Difference between revisions of "To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume1 Capitolo1"

From Baka-Tsuki
Jump to navigation Jump to search
Line 554: Line 554:
 
«Cos...? Come puoi dire una cosa del genere quando non stai neanche provando a capire!?» Index agitò le braccia per la rabbia. «Okay, vedere è credere, giusto? Prendi un coltello da cucina e infilzami nella pancia!!»
 
«Cos...? Come puoi dire una cosa del genere quando non stai neanche provando a capire!?» Index agitò le braccia per la rabbia. «Okay, vedere è credere, giusto? Prendi un coltello da cucina e infilzami nella pancia!!»
   
«Infilzarti?! Cos'è, hai intenzione di fare una notizia come quelle dove dicono "E' iniziato tutto con una discussione"
+
«Infilzarti?! Cos'è, hai intenzione di fare scalpore in qualche notizia dove dicono che tutto è iniziato per una discussione?»
   
 
«Ah, non mi credi.» Index mosse le sue spalle su e giù respirando pesantemente. «Quest'abito possiede tutti i principali elementi usati per costruire una chiesa, è praticamente una chiesa formato vestito! Il tessuto, la cucitura, le decorazioni... E' tutto calcolato. Un coltello non è nemmeno in grado di scalfirlo.»
 
«Ah, non mi credi.» Index mosse le sue spalle su e giù respirando pesantemente. «Quest'abito possiede tutti i principali elementi usati per costruire una chiesa, è praticamente una chiesa formato vestito! Il tessuto, la cucitura, le decorazioni... E' tutto calcolato. Un coltello non è nemmeno in grado di scalfirlo.»
Line 584: Line 584:
 
«Huuuuuuuuuuuhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!?»
 
«Huuuuuuuuuuuhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!?»
   
Kamijou urlò istintivamente all'idea improvvisa di star per avvicinarsi di qualche passo all'età adulta. Ma...
+
Kamijou urlò istintivamente all'improvvisa idea di essere sul punto di raggiungere l'età adulta. Eppure...
   
 
...
 
...

Revision as of 15:18, 11 June 2012

Capitolo 1: Il mago arriva in città. FAIR,_Occasionally_GIRL.

Parte 1

Gli acquario, nati tra il 20 Gennaio e il 18 Febbraio, avranno fortuna con i soldi, in amore e nel lavoro! Non importa quanto assurde le cose possano sembrare, saranno tutte un successone. Quindi che ne dite di giocare alla lotteria!? Però, per quanto possiate essere popolari, non uscite con tre o quattro ragazze contemporaneamente ♪

«Okay, okay... Lo sapevo che sarebbe andata così, lo sapevo.»

20 Luglio, il primo giorno delle vacanze estive.

Kamijou Touma era senza parole nella sua camera di un dormitorio della Città Accademia, dove, siccome l'aria condizionata era rotta, c'era un gran caldo. La causa sembrava essere stata un fulmine, che durante la notte aveva reso inutilizzabili l'80% degli elettrodomestici. Di conseguenza, anche il contenuto del suo frigo era andato a male. Kamijou aveva provato a mangiare una scodella di noodles istantanei che teneva per i casi di emergenza, per poi rovesciarli nel lavandino. Senza alcun'altra scelta, aveva deciso di andare a mangiare fuori, ma mentre cercava il portafoglio aveva rotto la sua prepagata pestandola con un piede. Quando poi era tornato a letto per ripicca e cercava di piangere fino ad addormentarsi, era stato svegliato dall'amorevole chiamata della sua responsabile di classe, che diceva "Kamijou-chan, sei un'idiota, quindi hai bisogno delle lezioni di recupero ♪".

Aveva sempre saputo che l'oroscopo che passava in TV insieme alle previsioni del tempo era impreciso, ma con una simile differenza non poteva nemmeno ridere.

«...Ormai l'ho capito, ma non riesco a capacitarmene senza parlarne a me stesso.»

L'oroscopo sbagliava sempre e non era mai riuscito a trovare un portafortuna che funzionasse. Si trattava di semplice vita quotidiana per Kamijou Touma. All'inizio aveva pensato che la sfortuna fosse di famiglia, ma suo padre si era aggiudicato il quarto premio di una lotteria (circa 100.000 yen) e sua madre aveva vinto non-stop ad una roulette elettronica. Qualche volta si chiedeva se avesse davvero legami di sangue con i propri genitori, ma non poteva entrare nella "route dell'erede al trono" senza attivare la flag della sorellina, quindi quell'inutile premonizione si sarebbe rivelata problematica.

In definitiva, Kamijou Touma aveva sperimentato solo la sfortuna.

Così tanto che la sua vita la si poteva considerare uno scherzo ancora in corso.

Ma non aveva intenzione di non far nulla per questo.

Non si affidava alla fortuna. In altre parole, era molto energico.

«...Bene. Ora come ora devo pensare a cosa fare con la prepagata e con il frigo.»

Kamijou si grattò la testa e guardò in giro per la stanza. Sinché possedeva il suo libretto di risparmio, poteva ottenere abbastanza facilmente una nuova prepagata, ma il vero problema era il frigo... o meglio, la colazione. Le chiamavano lezioni di recupero, ma sicuramente gli avrebbero fatto prendere delle pillole di Methuselin e dell'Elbrase in polvere per lo sviluppo dei poteri. Farlo a stomaco vuoto non era una buona idea.

Mentre si toglieva la maglietta usata come pigiama e si metteva l'uniforme estiva, Kamijou prese in considerazione l'idea di fermarsi in un supermercato sulla via per la scuola. Mantenendo ben salda la sua posizione di studente deficente, era rimasto inutilmente in piedi tutta la notte per via dell'arrivo delle vacanze estive, quindi aveva un gran mal di testa dovuto alla mancanza di sonno. Comunque, si impose di pensare positivo.

"Beh, immagino che mi vada piuttosto bene se una sola settimana basta a recuperare tutto quello che mi sono perso nei quattro mesi di scuola che ho saltato."

Cambiò umore a tal punto che improvvisamente mormorò:

«C'è bel tempo fuori. Forse dovrei anche mettere il futon[1] a prendere un po' aria.»

A quel punto aprì la porta scorrevole del balcone. Si aspettava di ritrovare il suo futon bello morbido una volta ritornato dalle lezioni di recupero.

Tuttavia in quel balcone al settimo piano il muro del palazzo di fronte si trovava a meno di due metri di distanza.

«Il cielo è così blu, ma il futuro è così nero ♪»

Il suo entusiasmo scendeva a vista d'occhio. L'essersi sforzato di canticchiare così allegramente aveva avuto l'effetto opposto.

Non avere nessuno a fargli da spalla lo fece sentire molto solo mentre prendeva il futon sul suo letto con entrambe le mani.

"Dato che sbaglio sempre in tutto, devo almeno riuscire a rendere questo futon bello morbido."

Non appena ebbe finito di pensarlo, sentì qualcosa di viscido sotto il suo piede. Dopo averlo guardato si accorse che era uno yakisoba-pan[2] ancora confezionato nel suo involucro di plastica. Dato che prima si trovava nel frigo sopraccitato, a quel punto doveva essere andato a male.

«...Spero solo che questo pomeriggio non si metta a piovere senza preavviso.»

Dando voce a questa sua cattiva premonizione, Kamijou attraversò la porta scorrevole ed andò nel balcone...

...e vide che c'era già un futon bianco appeso lì.

«?»

Poteva anche essere la stanza di un dormitorio studentesco, ma la struttura era quella di un appartamento a stanza singola, quindi Kamijou viveva da solo. Di conseguenza, non c'era nessun altro, a parte lui, che potesse mettere un futon sulla ringhiera del suo balcone.

Quando si avvicinò a guardare, si accorse che non era affatto un futon ad essere appeso lì.

Era una ragazza vestita di bianco.

«AH?!»

Il futon gli cadde dalle mani.

Era un mistero. Infatti, non aveva alcun senso. Come se fosse collassata per la stanchezza sopra una spranga di metallo, una ragazza aveva la vita pressata sulla ringhiera del balcone e il corpo piegato a tal punto che le sue braccia e le sue gambe penzolavano all'ingiù.

Poteva avere... forse quattordici o quindici anni. Sembrava più giovane di Kamijou di uno o due. Doveva essere una straniera, perché aveva la pelle candida ed i capelli bianchi... no, questi erano argentati. Erano piuttosto lunghi, quindi le coprivano completamente la testa capovolta, nascondendone il viso. Kamijou immaginò che normalmente le dovessero arrivare sino alla vita.

Ed i suoi abiti erano...

«Wah, è una vera sorella... Voglio dire suora, senza legami di parentela.»

Si poteva chiamare abito quel che indossava? Erano i vestiti che ci si aspetterebbe di vedere in chiesa su una suora. Sembravano un pezzo unico abbastanza lungo da raggiungere le sue anche e a parte quello aveva un cappuccio, leggermente diverso da un cappello. Comunque, mentre solitamente gli abiti delle suore erano nero corvino, il suo era bianchissimo. Che fosse fatto di seta? Inoltre, su tutti i punti più importanti vi erano stati cuciti dei ricami con un filo dorato. Kamijou non riusciva a credere che, solo cambiandone i colori, lo stesso vestito potesse dare un'impressione così differente. Quel che vedeva gli ricordava la tazza di un parvenu.

Le belle dita della ragazza si mossero improvvisamente.

La sua testa penzolante si sollevò lentamente. I suoi capelli di seta si spostarono ai lati con naturalezza, come un sipario, e il suo viso si mostrò a Kamijou.

"Wah, wah...!"

Era piuttosto carina. La sua bianca pelle e i suoi verdi occhi erano un'esperienza del tutto nuova per qualcuno mai andato all'estero come Kamijou, al quale lei ricordava una bambola.

