio non dire niente per il momento.

Mi chiedo cosa pensasse di me, dato che rimanevo in silenzio. Asahina-san continuò, con un tono depresso:

“E' come quello che è successo proprio adesso. Kyon-kun, sei stato tu a salvare quel ragazzino. A noi viaggiatori del tempo è proibito essere direttamente coinvolti negli incidenti riguardanti il passato...”

E' così?

“Gli unici che possono alterare il passato sono quelli che ci vivono. Tutto all'infuori di quello è contro le regole......”

Quindi è per questo che avevi bisogno del mio aiuto?

“Sono stati i miei superiori ad ordinarmi di fare così. Io mi sono limitata a seguire gli ordini, anche se non avevo idea perché dovevo comportarmi in quel modo. Pensandoci adesso mi sento come...un'idiota.”

Non è assolutamente vero.

“Ho sempre voluto che i miei superiori mi potessero rivelare qualcosa di più. Per questo motivo ho scritto molti reclami, ma sono stati tutti rifiutati. Devono veramente pensare che sono incapace. Deve essere così.”

Ti ho detto che non è così.

Non potevo resistere ancora, allora aprii la bocca e dissi: “Asahina-san, tu non sei per niente incapace. La verità è che tu hai fatto molto, sia per me, per la SOS Dan o anche per il mondo intero,

quindi non affliggerti.”

Alzò improvvisamente la testa e mi guardò negli occhi, ma subito dopo il suo sguardo piangente si rimise a fissare il terreno.

“....Ma l'unica cosa che ho fatto è stata fare del cosplay. E' l'unica cosa che so fare...”

La sua voce era veramente depressa: “E anche...durante 'quel tempo' non avevo idea di cosa stesse succedendo...”

Qualcosa che potevo finalmente capire. 'Il 18 di Dicembre'---

“Non è vero!”

Per una persona come me, il mio comportamento avrebbe potuto essere considerato abbastanza serio in quel momento. Apparentemente, anche Asahina-san stava pensando la stessa cosa, visto che alzò la testa, come sorpresa per il mio grido improvviso.

Te lo posso assicurare Asahina-san, tu sei molto più di una semplice mascotte che serve il thè. Immagini di Asahina-san (Grande) si affacciarono sulla mia mente.

Biancaneve. E' stato grazie al suo indizio che sono riuscito a ritornare da quello Spazio Chiuso.

7 di Luglio, tre anni fa. Dopo essere ritornato indietro nel tempo con Asahina-san, ho ricevuto un indizio da Asahina-san (Grande) su cosa avrei dovuto fare, prima di chiedere aiuto a Nagato.

Inoltre, quando la realtà era stata alterata, è stata lei ad aiutarmi a far ritornare il mondo alla normalità--- Giusto, non ho ancora raccontato loro dell'incidente nei dettagli, forse perché sarebbe troppo anche per loro da digerire. Ho intenzione di far passare un pò di tempo prima di dirglielo. Le avevo solo detto sbrigativamente che stavamo andando a salvare il mondo. Poi noi tre, Nagato, Asahina-san ed io, siamo tornati indietro in quel momento dove ho incontrato un 'me stesso' morente per terra e una forma 'alternativa' di Nagato, prima di terminare tutto. Credo che questi eventi siano ancora freschi nei ricordi di Asahina-san. L'unica differenza è che lei, diversamente da me e Nagato, non ha fatto caso alla versione futura di se stessa. Questo è ciò che Asahina-san (Grande) aveva pianificato. Posso azzardarmi a dire che sia la versione grande che quella piccola di Asahina-san son le Asahina-san che conosco e non la versione 'alternativa' di Asahina-san che non mi aveva neppure riconosciuto. Per dirlo con parole di Nagato, erano di un'epoca differente, ma la stessa entità. O qualcosa del genere.

Questa Asahina-san stava semplicemente seguendo gli ordini ma, nel profondo del mio cuore, sapevo che chi dava questi ordini altri non era che la versione più grande di Asahina-san stessa. Asahina-san (Grande) doveva sapere quello che era da fare e quello che non lo era. Voglio dire, stiamo parlando di lei stessa!

Se ci fosse stato qualcosa che Asahina-san (Piccola) doveva sapere, glielo avrebbe detto lei in primo luogo. Dato che non le aveva rivelato nulla, pensai fosse meglio stare in silenzio. “Almeno non farle sapere che io ero qui.” Questo è ciò che Asahina-san (Grande) mi aveva chiesto.

