To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume14 Capitolo 2

From Baka-Tsuki
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Capitolo 2: La Causa che Diventa un Colpo Decisivo. Muzzle_of_a_Gun.

Parte 1

Dopo essersi separato da Mikoto, Kamijou si diresse ai grandi magazzini vicino alla stazione come aveva originariamente pianificato. Guardò nel reparto di verdura del seminterrato e, visti i prezzi convenienti, ne fece scorta per quattro giorni.

(...Mh, un sacco di gente sembra comprare cibo già pronto, mentre non c'è quasi nessuno nelle sezioni dedicate alla carne, alla verdura e agli altri ingredienti.)

(Che si stia perdendo l'uso di cucinare per se stessi?)

Kamijou si girò dubbioso e lasciò i grandi magazzini.

Alzò lo sguardo ed osservò le notizie sul dirigibile che volava sopra la sua testa. Come prima, riguardava le proteste in America... o almeno così aveva pensato. Ora sembrava essere incentrato sulla Russia. Si parlava sempre e solo delle manifestazioni, perciò cominciava ad essere difficile fare distinzione tra i vecchi ed i nuovi servizi.

«...»

Kamijou si fermò a pensare reggendo le buste della spesa con entrambe le braccia.

Non riusciva a levarsi dalla testa le parole di Misaka Mikoto.

Esisteva una causa, anzi, il problema era così grande da averne tantissime e conseguentemente mancava un metodo semplice per risolverlo.

Probabilmente Mikoto era quella più infastidita dall'essere stata usata nell'incidente del 30 Settembre. Tutto quel che avevano fatto per riportare la pace era invece stato usato per scatenare il caos.

Anche Kamijou voleva fare qualcosa.

Vento del Fronte aveva avuto dei motivi per causare dei disordini, mentre Kazakiri Hyuouka, che si trovava a metà tra scienza e magia, non l'aveva fatto volontariamente. Ora erano delle persone "esterne" a tutto questo che gettavano il mondo nel caos. Era una cosa sbagliata.

Però...

(Cosa posso fare...?)

Kamijou strinse i denti mentre guardava il dirigibile galleggiare nell'aria.

(Questo problema va risolto. Quel che voglio fare è ovvio, ma come?)

Avrebbe potuto contattare Tsuchimikado che sapeva del lato oscuro della Città Accademia, o avrebbe potuto contattare Kanzaki e gli altri della Chiesa Anglicana. Tuttavia Kamijou pensava che nemmeno loro sarebbero stati in grado di risolvere un problema divenuto così grande. Aveva la sensazione che fossero più adatti a rimettere a posto le cose da dietro le quinte, prima che si raggiungesse un punto simile.

(Beh, stare fermi qua non risolverà nulla. E poi non so nemmeno come contattare la Chiesa Anglicana. Dovrò tornare al dormitorio e fare visita a Tsuchimikado.)

(E credo di dovergli fare un discorsetto sull'averci mollato da soli a strappare le erbacce.)

(Mi sa che essere in contatto con un agente come lui mi metta in una posizione migliore rispetto a molti studenti...)

Kamijou cercò di essere più positivo ed iniziò a camminare per la strada ormai poco illuminata.

Non sapeva se fosse a causa di quel che stava pensando, ma le borse della spesa gli sembravano più pesanti. Era l'ora di punta e la strada era affollata, eppure aveva la sensazione che ci fosse più gente del solito. Iniziò a passargli la voglia di prepararsi la cena ed il bagno, così provò a ricordarsi qualche ricetta che gli permettesse di usare il forno a microonde o la macchina del riso in modo da fare più in fretta. Sembrava che Index non sopportasse che Kamijou cucinasse in tranquillità, al punto che arrivava a morsicarlo per questo.

Perso nei suoi pensieri, il ragazzo si scontrò con un'altra persona.

Questa volta si trattava di una donna di mezza età tra i 50 e i 60.

«Oh, scusi.»

«Tranquillo, non importa.»

La donna mostrò un sorriso raffinato ed abbassò la testa.

