Fate/Zero:Atto 1 Parte 5

From Baka-Tsuki
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In una radura all’interno di una boscaglia, situata in un angolo della piccola città montuosa di Fuyuki, Waver Velvet iniziò la sua preparazione del rituale d’evocazione, dopo essersi assicurato di essere completamente solo.

I nervi di Waver erano rimasti estremamente tesi per la durata dell’intero giorno, a causa dell’incessante chiocciare delle galline, al punto che fu necessario un rituale di purificazione della mente, prima della conduzione della cerimonia.

La struttura del cerchio magico doveva essere disegnata sul terreno mentre il sangue gocciolante delle galline era ancora caldo. Si era esercitato nella procedura molte volte, disegnando i quattro schemi circolari di partenza all’interno della cancellatura nel cerchio d’evocazione.

Non bisognava fare alcun errore.

“Chiuditi. Chiuditi. Chiuditi. Chiuditi. Chiuditi. Cinque perfezioni per ciascuna ripetizione. E ora, lascia che i sigilli ricolmi siano annientati al mio posto!”.

Waver sparse accuratamente il sangue delle galline sul terreno, mentre recitava l’incantesimo.


Nel laboratorio sotterraneo della dimora dei Tohsaka, nella stessa piccola città di montagna, erano stati compiuti gli stessi preparativi per il medesimo rituale.

“Voi per primi, O argento, O ferro. O pietra della fondazione, O Arciduca del Contratto. Ascoltatemi in nome del nostro grande maestro, l’Arcimago Schweinorg.

Lasciate che i venti discendenti siano come un muro. Lasciate che i cancelli in ogni direzione siano chiusi, innalzandosi al di sopra della corona, e lasciate che le strade triforcute si volgano al Regno”.

Tohsaka Tokiomi recitò l’incantesimo ad alta voce, mentre tracciava il cerchio magico, usando non il sangue di vittime sacrificali, bensì l’essenza fusa di gemme magiche. Per prepararsi per questo giorno, Tohsaka aveva generosamente utilizzato tutte le gemme che, piene di prana, erano state accumulate nella sua riserva personale.

Dietro di lui stavano i Kotomine, padre e figlio – Risei e Kirei.

Kirei guardava assorto la sacra reliquia posizionata sull’altare. Ad una prima occhiata, sembrava un frammento di una mummia, ma in realtà si asseriva che si trattasse del fossile della pelle che fu persa dal primo serpente al mondo, in tempi antichissimi, innumerevoli eoni prima.

Kirei non riusciva a fare a meno di provare un’ondata di paura, al pensiero dello Spirito Eroico che quella reliquia avrebbe richiamato.

Le ragioni della sicurezza di Tokiomi erano finalmente state comprese. Nessun Servant può sconfiggere lo Spirito Eroico che Tokiomi ha scelto.


Nello stesso momento, nel distante Castello degli Einzbern, Emiya Kiritsugu stava esaminando la situazione finale del cerchio d’evocazione, tracciato sul pavimento della stanza delle cerimonie.

“Sarebbe sufficiente un rituale così da poco?”.

Per Irisviel, che stava in disparte osservando la procedura, era sorprendente che i preparativi fossero tanto semplici.

“Forse sei rimasta delusa, ma la convocazione di un Servant non necessita mai di una stravagante cerimonia d’evocazione spirituale”.

Kiritsugu spiegò, mentre cercava accuratamente per le curve e le macchie sui motivi disegnati con il mercurio.

“Perché in realtà non è il potere del mago che evoca il Servant, ma il potere del Sacro Graal. Come Master, io sono soltanto un cordone che collega lo Spirito Eroico con il mondo in cui noi risiediamo, e quindi semplicemente lo rifornisco del prana necessario per la materializzazione in questo mondo”.

Come se fosse soddisfatto della disposizione finale del cerchio d’evocazione, Kiritsugu annuì e si alzò in piedi. La sacra reliquia era stata piazzata sull’altare – il fodero della leggendaria spada sacra.