Comunque, non era questo ad averlo messo in agitazione.

Non era giapponese, e la professoressa d'inglese di Kamijou Touma gli aveva suggerito di non avvicinarsi mai agli stranieri. Se qualcuno di qualche strana nazione gli avesse parlato senza preavviso, sarebbe probabilmente finito a comprare un piumino senza nemmeno rendersene conto.

«Io...»

Le tenere ma un po' asciutte labbra della ragazza si mossero lentamente.

Kamijou fece uno o due passi indietro senza nemmeno pensare. Con uno squish mise di nuovo il piede sullo yakisoba-pan.

«Ho fame.»

«…………………………………………………………………»

Per un momento, Kamijou pensò di essere così stupido che il suo cervello avesse automaticamente sostituito la lingua straniera che aveva sentito con il giapponese. Come quando uno studente delle elementari un po' siocco canta a caso senza conoscere il testo della canzone.

«Ho fame.»

«...»

«Ho fame.»

«......»

«Quante volte ti devo dire che ho fame?»

La ragazza dai capelli argentati sembrò arrabbiarsi un poco per come Kamijou se ne stava lì impalato.

"No. Questo lo prova. Non può essere nient'altro che giapponese."

«Ah, umh...» disse mentre fissava la ragazza appesa alla ringhiera del balcone. «Cosa? Stai cercando di dirmi che sei collassata dalla stanchezza o qualcosa del genere?»

«Potresti anche dire che io sia collassata e che stia per morire.»

«...»

Era in grado di parlare molto bene il giapponese.

«Sarebbe fantastico se potessi riempirmi lo stomaco.»

Kamijou guardò lo yakisoba-pan ai propri piedi, ancora nel suo involucro, schiacciato e probabilmente andato a male.

Non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo, ma sapeva che avrebbe fatto meglio a non averci a che fare. Sperando di potersela levare di torno con un sorriso, le mise davanti alla bocca lo yakisoba-pan. Era sicuro che se ne sarebbe andata una volta sentito l'odore pungente, voleva fare qualcosa di simile al chazuke[3] dato a Kyoto ad un ospite che si vuole mandar via.

«Grazie mille. Buon appetito!»

Lo mise in bocca in un solo boccone, con tanto di confezione di plastica. Ed insieme a quello, c'era anche il braccio del ragazzo.

Ancora una volta, la giornata di Kamijou iniziò tra grida e sfortuna.

Parte 2

«Suppongo di dover cominciare con una presentazione.»

«In realtà, preferirei che cominciassi a spiegarmi per quale motivo te ne stavi appesa al mio balcone.»

«Il mio nome è Index.»

«E' palesemente un nome falso! Che significa Index!? Sei un sommario o cosa!?»

«Come puoi vedere, vengo dalla Chiesa. Questa è una cosa importante. Ah, non faccio parte del Vaticano, ma della Chiesa Anglicana.»

«Non ho idea di cosa tu stia parlando, e stai soltanto ignorando le mie domande!?»

«Hm, Index non è abbastanza? Be', il mio nome magico è Dedicatus545.»

«Pronto? Pronto? Si può sapere da che pianeta vieni?»

Kamijou non capiva, quindi si mise un dito nell'orecchio, e Index si mangiucchiò le unghie. Che fosse una sua abitudine?

Kamijou si chiedeva perché fossero educatamente seduti l'uno di fronte all'altro, attorno un tavolo di vetro, come se si trovassero ad un omiai[4].

Se non fosse andato via subito, non sarebbe arrivato in tempo per le lezioni di recupero, ma non poteva lasciare quella strana persona in camera sua.

E la cosa peggiore era che a questa misteriosa ragazza dai capelli argentati, che chiamava se stessa Index, sembrava piacere la stanza a tal punto da essere incline a rotolare sul pavimento.

Che fosse un'altra delle sfighe attirate da Kamijou? Sperava davvero di no.

Index v01 031.jpg

«Comunque, sarebbe magnifico se mi potessi riempire lo stomaco.»

«Perché dovrei!? Non voglio mica farmi bello ai tuoi occhi. Preferirei morire piuttosto che attivare qualche strana flag e finire col bloccami nella route di Index!![5]»

«Emh... è uno slang? Scusami, ma non credo di capire quello che mi stai dicendo.»

Come ci si aspetterebbe da una straniera, non conosceva la cultura otaku giapponese.

«Ma se me ne andassi adesso, sverrei a soli tre passi dalla porta.»

«...Non pensare che mi possa bere delle assurdità del genere.»

«E userei la forza che mi rimane per lasciare un messaggio. Una tua foto.»

«Cos...?»

«Se qualcuno dovesse salvarmi, dirò loro di essere stata rinchiusa e torturata qui dentro sino a svenire. Racconterò di essere stata obbligata da te a fare cosplay secondo i tuoi gusti.»

«Non ci pensare nemmeno! Ma allora qualcosa sulla cultura otaku la sai, vero!?»

«?»

Index piegò la testa su un lato, come un gattino che si guardava allo specchio per la prima volta.

Il ragazzo si pentì di averle permesso di rispondergli in quel modo. Pensò di essere stato umiliato.

"Okay, facciamolo!"

Kamijou si lanciò rumorosamente in cucina. Dentro al frigo c'era solo cibo andato a male, quindi usarlo per sfamarla non avrebbe avuto riscontri sul suo portafoglio. Immaginava che sarebbe andato bene se l'avesse scaldato. Gettò tutto ciò che era rimasto in una padella e fece qualcosa di simile a delle verdure saltate.

"Ora che ci penso, da dove viene questa ragazza?"

Ovviamente c'erano degli stranieri nella Città Accademia. Tuttavia, lei non aveva l'aria caratteristica di una del posto. Ma era anche strano che qualcuno riuscisse ad addentrarsi dall'esterno.

Quel posto era considerato come una città composta da centinaia di scuole, ma era meglio pensarlo come un collegio della grandezza di una città. Misurava quanto 1/3 di Tokyo, ma era circondato da un muro come quello della Grande Muraglia Cinese. Non era impenetrabile come una prigione, ma non era comunque un posto al quale si poteva accedere tanto facilmente.

...O così l'avevano fatto sembrare. In realtà, una scuola professionale aveva lanciato, per degli esperimenti, tre satelliti che monitoravano costantemente la città. Tutte le persone che entravano ed uscivano venivano esaminate e, se ai gate si trovava qualcuno di sospetto che non combaciava con i loro registri, sia gli Anti-Skill che i membri di Judgment di diverse scuole, si sarebbero precipitati immediatamente sul posto.

"Ma ieri, quella ragazza elettrica ha richiamato un nuvolone. Potrebbe averla nascosta dai satelliti."

«Quindi, perché te ne stavi appesa ad asciugare sulla ringhiera del mio balcone?» chiese lui, mentre versava della salsa di soia nella portata di cibo somigliante a delle verdure saltate, che stava preparando con delle intenzioni puramente ostili.

«Non ero appesa ad asciugare.»

«E allora che ci facevi? Non mi dirai che ti ci ha portato il vento?»

«...In un certo senso.»

Kamijou l'aveva detto scherzando, quindi smise di muovere la padella e si voltò a guardarla.

«Sono caduta. Stavo cercando di saltare di tetto in tetto.»

"Tetto?"

Kamijou guardò il soffitto.

In quella zona c'erano perlopiù economici dormitori studenteschi. Vi erano allineati diversi edifici da otto piani dello stesso tipo, e con uno sguardo fuori dal balcone si capiva che le costruzioni distavano due metri l'una dall'altra. Era vero che un salto con rincorsa avrebbe portato da un tetto all'altro, ma...

«Ma non sono otto piani? Un passo falso e saresti finita dritta all'inferno.»

«Sì, un suicida non può nemmeno avere una tomba.» disse Index con fare criptico. «Tuttavia non avevo scelta. Non avevo altro modo per scappare.»

«Scappare?»

Sentendo quella parola dal significato nefasto, Kamijou aggrottò le sopracciglia.

«Sì.» disse Index come una bambina. «Ero inseguita da qualcuno.»

«...»

La mano del ragazzo che scuoteva la padella si fermò di nuovo.

«Avevo saltato bene, ma mi hanno colpita alle spalle a mezz'aria.» La ragazza che chiamava se stessa Index sembrava sorridere. «Mi dispiace. Sono atterrata sul tuo balcone quando sono caduta.»

Senza il minimo cenno di sarcasmo o autodenigrazione, mostrò a Kamijou Touma un sorriso puro ed innocente.

«Sei stata colpita...?»

«Hm? Ah, non preoccuparti delle mie ferite. Quest'abito funziona anche da barriera difensiva.»

Cosa voleva dire con "barriera difensiva"? Era un indumento antiproiettile?

La ragazza girò su se stessa come se stesse mostrando dei nuovi vestiti, e di certo non sembrava ferita. Kamijou si chiedeva se fosse stata davvero colpita. L'idea che soffrisse di allucinazioni o che se lo fosse inventato sembrava più realistica.

Comunque...

Che si fosse trovata appesa alla ringhiera del suo balcone al settimo piano, restava un fatto.

Se, ipoteticamente, ogni cosa che diceva era vera...

Da chi era stata colpita?

Kamijou cominciò a riflettere.

Pensò a quanto si doveva essere risoluti per saltare da un palazzo di otto piani ad un altro. Pensò a quanto si doveva essere fortunati per finire con il rimanere appesi alla ringhiera di un balcone del settimo piano. E pensò a quel che potesse voler dire il fatto che lei avesse perso conoscenza.

Aveva detto che la stavano inseguendo.

Pensò a cosa significasse il sorriso che Index aveva mostrato mentre lo diceva.