Non aveva la schiena curva, ma era lo stesso due taglie più piccola di lui anche da in piedi. Era vestita pesantemente per l'inizio di Ottobre, con un cappotto piegato sulle braccia e una sciarpa attorno al collo. Kamijou pensò che fosse freddolosa.

La donna di mezza età risollevò la testa e disse con voce calma:

«Dovrei essere io a scusarmi.»

«No, assolutamente. Sono io che le sono venuto addosso.»

«No, no. Non sto parlando di quello.»

Kamijou stava per sollevare un sopracciglio, quando la donna di mezza età disse:

«Ti devo chiedere scusa per i guai che ti causerò adesso.»

Il ragazzo udì un suono metallico.

Abbassò lo sguardo verso la sorgente del rumore, ovvero vicino al proprio stomaco.

C'era il braccio della donna. Tuttavia il sottile tessuto del cappotto piegato lo copriva dal gomito sino a poco oltre il polso, impedendo a Kamijou di vedere.

Tutto ciò che poteva sapere per certo era che aveva qualcosa premuto sullo stomaco.

Sembrava la punta di un bastone. Kamijou si irrigidì leggermente.

«Mi dispiace. Davvero.» disse lentamente la donna di mezza età prima di abbassare di nuovo la testa.

Parte 2

Misaka Mikoto si fermò all'improvviso.

(Uhm...)

Una volta incontrato quell'idiota l'aveva dimenticato, ma c'era qualcosa di cui voleva parlargli.

(...L'Ichihanaransai.)

Voleva parlargli dell'evento simile ad un festival culturale che si svolgeva in tutta la Città Accademia. Mancava ancora un mese al giorno d'apertura, ma visto il terribile risultato del Daihaseisai (quello effettivo era un misto tra buono e cattivo, però lei riusciva a vederlo solo in negativo) sentì che doveva sbrigarsi a prendere misure per assicurarsi del successo dell'Ichihanaransai.

(Adesso che ci penso, più di metà dei sette giorni del Daihaseisai è stata una serie di problemi che avevano a che fare con quell'idiota. Se è ciò che deve accadere, dovrei tenerlo sotto stretto controllo sin dall'inizio...)

Ovviamente, le misure che voleva adottare si basavano sul costringerlo ad andare in giro per il festival con lei.

(Perché deve finire così? ...Beh, suppongo che possa chiederglielo al telefono.)

Una volta deciso, Mikoto prese il suo cellulare.

Il numero del ragazzo era già memorizzato perché il 30 settembre aveva fatto un contratto per una coppia di cellulari insieme a lui.

(Riuscire a farlo è stato davvero seccante, ma credo che adesso si stia dimostrando utile.)

Quando raggiunse il numero nell'agenda, i suoi occhi si fermarono nel guardare l'icona del segnale di ricezione.

Non c'era campo.

«...!!»

Mikoto si guardò intorno ma la strada in cui si trovava non era poi tanto piccola, quindi corse in una strada maggiore. Guardò il segnale sul bordo dello schermo ed una volta che fu buono, mosse nuovamente il cursore sul numero di Kamijou e lo chiamò. Tuttavia rispose soltanto un messaggio privo di emozioni che le diceva che il telefono che stava cercando di chiamare non era raggiungibile.

Questa volta era il cellulare del ragazzo che non aveva segnale.

«Qu-Questo coso è difficile da usare... A cosa serve un cellulare se non si può nemmeno usare per parlare con qualcuno quando serve?!»

Mikoto mise via il telefono con un'espressione irritata sul viso, si guardò intorno ed andò a cercare Kamijou da sé.

Non si erano divisi da molto, sicuramente si trovava da qualche parte in quella zona.

Parte 3

Kamijou e l'anziana donna camminavano fianco a fianco lungo la strada.

Intorno a loro era pieno di gente ma nessuno li guardava più di una volta. Sembravano niente più che un ragazzo delle superiori che portava le borse della spesa ed una donna di mezz'età con un cappotto piegato sul braccio. Poteva esserci niente di più innocuo?

Kamijou diede un'occhiata obliqua alla donna senza voltare la testa e lei fece un sorriso che in quella situazione sembrava inappropriato.

