Fate/Zero:Prologo 2(ita)

From Baka-Tsuki
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3 anni prima[edit]

Quando si parla d’occultismo, le teorie sulle dimensioni sostengono che esista un “potere” al di fuori del mondo.

Individuare l’inizio di ogni cosa. Questo è il desiderio più caro a tutti i maghi, la “radice”… la dimora di Dio, Akashic Records, l’inizio e la fine di tutto, che registra ogni cosa, e ogni cosa crea in questo mondo.

200 anni fa, ci furono alcuni che attuarono degli esperimenti su questo luogo “al di fuori del mondo”.

Einzbern, Makiri, Tohsaka. Chiamate le 3 famiglie dell’inizio, ciò che progettarono era la riproduzione del “Sacro Graal”, oggetto di molte leggende. Aspettandosi che l’evocazione del Graal avrebbe realizzato ogni desiderio, le tre famiglie di maghi offrirono la loro arte segreta per far comparire infine “l’onnipotente contenitore”.

…In realtà, quel Graal avrebbe potuto esaudire soltanto il desiderio di una persona. Non appena fu chiara questa verità, i legami di cooperazione furono cancellati nel sangue da una serie di conflitti.

Quello fu l’inizio della “Guerra del Sacro Graal”, “Heaven’s Feel”.

Da allora in poi, una volta ogni 60 anni, il Graal è evocato nuovamente nella terra del lontano est di “Fuyuki”. In quest’occasione, il Graal seleziona 7 maghi che hanno il potere di ottenerlo, e divide un grosso quantitativo di prana, distribuendolo tra di loro, per rendere possibile l’evocazione degli Spiriti Eroici chiamati “Servant”. La conclusione di questa battaglia all’ultimo sangue decide quale dei 7 è il più adatto a ricevere il Graal.

- Per farla breve, questo è quello che stava succedendo a Kotomine Kirei .

“I disegni apparsi sulla tua mano destra sono chiamati “Incantesimi di Comando”. È la prova che sei stato scelto dal Graal, nonché il sacro simbolo che ti concede il diritto di controllare un Servant”.

La persona dalla voce disinvolta ma sonora, che aveva pronunciato tale spiegazione, era Tohsaka Tokiomi.

In una delle stanze di un’elegante villa, costruita in cima ad una piccola collina nel più lindo tra i quartieri del sud di Torino, Italia, 3 uomini sedevano su un divano. Kirei e Tokiomi, e il Padre che li aveva presentati e aveva mediato la conversazione, Kotomine Risei…oltretutto, padre effettivo di Kirei.

Per essere l’amico di un Padre che avrebbe presto raggiunto l’età di 80 anni, quel Tohsaka era un giapponese piuttosto eccentrico. Sembrava avere più o meno la stessa età di Kirei, tranquillo e con la presenza di un esperto. Discendente di un’antica, illustre famiglia, persino per gli standard giapponesi, questa villa era la sua seconda residenza, come lui stesso aveva dichiarato. Ma la cosa più interessante era che poco dopo si sarebbe presentato, con fare noncurante, come un mago.

Essere un mago non è una cosa così strana come potrebbe sembrare. Kirei era, come suo padre, un religioso, eppure il compito di padre e figlio era molto differente da quello che normalmente le persone si aspettano da un “Padre”.

La “Santa Chiesa”, cui appartenevano persone come Kirei, si basava su una dottrina che andava oltre i vincoli dei miracoli e dei misteri divini: si sarebbe anche accollata, quando necessario, il dovere di sterminare la piaga dell’eresia, e seporla per sempre nell’oblio. Questo potrebbe significare, per esempio, assumere un punto di vista dal quale sia possibile sorvegliare una cosa tanto blasfema quanto la magia.

I maghi cospirano soltanto con i maghi, e sono organizzati in un gruppo di auto conservazione che si è dato il nome di “Associazione”, il quale rappresenta una minaccia, in quanto rivale della Santa Chiesa. Attualmente, ambo le parti hanno accettato di mantenere una pace temporanea; ma anche così, una situazione in cui un Padre della Santa Chiesa, e un mago, si riunissero nello stesso edificio per una conferenza, sarebbe impensabile.