Kamijou era all'oscuro della situazione della ragazza e non capiva nulla delle sue parole. Con tutta probabilità ne avrebbe compreso solo la metà, se Index avesse spiegato tutto dall'inizio alla fine, e non avrebbe nemmeno avuto idea di dove cominciare per capire il resto.

Eppure c'era ancora una verità.

Con una stretta al cuore, il ragazzo si rendeva conto del fatto che lei fosse stata appesa alla ringhiera di un balcone al settimo piano, quando un passo falso avrebbe potuto farla schiantare sull'asfalto.

«Cibo.»

Index fece capolino da dietro Kamijou. Nonostante parlasse il giapponese, non doveva essere abituata alle bacchette dato che le teneva strette nei pugni come una spugna, mentre fissava la pentola con entusiasmo.

I suoi occhi erano come quelli di un gattino tirato fuori da una scatola di cartone durante un giorno di pioggia.

«…………………………………………………………Ah.»

Kamijou friggeva del cibo con nulla di diverso dalla spazzatura, per farne venire fuori qualcosa come verdure saltate (velenose).

Per qualche ragione, l'angioletto di Kamijou (che solitamente appariva insieme al diavoletto) si stava contorcendo orribilmente alla visione della ragazza affamata.

«Ahh! S-Senti! Se sei davvero così tanto affamata, che ne dici di andare in un ristorante per famiglie piuttosto che darti questo orribile pasto preparato da un ragazzo con degli avanzi!? Possiamo anche ordinarlo a domicilio!»

«Non posso aspettare così tanto.»

«....Ah...kh!»

«E poi non ha un brutto aspetto. E' qualcosa che hai preparato senza voler niente in cambio. Deve essere buono.»

Per la prima volta, Index mostrò il luminoso sorriso di una suora.

La ragazza prese il contenuto della padella con le bacchette e se lo portò alla bocca mentre un dolore atroce assalì Kamijou, come se il suo stomaco fosse stato strizzato a mo' di un abito bagnato.

Munch munch.

«Vedi? E' buono.»

«...Oh, davvero?»

Chomp chomp.

«E' carino che tu abbia l'abbia reso un po' amaro per aiutarmi a recuperare le forze.»

«Eh! E' amaro!?»

Munch munch.

«Sì, ma va bene. Grazie. Ti comporti proprio come un fratello maggiore o qualcosa del genere.»

La ragazza fece un largo sorriso. Stava mangiando così di cuore che aveva un germoglio di fagiolo sulla guancia.

«...Gh...Uuwhaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh!»

Kamijou afferrò la padella alla velocità della luce. Index sembrava incredibilmente dispiaciuta, ma Kamijou giurò che sarebbe stato l'unico ad andare all'inferno.

«Hai fame anche tu?»

«...Ah?»

«Se non ne hai, preferirei che mi facessi mangiare il resto.»

Quando Kamijou vide Index guardarlo con degli occhi leggermente all'insù mentre morsicava la punta delle bacchette, ricevette una rivelazione divina.

Dio gli stava dicendo di prendersene la responsabilità e di mangiarlo lui.

Non aveva niente a che fare con la sfiga. Se l'era completamente cercata.

Parte 3

Kamijou si mise in bocca la "spazzatura" calda e sorrise.

«Mmh.» disse la ragazza che chiamava se stessa Index, mentre mostrava un'espressione seccata e rosicchiava un biscotto. Il fatto che lo tenesse in quel modo con entrambe le mani la faceva sembrare uno scoiattolo.

«Okay, hai detto che qualcuno ti stava inseguendo. Ma chi esattamente?»

Ritornato dal Nirvana, Kamijou chiese nuovamente a proposito della cosa che meno di tutte sembrava possibile.

Di certo non si sarebbe messo a seguire nelle profondità dell'inferno una ragazza incontrata da meno di mezz'ora. Ma comunque, probabilmente era troppo tardi perché non succedesse nulla.

"Quindi alla fine dovrò parlare come una volpe", pensò Kamijou con la sua personale terminologia usata per far finta di essere gentile.

Capiva che non avrebbe risolto nulla, ma voleva comunque mettersi il cuore in pace sapendo di aver fatto qualcosa.

«Hmm...» disse lei con la gola leggermente asciutta. «Di chi si tratta, dici? Forse i Rosacrociani o gli S∴M∴, conosciuti anche come Stella Matutina. Immagino fossero un gruppo del genere, ma ancora non so i loro nomi... Non sono i tipi da dare importanza a queste sottigliezze.»

«"Loro"?» chiese Kamijou con un tono mansueto.

A quanto pare un gruppo o un'organizzazione la stava inseguendo.

«Sì.» disse Index con fare sorprendentemente calmo. «Un'associazione magica.»

………………………………………………………

«Eh? Magica...? Eh? Che!? E' assurdo!!»

«Eh? Huh? N-Non è che ho usato un giapponese un po' strano? Voglio dire magic. Magic Cabal

«...» Sentirlo in inglese non fu d'aiuto. «Cosa cosa? Starai mica parlando di qualche culto pericoloso, di quelli che dicono che chiunque non creda nel loro leader riceverà una punizione divina e che ti danno dell'LSD per lavarti il cervello? Mamma mia.»

«...Mi stai prendendo in giro?»

«...Scusami, ma non posso. Non posso accettare la magia. Conoscerò anche tutti i tipi di poteri soprannaturali come la Pirocinesi e la Chiaroveggenza, ma non posso accettare la magia.»

«...?»

Index sembrava confusa.

Probabilmente si aspettava che uno che confidava solo nella scienza si sarebbe rifiutato di credere a qualsiasi tipo di stranezza potesse esistere al mondo.

Ma la mano destra di Kamijou aveva un potere soprannaturale.

Si chiamava Imagine Breaker ed era in grado negare con un solo colpo anche i leggendari miracoli di Dio, almeno sinché si fosse trattato di poteri che trascendevano i limiti dell'ordinario.

«I poteri psichici qui sono piuttosto comuni. Qualsiasi cervello può essere "sviluppato" con delle iniezioni di esperin nelle vene, con degli elettrodi attaccati al collo e con l'ascolto di certi suoni attraverso delle cuffie. Tutto questo lo si può spiegare scientificamente, quindi accettarlo è una cosa naturale, no?»

«...Non ho capito.»

«E' normale! E' completamente normale e assolutamente normale. Ti basta che te lo dica tre volte!?»

«...E allora che mi dici della magia? Anche quella è normale.»

Index si imbronciò come se qualcuno le avesse insultato il gatto di casa.

«Umh... Conosci la morra cinese? Aspetta, è una cosa praticata in tutto il mondo, vero?»

«...Dovrebbe essere parte della cultura giapponese, ma la conosco.»

«Se giocassi dieci partite di morra cinese e le perdessi tutte, ci sarebbe qualche motivazione dietro?»

«...Mh.»

«Non ce ne sono, giusto? Ma è nella natura umana credere il contrario.» disse Kamijou con scarso interesse. «Penseresti che perdere in quel modo sia impossibile e che ci sia qualcosa che regola tutto ma che non conosci. E una volta che entri in quella corrente di pensiero, cosa succede se inizi ad aggiungerci cose come gli oroscopi?»

«...Vuoi dire qualcosa tipo: "Cancro, sei sfortunato, quindi non dovresti partecipare ad alcun tipo di competizione"?»

«Esattamente. E' questa la vera identità dell'occulto. La fortuna siamo solo noi che sognamo queste regole invisibili. Mentre la realtà è che si tratta di qualche patetica coincidenza, noi la confondiamo per qualcosa di invevitabile. Questo è l'occulto.»

Per un momento Index aggrottò le sopracciglia come un gatto dispiaciuto, ma poi disse:

«...Quindi non ti sei rifiutato di crederci senza pensare.»

«Già. Ed è proprio perché c'ho pensato che capisco che quelle vecchie storielle non hanno alcun senso. Non riesco a credere nei maghi dei libretti per bambini. Se bastasse qualche MP[6] per resuscitare i morti, nessuno si darebbe allo sviluppo dei poteri. Non posso credere in un occulto senza connessioni con la realtà della scienza.»

Kamijou pensava che le persone vedessero i poteri psichici come strani e misteriori perché erano degli idioti.

In quella città tutti sapevano che i poteri potevano essere spiegati scientificamente.

«...Ma la magia esiste!» disse Index facendo il broncio.

Forse per lei la magia era un pilastro spirituale, come lo era l'Imagine Breaker per Kamijou.

«Sì, vabbè. Comunque, perché ti stavano inseguendo...?»

«La magia esiste.»

«...»

«La magia esiste!»

Sembrava che volesse a tutti i costi che Kamijou lo ammettesse.

«A-Allora cos'è la magia? Puoi lanciare palle di fuoco dalla mano senza seguire il nostro programma PSY? Prova a farlo davanti a me e magari ci crederò.»

«Non ho mana, quindi non posso usare la magia.»

«...»

Kamijou si sentì come se avesse appena visto uno di quegli esper falliti che dicevano di non poter piegare un cucchiaio in presenza di una videocamera, perché li distraeva.

Ciononostante, fu pervaso da un sentimento piuttosto complesso.

Continuava a ripetere che l'occulto non esistesse e che la magia fosse ridicola, ma non sapeva niente del potere che risiedeva nella sua mano destra. Come funzionava? Quali erano le invisibili forze in atto? La Città Accademia era la più grande autorità nel mondo dello sviluppo dei poteri, ma persino il suo sistema di scansione non aveva potuto spiegare l'Imagine Breaker. Per questo motivo era stato etichettato "Level 0".

Inoltre, quel potere non era apparso grazie alla scienza, ma lo possedeva dalla nascita.

Tuttavia, di certo non poteva accettare l'esistenza della magia solo perché nel mondo succedevano cose strane.

«...La magia esiste.»

Kamijou sospirò.

«Okay, supponiamo che la magia esista.»

«"Supponiamo"?»