«Non essere così nervoso.»

La donna gli ordinò di spegnere il cellulare e gli diede delle brevi istruzioni sulla strada da percorrere. Il ragazzo non poteva rifiutare a causa dell'oggetto che c'era nascosto nel cappotto. Non sapeva cosa fosse esattamente, ma sapeva che non poteva abbassare la guardia.

Pensò che se avesse avuto una chance per attaccarla, sarebbe stato possibile copovolgere la situazione.

(Però non so cosa stia tenendo... Se faccio una mossa sbagliata, le cose potrebbero andare di male in peggio.)

«Comportati naturalmente. Non sto mica dicendo che non puoi muoverti per niente.» la donna parlò tranquillamente mentre Kamijou rifletteva.

«Sì, beh... Parla in quel modo, ma cos'ha sotto il cappotto?»

«Etcì!»

«Faccia attenzione!!»

La donna starnutì all'improvviso e Kamijou urlò senza pensare.

Gli altri studenti che si trovavano lì lo guardarono straniti, ma i loro sguardi si spostarono presto altrove.

«Come ho detto, non devi preoccuparti. Cosa ti ha spaventato tanto?»

«Più che altro, qualsiasi cosa lei abbia sotto il cappotto che ha bisogno di non stare in vista!! Comunque, cosa mi sta spingendo contro?!»

«Oh, cielo. Non devi preoccupartene. Non verrà fuori con un solo starnuto.»

«V-Verrà fuori? Quindi è ciò che penso?!»

«E fa anche abbastanza rumore, sebbene abbia un piccolo apparecchio che lo rende silenzioso.»

«E' un indizio abbastanza grande!!»

Ciò fece tremare Kamijou per la paura, ma alla donna di mezza età non sembrava importare.

Da quando il ragazzo era stato scortato, si era accorto che avevano lasciato il distretto con i negozi migliori, avevano girato per una strada secondaria e adesso si stavano dirigendo in una zona fiancheggiata da dormitori studenteschi. Tuttavia, non era quella del suo dormitorio. Dato che l'80% dei residenti della Città Accademia era composta da studenti, c'erano poche zone "fiancheggiate da dormitori studenteschi".

(Dove stiamo andando...?)

Se si stessero dirigendo verso una vecchia fabbrica abbandonata il suo senso di pericolo sarebbe arrivato al limite, ma questa zona non lo sembrava per niente. Riusciva a sentire il profumo della carne in bianco per la cena provenire dai dormitori. Ed essi non consentivano gli animali domestici perché Kamijou vide alcune scolare delle elementari riunite di fronte ad uno degli edifici a dare da mangiare del cibo in scatola a dei gatti randagi.

E poi la donna di mezza età si fermò all'improvviso.

«Eccoci arrivati.»

«?»

Anche dopo aver sentito quelle parole, Kamijou non aveva capito cosa stava succedendo.

Erano giunti in un parco per bambini.

Per essere un parco, non sembrava proprio una zona alienata; era più come se fosse stata fatta unicamente per riempire un pezzo avanzato di area di sviluppo urbano. Forse era perché l'ammontare standard dell'attrezzatura del parco giochi era entrato in vigore in quella zona, ma dava la sensazione di essere angusto.

(Perché qui???)

Mentre guardava l'entrata del parco abbandonato, Kamijou sollevò la testa piena di interrogativi su un lato.

Almeno non era il tipo di "posto speciale" in cui si aspettava di finire dopo che qualcuno gli aveva premuto qualcosa sulla schiena sul ciglio della strada.

«Mi spiace. Andiamo dentro.» disse la donna che continuava a spingere casualmente sulla schiena di Kamijou qualsiasi cosa avesse nel cappotto.

Il ragazzo non aveva altra scelta che fare come gli veniva detto, ma non poteva immaginare quale possibile valore la donna potesse dare al fatto che entrava nel parco.

Kamijou si aspettava di trovare qualcuno che li attendesse o che giungesse ad incontrarli, ma non accadde.