Nel caso di Risei, il padre, la famiglia Tohsaka era una con la quale la Chiesa aveva già vecchi legami, nonostante si trattasse di una casata di maghi.

Era la notte precedente, quando Kirei aveva visto emergere sulla propria mano il disegno, sagomato in tre simboli. Aveva quindi consultato il proprio padre, e Risei aveva immediatamente portato suo figlio a Torino, la mattina successiva, per incontrare quel giovane mago.

Da quel momento, dopo un saluto affrettato, le spiegazioni che Tokiomi aveva fornito a Kirei durante questo incontro segreto erano tutte riguardanti la stessa guerra, “Heaven’s Feel”. Il significato dietro al simbolo che era apparso sulla mano di Kirei… quello era il risultato del fatto che Kirei avesse acquisito il privilegio di contendersi la possibilità di esaudire il proprio desiderio, grazie ad un miracolo, nella quarta riproduzione del Sacro Graal che sarebbe avvenuta fra tre anni.

Non che si sarebbe rifiutato di combattere. L’incarico di Kirei all’interno della Santa Chiesa era, in sostanza, la diretta rimozione delle eresie, il che significava che si era ormai fatto le ossa come combattente. Si potrebbe dire che questo fosse il suo vero compito, fare una scommessa di vita o di morte con un mago. Piuttosto, il problema era la contraddizione che richiedeva che Kirei, un religioso, partecipasse in veste di “mago” nella Heaven’s feel, che era invece una disputa tra maghi veri e propri.

“La cosa più importante riguardo alla Heaven’s Feel, è che si tratta di una battaglia che utilizza i Servant come famigli. Così, per poter andare avanti, è richiesta quantomeno la conoscenza dell’incantesimo elementare necessario per l’evocazione …essenzialmente, le sette persone che sono state selezionate come Master dei Servant devono essere maghi. E’ sicuramente un’eccezione che qualcuno come te, che non pratica di mestiere la magia, sia stato riconosciuto dal Graal in una fase così precoce”.

“Il Graal ha delle preferenze nella scelta?”.

Tokiomi annuì all’ancora non convinto Kirei.

“Ho menzionato le “3 famiglie dell’inizio”- perché l’assegnazione favorirà i maghi legati alle case dei Makiri, che ora hanno cambiato il loro nome in Matou, degli Einzbern o dei Tohsaka. In altre parole…”.

Tokiomi alzò la propria mano destra per mostrare i tre disegni.

“Come attuale capo famiglia dei Tohsaka, parteciperò alla prossima battaglia”. Allora quest’uomo stava pianificando di incrociare le armi con Kirei, dopo averlo guidato con gentilezza e in modo accurato? Sebbene Kirei non riuscisse ancora a capire tutto ciò, proseguì con le sue numerose domande.

“Vorrei sapere qualcos’altro riguardo ai Servant che hai citato prima. Spiriti Eroici evocati e utilizzati come famigli, hai detto…”.

“Può essere difficile da credere, ma è proprio così. Questa potrebbe essere, effettivamente, la meraviglia numero uno del Graal”.

Le leggende di uomini valorosi, al di là dell’umano, che hanno lasciato il loro nome nella storia e nelle tradizioni popolari. Essi sono coloro che, dopo la loro morte, sono rimasti impressi nella memoria imperitura degli uomini, e sono stati portati al di fuori della categoria del genere umano, promossi persino all’interno del regno spirituale; sono detti Spiriti Eroici. Si trovano in una situazione completamente diversa rispetto agli spiriti vendicativi, o ai comuni spiriti malvagi provenienti dalla natura, che i maghi spesso evocano come famigli. Tanto per dire, si tratta di esistenze con lo stato spirituale di un dio. Sebbene una parte di quel potere possa essere estratta e presa in prestito, è impensabile che possano essere usati come famigli nel nostro mondo.