«Sì, supponiamo che la magia esista.» continuò Kamijou ignorandola. «Perché quelle persone ti stavano inseguendo? C'entrano i tuoi vestiti?»

Kamijou si riferiva all'abito assolutamente stravagante indossato da Index, fatto di seta bianchissima e ricami dorati. In altre parole stava chiedendo: "C'entra la Chiesa?".

«...Perché io sono l'Index.»

«Ah?»

«Credo che vogliano i 103.000 grimori in mio possesso.»

……………………………………………………………………

«...E io di nuovo non ci capisco nulla.»

«Perché sembri sempre meno entusiasta ogni volta che spiego qualcosa? Cambi idea così facilmente?»

«Umh, torniamo di nuovo sulla questione. Non so cosa siano i grimori di cui parli, ma immagino siano libri. Tipo dei dizionari.»

«Già. Il Libro di Eibon, il Lemegeton, l'Unaussprechlichen Kulten, il Cultes des Goules e il Libro della Morte sono buoni esempi. Il Necronomicon è troppo famoso, e ci sono un sacco di imitazioni in giro, perciò non è molto affidabile.»

«Sinceramente non mi importa del contenuto dei libri.»

Kamijou voleva dire "Sono senza senso comunque", ma si sforzò di non farlo.

Invece, quel che disse fu:

«Quindi, dove sono questi 100.000 libri?»

Si rifiutava di lasciar correre questa cosa. 100.000 libri avrebbero riempito un'intera biblioteca.

«Stai dicendo di avere la chiave del posto dove sono conservati?»

«No.» Index scosse la testa. «Tutti i 103.000 grimori sono qui con me.»

«...Cosa?» Kamijou aggrottò le sopracciglia. «...Non è che ora mi dirai che gli scemi non possono vederli, vero?»

«Anche se non sono scemi non possono vederli! Non avrebbe senso se potessero.»

Le parole di Index sembravano così esagerate da fargli pensare che stesse cercando di prenderlo in giro. Si guardò attorno, ma non poté vedere nessun libro abbastanza vecchio da poter essere un grimorio. C'erano riviste di gaming, manga sparsi per il pavimento e i compiti estivi gettati in un angolo della sua stanza.

«...Wahh.»

Si era sforzato di ascoltare per tutto il tempo, ma a quel punto non ne poté più.

Iniziò a chiedersi se la ragazza non si stesse semplicemente immaginando di essere inseguita da qualcuno. Se fosse davvero saltata dal tetto all'ottavo piano, avesse sbagliato e fosse atterrata sulla ringhiera del balcone, e tutto a causa di qualche sua allucinazione, non ci voleva avere niente a che fare.

«...Non ha senso credere nei poteri psichici ma non nella magia.» disse Index con un broncio. «E poi cosa c'è di così figo nei poteri psichici? Non dovresti guardare gli altri dall'alto in basso solo perché possiedi qualche tipo di abilità speciale.»

...

«Beh, è vero.» Kamijou fece un leggero sospiro. «Sono d'accordo. Hai ragione. E' sbagliato credersi superiori solo perché si è in grado di fare qualche trucchetto.»

Kamijou abbassò lo sguardo sulla sua mano destra.

Non ne sarebbero uscite fiamme e fulmini. Non poteva generare raggi di luce o causare delle esplosioni, e nessuna strana linea sarebbe apparsa sul suo polso[7].

Però poteva disperdere qualsiasi potere soprannaturale. Non importava che fosse buono, cattivo o un leggendario miracolo di Dio.

«Comunque, per le persone di questa città, i poteri sono praticamente parte della propria personalità, perciò dovresti essere un po' più comprensiva. A conti fatti, sono anche io uno di quegli esper.»

«Ma davvero, idiota? Hmph. Piuttosto che incasinarti la testa, un cucchiaio lo puoi piegare con le mani.»

«...»

«Hmph, hmph. Che ha di così figo uno che ha abbandonato la propria natura per colorarsi artificialmente?»

«...Perché non chiudi quella boccaccia?»

«L-La violenza non mi spaventa. Hmph.» disse Index con il fare di un gatto infastidito. «C-Comunque, dici di essere un esper, ma cosa sei in grado di fare?»

«Umh, beh, se la metti così...»

Kamijou era un po' insicuro su cosa dire.

Non aveva avuto molte occasioni per raccontare del suo Imagine Breaker. E poi, dato che reagiva solo ai poteri soprannaturali, non lo si poteva spiegare a qualcuno senza le adeguate conoscenze.

«Vedi, si tratta della mia mano destra. Ah, nel mio caso è tutto naturale, ce l'ho dalla nascita.»

«Oh.»

«Se la mia mano destra entra in contatto con... qualsiasi abilità speciale, vuoi che sia una palla di fuoco del livello di una bomba nucleare, vuoi che sia un railgun tattico, persino un miracolo di Dio può essere disperso.»

«...Eh...?»

«...Perché quella faccia? Sembra che tu abbia visto qualche miracoloso cristallo portafortuna in un catalogo per compere.»

«Non conosci nemmeno il nome di Dio e ti metti a dire di poter negare i Suoi miracoli.»

Sorprendentemente, Index si mise il mignolo nell'orecchio e rise sprezzante.

«...Kh. Che fastidio! Ora vengo pure preso in giro da una finta ragazzina magica che dice che la magia esiste ma che non te la può provare.»

L'onesto borbottare di Kamijou sembrò infastidire Index.

«I-Io non sono una finta ragazzina magica! La magia esiste davvero!»

«E allora provamelo, scema! Tanto non crederai al mio Imagine Breaker sinché non distruggerò la tua magia con la mia mano destra! Scema!»

«Va bene! Te lo dimostrerò!»

Index, infastidita, sollevò entrambe le mani per aria. «Guarda qua! Questo vestito! E' la massima barriera difensiva conosciuta come Chiesa Ambulante.»

La ragazza allargò le braccia per mostrare l'abito da suora simile ad una tazza da tè.

«Chiesa Ambulante? Che cosa?! Non è carino usare terminologie tecniche ed incomprensibili come Index e barriera difensiva, sai?! Spiegare le cose significa dirle in modo abbastanza semplice da farle comprendere a qualcuno che non le capisce. Cosa non ti è chiaro in proposito?»

«Cos...? Come puoi dire una cosa del genere quando non stai neanche provando a capire!?» Index agitò le braccia per la rabbia. «Okay, vedere è credere, giusto? Prendi un coltello da cucina e infilzami nella pancia!!»

«Infilzarti?! Cos'è, hai intenzione di fare scalpore in qualche notizia dove dicono che tutto è iniziato per una discussione?»

«Ah, non mi credi.» Index mosse le sue spalle su e giù respirando pesantemente. «Quest'abito possiede tutti i principali elementi usati per costruire una chiesa, è praticamente una chiesa formato vestito! Il tessuto, la cucitura, le decorazioni... E' tutto calcolato. Un coltello non è nemmeno in grado di scalfirlo.»

«Sì, certo. Quale idiota accetterebbe di accoltellarti? Dvorebbe essere qualche delinquentello senza pari.»

«La smetti di prendermi in giro? Quest'abito è una copia precisa della Sacra Sindone di Torino, il vestito indossato dal Santo quando fu infilzato dalla lancia di Longinus, quindi la sua forza è di livello papale. A parole tue sarebbe qualcosa come un rifugio antiatomico. E' in grado di assorbire o deviare qualsiasi attacco, magico o fisico. Non ho detto di essere atterrata sul tuo balcone perché ero stata colpita? Se non avessi avuto la Chiesa Ambulante, ora mi ritroveresti con un buco enorme. Capisci adesso?»

"Stai zitta, cretina."

Il rispetto che Kamijou aveva di Index diminuì rapidamente, mentre le lanciava uno sguardo irritato ai vestiti.

«...Hmmm. Quindi se quello è davvero un potere soprannaturale, si ridurrebbe in pezzetti se lo toccassi con la mia mano destra, no?»

«Sì, ma solo se il tuo potere è reale. Eh eh eh.»

«Perfetto!!» gridò Kamijou mentre le afferrava la spalla.

Come se avesse toccato delle nuvole, provò una strana sensazione, sentendo l'impatto venir assorbito da qualcosa simile ad una morbida spugna.

«Un momento... huh?»

Kamijou si calmò e iniziò a riflettere.

Cosa sarebbe successo se tutto quel che Index aveva detto fosse stato vero (per quanto strano potesse sembrare) e se questa Chiesa Ambulante fosse stata realmente cucita con un potere soprannaturale?

Se quel potere soprannaturale fosse stato distrutto, il vestito non sarebbe caduto in pezzi?

«Huuuuuuuuuuuhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!?»

Kamijou urlò istintivamente all'improvvisa idea di essere sul punto di raggiungere l'età adulta. Eppure...

...

...

...?

«Ehhhhhhh? ...Huh?»

Non successe nulla. Non successe proprio nulla.

"Oh, cavolo. Per un momento mi sono preoccupato."

Kamijou non lo sopportava.

«Guarda qua! Cos'era tutta quella storia sul tuo Imagine Breaker? Non è successo niente. Eh ehhn.»

Index mise entrambe le mani sui fianchi e porse orgogliosamente in fuori il suo piccolo petto.

Ma subito dopo, i suoi vestiti caddero come il nastro di un pacco regalo.

Index v01 051.jpg

I fili che mantenevano assieme l'abito da suora si erano disfatti con precisione, riducendo tutto a miseri pezzi di stoffa.

Il velo doveva essere separato dal resto, perché rimase intatto. Avere solo la testa coperta peggiorava ancora di più la situazione.

La ragazza rimase immobile con le mani sui fianchi e il suo piccolo petto posto orgogliosamente in fuori.

In poche parole, era completamente nuda.