Certamente, potrei dirti che, in un futuro non troppo lontano, diventerai una donna ancora più bella di come già sei e che attraverserai i limiti dello spazio e del tempo per aiutarmi. Non sarebbe difficile da fare. Per esempio, durante la mia seconda visita al 7 di Luglio di tre anni fa, avrei potuto facilmente svegliare 'l'io' che dormiva sulla panchina e raccontare tutto ciò che sapevo. In altre parole, parlare o non parlare, è solo una mia semplice decisione. Ma, chiaramente, non l'ho fatto. Anche se nessuno mi ha proibito di farlo, è proprio perché nessuno mi ha detto che potevo farlo che non ho parlato. Ripensandoci adesso, sento come se avessi fatto la cosa giusta. Un giorno, questa versione piccola di Asahina-san ritornerà nel futuro e, successivamente, la sua versione grande ritornerà qui ancora una volta ad assisterci. Anche se la presente Asahina-san è un tesoro indispensabile per l'SOS Dan e un'imperdibile cameriera privata del club, arriverà un giorno in cui dovrà ritornare a casa, comunque. Tutto è connesso. Solo grazie al presente ci potrà essere un futuro. Se al presente fossero mischiati molti oggetti esterni, chi può sapere come diventerà il futuro---

Improvvisamente realizzai qualcosa.

“Giusto!”

Avrei voluto aprire la mia bocca e spifferare tutto, ma sapevo che non potevo farlo. Il mio desiderio di parlare era in conflitto col mio buon senso – riuscii finalmente a comprendere quella sensazione. Allora è così che ci si sente.

Ripensai a cosa accadde durante la scorsa estate, durante la prima ricerca di eventi misteriosi in città, Asahina-san ed io avevamo passeggiato fianco a fianco per il sentiero degli alberi di ciliegio in fiore vicino al fiume, dove mi aveva rivelato la sua identità di viaggiatrice del tempo e cercò di spiegarmi il concetto alla base del viaggio nel tempo. Ovviamente non avevo idea se quella potesse essere considerata una spiegazione. Tutto quello che sapevo è che aveva qualcosa a che fare con piani temporali, cartoni animati e disegni, senza c'entrare niente con l'acqua. [vedi volume 1, la spiegazione di Asahina]

Quella volta , qualunque cosa le chiedessi, la sua risposta era sempre la stessa: “Informazione segreta.”

Quello che stavo passando in questo momento, doveva essere all'incirca quello che aveva dovuto passare lei quella volta. Sicuro, non era il momento per rivelarle tutto ma...

“Asahina-san.”

Volevo provare a consolarla. Ecco perché aprii bocca.

“Cosa c'è?” domandò, i suoi grandi occhi mi osservavano.

“Erm...Volevo dirti che....Asahina-san...beh, come posso spiegarmi...Err...Non sei assolutamente soltanto il giocattolo di Haruhi. E poi...err...cos'è che volevo dire? Qualcosa del tipo...c'è sempre qualcosa sotto la superficie e...groan~”

Smisi di pensare al proverbio a metà della frase. Qualunque cosa avessi provato a dire, mi sarei interrotto in continuazione senza riuscire a finire.

Che fastidio~

Avrei voluto consolarla in modo da non farla sentire così giù ma, evidentemente, inventarmi il discorso mentre parlavo non era una mia specialità, come si può notare dalle mezze frasi di cui sopra. Se ci fosse stato Koizumi, se ne sarebbe di sicuro uscito con qualche assurdità ben confezionata per la quale mi sarei infastidito. Comunque un uomo deve conoscere i suoi limiti. Non potevo sempre scappare da Nagato o Koizumi per chiedere aiuto. Quello era un mio problema, dopo tutto. Avrei dovuto cercare di risolverlo da solo.

Però era un pò come dare a un babbuino l'ultimo modello di computer senza dirgli come utilizzarlo.

Anche se volevo davvero consolare Asahina-san, la mia mente era stata completamente svuotata da ogni vocabolo utile.

“Erm...Voglio dire...”

Forse qualche stimolo fisico potrebbe aiutare. Forse aiuterebbe a farmi ragionare. Con quel pensiero per la testa, mi colpii il cranio con dei pugni. Non successe nulla – la mia mente era vuota come prima.

“....Err...Umm...”

Alla fine, tutto quello che riuscii a dire furono degli err e umm, come se stessi aspettando che il sole tramontasse.

Continuai così fino a che Asahina-san disse---

“Kyon-kun, non hai bisogno di dire altro.”

Immediatamente alzai la mia testa e mi trovai a fissare gli occhi confusi di Asahina-san. La sua bocca, però, formava un sorriso.

“Non hai bisogno di dire altro.” ripeté.

“Quello che stai cercando di dirmi, riesco a capirti.”

Il sorriso di Asahina-san si allargò e annuì dolcemente.

Eh? Mi capisci? Che cosa hai capito? Non ho detto niente---

“Veramente, non devi dire altro. Hai già detto abbastanza.”