“Se consideri che a rendere possibile questa assurdità è il potere del Graal, puoi capire quanto questo tesoro sia scandaloso. Alla fine, l’evocazione di un Servant è soltanto un semplice frammento del potere del Graal”.

Come per mostrare che lui stesso era rimasto senza parole davanti a ciò che stava dicendo, Tohsaka Tokiomi sospirò profondamente e scosse la testa.

“Spiriti Eroici provenienti da un periodo compreso tra l’antica età degli dei e, al meglio, un secolo fa, possono essere evocati. Sette Spiriti Eroici seguono sette Master, ciascuno proteggendo il proprio e sterminando quelli nemici. Eroi di ogni era e paese vengono chiamati nel nostro tempo, e si scontreranno in una competizione mortale per la supremazia. Questa è la Guerra del Sacro Graal di Fuyuki, Heaven’s Feel”.

“… Una simile mostruosità? In un luogo dove vivono migliaia di civili?”.

Tutti i maghi sono del parere di nascondere sé stessi. È l’unica, ovvia maniera per andare avanti, in questo mondo che crede che la scienza sia la sola verità universale. Rivelare la propria esistenza è certamente impossibile se, allo stesso modo, prendiamo in considerazione anche la Santa Chiesa.

Ma si tratta di celare un potere che, con degli Spiriti Eroici, può provocare un disastro catastrofico. In tempi come i nostri, utilizzare sette Servant in un conflitto tra umani, e farli scontrare l’uno contro l’altro… è in pratica lo stesso che ordinare un massacro di grossa portata all’interno di una guerra.

“- Ovviamente, è implicito che lo scontro debba essere tenuto segreto. C’è quindi bisogno di una supervisione adeguatamente pianificata, per poterne essere sicuri”.

Rimasto in silenzio fino ad allora, il padre di Kirei, il prete Risei, si fece avanti e prese parte al discorso.

“La Heaven’s Feel avviene ogni 60 anni, e questa sarà la quarta volta. La civilizzazione del Giappone era già cominciata quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Persino nei luoghi più remoti, non possiamo ignorare la presenza di persone che possano testimoniare il diffondersi di seri danni.

Allora, a partire dalla terza Heaven’s Feel, venne stipulato un accordo che prevedeva che noi della Santa Chiesa inviassimo un supervisore. Per ridurre al minimo le perdite causate dalla Guerra, dobbiamo nascondere la sua esistenza e fare in modo che i maghi agiscano di modo da mantenere segreta la faida”.

“La Chiesa funge da arbitro in un conflitto tra maghi?”.

“Precisamente perché è un conflitto tra maghi. Non c’è nessuno all’interno dell’Associazione dei Maghi che sia adatto come referente, per via delle implicazioni politiche. Semplicemente, non c’era altra via che fare ricorso ad un’autorità esterna come la Chiesa.

Inoltre, era decisamente impensabile, per la nostra Santa Chiesa, lasciare che il nome del Sacro Graal venisse usato alla leggera, tanto per cominciare. Non possiamo neppure ignorare la possibilità che si tratti veramente della coppa che ricevette il sangue del Figlio di Dio”.

Sia Kirei che Risei, padre e figlio, avevano un incarico nella sezione chiamata l’Assemblea dell’Ottavo Sacramento. Uno dei doveri di questo gruppo, interno alla Santa Chiesa, era quello di recuperare il controllo delle sacre reliquie. Il tesoro chiamato 'Sacro Graal' compare in molti racconti e leggende, e l’importanza del “Graal” nella dottrina della Chiesa è particolarmente ampia.

“In queste condizioni, l’ultima volta, nel caos della Guerra Mondiale, fu tenuto un incontro in un momento adeguato della terza Heaven’s Feel e io, allora un ragazzo, fui incaricato di adempire ad un importante compito. Per la prossima battaglia, io mi sposterò nella terra di Fuyuki per sorvegliare la vostra battaglia”.

Alle parole di suo padre, Kirei non poté far altro che chinare la testa.

“Ti prego, aspetta. Non è richiesto che il supervisore scelto dalla Chiesa sia imparziale? E’ un problema se uno dei partecipanti è un consanguineo…”.