Parte 4

Apparentemente, la ragazza che chiamava se stessa Index, aveva l'abitudine di mordere le persone quand'era arrabbiata.

«Ahi... mi hai morso dappertutto. Cosa sei, una zanzara in un campeggio?»

«...»

Non ebbe alcuna risposta.

Index era nuda ed avvolta in una coperta. Era seduta con le gambe piegate all'indietro, mentre cercava (inutilmente) di far tornare i suoi abiti alla propria forma originale appuntando le diverse parti con delle spille da balia.

La stanza sembrava essere dominata dall'effetto sonoro dohhn.

Non che ci fosse stato l'attacco di un nuovo portatore di Stand[8].

«...Ehm, principessa? Potrebbe essere presuntuoso da parte mia, ma ho dei pentaloni ed una camicia con i bottoni al colletto che potrebbe indossare.»

«...»

Lei lo fissò con gli occhi di un serpente.

«...Ehm... principessa?»

"Che cos'ha intenzione di fare?"

«...Cosa?» rispose la suora quando venne chiamata di nuovo.

«E' stata tutta colpa mia.»

L'unica risposta che ricevette fu una sveglia lanciatagli contro.

«Eeh!» gridò Kamijou non appena anche un uscino gigante volò verso di lui.

A rendere tutto ancora più ridicolo, ci fu il lancio di una game console ed una piccola radio.

«Come puoi parlarmi normalmente dopo quel che è successo!?»

«Ahh, no! E' stato sconvolgente anche per me. Ma hey, è la gioventù!»

«Ti stai prendendo gioco di me... Uuuuuuuuhhhhhh!!»

«Okay... Mi dispiace, mi dispiace! Non mordere quella videocassetta presa a noleggio come se fosse un fazzoletto, scema!»

Kamijou Touma si prostrò sul pavimento con entrambe le mani in avanti. Sembrava uno scherzo.

In verità, dato che quella era la prima volta che aveva visto una ragazza nuda, sentiva una forte stretta al cuore.

Ad ogni modo, Kamijou Touma non era tipo da farlo notare.

...O almeno la pensava così, ma sarebbe rimasto sorpreso se si fosse guardato ad uno specchio.

«Fatto.»

Mentre sbuffava trionfalmente aria dal naso, Index distese il candido abito da suora che, dopo quel lavoro fai-da-te, aveva in qualche modo riottenuto la sua forma originale.

Dozzine di spille da balia luccicavano da una parte all'altra del suo vestito.

«... (Sudore).»

«Ehm, vuoi vestirti così?»

«... (Silenzio).»

«Hai intenzione di indossare quella vergine di ferro[9]

«... (Lacrimucce).»

«In giapponese la chiamiamo "hari no mushiroto"[10]

«…Uuuuuuhhhhhh!!»

«Ho capito!» si scusò Kamijou dopo aver dato una testata al pavimento con tutta la sua forza.

Nel frattempo, Index lo fissava come una bambina vittima di bullismo e stava quasi per mordere il cavo di alimentazione della televisione. Ma cos'era, un gatto un po' birbante??

«Lo indosserò! Sono una suora!»

Kamijou non era sicuro del senso di quella risposta, ma Index cominciò a cambiarsi contorcendosi con addosso la coperta, dando l'impressione di essere un bruco. La sua testa era l'unica cosa che ne fuoriusciva ed era rossa come un peperone.

«Ah, questo mi ricorda quando dovevamo cambiarci a scuola per la piscina.»

«...Perché mi stai guardando? Almeno girati.»

«Cosa importa? In confronto a ciò che è accaduto prima, cambiarsi non è poi così eccitante.»

«…………………………………………………………»

Index smise di muoversi tutto ad un tratto, ma Kamijou sembrava non accorgersene, così si arrese e cominciò nuovamente a cambiarsi sotto la coperta. Era così concentrata nel farlo, che non si accorse di nulla quando le cadde il velo dalla testa.

L'imbarazzante atmosfera di un ascensore dove nessuno parlava si diffuse nella stanza. I pensieri di Kamijou avevano cominciato a distaccarsi dalla realtà, ma poi gli tornò in mente il termine "lezioni di recupero".

«Wah! E' vero! Ho le lezioni di recupero!» Il ragazzo diede uno sguardo all'orologio del suo cellulare. «Ehm... devo andare a scuola, quindi cosa vuoi fare? Se vuoi restare qui, posso darti la chiave.»

Gli era passata l'idea di buttarla fuori e basta.

Dato che la Chiesa Ambulante di Index aveva reagito all'Imagine Breaker, la ragazza aveva chiaramente delle connessioni con il soprannaturale. Questo significava che non tutto ciò che gli aveva detto era una bugia.

Forse era davvero caduta dal tetto perché inseguita da dei maghi.

Forse avrebbe davvero dovuto continuare a giocare ad un acchiapparello mortale.

Forse dei maghi di un libro illustrato, o comunque qualcosa di ugualmente incredibile, stavano davvero andando fuori controllo, in quella città di scienza dove esistevano delle affermate teorie anche riguardo gli ESP/PSY.

Ed anche se quello non fosse stato il caso, non voleva abbandonarla.

«...Non c'è bisogno. Me ne sto andando.»

Comunque, Index si alzò in piedi e fece quel drammatico annuncio. Allora gli passò vicinò come un fantasma. Non sembrava essersi accorta che le era caduto il velo, ma se Kamijou avesse provato a raccoglierlo probabilmente lo avrebbe ridotto in pezzi.

«E-Ehm...»

«Hm? No, non quello.» Index si voltò. «Se rimango qui, è probabile che mi raggiungeranno. Non vuoi che la tua stanza salti in aria, no?»

Quella risposta data così tranquillamente, lasciò Kamijou senza parole.

Quando Index uscì lentamente dall'ingresso principale, il ragazzo le corse dietro affannosamente. Voleva fare qualcosa, quindi controllò il suo portafoglio e scoprì che gli erano rimasti solo 320 yen. La inseguì per darle quel poco che aveva, ma, quando cercò di uscire dalla porta, il mignolo del suo piede colpì il telaio alla velocità della luce.

«Bh...myah! Myaahhh!!»

Mentre Kamijou si teneva il piede e faceva uscire quello strano urlo, Index si voltò sotto shock. Quando il ragazzo si contorceva dal dolore, gli cadde il cellulare dalla tasca. Nello stesso esatto momento, realizzò che lo schermo LCD aveva colpito il pavimento e aveva sentito lo scricchiolio di una botta fatale.

«Uuuuhhhh! C-Che sfiga.»

«Direi che è stata goffaggine, non sfortuna,» disse Index facendo un piccolo sorriso. «Ma se questo Imagine Breaker è vero, forse può essere inevitabile.»

«...Che vuoi dire?»

«Ha a che fare con il mondo della magia, quindi dubito che mi crederai,» disse Index con una risatina. «Ma se la protezione divina di Dio ed il filo rosso del destino[11] esistono davvero, allora la tua mano destra non dovrebbe annullarle?»

Index scrollò il suo abito da suora ricoperto da spille da balia ed aggiunse. «Il potere di questa Chiesa Ambulante era una benedizione di Dio, dopotutto.»

«Aspetta. Ciò che chiamiamo fortuna e sfortuna è solo questione di probabilità e statistiche. Quello di cui stai parlando è completamente...!»

Nel secondo in cui lo disse, il dito di Kamijou che toccò il pomello della porta venne attraversato dall'elettricità statica.

«Wha!?» gridò mentre il suo corpo si contorceva istintivamente.

Lo strano modo in cui si muovevano i suoi muscoli, gli causò un crampo al polpaccio destro.

«~ ~!!»

L'agonia lo lasciò inabilitato per circa 600 secondi.

«........................Ehm, Sorella?»

«Sì?»

«........................Per favore, spiegami.»

«Non c'è molto da spiegare,» disse Index come se fosse ovvio. «Se quello che hai detto sulla tua mano destra è vero, allora il solo averla è abbastanza per annullare continuamente il potere della fortuna.»

«........................... Vuoi dire ciò che penso tu voglia dire?»

«Anche solo toccando l'aria, la tua mano destra ti porterà sempre più sfortuna♪»

«Gyaaaaaaaaahhhhhhhhh!! C-Che sfiiiiiigaaaaaaa!!»

Kamijou non credeva nell'occulto, ma le cose erano diverse quando avevano a che fare con la sfortuna. In ogni caso, era il tipo di persona al quale niente di ciò che aveva fatto, era mai riuscito bene. Era arrivato al punto che si sentiva come se l'intero universo lo avesse nel mirino.

Nel frattempo, una candida suora lo fissò con il sorriso della Vergine Maria.

Nei suoi occhi, c'era quello che le persone chiamano uno sguardo accogliente.

«Non è che è la vera sfortuna ad essere nata con quel potere?♪»

La suora sorridente aveva fatto venire le lacrime agli occhi di Kamijou, che alla fine, realizzò che la conversazione era andata fuori strada.

«A-Aspetta, non è così! Hai qualche posto dove andare una volta che vai via di qui? Non so in quale situazione ti trovi, ma ti puoi nascondere qui se questi maghi, o quel che siano, sono vicini.»

«Se rimango, i nemici verranno qui.»

«Come puoi esserne certa? Se rimani nella mia stanza e non attiri l'attenzione su te stessa, non ci dovrebbero essere problemi.»

«Non è vero.» Index afferrò il colletto del suo vestito. «Questa Chiesa Ambulante funziona usando il potere magico. La Chiesa sembra chiamarlo "potere divino", ma possiede lo stesso mana. In breve, pare che i nemici mi stiano cercando tramite questo potere.»

«Perché stai indossando abiti che fungono da dispositivo di rintracciamento!?»

«Ti ho detto che il suo potere difensivo è di classe papale, ricordi? Sebbene la tua mano destra l'abbia fatto a pezzi.»