Le labbra precedentemente chiuse si aprirono parzialmente, mentre mi guardava con i suoi occhi caldi. Si notava una piccola ma visibile traccia di comprensione.

Improvvisamente capii qualcos'altro.

Che cosa, mi chiedete? Avete veramente bisogno di chiedere?

Quello che realizzai fu che – Asahina-san aveva finalmente compreso.

Riuscì a capire dal mio dialogo stentato il vero messaggio, ciò che cercavo di esprimere. Nonostante non glielo avessi mai detto ad alta voce.

Ma perché non l'ho fatto?

Esistono solo poche risposte a questa domanda.

“Ahh.”

Proprio quando stavo per aprire la bocca per parlare, Asahina-san alzò dolcemente la sua mano sinistra e posizionò il suo caldo indice sulle mie labbra congelate.

Quello era il mio segnale per fermarmi.

Non c'era ragione per continuare. I miei pensieri la avevano già raggiunta. Entrambi rimanemmo in silenzio.

“Sì.”

Alzò lentamente il suo indice e lo posizionò sulle sue labbra. Quel piccolo gesto mi toccò il cuore.

“Hai ragione.”

Era tutto quello che riuscii a dire.

'Il silenzio è d'oro, le parole d'argento.'

Non si trattava di questo? Non c'era lanciatore al mondo che aveva bisogno di mormorare al ricevitore come sarà il suo prossimo lancio. Esistono dei modi di comunicazione molto affidabili, come segnali o il linguaggio del corpo. Concetti semplici non devono essere espressi attraverso il discorso.

Perché è così? Beh, è perché, anche senza doverlo dire ad alta voce, entrambi avevamo già compreso cosa si trovava nei nostri cuori.

Dato che la comunicazione era possibile anche senza avvalersi della parola, perché porsi dei problemi? Non c'era bisogno di vocaboli, di discorsi lunghi e articolati e di sicuro era un risparmio di energie.

Come risposta riuscii solamente a sorridere.

Era abbastanza. Tutto ciò che non poteva essere spiegato tramite le parole, doveva essere capito tramite il cuore.


Il giorno dopo, lunedì.

Orario: dopo le lezioni scolastiche. Tutti ci eravamo ritrovati nella stanza del club, come al solito, per provare il nuovo thè acquistato il giorno prima. Appena tutti ebbero finito, il comandante della SOS Dan disse:

“Dimmi Kyon.”

Diversamente da me, Haruhi non aveva il minimo senso di gratitudine. Aveva ingurgitato l'intera tazza di tè bollente (saranno stati almeno 70 gradi) in meno di due secondi.

Dopo tutte le vicissitudini che io e Asahina-san abbiamo vissuto, non potresti almeno gustarti quel dannato tè?

“Cosa?”

Le risposi mentre lanciai un'occhiata furtiva alla sorridente Asahina-san.

“Ahh...Ne vuoi ancora?”

Asahina-san prese la teiera pronta a versare dell'altro thè nella tazza vuota di Haruhi.

Haruhi, improvvisamente, si sporse in avanti e posò le sue guance sulle sue mani, prima di proferire alcune strane parole:

“Mi capita di parlare da sola.”

Davvero? Questa è una novità. Anche se ti conosco da quasi un anno intero questa è la prima volta che vengo a conoscenza di questa tua particolare abitudine.

“Anche se ci fosse dell'altra gente vicino a me, continuerei a parlare da sola.”

Forse faresti meglio a farti fare un controllo mentale.

“Adesso sto per iniziare a parlare da sola. Se per caso doveste sentirmi, per favore, cercate di sopportarlo.”

Cosa stai cercando di dire?

Ma prima che potessi dire queste parole, Haruhi alzò il tono della voce e disse:

“Sapete, c'è un ragazzino intelligente e onesto che vive vicino a casa mia. Indossa degli occhiali, somiglianti a quelli di un professore, e sembra ancora più intelligente con quelli indosso. Si chiama...”

Haruhi menzionò un nome che ero sicuro di aver sentito non molto tempo prima. La mia schiena iniziò a un tratto a sudare, ma non era per il caldo.

Asahina-san si pietrificò.

“Quaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalche volta vado ad aiutarlo con i suoi compiti. Per questo motivo sono andata a casa sua ieri. Ma questo è ciò che mi ha detto: La ragazza coniglietta insieme a un ragazzo.”

Haruhi fece un sorriso che dava i brividi.

“Quando abbiamo girato quel film in autunno lui si trovava casualmente nei paraggi. E' stato colpito profondamente da Mikuru-chan vestita da coniglietta. Dato che il discorso era finito su quell'argomento, gli chiesi la descrizione di quel ragazzo. Ecco cosa ha disegnato.”