“Ecco, ecco. Non penserai che questo sia un punto cieco delle regole?”.

L’inusuale sorriso del suo severo padre sottintendeva qualcosa che Kirei non fu in grado di cogliere.

“Kotomine-san, non dovresti far preoccupare tuo figlio. Affrontiamo invece il vero problema”.

Tohsaka Tokiomi sollecitò esplicitamente il vecchio prete a raggiungere il punto.

“Hm, giusto. – Kirei, tutto quello che ti abbiamo spiegato finora riguardava soltanto gli aspetti “esteriori” della Guerra del Graal. C’è un’altra ragione per cui ti ho fatto incontrare Mr Tohsaka oggi”.

“…Di che si tratta?”.

“A dire la verità, abbiamo avuto la conferma, ormai molto tempo fa, che il Graal che apparve a Fuyuki era diverso dalla sacra reliquia del “Figlio di Dio”. In conclusione, la battaglia nella Heaven’s Feel di Fuyuki è combattuta unicamente per un tesoro che è una semplice copia dell’onnipotente contenitore, ed è in grado di aprire una strada verso un’utopia. Non è in alcun modo correlato con la nostra Chiesa”.

Ecco come stanno le cose. Altrimenti, la Santa Chiesa non si sarebbe accontentata di assumere semplicemente il ruolo di un silenzioso supervisore. Se il Graal fosse risultato un’effettiva “Sacra Reliquia”, la Chiesa avrebbe scavalcato l’accordo di cessare il fuoco, e l’avrebbe strappato dalle mani dei maghi.

“Se lo scopo finale di questo calice è unicamente quello di essere un modo per raggiungere l’Akashic Records, non è nulla che riguardi la nostra Chiesa. Dopotutto, la brama dei maghi di trovare l’”Akasha”, l’origine, non è per forza in conflitto con la nostra dottrina.

- Tuttavia, per poterci permettere il lusso di lasciarlo perdere, abbiamo bisogno di affidarlo ad una persona solida. Se un individuo sgradito arrivasse ad ottenerlo, non sappiamo che tipo d’incidente potrebbe causare”.

“Quindi, se noi lo eliminiamo come eresia-“.

“Pure questo è difficile. I maghi che si scontrano per ottenere il Graal hanno una tenacia fuori dell’ordinario. Se dovessimo condurre un processo diretto, il conflitto con l’Associazione dei Maghi sarebbe inevitabile. E questo potrebbe causare troppe vittime.

Piuttosto, come piano di riserva, non ci sarebbe nulla di più interessante che trovare un modo per affidarlo ad una “persona voluta””.

“… Capisco”.

Kirei stava gradualmente afferrando il vero motivo di questo colloquio. Il perché suo padre si stesse mescolando con Tohsaka Tokiomi, un mago.

“Dato che sono stati oppressi dalla fede della loro terra nativa, i membri della famiglia Tohsaka hanno seguito la nostra stessa dottrina. Conoscendo il carattere di Tokiomi-kun, è garantito che si qualifichi per l’utilizzo del Graal”.

Tohsaka Tokiomi annuì, e poi riprese a parlare.

“La ricerca dell’’Akasha’. Non c’è nessuno scopo più importante di questo per noi Tohsaka. Ma, purtroppo, gli Einzbern e i Matou, i quali una volta condividevano la nostra stessa missione, ne hanno perso traccia per motivi più mondani, e ora hanno totalmente dimenticato la loro intenzione originale. Inoltre, non menzionerò neppure come hanno invitato quattro Master dall’esterno. Vogliono il Graal per soddisfare la loro spregevole cupidigia, e nient’altro”.

Questo vorrebbe dire che la Santa Chiesa non approverà nessun altro se non Tohsaka Tokiomi come portatore del Graal. In questo modo Kirei comprese qualcosa in più riguardo al proprio compito.

“Così, vorreste che partecipassi nella prossima Guerra del Graal, per lasciar vincere Mr Tohsaka Tokiomi?”.

“Esattamente”.

E finalmente, Tohsaka mostrò il primo segno di un sorriso.