«...»

«Sebbene tu l'abbia fatto a pezzi.»

«Ho detto che mi spiace, quindi non guardarmi con quegli occhi lacrimosi. ...Ma Imagine Breaker ha distrutto quella Chiesa Ambulante, no? Quindi non dovrebbe esserlo stata anche la funzione di dispositivo di rintracciamento?»

«Anche se lo fosse, loro saprebbero che la Chiesa Ambulante è stata distrutta. Come ho detto prima, il suo potere difensivo è di classe papale. In poche parole, è come una fortezza. Se fossi il nemico, farei la mia apparizione quando essa verrebbe distrutta, qualsiasi ragione potrebbe esserci dietro.»

«Aspetta un attimo. E' una ragione più che valida per non lasciarti andare. Non credo ancora nell'occulto, ma se qualcuno ti sta cercando, non posso farti andar via.»

Index lo guardò con perplessità.

Con solo quello sguardo, lei sembrava davvero, davvero niente più che una normale ragazza.

«...Allora mi seguirai sin nelle profondità dell'inferno?»

Sorrise.

Era un sorriso così straziante che Kamijou si ammutolì per un istante.

Index aveva usato delle parole gentili per dire implicitamente, "Non venire con me."

«Non ti preoccupare. Non sono sola. Se riesco a trovare rifugio in una Chiesa, loro mi proteggeranno.»

«...Hmm. Quindi, dov'è questa Chiesa?»

«A Londra.»

«E' molto lontano! Quanto pensi di poter correre!?»

«Hm? Oh, non preoccuparti. Penso ci siano delle succursali in Giappone,» rispose Index mentre sventolava il suo vestito da suora che sembrava il risultato di una moglie preda del bullismo.

«Una Chiesa, hm? Potrebbe essercene una in città.»

Il termine "Chiesa" portava alla mente una gigante sala matrimoni, ma gli esempi in Giappone erano parecchio miseri. Per prima cosa, la cultura aveva poco a che fare con la Cristianità. Inoltre, un paese con così tanti terremoti aveva pochi edifici storici. Le Chiese che Kamijou aveva visto attraverso le finestre del treno, erano tutte dei piccoli prefabbricati con in cima una croce. Aveva la sensazione che si sbagliasse nel pensare che quelle fossero delle chiese arricchite.

«Oh, ma non può essere una Chiesa qualunque. Deve essere dello stile inglese al quale appartengo.»

«???»

«Per prima cosa, c'è la distinzione tra Cattolici di vecchio stile ed i Protestanti di nuovo stile. Inoltre, io appartengo ai Cattolici e ci sono anche molti tipi di questi. Per esempio, c'è la Chiesa Cattolica Romana con sede al Vaticano, la Chiesa Russa Ortodossa che ha la sua sede centrale in Russia, e la Chiesa Anglicana con il suo nucleo nella St. George Cathedral.»

«...Cosa succede se vai accidentalmente nella Chiesa sbagliata?»

«Mi manderebbero via,» disse Index con lo stesso sorriso amaro. «In origine, la Chiesa Russa Ortodossa e la Chiesa Anglicana esistevano all'interno dei loro rispettivi paesi, quindi le Chiese Anglicane sono rare in Giappone.»

«...»

Le cose non sembravano andar bene.

Era possibile che Index avesse cercato di andare di Chiesa in Chiesa prima di collassare per la fame? Cosa sentiva quando fuggiva e fuggiva mentre veniva mandata via da ogni Chiesa in cui andava?

«Non ti preoccupare. Devo solo insistere finché non trovo una Chiesa in stile Inglese.»

«...»

Per un istante, Kamijou pensò al potere della sua mano destra.

«Hey! ...Se mai ti trovassi in pericolo, puoi fermarti di nuovo qui.»

Era tutto ciò che poteva dire.

Lui possedeva il potere di uccidere Dio, eppure, quello era tutto ciò che poteva dire.

«Sicuro. Mi fermerò qui, se sarò affamata.»

Il suo sorriso, che sembrava quello di un girasole, era così perfetto che Kamijou non riuscì a darle una risposta.

E poi, dovendo spostarsi per evitarla, un robot per le pulizie passò accanto ad Index.

«Hyah!?»

Il sorriso perfetto svanì in un istante. La ragazza saltò come se avesse un crampo alla gamba e poi inciampò all'indietro. Con un orribile rumore sordo, sbatté la testa contro al muro dietro di lei.

«~ ~ ~ ~! U-Uno strano coso si è appena mostrato come niente fosse!»

Index aveva le lacrime agli occhi, ma mentre urlava, aveva del tutto dimenticato anche di toccarsi la testa.

«Non lo indicare come qualcosa di strano. E' solo un robot per le pulizie.»

Kamijou sospirò.

La grandezza e la forma del robot erano simili a quelli di un contenitore. Alla base aveva dei piccoli pneumatici ed una scopa rotante circolare, simile a quella delle pulizie della strada. Aveva delle telecamere che servivano ad evitare persone ed altri ostacoli, per questo erano molto odiati dalle ragazze in minigonna.

«... Capisco. Ho sentito che il Giappone era una nazione di spicco per la tecnologia, ma non sapevo che avevate meccanizzato Agathion.»

«Pronto?» Kamijou ea un po' intimorito da quanto Index sembrasse colpita. «Questa è la Città Accademia. Puoi trovare cose del genere in tutta la città.»

«Città Accademia?»

«Sì. E' una città creata comprando l'intera area occidentale di Tokyo, dove lo sviluppo era rallentato. Il nome viene dal fatto che vi sono dozzine di università e centinaia di scuole elementari, medie e superiori.» Kamijou sospirò. «L'80% dei residenti è composto da studenti, quindi, tutti i condomini che vedi, sono dormitori.»

Aveva omesso il fatto che aveva una faccia nascosta, dove i poteri ed il corpo erano sviluppati accostati allo studio.

«E' per questo che la città è un po' strana. E' traboccante di esperimenti universitari come lo smaltimento automatico dei rifiuti domestici, di pale eoliche che funzionano abbastanza bene da essere pratiche, e di robot per le pulizie come questo qui. Grazie a tutto ciò, il nostro livello di cultura è di circa 20 anni in avanti rispetto a chiunque altro.»

«Mh...» Index esaminò con cura il robot per le pulizie. «Quindi, tutti gli edifici che ci sono qui, sono parte della Città Accademia?»

«Sì. Suppongo sia meglio lasciare la città se stai cercando una Chiesa Anglicana. Tutte quelle che ci sono qui, probabilmente insegnano istituzioni per la teologia o psicologia junghiana.»

«Mh.»

Index annuì e poi, alla fine, portò una mano sulla parte anteriore della testa, dove aveva sbattuto contro il muro.

«Hyah!? E-Eh? Il mio velo è scomparso!?»

«Oh, te ne sei finalmente accorta? Ti è caduto prima.»

«Hyah?»

Con "prima", Kamijou voleva dire quando si stava cambiando nella coperta, ma Index sembrava confonderlo con quando era inciampata all'indietro, sconvolta per il robot per le pulizie. Cominciò a guardare ovunque sul pavimento e le apparve un punto interrogativo sulla testa.

«Oh! Lo so! Quell'Agathion elettrico!»

Mentre si sbagliava ancora, fece un balzo dopo che il robot per le pulizie era scomparso dietro all'angolo di un vicolo.

«...Ahh, che succede?»

Kamijou guardò la porta della sua stanza dove c'era il velo di Index e poi il vicolo. La suora non era da nessuna parte. Non c'erano stati addii, tristi o diversi.

"Da quel che sembra, ho la sensazione che vivrà anche se il mondo venisse distrutto."

Non ne aveva alcuna prova, ma tuttavia, quello era il suo pensiero.

Parte 5

«Okay, vi ho preparato delle schede. Mi raccomando, dovete seguire la lezione.»

Nonostante ormai avesse passato diverso tempo in quella classe, Kamijou ancora non riusciva a crederci.

Tsukuyomi Komoe, l'insegnante della Classe 7 del primo anno, era ridicola, così bassa che quando si trovava dietro alla cattedra le si poteva vedere solo la testa. La professoressa dall'aspetto bambinesco era uno dei sette misteri della scuola, con i suoi 135cm di altezza, aveva alle spalle una leggenda secondo la quale le era stato impedito di andare sulle montagne russe per motivi di sicurezza. Sembrava essere una bambina di dodici anni che doveva portarsi appresso un flauto ed indossare un elmetto giallo ed uno zainetto rosso.

«Potete parlare tra di voi, basta che facciate attenzione a quello che dico. Mi impegno davvero tanto per fare i test, perciò se non lo farete bene sarete puniti con la lezione di Visione a Raggi X.»

«Sensei, non è quella dove si gioca a poker bendati!? Fa parte del programma di Chiaroveggenza! Ho sentito dire che si deve vincere dieci volte di fila senza nemmeno poter vedere le proprie carte, praticamente non saremmo bloccati qui sino a domani mattina!?» protestò Kamijou Touma.

«Oh, ma Kamijou-chan, tu non hai abbastanza crediti, quindi dovrai partecipare comunque vada.»

«Uh...» Kamijou era senza parole dinanzi al magistrale sorriso di un insegnante seriamente a lavoro.

«...Mhh, ora mi è tutto chiaro. Komoe-chan ti trova così carino che non riesce a trattenersi, Kami-yan.» disse Aogami Pierce, il capoclasse dai capelli blu e con i piercing sulle orecchie che sedeva vicino a Kamijou.

«...Non percepisci una certa ostilità dalla schiena di quella professoressa così contenta di doversi mettere in un punta di piedi per raggiungere la lavagna?»

«Che? Cosa c'è di male se un'insegnante tanto carina ti sgrida per non aver passato un test? Essere abusato fisicamente da una ragazzina come quella ti fa guadagnare un sacco di punti esperienza, Kami-yan.»