Si piegò leggermente dal dolore e poggiò le borse della spesa sul pavimento. La donna non lo fermò. Se avesse avuto un'arma nella scarpa, avrebbe potuto contrattaccare, ma Kamijou non era il tipo che si attrezzava come un ninja.

Pensò di tirarle contro una pietra ma realizzò che se non aveva una chiara possibilità, tutto ciò che avrebbe potuto raggiungere sarebbe stato il farle alzare la guardia. Quindi, al momento, decise di lasciar perdere e si sedette, poi fece una domanda alla donna.

«Allora? Cosa stai cercando di cominciare in un posto del genere?»

«No, no. Non è niente di così importante.»

«Parliamo.» disse la donna di mezza età con "qualcosa di importante" nascosto sotto il suo cappotto mentre si spinse contro la sua schiena e sorrise.

«Parlare?»

«Sì. Riguardo al grande caos che sta accadendo in tutto il mondo.»

Parte 4

Non era riuscita a trovare quell'idiota.

«Strano...»

Mikoto tornò nella stradina nella quale era appena stata e mentre cercava, reclinò la testa su un lato un po' confusa.

Non pensava fosse trascorso molto tempo da quando si era allontanato, ma Kamijou non era di fronte alla stazione dove si erano incontrati precedentemente e non riuscì a trovarlo nemmeno quando cercò in diverse strade lontane da lì.

(Forse è andato in qualche negozio qui vicino.)

(O forse ha preso il treno o un autobus ed è andato via.)

(...In effetti, dove sarebbe il dormitorio di quell'idiota? Non sono una stalker, quindi non ho idea di dove andare ad incontrarlo.)

Dato che era sempre lei ad imbattersi in lui, non pensava potesse trovarsi troppo lontano. Ma quando la cosa divenne seria, non aveva idea di dove vivesse.

Mikoto incrociò le braccia.

(Beh, non è che debba parlargli subito dell'Ichihanaransai. Posso lasciar perdere per oggi.)

Subito dopo che ebbe quell'allegra idea, con la coda dell'occhio si accorse si una stradina e cominciò a sentirsi irrequieta.

(...P-Presumo di poter cercare un po' di più.)

Dopo di che prese la mappa del GPS del cellulare per vedere se ci fosse qualche strada che non aveva ancora controllato.

Ma poi adocchiò la faccia di Shirai Kuroko nella folla di gente che stava tornando a casa.

Mikoto si nascose velocemente dietro ad un edificio.

(E-Eh? ...Perché mi sto nascondendo?)

Se lo chiese perché per qualche ragione aveva la sensazione che non poteva lasciarsi vedere da quella matricola con le codine. Shirai era una teleporter, quindi sarebbe stato difficile seminarla una volta avvistata.

Shirai, una Level 4, camminava lungo la strada mentre chiacchierava con una ragazza che stava vicino a lei.

Dai numerosi fiori artificiali che aveva in testa, probabilmente si trattava di Uiharu Kazari di Judgement.

(...)

Aveva la sensazione che le due ragazze si stessero dirigendo nella sua direzione, quindi Mikoto si spostò da dietro l'edificio ad una piccola strada che c'era a lato. Poi cominciò ad addentrarsi in essa.

E poi realizzò...

(Hm? Non ricordo questa strada???)

Si guardò di nuovo intorno, ma non riconobbe niente.

Pensò che buona parte del Settimo Distretto le fosse familiare, ma questa era la prima volta che si trovava lì.

Era solo una zona stereotipica della Città Accademia. Ovviamente, come zona residenziale, non era composta da appartamenti e case; al contrario, era una serie di dormitori studenteschi. Era una fila da cinque a dieci condomini non proprio definibili a molti piani. Sotto una pala eolica vi era una zona per la spazzatura . Qualcuno stava usando i movimenti della pala per tenere via i piccioni ed i corvi.

Dato che tutti i pasti erano provveduti dalla scuola media Tokiwadai, l'odore della cena proveniente dalla zona profumava di buon gusto specialmente a Mikoto.

«...Beh, è andata bene. Guarderò qui e poi la farò finita per oggi.»

Lo decise arbitrariamente e poi cominciò a camminare lungo la zona residenziale.