“Ovviamente, uniremo le forze in segreto contro i cinque Master rimanenti, e li annienteremo. Per aumentare le possibilità di vittoria”.

Alle parole di Tokiomi, Padre Risei rispose con un severo cenno d’assenso. La neutralità della Santa Chiesa, come arbitro, si era già rivelata una farsa. Questa Heaven’s Feel deve essere davvero importante, nelle aspettative originali della Chiesa.

Per quanto riguardava quest’argomento, non era né giusto né sbagliato per Kirei. Se le intenzioni della Chiesa erano chiare, c’era soltanto da portare a termine il proprio compito, come devoto esecutore.

“Kirei-kun, sarai trasferito dalla Santa Chiesa all’Associazione dei Maghi, e diventerai mio apprendista”.

Senza interruzione e con tono pratico, Tohsaka Tokiomi affrettò la sua spiegazione.

“Un- trasferimento?”.

“Lo scambio è già stato reso formale, Kirei”.

Dicendo questo, Padre Risei tirò fuori una lettera. Era una notifica, con le firme congiunte sia della Santa Chiesa che dell’Associazione dei Maghi, ed era indirizzata a Kotomine Kirei. Kirei rimase più che sorpreso dal valore attribuito alla sua impresa: a partire dal giorno precedente, la lettera era stata immediatamente presa in considerazione.

Tutto sommato, non c’era davvero nessuna reale intenzione, da parte di Kirei, di fare i capricci; né aveva un motivo particolare per cui offendersi a causa della discussione. Poiché Kirei non aveva alcuna intenzione in assoluto.

“La cosa più importante sarà non farti far nient’altro che esercitarti nella magia, nella mia casa in Giappone. La prossima Heaven’s Feel è tra 3 anni.

Per allora, devi procurarti un Servant che ti obbedisca, e diventare un mago in grado di partecipare alla battaglia come Master”.

“Ma- è tutto a posto? Se studio apertamente sotto di te, non ci saranno dei dubbi sul fatto che io e te lavoriamo insieme?”.

Tokiomi sorrise in modo gelido e scosse la testa.

“Tu non conosci i maghi. Se i loro interessi collidono, un conflitto tra un insegnante e il suo allievo, che sfoci in una battaglia mortale, è un avvenimento comune nel nostro mondo”.

“Aah, chiaro”.

Sebbene Kirei non avesse alcuna intenzione di capire a fondo i maghi, possedeva comunque una buona comprensione delle tendenze della razza che così era denominata. Aveva avuto innumerevoli occasioni di competere con maghi ‘eretici’, in quanto esecutore. Il numero di persone che aveva abbattuto con le sue stesse mani non era dell’ordine delle decine o delle ventine.

“Allora, hai altri dubbi?”.

Dal momento che Tokiomi sollecitava una conclusione, Kirei pose la domanda che aveva tenuto dentro sin dall’inizio.

“Soltanto uno- il Graal che sceglie i Master, qual è il suo scopo?”.

Apparentemente questa era davvero una domanda che Tokiomi non si aspettava. Le sopracciglia del mago si radunarono in una ruga per un breve momento, dopodiché Tokiomi se ne uscì con una risposta rilassata.

“Il Graal… ovviamente, sceglierà di preferenza Master che hanno sinceramente bisogno di lui.

Come ho detto prima, noi Tohsaka siamo in cima alla lista in quanto una delle 3 famiglie originali”.

“Così, ciascuno dei Master ha una ragione precisa per desiderare il Graal?”.

“Non si limita a questo. Il Graal richiede 7 persone per poter apparire. Se non si presentano abbastanza persone al momento giusto, degli irregolari, che normalmente non verrebbero selezionati, possono portare gli Incantesimi di Comando. Potrebbero essersi verificati casi simili in passato, ma - Aah, capisco”.

Mentre parlava, Tokiomi sembrò realizzare ciò che rendeva Kirei così sospettoso.

“Kirei-kun, tu pensi che non saresti dovuto essere selezionato, non è vero?”.