«Sapevo fossi un lolicon, ma pure un masochista!? Sei proprio senza speranza!»

«Ah hah! Non è che mi piacciono le loli! E' che mi piacciono anche le loli!»

Kamijou quasi urlò "Cosa sei? Un onnivoro?", ma fu interrotto.

«Voi due laggiù! Vi toccherà l'Uovo di Colombo se continuerete a parlare.»

Come è facile immaginare, l'Uovo di Colombo consisteva nel far rimanere capovolto su un banco un uovo crudo, senza alcun tipo di sostegno. Quelli specializzati in Telecinesi erano in grado di evitare che cadesse se lavoravano abbastanza da arrivare quasi a bruciarsi i vasi sanguigni del cervello (si trattava di un esercizio molto difficile, perché nel caso in cui il potere utilizzato fosse stato troppo grande, l'uovo si sarebbe rotto). Come per la lezione di Visione a Raggi X, se si sbagliava si rimaneva bloccati in classe sino alla mattina successiva.

Kamijou e Aogami Pierce fissarono Tsukuyomi Komoe senza fiato.

«Capito?»

Il sorriso della professoressa era spaventoso.

Komoe-sensei amava essere chiamata "carina", ma si infastidiva se la definivano "piccola".

Comunque, non le importava che i suoi alunni non la vedessero con il dovuto rispetto. In parte era inevitabile, perché si trovavano all'interno della Città Accademia, una vera e propria isola che non c'è dove l'80% della popolazione erano studenti. Ciò che gli insegnanti dovevano sopportare era tosto persino se messo a confronto con una scuola normale, ma ancora più importante, la "forza" di un alunno si basava sia sulla sua abilità accademica, sia sul suo potere.

Gli insegnanti erano coloro che curavano lo sviluppo degli studenti, ma personalmente non avevano poteri. Alcuni, come quelli di educazione fisica o quelli che si occupavano dei consigli d'orientamento, sembravano provenire da qualche unità militare straniera, perché dovevano allenare dei mostruosi Level 3 con le proprie mani, ma sarebbe stato sin troppo crudele aspettarsi una cosa simile da una professoressa di chimica come Komoe.

«Hey, Kami-yan...»

«Cosa?»

«Essere sgridato da Komoe-sensei, non ti ecciterebbe?»

«Non sono mica te! Meglio che tu stia zitto, cretino! Ci rovineremo l'estate se verremo obbligati a giocare con le uova quando non abbiamo nemmeno dei poteri di Telecinesi! Se l'hai capito, vedi di piantarla con quel finto dialetto del Kansai!»

«Finto... N-N-N-N-N-Non chiamarlo finto! Vengo davvero da Osaka!»

«Stai zitto. Lo so che vieni da un posto dove fanno tutto con il riso. Sono di pessimo umore, non ho proprio voglia di discutere con te.»

«I-I-Io non vengo da un posto simile! Ah... A-Aaah! Il takoyaki è davvero buonissimo!»

«La smetti di far finta d'essere uno del Kansai? Hai intenzione di portarti il takoyaki per pranzo solo per questa storia?»

«Ma che stai dicendo? Neanche quelli di Osaka mangiano solo takoyaki, no?»

«...»

«No? Penso di aver ragione... no, aspetta. Ma... ma sì... ma.. huh? Ho ragione o no?»

«Ti stai fregando da solo, Mr. Finto Kansai.» disse Kamijou prima di sospirare e guardare fuori dalla finestra.

Pensò che sarebbe dovuto andare insieme ad Index, piuttosto che starsene a fare quell'inutile lezione di recupero.

La Chiesa Ambulante da lei indossata aveva reagito alla mano destra di Kamijou (anche se "reagito" potrebbe non rendere bene l'idea di cosa fosse successo), ma ciò non significava che ora lui credesse alla magia.

Eppure...

"A quanto pare il pesce che scappa sembra sempre molto grande..."

Kamijou sospirò di nuovo. Piuttosto che starsene buttato in quel banco, in quella classe senz'aria condizionata che ricordava una sauna, sarebbe stato meglio andare in un fantastico mondo di spade e magie. Aveva persino un'eroina carina con cui incamminarsi (un po' esitava a definirla bella).

«...»

Kamijou si ricordò del velo che Index aveva lasciato in camera sua.

Alla fine non gliel'aveva restituito. Non che credesse di non averlo potuto fare. Anche se Index era scomparsa, probabilmente l'avrebbe trovata se si fosse messo a cercarla seriamente. E anche se non ci fosse riuscito, poteva sempre andare in giro per la città a sventolare questo copricapo.

Ora che ci pensava, capiva di volere solo un pretesto per poterla rincontrare. Sperava che un giorno sarebbe ritornata a prendersi il velo.

Perché quella bianca ragazza gli aveva mostrato un sorriso tanto perfetto...

Aveva immaginato che sarebbe scomparsa come un'illusione, se non avesse lasciato qualcosa da usare come pretesto.

Si era trattato di semplice paura.

"...Ah, ora capisco."

Dopo tutti quei pensieri poetici, Kamijou finalmente si accorse di una cosa.

In realtà, non aveva voluto male alla ragazza appesa al suo balcone. Le era piaciuta abbastanza perché l'idea di non rivederla mai più gli facesse provare un po' di rimpianto.

«...Ah, che palle!»

Schioccò la lingua. Con tutto quello che le era successo, si pentì di non averle impedito di andarsene.

"Un attimo, cos'era quella storia sui 103.000 grimori?"

Index aveva detto che un'associazione magica la stava inseguendo (Che stesse parlando di qualche tipo di società?) perché voleva i 103.000 grimori. E a quanto pare, la ragazza era scappata portandosi appresso tutti quei libri.

Non si trattava di una chiave o di una mappa per il posto dov'erano conservati.

Quando Kamijou le aveva chiesto dove si trovassero, lei aveva semplicemente risposto con «Sono qui.» Tuttavia, non gli era sembrato ce ne fosse nemmeno uno. Inoltre, la sua stanza non era grande abbastanza per contenere 100.000 libri.

«...Ma di che stava parlando?»

Kamijou inclinò la testa perplesso. Dato che la Chiesa Ambulante di Index aveva reagito all'Imagine Breaker, c'era qualcosa di vero in quel che aveva detto. Ma...

«Sensei? Kamijou-kun sta guardando le gonne delle ragazze del club di tennis!»

Il forzato dialetto del Kansai di Aogami Pierce fece tornare Kamijou alla realtà.

«...»

Komoe-sensei si zittì.

Pareva essere rimasta scioccata perché Kamijou Touma-kun non stava seguendo la lezione. Sembrava una dodicenne che aveva appena scoperto la verità su Babbo Natale.

Non appena questa cosa gli passò per la testa, Kamijou Touma subì gli sguardi ostili dei suoi compagni di classe, che volevano proteggere i diritti umani di quella "bambina".


Dovevano essere delle lezioni di recupero, eppure era stato trattenuto sino al normale orario d'uscita.

«...Che sfiga.» balbettò Kamijou, guardando il generatore eolico a tre pale che brillava per la luce del sole. Era vietato uscire di notte, perciò gli ultimi bus e gli ultimi treni della Città Accademia finivano di passare quando tutti gli studenti erano teoricamente usciti da scuola.

Kamijou non era riuscito a prendere l'ultimo bus, perciò camminava per la calda strada dei negozi che sembrava non finire mai. Un robot di sicurezza gli passò vicino. Aveva l'aspetto di un bidone con le ruote e aveva la funzione di una telecamera di sorveglianza mobile. In origine avevano sviluppato dei cani robotici, ma i bambini finivano con l'andarci vicino ed ostruire loro il passaggio. Per questo motivo, tutti i robot erano stati rifatti con la forma di un bidone.

«AH! Finalmente ti ho trovato, bastardo! Aspetta... aspetta! Tu! Sto parlando con te! Fermo!!»

Kamijou non poteva sopportare il caldo estivo, quindi fissò il robot muoversi lentamente e pensò a come Index fosse scappata via vedendone uno per le pulizie. Finalmente, si accorse che quella voce lo stava chiamando.

Si girò per capire cosa stesse succedendo.

Index v01 071.jpg

Era una ragazza delle medie. I suoi capelli, che le arrivavano sino alle spalle, ardevano alla luce del sole come una fiamma rossa e la sua faccia era dello stesso colore, ma con tonalità più forti. Indossava una gonna grigia con delle pieghe, una camicetta a maniche corte e un maglioncino estivo... In quel momento, si rese conto di chi aveva davanti.

«...Oh, sei di nuovo tu, la Biribiri[12] delle medie.»

«Non chiamarmi Biribiri! Il mio nome è Misaka Mikoto! Perché non lo impari? Mi chiami così dalla prima volta che ci siamo incontrati!»

"La prima volta che ci siamo incontrati...?" Kamijou iniziò a ricordare. "Oh, già."

Durante il loro primo incontro era stata circondata da alcuni delinquenti, proprio come l'ultima volta. Non appena le si erano avvicinati, lui aveva pensato che stessero cercando di derubarla e si era messo in mezzo come Urashima Toaru-esque. Tuttavia, per qualche motivo, la ragazza si era arrabbiata, dicendo, "Stai zitto! Non metterti in mezzo! Biribiri!" Kamijou ovviamente le aveva bloccato la scarica elettrica con la mano destra e lei aveva risposto con, "Huh? Perché non ha funzionato? E se invece faccio così? Huh?" Una cosa tira l'altra, e si era arrivati all'attuale situazione.

«...Huh? Cosa? Non sono triste, quindi perché piango, mamma?»

«Si può sapere per quale motivo hai lo sguardo perso nel vuoto?»