“Stando a questo, la vittoria dovrebbe essere nelle nostre mani”.


“Hai memorizzato a dovere gli incantesimi d’evocazione?”.

Matou Zouken li ricordò a Kariya più e più volte, per non correre rischi. Quest’ultimo annuì nel buio.

Piena del tanfo disgustoso di marcio e di umidità, una verde oscurità come quella delle profondità marine. Questo è il deposito dei vermi, nascosto in profondità sotto la terra della dimora Matou, sulla collina della piccola città montuosa.

“Bene. Solo, a metà della cerimonia, aggiungi due linee di incantesimi”.

“Che cosa vuoi dire?”.

Zouken sorrise minacciosamente, davanti all’espressione confusa di Kariya.

“Non è ovvio? Kariya, dovresti sapere che, come mago, le tue abilità non sono soltanto una o due tacche al di sotto di quelle degli altri Master. Questo influirà negativamente sulle abilità di base del Servant.

Se questo è il caso, si può correggerlo solo attraverso la Classe del Servant, e noi dobbiamo innalzare i parametri fin dalla radice”.

Predeterminare la Classe del Servant attraverso l’alterazione degli incantesimi d’evocazione.

Di solito, l’assegnazione delle Classi dei Servant è decisa inevitabilmente dalle caratteristiche proprie dello Spirito Eroico evocato. In ogni caso, ci sono delle eccezioni; due Classi possono essere predeterminate dall’evocatore.

Una di queste è Assassin. Lo Spirito Eroico che appartiene a questa Classe può essere assunto come un gruppo di killer che ha ereditato il nome di Hassan I Sabah.

E l’altra Classe è per tutti gli Spiriti Eroici, e si può manifestare finché l’evocatore incorpora gli elementi estranei richiesti. Perciò –

“Questa volta, dai al Servant evocato l’attributo del ‘Potenziamento Folle’!”.

Zouken declamò a voce alta con il volto colmo di gioia, come accogliendo le disastrose implicazioni contenute all’interno dell’affermazione.

“Kariya, come Master di Berserker, combatti per me con tutto quello che hai”.


In quel giorno, incantesimi da terre diverse e rivolti a differenti entità furono pronunciati quasi contemporaneamente, un’armonia così casuale da poter essere ritenuta a fatica un frutto del caso.

Poiché tutti i maghi nutrivano la stessa speranza.

Una speranza riguardo ad un miracolo. Le evocazioni rivolte agli eroi dall’altra parte dell’universo da questi umani, che si massacreranno brutalmente l’un l’altro per ottenere tale miracolo, stavano riecheggiando dalla terra tutte allo stesso tempo.

“Preparati-“.


Questo era il momento che avrebbe rappresentato la più grande prova per lui, come mago. Se avesse fallito, avrebbe perso anche la vita. Waver lo sentiva acutamente, ma non ne era minimamente spaventato.

Un entusiasmo che brama la forza. Una determinazione che implacabilmente insegue le proprie aspirazioni. Essendosi basato su queste qualità, Waver Velvet è indubbiamente un mago notevole.

“Preparati-

Lascia che il tuo corpo sottostia al mio potere, lascia che il mio destino sottostia alla tua lama. Se ti sottometterai alla chiamata del Sacro Graal, e se obbedirai a queste intenzioni, a questa motivazione, allora tu risponderai”.

La sensazione del prana a circondare il suo corpo. Il brivido malevolo e il forte dolore, causati dallo scorrimento e dalla circolazione dei circuiti magici all’interno del proprio essere corporeo, è qualcosa a cui nessun mago può sfuggire.

Waver strinse i denti, mentre continuò a recitare l’incantesimo.


“- Io pronuncio qui il mio giuramento. Io sono colui che sta per diventare virtù di tutti i Cieli. Io sono colui che è ricoperto del male di tutti gli Ade”.