Kirei annuì. Non importa quanto affannosamente si potesse cercare, non c’era alcuna ragione per cui una macchina dei desideri avesse dovuto notarlo.

“Hm, certamente, questo è strano. L’unica cosa che ti collegherebbe al Graal sarebbe tuo padre, che è stato designato come supervisore, ma… No, si potrebbe pensare che la vera ragione sia un’altra”.

“… Che cosa significa?”.

“Il Graal può aver anticipato che la Santa Chiesa avrebbe supportato la famiglia Tohsaka. Così, un esecutore della Santa Chiesa che avesse acquisito i Sigilli di Comando, avrebbe sostenuto i Tohsaka”.

Dicendo questo Tokiomi, sentendosi soddisfatto, aggiunse, per terminare la discussione:

“In altre parole, il Graal sta concedendo a me, un Tohsaka, un doppio Incantesimo di Comando, e per questo, ha scelto te come Master.

…Che ne dici? Questa spiegazione ti soddisfa?”.

Ed espresse la conclusione cui era giunto in tono spavaldo.

“…”.

Questa arrogante sicurezza sembra addirsi all’uomo chiamato Tohsaka Tokiomi. Quest'uomo ha una dignità che semplicemente rasenta il sarcasmo.

Di certo, come mago, era un uomo d’eccellenza. E deve aver avuto l’autostima che dall’eccellenza deriva. Ecco perché, probabilmente, non avrebbe mai dubitato del proprio giudizio.

Questo significava che non si sarebbe potuta ottenere alcun altra risposta da Tokiomi, in quel momento – Questa fu la conclusione di Kirei.

“Quando partiamo per il Giappone?”.

Nascondendo il suo scoraggiamento interiore, Kirei cambiò argomento.

“Visiterò la Gran Bretagna per un po’. Ho un piccolo compito da svolgere alla Torre dell’Orologio.

Mi sposterò in Giappone subito dopo. Avvertirò la mia famiglia”.

“Ho capito. Allora, io andrò subito”.

“Kirei, va’ avanti per primo. Ho bisogno di discutere di una cosa con Mr Tohsaka”.

Annuendo alle parole di suo padre, Kirei si alzò dal proprio posto e, dopo un silenzioso inchino, lasciò da solo la stanza.

※※※※※

Rimasti nel salotto, Tohsaka Tokiomi e Padre Risei guardarono silenziosamente Kotomine Kirei, mentre usciva.

“Hai un figlio davvero affidabile, Kotomine-san”.

“La sua forza come ‘Esecutore’ è garantita. Nessuno dei suoi colleghi è più studioso di lui, durante l’allenamento. Sono io quello di cui dovresti dubitare”.

“Oh… E’ questo l’atteggiamento esemplare di un difensore della fede?”.

“Oh, mi vergogno a dirlo, ma questo Kirei è l’unico orgoglio di un vecchio pazzo rimbambito come me”.

Il vecchio Padre era conosciuto per il suo rigore, ma, sentendosi a proprio agio con Tokiomi, sorrise. Mentre volgeva gli occhi verso il suo unico figlio, la sua fiducia e il suo amore si mostrarono chiaramente.

“Non avendo ancora avuto un figlio, una volta passati i 50 anni, avevo rinunciato ad un erede…Ma ora, sono sbalordito da quanto lontano sia andato Kirei”.

“Però, ha accettato più facilmente di quanto pensassi, non è così?”.

“Mio figlio si butterebbe nel fuoco se questa fosse la volontà della Chiesa. Arriverebbe fino a questo, per la sua fede”.

Sebbene Tokiomi non intendesse dubitare delle parole del vecchio Padre, l’impressione che aveva avuto del figlio di Padre Risei non era affatto quella di una “fede appassionata”. L’aspetto tranquillo dell’uomo chiamato Kirei gli sembrava più… nichilistico.

“Per essere onesti, è stata una delusione. Ogni volta che lo guardavo, sembrava fosse semplicemente coinvolto in qualcosa che non lo riguardasse”.

“No… In qualcosa che potrebbe essere davvero la salvezza per lui”.