Kamijou era esausto a causa delle lezioni, quindi decise di non darle molta importanza.

«Quella che sta fissando intontita la faccia di Kamijou è la ragazza Railgun di ieri. E' così infastidita dall'aver perso un solo scontro che deve tornare da Kamijou continuamente per sfidarlo ad una rivincita.»

«...Con chi stai parlando?»

«Ha un carattere forte e odia perdere, ma in realtà è molto sola ed è incaricata di occuparsi dell'animaletto della classe.»

«Non aggiungere stramberie alle persone!»

La ragazza, Misaka Mikoto, agitò le braccia per aria attirando su di sé gli sguardi dei passanti. Non che fosse una sorpresa. L'uniforme assolutamente normale che indossava, era quella della Scuola Media Tokiwadai, uno dei cinque istituti d'elite più prestigiosi della Città Accademia. Per qualche motivo, le raffinatissime signorine della Tokiwadai si notavano persino in una stazione all'ora di punta, tanto da far sembrare strano vederle in un treno a giochicchiare con il cellulare come tutti gli altri.

«Quindi cosa vuoi, Biribiri? Anzi, perché indossi la tua uniforme se ci sono le vacanze estive? Devi fare lezioni di recupero?»

«Gh... S-Stai zitto.»

«Eri preoccupata per il coniglietto della classe?»

«Ti ho detto di smetterla con la storia dell'animale! Oggi ho intenzione di farti sussultare come le gambe di una rana attaccate ad un elettrodo, faresti meglio a preparare il tuo testamento!»

«Non credo proprio.»

«Perché?»

«Perché non mi devo occupare dell'animaletto della mia classe.»

«Tu... Smetti di prendermi in giro!!»

THOMP! La studentessa delle medie pestò con il piede le mattonelle del marciapiede.

In quel momento i cellulari dei passanti ed il robot di sicurezza emisero un tremendo rumore, mentre si spegneva il ripetitore di segnale televiso della via dei negozi.

I capelli della ragazza schioccarono a causa l'elettricità statica.

La Level 5, che da sola era in grado di lanciare un Railgun, sorrise scoprendo i canini come una belva feroce.

«Hmph. Che te ne pare? Ti basta? ...Mgh!»

Nel frenetico tentativo di tapparle la bocca, Kamijou coprì l'intera faccia di Misaka Mikoto.

"S-Stai zitta! Perfavore non dire niente! A tutta quella gente si è rotto il cellulare e non mi sembrano affatto contenti!! Se scoprono che siamo stati noi, ci toccherà pagare, e non ho idea di quanto costi quel ripetitore!!"

Per via del suo recente incontro con quella suora dai capelli argentati, Kamijou pregò il dio a cui normalmente si rivolgeva soltanto Natale.

Forse le sue preghiere erano state ascoltate, perché nessuno gli si avvicinò.

"Grazie a Dio."

Kamijou fece un sospirò di sollievo (mentre continuava a soffocare Mikoto).

«Attenzione. Attenzione. Errore numero 100231-YF. Sono state individuate delle onde elettromagnetiche dannose che violano le leggi di diffusione radio. Anomalia del sistema. Potrebbe trattarsi di un attacco di cyber-terrorismo, non usare alcun dispositivo elettronico.»

L'Imagine Breaker ed il Railgun si girarono con esitazione.

Un bidone al lato del marciapiede faceva fuoriscire del fumo blaterando cose senza senso.

Un attimo dopo, il robot di sicurezza iniziò a far suonare un'acutissima sirena.


Com'era che naturale che fosse, scapparono.

Entrarono in un vicolo, calciarono una lattina di plastica un po' sporca e fecero scappare un gatto per la paura, tutto mentre continuavano a correre.

"Ora che ci penso, non ho fatto niente di male. Perché sto scappando insieme a lei?"

«Uuhh... C-Che sfiga. Perché finisco sempre con il farmi coinvolgere da questa tipa

Nonostante il pensiero, continuò a correre. Dopo tutto aveva sentito in un talk show che quei robot di sicurezza costavano 1.2 milioni di yen l'uno.

«Che cosa vorresti dire!? E poi il mio nome è Misaka Mikoto!»

I due si erano finalmente fermati in un sotto-sotto-vicolo. Uno dei diversi palazzi in linea doveva essere stato demolito, perché vi era uno spiazzo rettangolare aperto. Sembrava un buon posto per lo street basketball.

«Stai zitta, Biribiri! Sei stata tu che ieri hai con un fulmine reso inutilizzabili tutti i miei elettrodomestici! Cos'altro potresti mai volere da me?»

«Te lo meritavi per avermi scocciato!»

«Non riesco proprio a capire perché sei arrabbiata! Non ti ho nemmeno toccata!»

Il giorno prima, dopo ciò che era successo, Mikoto aveva provato a colpirlo con tutto quello che aveva, ma Kamijou era stato capace di bloccare ogni attacco grazie alla sua mano destra. Non si trattava solo del Railgun. La ragazza era in grado di creare una spada-frusta facendo vibrare la sabbia di ferro, oltre al poter mandare forti onde elettromagnetiche per danneggiare gli organi interni e al chiudere in bellezza facendo piombare giù dal cielo un vero e proprio fulmine.

Ma quello non era niente per Kamijou Touma.

Sinché si trattava di un potere soprannaturale, Kamijou Touma poteva negarlo.

«Ti sei sfiaccata da sola continuando ad attaccarmi! Se non ne sei in grado cerca di non usare troppo i tuoi poteri, Biribiri!»

«~ ~!!» Mikoto digrignò i denti. «N-Non vale. Non può valere! Non mi hai mai attaccato! Quello è un pareggio!!»

«Sigh... Okay, Okay. Quella volta hai vinto tu. Fare a pugni con te non mi ridarà il mio condizionatore.»

«Gah...! A-Aspetta un secondo! Vedi di prendere questa cosa seriamente!!» disse Mikoto agitando le braccia per aria.

«Sicura di volere che io faccia sul serio?»

«Ah...» Mikoto perse il coraggio.

Kamijou strinse leggermente il suo pugno e lo aprì nuovamente. Questo semplice gesto fu abbastanza per far sudare freddo Misaka Mikoto. La ragazza si bloccò completamente, non poteva nemmeno fare un passo indietro.

Mikoto non aveva idea di quale fosse il vero potere di Kamijou, perciò non poteva far altro che temerlo, dato che era stato in grado di evitare tutti i suoi gli assi nella manica.

Non era poi una cosa così strana. Kamijou Touma aveva resistito per più di due ore ai suoi attacchi senza farsi un graffio. Per lei era più che normale chiedersi cosa sarebbe successo se lui avesse fatto sul serio.

Kamijou sospirò e volse lo sguardo altrove.

Come se si fossero spezzate le funi che la legavano a terra, Mikoto, barcollante, fece finalmente qualche passo indietro.

«...Cos'è questa se non sfiga?» Kamijou era sorpreso da quanto fosse impaurita. «Per prima cosa mi si sono rotti gli elettrodomestici, poi di mattina ho incontrato quella tipa auto-proclamatasi maga, e questa sera invece Biribiri la esper.»

«Maga? Cosa?»

«...» Kamijou ci pensò un momento. «Già... E' quello che vorrei sapere anche io.»

Normalmente Mikoto avrebbe gridato, "Mi stai prendendo in giro!? Ti si è flippata la testa quanto il tuo potere!?" e avrebbe lanciato qualche scarica elettrica. Tuttavia, ora come ora, s'impauriva ogni volta che lui la guardava.

In realtà quello di prima era solo un bluff, eppure Kamijou si sentiva male pensando a quanto si fosse rivelato efficace.

"Comunque cos'era quella storia a proposito maghi?"

Si ricordò di quel che era successo la mattina. Quella suora vestita di bianco ne aveva parlato come se niente fosse, ma adesso lui si rendeva conto di quanto fosse irreale.

"Mi chiedo perché non mi sia sembrato strano anche quando Index era con me."

Qualche misterioso non so che aveva reso tutto più credibile?

«...Un attimo, ma cosa sto pensando?» borbottò Kamijou ignorando completamente la ragazza Biribiri di nome Misaka Mikoto, che tremava impaurita come un cucciolo.

Non aveva più alcun collegamento con Index e quel che la riguardava. Il mondo era grande, perciò difficilmente l'avrebbe rincontrata per caso. Mettersi a pensare ai maghi non aveva nessun senso.

Eppure non riusciva a levarseli dalla testa.

Ancora aveva quel velo bianco puro che Index aveva dimenticato nella sua stanza.

Nemmeno Kamijou sapeva perché ci stesse pensando così tanto.

Dopo tutto era in grado di uccidere persino Dio.

Note

  1. Il futon è un materasso originario della cultura giapponese.
  2. Il yakisoba-pan è un panino di forma simile a quella dell'hot-dog con dei noodles e delle salse sopra.
  3. Il chazuke è un piatto tipico giapponese, fatto con riso, tè verde ed altri condimenti.
  4. E' un'usanza tradizionale giapponese che consiste nel far incontrare due persone libere da legami sentimentali affinché prendano in considerazione la possibilità di sposarsi.
  5. Kamijou parla come se si trovassero in un simulatore di appuntamenti
  6. Si riferisce ai Mana Points dei videogiochi, ovvero i punti utilizzabili generalmente per lanciare gli incantesimi.
  7. Tsukihime
  8. Riferimento al manga "Le bizzarre avventure di JoJo".
  9. Strumento di tortura che all'apparenza è simile ad un armadio, ma che dentro è pieno di chiodi.
  10. Un letto di chiodi.
  11. E' una leggenda asiatica secondo la quale le persone destinate ad amarsi veramente sono connesse da un filo rosso, che si può piegare o aggrovigliare ma non si può rompere.
  12. Biribiri è l'onomatopea giapponese per l'elettricità.