Haruhi tirò fuori un foglio di carta che era stato indubbiamente staccato da un quaderno. Su di esso c'era uno schizzo di un viso familiare.

Hmm...per quale motivo mi ricorda quel volto che vedo ogni mattina allo specchio? Aspettate, quello dovrei essere io.

Non importa da che parte lo si guardava, era il mio ritratto quello disegnato sul foglio.

"Fufufufufufu~"

Haruhi improvvisamente emise una profonda risata.

Il bambino ha dimostrato di essere uno spione ma anche un disegnatore con del talento! Non dovrebbe diventare uno studioso un giorno? Non dirmi che aspira a diventare un artista, in futuro? Se l'avessi saputo, avrei cercato di corromperlo, in modo da farlo diventare temporaneamente muto e disabile.

Mi si annebbiò la vista per circa tre secondi, mentre aspettavo di vedere se un santo fosse sceso improvvisamente sulla terra per salvare il mondo.

Asahina-san stava tremando dappertutto e la sua voce sembrava aver perso la sua funzionalità. In una situazione del genere la possibilità che un nuovo personaggio entrasse dalla porta erano troppo basse, quindi mi guardai attorno, con disperazione.

“... ... ...”

Dopo aver guardato negli occhi dalla temperatura di meno quattro gradi Celsius di Nagato, per qualche ragione iniziai ad avvertire mal di stomaco.

Dall'altra parte, Koizumi non faceva altro che sorridere, come se la situazione lo stesse divertendo. Aspettate un attimo. Questa gente non dovrebbe sapere niente, giusto?

“Hmm~?”

L'espressione di Haruhi sembrava quella di uno che aveva appena mangiato un onigiri coperto di salsa chili e funghi allucinogeni, ovvero, quella di uno che voleva ridere ma cercava in ogni modo di trattenersi.

“Confessa. Dove siete andati ieri, tu e Mikuru-chan e cosa avete fatto? Non preoccuparti, ti prometto che non mi arrabbierò.”

Lanciai degli sguardi con la coda dell'occhio ad Asahina-san, che sembrava una rana totalmente ricoperta di vernice verde, con il volto completamente verde. Però quello che parlava ero io, mentre del sudore freddo mi colava senza fine giù dalla fronte, ero come un rospo circondato da tre dozzine di serpenti.

Doveva essere la mia immaginazione. Per un attimo pensai di vedere l'aura di Haruhi crescere dietro di lei prima di trasformarsi in un violento spettacolo di fuochi d'artificio, che sfondò la finestra che si trovava dietro Nagato... O una qualche illusione di questo genere.

“Mi dispiace.”

Koizumi si alzò in piedi, come per evitare gli invisibili fuochi artificiali, prima di prendere la sua sedia e spostarsi lontano dalla finestra.

Poi fece un gesto con entrambe le mani e continuò a sorridere come faceva di solito. L'unica cosa che mancava era dire le parole “Prego, continuate.”

Dannazione a te, Koizumi! Faremo i conti dopo, uccidendoti scommettendo grosse somme a poker! Me lo ricorderò!

“A-ah...In relazione a q-questo...”

L'impresa era di creare una bugia che poteva convincere Haruhi. Ma in quel momento, non avevo il tempo materiale di pensarne una.

Qualcuno potrebbe aiutarmi, allora? Se possibile mandatemi un messaggio, perché neanche un servizio di corrieri sarebbe in grado di arrivare qui in tempo.

Di fronte a me che balbettavo, Haruhi decise di ripetere la sua richiesta.

“Allora, sputa il rospo, e pretendo che sia così chiaro e preciso che anche Koizumi-kun, Yuki e io possiamo capire. Altrimenti...”

Haruhi fece un profondo respiro e sfoggiò un sorriso smagliante, prima di dire:

“Entrambi sarete puniti severamente! Proprio così, che ne dite?”

Annunciò una punizione così inumana che anche i cancelli insanguinati dell'inferno tremerebbero dopo averla udita. Guardai Asahina-san e notai che stava tremando.

Proprio come me.

Ciò che accadde successivamente nella stanza del club, credo non abbia bisogno di ulteriori spiegazioni.

Fronteggiato dal sorriso sadico di Haruhi, l'espressione più fredda del solito di Nagato, il fastidioso sorrisetto compiaciuto di Koizumi che sembrava voler significare che si stava divertendo, cercai disperatamente nel mio cervello per un qualche tipo di spiegazione, come un'anima dispersa cerca furiosamente di strizzare un pò d'acqua da una spugna secca nel bel mezzo del Deserto del Sahara. Di fianco a me, Asahina-san era stata gettata in uno stato di panico totale, insieme alla teiera, foglie di thè e tutto il resto.

Non penso che debba raccontarvi altro. Voi altri potrete probabilmente indovinare il resto.