Parlando in modo enigmatico, Padre Risei iniziò a borbottare cupamente.

“Si tratta di una questione personale, ma sua moglie è morta pochi giorni fa. Non sono stati sposati nemmeno per due anni”.

“Oh, io-“.

Tokiomi rimase senza parole, date le circostanze inaspettate.

“Sebbene non lo dia a vedere, sembra che stia sopportandolo piuttosto bene… Ma ha troppi ricordi in Italia. Forse, in questo preciso momento, per Kirei, fare ritorno alla sua vecchia terra patria per una nuova missione potrebbe aiutarlo a curare le sue ferite”.

Risei sospirò durante il suo discorso. Tokiomi continuò a guardare dritto verso di lui.

“Tokiomi-kun, non è forse vero che l’effettivo valore di ognuno si mostra quando le difficoltà aumentano?”.

Tokiomi si inchinò profondamente alle parole del vecchio prete.

“Ti sono grato. Il mio debito verso la Santa Chiesa, ed entrambe le generazioni della famiglia Kotomine, sarà scolpito tra i precetti della mia famiglia”.

“Niente affatto, io sto soltanto rispettando il mio giuramento verso la futura generazione dei Tohsaka.- Il resto consisterà unicamente nel pregare per ottenere la protezione di Dio, finché il tuo viaggio non ti condurrà alla “Radice””.

“Sì. I rimpianti di mio nonno, nonché il più caro desiderio dei Tohsaka: questo è ciò a cui ho dedicato la mia intera vita”.

Nascondendo quanto la sua sicurezza fosse in realtà soffocata dal peso delle responsabilità, Tokiomi annuì in modo risoluto.

“Stavolta, raggiungerò il Graal. Farò in modo d’esserne sicuro”.

Davanti alla dignità di Tokiomi, Padre Risei benedì la memoria del suo defunto amico.

“Amico mio… Anche tu hai avuto un buon erede”.

※※※※※

Con il vento del Mar Mediterraneo che scompigliava i suoi capelli, Kotomine Kirei, solo e in silenzio, ritornò, dalla villa in cima alla collina, sullo stretto sentiero tortuoso.

Finalmente, Kirei mise in ordine le molte impressioni che aveva avuto dell’uomo chiamato Tohsaka Tokiomi, incontrato poco prima.

Forse aveva condotto una vita difficile. Come se l’orgoglio fosse convertito proporzionalmente alle difficoltà sperimentate, Tokiomi era un uomo dotato di una ferma dignità, della quale poteva giustamente vantarsi.

Kirei capiva molto bene quel tipo di personalità. Il suo stesso padre era della medesima categoria a cui apparteneva quel Tohsaka Tokiomi.

Uomini che hanno compreso il significato dietro la loro nascita, dietro la loro stessa esistenza, e l’hanno perseguito senza alcun dubbio. Loro sicuramente non avrebbero mai vacillato, mai esitato.

Trasformare questo significato nella volontà ferrea di agire con un chiaro obiettivo, in tutti gli aspetti della loro vita, diretti soltanto verso l’adempimento di “qualcosa”, identificato come il traguardo finale della loro esistenza.

La “forma” che questa convinzione poteva assumere era, nel caso del padre di Kirei, quella di una fede pia; e nel caso di Tohsaka Tokiomi, forse quella della sicurezza di sé, propria soltanto di chi è stato scelto – un privilegio non per i plebei, e della consapevolezza di qualcuno con una responsabilità da portare sulle spalle. Era uno di quei pochi “aristocratici genuini” rimasti, che oggigiorno difficilmente si possono incontrare.

D’ora in poi, l’esistenza di Tohsaka Tokiomi avrebbe probabilmente comportato importanti implicazioni per Kirei… Nonostante questo, si trattava di un tipo di persona incompatibile con la natura di Kirei. Che era semplicemente come dire che fosse simile a suo padre.

Coloro che vedono solo i propri ideali non potranno mai capire il dolore di coloro che sono invece incapaci di averne uno.