La vista di Kiritsugu si oscurò.

La Crest della famiglia Emiya, che era stata tramandata attraverso le generazioni, e incisa sulla sua schiena, iniziò a recitare separatamente l’incantesimo come un’entità individuale, per supportare la magia di Kiritsugu. Il cuore di Kiritsugu, in una dimensione che sfuggiva al controllo della sua mente, iniziò a battere rapidamente, come un orologio in corsa.

La sua carne, tormentata dal prana raccolto dall’aria circostante, aveva già perso memoria delle sue funzionalità come essere umano; piuttosto, si era trasformata in un componente della misteriosa cerimonia, in un circuito che puramente connetteva l’etereo con il materiale.

Kiritsugu non si diede pensiero per il violento dolore creato da questa dissonanza, abbastanza da far voler gridare forte chiunque, e si concentrò nel declamare il proprio incantesimo. Persino la presenza di Irisviel, che stava dietro di lui trattenendo il respiro, non era più nella sua consapevolezza.


Aggiungendo l’elemento estraneo proibito nella cerimonia d’evocazione, Kariya aggiunse due linee di incantesimi che avrebbero sottratto la sanità di mente dello Spirito Eroico evocato, e degradò l’eroe al livello di un berserker.

“- Eppure, tu servi con gli occhi annebbiati nel caos. Tu, intrappolato nella gabbia della pazzia. Io sono colui che comanda queste catene-“.

Kariya era diverso dagli altri maghi, per il fatto che i suoi circuiti magici fossero composti da organismi che vivevano in lui come parassiti. Il tormento necessario per incitarli, ed attivare i propri circuiti, era incomparabile rispetto a quello sofferto dagli altri maghi. Mentre salmodiava l’incantesimo le sue membra si contraevano in spasmi, e il sangue filtrava dai capillari in frantumi.

Lacrime di sangue fluirono dall’occhio destro ancora sano, gocciolando giù per la sua guancia.

Persino così, Kariya non allentò la sua concentrazione.

Pensando al dovere che portava sulle spalle – allora, non si sarebbe tirato indietro proprio adesso.


“Tu dai sette cieli, rivestito di una trinità di parole, giungi attraverso i loro anelli che restringono, e sii tu le mani che proteggono l’equilibrio - !”.

Con questo a conclusione delle sue preghiere, Tokiomi sentì che l’accelerazione del prana che scorreva nel suo corpo aveva raggiunto il limite supremo.

Tuoni e fulmini ruggirono, accompagnati da nuvole che rotolavano trascinate da un vento impetuoso. Nella pressione di una burrasca che non avrebbe neppure permesso agli astanti - come Kirei - di aprire gli occhi, i disegni del cerchio d’evocazione brillarono di luce sfolgorante.

Alla fine, i circuiti magici si erano connessi con un piano che non apparteneva agli uomini… Dalla luce accecante, che brillava senza fine, emerse la sagoma dorata di un uomo eretto. Messo in soggezione da una simile, maestosa solennità, Padre Risei mormorò sognante, suo malgrado.

“… Abbiamo vinto, Kirei. La nostra battaglia è vinta…”.

Tale volontà era stata trasferita su di loro in questo modo.

Arrivando dall’altra parte e giungendo qui, un’illusione leggendaria avvolta nel tornado e nel fulmine.

In origine appartenente alla specie umana, ma separato dal piano mortale. Elevato al livello degli elementali tramite poteri non umani. Il luogo dove gli esseri sovrannaturali si sono radunati… Dal Trono degli Eroi, che aveva visto sopprimere il proprio potere divino, gli Spiriti Eroici tessuti dai sogni di un numero infinito di uomini ordinari discesero sulla terra nello stesso istante.

E poi –

In una foresta nella notte, su un trono di roccia avviluppato dall’oscurità, in ciascuna di queste locazioni qualcuno ora chiese con voce maestosa:

“Io ti domando, sei tu il Master che mi ha chiamato?”.


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