Individui come Tokiomi hanno “un senso dello scopo” alla base delle loro convinzioni, completamente assente nella mentalità di Kotomine Kirei. Neppure una volta, in oltre 20 anni, aveva provato una simile sensazione.

A giudicare bene, non era in grado di prendere in considerazione la più nobile idea, né trarre consolazione da alcuna ricerca, e neppure trovare riposo in alcun piacere. Un uomo così non avrebbe potuto possedere nulla di simile ad un senso dello scopo, in primo luogo.

Non poteva neppure capire come mai si sentisse lontano dal senso dei valori che il mondo ordinario possedeva. Kirei non poteva nemmeno immaginarsi una passione in cui gettarsi, in nessun ambito.

Lui credeva ancora che ci fosse un Dio. Che ci fosse un’esistenza superiore, sebbene lui non avesse la maturità di percepirla. Lui viveva credendo che un giorno, la più sacra parola di Dio l’avrebbe condotto alla suprema verità e l’avrebbe salvato.

Scommettere su questa speranza, aggrapparsi ad essa.

Ma nel profondo del proprio cuore, sapeva già. Che la salvezza, derivante dall’amore di Dio, non sarebbe mai giunta per uno come lui.

Trovarsi di fronte ad una simile rabbia e disperazione lo condusse al masochismo. Con la scusa di una penitenza per l’allenamento morale, semplicemente continuò a ferirsi, più e più volte.

Ma queste torture forgiarono il corpo di Kirei come il ferro, e quando se ne rese conto, era salito in cima all’elite della Santa Chiesa, in quanto “Esecutore”, dove nessuno l’aveva seguito.

Chiunque la chiamava “gloria”. L’autocontrollo di Kotomine Kirei, e la sua devozione, furono elogiati come modello per il clero. Suo padre Risei non faceva eccezione.

Kirei capiva molto bene perché Kotomine Risei provasse così tanta fiducia e ammirazione per suo figlio, ma si trattava un fraintendimento bello e buono; perché in realtà, il suo cuore era vergognoso. Il valore di una vita intera probabilmente non sarebbe bastato a rimediare a quest’incomprensione.

Fino a quel giorno, non c’era mai stato nessuno che fosse arrivato a comprendere quanto Kirei fosse mancante.

Sì, persino l’unica donna che avrebbe dovuto amare-

“…”.

Provando un senso di stordimento, Kirei rallentò il passo e si portò una mano alla fronte.

Quando tentava di ricordare la moglie che aveva perso, smarriva i suoi molteplici pensieri in una foschia emergente. Era come stare in piedi nella nebbia, davanti ad un precipizio. Un istinto di sopravvivenza gli diceva di non fare neppure un passo in avanti.

Quando se ne rese conto, era arrivato ai piedi della collina. Kirei si fermò e guardò indietro, verso la lontana villa sulla cima.

Alla fine, non aveva ancora raggiunto una conclusione soddisfacente riguardo al proprio colloquio con Tohsaka Tokiomi… Era quella la questione importante che lo preoccupava maggiormente.

Perché un potere miracoloso come il ‘Graal’ aveva scelto proprio Kotomine Kirei?

La spiegazione di Tokiomi era disperata. Se il Graal avesse voluto un sostenitore per Tokiomi, avrebbe avuto a disposizione tutte le persone abili che si potessero desiderare, che gli sarebbero state amiche; ma non Kirei.

Ci doveva pur essere un motivo, dietro la sua selezione per la prossima apparizione del Graal.

Eppure… Più rimuginava su queste cose, e più Kirei trovava preoccupante una simile inconsistenza.

Lui, essenzialmente, non possedeva alcun “senso dello scopo”. Né alcun ideale o ispirazione.

Comunque si guardi la cosa, non aveva alcuna ragione di diventare il portatore di un miracolo, quale un’“onnipotente macchina dei desideri”.

Con una faccia cupa, Kirei guardò i tre simboli che erano apparsi sul dorso della sua mano destra.

Dicono che gli Incantesimi di Comando siano un marchio sacro.

Avrebbe trovato un impegno da portare a termine, a tre anni da allora?


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